Elenco di piante Aromatiche Medicinali

A
Elenco di piante
romatiche
&
M
edicinali
Il progetto è cofinanziato dall’ Unione Europea (FESR)
e le risorse nazionali della Grecia e dell'Italia
attraverso il programma europeo di cooperazione territoriale.
Testi, curatore scientifico
Dr. GREGORIO IATROU, Professore, Responsabile Scientifico
UNIVERSITA DI PATRASSO
DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA
SETTORE DI BIOLOGIA VEGETALE
Dr. FOTINI LAMARI, Professoressa Supplente
DIPARTIMENTO DI FARMACEUTICA
LABORATORIO DI FARMACOGNOSIA E CHIMICA DI PRODOTTI NATURALI
Dr. GIORGIO DIMITRELLOS
DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA
SETTORE DI BIOLOGIA VEGETALE
MSc MARIA TSAKIRI
DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA
SETTORE DI BIOLOGIA VEGETALE
Patra, ottobre 2014
Introduzione
L
a Grecia ha una delle flore più ricche d' Europa, sempre in relazione alle sue dimensioni. Dispone di 6.600
specie e sottospecie (taxa), di cui, i 1462 classificati come endemiche (22.2%). Più di 1/6 del totale sono
classificate come piante aromatiche e medicinali, mentre più di 200 presentano interesse commerciale. Le
piante aromatiche e medicinali sono classificati in circa cinquanta famiglie (Abietaceae, Apiaceae, Asteraceae, Geraniaceae, Lamiaceae, Labiatae, Rutaceae, Iridaceae, Rosaceae, ecc.). Con il termine piante aromatiche sono caratterizzate tutte quelle piante che danno aroma, il quale è dovuto ai composti volatili in esse contenute. Le piante medicinali sono quelle che almeno una parte di esse producono composti chimici con effetti terapeutici per l'uomo. Non esiste
una chiara distinzione tra molte piante aromatiche e medicinali, nonché la maggior parte hanno entrambe le proprietà. Esse sono utilizzate per centinaia di anni in ogni parte della terra da numerose culture, sia in
campo nutrizionale sia nel trattamento di problemi di salute. Esse sono diffuse in tutta la regione del Mediterraneo come elementi dominanti della sua flora.
Le piante medicinali sono i più antichi agenti terapeutici che ha scoperto l' uomo per curare
e alleviare il dolore, inoltre, in passato, la botanica e la medicina nell’ attuazione pratica erano
termini sinonimi. Per molti secoli, l'arsenale terapeutico comprendeva farmaci solo a base di
erbe. I primi medici erano in realtà botanici. I greci classici e antichi medici hanno scritto diversi libri sulle proprietà curative e le modalità di utilizzo delle piante, basati su tradizioni popolari
della loro epoca. Le loro conoscenze hanno dominato per molti secoli e hanno costituito la
base per lo sviluppo della terapeutica popolare in tutto il Mondo Occidentale. Aristotele (384-322 a.C.) e il suo allievo Teofrasto (371-285 a.C.) hanno posto le
prime basi scientifiche della Botanica. L’ opera di Aristotele "Piante", non
è sopravvissuta, ma i libri di Teofrasto "Storia delle Piante" e "Cause delle
Piante", sono considerate, fino ad oggi, opere biologiche classiche
e giustamente Teofrasto è considerato il padre della botanica.
Ippocrate (460-377 a.C.) e Dioscoride (40-90 d.C.), sono stati
quelli che hanno creato le basi della medicina moderna, riconoscendo e utilizzando varie piante per scopi terapeutici. Il
trattato di Dioscoride "di Materia Medica" (De Materia Medika),
è stato per secoli il più prezioso testo di consultazione per scopi
medico-farmaceutici.
La storia è piena di miti, leggende e tradizioni che fanno riferimento agli
usi medicinali delle piante. Nell'antica mitologia e letteratura greca ci sono numerosi riferimenti a miti di piante con gli dei, semidei e creature mitiche, che alcuni spiegano il nome comune,
mentre altri descrivono in dettaglio il loro uso come mezzo di guarigione. Basate sulla tradizione popo-
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lare, sono sopravvissuti alla prova del tempo, molte ricette a base di piante, spesso chiamate come elisir con proprietà
magiche. L'uso di erbe, unguenti fatti in casa per impacchi e cataplasmi, infusi, ecc., preparati da varie parti di piante,
come fiori, corteccie, foglie, radici, fusti sotterranei e frutta, sostituivanno per secoli la medicina scientifica e chi soffriva solitamente su loro affidava la speranza di guarigione.
Oggi, l’ industria alimentare, del cibo, bevande (con l’ aggiunta di aroma/gusto e conservanti), cosmetici, profumi e
medicinali, torna nuovamente nella natura, con conseguenza da utilizzare più piante per la fabbricazione dei propri
prodotti. Utilizzati sia come materiale vegetale, secco o fresco, o trasformati in olio essenziale. Nel mondo occidentale
moderno, la fitoterapia recupera il terreno perduto ed è oggi uno dei metodi affidabili di terapia complementare in
forma di inalatori, con bagni, impacchi, unguenti, massaggi, tisane, infusi, cataplasmi, tinture, estratti, ecc. La domanda di piante aromatiche e medicinali, a causa delle loro proprietà, a livello nazionale e internazionale sono ora in
piena espansione, mentre popolazioni indigene si trovano quasi in tutta la Grecia. In direzione dello sfruttamento di
piante aromatiche selvatiche del nostro paese sono già molte aziende greche e straniere, con lo sviluppo della ricerca
industriale, che ha per oggetto l'emergere delle proprietà di piante medicinali della flora greca.
La necessità di coltivazione di tali piante è fondamentale per imprese e professionisti, al fine di migliorare la loro competitività nel mercato internazionale e di limitare la raccolta incontrollata di piante selvatiche al fine di proteggere l'
ambiente. La coltivazione di piante aromatiche e medicinali può aiutare efficacemente le aree caratterizzate da scarsa
produttività o basso sfruttamento, per attirare i giovani agricoltori ad attività produttive nuove e innovative, che contribuiranno a rafforzare il settore primario dell' economia nazionale. Indubbiamente, le piante aromatiche e medicinali
autoctone della flora greca, perché sono elementi dell’ ecosistema greco, di solito superano altre colture che prosperano in terreni simili, quindi non ci si aspetta problemi di coltivazione e crescita. Pertanto, la scelta della coltivazione e
commercializzazione dei loro prodotti, è un'ottima proposta di coltura alternativa.
Il progetto «Re.herb» comprende:
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a) la registrazione e la documentazione delle piante aromatiche e medicinali, selvatiche e cultivate, nella Grecia occidentale, Epiro, Isole Ionie in
Grecia e in provincia di Taranto in Italia,
b) un' analisi dettagliata della situazione attuale per quanto riguarda l'
attuale produzione, prezzi, distribuzione e opportunità future,
c) la classificazione e la presentazione strutturata della documentazione
riguardante sia le caratteristiche del prodotto e le caratteristiche legate alla cultura locale e del turismo locale
e infine,
d) lo sviluppo di una piattaforma innovativa, multidimensionale per l'utilizzo del mercato dell'elettronica e possibilità di
networking con lo scopo di aumentare il numero delle piccole e medie imprese (PMI) partecipanti alle attività della
rete e il rafforzamento delle attività di cooperazione e azioni
comuni per l' internazionalizzazione.
L' obiettivo principale del «Re.Herb» risiede nella valorizzazione delle proprietà terapeutiche e
cosmetiche di alcune piante, sia a livello nazionale e transnazionale, al fine di informare la popolazione in modo più integrato e completo e, in secondo luogo, al rafforzamento della domanda (sia
nazionale che estera) per tali piante o prodotti vegetali.
Degno di nota è il fatto che l' area di studio presenta ricca diversità floristica. Nel
corso del progetto «Re.herb» si è tenuta la catalogazione di tutte le piante aromatiche e medicinali di questa regione. Perché non era possibile studiarle tutte, si sono scelti alcuni rappresentanti che hanno gia interesse commerciale
o potrebbero essere sfruttati in questa direzione a causa delle loro proprietà
medicinali. I testi integrali di tutti i taxa selvatici e coltivati che sono studiati, sono inseriti sul sito che è stato fatto nell’ ambito del progetto (www.reherb.eu), compreso il nome
scientifico e tradizionale per ciascuno di essi la descrizione sistematica, la diffusione geografica, la sottospecie che comprende, l' habitat dove trovato, le proprietà farmaceutiche
e la composizione fitochimica, il grado di coltivazione e l' uso del locale, usi tradizionali,
pericoli potenziali di utilizzo e materiale fotografico rappresentativo. Per ragioni pratiche e
soprattutto finanziarie, in questo libro, sono specificamente indicate, dalle tre aree di studio, i più importanti rappresentanti dei nativi (82 taxa) e coltivate (19 taxa) e accompagnati rispettivamente dal nome scientifico e tradizionale,
la descrizione sistematica, la diffusione geografica, gli usi farmaceutici e la loro composizione fitochimica.
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INDICE
Piante aromatiche e medicinali autoctone
Achillea setacea Waldst. & Kit. Čelak ......................................................................
Anchusa officinalis L. subsp. οfficinalis ...................................................................
Anthyllis vulneraria subsp. rubriflora (DC.) Arcang. ................................................
Arbutus unedo L. ....................................................................................................
Arctium lappa L. .....................................................................................................
Artemisia arborescens (Vaill.) L. .............................................................................
Asparagus acutifolius L. .........................................................................................
Asphodelus ramosus L. ..........................................................................................
Berberis cretica L. ...................................................................................................
Blitum bonus-henricus (L.) Rchb. ...........................................................................
Borago officinalis L. ................................................................................................
Brassica nigra (L.) W. D. J. Koch in Röhl. ..................................................................
Bryonia dioica Jacq. ................................................................................................
Calendula officinalis L. ...........................................................................................
Capparis spinosa L. .................................................................................................
Capsella bursa-pastoris (L.) Medik. ........................................................................
Celtis australis L. ....................................................................................................
Centaurea cyanus L. ...............................................................................................
Ceratonia siliqua L. .................................................................................................
Cichorium intybus L. ..............................................................................................
Cistus creticus subsp. creticus Greuter and Burdet ..................................................
Colchicum bivonae Guss. ........................................................................................
Cornus mas L. .........................................................................................................
Crataegus monogyna Jacq. ....................................................................................
Crocus boryi J. Gay .................................................................................................
Cynara scolymus L. .................................................................................................
Cynodon dactylon (L.) Pers. ....................................................................................
Cynoglossum officinale L. .......................................................................................
Digitalis grandiflora Mill. ........................................................................................
Dracunculus vulgaris Schott ...................................................................................
Drimia numidica ....................................................................................................
Ephedra nebrodensis Guss. subsp. procera .............................................................
Eryngium amethystinum L. ....................................................................................
Euphorbia characias L. subsp. wulfenii (W. D. J. Koch) Radcl.-Sm. ..........................
Foeniculum vulgare Mill. ........................................................................................
Fumaria officinalis L. subsp. officinalis ...................................................................
Glycyrrhiza glabra L. ...............................................................................................
Humulus lupulus L. ................................................................................................
Hypericum perforatum L. subsp. perforatum .........................................................
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Iris germanica L. .....................................................................................................
Juniperus oxycedrus L. ...........................................................................................
Laurus nobilis L. .....................................................................................................
Lavandula stoechas L. subsp. stoechas ...................................................................
Malva sylvestris L. ..................................................................................................
Marrubium vulgare L. ............................................................................................
Matricaria chamomilla L. .......................................................................................
Melissa officinalis L. subsp. altissima (Sm.) Arcang. ...............................................
Melittis melissophyllum subsp. albida (Guss.) P. W. Ball .........................................
Mentha aquatica L. ................................................................................................
Mentha pulegium L. ...............................................................................................
Myrtus communis L. subsp. communis ..................................................................
Origanum vulgare L. subsp. hirtum ........................................................................
Parietaria officinalis L. ............................................................................................
Pistacia lentiscus L. ................................................................................................
Portulaca oleracea L. ..............................................................................................
Pulicaria dysenterica (L.) Bernh. .............................................................................
Pyrus spinosa Forssk. ..............................................................................................
Quercus frainetto Ten. ............................................................................................
Ribes uva-crispa L. subsp. austro-europaeum (Bornm.) Bech. ...............................
Rosa canina L. ........................................................................................................
Rosmarinus officinalis L. ........................................................................................
Rubus idaeus L. ......................................................................................................
Salvia fruticosa Mill. ...............................................................................................
Salvia officinalis L. subsp. officinalis .......................................................................
Sambucus nigra L. ..................................................................................................
Saponaria officinalis L. ...........................................................................................
Sideritis clandestina subsp. peloponnesiaca (Boiss. & Heldr.) Baden ......................
Silybum marianum (L.) Gaertn. .............................................................................
Sinapis alba L. subsp. alba ......................................................................................
Sisymbrium officinale (L.) Scop. .............................................................................
Taraxacum pindicola (Bald.) Hand.-Mazz. ..............................................................
Teucrium capitatum L. subsp. capitatum ................................................................
Thymbra capitata (L.) Cav. Elench. ..........................................................................
Thymus leucotrichus Halácsy subsp. leucotrichus ...................................................
Tilia tomentosa Moench .........................................................................................
Tordylium apulum L. ..............................................................................................
Tussilago farfara L. .................................................................................................
Urtica dioica L. .......................................................................................................
Urtica urens L. ........................................................................................................
Verbascum thapsus L. ............................................................................................
Vinca major L. ssp. major ........................................................................................
Vitex agnus-castus L. .............................................................................................
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Piante aromatiche e medicinali coltivate
Allium sativum L. .................................................................................................
Aloe vera (L.) Burm. f. ..........................................................................................
Aronia melanocarpa (Michx.) Elliott .....................................................................
Artemisia dracunculus L. ......................................................................................
Coriandrum sativum L. .........................................................................................
Cuminum cyminum L. ..........................................................................................
Echinacea purpurea (L.) Moench ..........................................................................
Eruca vesicaria (L.) Cav. ........................................................................................
Hippophae rhamnoides L. ....................................................................................
Jasminum grandiflorum L. ...................................................................................
Lycium barbarum L. .............................................................................................
Mentha x piperita L. .............................................................................................
Ocimum basilicum L. ............................................................................................
Pelargonium graveolens (Thunb.) L’Hér. ...............................................................
Pimpinella anisum L. ...........................................................................................
Punica granatum L. ..............................................................................................
Stevia rebaudiana (Bert.) Bertoni .........................................................................
Trigonella foenum-graecum L. .............................................................................
Vaccinium corymbosum L. ...................................................................................
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Piante
aromatiche e medicinali
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utoctone
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Achillea setacea Waldst. & Kit. Čelak
Květ. Okolí Pražsk.: 130. 1870
• Famiglia: Asteraceae.
• Sinonimi: Achillea fililoba Freyn, Achillea
kuemmerleana Prodan.
• Nome comune italiano: Millefoglio setaceo.
• Descrizione sistemica: Fusto 15-30(-45) cm, eretto
o ascendente, semplice, con 12-20 internodi. Foglie medie del fusto 3 x 0,5 cm, con contorno lanceolato, 3-alate,
con pelo corto o più lungo, largh. rachide 0,5 mm, intere;
segmenti primari c. 2 mm, contorno quasi circolare, largh. rachide 0,4 mm; lobi filiformi patenti. Involucri c. 3
x 0,5-2,5 mm; con brattee quasi uniformemente pubescenti. Ligule bianche. 2n = 18.
• Distribuzione geografica: In località aride. Individuata in Europa S, SE e SC, ad Ovest della Svizzera SO e a
Nord dei 56o N, in Russia C. [Au Bu Cz Ge Gr He ?Hs Hu It
Ju Po ?Rm Rs (C, W, K, E)[.
• Usi farmaceutici: L’ampia distribuzione del genere
Achillea in tutto il mondo, ha contribuito all’utilizzo delle specie come medicinali nella medicina tradizionale
dalle popolazioni locali. I decotti delle specie del genere
Achillea sono stati tradizionalmente utilizzati per i dolori
addominali e la flatulenza. Dioscoride usava l’Achillea per
la dissenteria sia quando era associata alla colera sia ad
altre cause.
Come nella specie A. millefolium, l’essenza di colore blu
scuro estratta con distillazione a vapore dalle foglie è
generalmente usata come antinfiammatorio oppure per
massaggi al torace in raffreddori e stati influenzali. Riferimenti per uso come antiflogistico, digestivo ed emmenagogo e per combattere il dolore, l’emorragia, le disfunzioni gastrointestinali e le infiammazioni della cistifellea.
• Composizione fitochimica: Dall’analisi GC-MS
dell’essenza isolata delle parti aeree essiccate della pianta Achillea setacea è stato identificato un elevato numero
di elementi, con l’eucaliptolo (1,8-cineolo) che costituisce
la componente principale dell’essenza. Inoltre, la canfora
e i suoi derivati, il borneolo, il terpinen-4-olo e l’eucalip-
Achillea setacea Waldst. & Kit: Dettaglio dell’infiorescenza.
tolo (1,8-cineolo) sono considerati come i suoi principali
componenti antimicrobici. Dalle parti aeree dell’Achillea
setacea sono stati inoltre isolati sesquiterpeni con struttura di α-metilene-γ-lattone e flavonoidi.
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Anchusa officinalis L. subsp. οfficinalis
Sp. Pl.: 133. 1753
• Famiglia: Boraginaceae.
• Sinonimi: Anchusa angustifolia L., Anchusa officinalis
subsp. angustifolia (L.) Bjelcić, Anchusa arvalis Rchb.,
Anchusa microcalyx Vis., Anchusa osmanica Velen.
• Nome comune italiano: Ancusa, Buglossa, Lingua di
bue.
• Descrizione sistemica: Perenne, raramente bienne,
con pelo uniforme ispido o setoloso, fusto 20-80(-170)
cm, eretto. Foglie 50-120 x 10-20 mm. Infiorescenza
multipla ondulata, fitta; peduncoli molto corti, fino a
5 mm alla fruttificazione, brattee uguali o più corte del
calice. Calice 5-7 mm, fino a 10 mm alla fruttificazione,
diviso fino alla metà o quasi fino alla base in lobi lanceolati, acuti. La corolla è viola o rossastra, raramente bianca
o gialla con tubo di 5-7 mm, uguale o fino a 1½ volta la
lunghezza del calice, diametro corolla 7-15 mm. Gli stami arrivano alla metà superiore del tubo della corolla arrivando o coprendo parzialmente le squame. Frutti circa
2 x 4 mm, obliqui ovoidi. 2n = 16 ± 0-2B.
• Distribuzione geografica: Distribuita in gran parte
dell’Europa, ma assente dalle parti più a Nord, da molte
aree dell’Occidente e da alcune zone del Mediterraneo. [Al
Au Bl Bu Co Cz Da GaGe Gr He Ho Hu It Ju *No Po RmRs
(*N, B, C, W, E) Su Tu (*Be *Fe)]. In Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa nella Grecia continentale, Zante, Cefalonia e nelle Isole del Nord Egeo. Nell’area dello studio è
diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia e Zante.
16 • Usi farmaceutici: I fusti fioriferi, le radici e i fiori sono
utilizzati nell’erboristeria come emulsionanti ed espettoranti. L’Anchusa è usata per il trattamento della tosse,
della bronchite e di altre infezioni del torace e della laringe, nel trattamento topico di ferite, ecchimosi e varici. Il
medicinale omeopatico ricavato dalla pianta è usato per
il trattamento dell’ulcera dello stomaco e del duodeno. Il
decotto dalle radici è considerato “purificante” per il sangue ed è anche usato come diuretico e per promuovere la
sudorazione.
Anchusa officinalis L. subsp. officinalis:
Dettaglio dei fiori.
• Composizione fitochimica: Nella pianta fiorita sono
stati individuati acido silicico, alcaloidi (inclusi alcuni
alcaloidi pirrolizidinici tossici), mucillagine, saponine triterpeniche e antocianine.
Anthyllis vulneraria subsp. rubriflora (DC.) Arcang.
Comp. Fl. Ital.: 178. 1882
• Famiglia: Fabaceae
• Sinonimi: Anthyllis font-queri Rothm., Anthyllis
gandogeri (Sagorski) W. Becker, Anthyllis praepropera
(A. Kern.) Beck, Anthyllis rosea Willk., Anthyllis spruneri
(Boiss.) Beck, Anthyllis vulneraria subsp. praepropera
(A. Kern.) Bornm., Anthyllis vulneraria subsp. spruneri
(Boiss.) Bornm.
• Nome comune italiano: Vulneraria, Trifoglio vulnerario, Trifoglio giallo delle sabbie.
