AVANGUARDIA DELLA TRADIZIONE Scheda relativa a Edgar Wind

AVANGUARDIA DELLA TRADIZIONE
Scheda relativa a
Edgar Wind, Misteri pagani nel Rinascimento, trad. ital. di Piero Bertolucci, Milano, Adelphi,
1971; tit. orig. Pagan Mysteries in the Renaissance (1969); pp. 282-288
“Forse nessun geroglifico
rinascimentale comunica un senso
di ‘terribilità’ più chiaramente del
famoso «occhio alato», l’emblema
di Leon Battista Alberti, che
appare sulla sua medaglia
accompagnato dal motto QUID
TUM.” [‘Geroglifico’, in senso
generico, significa segno, simbolo
sacro]
“L’occhio scrutatore e le rapide
ali sono combinati in un’unica
immagine enigmatica”:
“l’immagine di un occhio alato fa
venire in mente l’ubiquità del Dio
onnisciente, (…) mentre le ali
significavano celeritas. In questo
contesto, la formula ciceroniana
Quid tum assume un significato
pauroso, escatologico. Cicerone se
ne servì spesso al fine di creare
una suspense oratoria: era
un’esclamazione («Che cosa
allora…») che riempiva una pausa
e teneva desta l’attenzione
dell’ascoltatore. Ma se il Quid tum allude all’avvicinarsi di Dio, allora questa classica espressione di
attesa si allargava a comprendere il senso minaccioso del Dies Irae, il Giorno del Giudizio, che,
come San Paolo aveva detto nella prima lettera ai Corinzi (XV, 52) arriverà in ictu oculi, «in un
batter d’occhio»”. “La velocità delle ali e l’acutezza della vista sono unite in un unico atto
soprannaturale: manens moveor, cioè l’Onnipresenza.”
È lo stesso Alberti che in un dialogo minore, Anuli, svela, almeno in parte l’enigma: «Gli antichi
paragonavano Dio a un occhio che vede tutto e ogni cosa. Noi siamo quindi ammoniti a concepire
Dio come sempre presente, che vede tutte le nostre azioni e i nostri pensieri. Allo stesso tempo, ci
viene ricordato anche che dobbiamo essere vigili e circospetti».
A differenza della sfinge, che muore non appena i suoi enigmi sono stati risolti, “l’occhio alato di
Leon Battista Alberti (…) mostra che un grande simbolo è l’opposto di una sfinge; esso è ancora
più vitale quando il suo enigma è stato risolto.”
(a cura di Ruggero Zanin)