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Il lancio del satellite Gaia (afp) Lanciata con successo alle 10:12 di giovedì mattina dalla base di Kourou nella Guyana francese, Gaia sta attraversando le fasi iniziali della missione. Prima di avviare le osservazioni, il nuovo satellite europeo dedicato all'astrometria dovrà infatti raggiungere la sua orbita, a circa un milione e mezzo di chilometri dalla Terra. Gaia effettuerà il più grande censimento stellare mai realizzato finora, producendo un catalogo che ci aiuterà a capire la storia e l'evoluzione della nostra Galassia. Ma i risultati scientifici della missione permetteranno di studiare anche altre problematiche di grande interesse, dalla verifica delle leggi della gravità fino alla scoperta di nuovi pianeti. E se non bastasse, Gaia rappresenta una sfida tecnologica senza precedenti per gli astrofisici. La mole di informazioni attesa da questa missione ha costretto i ricercatori a sviluppare sistemi innovativi di analisi e gestione dei dati scientifici. Un'impresa che vede in primo piano molti ricercatori italiani, coordinati dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dall'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Ora, a lancio avvenuto, il team attende in gran trepidazione l'inizio delle osservazioni, quando Gaia sarà arrivata alla sua destinazione finale. Esa, il lancio del satellite Gaia Un posto all'ombra A differenza di molti telescopi spaziali che orbitano intorno alla Terra, Gaia Data
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osserverà da un punto ben più lontano, a 1,5 milioni di chilometri da noi. Questo punto, detto punto Lagrangiano L2, è una regione di equilibrio gravitazionale nel sistema Terra­Sole, dove cioè l'attrazione gravitazionale del Sole e della Terra si bilanciano quasi esattamente. Si tratta di un punto di osservazione privilegiato, perché in L2 la luce del Sole è bloccata dalla Terra. In questa regione di continua ombra, il satellite potrà quindi osservare continuamente senza essere disturbato dalla luce solare. Altri osservatori spaziali, come ad esempio il telescopio Planck, orbitano intorno a L2 per le stesse ragioni. Il viaggio verso L2 durerà circa tre settimane, e ci si aspetta quindi che Gaia raggiunga la sua destinazione dopo la prima settimana di gennaio. A questo punto avrà già dispiegato il suo schermo solare da dieci metri di diametro e sarà alimentato da sei pannelli solari installati sullo schermo stesso. Una volta in L2 il satellite, dal peso di circa 2 tonnellate, sarà sottoposto alle fasi iniziali di calibrazione, che dureranno circa tre mesi. Dopo queste fasi di calibrazione e commissioning, sarà pronto a iniziare il suo lungo censimento della Via Lattea. Con gli occhi di Gaia "Farai sesso con me una volta a settimana". Il contratto shock tra assessore e segretaria
"Per la prima volta potremo misurare direzioni e distanze su scala galattica", ha commentato Mario Lattanzi dell'INAF­Osservatorio Astrofisico di Torino, responsabile del gruppo di coordinamento italiano "È come quando i cartografi hanno disegnato le prime mappe per guidare i capitani delle navi. In cinque anni avremo la più grande mappa celeste mai realizzata". In quei cinque anni il satellite infatti misurerà posizione, distanza e velocità di più un miliardo di stelle, conducendo anche misure spettroscopiche per determinare altri parametri fisici come la temperatura o la gravità superficiale. La mappa tridimensionale che ne risulterà permetterà agli astrofisici di studiare la composizione della nostra Galassia e comprenderne la formazione e l'evoluzione. Gaia osserverà circa un miliardo e mezzo di stelle fino alla magnitudine 20, ovvero circa 1 milione di volte più deboli degli astri visibili a occhio nudo. Per ciascuna, potrà misurare la posizione in cielo con una precisione di 10 milionesimi di secondo d'arco, che equivale alla capacità di misurare da Terra l'unghia di un astronauta sulla Luna! Il satellite ha due "occhi" molto particolari: due telescopi che osservano in due direzioni di cielo separate da 106,5°. Ruotando sul suo asse ogni sei ore circa, Gaia potrà mappare la volta celeste con questi due telescopi. La luce è inviata, con un opportuno sistema di specchi, su un piano focale dove si trova una complessa "retina" elettronica, costituita da 106 rivelatori CCD, che in totale formano una enorme camera da 1 Gigapixel. Osservando ripetutamente il cielo nel corso degli anni, Gaia potrà evidenziare il moto delle stelle nello spazio. Inoltre, sfruttando il fenomeno della parallasse, con una tecnica ben nota in astronomia il satellite potrà determinare anche la distanza dei singoli astri. Ma nel suo lungo e complesso censimento stellare, Gaia potrebbe anche svelarci qualche nuovo segreto nelle leggi che governano la gravità. Einstein sotto esame Serial killer evade dal carcere Cancellieri: "Fatto gravissimo"
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Per ridurre i dati astrometrici, il team di Gaia deve infatti tenere conto delle leggi della teoria della Relatività Generale, pubblicata da Albert Einstein nel 1916. In base alla Relatività Generale, la presenza di una massa deforma la struttura dello spazio­tempo, curvando il percorso dei raggi luminosi. Il Sistema Solare diventa quindi un perfetto laboratorio naturale per mettere alla prova le equazioni di Einstein. La luce delle stelle osservate da Gaia, deve infatti compiere un vero e proprio "slalom" relativistico causato dal campo gravitazionale dei pianeti. I ricercatori di Gaia si aspettano di ottenere circa cento milioni di misure per quello che potrebbe diventare il più grande esperimento di relatività mai Sudafrica, la magia del gospel per Mandela: flash mob al supermercato
