Capitolo X Oscillazioni 1. Il moto periodico In natura sono molto frequenti dei fenomeni che si ripetono con uguali caratteristiche: le oscillazioni di un pendolo, l’alternanza di giorno e notte, il moto orbitale di un pianeta, la nostra respirazione ed il battito del nostro cuore, le maree e così via. Questo tipo di moto viene detto periodico. Quali sono le caratteristiche di un moto che si dice periodico? Una particella si muove di moto periodico quando continuamente ripassa per le stesse posizioni ed in esse assume ogni volta la stessa velocità e la stessa accelerazione. Il più piccolo intervallo temporale dopo il quale il moto si ripete con le medesime caratteristiche si chiama periodo del moto, e si indica con la lettera T . Diremo che durante un intervallo temporale pari al periodo viene descritto un ciclo del moto. Il periodo si misura tramite il rapporto seguente: T tempo trascorso numero dei cicli svolti infatti, dato che ogni frazione esprime il quantitativo del numeratore associato ad un’unità del denominatore, tale rapporto rappresenta i secondi associati ad un ciclo. Analogamente il suo reciproco: f numero dei cicli svolti tempo trascorso è il quantitativo di cicli associati ad una unità del denominatore, cioè i cicli (o la frazione d ciclo) eseguiti in un secondo, e prende il nome di frequenza, ed indicata con la lettera f . Il periodo si misura in secondi al ciclo, e nel Sistema Internazionale le sue unità di misura sono s , in quanto il numero di cicli non ha dimensioni fisiche. La 1 frequenza si misura in cicli al secondo ed anche qui, essendo il numero di cicli una grandezza adimensionale, nel SI le unità di misura della frequenza risultano s1 , a cui viene dato il nome di Hertz: 1 Hz 1 s1 . In base alla definizione la frequenza è il reciproco del periodo: f 1 T Esempio 1 In un moto periodico vengono compiuti 3 cicli in 5 secondi. Calcolare frequenza e periodo. T tempo trascorso 5 s 1.67 s numero dei cicli svolti 3 f numero dei cicli svolti 3 s1 0.600 Hz tempo trascorso 5 Esempio 2 Il processore di un PC lavora con una frequenza di clock di 2.20 GHz ( 1 GHz 109 Hz , cioè svolge 2.20 109 operazioni binarie ogni secondo). Quanto tempo impiega per eseguire un’operazione? Si tratta di calcolare il periodo, che è il tempo corrispondente ad un singolo ciclo: 1 1 T s 0.455 109 s f 2.20 109 2. Velocità angolare Quando abbiamo a che fare con un punto P che si muove lungo una circonferenza, la sua posizione può essere individuata dall’angolo di rotazione rispetto ad una semiretta di riferimento uscente dal centro C . s R R P In che modo conviene misurare gli angoli? Osservazioni di geometria elementare ci indicano che: r un angolo al centro e la lunghezza s dell’arco da esso sotteso sono proporzionali C Pertanto il rapporto s / R , fra la lunghezza s dell’arco ed il raggio R , non dipende dalla misura del raggio, ad esempio assume lo stesso valore per tutte le circonferenze di centro C , come le due in figura. Fissato l’angolo , il rapporto s / R può quindi essere assunto come misura dell’angolo, visto che non occorre specificare su quale 2 delle infinite circonferenze concentriche viene misurato, dato che si ottiene sempre lo stesso valore. Questo modo di misurare gli angoli si dice esprimerli in radianti: rad s R Il radiante è un numero adimensionale, essendo il rapporto di due grandezze che hanno le stesse dimensioni fisiche. Nel Sistema Internazionale, quando un numero esprime un angolo in radianti, si aggiunge il suffisso “rad”. L’angolo in radianti ha convenzionalmente segno positivo se misurato in verso antiorario, negativo se misurato in verso orario. Perché conviene misurare gli angoli in radianti? La misura in radianti consente di passare immediatamente dal valore dell’angolo alla misura dell’arco, quando sia noto il raggio della circonferenza. Infatti: s Rrad questa stessa relazione è meno maneggevole quando gli angoli sono in gradi. Esempio 3 Si esprimano in radianti gli angoli di: 360 , 180 , 90 , 45 , 30 . Si dica poi quanto misurano gli archi staccati dall’angolo di 30 su di una circonferenza di raggio 2.50 m e su una di raggio 6.70 m . 