Peronospora del pomodoro L’agente della Peronospora del Pomodoro è la Phytophthora infestans, un fungo polifago appartenente alla famiglia delle Peronosporaceae. Oltre il pomodoro questo patogeno, che comprende diversi biotipi a parassitismo specializzato, attacca altre specie vegetali come la patata o altre Solanacee sia spontanee che coltivate. La peronospora colpisce indifferentemente piante presenti in pieno campo o in coltura protetta in relazione a particolari condizioni climatiche: umidità stagnante, rugiada intensa, piogge ravvicinate e temperature non molto elevate. I sintomi dell’infezione si manifestano in tutti gli organi della pianta e possono portare nei casi più gravi a una perdita del raccolto sia per avvizzimento e disseccamento della pianta sia per distruzione diretta dei frutti. Sulle foglie la malattia si presenta sotto forma di macchie decolorate irregolari, localizzate marginalmente o internamente al lembo, che successivamente imbruniscono assumendo prima un aspetto verde scuro e poi bruno-bronzeo. In condizioni di elevata umidità l’alterazione si estende rapidamente sull’intero lembo fogliare mentre nella pagina inferiore compare una leggera efflorescenza bianca-rilucente dovuta alla presenza degli zoosporangiofori del fungo. Sui fusticini, sui piccioli fiorali e sui peduncoli fiorali l’infezione si manifesta solo nel caso di forti attacchi presentando una sintomatologia molto simile a quella riscontrabile nelle foglie. Si evidenziano striature longitudinali più o meno estese, di colore bruno, in corrispondenza delle quali gli organi si piegano o si spezzano. L’attacco sui frutti interessa generalmente le bacche ancora verdi e si manifesta inizialmente con la presenza di aree edematose e irregolari che successivamente si disidratano e divengono represse. Contemporaneamente i tessuti interni si raggrinziscono, imbruniscono e assumono una consistenza stopposa. Solo in condizioni di elevata umidità dell’aria si può riscontrare sulla parte colpita del frutto la presenza di una muffa biancastra. La bacca una volta colpita interrompe la maturazione, si distacca dalla pianta e successivamente marcisce. Durante il periodo invernale il patogeno sverna sui residui vegetali sotto forma di micelio per poi riprendere la sua attività infettiva durante il periodo primaverile. L’emergenza degli sporangiofori si ha quando l’umidità dell’aria supera l’85% e la temperatura ottimale è di 22°C mentre per la formazione degli sporangi è necessario un tasso di umidità superiore a 90% e una temperatura tra 18°C e 24°C. Gli sporangi successivamente vengono trasportati attraverso l’acqua e il vento sugli organi della pianta dove in base alla temperatura germinano direttamente per micelio (18°C) o indirettamente per liberazione di zoospore mobili. L’incubazione varia tra 60 e le 144 ore a seconda della temperatura, del tipo o varietà di ospite. I periodi più brevi si hanno intorno a 20°C - 23°C che corrispondono all’optimum per l’accrescimento del micelio. 1 Peronospora del pomodoro La lotta contro la peronospora del pomodoro avviene attraverso l’utilizzo di anticrittogamici che devono essere somministrati tempestivamente, non appena si verificano le condizioni termoigrometriche favorevoli per lo sviluppo del patogeno. Gli antiperonosporici possono essere suddivisi in due grandi categorie a seconda della modalità di azione e dei periodi di persistenza: prodotti di copertura e prodotti endoterapici. I primi vengono utilizzati a scopo preventivo e devono essere somministrati prima dello scadere del ciclo infettivo basandosi sul decorso delle condizioni climatiche. Tra questi si ricordano: gli ossicloruri e idrossidi di rame da preferire quando si devono combattere anche infezioni batteriche, la Poltiglia bordolese, i ditiocarbammati solo in coltura protetta e alla fioritura del primo palco. Tra i fungicidi endoterapici possono essere utilizzati il Cimoxanil e i derivati Fenilamidici (Benalaxyl, Metalaxyl, Oxalaxyl) entro 2-3 giorni dall’insorgere dell’infezione. I Fenilammidi sono formulati con prodotti di copertura e perciò il loro impiego è fortemente legato al tipo di principio attivo a cui sono accompagnati. Infine, per il pomodoro da industria coltivato in pieno campo a scopo preventivo può essere utilizzato il Fosetil di alluminio. Un’altra via per combattere la peronospora del pomodoro che a oggi è ancora in fase di sperimentazione è l’utilizzo di varietà migliorate geneticamente per la tolleranza o la resistenza al patogeno. 2 Peronospora del pomodoro Difesa con metodo biologico Fase fenologica da post-trapianto a maturazione Campionamento: - controllare accuratamente e frequentemente la Modalità di campionamento e soglia di intervento coltivazione per individuare immediatamente la comparsa dei primi sintomi. Soglia di intervento: - se si verificano piogge o bagnature fogliari di almeno 2-3 h, in concomitanza di temperature comprese tra i 10 ed i 25°C effettuare trattamenti cautelativi. • attuare ampie ed idonee rotazioni; • scegliere varietà resistenti o, comunque, meno suscettibili; • eliminare tutti i residui della coltura precedente; • adoperare piantine certificate ai sensi della normativa fitosanitaria vigente e verificarne comunque visivamente la sanità al momento del trapianto; Interventi complementari • controllare lo sviluppo della flora spontanea, mediante il ricorso alla pacciamatura; • adottare idonee sistemazioni del terreno o il drenaggio, in modo da evitare i ristagni idrici; • effettuare il trapianto con distanze sulla fila e tra le file adeguate alle caratteristiche della cultivar; • eseguire concimazioni ed irrigazioni equilibrate; • evitare l'irrigazione per aspersione, ma ricorrere, preferibilmente, al sistema per manichetta forata. Principi attivi, ausiliari composti rameici (a) (h) I trattamenti cautelativi per la Peronospora sono generalmente sufficienti a controllare anche le altre fitopatie, per le quali si possono eventualmente effettuare interventi specifici solo se vi è presenza di una loro sintomatologia molto diffusa, nei primi stadi dello sviluppo delle piantine, subito dopo il trapianto. In caso di assenza di sintomi di queste malattie, sospendere i trattamenti rameici alla fioritura del 3° Note palco. Sospendere comunque tutti i trattamenti contro queste fitopatie se la temperatura supera i 27° C, poiché oltre tale temperature il rame risulta fitotossico e le spore di questi miceti non germinano. (a) la necessità d’utilizzazione di tale sostanza deve essere riconosciuta dall’organismo di controllo; (h) il limite massimo di rame metallico per ettaro consentito è di 6 kg/anno a partire dal 1 gennaio 2006. fonti: http://www.sar.sardegna.it/documentazione/agro/peronosporapomo.asp http://www.agricoltura.regione.campania.it/difesa/fitopatologia/pomodoro_pieno/pomodoro_peronospora.htm 3