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effettuato. In questo modo Gaia potrebbe confermare la Relatività Generale o persino rivelare delle piccole deviazioni dalla teoria di Einstein. Ciò avrebbe 4 min
narrativa Una piuma Silvio Donà implicazioni profonde sulle moderne teorie cosmologiche, che basano le loro previsioni proprio sulla teoria di Einstein. 12 min
A caccia di pianeti narrativa De gustibus... Giorgio Simoni Guardando nelle zone più vicine al Sole Gaia potrà anche studiare a fondo le stelle più piccole e deboli. Entro una distanza di circa 650 anni luce, gli scienziati Oltre 300 ebook da leggere gratis per una settimana
di Gaia si aspettano infatti di determinare la distribuzione spaziale e le proprietà delle nane rosse e delle nane brune. Su distanze più piccole, cioè circa 80 anni luce, il satellite potrà anche evidenziare la presenza di pianeti extrasolari, compresi pianeti rocciosi di tipo Nettuno. Per farlo, Gaia osserverà i deboli spostamenti delle stelle causati dalla perturbazione gravitazionale indotta dai pianeti che ruotano intorno. Rispetto ad altri progetti legati allo studio dei pianeti extrasolari, come ad esempio il telescopio spaziale "Kepler", il censimento di Gaia non discriminerà le stelle né per composizione chimica, posizione o età. Ciò è molto importante perché al momento non è possibile prevedere, alla luce delle attuali teorie, quali stelle possano essere dei Soli dotati di sistemi planetari. Solo un censimento completo come quello di Gaia potrà aiutare a risolvere questo problema. Un grande sfida tecnologica Il menu scientifico di Gaia è senza dubbio di grande rilievo e, come spesso succede per progetti così ambiziosi, le relative sfide tecnologiche non sono da meno. Oltre alla realizzazione del satellite vero e proprio, l'analisi dei dati ha infatti necessitato dello sviluppo di metodi e infrastrutture di calcolo apposite. Ad esempio, per ottenere la posizione e le altre informazioni relative a ciascuna stella, è necessario applicare una serie di complesse correzioni che tengono conto della perturbazione delle ottiche e degli altri effetti legati alla propagazione della luce nello spazio. Considerato il miliardo e mezzo di stelle di Gaia, ci si rende facilmente conto del problema. Tutte le misure devono poi essere convertite in posizioni sulla sfera celeste. Un progetto notevole, per il quale nel 2006 è stato fondato un Consorzio di analisi ed elaborazione dati (DPAC), che annovera più di 400 scienziati in 22 paesi. All'interno del DPAC, il centro di elaborazioni italiano (DPCT), con sede a Torino, si occuperà di verificare e calibrare le informazioni astrometriche. "Il Data Centre realizzato a Torino presso ALTEC, che utilizzerà anche il supercalcolatore FERMI installato presso il CINECA di Bologna, è stato dimensionato per poter gestire ed archiviare l'enorme mole di dati che saranno raccolti dal satellite Gaia durante la sua vita operativa", dice Barbara Negri, responsabile dell'ASI dell'Esplorazione e Osservazione dell'Universo. La realizzazione del DPCT ha infatti visto la partecipazione anche di un partner industriale come ALTEC­Torino: "Il Data Processing Center Italiano a Torino ha costituito una grande sfida tecnologica dal punto di vista realizzativo che ha messo alla prova con successo le nostre capacità tecniche", spiega Luigi Maria Quaglino, Amministratore Delegato di ALTEC, "e ora siamo pronti nella fase operativa a fornire il necessario supporto industriale al team scientifico per un pieno sfruttamento dei dati". Una montagna di DVD Al termine dei cinque anni di missione, Gaia avrà collezionato uno dei più grandi cataloghi astronomici mai creati, che sarà a disposizione degli scienziati di tutto il mondo. Si stima che il catalogo occuperà circa un Petabyte, ovvero 1 milione di Gigabite, equivalenti più o meno a 200 mila DVD. Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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Per gestire e accedere ai dati, il team di Gaia userà l'Oracle EM 11g, uno dei più potenti sistemi di gestione dati oggi disponibili. Una copia di questo catalogo verrà ospitata all'ASI Science Data Center di Roma, il centro dati dell'ASI dove si trovano già le informazioni raccolte da molte altre missioni spaziali. Messi uno sopra l'altro, questi DVD formerebbero una pila alta come un grattacielo di 80 piani. E i primi piani di questo grattacielo dovrebbero arrivare nel 2016, quando sarà pubblicata la prima versione del catalogo di Gaia. satellite Gaia satellite agenzia spaziale italiana agenzia spaziale europea istituto nazionale astrofisica astrofisica © Riproduzione riservata 21 dicembre 2013 Altri articoli dalla categoria » Dalle stelle alle leggi di gravità, le sfide di Gaia L'uomo di Neandertal sapeva parlare, ce lo dice un osso "Scoperta la formula per ringiovanire, muscoli da ventenni a 60 anni" Vola nello spazio il satellite Gaia. Così l'Europa farà il Così i cani sanno prevedere i nostri comportamenti Batterie biodegradabili per la medicina "smart": melanina e manganese I cani ci capiscono più di quanto immaginiamo. Anzi, ci prevedono Scoperto il meccanismo che regola la crescita delle piante in risposta all'ambiente Spazio, atterrata sulla Luna la sonda cinese Iran, un'altra scimmia nello spazio: è tornata sana e salva Fai di Repubblica la tua homepage
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