ןוֹרָכִּז = zikkaron

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Dimensione mariana della liturgia Prima di parlare della dimensione mariana della liturgia è fondamentale sottolineare che la liturgia è ereditata dalla tradizione ebraica; la nostra liturgia non è una invenzione della Chiesa. C’è un termine ebraico “zikr”, che ci aiuta a capire il senso della liturgia; sia nella tradizione ebraica che quella cristiana la liturgia non è statica, ma ci sono movimenti, gesti; è errato pensare e vivere la liturgia in modo statico, andare a Messa la domenica solo per il precetto, non è di aiuto per nessuno. Per la tradizione ebraica la liturgia ha un dinamismo molto marcato: se io vedo una foto di qualche anno fa, essa ha il potere di farmi vedere eventuali cambiamenti avvenuti, suscitare dei sentimenti, dei ricordi del passato, fare memoria del passato, la foto non ha il potere di riportare quell’evento passato oggi qui; nella tradizione ebraica ‘fare memoria’ non è una attività intellettuale, il termine ‫זִכָּרוֹן‬
= zikkaron coinvolge la mia facoltà intellettuale di tornare al passato e il potere di portare il passato nel presente. Quando gli ebrei celebrano la notte di Pasqua, non solo ricordano il passaggio dalla schiavitù alla libertà ma rivivono quell’evento nel presente, come evento del passato; allora la notte di Pasqua è una notte sacra perché come Dio è passato in mezzo a noi che eravamo schiavi e ci ha liberati, così anche oggi ci libera: è una notte consacrata! Nella festa di l concetto nasce nell'ebraismo: in esso la celebrazione della pasqua, nella quale si ricorda la liberazione del popolo d'Israele dalla schiavitù d'Egitto attraverso il rito dell'agnello pasquale, è Zikkaron (‫ ִזּכָרֹון‬ ), "memoriale" di quella prima liberazione e promessa della liberazione futura. Questo è zikkaron per gli ebrei. Memoriale indica, nella liturgia ebraica e cristiana, l'atto liturgico di far memoria di un avvenimento importante della storia della salvezza. Tale memoria è ritenuta attualiz‐
zante: il fatto ricordato è reso presente, e i suoi frutti resi disponibili per i partecipanti al rito. Pentecoste, Dio ha costituito loro suo popolo ed ha stabilito con loro una alleanza e gli ebrei oggi rivivono oggi questa alleanza con il Signore. Così per la festa di Sukkòt, la festa delle tende. Quando noi celebriamo la liturgia cristiana, ugualmente inseriti in questo dinamismo accade qualcosa, non solo che l’Ostia diventa corpo di Cristo, segno del morire di Cristo, e il vino il suo sangue, il Suo perdono, ma la liturgia ha il potere di portare in mezzo a noi la morte e la Cristo resuscitato dalla morte è segno del Perdono
resurrezione di Cristo ed ancora di più la grazia di farci entrare nella nostra morte, di quel momento, e di risorgere insieme a Cristo! Questa è la liturgia cristiana. Leggiamo in questo dinamismo dove è Lc. 1. 39 In quei giorni Maria si mise in viaggio Maria. “Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di verso la montagna e raggiunse in fretta una città Maria” – dicono i Padri ‐ la grazia del figlio, di Giuda. 40 Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Giovanni, passa anche alla madre, che riesce Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il ora a riconoscere la madre del Signore “A saluto di Maria, il bambino le sussultò nel che debbo che la madre del mio Signore grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo 42 ed venga a me?”, “appena la voce del tuo esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che ha esultato di gioia nel mio grembo” ed debbo che la madre del mio Signore venga a me? aggiunge “beata colei che ha creduto 44 Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel nell'adempimento delle parole del Signore”; mio grembo. 45 E beata colei che ha creduto nel testo greco si dice “nella nell'adempimento delle parole del Signore». Parola del Signore”. Anche Maria quindi, un giorno, ha ascoltato la Parola di Dio: l’annunciazione. Anche la liturgia inizia sempre con la Parola di Dio. S.Paolo dice che noi non sappiamo pregare come si deve, è lo Spirito che prega dentro di noi; allora prima c’è la Parola poi la nostra preghiera. Preghiera è prima di tutto ASCOLTO, è Dio che parla, altrimenti non sapremmo cosa dire; se Dio non interviene con forza nella nostra vita noi non sapremmo cosa dire! Questa è PAROLA di Dio. Annunciazione di Maria: Dio interviene nella vita di Maria attraverso l’angelo e Maria accoglie questa parola: SI, amen, “sia fatta la Tua volontà”, dà il suo consenso alla parola di Dio. La Parola di Dio non è una attività intellettuale, l’ascolto non è semplice speculazione: nella Genesi Dio dice “sia la luce” e la luce fu; la Parola non è moralismo, non c’è un Dio che dice “cerca di essere luce … e la luce cerca di essere”, ma la Parola ha il potere di compiersi, da sola. La parola di Dio è un programma, come dice il nostro papa Benedetto nel libro “Spirito della Liturgia”, che Dio rivela a noi. Molti autori a partire dal 1920, studiando la liturgia sono giunti ad una parola chiave: “mistero”, non come una cosa incomprensibile, ma come per i greci, una cosa nascosta che ha bisogno di essere rivelata per essere capita. E’ il volere di Dio, il progetto di Dio che è nascosto a noi e se Dio non ce lo rivela piano piano rimane nascosto. La Parola di Dio ha questo compito, svelare pian piano il progetto di Dio. Con l’annunciazione Dio sta rivelando pian piano un progetto