Un tuffo nella performance. NABA mette in scena, con i suoi studenti

15 giugno 2015 delle ore 15:07
Un tuffo nella performance. NABA mette in
scena, con i suoi studenti, “Theatre of Learning”
serata speciale con l'aiuto di sette grandi artisti
Dan Graham, durante gli anni del suo
insegnamento, era solito dare alle azioni una
"versione” pedagogica, didattica: «Le performance
erano progetti per gli studenti, o modi possibili
di fare arte, che potevo mettere in scena con
loro, in modo informale, come esercizi di
apprendimento». E siamo sicuri avranno
appreso parecchio gli studenti del corso di arti
visive della Nuova Accademia di Belle Arti di
Milano che giovedì si esibiranno in una
speciale, e unica, serata in quello che è stato
intitolato "Theatre of Learning”, evento curato
da Marco Scotini e coordinato da Elvira
Vannini. Di che si tratta? Di un re-enactment di
un serie di performance storiche degli anni
Settanta, insieme ad altre successive, elaborate
da sette grandi artisti internazionali che hanno
guidato e istruito oltre 200 giovani per rimettere
in scena quelle azioni in grado di sconfinare tra
le discipline, uscendo da etichette, ponendosi
sempre come "social stage". Joan Jonas, John
Baldessari, Nanni Balestrini, Michelangelo
Pistoletto, Yona Friedman, Piero Gilardi e Anna
Maria Maiolino sono i grandi che si sono
prestati all'insegnamento del loro stesso
"materiale”, antciipati da una serie di lectures
propedeutiche da parte dei visiting professor
Ute Meta Bauer, Hou Hanru e Jens Hoffmann,
sul ruolo della teatricalità nel campo dell’arte e
sulla performatività della pratica artistica. «Da
anni sono attratto dall'idea della ripetizione nel
senso di Deleuze, dall’idea di un teatro della
ripetizione. La performance questa idea ce l’ha
nel suo DNA. La performance è sempre "qui e
ora", ma rimanda comunque ad un "allora” e ad
un "altrove". La ripetizione non è mai il ritorno
dell’identico ma rende ciò che è passato ancora
possibile», spiega Scotini. Appuntamento
libero, dalle 21, per una serata che si propone
di essere un unicum, ma dalle dinamiche di
produzione di un grande Festival, aperto al
pubblico e alla città.
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