Strumenti musicali del XIII secolo ARPA L'arpa è uno strumento musicale cordofono a pizzico. Ha un'origine antichissima: deriva dal cosiddetto arco musicale. I primi ad avere in uso l'arpa furono gli Egiziani. L’arpa compare in Europa nel IV secolo presso le popolazioni nordiche (in particolare irlandesi ed anglosassoni) e da lì si diffuse nel resto del continente dove venne particolarmente usata nel XII secolo. Con l'aggiunta di varie modifiche tecniche l'arpa conquistò secoli e paesi. Esistono vari tipi di arpe. Per quello che riguarda la musica popolare e tradizionale, molte culture e geografie hanno tra i propri strumenti qualche variante di arpa: si ha così l'arpa celtica, le varie arpe africane, indiane, ed altre ancora. CORNAMUSA Pur essendo uno strumento già noto nell’antichità, la cornamusa cade in disuso nell’ Alto Medioevo (476 – 1000) per ricomparire proprio agli inizi del Basso Medioevo (1000 – 1492). Sono vari i nomi con cui viene chiamata nelle varie parti d’Italia: musa, piva, ciaramella, zampogna, L’uso della cornamusa nel Medioevo era prevalente nella musica profana sia per le danze popolari e castellane, ma anche per musiche cerimoniali GHIRONDA La ghironda è uno strumento inventato nel Medioevo, il suo antenato era l’Organistrum che era utilizzato dai monaci per accompagnare il canto gregoriano. Di grosse dimensioni a forma di chitarra richiedeva la simultaneità di due suonatori per essere suonato; successivamente lo strumento assume la forma di una piccola cassetta rettangolare da tenere sulle ginocchia del suonatore. Il meccanismo è pura tecnologia medievale: una cassa armonica che contiene anche il meccanismo consistente in una manovella esterna collegata a una ruota di legno che sfrega le corde, a cui si aggiunge una tastiera per poter intervenire sulle corde libere producendo la melodia. Dai chiostri alle corti la ghironda diventa lo strumento del giullare, per poi essere rivalutato dalla musica colta nel Settecento: lo strumento si rinnova così ad opera dei liutai che utilizzarono casse armoniche dalle forme più svariate e introdussero accorgimenti tecnici particolari per arricchire la sonorità dello strumento FLAUTO Le due grandi famiglie di flauti dell’epoca medievale si distinguevano in flauto dolce e flauto traverso. Il flauto dolce o dritto ha origini antichissime. E' costruito in legno con imboccatura a becco e ha assunto forma definitiva solo nel XVI secolo. Varie fonti iconografiche e letterarie attestano la presenza di flauti traversi in Europa almeno dal X secolo. Lo strumento è tenuto spesso alla sinistra dell'esecutore, segno che probabilmente era costruito con tutti i fori perfettamente allineati, permettendo al flautista di scegliere l'orientamento desiderato. Il flauto traverso divenne popolare in Francia e in Germania (ed era perciò chiamato flauto tedesco per differenziarlo dagli strumenti dritti). In questi paesi enne usato nella musica popolare e nella musica di corte ma sarebbe passato più di un secolo prima che si diffondesse nel resto dell'Europa. LIUTO Strumento dalla cassa armonica bombata e dal caratteristico cavigliere rivolto all’indietro. Sembra abbia origine già nel 2000 a. C. nella civiltà mesopotamica. Diffuso nel mondo arabo viene introdotto in Europa nel XIII secolo attraverso la Spagna. Il liuto medievale era suonato pizzicando le corde con un lungo plettro o una piuma d’uccello, nel 400 diventa di gran moda presso tutte le corti europee. SALTERIO Il salterio è uno strumento musicale a corde di forma triangolare o trapezoidale la cui origine risale almeno al 300 a.C. . E’ sufficientemente piccolo da essere portatile, quindi molto utilizzato anche per accompagnare il canto Ci sono molte varianti di questo strumento, stante la sua datazione e diffusione in tutto il mondo. Generalmente viene suonato pizzicando le corde come in un'arpa, Il salterio a pizzico normalmente si presenta a forma trapezoidale, con due ordini di corde in corrispondenza dei lati obliqui, e le corde abbastanza distanziate per essere suonate a pizzico. Lo spazio tra i due ordini di corde era utilizzato (e lo è ancora presso certi monasteri soprattutto femminili in Umbria e nelle Marche) per l'inserimento del libro dei salmi, che non a caso si chiama anche salterio, salmi che si intonavano utilizzando lo strumento come accompagnamento. Il salterio ad arco è solitamente di forma triangolare, le corde sono molto più ravvicinate e su uno stesso piano, e si utilizza un arco simile a quello dei normali strumenti ad arco per sfregamento sulla relativa corda, raggiungibile per differenza di lunghezza dalle note adiacenti.