90 2 180 Su di una circonferenza di qualunque raggio R , con centro nell’origine comune di questi angoli, misurando l’arco s partendo dal punto marcato in figura, è facile trovare l’espressione in radianti dell’angolo giro: s 2R 360 s 2R 2 6.28 rad R R Per gli altri angoli le misure di s si trovano facilmente prendendo la frazione di perimetro corrispondente: 2R s R 180 s 3.14 rad 2 R R 2R s R / 2 90 s 1.57 rad 4 R R 2 2R s R / 4 45 s 0.789 rad 8 R R 4 2R s R / 6 30 s 0.524 rad 12 R R 6 Per avere la misura degli archi sottesi da / 6 0.524 rad sulle due circonferenze basta usare la formula inversa s Rrad , da cui: R 2.50 m s (2.50 0.524) m 1.31 m R 6.70 m s (6.70 0.524) rad 3.51 m Esempio 4 Si trasformino in radianti gli angoli 270 , 135 , 60 . [R: 3 / 2 ; 3 / 4 ; / 3 ] 3 45 4 30 6 360 2 Cosa si intende per velocità angolare di un punto? Considerato un punto P che si muove lungo una circonferenza, ed un intervallo temporale t durante il quale l’angolo di rotazione è variato di una quantità , è possibile definire: s R R P velocità angolare media di un punto P in moto su di una circonferenza, è il mumero di radianti spazzati in un secondo, dal raggio che individua P: t A Ricordando infatti la definizione di rapporto fra due grandezze come il “quantitativo al numeratore che è associato ad un’unità del denominatore”, la definizione appare subito trasparente. Se il rapporto viene calcolato nel caso limite in cui t 0 , cioè quando l’intervallo temporale si chiude attorno ad un singolo istante, la velocità angolare si dice istantanea. Il simbolo che si adopera per la velocità angolare, sia media che istantanea è la lettera greca òmega minuscola , e si misura in rad /s . Si capisce che / t è l’analoga angolare del rapporto v s / t che dà la componente della velocità (media) del punto sulla circonferenza. La sua utilità appare evidente quando si ha a che fare con le rotazioni di un corpo rigido attorno ad un asse. Consideriamo il pianeta Terra: un punto sull’equatore ruota molto più velocemente di uno in prossimità del polo Nord, ma entrambi spazzano lo stesso angolo ogni secondo, cioè hanno la medesima . Come si esprime la velocità angolare se il moto è circolare uniforme? Nel caso in cui il moto sia circolare uniforme, il raggio che individua il punto spazza sempre lo stesso numero di radianti in un secondo e quindi non importa quale ampiezza si usi per calcolare il rapporto / t , perché il risultato è sempre lo stesso valore costante. Decidiamo allora di fare il conto riferendoci ad un giro completo attorno all’asse. In questo caso il tempo impegato è il periodo t T del moto circolare, cioè il tempo che serve a completare il giro, e si ha: 2 T ed il numero di giri eseguiti in un secondo, cioè la frequenza del moto circolare uniforme, si può scrivere: 1 f T 2 Esempio 5 Calcolare periodo, velocità angolare e frequenza della punta della lancetta delle ore, di quella dei minuti e di quella dei secondi. La lancetta delle ore impiega 12 h per concludere il giro, quindi si ha: Th 12 3600 43200 s 4 h 2 1.45 104 rad/s Th fh 1 2.31 105 Hz Th La lancetta dei minuti impiega 1 h per concludere il giro, quindi si ha: Tm 3600 s m 2 1.74 103 rad/s Tm fm 1 2.78 104 Hz Tm La lancetta dei secondi impiega 60 s per concludere il giro, quindi si ha: Th 60 s s 2 0.105 rad/s Ts fs 1 0.0167 Hz Ts In un moto circolare uniforme che relazione esiste fra velocità angolare e velocità? Dalla definizione di radiante sappiamo che: s R cioè lo spazio che il punto percorre è tanto maggiore quanto più grande è la sua distanza dall’asse. Pertanto, essendo la componente della velocità sulla circonferenza v s / t risulta: s v t Rt R v R P Esempio 6 Calcolare la velocità angolare del pianeta Terra, e la velocità lineare di un punto P alla latitudine italiana di 42 , assumendo per il raggio della