Marengo Lisetta 3b – I bambini e il mondo dei giochi

Istituto d’istruzione superiore Soleri-Bertoni
Liceo delle Scienze Umane
Saluzzo(CN)
Marengo Lisetta Maria
III B
Sezione: il sociale come scienza
Docente referente: prof.ssa Nadia Miretto
I bambini e il mondo dei giochi virtuali
Sitografia: www.disturbipsichici.info ; www.cittàinvisibile.it
Ho deciso di trattare l’argomento dei bambini e del loro rapporto coi giochi virtuali poiché questo è un fattore
che sta aumentando sempre più nel mondo occidentale e si è verificato in particolare negli ultimi decenni.
È un argomento che mi affascina e spaventa allo stesso tempo. I giochi virtuali piacciono sempre ai bambini,
ma essi possono creare dipendenze, e in alcuni casi, veri e propri problemi psicologici. C’è chi sostiene che i
giochi di una volta, concreti e reali, fossero molto migliori per una buona formazione dell’individuo e chi
invece crede che il mondo virtuale dei giochi possa offrire maggiori spazi e una maggiore apertura verso il
mondo. Io posso dire di essere cresciuta in un’epoca di passaggio tra giochi reali veri e propri e giochi
virtuali e ritengo di essere stata fortunata nel nascere in una generazione in cui le play station era appena
agli inizi e pochi la possedevano, in cui i giochi al computer potevano farli solo i “grandi” e poche volte a me
erano concessi. Sono contenta perché ho potuto crescere giocando all’aperto, scoprendo la natura e
imparando ad apprezzarla coi miei amici, aspettando trepidamente l’estate per giocare con l’acqua e per
giocare la sera poichè non era ancora troppo buio e non per aspettare l’uscita di un nuovo videogioco.
Successivamente anche io ho conosciuto il mondo virtuale con i suoi giochi al computer e ho iniziato ad
utilizzarli, ma ciò è stato nella tarda infanzia- adolescenza anche perché, a mio parere, è giusto, se non
inevitabile, imparare ad interagire con le nuove forme tecnologiche in continuo sviluppo . Nonostante questo
bisogna rammentare che oggigiorno i giochi virtuali prendono spesso il sopravvento sulla realtà dei bambini
soprattutto
se
usati
troppo.
Sugli
effetti
dei
videogiochi
sono
stai
effettuati
numerosi
studi.
Secondo alcuni psicologi, uno dei rischi principali che hanno effetti sul bambini è quello di far assorbire loro
la filosofia di vita del videogioco, o di assorbire una visione del mondo simile a quella presentata dai
videogiochi. Si potrebbe finire pertanto con il vedere il mondo come un posto dove si combatte da soli contro
tutti, dove l'importante è sparare e vincere. Oppure a furia di interagire con personaggi virtuali, può
modificarsi il modo in cui la persona interagisce con le altre persone reali. O ancora, continuando ad
identificarsi nel gioco con personaggi irreali, alla fine si può perdere il senso della propria, vera identità. E
così, un po' alla volta e senza accorgersene, il mondo virtuale dei videogiochi potrebbe finire per sovrapporsi
a quello reale ed interferire con esso. Per questo è bene non smettere di giocare ai giochi tradizionali che
incentivano la socializzazione nei bambini e stimolano l’identificazione con persone vere. Inoltre nei giochi
tradizionali difficilmente il soggetto arriva a concepire azioni violente o aggressive, cosa che si riscontra
spesso nei bambini dipendenti dai giochi virtuali. Purtroppo, sovente, molte ore trascorse davanti ai
videogiochi compromettono le capacità critiche e l’aderenza alla realtà del bambino o dell’adolescente. Una
delle conseguenze peggiori in assoluto dei videogiochi è la dipendenza che si instaura con essi. Essa
vincola il soggetto a dedicare ingenti quantità di tempo ed energie ai videogames compromettendo l’ambito
scolastico, producendo ad esempio scarsa attenzione e concentrazione, l’ambito relazionale, comportando
isolamenti, litigi e rapporti incentrati sulla comunicazione virtuale, l’ambito fisico, come il sovrappeso e
l’ambito psichico(compromissione del sano sviluppo dell’identità). La dipendenza da videogiochi comporta
inoltre, fenomeni di tolleranza ed astinenza, ovvero il soggetto é costretto ad aumentare progressivamente
le “dosi” di tempo passato a giocare per ottenere il livello di eccitazione desiderato, mentre l’astinenza
comporta una serie di sintomi psico-fisici ( irrequietezza, agitazione, difficoltà di concentrazione, disturbi del
sonno e dell’umore, pensieri ossessivi riferiti ai videogiochi ecc..) che si manifestano quando il soggetto è
impossibilitato a giocare. Come afferma il dottore Gaspare Costa, occorre un’adeguata educazione degli
adolescenti, sia verso il gioco, sia alla differenziazione tra questa è la realtà quotidiana; è evidente che la
realtà virtuale può offrire stimoli maggiori alle personalità più deboli, consente una facile identificazione con
gli eroi virtuali dei videogames e permette di estraniarsi dalla noia, sentimento principe per molti
adolescenti, ma è sempre bene imparare a non abusare di essi. Insegnare quindi a distinguere tra realtà e
mondo virtuale significa dotare l’adolescente degli strumenti necessari per sviluppare innanzitutto un senso
di responsabilità è, soprattutto, ad evitare che egli si senta un estraneo nella propria quotidianità, misurando
valori, emozioni e gratificazioni in relazione a questa sua attività ludica multimediale.