a Maria, che Lui porterà a compimento se Maria darà il suo consenso; l’uomo deve soltanto dire il suo SI. Prima parte della liturgia è annuncio della Parola, e non sono un insieme di regole da rispettare per la vita, non è moralismo, ma essa sta annunciando a tutta l’assemblea cristiana ciò che Dio vuole fare con l’assemblea tutta insieme e ad ogni singolo individuo; se chi ascolta è una coppia, Dio sta annunciando il suo progetto su quella coppia, sul matrimonio. Maria accoglie questa parola, rimane incinta e questo bambino inizia a crescere; questa liturgia finisce sotto la croce. Maria accoglie la Parola, questa si fa carne in Maria e Lei porta a termine questa liturgia offrendo suo figlio sulla croce. Ascoltata la Parola, la accoglie e si lascia fare dalla Parola, Maria non rimane la stessa dopo la liturgia, non rimane ferma, si mette in movimento, la vita di Maria cambia. “In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.” – … raggiunse in fretta! Dio con la Parola cambia la vita di Maria, così accade anche a noi quando scopriamo la nostra vocazione al matrimonio, all’ordine diaconale; l’intervento di Dio è continuo, non serve aspettare molto tempo, ma serve dire SI. Dio che ci ha creati senza il Diceva papa Giovanni Paolo II: “che cosa è la fede?”, ai giovani nostro permesso, non ci può della GMG 2000 a Roma, “la risposta umana all’intervento di salvare senza il Dio”; s. Tommaso non credeva che Gesù fosse risorto, ma poiché nostro permesso Gesù lo amava tornò otto giorni dopo e Tommaso vedendo (s. Agostino). questa attenzione che Dio aveva per lui disse “mio Signore mio Dio”; nel quadro del Caravaggio, Tommaso è invitato da Gesù a mettere la mano nel suo costato, cioè nel cuore di Gesù e quindi nel cuore di Dio = misericordia. La misericordia di Dio è quella che trasforma l’uomo. In ebraico misericordia è khesed legato al grembo materno, alla generazione, ed ha le sue radici nell'alleanza tra due parti e nella conseguente solidarietà di una parte verso quella in difficoltà. Tommaso toccando la misericordia di Dio è rigenerato, è una persona nuova: questo è l’intervento di Dio. Quale importanza assume la Parola di Dio! Talvolta può essere proclamata male, o siamo disattenti, ma non importa poiché se noi non stiamo ascoltando, ascoltano attenti i nostri demoni: la Parola viene anche ad esorcizzarci, a liberarci. L’angelo proclama la Parola e noi dobbiamo accoglierla non intellettualmente, ma esistenzialmente: non credo che Maria avesse capito cosa stava succedendole, ma – dice il Vangelo – “serbava tutte quelle cose nel cuore” e la Parola si fa carne. Quella Parola è la stessa della nostra celebrazione e va ad illuminare lo stesso mistero che andiamo a celebrare, il sacramento della eucaristia. Vediamo ora la dimensione mariana nella eucaristia. Lo stesso Gesù che si è fatto carne nel grembo di Maria ora si fa carne e sangue nel sacramento della eucaristia, Cristo che si fa presente in mezzo a noi. La liturgia non finisce con “ite missa est”, la liturgia continua anche nella vita, come Maria ‘va di corsa’ da Elisabetta, così ogni cristiano ‘va di corsa’ incontro a ciò che lo aspetta, la sua croce, la sua sofferenza, la sua gioia. Il cristiano affronta la vita con la forza della Parola che si è fatta carne. La liturgia continua in tutta la vita di Maria, fino al punto di offrire il suo figlio sulla croce. Atto di Maria di essere Annunciazione = sotto la croce = iniziativa di Dio; atto di offerta per Maria è un atto di ricezione In tutte le liturgie ci sono queste due dimensioni: “Ho finito la battaglia, ho mantenuto la fede, la prima parte è quella discendente, in cui Dio e tutto quello che mi spetta è la corona di viene incontro e la seconda dimensione, quella vittoria”, dice s. Paolo a Timoteo, descrivendo umana, in cui l’uomo offre se stesso – non in come ha vissuto la sua vita, come una maniera sentimentale – ma come dice s. Paolo libagione. Paolo non ha più vissuto per se “non vivo più per me stesso”. Giungere a far si stesso, ma per qualcun altro. Sempre Paolo ai che nel corpo non scorra più il tuo sangue ma Corinti dice “Caritas Christi urge nos”: se quello di Cristo, l’eucaristia che ogni giorno pian Cristo è morto per noi, tutti siamo morti, io piano ti trasforma. Nella liturgia la Chiesa viene a darci Cristo, ma non vivo per me stesso. L’uomo oggi vive non per tenerlo per noi stessi, ma perché noi sempre più per se stesso, profondo egoismo! possiamo donarlo al mondo (la Chiesa è sacramento di Cristo) attraverso l’offerta dei nostri corpi. Come Maria ha ascoltato l’angelo, così la Chiesa ascolta la Parola = Maria immagine della Chiesa, allora noi siamo Maria quando siamo assemblea, il nostro ruolo è uguale a quello di Maria: annunciazione = ascolto, il ‘fiat’ di Maria = il nostro assenso, entrare nello stesso dinamismo di Maria = permettere a Dio di trasformarci – renderci nuovi come Tommaso, offrire Gesù sotto la croce = i nostri corpi in libagione. L’eucaristia è il corpo La presenza di Dio insieme con l’assemblea, immagine di Maria, sono ‘vero’ di Cristo e la corpo di Cristo. La Chiesa entra nella liturgia con l’attitudine di Maria, Chiesa è il corpo pur essendo nella realtà esistenziale, corpo di Cristo. ‘mistico’ di Cristo. Concludiamo con le parole di Elisabetta “beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parola del Signore” Bibliografia: “Lumen Gentium” cap. 8 
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