Terra 6400 km . [R: 7.27 105 rad/s , 346 m/s ] 42 Esempio 7 Sapendo che il diametro interno di un vecchio disco in vinile da 45 giri/min è dB 4.5 cm , e che quello esterno è dA 18 cm , se ne calcoli la velocità angolare, e si trovino le velocità lineari dei punti A e B in figura. [R: 4.71 rad/s , 42 cm/s , 11 cm/s ] Esempio 8 Un’automobile avanza con velocità V 20 m/s . Sapendo che il raggio della ruota è R 0.40 m , si dica quanto valgono: l’intensità v della velocità di un punto sul perimetro della ruota, la velocità angolare e la frequenza di un punto qualsiasi sulla ruota. [R: 20 m/s , 50 rad/s , 8.0 Hz ] 5 A B v V 3. Il moto armonico Eq. F Cosa è la forza elastica? F x Si dice forza elastica qualsiasi forza F di richiamo, cioè sempre diretta verso una posizione di equilibrio, e la cui intensità, variabile nel tempo, sia direttamente proporzionale alla distanza da tale posizione. x LA CONTROFISICA Per quanto possa suonare strano, un elastico non esercita una forza elastica nel senso della definizione qui data. Infatti pur essendo in grado di tirare verso l’equilibrio, non esiste una configurazione in cui spinga. Il meccanismo nasce dalla presenza di lunghe catene di molecole al suo interno, che non riescono a stare stirate ma tendono ad assumere forma contorta, e per questo ad accorciarsi. Queste molecole filiformi sono costrette ad assumere una geometria ripiegata a causa del continuo picchiettare laterale dovuto al moto di agitazione termica di molecole più piccole. Fx = -kx < 0 0 x Fx = 0 0 Fx = -kx > 0 x Indicato con x il vettore spostamento che ha la coda nel punto di equilibrio e la punta nella posizione istantanea della particella, si ha dunque che la forza elastica può essere scritta: F kx dove la costante che figura è k 0 e le sue unità di misura sono N/m , in modo che moltiplicata per una lunghezza produca N al primo membro dell’equazione. L’intensità della forza vale F k x , ed è quindi tanto maggiore quanto più è grande la distanza, e quando la massa si trova nella posizione di equilibrio la forza vale zero essendo x 0 . Il segno negativo nell’equazione F kx indica come la direzione della forza sia sempre parallela e contraria al vettore x , e quindi orientata verso la posizione di equilibrio. Il numero k si dice costante elastica. Come possiamo realizzare una forza elastica? Dopo aver bloccato il capo di una molla a forma di elica, si attacchi una massa all’altro capo, e la si ponga in un piano orizzontale senza attrito. La massa della molla sia trascurabile rispetto a quella attaccata. Esiste una sola distanza del capo libero dal punto di aggancio nella quale la molla è rilassata. Non appena si tenti di allontanare la massa da questo equilibrio, la molla tende a riportacela. Le osservazioni mostrano che il valore della forza di richiamo dipende dalla natura della molla, ma che in ogni caso F si fa tanto più intensa quanto maggiore è l’allontanamento x dalla posizione di equilibrio, dove la forza vale zero. La costante elastica determina la rigidità della molla: a parità di deformazione, una molla con k grande è più rigida (cioè esercita una forza maggiore) rispetto ad una molla con k piccolo. Posto un asse di riferimento con l’origine nella posizione di equilibrio ed indicata con Fx la componente orizzontale della forza, lungo di esso risulta Fx kx , una relazione detta legge di Hooke. Una forza verso sinistra avrà x x 0 quindi componente positiva, e questo accade se la molla viene compressa e cioè quando x 0 . Per una molla allungata avremo viceversa Fx 0 ed x 0 . Esempio 9 Lungo un piano inclinato di un angolo 35 come in figura, privo di attrito, è adagiata una molla di costante elastica k 1.50 102 N/m avente all’estremità una massa m 1.70 kg . Si dica di quanto si allunga la molla. [R: x 6.38 cm ] 6 Esempio 10 Lungo un piano inclinato di un angolo 25 , privo di attrito, è adagiata una molla di costante elastica k 2.00 102 N/m avente all’estremità una massa m 2.10 kg . Si dica di quanto viene