INVITO ALLA MUSICA Corso di introduzione all’ascolto della musica classica A cura del prof. Fabrizio Felici Ridolfi Programma LEZIONE N° 1 – MUSICA ANTICA, MEDIOEVO, RINASCIMENTO. Musica dell’antico Egitto. La musica dell’antico Egitto poteva essere di carattere liturgico o profano. Nel primo caso accompagnava le cerimonie religiose, nel secondo rallegrava feste e banchetti. Gli strumenti impiegati erano a fiato (flauti, anche nella variante del doppio flauto, trombe), a corda (arpe, cetre, liuti) ed a percussione (tamburelli e nacchere). Musica greca. La musica greca impiegava più o meno gli stessi strumenti di quella egiziana. Era usata anche, insieme alla danza, per accompagnare rappresentazioni teatrali. L’unico documento musicale che ci sia pervenuto integro è il cosiddetto Epitaffio di Sicilo, un canto che celebra la brevità della vita, databile dal 2° secolo a.C. al 1° secolo d.C.. Musica dell’antica Roma. A Roma, oltre agli strumenti tradizionali (cetre, lire, buccine) venivano usati anche strumenti derivanti da tradizioni musicali straniere, come i sistri, che erano largamente impiegati nelle cerimonie che celebravano la dea egizia Iside. Musica medievale Nel Medioevo la musica si inserisce nella tradizione religiosa cristiana, sia della Chiesa orientale (musica bizantina), che di quella occidentale (canto Gregoriano). In Provenza nascono i canti dei Trovatori, che celebrano l’amore cortese, mentre delle arie di danza, spesso dal ritmo veloce, accompagnano cerimonie di corte e feste popolari. Musica Rinascimentale Con la musica del Rinascimento si assiste ad una sempre maggiore diffusione del canto polifonico, sia profano (madrigali), che sacro (le Messe cantate dei Fiamminghi e di Orlando di Lasso e Pierluigi da Palestrina). Divennero anche molto popolari le musiche di danza eseguite delle corti, in Italia ed in tutta Europa. AREGOLADARTE LEZIONE N° 2 – IL PERIODO BAROCCO: BACH, HAENDEL, VIVALDI Johann Sebastian Bach (1685 – 1750). In Bach troviamo la sintesi di un intero universo di tradizioni musicali (l’arte strumentale italiana, francese e tedesca, la tecnica contrappuntistica, la musica per organo e clavicembalo). Apprezzato dai suoi contemporanei soprattutto come organista, fu solo nell’ottocento che venne riscoperto in tutta la sua grandezza, quando Mendelssohn eseguì, nel 1829, la sua Passione secondo San Matteo. Visse ed insegnò in parecchie città, ma senza lasciare mai la Germania. La sua produzione è sterminata; musica sacra (le Passioni, la Messa in Si minore, le Cantate, gli Oratori) e strumentale (i Concerti Brandeburghesi, la Suites per orchestra, toccate, preludi e fughe per organo e per clavicembalo, etc.). In molti generi musicali Bach si ispirò a musicisti europei: a Vivaldi, molto popolare in Germania, per i concerti, ai clavicembalisti francesi per la musica strumentale, alle scuole della Germania del nord per le composizioni organistiche. Georg Friedrich Haendel (1685 – 1759). Dopo aver iniziato studi e carriera in Germania, nel 1706 si trasferì in Italia, dove divenne ben presto famoso come compositore e dove fece rappresentare, a Roma, il suo primo Oratorio. Dopo un breve ritorno in Germania, nel 1712 si trasferì a Londra dove rimase fino alla morte. Tutti i suoi melodrammi più famosi furono rappresentati a Londra (ne scrisse circa quaranta) e così pure gli Oratori (ventidue); questi ultimi sono prevalentemente basati su episodi dell’Antico Testamento e si differenziano dalle Opere per la massiccia presenza del coro. Gli ultimi sette anni della sua vita trascorsero nella più completa cecità, derivante da una malattia agli occhi, per la quale fu operato ma senza risultato. Antonio Vivaldi (1678 – 1742) Nato a Venezia ed ordinato Sacerdote a venticinque anni, Vivaldi fu subito soprannominato il Prete Rosso, a causa del colore