L`Avis e il caso West Nile «Il sangue donato è sicuro»

L'Avis e il caso West Nile
«Il sangue donato è sicuro»
Dopo la sospensione per un mese di un volontario di Terni
che era passato da Bergamo, le rassicurazioni del direttore
LAURA ARRIGHETTI
«Non esiste nessuna
epidemia e il nostro sangue è
sicuro e controllato».
Il direttore sanitario dellAvis
di Bergamo, Barbara Giussani,
ribadisce in modo netto che non
c'è nessun rischio né peri donatori, né perla qualità del sangue
prelevato nelle strutture della
Bergamasca. La notizia del donatore di Terni sospeso per un
mese dopo che ha dichiarato di
essere passato da Bergamo ha
creato qualche apprensione,
«ma del tutto ingiustificata»,
spiega la dottoressa.
«E prassi effettuare questo
stop - spiega il direttore sanitario - perché 28 sono i giorni di
incubazione del virus, che, in
caso di sfogo, si manifesta con
sintomi che sono simili aquelli
influenzali. Questo stop viene
effettuato sulle persone che
transitano nel nostro territorio,
mentre per i nostri donatori
bergamaschi c'è l'obbligo di un
test per verificare la presenza o
meno del virus».
Un caso di virus West Nile è
stato verificato, in ambito veterinario, in un volatile a metà
agosto e da allora lAvis ha avviato la serie di precauzioni per
garantire la sicurezza di tutte le
donazioni. Le verifiche proseguiranno fino a novembre,
quando l'insetto che lo trasmette non sarà più presente nella
L'Avis di Bergamo rassicura i donatori : « Nessun rischio , e il nostro sangue è sicuro»
«Non c'è nessun
allarme, il test una
normale forma
di precauzione»
Bergamasca.
Il virus, chiamato anche virus
del Nilo occidentale, è originario dell' Africa e viene trasmesso dalle zanzare agli animali. È
stato isolato per la prima volta
in Uganda nel 1937 e recentemente è comparso negli Stati
Uniti e in Europa. Da agosto
sono state 5 mila le donazioni
registrate all'Avis di Bergamo e
nessuna persona è risultata positiva al test: «Dall'introduzione
del test - sottolinea Barbara
Giussani - non abbiamo mai
riscontrato casi di West Nile e
perciò non esistono epidemie di
questo virus nel nostro territorio. I nostri donatori sono al
corrente di questi approfondimenti medici eli accettano senza lamentele perché capiscono
che vengano eseguiti per il loro
bene e p er garantire loro la massima sicurezza. È una forma di
precauzione che segue un protocollo medico ben definito. Il
sangue, ci tengo a chiarire, è
perciò sicuro e tutti i nostri donatori si devono tranquillizzare: non esiste nessun allarme». ■
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