compressa la molla. [R: x 4.35 cm ] Esempio 11 fattrito Una massa m 1.30 kg attaccata ad una molla con k 4.00 102 N/m viene statico tirata da un nastro trasportatore. Sapendo che il coefficiente di attrito statico fra le superfici è S 0.840 , si trovi il massimo allungamento. [R: x 2.68 cm ] Cos’è il moto armonico? Si dice moto armonico quel particolare moto periodico che si ottiene quando una particella è sottoposta ad una forza elastica. Le oscillazioni della massa attaccata alla molla ne sono un esempio. La massima distanza dalla posizione di equilibrio viene chiamata ampiezza A del moto. Molti sono i sistemi fisici che seguono naturalmente il moto armonico: dalle oscillazioni degli atomi attorno ai siti di equilibrio, fino pennoni delle bandiere ed ai grattacieli. Che legame esiste fra moto armonico e moto circolare uniforme? E’ possibile pensare al moto armonico come alla proiezione sull’asse delle ascisse (o delle ordinate, è lo stesso) della posizione di una particella che si muova di moto circolare uniforme Presa quindi una traiettoria circolare di raggio pari all’ampiezza A del moto armonico, è possibile individuare una velocità di intensità v opportuna, per cui la F posizione della particella che oscilla legata all’estremità della molla coincide in ogni istante con l’ombra di un’altra particella che gira sulla circonferenza con velocità di modulo v costante. Infatti, indicata con F la forza centripeta all’origine del moto Fx circolare - qualunque ne sia natura - la sua componente Fx lungo l’asse orizzontale risulta: Fx F cos 2 v x ed essendo F m , ed inoltre cos come si vede dal triangolo in figura, A A si ottiene: 2 v x Fx m kx A A -A 0 +A Acos A avendo indicato il prodotto di tutte le quantità costanti con un unico simbolo: m 2 k v . Abbiamo così dimostrato che la componente della forza lungo l’asse A2 orizzontale è una forza di richiamo di tipo elastico. Poiché in un moto circolare uniforme risulta v R ( A) , la velocità angolare del moto circolare la cui 7 y x x proiezione genera il moto armonico di costante k , risulta legata alla costante elastica dalla relazione: m 2 m 2 2 k v A 2 m A A2 Quando ci si riferisca al moto armonico, il valore di viene detto pulsazione del moto, sempre misurata in rad/s. Il periodo del moto armonico è lo stesso del moto circolare uniforme che lo genera, il qual completa un giro nel tempo che la sua proiezione ha completato un’oscillazione. Ricordando per il moto circolare uniforme vale la relazione T 2 / , si ha per il periodo del moto armonico: k T 2 m k Notare infine che la frequenza (e di conseguenza il periodo T e la pulsazione non dipendono dall’ampiezza A del moto. Esempio 12 Si osserva che una massa m 2.30 kg attaccata ad una molla oscilla sedici volte in 2.00 s . Trovare la costante elastica della molla e la forza che essa esercita sulla massa quando questa si trova 4.00 cm a destra del punto di equilibrio Il periodo e la pulsazione di questo moto armonico risultano essere: 2.00 2 6.28 T s 0.125 s rad/s 50.2 rad/s 16 T 0.125 si ricava quindi la costante elastica: k m k m 2 2.30 50.22 N/m 5.80 103 N/m Quando la massa dista x 4.00 cm 4.00 103 m si ha che la componente della forza vale: Fx kx 5.80 103 4.00 102 N 230 N 15.0 cm Fel di segno negativo in quanto diretta verso sinistra dove si trova la posizione di equilibrio. Esempio 13 Una molla posta in verticale con appesa una massa m 0.850 kg si allunga di W 15.0 cm rispetto alla posizione di equilibrio. Trovare il periodo delle oscillazioni che la massa compie in un piano orizzontale. [R: 0.776 s ] Come si scrive la legge oraria della posizione in un moto armonico? La velocità angolare è data dal rapporto fra l’angolo spazzato ed il tempo impiegato, /t , da cui si ottiene la legge oraria dell’angolo per il moto circolare uniforme nel caso particolare in cui l’angolo iniziale è nullo: 8 t Con riferimento all’asse delle ascisse nella precedente figura si ha che: x (t ) A cos A cos t t 0 Nel caso in cui la particella che gira dovesse partire da un angolo iniziale 0 e si avesse 0 t risulterebbe: t x (t ) A cos(t 0 ) 0 Quali nomi si usano per queste grandezze? La quantità t 0 si chiama nel suo complesso fase del moto armonico, mentre si dice fase iniziale il valore dell’angolo 0 . In maniera del tutto analoga si sarebbe potuto proiettare lungo l’asse delle ordinate ed ottenere una forma equivalente per la legge oraria del moto armonico: y(t ) A sin(t 0 ) . 