• Descrizione sistemica: annuale, biennale o perenne.
Fusto fino a 10-35 cm, ascendente o decombente, irsuto
nella parte bassa. Foglie basali solitamente con una sola
pinnula. Foglie superiori con 7-13 pinnule uguali, apicali
imparipennati, uguali o non tra di loro. Involucri con elevato numero di fiori, situati di fronte a 2 brattee palmate, molto vicino alla parte bassa dei fiori. Calice rigonfio
nella fioritura, ristretto all’apice, con 5 denti disuguali e
bocca obliqua diseguale. Corolla gialla, rossa, purpurea,
arancione, biancastra oppure variopinta. Legume con 1
o 2 semi.
Anthyllis vulneraria subsp. rubriflora (DC.) Arcang:
Infiorescenza.
• Distribuzione geografica: Cresce nell’area Mediterranea, assente dalla Spagna e dalla maggior parte dell’Italia. [Al Bl Co Cr Ga Gr It Ju Sa Tu].
• Usi farmaceutici: L’Anthyllis è utilizzata in pomata
per il trattamento delle piaghe e delle ferite. Inoltre è un
depurativo e antiasmatico. Il lavaggio dei capelli con lo
stesso infuso previene la caduta dei capelli.
• Composizione fitochimica: Contiene tannini, mucillagine, saponine, xantofile e sostanze organiche coloranti.
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Arbutus unedo L.
Sp. Pl.: 395. 1753
• Famiglia: Ericaceae.
• Sinonimi: Arbutus serratifolia Salisb., nom. illeg.,
Arbutus salicifolia Hoffmanns.
• Nome comune italiano: Corbezzolo, Albatro.
• Descrizione sistemica: Di solito è un cespuglio con
chioma densa di 1,5-3 m, occasionalmente piccolo albero
fino a 12 m. La corteccia è rugosa e si sfalda in piccole strisce, principalmente opaco marrone. I giovani rami sono
tormentosi e setosi almeno in parte. Foglie 4-11 x 1,5-4
cm, oblunghe-lanceolate, di solito 2-3 volte più lunghe
che larghe, dentellate fino a intere, glabre ad eccezione
della base, peduncolo 10 mm o più piccolo. Infiorescenza
4-5 cm. Pendula, appare in autunno. Calice 1,5 mm, con
lobi suborbicolari, corolla 9 x 7 mm, bianca, spesso con
macchie verdi o rosa. Frutto bacca, 20 mm coperto di papille coniche, alla maturazione passano dal giallo al rosso
e alla fine al rosso intenso. 2n = 26.
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• Distribuzione geografica: In macchie sempreverdi,
margini dei boschi e pendii rocciosi. Nell’area del Mediterraneo e in Europa SO, estesa localmente a Nord nell’Irlanda NO. [Al Bl Co Cr Ga Gr HbHs It Ju Lu Sa Si Tu]. Specie
stenomediterranea. In Grecia si trova sia nella Grecia continentale sia nelle isole. Nell’area dello studio è diffusa in
Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, e nelle Isole Ionie (Zante
e Cefalonia). Spontanea, abbondante e con buone popolazioni. Può essere raccolto in natura senza pericolo di
deterioramento. In Grecia cresce anche la specie Arbutus
andrachne L. (spontanea nell’area del Mediterraneo, del
Medio Oriente e dell’Asia SO).
• Usi farmaceutici: Le foglie, la corteccia e la radice
sono note nella medicina tradizionale come antisettici,
diuretici e lassativi, mentre i fiori sono leggermente sudoriferi. Sono anche usati per il trattamento di infezioni
del sistema urinario, come la cistite e l’uretrite. Per la
sua azione astringente viene usato nel trattamento della diarrea e della dissenteria e, come molte altre piante
Arbutus unedo L.: Fiori (maturi) colorati e frutti.
astringenti, si utilizza anche per lavaggi contro le infiammazioni della cavità orofaringea.
• Composizione fitochimica: Tutte le parti della pianta sono ricche in polifenoli, composti fenolici semplici,
flavonoidi e antocianine fino ai tannini più complessi.
Arctium lappa L.
Sp. Pl.: 816. 1753
• Famiglia: Astreraceae.
• Sinonimi: Arctium majus Bernh., nom. illeg., Arctium
vulgare (Hill) Druce, Lappa glabra Lam., nom. illeg., Lappa
major Gaertn., nom. illeg., Lappa officinalis All., nom. illeg.,
Lappa vulgaris Hill, nom. nov., Arctium chaorum Klokov.
• Nome comune italiano: Bardana comune, Lappola,
Lappa bardana.
• Descrizione sistemica: Pianta 90-150 cm. Fusto, piccioli e peduncoli pubescenti fino a quasi glabri. Ogni ramo
principale dell’infiorescenza corimboso. Foglie basali fino a
50 cm, larghe ovate, cordate, solitamente ottuse. Peduncoli
solidi. Piccioli 3-10 cm. Involucro infiorescenza 20-25 x 3542 mm alla fruttificazione, sferico come gemma, semisferico
e ampiamente aperto sulla fruttificazione, lucido verde-oro,
glabro o subglabro. Fioretti di lunghezza quasi uguale alle
brattee dell’involucro. Acheni 6-7 mm. Pappo 1,3-5 mm.
2n = 36.
• Distribuzione geografica: Quasi in tutta l’Europa ad
eccezione dei paesi nordici.
• Usi farmaceutici: Utilizzato per il trattamento di affezioni
dovute al “sovraccarico” di tossine nell’organismo, come della
gola ed altre infezioni, esantemi ed altri problemi dermatologici. La pianta è antibatterica, antimicotica e carminativa.
Ha proprietà lenitive ed è considerata uno dei trattamenti più
sicuri per molte patologie della pelle, ustioni, contusioni ecc.
Viene utilizzato per il trattamento del herpes, dell’eczema,
dell’acme, dell’impetigine, contro i morsi ecc. La pianta può
essere somministrata internamente come infuso oppure può
essere utilizzata esternamente per lavaggio. Usare con cauzione. Le radici dalle piante di un anno sono raccolte a metà
dell’estate e vengono essiccate. Si tratta di un lassativo alternativo, depurativo del sangue, colagogo, sudorifero, diuretico. L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), riconoscendo
l’utilizzo fin dall’antichità della radice Arctium, permette il
suo uso come medicinale di erboristeria tradizionale per:
1) l’aumento della quantità di urina per ottenere lo svuotamento del sistema urinario, come coadiuvante in piccole infezioni del sistema urinario, 2) perdite temporanee dell’appetito, e 3) nel trattamento delle affezioni seborroiche della
pelle.Il seme è antiflogistico, depurativo, sudorifero e diure-
Arctium lappa L.: Infiorescenze (involucri sferoidi) con brattee
spinose.
tico. Recenti ricerche hanno dimostrato che i frutti aiutano a
diminuire i livelli degli zuccheri nel sangue. I semi vengono
raccolti in estate e vengono essiccati per uso futuro. Il seme
frantumato viene usato come impiastro sulle parti contuse. Le foglie sono inoltra usate come impiastri per piaghe,
ustioni e ferite. Impiastri di foglie sono stati anche usati per
ferite, mentre gli infusi sono usati per l’ulcera dello stomaco e la gastrite. In trattamenti topici è usata contro malattie
dermatologiche, punture di insetti, prurito e graffi. Le foglie
possono aiutare nei trattamenti conto le contusioni, i tumori
e gli edemi.
• Composizione fitochimica: La radice dell’Arctium contiene polisaccaridi (fino al 70% della massa secca, principalmente inulina), acidi grassi (0,4-0,8%), molti triterpeni
(acidi, esteri, alcoli), lignani (principalmente arctina), acidi
fenolici, flavonoidi e tannini (fino al 3,65% nella radice fresca) e un piccola quantità dei essenza (fino al 0,18%). Le foglie contengono sesquiterpeni (in particolare nell’essenza),
alcoli ed esteri terpenici, steroli, acidi grassi (principalmente saturi), acidi fenolici, acido ascorbico e tannini, mentre i
semi sono ricchi di acidi grassi, lignani (compresa l’arctina)
e daucosterolo.
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Artemisia arborescens (Vaill.) L.
Sp. Pl., ed. 2: 1188. 1763
• Famiglia: Asteraceae.
• Sinonimi: Absinthium arborescens Vaill.
• Nome comune italiano: Assenzio arbustivo, Assenzio aromatico.
• Descrizione sistemica: Pianta perenne, aromatica,
bianca - tomentosa, fusti 50-100 cm, legnosi nella parte
inferiore. Foglie 1-2-pennatosette o il superiore alcune
volte semplice, picciolate. Lobi 5-25 x 1-2 mm, ottusi. Capitoli 6-7 mm, nell’intera infiorescenza. Involucro 3,5-4
mm, brattee ovate, tomentosi, con margine ampio, glabro, scarioso. Ricettacolo peloso. Corolla glabra. 2n = 18.
• Distribuzione geografica: Area del Mediterraneo, S.
Portogallo. [Bl Co Cr Gr Hs It Ju Lu Sa Si (Ga)]. La distribuzione in Grecia include la S. Grecia e Creta. Nell’area dello
studio è diffusa in Elide e Cefalonia.
• Usi farmaceutici: L’ A. arborescens ha avuto diversi
usi farmaceutici nella storia, come medicinale antelmintico, stimolante dell’appetito, diuretico, emmenagogo
e abortivo. I decotti dalle fogli sono stati usati contro il
raffreddore comune, l’asma, la rinite allergica, la bronchite asmatica e le vertigini e come agente ipoglicemico.
Inoltre, foglie polverizzate sono state usate nella medicina tradizionale nel trattamento topico esterno di diverse
dermatiti e reazioni allergiche e dell’insufficienza venosa. Infine, è considerato antisettico.
20
• Composizione fitochimica: La pianta ha un alto
contenuto in essenza- tujone, canfora e camazulene
costituiscono fino al 75% dei componenti. L’alto contenuto in camazulene spiega le proprietà e il suo uso antinfiammatorio, mentre per l’essenza sono state riferite
proprietà spasmolitiche e antivirali. Oltre all’essenza, la
pianta contiene acidi fenolici, flavonoidi, sesquiterpeni,
steroli e altri triterpeni.
Artemisia arborescens (Vaill.) L.: Infiorescenza.
Asparagus acutifolius L.
Sp. Pl.: 314. 1753
• Famiglia: Asparagaceae.
• Sinonimi: Asparagus aetnensis Tornab., Asparagus
ambiguus De Not., Asparagus brevifolius Tornab.,
Asparagus commutatus Ten., Asparagus corruda Scop.,
Asparagus inarimensis Tornab..
• Nome comune italiano: Asparago pungente, Asparago spinoso, Asparagina.
• Descrizione sistemica: Fusto fino a 200 cm, legnoso,
bianco o grigio. Fusti e rami longitudinalmente striati,
papillosi oppure quasi glabri. Cladodi 2-8 (-10) x 0,3-0,5
mm., quasi eguali, in fascetti (5-)10-30(-50), patenti,
fortemente spinosi. Pedicelli 3-7 (-8) mm., circondati da
bratteole alla base. Nodi con (1-)2-4 fiori mischiati con i
cladodi. Perianzio-segmenti 3-4 mm. Bacca 4,5-7,5 (-10)
mm, nera, con 1-2 semi. 2n = 40. I cladodi sono generalmente più corti nelle specie del Mediterraneo Occidentale in confronto a quelle del Mediterraneo Orientale. Le
piante dalle zone litorali, in particolare dalle isole, sono
alcune volte solo leggermente legnose e hanno cladodi
sottili, scarsamente spinosi (var. gracilis Baker).
Asparagus acutifolius L.: Ramo con frutti.
loro consumazione. La pianta contiene inoltre vitamine
Α, Β1, Β2, C, Ε, Mg, Ρ, Ca, Fe e acido folico. Altri componenti chimici importanti dell’Asparagus sono l’asparagina, l’arginina, la tirosina, i flavonoidi (kaempferolo, quercetina e rutina), resine e tannini.
• Distribuzione geografica: Europa S., verso Est in
Creta e in Bulgaria SE. [Al Bl Bu Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Sa
Si Tu]. In Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa nella
Grecia continentale e meno nelle Isole Ionie e dell’Egeo.
È diffuso in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia, Itaca
e Zante.
• Usi farmaceutici: Le specie del genere Asparagus
sono considerate depurative, disintossicanti e diuretiche.
La radice della specie Asparagus officinalis è usata come
diuretico, in casi di idrope, sedativo forte per il cuore,
trattamento per la schistosomiasi e la tubercolosi. Le radici dell’Asparagus filicinus sono considerate tonificanti,
astringenti e antielmintiche.
• Composizione fitochimica: Le sostanze bioattive
principali degli asparagi sono un gruppo di saponine
steroidi. Componenti organosulfurici caratteristici sono
responsabili per l’odore caratteristico nelle urine dopo la
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Asphodelus ramosus L.
Sp. Pl.: 310. 1753
• Famiglia: Asphodelaceae.
• Sinonimi: Asphodelus albus subsp. ramosus (L.)
Bonnier & Layens, Asphodelus ramosus L. subsp.
ramosus, Asphodelus ramosus subsp. distalis Z. Díaz &
Valdés.
• Nome comune italiano: Asfodelo ramoso, Asfodelo
mediterraneo, Porraccio.
• Descrizione sistemica: Perenne, con radici tuberose. Foglie 15-40 x 1-3 (-4) cm, appiattite, leggermente
carenate. Fusto 40-150 cm, robusto, generalmente con
molte ramificazioni. I rami laterali hanno lunghezza quasi eguale con il ramo estremo. Brattee membranose verso
verde ocra. Segmenti di perianzio 15-20 cm, lanceolati o
lineari-oblunghi, ottusi. Capsula 8-14 x 5-11 mm, ovata.
2n = 28, 56, 84.
• Distribuzione geografica: Cresce in Europa SO e si
estende ad Est fino alla Grecia SO. [Co Ga Gr Hs It Ju Lu
Sa Si].
• Usi farmaceutici: È usato come diuretico e per la decongestione della pelle irritata.
• Composizione fitochimica: La pianta contiene carboidrati, glucosidi e alcaloidi.
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Asphodelus ramosus L.: Foto della pianta in natura.
Berberis cretica L.
Sp. Pl. (1753) 331.
• Famiglia: Berberidaceae.
• Sinonimi: Berberis cretica var. serratifolia Loudon,
Berberis vulgaris var. cretica (L.) Hook.f. & Thomson.
• Nome comune italiano: Crespino.
• Descrizione sistemica: Simile al Β. hispanica, ma
stolonifero. Le foglie sono quasi sempre intere, racemi
7-15 mm che superano appena le foglie, solamente con
3-8 fiori, foglie mellifere c. 4-5 mm più lunghe dall’interno del perianzio-segmenti, frutto 6-7 mm.
• Distribuzione geografica: N. Africa, E. Mediterraneo, compreso Cipro, più raramente Mediterraneo Europeo. In Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa nella
Grecia continentale, in Creta e nell’Egeo. Nell’area dello
studio cresce ad altitudini da 1500 a 2200 m circa.
Berberis cretica L.: Aspetto della pianta con i rami spinosi.
• Usi farmaceutici: Estratti dalla pianta sono usati
come analgesici, antibatterici, antivirali, antiaritmici,
antinfiammatori, ipoglicemici, colagoghi, come fattori di
ossificazione e contro l’indigestione e la diarrea. Le radice
e la corteccia in decotti sono utili per le infezioni dei polmoni, dei reni e del fegato. Aiuta all’eliminazione delle
pietre dalla cistifellea e dai reni. Viene inoltre usato nei
trattamenti contro la dissenteria, la malaria, la leishmaniosi, l’epatite, il tumore del fegato e l’ipertensione. Le
foglie sono usate come antiemorragico nelle emorragie
ginecologiche.
• Composizione fitochimica: Le caratteristiche fitochimiche della specie sono gli alcaloidi tetraciclici (protoberberine) derivati dalla benzil-isochinolina e sono
responsabili per le proprietà coloranti e terapeutiche. Le
piante sono inoltre ricche fonti di tannini, cere, mucillagine, minerali e pectine.
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Blitum bonus-henricus (L.) Rchb.
Fl. Germ. Excurs.: 582. 1832
• Famiglia: Chenopodiaceae.
• Sinonimi: Blitum bonus-henricus L., Blitum bonushenricus (L.) C. A. Mey., Chenopodium esculentus.
• Nome comune italiano: Farinello buon-enrico, Spinacio selvatico.
• Descrizione sistemica: Pianta erbacea perenne, 5-80
cm, eretta o ascendente, sparsamente setosa. Foglie più
o meno triangolari, lanceolate a saettate, quasi intere ad
eccezione dei lobi alla loro base. Infiorescenza principalmente terminale (all’estremità del fusto) ristretta, conica, senza foglie sopra. Sepali privi o con piccola carena.
Stigmi 0,8-1,5 mm. Semi di 1,5-2,2 mm di diametro, verticali ad eccezione dei fiori terminali. 2n = 36.
• Distribuzione geografica: Diffusa in gran parte
dell’Europa, ma raramente ad Est, dubbia la sua origine
a Nord. Si espande principalmente sulle montagne del N.
Europa. [Al Au *Be Bu Co Cz *Da Ga Ge Gr He *Ho Hs Hu
It Ju Lu *No *Po Rm Rs(*B, C, W, E) Sa Si (Br Fe Hb)]. In
Grecia si trova sulle montagne della Grecia continentale.
Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia
ed Elide.
• Usi farmaceutici: Le radici, i semi, nonché tutta la
pianta sono usati come emollienti e lassativi. L’impiastro
dalle foglie è stato utilizzato per la pulizia e il trattamento di ferite croniche, esantemi e ascessi.
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• Composizione fitochimica: L’intera pianta, nonché
le sue radici, sono ricche in saponine. Dalle radici sono
stati isolati ecdisteroidi.
Blitum bonus-henricus (L.) Rchb.: Pianta con infiorescenze.
Borago officinalis L.
Sp. Pl.: 137. 1753
• Famiglia: Boraginaceae.
• Sinonimi: Nessuno.
• Nome comune italiano: Borragine comune, Borrana, Borragine, Buglossa vera, Boragia, Lingua rada.
• Descrizione sistemica: Pianta annuale ispida, fusti
15-70 cm, eretti, robusti, spesso ramificati. Foglie basali 5-20 cm, ovate-lanceolate, picciolate. Foglie cauline
senza picciolo, amplessicauli. Pedicelli 5-30 mm, spessi,
patenti o deflessi dopo l’antesi. Calice 8-15 mm all’antesi,
fino a 20 mm nella fruttificazione, lobi lineari-lanceolati,
acuti, conniventi alla fruttificazione. Corolla a ruota, colore chiaro blu, raramente bianco. Tubo molto corto oppure quasi assente. Lobi 8-15 mm, lanceolati, acuti. Frutti
7-10 mm, oblunghi-ovati. 2n = 16.
• Distribuzione geografica: S. Europa. Ampiamente
coltivata come ornamentale, naturalizzata nelle parti più
calde dell’Europa C., E. e O. Esemplari di breve duratasi
incontrano più a Nord. [*AzBl Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Sa Si
Tu (Au Br Cz Ge He Ho Hu Po RmRs -C, W, K, E-)]. Regioni aride, di solito con rifiuti. In Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa nella Grecia Meridionale, in Creta e
nell’Egeo Est. È diffuso in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide e
Zante. Non sono stati segnalati rischi di raccolta.
• Usi farmaceutici: Il Borago è un farmaco vegetale domestico abbastanza comune usato fin dall’antichità. La
sua azione è considerata particolarmente benefica per il
sistema nervoso, dato che viene utilizzato contro la melanconia e induce senso di euforia. Ha inoltre azione sudorifera, disintossicante, diuretica, espettorante, antipiretica, emolliente, lenitiva e sedativa. Viene consumato come
decotto e non deve essere prescritto a persone con problemi epatici. Esternamente viene usato come impiastro per
edemi infiammatori. L’olio dei semi aiuta alla regolazione
del sistema endocrino e riduce la pressione arteriosa. Viene usato internamente ed esternamente fornendo sollievo in malattie dermatologiche e nella tensione mestruale.
Usato anche nel trattamento contro la flebite.
Borago officinalis L.: Fiori.
• Composizione fitochimica: I semi sono fonte ricca
di acido gamma-linolenico. Dal Borago sono stati isolati
diversi polifenoli, ma gli alcaloidi pirrolizidinici individuati in piccole quantità hanno attratto l’attenzione a
causa delle loro proprietà cancerogene e epatotossiche.
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Brassica nigra (L.) W. D. J. Koch in Röhl.,
Deutschl. Fl., ed. 3, 4: 713. 1833
• Famiglia: Brassicaceae.