dei suoi capelli. Insegnò violino al Conservatorio della Pietà fino a due anni prima della morte. L’enorme patrimonio strumentale di Vivaldi fu riscoperto solo dopo la seconda Guerra Mondiale: dei suoi 735 concerti a noi noti, solo 84 furono pubblicati durante la sua vita, malgrado la sua notorietà e prestigio in tutta l’Europa. Molti dei suoi concerti per uno o più violini ed archi, vennero raggruppati in raccolte con titoli di fantasia (L’Estro Armonico, La Stravaganza, La Cetra e Il Cimento dell’Armonia e Dell’Invenzione, di cui fanno parte le notissime Quattro Stagioni). Caratteristiche della musica di Vivaldi sono la straordinaria ricchezza dell’invenzione melodica, il forte senso del ritmo, l’intensità emotiva dei movimenti lenti, il virtuosismo sempre al servizio della cantabilità. AREGOLADARTE LEZIONE N°3 – MOZART E BEETHOVEN Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 – Vienna 1791). Figlio d’arte e bambino prodigio, Mozart iniziò a comporre ancora prima di imparare a leggere ed a scrivere. Sotto la spinta del padre Leopoldo, anch’egli compositore, a sette anni iniziò una tournée che lo portò fino a Parigi, riscuotendo ovunque grande ammirazione. L’anno seguente, 1764, era a Londra dove ebbe i primi contatti con il melodramma italiano. Rientrato in patria, Mozart si alternò tra Vienna e Salisburgo, con soste in Italia ed a Praga, e portò avanti una straordinaria attività compositiva, che lo portò a totalizzare 626 tra sinfonie, concerti, opere e musica da camera. Pur essendo divenuto il musicista più celebre ed acclamato d’Europa, Mozart morì povero ed i suoi resti finirono in una fossa comune. Egli portò al più alto grado l’illuminismo musicale europeo ed anticipò con intuizioni prodigiose (il Don Giovanni, le ultime Sinfonie, il Requiem) quelli che di lì a poco sarebbero diventati i primi germi del romanticismo. LUDWIG VAN BEETHOVEN (Bonn 1770 – Vienna 1827) Dopo aver iniziato gli studi musicali nella città natale, Beethoven nel 1792 si trasferì a Vienna, dove rimase fino alla morte. La sua carriera si sviluppò grazie al mecenatismo di alcuni nobili viennesi, tra cui l’arciduca Rodolfo, fratello dell’imperatore. L’appoggio di questi ambienti costituì per Beethoven un trampolino di lancio per le sale da concerto, che stavano diventando sempre più numerose, e per i contatti con le grandi Case Editrici Musicali; tutto questo gli consentì di godere di una discreta fortuna mondana ed economica. Ma proprio nel periodo della sua massima notorietà cominciò a manifestarsi la malattia al nervo acustico, che in breve lo avrebbe portato alla totale sordità. Questa sventura lo portò a terribili crisi di sconforto, alle quali seppe reagire grazie al suo amore per la musica ed all’attività di compositore; fu infatti nel ventennio 1795 – 1815 che Beethoven compose le sue opere più celebri: le 32 sonate per pianoforte, i 5 concerti per piano, il concerto per violino e soprattutto le 7 sinfonie, pietre miliari della musica di ogni tempo. La musica di Beethoven costituisce un punto di riferimento obbligato per tutti i successivi sviluppi della musica europea; a lui si deve la scoperta e l’attuazione della concezione romantica dell’espressione musicale. Negli ultimi anni di vita, insieme con il forzato isolamento dal mondo, si rafforza in lui la tendenza alla concentrazione interiore ed all’abbandono degli schemi della tradizione musicale. Le opere finali (le ultime sonate per piano, gli ultimi quartetti per archi, la Missa Solemnis, la Nona Sinfonia) vivono ormai fuori da qualsiasi convenzione precostituita e si inabissano in straordinarie profondità metafisiche. AREGOLADARTE LEZIONE N. 4 – IL MELODRAMMA ITALIANO Vincenzo Bellini (Catania 1801 – Parigi 1835). Dopo le prime lezioni di musica a Catania, Bellini studiò al Conservatorio di Napoli dove conobbe la