0 -A +A A cos( t 0 ) Esempio 14 La legge oraria di un moto armonico è x (t ) 3 cos(5t 2) . Si dica quanti cicli sono compiuti ogni secondo, qual è la durata di ciascuno, e quanto vale la fase dopo 3.5 s . Da un’analisi dell’equazione data risulta 5 rad/s pertanto risulta: 2 6.28 s 1.26 s 5 Per la fase abbiamo: (5 3.5 2) rad 19.5 rad T f 1 0.79 Hz T y Esempio 15 Un cocomero è messo in fresco in un recipiente colmo di acqua. Nel momento della prima immersione la linea di galleggiamento viene fatta scendere di 3.00 cm sotto al pelo dell’acqua, ed il cocomero comincia ad oscillare di moto armonico compiendo quattro cicli in 6.00 s . Dopo aver scritto la legge oraria della quota y(t ) della linea di galleggiamento, si dica dove si trova dopo 0.200 s e dopo 0.650 s . [R: y(t ) 3.00 sin(4.19t 2 ) ; 2.01 cm , 2.74 cm ] 0 3.00 Esempio 16 Una barretta lunga L ruota con velocità angolare attorno ad un punto C a due terzi della sua lunghezza. Che relazione esiste fra le ampiezze e le fasi dei moti armonici originati dalle proiezioni degli estremi A e B sul diametro orizzontale? Come si ricava osservando l’istante in cui la barretta è orizzontale, l’ampiezza delle oscillazioni della proiezione di A è doppia dell’ampiezza delle oscillazioni della proiezione di B. In una rotazione antioraria come quella in figura, B si trova sempre in anticipo di una angolo piatto rispetto ad A, cioè la sua fase iniziale vale . Se scegliamo come istane zero quello in cui l’ascissa di A è massima, le equazioni dei due moti armonici sono: 9 A C B x P x A (t ) 6 x B (t ) 1 L sin(t ) 3 B A C 2 L sin t 3 Esempio 17 Un punto P ruota su di una circonferenza di raggio R facendo quattro giri ogni tre secondi. Che relazione esiste fra le ampiezze, le pulsazioni e le fasi dei moti armonici generati dalle proiezioni di P lungo i due diametri in figura? [R: vedi in fondo] 4. Il pendolo semplice L la massa del filo è trascurabile rispetto ad m , ed il filo stesso è inestensibile, cioè la sua lunghezza non cambia mai nonostante la sollecitazione a cui viene sottoposto. T Wn s(t ) Wt Cosa si intende per pendolo semplice? Il pendolo semplice è un dispositivo costituito da una massa m che oscilla legata al capo di un filo di lunghezza L ed agganciato ad un punto di sospensione. Consideriamo il caso ideale, in cui: 0 W Il moto del pendolo non è rettilineo: può essere armonico? Il moto armonico può avvenire anche lungo una traiettoria curva, come nel caso dell’arco di circonferenza descritto dal pendolo. In questo caso il moto si considera armonico quando la coordinata curvilinea s(t ) che separa la massa m dalla posizione di equilibrio, segue una legge oraria della forma vista per il caso rettilineo: s(t ) A cos(t 0 ) LA CONTROFISICA Si faccia attenzione alla reciproca lunghezza dei vettori che rappresentano le forze sul pendolo. La tensione deve sempre essere più lunga della gravità in quanto con la sua T sola componente verticale la deve equiNO librare W Questo accade solo se la componente della forza tangenziale alla traiettoria agisce come richiamo verso un equilibrio, ed ha intensità direttamente proporzionale alla lunghezza s(t ) dell’arco che occorre percorrere per raggiungerla. Il moto di un pendolo semplice è un moto armonico? Per rispondere alla domanda se le oscillazioni del pendolo siano armoniche, dobbiamo ricavare un’espressione per la forza tangenziale e vedere se risulta proporzionale alla distanza s(t ) percorsa dal pendolo sulla circonferenza. Come si vede dal disegno, la componente tangenziale del peso agisce come forza di richiamo dato che è sempre diretta verso il punto più basso, e la sua intensità vale: Wt mg sin Ora se l’angolo è espresso in radianti si ha che per valori minori di 8 la sua misura e quella del seno risultano pressoché indistinguibili1, cioè: 1 Se / 8 0.3927 rad si ha sin 0.3827 quindi se si sostituisce al seno dell’angolo la misura in radianti dell’angolo stesso si commette un errore di circa il 3% . 