• Sinonimi: Sinapis nigra L., Brassica bracteolata Fisch.
& C. A. Mey.
• Nome comune italiano: Senape nera.
• Descrizione sistemica: Annuale. Fusti fino a 100 cm
o più alti, ramificati dalla metà oppure vicino alla base.
Le foglie più basse lirate-pennatosette, con 1-3 coppie di
lobi laterali e un lobo terminale molto più grande, ispide
in ambedue le superfici le foglie superiori lineari-oblunghe, intere oppure dentate glabre. Tutte le foglie picciolate. Petali 7-9 mm, gialli. Silique 10-20 x 1,5-2 mm,
attenuate in rostro breve, senza semi, su pedicelli corti
(2,5-6 mm) appressati all’asse. 2n = 16.
• Distribuzione geografica: Presente nella maggior
parte dell’Europa, ma molto più comune nelle parti centrali e meridionali. Di solito alieno. In Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa in tutte le regioni. È diffuso in
Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia e Zante.
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• Usi farmaceutici: I semi sono spesso usati nell’erboristeria tradizionale soprattutto come impiastro o polvere. In applicazioni topiche, la Brassica nigra produce
irritazione e iperemia. La polvere dei semi è spesso applicata al torace sopra i polmoni per ridurre la congestione e attivare l’espettorazione. L’acqua bollente sui semi
polverizzati costituisce un pediluvio stimolante, buono
per i raffreddori e la cefalalgia. L’olio è stato usato per
trattamenti contro l’alopecia, l’epilessia, il mal di denti e
per i morsi di serpenti. Inoltra, il frutto è utilizzato anche
per uso interno. In concentrazioni basse è uno stimolante
dell’appetito, digestivo, diuretico e tonificante, mentre in
concentrazioni più alte è un emetico. La polvere è considerata antisettica.
• Composizione fitochimica: I glugosinolati sono
considerati il gruppo principale di costituenti attivi.
Quando i semi vengono polverizzati e mescolati con acqua calda oppure masticati, i glucosinolati, in particolare
Brassica nigra (L.) W. D. J. Koch in Röhl:
Coltura delle piante.
la sinigrina, vengono idrolizzati dagli enzimi in principi
attivi, come isotiocianato di allile, responsabile per il sapore piccante. Sono stati isolati derivati fenilopropanio e
oli (30%), mucillagine e proteine.
Bryonia dioica Jacq.
Fl. Austriac. 2: 59. 1774
• Famiglia: Cucurbitaceae.
• Sinonimi: Bryonia acuta Desf., Bryonia cretica L.
subsp. dioica (Jacq) Tutin.
• Nome comune italiano: Brionia comune, Vite bianca, Fescera, Zucca selvatica.
• Descrizione sistemica: Dioico. Fusti fino a 4 m, ramificati. Foglie 5-10 cm, ovate, cordate, pentagone o
palmate con 5 lobi. I lobi delle foglie sono interi oppure
con pochi, grandi denti subottusi, quello centrale solitamente molto più lungo dei laterali. Il calice dei fiori
femminili, solitamente lunghi la metà della corolla, gli
stigmi pappilosi-pelosi. Frutti di 6-10 mm di diametro,
rossi. Le foglie e i frutti immaturi sono uniformemente
verdi. Infiorescenza maschile ghiandolosa con pochi peli
lunghi oppure senza peli. 2n = 20.
• Distribuzione geografica: Europa S., SC e O. Ufficialmente è coltivata come pianta medicinale e spesso
naturalizzata. In Grecia è diffusa soprattutto nella Grecia
continentale e con popolazioni minori nelle Isole Ionie.
Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia,
Elide e Zante.
• Usi farmaceutici: Ippocrate usava la radice della Brionia per il trattamento dei malati di tetano. Discoride chiamava la pianta con il nome di “Ofiostafylon”, ossia vite dei
serpenti, per indicare le sue proprietà velenose. In antichità si credeva che le radici, le foglie e i frutti della pianta avevano proprietà medicinali contro le ulcere maligne,
dermatiti, esantemi della pelle, infezioni, ascessi e epilessia. Veniva somministrato come antidoto per il veleno
dei serpenti. La radice della Brionia è considerata come
potente fattore purgativo. In piccole quantità è usata internamente per il trattamento di malattie dello stomaco
e dell’intestino, dei polmoni e del fegato, per l’artrite e
per disturbi del metabolismo. Si usa anche per la prevenzione delle infezioni. Viene inoltre usata per aumentare
la quantità dell’urina per offrire sollievo dalla ritenzione
dei liquidi. In grandi dosi farmacologiche è stata usata
Bryonia dioica Jacq.: Foto della pianta.
come emetico, mentre in dosi elevate è considerata velenosa. Per uso esterno è usata contro i disturbi muscolari,
i dolori alle articolazioni e la pleurite.
• Composizione fitochimica: Sono stati individuati
e vengono considerati responsabili della tossicità della
pianta alcuni triterpeni (curcubitacine) e alcaloidi. Sono
state inoltre individuate nella radice glicoproteine e lectine tossiche. Altri componenti importanti sono gomme e
flavonoidi.
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Calendula officinalis L.
Sp. Pl.: 921. 1753
• Famiglia: Asteraceae.
• Sinonimi: Calendula aurantiaca. Calendula eriocarpa.
Calendula hydruntina. Caltha officinalis.
• Nome comune italiano: Calendula, Calta, Fiorrancio.
• Descrizione sistemica: Annuali a perenni, legnosi solo
alla base. Fusti (17-)20-50(-10) cm eretti, diffusi o procombenti, molto ramificati, generalmente frondosi quasi
fino all’apice. Foglie (3-)7-14(-17) x 1-4(-6) cm, oblancelate, obovate, oblunghe o spatolate, leggermente acute o
ottuse, ghiandolose-pubescenti sporadicamente aracnoidi-fioccose, solitamente quasi intere a ondulate-dentate.
Capolino solitamente di 4-7 cm di diametro. Fiori ligulati
circa 2 cm, gialli o arancioni, di lunghezza almeno doppia
delle brattee membranose. Fiori tubulosi solitamente quasi dello stesso colore, alcune volte marroni. Capolino nella
fruttificazione con o senza serie esterna di acheni ricurvi
con becco di 2-2,5 cm, alternati ad acheni cimbiformi molto più piccoli.
• Distribuzione geografica: È coltivata come pianta ornamentale in tutta l’Europa. Spontaneo nell’Europa S. e O.
e spesso in altre parti. [Az Br Hs It.]. Cresce in giardini, terre
coltivate e lungo i margine delle strade. In Europa è principalmente una pianta coltivata. Nell’Europa meridionale
e occidentale cresce occasionalmente e localmente come
pianta spontanea. Cresce in giardini e in campi in Etolia-Acarnania, Acaia e Elide. Nell’area dello studio cresce ad altitudini da 0 a 600 (-1000) m.
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• Usi farmaceutici: La Calendula è usata di solito come
tintura internamente e in forma di olio, crema o pomata
per applicazioni esterne. L’applicazione esterna topica è
usata per una varietà di problemi dermatologici, come ferite e traumi chirurgici e per malattie come l’ulcera della pelle, ascessi, acme, psoriasi, eczema, prurito, vaginite, cervicite, eruzione cutanea, flebite ecc. è inoltre considerata
come erba depurative e disintossicante e viene somministrata per il trattamento della febbre e delle infezioni croniche. Viene anche usata per lavaggi nel trattamento della
gengivite, della stomatite e delle ulcere orali. Viene usata
per il trattamento della congiuntivite in forma liquida per
Calendula officinalis L.: Aspetto della pianta.
lavaggi degli occhi, di impiastri o di impacchi, mentre per
il trattamento della leucorrea gonococcica viene usata per
docce e lavaggi. Il decotto dai petali è stimolante della circolazione e, somministrato con regolarità, può attenuare
i sintomi della flebite. L’intera pianta, ma principalmente
i fiori e le foglie, sono antiflogistici, antisettici, antispastici, disintossicanti, astringenti, colagoghi, sudoriferi ed
emmenagoghi. L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA),
riconoscendo il suo utilizzo fin dall’antichità permette l’uso
per: a) il trattamento sintomatico di piccole infiammazioni
della pelle (p.es. ustioni solari) e la guarigione di piccole
ferite, e b) il trattamento sintomatico di infiammazioni
minore della cavità orale e della gola. Proprietà farmaceutiche simili ha anche la Calendula arvensis L.
• Composizione fitochimica: I principali componenti
sono le saponine triterpeniche (2-10% nei capolini secchi
dei fiori) a base di acido oleanolico (p.es. calendulosidi) e
flavonoidi (3-O-glicoside di isoramnetina e di quercetina),
compresi l’astragalina, l’iperoside, l’isoquercitrina e la rutina. Altri composti contengono l’essenza, i sesquiterpeni
(p.es. cariofillene) e triterpeni (p.es. a-e b-amirine, lupeolo
e lupenone). Sono stati individuati anche polisaccaridi in
alte concentrazioni (15%).
Capparis spinosa L.
Sp. Pl.: 503. 1753
• Famiglia: Capparaceae.
• Sinonimi: Capparis inermis Turra (1780), Capparis
orientalis Veill. (1800), Capparis rupestris Sm. (1806).
• Nome comune italiano: Capparo, Cappero.
• Descrizione sistemica: Foglie glabri, picciolate, orbicolari oppure orbicolari-ovate, ottuse o emarginate all’apice. La spina alla base dei piccioli è ricurva all’indietro,
alcune volte non completamente sviluppato. Fiori di 5-7
cm di diametro, leggermente zigomorfi. Sepali purpurei.
• Distribuzione geografica: Area del Mediterraneo.
[Al Bl Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Rs (K) Sa Si]. Il cappero è
diffuso in quasi tutti i paesi del Mediterraneo e fa parte
della flora della maggioranza di essi, ma l’origine della
pianta è incerta.
• Usi farmaceutici: La corteccia della radice è un
analgesico, antelmintico, antiemorroidico, depurativo,
deostruente, disintossicante, diuretico, emmenagogo,
espettorante, tonificante, vasocostrittore, stimolante
dell’appetito. La somministrazione per via orale è indicata per il trattamento delle infezioni gastrointestinali,
della diarrea, dell’artrite e dei reumatismi. L’uso esterno topico contribuisce alla terapia delle dermatiti e a
combattere la fragilità dei vasi capillari e la facilità di
contusione. I fiori chiusi hanno azione lassative, vengono somministrati per il trattamento della tosse e delle
infezioni oculari, sono fonte ricca in componenti noti
come inibitori dell’aldoso reduttasi. Per tali componenti
è stato dimostrato che offrono una prevenzione efficace
contro la formazione della cateratta. Vengono raccolti
prima dell’apertura dei fiori per essere conservati per
uso futuro. Si sostiene che quando sono correttamente
lavorati offrono sollievo dal mal di stomaco. Il decotto
della pianta è usato per il trattamento dell’afta vaginale. Le foglie vengono sminuzzate e usate come poltiglia
nel trattamento dell’artrite. Il consumo del cappero può
contribuire all’assunzione della dose quotidiana di anticancerogeni naturali che possono ridurre il rischio di
Capparis spinosa L.: Aspetto generale della pianta.
formazione di tumori. I glugosinolati sono inoltre noti
per la loro azione antitiroidea. Il consumo di cappero si
considera che contribuisce alla protezione antiossidante.
• Composizione fitochimica: Flavonoidi (glicosidi di
quercetina e di kaempferolo), glugosinolati, poliprenoli,
prenil-glicosidi, tocoferoli (vitamina E), vitamina C, carotenoidi, acidi grassi polinsaturi e steroli nell’olio dei semi
e alcaloidi nelle radici.
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Capsella bursa-pastoris (L.) Medik.
Pfl.-Gatt.: 85. 1792
• Famiglia: Brassicaceae.
• Sinonimi: Thlaspi bursa-pastoris L., Bursa djurdjurae
Shull, Bursa fracticruris Borbás, Bursa nana (Baumg.)
Borbás, Bursa occidentalis Shull, Bursa pastoris Hill,
Capsella apetala Opiz, Capsella batavorum E. B. Almq.,
Capsella concava E. B. Almq., Capsella heegeri Solms,
Capsella mediterranea E. B., Bursa pastoris Weber Almq.,
Capsella patagonica E. B. Almq., Capsella ruderalis Jord.,
Capsella stenocarpa Timb.-Lagr., Capsella treviorum E.
B. Almq., Capsella turoniensis E. B. Almq., Solmsiella
heegeri (Solms) Borbás, Capsella bursa-pastoris subsp.
occidentalis (Shull) Maire, Capsella bursa-pastoris subsp.
typica Emb. & Maire.
• Nome comune italiano: Capsella, Borsacchina, Erba
borsa, Borsa del pastore.
• Descrizione sistemica: Pianta con peli diradati, specialmente nella parte inferiore, oppure glabra. Fiori inodori. Sepali solitamente verdi, spesso pubescenti. Petali
2-3 mm, circa due volte la lunghezza dei sepali, bianchi
(raramente assenti). Siliqua 6-9 x 4-9 mm, solitamente
più lunga che larga, scarsamente attenuata alla base,
solitamente leggermente emarginata. I margini laterali
sono solitamente lineari o convessi. Lobi apicali solitamente subacuti. Stili c. 0,25 mm. 2n = 32.
• Distribuzione geografica: In tutta l’Europa, in tutto
il territorio.
• Usi farmaceutici: Tisana dall’intera pianta contro lo
30 scorbuto, come astringente, diuretico, emmenagogo,
emostatico, ipotensivo, stimolante, vasocostrittore, vasodilatatore e vulnerario. È inoltre considerato efficace
contro le emorragie di tutti i tipi - allo stomaco, ai polmoni, all’utero e, specialmente, ai reni. Ha proprietà legate
alle contrazioni dell’utero ed è usata tradizionalmente
durante il parto. È usata al trattamento dei calcoli urinari.
L’uso della Capsella bursa-pastoris è stato approvato per
emorragie nasali, sindrome premestruale, ferite e ustioni. Riconoscendo l’uso tradizionale come astringente,
Capsella bursa-pastoris: piante con fiori e frutti.
l’Agenzia Europea per i Medicinali ha approvato la circolazione delle erbe essiccate oppure dei liquidi estratti
come medicinale tradizionale di provenienza natura per
la riduzione delle emorragie mestruali gravi nelle donne
con ciclo mestruale regolare, in seguito ad esclusione di
patologie più serie dal medico.
• Composizione fitochimica: Molti componenti sono
stati identificati nelle parti aeree della pianta. Contiene
flavonoidi, acidi fenolici, saponine ed altri triterpeni, lipidi polari, resine, glicoside e olio di senape.
Celtis australis L.
Sp. Pl.: 1043. 1753
• Famiglia: Ulmaceae.
• Sinonimi: Nessuno.
• Nome comune italiano: Bagolaro, Spaccasassi, Romiglia.
• Descrizione sistemica: Albero fino a 25 m, corteccia
grigiastra. Foglie 4-15 x 1,5-6 cm, da lanceolate a ovate,
dentellate, seghettate, arrotondate o cordate alla base,
ruvide nella parte superiore e tomentose in quella inferiore. Peduncoli dell’infiorescenza fino a 3,5 cm. Drupe
9-12 mm di diametro, sferiche, glabre, di colore marrone-nero alla maturazione, seme intensamente reticolato-rugoso.
• Distribuzione geografica: in Europa S. [Al Bl Bu Co
Ga Gr Hs It Ju Lu Rm Sa Si (He)].
Celtis australis L.: Foglie e frutti caratteristici.
• Usi farmaceutici: Le foglie e i frutti sono astringenti, analgesici e protettive per lo stomaco. Le foglie sono
raccolte all’inizio dell’estate ed essiccate per uso futuro.
I frutti sono considerati più efficaci per uso farmaceutico
quando vengono raccolti prima della maturazione completa. Il decotto prodotto dalle foglie e dai frutti è usato
contro i sintomi delle mestruazioni intense, nonché nel
periodo tra i cicli mestruali. A causa delle sue proprietà
astringenti nelle membrane mucose può essere usato
anche per la diarrea, la dissenteria e l’ulcera gastrica.
• Composizione fitochimica: Le foglie sono fonte ricca in flavonoidi e gamma-glicosidasi. Nelle foglie giovani
sono state individuate quantità maggiori di fenolici per
grammo di sostanza secca. Agli inizi del periodo di coltivazione si osserva un contenuto più alto in fenoli e la loro
caduta veloce influenza i derivati come l’acido caffeico e
i flavonoidi.
31
Centaurea cyanus L.
Sp. Pl.: 911. 1753
• Famiglia: Asteraceae.
• Sinonimi: Centaurea cyanus L., Centaurea
cyanocephala Velen., Centaurea hortorum Pau,
Centaurea cyanus subsp. coa Rech. f.
• Nome comune italiano: Cianio, Fiordaliso.
• Descrizione sistemica: Annuali, raramente biennali. Fusto 20-80 cm, eretto, ramificato. Foglie coperte con
peli densi e fioccosi nella parte inferiore, verdi e glabre
nella parte superiore. Quelle inferiori lanceolate, intere,
con dentatura sparsa oppure lirate pennatosette con 1-3
segmenti lineari o lanceolati in ogni lato, acute, picciolate. Le superiori lineari-lanceolate intere. Involucro di
12-13 mm di diametro, ovato-sferico, appendici strette
(0,3 mm) ascendenti, marroni, fimbriate 1 mm argento.
Fioretti interni blu-violetti. Esternamente blu scuro, raramente bianco o violetto. Acheni 3, 5-4 mm. Pappo (pappus) 3-4 mm. 2n = 24.
• Distribuzione geografica: Spontanea in habitat secchi e aperti in Europa SE e in Sicilia. Naturalizzate nelle
coltivazioni di granoturco quasi in tutta l’Europa, ma ormai molto rara o solamente occasionalmente in Br Hb Rs
(Ε) e probabilmente anche in altre zone. [Al Bu Gr *Ju Si
Tu (Au Be Br Co Cz Da Fe Ga Ge Hb He Ho Hs Hu It Lu No Po
Rm Rs -N, B, C, W, K, E- Sa Su)]. In Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa nella Grecia continentale. Nell’area
dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia ed Elide.
• Usi farmaceutici: Ha una lunga storia di uso in erbori-
32 steria, ma attualmente viene usata raramente. I capolini
dei fiori sono usati per trattamenti contro infiammazioni
oculari minori. I fiori secchi sono antipruritici, antibecchici, astringenti, leggermente diuretici, emmenagoghi,
leggeri purgativi e tonificanti. L’infuso è usato per il trattamento dell’idrope, della stitichezza oppure per lavaggi in caso di ulcera orale o di emorragie delle gengive,
come tonificante e stimolante dell’appetito, migliorando
la digestione, supportando la funzione epatica e rinforzando la resistenza alle infezioni. I semi sono usati come
Centaurea cyanus L.: Capolino fiorito con brattee caratteristiche
e fiori.
purgativo leggero per bambini. Il decotto delle foglie è
antireumatico, antimicotico ed è usato per il lavaggio dei
capelli nei trattamenti contro l’eczema del cuoi capelluto. I lavaggi sono raccomandati anche per il trattamento
delle infezioni vaginali da Candida. Può essere usato per
ferite, esantemi, acme e contusioni della pelle.
• Composizione fitochimica: I flavonoidi e i polisaccaridi sono i componenti principali della pianta, mentre
nei semi sono stati individuati alcaloidi indolici.
Ceratonia siliqua L.
Sp. Pl.: 1026. 1753
• Famiglia: Caesalpiniaceae.
• Sinonimi: Nessuno.
• Nome comune italiano: Carrubo, Carrubbio, Siliqua
dolce.
• Descrizione sistemica: Albero o arbusto con altezza fino a 10 m. Pinnule 2-5 coppie, 30-50 x 30-40 mm,
ellittiche oppure obovate fino a suborbicolari, coriacee,
verde scuro e lucidi nella parte superiore, verde chiaro
in quella inferiore. Fiori verdi. Legumi 10-20 x 1,5-2 cm,
marrone-violetto, pendenti.
• Distribuzione geografica: spontaneo nell’area del
Mediterraneo, coltivato anche ampiamente (in Portogallo)
come mangime ed ampiamente naturalizzato, in modo da
rendere difficile la determinazione dell’area di origine. [Al
Bl Cr Ga Gr Hs It Ju Sa Si (Co Lu)]. In Grecia è diffuso nella
parte meridionale e nelle isole, nella zona costiera e calda.
Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia,
Elide, Zante, Cefalonia e Itaca vicino alle coste.