musica di Haidn e di Mozart. Scrisse la sua prima opera, Bianca e Fernando, per il Teatro San Carlo e quindi si trasferì a Milano, dove visse fino a due anni prima della morte. Nel breve arco di otto anni, dal 1827 al 1835, nacquero tutte le sue opere più celebri : Il Pirata, La Sonnambula, Norma, I Puritani. In un’ottica squisitamente romantica, la sua musica fonda il fulcro espressivo dell’opera sulla melodia e su un’ardente e appassionata enfasi lirica. Gioachino Rossini (Pesaro 1792 – Parigi 1868). Figlio d’arte, (il padre era cornista e la madre cantante lirica), studiò composizione a Bologna ed esordì come compositore al Teatro S. Moisé di Venezia con la sua prima opera, La Cambiale di Matrimonio. Compose in totale oltre 30 opere, tra buffe e serie, che hanno acquisito fama universale grazie alla loro freschezza d’inventiva e ad alcune felici innovazioni orchestrali (il celebre “crescendo rossiniano”). Tra le sue opere buffe più eseguite vanno ricordate: L’Italiana in Algeri, Il Turco in Italia, Il Barbiere di Siviglia, La Cenerentola; tra quelle serie, Il Mosé in Egitto, Tancredi, Maometto II, Semiramide, Guglielmo Tell. Celebre gastronomo e gaudente, visse a Parigi dal 1824 fino alla morte. Nel 1887 i suoi resti vennero traslati nella Chiesa di Santa Croce a Firenze. Giuseppe Verdi (Busseto – Parma – 1813 – Milano 1901) I suoi anni giovanili furono segnati da difficoltà economiche e lutti familiari (la morte della moglie e dei figli) dai quali seppe risollevarsi grazie alla sua forza di volontà ed al successo che gradualmente incontrarono le sue opere, sia pure con qualche episodio negativo (La Traviata fu violentemente contestata). Il romanticismo verdiano, negli anni della sua maturità artistica, si espresse al meglio nel contrasto drammatico tra i caratteri dei protagonisti (Trovatore, Rigoletto, Don Carlo, Aida). Negli anni finali della sua vita l’ispirazione ai drammi di Shakespeare, iniziata con Macbeth, toccò il suo massimo vertice nelle due opere finali, Otello e Falstaff. Giacomo Puccini (Lucca 1858 – Bruxelles 1924) La sua vita artistica iniziò a Milano, dove dal 1880 visse in un’atmosfera scapigliata e bohèmienne. La prima opera che gli diede fama fu Manon Lescaut, seguita tre anni dopo dalla Bohème e via via da tutte le più celebri. I caratteri della musica di Puccini sono l’intensità della vena melodica e l’introspezione psicologica dei personaggi. Non gli fu estraneo un interesse per il mondo orientale (Madama Butterfly, Turandot), mediato dall’influenza che su di lui esercitarono la musica di Verdi, Wagner e Debussy. La morte gli impedì di terminare la sua ultima opera, Turandot, che venne completata da F.Alfano AREGOLADARTE LEZIONE N°5 – LE SCUOLE NAZIONALI Fryderyk Chopin (Varsavia 1810 – Parigi 1849) Chopin è l’incarnazione del pianismo romantico; a parte i due concerti e la sonata per violoncello e pianoforte, tutta la sua produzione è scritta per pianoforte solo e raggruppata in varie raccolte, che portano i nomi di: Preludi, Notturni, Scherzi, Valzer, Studi, Ballate, Improvvisi. Di diretta derivazione dalla musica popolare polacca sono le Polacche e le Mazurche. Una forma di tisi polmonare cominciò presto a minare la sua salute e lo condusse alla morte a soli 39 anni. La musica di Chopin è caratterizzata dalla straordinaria vena melodica e da una grande intensità di espressione. Modest Mussorgsky (Pskov 1839 – Pietroburgo 1881) Dopo aver preso lezioni di musica da insegnanti privati, entrò a far parte, insieme con i colleghi musicisti Balakirev, Borodin, Cui e Rimski Korsakov, del cosiddetto “Gruppo dei Cinque”, che si proponeva di valorizzare il grande patrimonio del folklore musicale russo, attingendo alle leggende ed alle saghe popolari. Il suo nome è legato all’opera lirica Boris Godunov, dal dramma di Pushkin, dove il popolo