SINOSSI DELLO STUDIO TITOLO DELLO STUDIO Studio clinico prospettico osservazionale sull’efficacia dell’ozono intradiscale nel trattamento dell’ernia discale lombare. RAZIONALE Il dolore generato dalla comparsa di un’ ernia discale è di notevole intensità e di solito invalidante. Fortunatamente, nella maggioranza dei casi, la sintomatologia tende spontaneamente a risolversi, restituendo il paziente alla completa normalità nell’arco di alcune settimane. In fase acuta, la terapia medica è riconosciuta dalle linee guida internazionali come il primo passo da intraprendere nel trattamento, con l’utilizzo di farmaci analgesici antiinfiammatori e non, steroidi, miorilassanti, ecc. Il secondo gradino è quello della terapia infiltrativa, in particolare l’iniezione di steroidi a livello epidurale, da riservare ai pazienti più complessi. Purtroppo, in alcuni casi i sintomi tendono a prolungarsi senza che le terapie riescano a dare sollievo per il protrarsi degli effetti irritativi e/o compressivi esercitati sulla radice nervosa dalla presenza del materiale del nucleo discale espulso. Fino ad alcuni anni orsono, l’unico trattamento disponibile per questi pazienti era quello della chirurgia; nel nostro paese si effettuano a tuttoggi circa trentamila interventi chirurgici ogni anno per ernia discale, con una incidenza di complicanze maggiori compresa fra il 3 e il 6% ed una percentuale di reintervento che supera il 15%. La terapia infiltrativa intradiscale con ozono si propone, in maniera per la verità piuttosto controversa, come un’ulteriore possibilità da offrire ai pazienti prima di sottoporli ad un trattamento chirurgico più invasivo e certamente gravato da un maggior numero di possibili complicanze. In letteratura esistono lavori che propongono risultati al limite del miracoloso per questo tipo di trattamento su migliaia di pazienti, mentre in molti paesi (ma non l’Italia), questa terapia non è nemmeno riconosciuta come pratica medica. Di sicuro esistono numerosi e pregevoli studi sulla biochimica e sugli effetti della miscela ossigeno/ozono nei diversi tessuti biologici ( antiossidante, antiinfiammatoria, immunostimolante, migliorativa del microcircolo,ecc.) e tra questi anche sulla struttura biochimica del nucleo discale. Questi studi, che rappresentano attualmente il razionale per l’utilizzo della tecnica e descrivono in maniera dettagliata l’azione esercitata dall’ozono sulla matrice di proteoglicani costituente l’architettura del nucleo polposo del disco intervertebrale, la cui migrazione all’esterno dell’anulus fibroso è la responsabile del quadro clinico. Partendo da queste considerazioni si è pensato di proporre uno studio per analizzare l’efficacia clinica del trattamento infiltrativo intradiscale con ozono, valutandone gli effetti in termini di intensità del dolore, soddisfazione del paziente, recupero funzionale. Si porrà attenzione anche ai risultati ottenuti nelle diverse tipologie di ernie discali (contenute, sottoligamentose, intraforaminali, espulse, migrate), al fine di evidenziare differenti aspetti di risposta. OBIETTIVI Obiettivo primario dello studio è quello di valutare l’efficacia e la sicurezza del trattamento con ozono intradiscale nell’ernia del disco intervertebrale lombare in termini di riduzione del dolore e recupero funzionale. Obiettivi secondari consistono nella valutazione dell’efficacia nei differenti tipi di ernia discale e se la ripetizione del trattamento in caso di un primo insuccesso possa offrire ulteriori opportunità alla risoluzione del quadro. DISEGNO DELLO STUDIO Studio clinico prospettico osservazionale di efficacia del trattamento. La popolazione di studio sarà rappresentata da pazienti che si presenteranno alla nostra osservazione affetti da lombalgia o lombosciatalgia generate da ernia discale, con dolore non responsivo alla terapia medica farmacologica ed infiltrativa. Il periodo di reclutamento sarà di un anno dall’inizio dello studio. I pazienti eleggibili saranno inseriti nel protocollo di studio valutando al tempo T0 (proposta di intervento) l’NRS (intensità del dolore), Oswestry e SF 36sf (scale che valutano disabilità specificamente correlata al mal di schiena la prima, e qualità della vita la seconda), mentre ad una settimana verrà valutato unicamente l’NRS. L’NRS, Oswestry, SF 36sf saranno rivalutati assieme alla McNab (scala di valutazione dell’efficacia dell’intervento percepita dal paziente) a distanza di 1 mese (T1) e a 6 mesi (T2). Sarà quindi valutata separatamente la riduzione del dolore ( Delta NRS) per tutti ed il miglioramento della qualità di vita (Oswestry e SF 36) stratificato per fasce di età per evitare elementi di confondimento. La riduzione dei farmaci nei dosaggi e/o nella classe analgesica sarà considerata separatamente come indice di miglioramento e valutata al tempo To e T2. CRITERI DI INCLUSIONE Lo studio coinvolgerà pazienti di età maggiore di 18 anni, affetti da dolore assiale e/o radicolare legato alla presenza di ernia discale lombare documentata alla RMN o TC e metamericamente correlata. I pazienti dovranno avere NRS>3 al tempo To, non essere responsivi alla terapia medica e infiltrativa epidurale, e avere dolore perdurante comunque da più di sei settimane. Saranno consentiti trattamenti farmacologici per il controllo del dolore. CRITERI DI ESCLUSIONE Pazienti con segni di paralisi correlata al danno radicolare o sindrome della cauda Pazienti con infezioni sistemiche o cutanee in corso Pazienti in gravidanza e favismo Pazienti con disturbi psichiatrici Pazienti con degenerazione discale severa e altezza del disco <50% o con possibili altre cause di dolore assiale o “pseudo radicolare” Presenza di due o più ernie contemporaneamente Pregresso intervento per ernia discale allo stesso livello o ad un livello adiacente Pazienti con neuropatie periferiche metaboliche o di altra natura Pazienti con rivalse assicurative in atto e in cui la persistenza del dolore potrebbe essere strumentalizzata BIBLIOGRAFIA 1. Linee guida nazionali sul trattamento chirurgico dell’ernia del disco (aggiornamento 2008) 2. Manchikanti,L. et Al: “An algorithmic approach for clinical management of cronic spinal pain” Pain Phis 2009- 12:E225-264 3. Kallewaard,J.W., et Al: “Discogenic low back pain”Pain Pract 2010, vol 10(6) 560-579 4. 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