• Usi farmaceutici: La polpa dei frutti del Carrubo è
molto nutriente a causa dell’elevato contenuto in zuccheri, ha un sapore dolce e azione leggermente lassativa.
Ha anche azione astringente ed è usata come decotto nel
trattamento della diarrea e per la pulizia leggera, nonché per dare sollievo dalle irritazioni dell’intestino. Anche
se questi effetti appaiono contraddittori, il carrubo è un
esempio di come l’organismo risponde in modo diverso
alle medicine naturali in base alla lavorazione delle erbe
e al problema patologico. I frutti sono usati anche contro
la tosse. La farina preparata dai frutti maturi è un emolliente e viene usata nel trattamento contro la diarrea. La
pula dei semi è un astringente e purgativo. La corteccia
è un forte astringente. Inoltra, il carrubo è usato per
problemi di digestione compresa la diarrea, il bruciore
gastrico e l’incapacità dell’intestino di assorbire correttamente certe sostanze nutritive dagli alimenti. Altri usi
comprendono i trattamenti contro l’obesità, il vomito durante la gravidanza e il colesterolo lato.
Ceratonia siliqua L.: Albero femmina con frutti immaturi (lobi).
• Composizione fitochimica: Il carrubo ha un valore
particolare a causa dei sui frutti. I frutti sono ricchi in zuccheri, mentre i semi sono ricchi in proteine. I frutti maturi contengono grandi quantità di tannini concentrati.
Lo zucchero può essere estratto dai frutti con l’alcool e la
melassa è ottenuta come derivato che può essere sottoposto a fermentazione per la produzione di alcool etilico.
I semi contengono anche vitamina Α, D, E e tracce di vitamina Β1. Una sostanza gommosa, nota come gomma
di carrube, è ottenuta dai semi e consiste in un endosperma corneo grigio-bianco che viene separati dai semi con
macchine specifiche. È inodore e ha un sapore gommoso.
33
Cichorium intybus L.
Sp. Pl.: 813. 1753
• Famiglia: Asteraceae.
• Sinonimi: Cichorium balearicum Porta, Cichorium
glabratum C. Presl, Cichorium glaucum Hoffmanns.
& Link, Cichorium hirsutum Gren., Cichorium intybus
subsp. balearicum (Porta) Gand., Cichorium intybus
subsp. foliosum (Hegi) Janch., Cichorium intybus subsp.
glabratum (C. Presl) Arcang., Cichorium intybus subsp.
glaucum (Hoffmanns. & Link) Tzvelev, Cichorium intybus
subsp. sativum (DC.) Janch.
• Nome comune italiano: Cicoria comune, Cicoria selvatica, Cicoria amara, Radicchio.
• Descrizione sistemica: Glabra o con peli semirigidi.
Perenne con radice principale lunga e voluminosa. Fusti
30-120 cm, eretti, con rami rigidi, patenti-ascendenti.
Foglie basali 7-30 x 1-12 cm, lanceolate, roncinate-pennatosette, fino a dentate, con piccioli corti o sviluppate
dal fusto con meno denti o intere, senza picciolo, amplessicauli. Peduncolo del capolino leggermente ingrossato
all’apice. Involucro 11-14 x 4-10 mm. Brattee esterne c.
8, larghe lanceolate, patenti all’apice. Brattee interne c.
5, lunghe due volte le interne e più strette, erette. Ligule
blu chiaro, raramente rosa o bianche, 3 volte più lunghe
del frutto. Acheni 2-3 mm, irregolarmente angolari, marrone tenue. Pappo da 01/10 a 01/8 degli acheni. 2n = 18.
34
• Distribuzione geografica: In gran parte dell’Europa.
Veniva coltivata come pianta medicinale e in tempi più
recenti come surrogato del caffè e ornamentale, mentre
è ampiamente naturalizzato. In tutti i paesi ad eccezione
di Fa Is Sb, ma casualmente o incertamente naturalizzato
in Fe Hb No Rs (N). Diffusa in terreni erbosi e coltivati. In
Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa in tutto il paese. È diffuso in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia,
Itaca e Zante.
• Usi farmaceutici: La cicoria ha una lunga storia
nell’erboristeria ed ha un valore importante per i suoi effetti tonificanti per il fegato e il sistema digestivo. La radice e le foglie sono stimolante per l’appetito, colagoghi,
Cichorium intybus L.: Infiorescenza (capolino).
disintossicanti, digestivi, diuretici, ipoglicemici, depurativi e tonificanti. Il decotto della radice è stato dimostrato
come efficace nel trattamento dell’ittero, dell’ingrossamento del fegato, della gotta e dei reumatismi. Il decotto
della pianta fresca è usato nel trattamento contro diverse
calcolosi. Esperimenti hanno dimostrato che gli estratti
della radice producono un battito cardiaco (polso) più
lento e basso. Si effettuano ricerche per l’uso della pianta
nelle aritmie cardiache. Il succo del gambo è usato per la
distruzione delle verruche. L’Agenzia Europea per i Medicinali dichiara che la radice sminuzzata può essere usata come decotto (tisana, prodotti farmaceutici vegetali
tradizionali) contro i sintomi di disfunzioni leggere del
sistema digestivo.
• Composizione fitochimica: I componenti caratteristici delle radici e dei capolini della pianta sono una serie
di lattoni sesquiterpenici responsabili per il sapore amaro
della pianta. Tutta la pianta contiene flavonoidi (in particolare i fiori contengono antocianine), mentre nei fusti
sono stata individuate cumarine.
Cistus creticus L. subsp. creticus
Syst. Nat. ed. 10: 1077. 1759
• Famiglia: Cistaceae.
• Sinonimi: Cistus creticus, Cistus polymorphus, Cistus
villosus subsp. creticus.
• Nome comune italiano: Cisto Rosso, Cisto di Creta.
• Descrizione sistemica: Fusto fino a 100 cm, eretto o
disteso. Foglie (10 -)20-50(-70) x 8-30 mm, ovate, obovate o ellittiche, spesso ondulate, con venature pennate,
verdi o grigie, pubescenti o tomentose con peli stellati,
venature a rilievo nella parte superiore e sporgenti in
quella inferiore. Piccioli 3-15 mm. Infiorescenza ondulata
con 1-7-fiori, più o meno simmetrici. Sepali 5, ovati-lanceolati, acuminati, con peli stellati e lunghi semplici. Fiori
di 4-6 cm. di diametro, viola-rosa.
Cistus creticus subsp. creticus: Habitat.
• Distribuzione geografica: Cresce in S. Europa, ma
raramente nella parte Occidentale. [Al Bl Bu Co Cr Gr Ju
Rs (K) Sa Si Tu (Br)]. Specie mediterranea diffusa in Grecia
dalle isole fino alla Grecia continentale. Nell’area dello
studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, e nelle
Isole Ionie. Spontanea, abbondante e con buone popolazioni. Può essere raccolto in natura senza pericolo di
deterioramento.
• Usi farmaceutici: La pianta è un’erba aromatica,
espettorante e tonificante che controlla l’emorragia ed
ha effetti antibiotici. È somministrata per via orale per il
trattamento del catarro e della diarrea e come emmenagogo. Le foglie sono raccolte alla fine della primavera e
all’inizio dell’estate e possono essere essiccate per uso futuro intere oppure in forma di resina estratta da esse. Sia
la pianta sia l’oleoresina sono usati per diverse infezioni
della pelle, per ulcere e anche contro i tumori. Le specie
Cistus incanus e Cistus monsepaliensis hanno proprietà
farmaceutiche simili.
• Composizione fitochimica: L’essenza della pianta
contiene diterpeni di ladano, mentre sono stati individuati anche flavonoidi.
35
Colchicum bivonae Guss.
Cat. Pl. Boccad. 72 (1821)
• Famiglia: Colchicaceae.
• Sinonimi: Colchicum autumnale var. bivonae (Guss.)
Fiori, Colchicum amabile Heldr., Colchicum bowlesianum
B. L. Burtt., Colchicum busambarense Lojac., Colchicum
latifolium Sm., Colchicum pulchrum Herb. ex Baker,
Colchicum sibthorpii Baker, Colchicum tuntasium Heldr.,
Colchicum variegatum Biv., nom. illeg., Colchicum
variopictum Janka.
• Nome comune italiano: Il nome scientifico della
pianta è dovuto alla Colchide, un regno dell’antichità sul
Mar Nero, dove è stata trovata per la prima volta. Colchico.
• Descrizione sistemica: Bulbo 2,5-5 x 2,5-4 cm, ovato. Tunica marrone scuro, coriacea o subcoriaceo, con collo lungo. Foglie (4-)5-9, fino a 25 cm x 8-13 mm, sviluppate dopo l’antesi, lineari-lanceolate o solo lanceolate,
da acute a ottuse, glabre. Fiori 1-6, perianzi-segmenti
(40-)55-65 x 8-20 mm, intensamente tassellati, rosa tenue fino a intenso-viola, bianchi alla base, oblunghi fino
ad ampiamente ellittici, ottusi fino ad acuti. Filamenti
10-30 mm. Antere (5-)7-8(-11) mm, viola-nere oppure
-marroni. Polline gialla. Stili curvi all’apice. Stigmi lunghi-eretti. Capsula c. 40 mm, ovata. Fioritura da agosto
ad ottobre (-novembre). 2n = 36, 54, 90.
36
• Distribuzione geografica: Νel Mediterraneo Centrale e nel Sud della Penisola Balcanica. [AE(G) Bu Gr It
Ju Sa Si Tu(AE)]. Cresce nella maggioranza delle regioni
greche, ad eccezione della Creta, delle Cicladi e dell’Egeo
N. Nell’area dello studio è diffusa nelle zone montagnose
di Etolia-Acarnania, Acaia ed Elide e delle Isole Ionie.
• Usi farmaceutici: In passato i bulbi e i frutti del C. bivonae erano usati nel trattamento dell’asma, dei reumatismi, della dissenteria e della gotta.
• Composizione fitochimica: I bulbi del Colchicum
bivonae contengono alcuni alcaloidi caratteristici, i colchinoidi. La colchicina è stata approvata dall’US FDA per
il trattamento della gotta e della malattia periodica e ha
Colchicum bivonae Guss.: Fiori caratteristici.
un indice terapeutico stretto. La colchicina viene usate
anche nella riproduzione vegetale per la produzione di
ceppi poliploidi.
Cornus mas L.
Sp. Pl.: 117. 1753
• Famiglia: Cornaceae.
• Sinonimi: Macrocarpium mas (L.) Nakai, Cornus
erythrocarpa St.-Lag., Cornus flava Steud., Cornus
homerica Bubani, Cornus mascula L., Cornus nudiflora
Dumort., Cornus praecox Stokes, Cornus vernalis Salisb.,
Eukrania mascula (L.) Merr., Cornus mas var. oblongifolia
Jovan.
• Nome comune italiano: Corgnolo, Corniolo. La parola Cornus proviene dal latino “cornum” che significa “corno”. Il nome è dovuto al legno particolarmente resistente
alla rottura dei rappresentanti del genere Cornus.
• Descrizione sistemica: Arbusto o piccolo albero fino
a 8 m, con rami verdastri-gialli. Foglie 4-10 cm ovate oppure ellittiche, acute o acuminate, di colore grigio opaco
nella parte inferiore. Venature 3-5 coppie. Brattee 6-10
x 3-6 mm, decidue. Pedicello quasi uguale alle brattee.
Petali 2-2,5 mm, gialli. Frutto 12-15 mm, rosso.
Cornus mas L.: Ramo con frutti.
• Distribuzione geografica: Europa C., SE. fino all’Italia meridionale e la Francia centrale. Coltivato come
ornamentale e per i suoi frutti commestibili. [Al Au Be Bu
Cz Ga Ge Gr He Hu It Ju Rm Rs (W,K) Tu (Br)]. In Grecia si
trova nella Grecia continentale. Nell’area dello studio è
diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia ed Elide.
• Usi farmaceutici: La corteccia e i frutti sono astringenti, antipiretici e nutrienti. Il frutto astringente contribuisce al trattamento dei disturbi intestinali e della
febbre e viene anche usato contro il colera. I frutti e i fiori
sono utili contro la diarrea.
• Composizione fitochimica: Tannini in elevate concentrazioni. I frutti sono ricchi in antocianine e acido ursolico.
37
Crataegus monogyna Jacq.
Fl. Austriac. 3: 50. 1775
• Famiglia: Rosaceae.
• Sinonimi: Mespilus monogyna (Jacq.) All., Oxyacantha
monogyna (Jacq.) M. Roem., Crataegus oxyacantha subsp.
monogyna (Jacq.) Syme, Mespilus oxyacantha subsp.
monogyna (Jacq.) Čelak.
• Nome comune italiano: Biancospino, Azaruolo selvatico, Spino bianco.
• Descrizione sistemica: Arbusto o piccolo albero fino a
10 m. Spine 7-20 mm. Foglie da obovate a romboidali, cuneate, discolorate, lobi 3-7, oblunghe, acute oppure ottuse, intere oppure con dentatura sparsa vicine all’apice, estendendo la Ύ verso la venatura centrale, lobi solitamente aperti
e profondi, stipole intere, lanceolate-subulate. Fiori di 8-15
mm di diametro. Stilo 1. Frutti 6-10 mm, rosso scuro o chiaro, coronati da sepali deflessi che sono di solito leggermente
più lunghi che larghi. Nocciolo 1.
• Distribuzione geografica: Quasi in tutta l’Europa ad
eccezione dei limiti a Nord e ad Est. [In tutte le parte ad eccezione di Az Fa Is Rs (N, B, E)Sb].
38
• Usi farmaceutici: Il biancospino è un tonificante riconosciuto per il cuore e ha effetti benefici nei trattamenti di
molte malattie del cuore, compresa la tachicardia, l’aritmia,
l’insufficienza cardiaca e altre malattie degenerative del cuore. Studi clinici hanno dimostrato i suoi effetti. L’erba agisce
delicatamente al cuore in modo da provocare un battito leggermente più veloce, contribuendo così alla riduzione dello
sforzo al quale si sottopone il cuore. Inoltre, dilata le arterie migliorando la circolazione del sangue nell’organismo e
rafforza il muscolo cardiaco. Queste proprietà aiutano nella
terapia dell’aterosclerosi e regolano la pressione sanguigna.
Il Crataegus monogyna può incrementare la bassa pressione
del sangue ad un ritmo regolare e ridurre l’alta pressione per
evitare l’ipertensione. L’erba può offrire sollievo dall’angina
pectoris riducendo l’acido lattico responsabile per il dolore
al muscolo cardiaco. Inoltre, riduce la percentuale del colesterolo che è considerato responsabile per le cardiopatie. Il
biancospino è stato usato anche come agente spasmolitico
nel trattamento contro l’asma, la diarrea, in malattie della cistifellea nelle contrazioni dell’utero, nonché come calmante
contro l’insonnia. Le sue proprietà astringenti hanno effetti
Crataegus monogyna Jacq.: Rami con frutti.
benefici nel trattamento dell’edema, delle malattie dei reni
e del mal di gola. Il biancospino è stato usato nella Medicina
Cinese Tradizionale per la terapia dei disordini del sistema
digestivo, come la nausea, il vomito e la diarrea, nonché in
malattie cardiovascolari. Il Crataegus monogyna aiuta alla
digestione della carne e dei grassi attivando la produzione
di enzimi e di bile che sono necessari per la loro digestione.
Nella Medicina Cinese Tradizionale l’erba è somministrata
come infuso oppure polverizzato in forma di pillola.
• Composizione fitochimica: I componenti principali sono
i flavonoidi (rutina, iperoside, vitexina, Vitexin-2-ramnoside,
acetilvitexin-2’’-ramnoside e le relative preantocianidine.
Nella fioritura sono presenti i glicosidi del flavonolo, in particolare sotto forma di iperoside, spiroside e rutina. I derivati
principali dei flavonoidi nelle foglie sono l’epicatechina (epicatecolo) o/e la catechina (catecolo), nonché le relative preantocianidine che si formano dalla condensazione di 2-8 monomeri di tali catechine, insieme a procianidine oligomeriche.
È stata individuata anche presenza di acidi fenolici semplici
(p.es. acido clorogenico e caffeico). Tra i componenti principali
sono compresi anche sostanze non fenoliche, come triterpeni pentaciclici (acido ursolico e oleico) e il derivato 2-idrossi
dell’acido oleico, noto come acido crategolico.
Crocus boryi J. Gay
Bull. Sci. Nat. Géol. 25: 320. 1831
• Famiglia: Iridaceae
• Sinonimi: Crocus boryanus Herb., nom. superfl.,
Crocus laevigatus subsp. boryi (J. Gay) K. Richt., Crocus
boryanus var. cephalonensis Herb., Crocus laevigatus
var. boryi (J. Gay) Nyman, Crocus cretensis Körn., Crocus
ionicus Herb., Crocus marathonisius Heldr., Crocus boryi
subsp. cretensis (Körn.) Nyman.
• Nome comune italiano: Zafferano di Bory [nome in
onore del naturalista francese J.B. M. Bory de St Vincent
(1780-1846)].
• Descrizione sistemica: Bulbi ovoidi, di 0,8-2 cm di
diametro. Tuniche soffici come carta, separati alla base
in molte fibre parallele longitudinali. Catafilli 3-4, membranosi, bianchi, verdi con venature all’apice. Foglie 3-9,
da molto più corte a molto più lunghe dei fiori, all’antesi,
1-3,5 mm di larghezza, verdi scure, glabre oppure sparsamente cigliate. Profilli assenti. Brattee e bratteoli più
o meno uguali, verdastri all’apice. Fiori autunnali, 1-4,
crema-bianchi, alcune volte con venature leggermente
a rilievo o viola nella parte esterna. Collo del fiore giallo
intenso, glabro o leggermente pappiloso. Tubo perianzio
5-15 cm, bianco o raramente con venature viola a rilievo.
Segmenti ellittici o obovati, (1,5) 2,5-5 x 0,6-2,3 mm, da
ottusi a arrotondati. Filamenti 3-7 mm, gialli, pappilosi.
Antere 7-17 mm, bianche. Stili ramificati, di colore arancione o rossastro. Capsula quasi sferica e generalmente
ellissoide, 0,5-1 x 0,5-0,6 cm. Seme quasi sferico, diametro 3 mm., rossiccio-marrone, rugoso.
• Distribuzione geografica: Grecia S. e O., da Corfù
(Isole Ionie) e più a Sud, in Peloponneso, nella Creta SE,
nell’Egeo S. [Cr Gr. : Uliveti, pendii rocciosi e boschetti].
• Usi farmaceutici: simili allo Zafferano (C. sativus).
Generalmente, dall’uso continuo dei diversi componenti dello zafferano per millenni nella farmaceutica, sono
stati proposti più di 90 usi specifici. Sono stati attribuiti
effetti benefici contro l’asma, le infezioni oculari, i disturbi del ciclo mestruale delle donne, la depressione, l’in-
Crocus boryi J. Gay: Fiori caratteristici.
vecchiamento e i disturbi del sistema circolatorio, mentre
è stato usato anche come analgesico, digestivo, lenitivo,
trombolitico e abortivo. Le proprietà dello Zafferano erano note agli antichi Greci che lo usavano contro l’insonnia
e per gli effetti sgradevoli dell’intossicazione da vino.
Inoltre era anche noto il suo uso come profumante nelle
terme, ma anche come afrodisiaco.
• Composizione fitochimica: Gli stili contengono crochine (carotenoidi caratteristici), flavonoidi ed essenza
ricca in aldeidi monoterpenici.
• Altri taxa del genere Crocus con proprietà ed effetti
simili esistenti nell’area dello studio sono: Crocus cancellatus subsp. mazziaricus (Yugoslavia S., Grecia, Turchia S.
e O.), Crocus niveus (Grecia S.).
39
Cynara scolymus L.
Sp. Pl.: 827. 1753
• Famiglia: Asteraceae.
• Sinonimi: Cynara cardunculus subsp. scolymus (L.)
Hegi.
• Nome comune italiano: Carciofo.
• Descrizione sistemica: Fusto fino a 200 cm, quasi
glabro. Foglie fino a 80 x 40 cm, quasi glabre nella superficie superiore e grigie tomentose in quella inferiore,
con ampi margini inermi o spinosi. Involucro 60-70 x 7080 mm con brattee carnose con segmento apicale piano.
Mucrone 15-40 x 12-35 mm, da ovato a triangolare, troncato, appuntito o auricolato- troncato.
• Distribuzione geografica: È ampiamente coltivato
in grande scala nell’Europa Meridionale, Occidentale e
Centrale, nonché in altre zone, dato che i capolini giovani
sono commestibili. [Au Be Co Cr Cz Ga Gr He Ho Hs It Ju Lu
Rm Rs (W) Sa Si].