oppresso e sfruttato diviene il protagonista di un grande affresco corale ed all’altra opera Kovàncina, entrambe considerate massime espressioni della spiritualità russa tradotta in musica. Piotr I.Tchaikovsky (Votkinsk 1840 – Pietroburgo 1893) Tchaikovsky è l’esponente della corrente occidentalizzante della musica russa, che prescinde dall’eredità del folklore musicale per rivolgersi verso espressioni più europee ed internazionali. In questa ottica vanno considerate le sue composizioni più celebri, sempre caratterizzate da una grande espressività lirica e melodica: le sei Sinfonie (soprattutto la sesta, “Patetica”), i Concerti per piano, il bellissimo Concerto per violino, i Balletti: Lo Schiaccianoci, La Bella Addormentata ed Il Lago dei Cigni, e le Opere Liriche La Dama di Picche ed Eugenio Onieghin. Antonin Dvorak (Kralup – 1841 – Praga 1904) Dopo gli studi musicali compiuti in patria, le sue composizioni, soprattutto le Danze Slave e lo Stabat Mater, gli diedero presto grande fama in tutta Europa, dalla Russia alla Germania ed all’Inghilterra. Si trasferì poi negli Stati Uniti, dove diresse per tre anni il Conservatorio di New York, grazie al suo interesse per la musica dei nativi americani, nacque la celeberrima Sinfonia Dal Nuovo Mondo. Dvorak fu attivo in tutti i generi musicali: dalle Sinfonie ai Concerti, dalle Opere Liriche alla musica da camera. AREGOLADARTE LEZIONE N° 6 – L’ETA’ MODERNA Maurice Ravel (Ciboure 1875 – Parigi 1937) Caratteristiche di Ravel sono la rigorosa linearità melodica e un raffinato gusto armonico. Il suo interesse per la musica spagnola raggiunge la sua massima espressione nel Bolero, dove una base ritmica, costante dall’inizio alla fine, dà origine ad una raffinata esibizione delle varietà timbriche dei vari strumenti dell’orchestra. Per la perfezione formale delle sue partiture Ravel venne definito scherzosamente “un orologiaio svizzero”. Igor Stravinsky (Lomonosov 1882 – New York 1971) Russo naturalizzato francese ed in seguito statunitense, Stravinsky scrisse per ogni tipo di organico, spesso riutilizzando forme classiche. La sua opera include composizioni di ogni genere, dalle Sinfonie alle miniature per pianoforte, ma la sua popolarità si deve ai tre balletti: L’uccello di fuoco (1910), Petruska (1911) e La sagra della primavera (1913), opere che reinventarono il genere del balletto. Alberto Ginastera (Buenos Aires 1916 – Ginevra 1983) Figlio di padre catalano e madre italiana, Ginastera utilizzò elementi della musica popolare e folkloristica argentina, inseriti in un contesto di musica “colta”. I suoi modelli più importanti furono Stravinsky e Bartok. Nel 1968, a causa della dittatura nel suo paese natale, si trasferì negli Stati Uniti, e poi in Svizzera, dove visse fino alla morte. Leonard Bernstein (Lawrence, Mass. 1918 – New York 1990) Musicista di fama internazionale, è stato Direttore Stabile della New York Philharmonic Orchestra, dove esordì nel 1943 sostituendo il Direttore titolare Bruno Walter. Alla Scala diresse una memorabile edizione di Medea di Cherubini con Maria Callas e fu tra i massimi interpreti di Gustav Mahler, contribuendo alla cosiddetta Mahler renaissance, che si sviluppò a partire dei primi anni ’60. La sua fama di compositore è legata soprattutto al musical West Side Story. Astor Pantaleòn Piazzolla (Mar del Plata 1921 – Buenos Aires 1992) Nato da genitori italiani emigrati, il padre di Trani e la madre della Garfagnana, riformatore del tango e massimo esecutore della musica per bandoneon, è considerato il musicista più importante del suo Paese ed in generale tra i più importanti del ventesimo secolo. E’ autore di numerosi brani sia strumentali che vocali, tra i più noti dei quali Libertango, Adiòs Nonino, e l’opera lirica Maria de Buenos Aires, suites sinfoniche e musica da camera. AREGOLADARTE