10 sin sin 0.39270.3827 0.3827 0.02613 cioè sin se (23) 8 sin che sostituita nell’espressione per la forza di richiamo produce: 0 s(t ) Wt mg mg k s(t ) L 1 avendo sfruttato la definizione di radiante, s(t ) / L ed indicato i valori costanti con k mg / L . Come si vede, nel caso delle oscillazioni che formano piccoli angoli ( 8 ) il moto del pendolo semplice risulta armonico. Quanto vale il periodo delle piccole oscillazioni del pendolo semplice? Sfruttando la relazione precedentemente ricavata si ottiene il periodo delle piccole oscillazioni T 2 m mL L 2 2 k mg g Si traggono quindi le seguenti conclusioni: (1) Le piccole oscillazioni sono isòcrone cioè hanno tutte la stessa durata, indipendentemente dal valore dell’ampiezza A . (2) Il periodo delle piccole oscillazioni non dipende dalla massa appesa. (3) Il periodo delle piccole oscillazioni è tanto maggiore quanto più lungo è il filo del pendolo. La velocità angolare e quella lineare di un pendolo sono costanti? No, non lo sono. Entrambe crescono a mano a mano che si procede verso il punto più basso dove raggiungono il massimo, poi decrescono fino ad annullarsi nella posizione di massima altezza. Come cambia il periodo di un pendolo se ci si sposta su altri pianeti? La relazione fra i periodi dipende dal valore dell’accelerazione di gravità in superficie, che la legge di gravitazione universale prevede essere direttamente proporzionale alla massa del pianeta ed inversamente proporzionale al quadrato del suo raggio2. Pertanto i periodi di uno stesso pendolo misurati sul pianeta A e sul pianeta B stanno fra loro nel rapporto: 2 L / gA TA g M B / RB2 R B A 2 TB gA RB M A / RA 2 L / g B MB MA Esempio 18 Un pendolo semplice compie 40 oscillazioni al minuto. Si calcoli la lunghezza del filo e si dica cosa succede al periodo se questa viene dimezzata. 2 2 11 Ricordiamo infatti che si ha g GM / R , con G 6.67 10 2 Nm / kg . 11 A2 A1 diversa ampiezza ma stesso periodo Risulta T (60/ 40) s 1.50 s da cui si ricava la lunghezza del filo: T 2 L g L gT 2 9.81 1.502 m 0.560 m 2 39.4 4 Se l lunghezza del filo è dimezzata il periodo nuovo periodo T risulta diviso per un fattore 2 rispetto al vecchio: L L T 1.50 s 1.06 s g g 2 2 2 quindi le oscillazioni del nuovo pendolo più corto sono più rapide. T 2 2 1 2 Esempio 19 Fra alcune liane che pendono da un albero, se ne deve individuare una che sia più lunga di 15 m . Come possiamo effettuare la scelta senza arrampicarci per misurarle? [R: vedi in fondo] Esempio 20 Si descriva la traiettoria seguita da un pendolo oscillante il cui filo venga tagliato mentre si trova: (1) nel punto di massima altezza, (2) in qualunque punto di avvicinamanto all’equilibrio, (3) nel punto di minima altezza, (4) in un qualunque punto di allontanamento dall’equilibrio. [R: vedi in fondo] Esempio 21 Una molla ed un pendolo che sulla Terra hanno lo stesso periodo, mantengono tale relazione se spostati sulla Luna, dove gL 16 gT ? Di quale percentuale dovrebbe essere variata la massa m da attaccare allla molla affinché i due oscillatori rimangano in sincronia? E di quale percentuale dovremmo invece variare la lunghezza del filo? [R: 500% , 83.3% ] Esempio 22 Sapendo che la massa della Luna è circa 1/ 81 della massa terrestre, si dica in che rapporto stanno le oscillazioni di uno stesso pendolo sulla Terra e sulla Luna e le rispettive accelerazioni di gravità. Si supponga una densità uguale e costante nei due corpi celesti. Si confrontino i valori così trovati con quelli realmente misurati, gT 6gL e TL 2.5TT . Se la densità