• Usi farmaceutici: Viene usato nella medicina. Contiene cinarina, per la quale è stato dimostrato che riduce in
modo significativo il livello del colesterolo e dei trigliceridi nell’organismo, Studi universitari hanno dimostrato
che stimola le secrezione di bile ed è usata nel trattamento dell’insufficienza del fegato e della digestione problematica. Inoltra è ritenuta benefica per l’arteriosclerosi, i
reumatismi, il prurito e l’atonia.
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• Composizione fitochimica: Costituisce fonte di fibre
dietetiche, rame, magnesio, calcio, fosforo, manganese,
ferro, vitamina Κ, vitamina C, tutte le vitamine del gruppo Β e potassio. Contiene anche flavoonoidi.
Cynara scolymus L.: Aspetto della pianta.
Cynodon dactylon (L.) Pers.
Syn. Pl. 1: 85. 1805
• Famiglia: Poaceae.
• Sinonimi: Panicum dactylon L., Cynodon glabratus
Steud., Dactylon officinale Vill.
• Nome comune italiano: Gramigna rossa, Capriola,
Dente di cane, Ramigna.
• Descrizione sistemica: Si sviluppa orizzontalmente
con stoloni e rizomi striscianti. Fusti fino a 30 cm. Foglie
fino a 6 cm., lineari- lanceolate, lamina canalicolata e
cigliata. Stelo 1-5 cm. Spighette 2 mm., quasi senza picciolo poste sulla rachide. Brattee lineari-lanceolate, spesso purpuree. Gluma a forma di barchetta, villosa sulla
carena e sui margini. Peduncoli dell’infiorescenza glabri,
allungati. 2n = 36, 40.
• Distribuzione geografica: Europa O., S., SE. e EC. [Gr
He Ho Hs Hu It Ju Lu RmRs (C, W, K, E) Sa Si Tu (Ge)].
• Usi farmaceutici: Riferimenti di proprietà antisettiche, purgative, astringenti, lenitive, purificanti del sangue, diuretiche, emollienti, sudorifere e terapeutiche per
le ferire. Il decotto della radice viene usato come diuretico nel trattamento contro l’idrope e la sifilide. L’infuso
della radice è usato nel trattamento per le emorroidi. Il
succo estratto dalla pianta, come astringente, è usato
esternamente per la cicatrizzazione delle ferite e dei tagli, è diuretico ed è usato per il trattamento dell’idrope e
della disforia toracica. Miscelato a polvere di garofano
(Syzygium aromaticum) è usato come antielmintico. Internamente è usato per il trattamento della diarrea cronica e della dissenteria. È utile anche nel catarro oculare.
Il succo delle foglie è usato in casi di isteria, epilessia e di
infermità mentale. In base alla medicina popolare è usato in generale per la disforia toracica, il cancro, i foruncoli,
gli spasmi, la tosse, i crampi, la cistite, la diarrea, l’idrope,
la dissenteria, l’epilessia, il mal di testa, le emorroidi, l’ipertensione, l’isteria, l’infermità mentale, il morbillo, la
rosolia, i morsi dei serpenti, le ulcere, i tumori, le disfunzioni urogenitali, la verruca e le ferite.
Cynodon dactylon (L.) Pers.: Aspetto della pianta in natura.
• Composizione fitochimica: La pianta contiene il
polisaccaride triticina (3-8%), che assomiglia all’inulina,
sostanza gommosa (10%), polialcool, quantità minime
di essenza e glucosidi di vanillina.
41
Cynoglossum officinale L.
Sp. Pl.: 134. 1753
• Famiglia: Boraginaceae.
• Sinonimi: Cynoglossum castellanum Pau,
Cynoglossum officinale var. corsicum Brand.
• Nome comune italiano: Lingua di cane, Erba vellutina.
• Descrizione sistemica: Biennale. Fusto (20-)30-60(90) cm, irsuto. Foglie del fusto da oblunghe a lanceolate,
le inferiori a picciolo corto, le medie larghe (10-)16-25
(-30) mm, senza picciolo fino a amplessicauli, con peluria
corta e soffice su tutte le superfici. Infiorescenze senza
brattee (raramente con brattee alla base). I lobi del calice
fino a 4 mm, ovoidi, irsuti. Corolla 5-6 mm, viola chiaro,
tubo cilindrico, lembo più corto del tubo. Stami inseriti
nella parte superiore del tubo. Frutti di 5-8 mm di diametro, ovoidi, bordo distinto, facciata esterna con glochidi
densi. 2n = 24, 48.
• Distribuzione geografica: Nella maggior parte
dell’Europa ad eccezione delle zone estreme del Nord e
del Sud. [Al Au Be Br Bu Co Cz Da Fe Ga Ge Gr Hb He Ho Hs
Hu It Ju No Po Rm Rs (B, C, W, K, E) Sa Su].
42
• Usi farmaceutici: L’uso tradizionale della pianta come
erba ha una lunga storia, nonostante nei nostri giorni
non viene usata raramente nell’erboristeria. Le foglie
contengono allantoina, un sostanza attiva ce accelera il
processo di guarigione dell’organismo. La pianta è stata
usata per via orale nel trattamento della tosse e della
diarrea, anche se ormai si usa principalmente come impiastro per le emorroidi, le ferite, piccoli traumi e morsi.
Comunque deve essere usata con particolare attenzione, dato che sono stati riferiti effetti narcotici in caso di
somministrazione a dosi elevate e la pianta è considerata
potenzialmente cancerogena (anche se è stata usata nel
trattamento contro il cancro). Le foglie e le radici hanno
effetto analgesico, antiemorroidico, spasmolitico, astringente, digestivo, emulsionante e leggermente narcotico.
La pianta contiene gli alcaloidi cinoglossina e consolidina
che hanno un uso farmaceutico antidolorifico. Inibiscono
Cynoglossum officinale L.: La parte superiore della pianta con le
infiorescenze.
il sistema nervoso e sono anche potenzialmente cancerogeni.
• Composizione fitochimica: La pianta è ricca in alcaloidi. Le parti aeree della pianta possono contenere alcaloidi pirrolizidinici fino al 1,5%. Nelle parti aeree è stata
identificata anche l’allantoina.
Digitalis grandiflora Mill.
Gard. Dict., ed. 8: no. 4, Corr. 1768
• Famiglia: Scrophulariaceae.
•Sinonimi: Digitalis ambigua Murray.
• Nome comune italiano: Digitale gialla grande, Digitale a grandi fiori.
• Descrizione sistemica: Biennale o perenne, altezza
(30-)60-100 cm. Foglie 70-250 x 20-60 mm, ovoidi- lanceolate, a margine seghettato, di solito glabre e verdi
lucidi nella parte superiore, sparsamente pubescenti in
quella inferiore. Lobi del calice lanceolati acuti. Corolla
40-50 mm, gialla. 2n= 56.
• Distribuzione geografica: Nelle foreste, in Europa E.
e C., verso Nord fino all’Estonia e a Sud fino alla Grecia
N., si estende ad Occidente verso il Belgio e la Francia SC.
[Al Au Be Bu Cz Ga Ge Gr He Hu It Ju Po Rm Rs (B, C, W, E)
Tu]. Nell’area dello studio, diffusa in burroni e ai margini
delle strade dai 700-1400 m. Diffusa principalmente ad
Ioannina e Arta.
Digitalis grandiflora Mill.: Foto della pianta in natura.
• Usi farmaceutici: Ha proprietà tonificanti per il cuore
e il sistema nervoso. I suoi ingredienti hanno effetti benefici per i cardiopatici. Oggi è disponibile al commercio
il prodotto digoxin ampiamente somministrato in casi di
insufficienza cardiaca e aritmia. Le foglie vengono raccolte poco prima dell’antesi e vengono usate per la produzione di medicinali tonificanti cardiaci. Negli ultimi anni
si studiano le proprietà anticancerogene della digitale.
• Composizione fitochimica: Le foglie della Digitale
contengono glucossidi, come digitalina, digitossina e altre. Contengono inoltre saponine, flavonoidi, acidi, colina
ecc. Tutta la pianta contiene 63 glucossidi classificati in 5
gruppi.
43
Dracunculus vulgaris Schott
in Schott & Endlicher, Melet. Bot.: 17. 1832
• Famiglia: Araceae.
• Sinonimi: Arum dracunculus L., Aron dracunculum (L.)
St.-Lag., Dracunculus dracunculus (L.) Voss, des. inval.,
Dracunculus spadiceus Raf., nom. illeg., Arum guttatum
Salisb., Dracunculus creticus Schott, Dracunculus major
Garsault, des. inval., Dracunculus polyphyllus Blume,
nom. illeg., Dracunculus vulgaris subsp. creticus (Schott)
K. Richt., Dracunculus vulgaris var. creticus (Schott)
Nyman, Dracunculus vulgaris var. elongatus Engl.,
Dracunculus vulgaris var. laevigatus Engl.
• Nome comune italiano: Dragonea, Dragonzio, Erba
Serpentaria.
• Descrizione sistemica: Pianta fino a 100 cm. Foglie
15-20 x 25-35 cm, con contorno più o meno reniforme.
Segmenti 9-15, ellittici o oblunghi-lanceolati, acuti.
Picciolo a base avvolta lunga e larga, con macchie viola
scure, nascondente la base del fusto, dando l’impressione che alcune foglie sono cauline. Spata 20-40 (-55) cm,
glabra, con la parte inferiore verdastra e quella superiore
marrone scuro-viola. La parte superiore lanceolata, eretta. Margini ondulati. Spadice con zone maschili e femminili quasi contigue. Pochi fiori sterili, a volte assenti. Appendice a ceppo corto pallido, il resto viola scuro. Bacche
arancioni-rosse. 2n = 32.
44
• Distribuzione geografica: Parte E. e C. del Mediterraneo. Diffusa in Bulgaria S., coltivata ma anche naturalizzata in molte altre parti. [Al Bu Co Cr Gr It Ju Sa Si (Ga
?Hs Lu)].
• Usi farmaceutici: Diverse parti della pianta sono
state usate fin dall’antichità come antidoto per il veleno
dei serpenti. Gli antichi credevano che lo strofinamento
della radice nelle mani forniva protezione dai morsi dei
serpenti e proteggevano il formaggio dalla putrefazione
avvolgendolo nella pianta. Le foglie sminuzzate della
Dragonea venivano usate come compresse sulle ferite,
uso al quale è dovuto il bome “break root”, ossia per il
trattamento e la cicatrizzazione delle fratture. Il “succo”
Dracunculus vulgaris Schott : Foto della pianta in natura.
della radice (con olio) veniva somministrato in gocce nelle orecchie delle persone che soffrivano di dolore nelle
orecchie. I tuberi sono stati usati esternamente nel trattamento contro i reumatismi. La radice della Dragonea
è descritta da Dioscoride come espettorante in forma di
decotto o fresca, essiccata o in soluzione. È stata usata
spesso come medicinale contro le malattie polmonari.
Per tale motivo ha preso il nome di “erba del polmone”.
Dioscoride riferisce le proprietà abortive delle radici di
Dracunculus e ci sono parecchi riferimenti al suo uso contro i tumori maligni. I frutti con i semi sono usati per via
orale per il trattamento delle emorroidi, anche sono noti
i suoi effetti tossici.
• Composizione fitochimica: Le foglie e i tuberi del
genere Dracunculus contengono saponine e alcaloidi
della Coniina, tannini, flavonoidi e cumarine. Nei semi
sono state individuate tracce di acidi fenilici-grassi.
Drimia numidica (Jord. & Fourr.) J.C. Manning & Goldblatt
Endiburg J. Bot. 60: 533-568 (2004)
• Famiglia: Hyacinthaceae.
• Sinonimi: Urginea maritima (L.) Baker, Drimia
maritima (L.) Stearn, Scilla maritima L.
• Nome comune italiano: Scilla Marittima, Cipolla
Marina.
• Descrizione sistemica: Bulbo di 5-15 cm di diametro. Fusto 50-150 cm. Foglie 30-100 cm x 30-100 mm,
oblunghe-lanceolate, intere che appaiono prima dei fiori. Infiorescenza in racemo lungo e denso con più di 50
fiori, brattee speronate, spesso effimere, più corte dei
peduncoli, peduncoli 10-30 mm, più o meno eretti. Perianzio 6-8 mm, oblungo, biancastro, con un nervo verde
o purpureo in centro. Antere c. 2,5 mm. Stilo di lunghezza
uguale afgli stami. 2n = 20, 30, 40, 60, 64.
• Distribuzione geografica: In terreni sabbiosi e rocciosi, accanto al mare. Nell’area mediterranea fino al Portogallo. [Al Bl Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Sa Si].
• Usi farmaceutici: I bulbi sono stati ampiamente
usati per la loro azione benefica per il cuore nonché per
le loro proprietà stimolanti, espettoranti e diuretiche. I
bulbi freschi sono più efficaci in confronto agli essiccati,
contengono però un succo gommoso che può provocare infiammazioni alla pelle. I bulbi essiccati in dosi elevate hanno un azione stimolante per il cuore, diuretica
ed emetica, nonché proprietà espettoranti. Usata internamente per il trattamento della bronchite, dell’asma,
della tosse e dell’edema ed è usata come surrogato della
Digitale nelle terapie delle disfunzioni cardiache. Il bulbo viene raccolto in inverno, spezzettato ed essiccato per
uso futuro. Esternamente il bulbo viene usato per il trattamento contro la forfora e della seborrea.
• Composizione fitochimica: Contiene sostanza gommosa (4-11%), flavonoidi, terpeni e diversi glucossidi
cardiaci (bufadienolide).
Drimia numidica (Jord. & Fourr.) J.C. Manning & Goldblatt:
Primo piano dell’infiorescenza.
45
Ephedra nebrodensis Guss. subsp. procera (Fischer & C.A. Meyer) K. Richter
Pl. Eur. 1: 8. 1890
• Famiglia: Ephedraceae.
• Sinonimi: Ephedra procera C. A. Mey., Ephedra
nebrodensis subsp. procera (C. A. Mey.) K. Richt.,
Ephedra major var. procera (C. A. Mey.) Hayek, Ephedra
nebrodensis var. procera (C. A. Mey.) Stapf, Ephedra
procera var. chrysocarpa C. A. Mey., Ephedra procera var.
erythrocarpa C. A. Mey.
• Nome comune italiano: Efedra.
• Descrizione sistemica: Dioico. Arbusto, altezza fino a
2 m, con 1 tronco-come fusto. Rami piccoli 0,7-1 (,2 -1)
larghezza mm. Strobilo maschile sessile, globoso, con
2-4 coppie di fiori. Fiori con 6-8 microsporangi. Strobili
femminili con picciolo piccolo, con 1 fiore. Tubo dell’involucro 0, 6-1 mm, diritto. Frutti ad 1 seme, seme emergente. Rami ragolari. Strobili femminili con brattee interne
unite per c. ½ della loro lunghezza.
• Distribuzione geografica: Area del Mediterraneo.
Zone montagnose della Penisola Balcanica S., Turchia,
Cipro, Caucaso, Iran e Himalaia. Montagne della Grecia e
della Yugoslavia S. In Grecia è spontanea e diffusa principalmente sulle montagne. Nell’area dello studio è diffusa
in Etolia-Acarnania, Acaia ed Elide.
46
• Usi farmaceutici: I membri del genere contengono
alcaloidi (principalmente efedrina) e vengono usati ampiamente in preparati per il trattamento dell’asma e del
catarro. L’intera pianta può essere usata in concentrazioni
minori in confronto ai costituenti isolati e, al contrario
dell’uso dell’efedrina isolata, l’utilizzo dell’intera pianta
raramente provoca effetti collaterali. I piccioli vengono
usati per la loro proprietà di dilatare i vasi bronchiali,
sono tonificanti per il cuore e il sistema nervoso centrale, sudoriferi, diuretici, antipiretici, ipertensivi, rilassanti, toracici, stimolanti, vasocostrittori e vasodilatatori.
Vengono somministrati per via orale per il trattamento
dell’asma, della rinite allergica e di altre patologie allergiche. In combinazione con altre erbe è utile per il
trattamento di un ampio spettro di disturbi. Le erbe che
Ephedra nebrodensis Guss. subsp. Procera:
Rami con frutti.
contengono efedrina vengono usate in integratori per il
miglioramento delle prestazioni e dietetici, ma tale useo
è stato vietato negli ultimi dieci anni.
• Composizione fitochimica: Gli alcaloidi sono i
componenti bioattivi principali, con l’efedrina il più importante. L’erba contiene inoltre flavonoidi e glucossidi
fenolici.
• Proprietà ed effetti simili hanno anche altri taxa del
genere Ephedra: Ephedra distachya L. (da Europa S. ad
Asia N.), Ephedra foeminea Forssk. (Mediterraneo E.),
Ephedra major Host. (Mediterraneo).
Eryngium amethystinum L.
Sp. Pl.: 233. 1753
• Famiglia: Apiaceae.
• Sinonimi: Nessuno.
• Nome comune italiano: Calcatreppola Ametistina,
Eringio ametistino.
• Descrizione sistemica: Perenne. Fusti 20-40 cm,
eretti. Foglie basali generalmente persistenti, coriacee,
lamina fogliare 10-15 cm, obovata, palmata superiormente e pennatosetta inferiormente i segmenti 2- o 3palmate con segmenti lineari-lanceolati, spinosi-dentellati. Peduncoli con ampie ali. Infiorescenza solitamente
azzurrognola, a cilindrica a corimbiforme, di solito con
numerosi capolini picciolati sferoidi o ovoidi 1-2 cm.
Brattee 2-5 cm, 5-9 lineari-lanceolate, con 1-4 coppie
di spine. Brattee piccole intere oppure 3-appuntite. Sepali 1,5-2,5 mm ovoidi-lanceolati, mucronati. Frutto con
squame sparse.
Eryngium amethystinum L.: Foto della pianta in natura.
• Distribuzione geografica: In località aride. Diffusa
nella Penisola Balcanica, nell’area dell’Egeo, in Italia e in
Sicilia. [Al ? Bu Cr Gr It Ju Si].
• Usi farmaceutici: Viene usato come diuretico e stimolante e per migliorare l’appetito, grazie alle essenze e ai
componenti bioattivi che contiene.
• Composizione fitochimica: La radice contiene monoterpeni, saponine, fenolici, acetileni ed altre sostanze.
47
Euphorbia characias L. subsp. wulfenii (W. D. J. Koch) Radcl.-Sm.,
Repert. Spec. Nov. Regni Veg. 79: 55. 1968
• Famiglia: Euphorbiaceae.
• Sinonimi: Euphorbia wulfenii Hoppe ex W. D. J. Koch,
Tithymalus wulfenii (Hoppe ex W. D. J. Koch) Soják, Euphorbia
lycia Boiss., Euphorbia melapetala Gasp. ex Guss., Euphorbia
messeniaca Heldr. ex Halácsy, nom. illeg., Euphorbia
sibthorpii Boiss., Tithymalus melapetalus (Gasp. ex Guss.)
Klotzsch & Garcke, Tithymalus sibthorpii (Boiss.) Soják.
• Nome comune italiano: Euforbia cespugliosa.
• Descrizione sistemica: Densamente tomentosa, raramente glabrescente, glauca, cespitosa, perenne, alcune
volte con fusti biennali fino a 180 cm, con 13-30(-40) raggi
ascellari. Foglie (14-)30-130 x 4-10(-17) mm lineari fino a
oblanceolate o occasionalmente obovate, intere. Le fogli
del primo anno di sviluppo sono solitamente più grandi di
quelle del secondo. Foglie dei raggi come le cauline. Foglie
dei piccoli raggi suborbicolari-deltoidi, di solito connate in
coppie alla base. Raggi 10-20, di solito doppi, ma anche fino
a 4 volte dicotome. Ghiandole variabili. Capsula 4-7 x 5-6
mm, profondamente solcata, piana, densamente pelosa.
Semi 2,5-3,8 cm, ovati, argento-grigio. Fusti fino a 180 cm.
Ghiandole gialle.
• Distribuzione geografica: Area del Mediterraneo Est.
Terreni aridi, abbastanza aperti. In Grecia cresce spontaneamente ed θ diffusa nella Grecia continentale e nelle isole.
Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, Cefalonia e Zante.
48
• Usi farmaceutici: I taxa del genere Euphorbia sono usati
frequentemente nel trattamento contro la bronchite e i problemi dovuti all’asma. Inoltre, sono considerati benefici contro i sintomi dei raffreddori e dell’influenza. Le foglie della
pianta sono utili nel trattamento delle irritazioni della pella.
Il latice, anche se velenoso, θ stato usato come medicinale
vegetale tradizionale contro i problemi della pelle, come le
verruche e i tumori. L’infuso dai fiori macinati è considerato
benefico contro diverse infezioni oculari e infiammazioni
come la congiuntivite. La pianta è considerata benefica contro la febbre rompiossa, aiutando la produzione di piastrine,
mentre può essere usata anche per la terapia contro i morsi
Euphorbia characias L. subsp. wulfenii:
Aspetto caratteristico della pianta.
dei serpenti. Θ nota per le sue proprietà antielmintiche e
può essere usata contro i vermi e altri organismi parassitici.
Si ritiene che aiuta alla produzione del latte nelle donne che
allattano. Può essere usato nei trattamenti contro le malattie veneree, come la gonorrea, mentre è utile anche nel trattamento contro l’impotenza, l’eiaculazione precoce ed altri
disturbi sessuali. Dalla radice può essere prodotta una poltiglia utilizzata contro i dolori stomachici. Comunque, deve
essere usata solamente nelle dosi consigliate, diversamente
può provocare il vomito. Si ritiene che ha azione antivirali ed
è stata usata contro la dissenteria e i sintomi della diarrea.
• Composizione fitochimica: Nell’Euphorbia sono state
individuate quasi tutte le categorie delle composizioni fitochimiche. Oltre i flavonoidi e i tannini che sono ampiamente
diffusi, l’Euphorbia characias contiene una grande varietà di
terpenoidi. I diterpenoidi sono abbondanti nel latice e nelle
radici. Sono stati individuati inoltre triterpenoidi e fitosteroli. Il latice contiene composti complessi di cerebrosidi, lectine con azione emoagglutinante e diversi enzimi come perossidasi, amminoossidasi, enzimi lipolitici, metalloproteine
della pirofosfatasi/fosfodiesterasi dei nucleootidi. L’essenza
contiene più di 60 composti diversi.
Foeniculum vulgare Mill.
Gard. Dict., ed. 8: no. 1. 1768
• Famiglia: Apiaceae/ Umbeliferae.
• Sinonimi: Anethum piperitum Ucria, Foeniculum
azoricum Mill., Foeniculum dulce Mill., Foeniculum
giganteum Lojac., Foeniculum subinodorum Maire &
al., Foeniculum vulgare subsp. capillaceum Holmboe,
Foeniculum vulgare subsp. piperitum (Ucria) Cout.,
Foeniculum vulgare subsp. subinodorum (Maire & al.)
Ibn Tattou, Foeniculum vulgare var. azoricum (Mill.)
Thell.
• Nome comune italiano: Finocchio, Finocchio Selvatico. Il nome comune greco, marathos, come pure la zona
della storica Battaglia di Maratona e la corsa omonima,
provengono secondo la bibliografia da una pianura con
finocchio. Nella mitologia greca, Prometeo ha usato un
gambo di finocchio per rubare il fuoco dagli dei.
• Descrizione sistemica: Pianta perenne o biennale,
glabra, glauca, fino a 250 cm. Fusto striato, lucido, crescendo diventa cavo. Foglie più o meno esternamente
triangolari, lobi di solito 5-50 mm, filiformi, acuminati,
cartilaginei all’apice, di solito larghi e non disposti sullo
stesso livello. Piccioli delle foglie superiori di solito 3-6
cm. Raggi 4-30. Brattee e pinnule di solito assenti. Frutto
4-10,5 mm, oblungo-ovoide. Scanalature laterali leggermente più sporgenti di quelle dorsali.
• Distribuzione geografica: Spontanea nelle coste del
Mediterraneo, ma ampiamente naturalizzato in molte altre parti del mondo. Diffusa nella maggior parte dei paesi dell’Europa, ad eccezione del Nord, ma probabilmente
nativo soltanto a S. e a O. [Al Az Bl *Br Bu Co Cr Ga Gr *Hb
Hs It Ju Lu Sa Si Tu (Au Be Cz Ge He Ho Hu Po Rm Rs -C,
W, E, K-)].
• Usi farmaceutici: L’uso farmaceutico del Finocchio è
dovuto all’azione spasmolitica, mucolitica, espettorante
e antibatterica della sua essenza. L’essenza del Finocchio
che viene usata è prodotta attraverso distillazione a vapore. L’essenza contiene elevate quantità di anetolo che
agisce come estrogeno vegetale spiegando così alcuni
Foeniculum vulgare: Semi.
degli usi del Finocchio. L’Agenzia Europea per i Medicinali
(EMA), riconoscendo l’uso radicato come prodotto fitoterapico, permette l’uso dei semi (frutti) come prodotto
farmaceutico vegetale tradizionale per il trattamento:
1) dei disturbi minori da spasmi del sistema gastrointestinale, come la flatulenza, 2) degli spasmi associati alle
mestruazioni, e 3) come espettorante per la tosse. L’EMA
comunque ha stabilito che l’essenza del finocchio amaro
può essere usato solamente come espettorante.
• Composizione fitochimica: I semi del finocchio
amaro sono caratterizzati dall’elevato contenuto di essenza. L’essenza del finocchio amaro contiene più del
60% anetolo e 15% fencone e meno del 5% estragolo,
mentre l’essenza del finocchio dolce contiene più del
80% anetolo e meno del 7.5% fencone e 15% estragolo
(Farmacopea Europea). I semi polverizzati perdono gradualmente i loro componenti volatili con il passare del
tempo. I semi contengono inoltre glicosidi monoterpenici idrosolubili e composti aromatici, nonché altre sostanze, come proteine, cellulosa, lignina, pectine, trigliceridi,
cere, fosfolipidi, fitosteroli (p.es. β-sitosterolo e stigmasterolo), flavonoidi, idrossicumarine, furanocumarine e
vitamine (tocoferolo e tocotrienolo).
49
Fumaria officinalis L. subsp. officinalis
Sp. Pl. : 700. 1753
• Famiglia: Fumariaceae.
• Sinonimi: Nessuno.
• Nome comune italiano: Fumaria, Fumosa, Fumosterno.
• Descrizione sistemica: Pianta erbacea annuale dal
sapore amaro. Fusti corti 10-25 cm di lunghezza, verdi.
Foglie alternate, profondamente incise, senza stipole con
picciolo lungo. Opposte alle foglie si trovano le infiorescenze racemiche, costituite da 20-30 piccoli fiori di colore intenso rosa. I fiori hanno un calice con due sepali dentati, più corti della corolla che cadono presto. La corolla è
costituita da 4 petali. I due 2 interni sono uniti insieme
all’apice. I 2 esterni sono liberi e quello superiore ha uno
sperone posteriore, mentre quello inferiore è semplice.
Frutto achenio ad 1 seme.
• Distribuzione geografica: Specie cosmopolita diffusa nell’area del Mediterraneo.
50
• Usi farmaceutici: È stato particolarmente apprezzato,
almeno durante il periodo romano, per le sue proprietà
tonificanti, nonché per l’azione purificante per il sangue.
Viene usata per il trattamento di tutti i disturbi intestinali, specialmente contro i disturbi del fegato, nel scorbuto,
nelle malattie dermatologiche, specialmente contro l’eczema (uso interno ed esterno). La pianta ha azione spasmolitica, purgativa, colagoga, leggermente sudorifera,
diuretica e tonificante, La pianta viene raccolta quando
inizia l’antesi nell’estate, e può essere usata fresca o essiccata per uso futuro. Il suo uso richiede attenzione, dato
che la dose eccessiva ha azione sonnifera e sedativa, specialmente se assunta per più di 8 giorni.
• Composizione fitochimica: Contiene alcaloidi, acido fumarico, mucillagine, sali minerali e vitamine.
Fumaria officinalis L. subsp. officinalis: Infiorescenze.
Glycyrrhiza glabra L.
Sp. Pl.: 742. 1753
• Famiglia: Leguminasae.
• Sinonimi: Glycyrrhiza glandulifera Waldst. & Kit.
(provisional), Glycyrrhiza hirsuta Pall., Glycyrrhiza
pallida Boiss. & Noë, Glycyrrhiza violacea Boiss. & Noë,
Glycyrrhiza glabra subsp. glandulifera (Waldst. & Kit.)
Ponert.
• Nome comune italiano: Liquirizia, Regolizia, Glicirriza.
• Descrizione sistemica: Fusto 50-100 cm. Fusti e
piccioli pubescenti, alcune volte scabri. Pinnule 9-17, 2040(-55) mm, ellittiche, ovate o oblunghe, ottuse, alcune
volte mucronate e spesso viscide. L’infiorescenza (racemo) supera le foglie almeno durante l’antesi, è cascante
e oblunga. Corolla 8-12 mm. Legumi fino a 30 mm, lienari-oblunghi, compressi, diritti, con suture lineari, glabri
oppure setosi. Semi (2-) 3-5.
• Distribuzione geografica: Habitat aridi aperti. Europa S. e E. Coltivata e spesso naturalizzata. [Al Bu Cr *Ga
Gr *Hs It Ju Rm Rs (C, W, K, E) Sa Si Tu (Au Cz He Hu Lu)].
In Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa nella Grecia
continentale e nelle isole. Nell’area dello studio è diffusa
in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, Cefalonia e Zante.
• Usi farmaceutici: La liquirizia ha proprietà emollienti
ed espettoranti facilitando lo scioglimento e l’estrazione
del muco del catarro e di malattie delle vie respiratorie
superiori, mentre oggi viene usata in preparati per la
tosse. Sono state dimostrate le sue proprietà cicatrizzanti
per diverse ulcere, antinfiammatoria e leggera lassativa.
Ha azione di mineralcorticoidi a causa della presenza
dell’acido glicirrizico e del metabolita acido gliciritinico,
che è un inibitore del metabolismo del cortisolo. La liquirizia ha azione estrogena, è stata usata per la stabilizzazione del ciclo mestruale e come trattamento per disturbi dei polmoni e della milza. È combinata con altre erbe
per il trattamento della tosse, del raffreddore, del mal di
gola, dell’asma, dell’ulcera dello stomaco e del duodeno,
dell’epatite, dell’isteria, dell’intossicazione alimentare,
Glycyrrhiza glabra L.: Foto della pianta in natura.
dell’ipoglicemia, della bronchite, della colite, della diverticolite, della gastrite, di alcuni disturbi d’ansia e della
nausea. L’uso dei preparati di liquirizia senza saponine
sono stati riferiti per casi di stomatiti aftose (ulcerazioni
della bocca). Utilizzi utili sono stati descritti anche per il
trattamento della dermatite atopica.
• Composizione fitochimica: La radice della liquirizia
contiene saponine triterpeniche (4-20%), per la maggior
parte glicirrizina, una miscela di minerali del potassio e
del calcio e dell’acido glicirizzico (noto anche come acido glicirizzinico o glicoside dell’acido gliciritinico). Dalla
specie Glycyrrhiza sono stati isolati più di 300 flavonoidi.
Tali sostanze sono responsabili per il colore giallo della
liquirizia. Contiene anche cumarine, glicosidi fenolici,
gomme ecc.
51
Humulus lupulus L.
Sp. Pl.: 1028. 1753
• Famiglia: Cannabaceae.
• Sinonimi: Lupulus humulus, Cannabis lupulus,
Humulus vulgaris, Humulus americanus, Humulus
volubilis. Lupulus amarus.
• Nome comune italiano: Luppolo.
• Descrizione sistemica: Fusto fino a 6 m., ruvido con
peli deflessi. Foglie opposte, in linea generale ovate-cordate, di solito profonde a 3 o 5 lobi e intensamente dentate. Lobi acuminati. I fiori maschili c. 5 mm di diametro.
Infiorescenza femminile 15-20 mm. Fiori con brattee resistenti, ovate, acute, di colore verde chiaro. Infiorescenza
conica c. 30 mm. 2n = 20.
52
Humulus lupulus L.: Foto della pianta in natura.
• Distribuzione geografica: Nella maggioranza dei
paesi europei. [Tutti ad eccezione di Az Bl Cr Fa Is Sb]. In
Grecia è diffusa soprattutto nella parte Settentrionale e
sporadicamente nelle altre zone. Nell’area dello studio è
diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia ed Elide.
mi leggeri dello stress mentale e come coadiuvante del
sonno, basandosi esclusivamente al suo uso per moltissimi anni in Europa.
• Usi farmaceutici: Il Luppolo ha una lunga storia di
uso terapeutico dovuta principalmente alla sua azione
lenitiva, sedativa, tonificante e rilassante per il corpo e
la mente. Il sapore fortemente amaro è in gran parte responsabile della sua capacità di stimolare la digestione,
aumentando le secrezioni gastriche. La pianta femminile in fruttificazione ha proprietà analgesiche, antisettiche, spasmolitiche, diuretiche, antipiretiche, sonnifere,
tonificanti per i nervi, sedative, stomacoprotettive e tonificanti. I fiori del Luppolo sono usati per la preparazione di infusi oppure possono essere utilizzati per riempire
cuscini dove il peso della testa libera le essenze volatili.
Il frutto viene usato anche esternamente come impiastro per ulcere, esantemi, edemi dolorosi ecc. e si ritiene
benefico per il trattamento di tumori dolorosi. I capolini
femminili fioriti vengono raccolti in autunno per essere
usati freschi o essiccati. Un impiastro delle foglie è considerato utile nel trattamento della scrofola. L’Agenzia
Europea per i Medicinali ha approvato il Luppolo come
medicinale tradizionale di origine vegetale per i sinto-
• Composizione fitochimica: L’oleoresina (3% - 20%)
è costituita da diversi derivati floroglucinolici prenilati
chiamati “acidi amari”. Queste sostanze sono classificate
come “α-acidi” oppure come “β-acidi”. Gli α-acidi sono
considerati i componenti più importanti che determinano la qualità del Luppolo. Contribuiscono alla stabilità della schiuma e hanno proprietà antibatteriche,
mentre non hanno sapore amaro. Sapore amaro hanno
però i loro isomeri che si formano sotto varie condizioni. L’essenza è costituita (0,5-1,5%) principalmente da
alcani semplici ossidati, monoterpeni e sesquiterpeni.
Per quanto riguarda il valore economico tradizionale del
Luppolo, l’essenza volatile e gli acidi amari sono i componenti più importanti. Una terza categoria di composti
sono i flavonoidi (0,5-1,5%). Il fitoestrogeno principale
del Luppolo e il racemato (1:1) di 8-prenilnaringenina e
hopeina. Altri componenti del Luppolo sono aminoacidi
e proteine (15%), polisaccaridi (50-60%), minerali, acidi
fenolici come il caffeico e il clorogenico, lipidi e tannini
concentrati (2-4%).
Hypericum perforatum L. subsp. perforatum
Sp. Pl.: 785. 1753
• Famiglia: Hypericacae.
• Sinonimi: Hypericum noeanum Boiss., Hypericum
plasonii Formánek.
• Nome comune italiano: Iperico, Erba di San Giovanni,
Pilatro, Cacciadiavoli, Millebuchi, Erba dell´olio rosso, Erba
trona.
• Descrizione sistemica: Fusti 10-100 cm, eretti da base
rizomatosa decumbente, in 2 linee. Foglie (5-)8-30(-35)
mm, da ovate a lineari, sessili o subsessili, con venatura
reticolata invisibile e con numerose macchie trasparenti.
Sepali lanceolati o oblunghi a lineari, acuti ad acuminati o
terminanti ad una piccola spina, di solito interi, senza o con
poche macchie nere superficiali. Petali con poche macchie
nere marginali, certe volte anche con macchie o striature
superficiali nere. Capsula con nervature dorsali e nervature
laterali oblique o vesciche. 2n = 32 (? .48).
• Distribuzione geografica: In tutta l’Europa ad eccezione della parte Nord. [In tutte le parti ad eccezione di Fa
Is Sb].
• Usi farmaceutici: L’uso di tale pianta come medicinale vegetale per il trattamento di diversi disturbi interni ed
esterni risale all’epoca della Grecia Antica. Producevano
vino e lo usavano come antipiretico. Producevano olio che
era noto come “olio balsamico”. Il decotto dalle cime fiorite
della pianta era usato contro il catarro polmonare cronico,
l’asma, la tisi con espettorazione densa e il catarro della
ciste. L’infuso della pianta è stato usato contro l’idrope per
provocare diuresi. Decotti e tinture sono state usate per il
trattamento dell’ansia, della depressione, dell’insonnia,
delle emicranie e del mal di testa. Inoltre, sono stati usati
per diversi disturbi gastrointestinali, come la gastrite, le ulcere, l’indigestione, il catarro gastrointestinale, le malattie
gastrointestinali di origine nervosa, i dolori addominali,
le emorroidi e la diarrea, nonché per i disturbi del fegato
della cistifellea, l’enuresi notturna, i calcoli renali, l’incontinenza, come diuretico, contro il raffreddore comune e i
parassiti, come emenagogo, contro il diabete e i reumatismi. I preparati con oli vegetali costituiscono una terapia
diffusa contro le ferite, le ustioni, le ulcere dello stomaco,
Hypericum perforatum L ssp. perforatum: Fusti fioriti.
le emorroidi e contro diverse situazioni infiammatorie. Recenti studi hanno dimostrato l’efficacia di tale erba o dei
suoi componenti chimici nel trattamento di altre malattie,
compreso il cancro, i disturbi infiammatori, batterici e virali
e come fattore antiossidante e neuroprottetivo. L’Agenzia
Europea per i Medicinali (EMA), riconoscendo l’utilizzo tradizionale dell’Iperico, autorizza il suo uso come medicinale
vegetale per l’esaurimento nervoso temporaneo, la terapia
sintomatica delle infiammazioni della pelle minori e come
coadiuvante per la cicatrizzazione di piccole ferite, ma anche per la disforia gastrointestinale. Inoltre, in base ai dati
scientifici, l’EMA permette il suo uso come medicinale per
la depressione minore o moderata.
La specie Hypericum empetrifolium Willd. subsp. empetrifolium ha proprietà farmaceutiche simili.
• Composizione fitochimica: L’infuso dei fiori è un
liquido rosso contenente sostanze bioattive come: 0.064% naftodiantroni (ipericina, pseudoipericina), 0.2-4%
floroglucinoli (iperforina, antiperforina), 2-4% flavonoidi
(quercetina, iperoside, quercitrina, isoquercitrina, rutina,
kaempferolo, miricetina, amentoflavone), 6-15% procianidine e tannini (procianidina, catechina, polimeri della
catechina), fenilpropanoidi (acido caffeico, acido clorogenico) e una piccola quantità (0.01-0.25%) di essenza (terpeni, alcool).
53
Iris germanica L.
Sp. Pl. 38 (1753)
• Famiglia: Iridaceae.
• Sinonimi: Nessuno.
• Nome comune italiano: Giaggiolo Germanico, Giaggiolo Maggiore.
• Descrizione sistemica: Fusti 40-90 cm, irsuti, con
ramificazioni di almeno 5 cm di lunghezza nella metà superiore, i fiori inferiori chiaramente sporgenti dalle brattee, anche in fiori giovani. Foglie 30-70 cm x 20-35 mm,
alcune volte glauche, più o meno diritte. Fiori (3-) 4(-5),
di colore azzurro-viola o bianco con leggera sfumatura
azzurra. Piccioli molto corti. Spata 35-55 mm, appena
sporgente dal tubo dell’ipanzio, membranosa nella parte superiore 1/2-2/3, spesso con colore purpureo. Tubo
dell’ipanzio 17-25 mm., tepali esterni 55-90 x 40-60 mm,
cuneiformi-ovati, senza unghia distinta. Stendardi 55-90
x 45-60 mm ampiamente ellittici, con unghia corta rossa.
Semi piriformi, rugosi, rossi-marroni. 2n = 36, 44, 48.
• Distribuzione geografica: Ampiamente coltivata
come pianta ornamentale e per la produzione di profumi.
Naturalizzata nella maggioranza delle zone europee, ad
eccezione del Nord. Probabilmente spontanea nell’area
del Mediterraneo Est. [Al Au Az Be Bl Br Bu Co Cr Cz Da Ga
Ge *Gr He Hs Hu It Ju Lu Rm Rs (C, W, K, E) Sa Si].
54
• Usi farmaceutici: La radice ha azione diuretica, emetica, espettorante e leggermente purgativa. In base ad
altri rapporti, il succo della radice è benefico per il trattamento dell’idrope. In passato, parti della radice essiccate
venivano masticate durante la dentizione, uso che è stato
abbandonato per motivi d’igiene.
• Composizione fitochimica: Contiene diversi isoflavonoidi considerati ad azione lenitiva. Le radici della
pianta contengono anche amido 50%, sostanze mucose
ed essenza contenente un chetone particolarmente aromatico, l’irone, con profumo di viola.
Iris germanica L.: Foto della pianta in natura.
Juniperus oxycedrus L.
Sp. Pl. 1038 (1753)
• Famiglia: Cupressaceae.