fosse costante, la massa crescerebbe con il volume e cioè proporzionalmente al cubo del raggio del pianeta. Quindi dalla Terra alla Luna il cubo del raggio diminuisce di 81 volte ed il raggio diminuisce di 3 81 3 volte. Il rapporto fra i periodi vale pertanto: TL R L TT RT RL MT ML 3 RL 81 M L ML 81 3 3 quindi TL TT cioè le oscillazioni sono tre volte più lente mentre fra le accelerazioni di gravità vige la relazione: TL g T 3 gT 9gL TT gL 12 Questi risultati sono un po’ differenti dai valori reali ( gT 6gL e TL 2.5TT ), quindi non possiamo assumere densità costante ed uguale per i due corpi celesti. Esempio 23 Il capitano Polipox giunge su di un lontano pianeta di raggio R 7500 km e decide di misurarne la massa facendo oscillare un pendolo semplice appena atterrato sulla superficie. Se il filo del pendolo è lungo L 80.0 cm e si osservano 30 oscillazioni in un minuto, aiutate il capitano a calcolare la massa del pianeta. [R: 1.06 1026 kg ] 13 Soluzioni 3 135 4 Esempio 4 60 3 3 270 2 r 3 s (3/ 2)R 3 2R 4.71 rad 4 R R 2 3 s (3 / 4)R 3 135 s 2R 2.36 rad 8 R R 4 2R s (1/ 3)R 60 s 1.05 rad 6 R R 3 270 s Esempio 6 Sapendo che il giorno solare medio è periodo di rotazione, T 86400 s , si ha: 2 6.28 rad/s 7.27 105 rad/s T 86400 Per avere la velocità lineare del punto P è necessario conoscere il raggio r della circonferenza che esso descrive. Con riferimento alla figura si ha: r 6400 km cos 42 4756 km da cui si ricava: v r (7.27 105 rad/s) (4756 km) 0.346 km/s 346 m/s P 42 Esempio 7 La frequenza è il numero di giri al secondo, quindi considerando 45 giri/min un numero esatto, si ha: giri 45 giri 3 45 Hz f min 60 s 4 da cui si ricava la velocità angolare, che tenendo tre cifre risulta: 3 3 2 f 2 rad/s rad/s 4.71 rad/s 4 2 per le velocità lineari è sufficiente moltiplicare per i due raggi: d 18 vA A 4.71 cm/s 42 cm/s 2 2 d 4.5 vB B 4.71 cm/s 11 cm/s 2 2 2R Esempio 8 Risulta v V 20 m/s , infatti quando il punto di contatto ha fatto un giro completo, anche il centro della ruota si è spostato di un tratto pari al perimetro della ruota. Per la velocità angolare e la frequenza, identiche per tutti i punti della ruota, risulta: v 20 50 rad/s 50 rad/s f Hz 8.0 Hz R 0.40 2 6.28 2R y F x Wx W x Esempio 9 Lungo un asse parallelo al piano inclinato, posto lo zero in corrispondenza della posizione rilassata che la molla avrebbe senza la massa, all’equilibrio, indicando con F la forza elastica, abbiamo: Wx Fx 0 14 y Osservando che, essendo x 0 , si ha Fx kx 0 : mg sin kx 0 mg sin 1.70 9.81 sin 35 x m 6.38 10-2 m 6.38 cm k 1.50 102 cioè la molla si comprime di 6.38 cm . x F W x Wx Esempio 10 Lungo un asse parallelo al piano inclinato, posto lo zero in corrispondenza della posizione rilassata che la molla avrebbe senza la massa, all’equilibrio, indicando con F la forza elastica, abbiamo: Wx Fx 0 Osservando che, essendo x 0 , si ha Fx kx 0 : mg sin kx 0 mg sin 2.10 9.81 sin 25 x m 4.35 10-2 m 4.35 cm k 2.00 102 cioè la molla si comprime di 4.35 cm . Esempio 11 Il massimo allungamento si ha quando la forza elastica della molla bilancia il valore massimo dell’attrito statico, cioè S N , dove N è la forza normale al piano d’appoggio. Lungo un asse parallelo al nastro, posto lo zero in corrispondenza della posizione rilassata della molla, all’equilibrio, indicando la forza elastica con F , si ha: fSx Fx 0 osservando che, essendo x 0 , si ha Fx kx 0 : S N kx 0 N fS F x W e poiché la seconda legge della dinamica lungo l’asse verticale ci dice: N y Wy N mg 0 N mg sostituendo si ottiene: S mg kx 0 mg 0.840 1.30 9.81 x S m 2.68 102 m 2.68 cm 2 k 4.00 10 Esempio 13 Quando la molla è in equilibrio in verticale, lungo l’asse delle ordinate si ha: Felastica W 0 kx mg 0 mg 0.850 9.81 N/m 55.6 N/m x 0.150 quindi il periodo delle oscillazioni in orizzontale vale: k T 2 y m 0.850 6.28 s 0.776 s k 55.6 Esempio 15 4 Hz 0.667 Hz da cui: 6.00 2 f 6.28 0.667 rad/s 4.19 rad/s Si ha A 3.00 cm e f 15 x Se iniziamo a contare il tempo nell’istante in cui