• Sinonimi: Nessuno.
• Nome comune italiano: Ginepro rosso.
• Descrizione sistemica: Arbusto prostrato o eretto
oppure albero sottile fino a 10 m. Dioico. Foglie patenti,
10-20 x 1,2-3,0 mm. La superficie superiore con due zone
a stomi 1 condotto di resina esterno sotto il fascio vascolare, 1-3(-4) strati di celle ipodermiche. Frutti di 6-16 mm
di diametro, costituiti da 3(-6) squame, giallastri-verdi
inizialmente, rossastri-marroni alla maturazione nel secondo anno, con peduncoli. Semi (1-)3.
• Distribuzione geografica: Diffuso in tutta l’Europa,
in particolare sulle montagne del Sud. [In tutte le parti
ad eccezione di Az Bl Cr Sb ?Tu]. In Grecia è abbondantemente presente su tutte le montagne.
• Usi farmaceutici: Dalla pianta viene prodotto l’olio
farmaceutico “Oil of Cade” attraverso la lunga distillazione del legno dell’arbusto. È un olio aromatico scuro con
forte odore di affumicato usato in cosmetica e (tradizionalmente) per medicinali contro le malattie dermatologiche e come incenso. L’olio è utile per l’unzione esterna
nei trattamenti delle malattie dermatologiche, come la
psoriasi e l’eczema cronico. È un buon antiparassitario in
caso di psoriasi e di tigna favosa. Ha anche azione antisettica.
La specie Juniperus communis L., possiede proprietà farmaceutiche simili.
• Composizione fitochimica: L’olio dalle bacche di J.
oxycedrus ssp. oxycedrus contiene elevati quantità di alfa-pinene (30-60%) e beta-mircene.
Juniperus oxycedrus L. ssp. oxycedrus: Ramo della pianta femminile con frutti (drupe).
55
Laurus nobilis L.
Sp. Pl. 369 (1753)
• Famiglia: Lauraceae.
• Sinonimi: Nessuno.
• Nome comune italiano: Alloro, Lauro.
• Descrizione sistemica: Arbusto o piccolo albero 2-20 m,
con rami sottili glabri. Foglie 5-10 x 2-4 (-7,5) cm, oblunghe-lanceolate, acute o acuminate, glabre. Fiori maschili
con 8-12 stami, tutti o quasi con 2 ghiandole alla base.
Antere aperte con 2 valve. Fiori femminili con 2-4 staminodi. Frutto 10-15 mm, ovato, nero alla maturazione.
2n = 42.
• Distribuzione geografica: Diffuso nell’area mediterranea. Coltivato e naturalizzato in molte zone. [Al *Bl
Co Cr *Ga Gr *Hs It Ju *Lu Sa Tu - Rs (K)]. In Grecia è diffuso nella parte continentale e nelle isole, principalmente in Calcidica e più a Sud nel Pelio, a Thasos, Cefalonia,
Creta ecc. Nell’area dello studio è sporadicamente diffuso
in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Zante, Cefalonia e Itaca.
56
• Usi farmaceutici: In base ai dati raccolti, sia le foglie
sia il frutto dell’Alloro sono usati spesso per problemi
riguardanti la salute delle donne, per aumentare la fertilità, aiutare le mestruazioni, come anticoncezionale e
per accelerare il parto. In Grecia il distillato delle foglie
è usto come anticoncezionale. È usato ampiamente per
migliorare la digestione, contro la disforia gastrointestinale e per stimolare l’appetito. È usato anche nel trattamento della bronchite e dell’influenza. Le foglie hanno
azione diuretica, spasmolitica, antibatterica, purgativa,
antisettica, astringente, sudorifera, emetica (in dosi elevate), come narcotico e antiparassitario. Oli non volatili
dal frutto sono usati esternamente per il trattamento di
distorsioni, contusioni ecc., e certe volte in gocce per le
orecchie contro il dolore. L’essenza dalle foglie ha azione
narcotica, antibatterica e fungicida. L’essenza dell’Alloro
è molto utilizzata nei massaggi, contro l’artrite e i reumatismi. L’uso di impacchi da foglie di Alloro bollite costituisce una terapia tradizionale per esantemi dovuti a
intossicazioni da edera, quercia e ortica.
Laurus nobilis L.: Rami della pianta femminile con frutti.
• Composizione fitochimica: Le foglie sono ricche in
essenze che contengono 1,8-cineolo in grandi quantità.
Altre sostanze fitochimiche importanti nelle foglie sono
i polifenoli e in particolare i flavonoidi e i lattoni sesquiterpenici.
Lavandula stoechas L. subsp. stoechas
Sp. Pl.: 573. 1753
• Famiglia: Lamiaceae.
• Sinonimi: Lavandula approximata Gand., Lavandula
corsica Gand., Lavandula debeauxii Gand., Lavandula
fascicularis Gand., Lavandula incana Salisb., Lavandula
olbiensis Gand., Lavandula stoechadensis St.-Lag.,
Stoechas arabica Garsault, des. inval., Lavandula
stoechas subsp. caesia Borja & Rivas Goday.
• Nome comune italiano: Lavanda selvatica, Steca,
Stecade, Stigadosso.
• Descrizione sistemica: Arbusto fino a 100 cm, tomentoso. Foglie 10-40 mm, lineari a oblunghe-lanceolate, intere, di solito grigie-tomentose. Peduncolo più
corto della spiga. Spiga di solito 2-3 cm. Brattee fertili
4-8 mm, rombiche-cordate, tomentose. Brettee superiori
10-50 mm, oblunghe-obovate, di solito purpuree, senza
fiori nelle ascelle. Infiorescenze verticillate con 6-10 fiori.
Brettee inferiori acute. Calice 4-6 mm, con 13 venature,
il dente superiore con un’appendice obcordata all’apice
1-1,5 mm di larghezza. Corolla 6-8 mm., di solito purpurea scura. 2n = 30.
• Distribuzione geografica: Area del Mediterraneo.
Dalla Spagna NE. verso Est fino alla Grecia. In Grecia
cresce spontanea nella parte continentale e nelle isole.
Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, Zante, Itaca e Cefalonia.
• Usi farmaceutici: La Lavanda è un calmante naturale
leggero contro l’ansia, l’insonnia e la depressione. L’infuso è digestivo, tonificante, spasmolitico ed è utile per la
disinfettazione di ferite. È usato in casi di asma, influenza, malattie del fegato e della milza, ittero, congestione,
leucorrea e indebolimento della vista. Un bagno con lavanda dà sollievo dai reumatismi e dalla gotta, distende i nervi e i muscoli in tensione ed è particolarmente
efficace in caso di contusioni, tumefazioni, distorsioni,
slogature e stiramenti. L’essenza contribuisce alla terapia
del raffreddore, dell’influenza, dell’angina pectoris, della
bronchite, del mal di testa e dei disturbi comportamen-
Lavandula stoechas L. subsp. stoechas:
Aspetto generale della pianta.
tali. Nei gargarismi disinfetta le graffiature orali e iuta in
caso di paralisi della lingua o di balbettio. La frizione al
torace accelera la terapia della polmonite, della pleurite
e della congestione polmonare, mentre il massaggio alla
testa è considerato benefico contro l’alopecia.
• Composizione fitochimica: Come pianta aromatica,
la lavanda è ampiamente conosciuta per l’elevato contenuto in essenza. I fiori essiccati contengono 1,5-3 % di
essenza, mentre quelli freschi circa 0,5 %. I componenti
volatili più importanti sono il fencone e la canfora. Altre
sostanze non volatili sono i flavonoidi, le antocianine e
alcuni composti fenolici.
57
Malva sylvestris L.
Sp. Pl.: 689. 1753
• Famiglia: Malvaceae.
• Sinonimi: Malva ambigua Guss., Malva erecta C.
Presl, Malva grossheimii Iljin, Malva mauritiana L.,
Malva sylvestris subsp. ambigua (Guss.) P. Fourn.,
Malva sylvestris subsp. erecta (C. Presl) Nyman, Malva
sylvestris subsp. mauritiana (L.) Cout.
• Nome comune italiano: Malva Selvatica.
• Descrizione sistemica: Biennale o perenne, con peli
lunghi o stellati. Fusti fino a 150 cm, diritti a obliqui,
legnosi alla base. Foglie di varie grandezze, reniformi a
subsferiche-cordate, più o meno palmate, con 3-7 lobi
dentati semicircolari a oblunghi. Segmenti epicalice
oblunghi-lanceolati a ellittici. Sepali pubescenti-tomentosi nella superficie inferiore, petali 12-30 mm, rosa a
purpurei, con venature più scure. Metacarpi glabri o tomentosi, intensamente reticolati, con superficie dorsale
piana, angoli acuti senza ali. 2n = 42.
• Distribuzione geografica: Presente quasi in tutta
l’Europa, ad eccezione dell’estremo Nord. Nell’area dello studio è diffusa nella zona costiera fino ad altitudini
abbastanza elevate. Diffusa a Ioannina, Arta, Tesprozia,
Prevesa, Leucade e Corfù.
58
• Usi farmaceutici: Possiede proprietà lenitive ed emollienti, diuretiche, contro la tosse, l’ulcera dello stomaco e
del duodeno. La Malva è usata in parecchi preparati farmaceutici. Dalla sua radice sono prodotte pomate e impacchi per ferite, ustioni ed esantemi. Viene anche usata
come emolliente, lenitivo e antitosse, ma anche nei trattamenti per disturbi del sistema digestivo e urinario (coliche, cistite, gastrite) e dell’intestino. Negli ultimi anni
si effettuano ricerche sulla sua azione anticancerogena.
• Composizione fitochimica: Tutte le parti della
pianta, ma principalmente i fiori e le foglie, contengono
mucillagine idrosolubile in zuccheri e sostanze derivate:
lattosio, arabinosio, raminosio e galatturonico. Le foglie
contengono piccole quantità di vitamina A, B1, B2 e C.
Malva sylvestris L.: Foto della pianta in natura.
Marrubium vulgare L.
Sp. Pl.: 583. 1753
• Famiglia: Lamiaceae.
• Sinonimi: Prasium marrubium E. H. L. Krause, nom.
superfl.
• Nome comune italiano: Marrubio Comune, Robbio.
• Descrizione sistemica: Fusti fino a 45 cm, bianchi-irsuti almeno nella parte inferiore, con numerosi rami non
fioriferi. Foglie orbicolari a a larghe ovate, subcordate o
arrotondati alla base, profondamente e irregolarmente
dentate, sparsamente tomentose a quasi glabre nella
parte superiore, più densamente tomentose in quella
inferiore. Piccioli delle foglie inferiori più corti della lamina della foglia. Infiorescenze verticillate globose, con
numerosi fiori, distanti. Bratteole lineari, pubescenti da
le due parti. Calice con tubo 3-4 mm, con 10 striature obscure, peloso-tomentoso, denti 10, più corti della corolla,
di uguale lunghezza, patenti, in forma di gancio all’apice,
pubescenti inferiormente, glabri superiormente. Corolla
sporgente dei denti del calice, bianca. 2n = 34.
• Distribuzione geografica: In zone non coltivate.
Presente in Europa, dall’Inghilterra alla Svezia S. e la Russia C. più a Sud. [In tutte le parte ad eccezione di Fa Fe
Is No Rs (N) Sb]. Solamente come alieno in Hb. In Grecia
cresce nelle isole e nella parte continentale. Nell’area
dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide,
Zante e Cefalonia.
• Usi farmaceutici: Il Marrubio è considerato principalmente come espettorante e antitosse. In passato è stato usato come antitosse e come medicinale molto utile
contro i sintomi del raffreddore comune, per la bronchite
acute e cronica, l’asma, la congestione toracica e nasale, le infezioni del sistema respiratorio e il mal di gola.
È inoltre molto utile nel trattamento dell’aritmia cardiaca, del diabete, dei disturbi intestinali, della cistifellea e
dell’utero. È benefico come tonificante gastrico, utile in
caso di perdita dell’appetito e della flatulenza. L’applicazione esterna topica è efficace per la pulizia delle ferite e può aiutare in case di dermatiti sia temporanee sia
Marrubium vulgare L.: Infiorescenze verticillate
con numerosi fiori.
croniche. Le foglie e i fusti fioriferi giovani hanno azione
antisettica, spasmolitica, colagoga, sudorifera, digestiva,
diuretica, emmenagoga e stimolante. Come tonificante
amaro stimola l’appetito e aiuta la funzione stomachica.
La radice è raccomandata per i morsi dei serpenti usata in
porzione uguale con Plantago lanceolata o Ρ. major.
• Composizione fitochimica: Contiene molti prodotti
bioattivi naturali. Sono stati isolati derivati diterpenici
(specialmente del tipo del ladano), p.es. marrubiina (lattone) ed alcuni alcool (marrubenolo, marrubiolo ecc.).
Inoltre, in infusi del marrubio sono stati identificati flavonoidi (apigenina, luteolina), tannini, fenilpropanoidi,
essenza (ricca in sesquiterpeni), acidi grassi rari (acido
9-ottadecinoico), steroli ed altri triterpeni (acido ursolico
e oleanolico).
59
Matricaria chamomilla L.
Sp. Pl.: 891. 1753
• Famiglia: Asteraceae.
• Sinonimi: Chamomilla recutita (L.) Rauschert,
Courrantia chamomilloides Sch. Bip., nom. illeg.,
Matricaria bayeri Kanitz, Matricaria courrantiana DC.,
Matricaria exigua Tuntas, Matricaria kochiana Sch.
Bip., Matricaria pusilla Willd., Matricaria recutita L.,
Matricaria salina (Schur) Schur, Matricaria suaveolens
L., nom. illeg., Chamomilla recutita var. bayeri (Kanitz)
Dostál, Matricaria chamomilla var. salina Schur.
• Nome comune italiano: Camomilla. In base a Galeno, il nome greco chamomilo è dovuto all’antico “chamemilon” “a causa dell’odore simile a quello delle mele”.
Erano cioè le mele in terra. A causa della sua forma gli
Egizi l’avevano dedicata al Sole.
• Descrizione sistemica: Piante glabre. Fusti (2 -)1060 cm, eretti o ascendenti, molto ramificati sopra. Foglie
4-7 cm, segmenti acuti, bene separati. Piccioli 3-10 cm.
Capitoli (1-) 8-120(-900), 10-25 mm di diametro. Brattee
involucrali con margine morbido. Ligulate 6-9 x 2-3 mm,
deflesse, raramente assenti. Petali tubulari a 5 lobi, gialli
glabri. La parte superiore del tubo ha forma campanulata
sopra una certa costrizione. Acheni c. 1 mm grigio gialla-marrone, con 4-5 venature nella parte ventrale. Pappo solitamente molto piccolo o assente, ma certe volte,
specialmente in acheni dei petali ligulati, porta un lobo
cospicuo irregolare e dentato, lungo quanto l’achenio o
di più. 2n = 18.
60 • Distribuzione geografica: Cosmopolita. Diffusa nel-
la maggior parte dei paesi europei, ma, probabilmente,
spontanea solamente nell’Europa Meridionale e Orientale. [In tutte le parti ad eccezione di Az Fa Hb è Rs (N) Sb].
Raramente in uno di questi. In terreni coltivati, discariche
e steppe saline. Coltivata anche come pianta farmaceutica. In Grecia cresce spontaneamente nella Grecia continentale e nelle isole.
• Usi farmaceutici: È considerata il medicinale più efficace per il trattamento di diversi disturbi del sistema
Matricaria chamomilla L.: Aspetto comune in natura.
digestivo, della tensione nervosa e dell’irascibilità ed è
usata anche esternamente per il trattamento di diversi
problemi dermatologici. L’infuso delle foglie viene somministrato per via orale come analgesico, antinfiammatorio, antisettico, spasmolitico, colagogo, sudorifero,
emmenagogo, antipiretico, calmante, stomachico, tonificante e vasodilatatore. È anche particolarmente utile
per i bambini come lenitivo per lo stomaco, tonificante
dei nervi e calmante, specialmente durante la dentizione. È usata anche nel trattamento della sindrome dell’intestino irritato, del morbo di Crohn, l’ulcera gastrica e
dell’ernia dello hiatus esofageo. I fiori sono usati anche
esternamente per il trattamento delle ferite, delle ustioni
solari, delle ustioni, delle emorroidi, della mastite e delle ulcere i piedi. Nel processo di distillazione a vapore, i
proazuleni si trasformano in camazulene che è un eccezionale antiallergico e antinfiammatorio, utile nel tratta-
mento dell’asma e della rinite allergica. La Commissione
Tedesca Ε ha approvato la camomilla per uso interno nel
trattamento degli spasmi gastrointestinali e di malattie
infiammatorie e per uso esterno per infiammazioni della
pelle, delle mucose e della parte superiore dei genitali,
per infezioni batteriche della pelle (comprese quelle della cavità orale e delle gengive) e per infiammazioni delle
vie respiratorie.
• Composizione fitochimica: Le foglie sono ricche
in sostanze volatili e essenze (0,4-2,0%). I componenti
principali dell’olio comprendono il torpenoide alfa-bisabololo e i suoi ossidi e azuleni, compreso il camazulene
(1-15%). Il camazulene è un componente artificiale con
proprietà antinfiammatorie, che si forma in temperature
elevate o/e condizioni acide dalla matricina (procamazulene), presente nei capitoli dei fiori freschi. La tisana
preparata con la camomilla contiene 10-15% dell’essenza totale del fiore. La composizione base dell’olio
di camomilla può variare in modo considerevole (sia in
qualità sia in quantità) tra le varie zone, in popolazioni
coltivate o selvatiche della pianta, ma anche a causa dei
diversi metodi di lavorazione. Parecchi flavonoidi ed altre
sostanze fenoliche (derivati dell’acido cinnamico) sono
state individuate in quantità elevate in diverse parti dei
capitoli dei fiori. I flavonoidi principali sono l’apigenina
(16,8%), la quercetina (9,9%), la patuletina (6,5%) e l
luteolina (1,9%) e i loro glicosidi. Altri componenti importanti sono le cumarine, presenti in una quantità che
corrisponde al 0,1% dei componenti totali.
61
Melissa officinalis L. subsp. altissima (Sm.) Arcang.
Comp. Fl. Ital., ed. 2: 427. 1894
• Famiglia: Lamiaceae.
• Sinonimi: Melissa altissima Sm., Melissa officinalis
subvar. altissima (Sm.) Nyman, Melissa bicornis Klokov,
Melissa romana Mill., Melissa officinalis var. romana
(Mill.) Woodv.
• Nome comune italiano: Erba Limone, Melissa, Citronella, Cedronella. Gli antichi Romani la chiamavano
apiastrum dall’“apias” che significa ape.
• Descrizione sistemica: Fusti 20-150 cm, eretti, ramificati, poco ghiandolari-pubescenti, con peli sparsi o densi, lunghi, patenti, non ghiandolari o quasi glabri. Foglie
2-9 x 1,5-7 cm, ampiamente ovati a rombici, ottuse o
acute, più o meno dentate ad eccezione della base. Grigie o biancastri-tomentose nella parte inferiore. Foglie
floreali troncate o subcordate alla base. Infiorescenze a
verticilli con 4-12 fiori. Bratteole 2-5 mm, ovate a lineari,
intere. Calice 7-9 mm, con peli lunghi, patenti, senza o
con pochissime glandole. Denti sotto il lembo lanceolate-triangolari. Dente medio del lembo superiore al calice
fruttifero appena cospicuo, troncato o emarginato. Corolla 8-15 mm, di colore giallo chiaro che diventa bianco o
rosa. Piccoli frutti 1,5-2 mm. 2n = 64.
• Distribuzione geografica: Europa S. [AE(G) Al Bl Bu
Co Cr Cy Gr Hs It Ju Lu Rf(CS) Sa Si Tcs Tu(A E)]. In Grecia
spontanea e diffusa nella zona continentale e nelle isole.
Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, Cefalonia e Zante.
62 • Usi farmaceutici: La Melissa ha una lunga tradizione
di uso farmaceutico in Europa, in forma di decotto, come
sostanza vegetale in polvere o sotto forma di infusi in
acqua o etanolo, contro i sintomi leggeri dell’ansia, per
aiutare il sonno e contro i sintomi leggeri dei disturbi gastrointestinali, compresa la flatulenza. Tali usi sono stati
documentati in parecchi manuali e farmacopee ufficiali, e, di conseguenza, la Melissa è stata approvata come
medicinale vegetale tradizionale per le indicazioni sopra
riportate in Europa dall’Agenzia Europea per i Medicinali.
Melissa officinalis L. subsp. altissima (Sm.) Arcang.:
Infiorescenza con fiori.
Si ritiene anche che ha proprietà antibatteriche e antivirali (contro l’herpes comune).