il cocomero sta sott’acqua, la fase iniziale dovrà essere tale per cui y(0 s)= 3.00 cm , quindi: y(0) 3.00 A sin( 0 0 ) 3.00 sin(0 ) sin 0 1, 0 2 La legge oraria risulta allora: y(t ) A sin(t 0 ) 3.00 sin(4.19t ) 2 La quota della linea di galleggiamento dopo 0.200 s e dopo 0.650 s risulta essere: y(0.200 s) 3.00 sin(4.19 0.200 1.57) cm 2.01 cm y(0.650 s) 3.00 sin(4.19 0.650 1.57) cm 2.74 cm Pertanto se t 0.200 s la linea di galleggiamento sarà 2.01 cm sotto al pelo dell’acqua, mentre se t 0.650 s la linea di galleggiamento sarà 2.74 cm sopra al pelo dell’acqua. Esempio 17 L’ampiezza del moto vale R in entrambi i casi, ed anche la pulsazione non dipende dal diametro sul quale si proietta P, ed è pari a: 4 giri 8 2 f 2 rad/s 3s 3 Per quanto riguarda la fase, la proiezione B è sempre in anticipo di / 6 rispetto alla proiezione A, quindi la sua fase sarà sempre maggiore proprio di / 6 . Se scegliamo come istante zero quello in cui l’ascissa di A vale R, abbiamo: 8 8 x A (t ) R sin t x B (t ) R sin t 3 3 6 Esempio 19 Si deve appendere al capo una massa qualunque (purché grande rispetto a quella della liana) e misurare il periodo delle piccole oscillazioni. Sapendo che una corda lunga 15 m produce un periodo: L 15 T 2 6.28 7.8 s g 9.81 quelle liane per cui si misura una durata delle oscillazioni maggiore di questo valore sono più lunghe di 15 m . 1 2 3 4 Esempio 20 Nel momento in cui viene tagliata la fune il pendolo si trova soggetto solo alla forza peso ed è pertanto un corpo in caduta libera. La forma della traiettoria dipende dalla velocità iniziale e, considerando un’oscillazione verso destra come in figura, è: (1) una retta verticale se il filo è tagliato nel punto di massima altezza, visto che in quella posizione la velocità iniziale è nulla; (2) una porzione di parabola che inizia a destra del vertice, se il filo è tagliato durante l’avvicinamento all’equilibrio, cioè quando la velocità è inclinata verso il basso; (3) la metà esatta di una parabola se il filo è tagliato nel punto più basso, quando la velocità è orizzontale e massima; (4) una porzione di parabola che inizia a sinistra del vertice, se il taglio avvien nella fase di allontanamento dall’equilibrio. In questo caso la massa risale fino al vertice della parabola e poi ricade. Il punto di massimo è inferiore all’altezza massima che 16 avrebbe raggiunto se non avessimo tagliato, perché la componente verticale della velocità non viene più incrementata dall’azione del filo. Esempio 21 I periodi non possono rimanere uguali perché, mentre l’accelerazione di gravità L varia, e con essa il periodo del pendolo T 2 , i valori della costante elastica gL k della molla e della massa attaccata restano gli stessi, e con essi il periodo m T 2 . Se vogliamo che le due oscillazioni siano sincrone pure sulla Luna, k dobbiamo attaccare alla molla una massa m ' tale che: L m' L m' L L 2 2 m' k 6k gL k gL k gL g e ricordando che vale l’uguaglianza dei periodi sulla Terra: L m L m L 2 2 m k g k g k g Risulta quindi m ' m ele due masse differiscono della quantità: L L L m ' m 6k k 5k g g g pertanto la variazione in percentuale da apportare ad m è: m ' m 5kL / g 5 500% m kL / g Possiamo rendere sincroni i pendoli sulla Luna anche usando una lunghezza L ' per il filo del pendolo tale che: L' m L' m m m 2 2 L ' gL g gL k gL k k 6k Sulla Terra vale l’uguaglianza: L m L m 2 2 g k g k L m g k risulta quindi L ' L e le due lunghezze differiscono della quantità: m m m 1 5 m L L ' g g g 1 g k 6k k 6 6 k pertanto la variazione in percentuale da apportare ad L è: L L ' 5mg / 6k 5 0.833 83.3% L mg / k 6 Esempio 23 Il pendolo ha un periodo di: 30 T s 0.500 s 60 L’accelerazione di gravità sulla superficie del pianeta vale: GM gP R2 che sostituita nell’espressione del periodo produce: T 2 L R 2L 2 gP GM 17 da cui si ha il valore della massa del pianeta: M 4 2 R 2 L 4 9.86 (7.500 106 )2 0.800 Kg GT 2 6.67 1011 0.5002 4 9.86 56.25 0.800 101211 Kg 1064 1023 Kg 1.06 1026 Kg 6.67 0.250 18