• Composizione fitochimica: L’essenza nella percentuale da 0,06 a 0,8%, contiene aldeidi monoterpenici, in
particolare citrale, nerale e citronellale e derivati di sesquiterpeni. La pianta è ricca in fenipropanoidi compresi
i derivati dell’acido idrossicinamico. I flavonoidi come i
glucosidi luteolina, quercetina, apigenina e chemferolo
sono contenuti in quantità abbondanti. Altri componenti
contenuti sono i glucositi monoterpenici, tannini e triterpeni compresi gli acidi ursolico e oleanolico.
Melittis melissophyllum subsp. albida (Guss.) P. W. Ball
in Bot. J. Linn. Soc. 64: 71. 1971
• Famiglia: Lamiaceae.
• Sinonimi: Melittis albida Guss., Melittis melisso­
phyllum var. albida (Guss.) Nyman, Melittis graeca
Klokov.
• Nome comune italiano: Erba Limona comune, Bocca
di lupo.
• Descrizione sistemica: Fusti 20-70 cm, eretti, densamente coperti da piccoli nodi con piccioli. Foglie 2-15
x 1-8 cm, ovate oblunghe a cordate fino a troncate alla
base, grossolanamente dentate o dentate. Le foglie maggiori 6-15 cm con 20-30 denti grandi per lato. Piccioli
4-10 mm. Calice 12-25 mm. Corolla 25-40 mm, bianca,
spesso con macchie rosa o viola nel lembo inferiore, raramente viola. Il tubo della corolla supera il calice. 2n = 30.
• Distribuzione geografica: Italia S., Sicilia, penisola
Balcanica. In Grecia spontanea e diffusa nella zona continentale. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide ed
Etolia-Acarnania.
• Usi farmaceutici: È considerata un trattamento efficace per una varietà di patologie, come la diarrea, l’emorragia nasale e di altri tipi, infezioni ed altre patologie dei
reni, problemi di mestruazioni, ansia, inquietudine e per
il trattamento delle ferite. L’essenza delle foglie è stata
usata come calmante, narcotico, antimicotico e antibatterico ed è rilassante per i muscoli e spasmolitica.
• Composizione fitochimica: Le foglie contengono
acidi fenolici e flavonoidi (tra l’altro, kaempferolo, apigenina e luteolina), hanno effeti antiossidanti e antinfiammatoria. L’erba contiene anche cumarina. La sottospecie
albida ha una quantità minore di cumarina in rapporto
alla sottospecie melissophyllum che ha concentrazioni
più alte, in particolare nelle prime fasi del ciclo vegetale.
Melittis melissophyllum subsp. albida (Guss.) P. W. Ball:
La pianta con foglie di due colori diversi.
63
Mentha aquatica L.
Sp. Pl.: 576. 1753
• Famiglia: Lamiaceae.
• Sinonimi: Marrubium aquaticum (L.) Uspensky,
Mentha aquatica var. nemorosa Fr., des. inval., Mentha
acuta Opiz, Mentha hirsuta Huds.
• Nome comune italiano: Menta d’acqua, Mentastro.
• Descrizione sistemica: Quasi glabra a tomentosa,
spesso rossastra perenne (10-)20-90 cm, con profumo
intenso. Foglie (15-)30-90 x (10-)15-40 mm, ovate a ovate-lanceolate, di solito troncate alla base, picciolate, seghettate. Infiorescenza con 2-3 verticilli condensati con
foglie bratteali incospicue, formanti un capitolo terminale, fino a 2 cm. Di diametro, alcune volte con 1-3 verticilli distanziali nella parte inferiore, nelle ascelle delle
brattee in forma fogliare. Calice (2,5-)3-4 mm, tubolare,
venature cospicue. Denti subulati stretti o triangolari.
Piccioli pubescenti. Corolla viola. Frutti di colore marrone
chiaro. 2n = 96.
• Distribuzione geografica: Presente in tutta l’Europa ad eccezione del Nord estremo. [In tutte le parti ad eccezione di Rs (N) Sb]. È considerata specie cosmopolita. In
Grecia è spontanea e diffusa soprattutto nella zona continentale. Le popolazioni da zona in zona possono essere
da medie e piccole e di solito sparse. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania e Cefalonia.
64
• Usi farmaceutici: Nell’antica Grecia Ippocrate e Galeno usavano la menta contro l’indigestione, i disturbi
neurologici, le vertigini, l’insonnia, la gastrite, la tosse, il
raffreddore, il mal di gola e come spasmolitico. Le foglie
hanno azione antidolorifica, astringente, colagogoga,
sudorifera, emetica, refrigerante, stimolante, tonificante e vasodilatatoria. Il decotto delle foglie è stato usato
tradizionalmente nel trattamento della febbre, del mal
di testa, dei disturbi digestivi e diversi disturbi minori. È
usata anche per lavaggi stomatici e gargarismi nel trattamento del mal di gola, delle ulcere, della respirazione
insufficiente ecc. Le foglie vengono raccolte nella fase
d’antesi della pianta e possono essere essiccate per uso
Mentha aquatica L.: Aspetto della pianta.
futuro. L’essenza delle foglie è un antisettico, anche se
tossica in dosi elevate.
Le specie M. spicata L., M. suaveolens possiedono proprietà farmaceutiche simili.
• Composizione fitochimica: Ricca in essenza che
contiene parecchi monoterpeni e sesquiterpeni, componente principale dei quali è il mentofurano, l’ 1,8-cineolo
e il trans-cariofillene. Sono stati individuati anche molti
flavonoidi polari e lipofili ed altre sostanze fenoliche.
Mentha pulegium L.
Sp. Pl.: 577. 1753
• Famiglia: Lamiaceae.
• Sinonimi: Melissa pulegium (L.) Griseb., Minthe
pulegia (L.) St.-Lag., Pulegium vulgare Mill., Mentha
pulegium subsp. vulgaris (Mill.) Briq., Mentha pulegium
var. vulgaris (Mill.) Briq.
• Nome comune italiano: Menta poleggio, Mentuccia
romana.
• Descrizione sistemica: Fusti 20-50(-90) cm, eretti,
diritti, di solito semplici, deflessi-tomentosi o tomentosi. Foglie 10-30 x 5-20 mm, ovate, ottuse a acute, più o
meno dentate, leggermente pubescenti, con macchie
dense nella parte inferiore. Infiorescenze a verticillastri
con 10-70 fiori, distanziati, quelli inferiori più corti e i
superiori più lunghi delle foglie inferiori. Calice 3,5-4
mm, leggermente tomentoso, sparsamente pubescente
al collo. Denti 1/3-1/2 della lunghezza del tubo, lineari-lanceolati o pubescenti, diritti. Corolla 7-9 mm, bianca
o purpurea. Piccole noci ottuse.
• Distribuzione geografica: Specie cosmopolita. [AE
(G) Ag Al Au Az Be Bl Br Bu By Ca Co Cr Cy Cz Eg Ga Ge Gr
Hb He Ho Hs Hu IJ It Ju Li LS Lu Ma Md Po Rf(CS S) Rm
Sa Si Tcs Tn Tu(A E) Uk(K U)]. In Grecia è spontanea e diffusa nelle zone continentali e nelle isole. Le popolazioni
di zona in zona sono medie fino a piccole. Nell’area dello
studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania e Zante.
• Usi farmaceutici: È usata per i raffreddori, la polmonite e altri problemi di respirazione. È anche usata per i
dolori allo stomaco, la flatulenza, i disturbi intestinali e
diversi problemi del fegato e della cistifellea. Le donne
la usano per avviare o per regolare le mestruazioni oppure per provocare l’aborto. È usata anche per il controllo
delle convulsioni muscolari, per provocare sudorazione
e per aumentare la produzione di urina. Viene usata anche come tonificante nel trattamento della debolezza.
La Menta viene applicata sulla pelle per l’eliminazione
dei microbi, come repellente per gli insetti e per il trattamento di diverse patologie della pelle. È usata anche
Mentha pulegium L.: Fusto con infiorescenze verticillari
in sequenza.
in applicazioni topiche per la gotta, in caso di morso da
serpenti e per ulcere nella zona della bocca. Viene usata
anche per l’eliminazione delle pulci.
• Composizione fitochimica: La pianta è ricca in
essenza. L’essenza contiene monoterpeni ossidati, soprattutto pulegone. Gli idrocarburi monoterpenici più
importanti sono il limonene e l’alfa-pinene, mentre sono
individuati anche sesquiterpenoidi in concentrazioni più
basse.
65
Myrtus communis L. subsp. communis
Sp. Pl.: 471. 1753
• Famiglia: Myrtaceae.
• Sinonimi: Myrtus acuta Mill., Myrtus acutifolia (L.)
Sennen & Teodoro, Myrtus angustifolia Raf., nom. illeg.,
Myrtus augustinii Sennen & Teodoro, Myrtus baetica (L.)
Mill., Myrtus baui Sennen & Teodoro, Myrtus belgica (L.)
Mill., Myrtus borbonis Sennen, Myrtus briquetii (Sennen
& Teodoro) Sennen & Teodoro, Myrtus buxifolia Raf., nom.
illeg., Myrtus christinae (Sennen & Teodoro) Sennen &
Teodoro, Myrtus eusebii (Sennen & Teodoro) Sennen &
Teodoro, Myrtus gervasii (Sennen & Teodoro) Sennen &
Teodoro, Myrtus italica Mill.
• Nome comune italiano: Mirto.
• Descrizione sistemica: Arbusto eretto, intensamente
ramificato, fino a 5 m. Ramuli nodosi-pubescenti quando
sono giovani. Foglie 2-5 cm, ovate-lanceolate, acute,
intere, coriacee, macchiate, intensamente aromatiche
quando schiacciate. I fiori fino a 3 cm. di diametro, con
profumo gradevole. Peduncoli lunghi, sottili, con 2 piccole brattee effimere. Petali subsferici, bianchi. Bacca 7-10
x 6-8 mm, ampiamente ellittica, di solito azzurra- nera
alla maturazione.
• Distribuzione geografica: Nell’area mediterranea e
nell’Europea SO. [Al Az Bl Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Sa Si].
Ampiamente coltivato, ragion per cui le zone in cui cresce
spontaneo non sono certe.
66
• Usi farmaceutici: Noto come balsamico, astringente,
antisettico e per la congestione circolatoria. L’uso interno
è indicato per infezioni del sistema urinario, infiammazioni vaginali e in caso di congestione bronchiale. L’uso
esterno è indicato per infezioni delle gengive, acme e
emorroidi. Il decotto può essere usato per lavaggi e come
tonificante.
• Composizione fitochimica: Terpeni (pinene 2040%, limonene 9-15%), esteri (myrtenyl acetate 2025%), alcool (linaloolo 1-7%).
Myrtus communis L. subsp. communis:
Aspetto della pianta in natura.
Origanum vulgare L. subsp. hirtum
(Link) A. Terracc.
• Famiglia: Lamiaceae.
• Sinonimi: Origanum hirtum Link, Majorana neglecta
(Vogel) Walp., Origanum heracleoticum Benth., nom.
illeg., Origanum illyricum Scheele, Origanum latifolium
Scheele, nom. illeg., Origanum megastachyum Link,
Origanum megastachyum Link, Origanum neglectum
Vogel, Origanum smyrnaeum Sm., Origanum hirtum
var. illyricum (Scheele) Nyman, Origanum hirtum var.
latifolium Nyman, Origanum hirtum var. neglectum
(Vogel) Nyman, Origanum vulgare var. megastachyum
(Link) W. D. J. Koch.
• Nome comune italiano: Origano.
• Descrizione sistemica: Legnoso, rizomatoso, perenne. Fusti fino a 90 cm o più, di solito ramificati superiormente, pubescenti, tomentosi o setosi, raramente glabri.
Foglie 10-40 (-50) x 4-25 mm, ovate, intere o leggermente
seghettate, glabre o pubescenti, ghiandolosi-macchiate,
picciolate. Spicole 5-30 mm, ovate, oblunghe o prismatiche, formanti un corimbo o pannocchia. Brattee 4-5 mm,
quasi doppie del calice, ovate, non apicolate, tomentose
o glabre, glandolose oppure minimamente glandolose-punteggiate, erbacee, viola-violetto o verdastre. Calice
giallo-glandoloso-punteggiato, pubescente o glabro. Corolla 4-7 mm, bianca o viola-rossa. 2n = 30, ?32.
• Distribuzione geografica: Nella maggioranza dei
paesi europei. [AE(G) Al Bu Cr Cy Gr Ju Tu(A E)]. Pianta
europea diffusa anche a Nord. Molte specie, sottospecie
e cultivar sono diffuse in tutti i paesi del Mediterraneo,
dell’Europa, dell’Asia e dell’America. In Grecia è diffuso
nelle zone costiere fino alle montagne alte. Nell’area dello studio è diffuso in Acaia, Elide, Etolia-Acrnania, Zante,
Itaca e Cefalonia. In Etolia-Acarnania, Zante, Itaca e Cefalonia è diffusa anche la specie Origanum vulgare subsp.
vulgare.
• Usi farmaceutici: L’Origano viene usato per via orale
per disturbi gastrointestinali, come la digestione e il gonfiore, ma anche per il trattamento dell’ulcera gastrica e
Οriganum vulgare L. subsp. hirtum (Link) A. Terracc:
Dettaglio dell’infiorescenza.
della candidosi gastrointestinale. Come decotto è usato
per infezioni del sistema respiratorio. È considerato anche
tonificante, spasmolitico, sudorifero e diuretico. Viene
usato per via orale per me dismenorrea, l’artrite reumatica, patologie delle vie urinarie, comprese le infezioni del
sistema urinario, mal di testa e malattie cardiologiche.
L’olio è usato per via orale contro i parassiti intestinali, le
allergie, la sinusite, l’artrite, il raffreddore e l’influenza, la
febbre suina, l’otite, ma anche contro l’affaticamento, e,
in uso topico, per l’acme, infezioni batteriche e micosi, la
pitiriasi, in punture di insetti e ragni, contro la gengivite,
il mal di denti, la psoriasi, la seborrea, la tricofitosi, l’acne
rosacea, i dolori muscolari, le vene varicose e le verruche.
• Composizione fitochimica: Come aromatico, l’Origano ha un’elevata concentrazione in essenza. I componenti volatili principali sono il timolo e il carvacrolo,
composti che hanno azione antimicrobica. È inoltre ricco
in acidi fenolici e flavonoidi. Sono stati individuati anche
sesquiterpeni e acido ursolico.
67
Parietaria officinalis L.
Sp. Pl.: 1052. 1753
• Famiglia: Urticaceae.
• Sinonimi: Parietaria erecta Mert. & W. D. J. Koch
• Nome comune italiano: Erba vetriola, Erba vento,
Gamba rossa.
• Descrizione sistemica: Perenne, fusti 30-100 cm,
eretti, semplici o leggermente ramificati, densamente
tomentosi. Foglie 3-12 cm, ovate–lanceolate o ellittiche,
lunghe-seghettate. Picciolo più corto della lamina. Brattee libere, più corte del perianzio. Acheni neri. 2n = 14.
• Distribuzione geografica: Rocce sabbiose umide e
rive. Diffusa in Europa C. e SE., si estende fino alla Corsica
e la Francia C. [Al Au Co CzGaGe Gr He *Ho Hu It Ju Rm
Rs(W, K) Sa Si Tu (Be Da Po Su)].
68
• Usi farmaceutici: La Parietaria è stata apprezzata per
le sue proprietà per più di 2,000 anni, dato che è considerata diuretica, è benefica contro la tosse cronica e
come pomata è usata per ferite e ustioni. Si ritiene che
ha azione rinvigorente per i reni, sostenendo e rafforzando la loro funzione. L’intera pianta raccolta quando
è fiorita, ha proprietà colagoghe, leggermente lenitive,
diuretiche, purgative, rinfrescanti e per la guarigione
delle ferite. È un trattamento efficace per i calcoli ai reni
e la vescica, nonché contro gli altri sintomi riguardanti il
sistema urinario, come la cistite e la nefrite. Non deve
essere somministrata a persone con rinite allergica o altre reazioni allergiche. Le foglie sono utili per uso esterno
come compressa in ferite ecc. Hanno proprietà lenitive
in ustioni semplici e da liquidi. La pianta viene raccolta
quando fiorisce e può essere usata fresca o essiccata.
• Composizione fitochimica: La Parietaria contiene
calcio, potassio, minerali, mucillagine, sostanze che contengono zolfo, flavonoidi e tannini.
Parietaria officinalis L: Aspetto della pianta in natura.
Pistacia lentiscus L.
Sp. Pl. 1026 (1753)
• Famiglia: Anacardiaceae.
• Sinonimi: Pistacia massiliensis Mill., Terebinthus
lentiscus Moench, Pistacia gummifera Salisb.,
Terebinthus vulgaris Fourr., Lentiscus massiliensis (Mill.)
Fourr.
• Nome comune italiano: Lentisco, Lentischio, Sondro,
Stinco.
• Descrizione sistemica: Arbusto o piccolo albero
sempreverde, di 1-8 m. Foglie paripennate. Pinnule 1-5
x 0,5-1,5 cm, (4-)8-12, lanceolate a obovate-lanceolate,
mucronate, coriacee. Rachide ampiamente alata. Piccioli
glabri. Infiorescenza complessa, assomigliante a pannocchia. Fiori giallastri o purpurei. Drupa 4 mm, glabra,
appuntita, rossa tendente al nero.
Pistacia lentiscus L.: Frutti.
• Distribuzione geografica: Nell’area mediterranea,
estesa fino al Portogallo. [Al Bl Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Sa Si].
• Usi farmaceutici: Scarsamente usata nell’erboristeria
moderna, nonostante sia particolarmente efficace contro
i problemi bronchiali, la tosse, e la diarrea. La resina ha
proprietà analgesiche, antitosse, espettoranti, calmanti
e stimolanti, ed è benefica contro la flatulenza e il mal
di denti. Miscelata ad altre sostanze era usata in casi di
denti distrutti. Internamente viene usata nel trattamento della diarrea ai bambini ed esternamente su foruncoli,
ulcere, tricofitia e rigidezze muscolari.
• Composizione fitochimica: Le foglie sono ricche in
tannini ed essenze.
69
Portulaca oleracea L.
Sp. Pl. 445 (1753)
• Famiglia: Portulacaceae.
• Sinonimi: Portulaca officinarum Crantz, Portulaca
stellata (Danin& H. G. Baker) Ricceri & Arrigoni,
Portulaca oleracea subsp. stellata Danin& H. G. Baker.
• Nome comune italiano: Porcellana, Procaccia, Sportellacchia.
• Descrizione sistemica: Annuale con fusti ramificati
10- 50 cm. Foglie alterne, ma quasi opposte e concentrate
sotto i fiori, oblunghe-obovate, senza picciolo a base cuneiforme, lucidi. Fiori solitari o a 2-3 insieme, spesso interi. Sepali c. 4 mm., con carena, uniti in uno tubo corto alla
base. Petali 5,6-8 mm, gialli, obovati, non cospicuamente
uniti. Stami 7-12. Capsula 3-9 mm, ovata. Semi neri.
• Distribuzione geografica: Coltivata come ortaggio
o diffusa come malerba nelle coltivazioni. Diffusa in Europa.
70
• Usi farmaceutici: La pianta ha proprietà antibatteriche, antiscorbutiche, disintossicanti, diuretiche e antipiretiche. Le foglie costituiscono una ricca fonte di acidi
grassi omega 3, che contribuiscono alla prevenzione
dell’infarto e rafforzano il sistema immunitario. Il succo fresco è usato per il trattamento della disuria, della
tosse, delle ferite ecc. Le foglie, sotto forma di impacco,
sono usate per le ustioni. L’impacco e il succo sono particolarmente efficaci contro le malattie dermatologiche
e contro le punture degli insetti. Il decotto delle foglie
è usato per i dolori addominali e il mal di testa. Il succo
delle foglie è indicato per il dolore nelle orecchie e offre
sollievo dal doloro delle punture. I semi hanno proprietà
tonificanti e antielmintiche. È indicato in casi di indigestione e opacità della cornea.
• Composizione fitochimica: Elevato contenuto in vitamina A, C, vitamine B (meno), carotenoidi, calcio, magnesio, potassio, ferro, glutatione ecc. È anche l’ortaggio
con il più alto contenuto in acidi grassi omega 3.
Portulaca oleracea L.: Fusti con fiori.
Pulicaria dysenterica (L.) Bernh.
Syst. Verz.: 153. 1800
• Famiglia: Asteraceae.
• Sinonimi: Inula dysenterica L., Pulicaria palustris
Hoffmanns. & Link, Pulicaria dysenterica subsp.
uliginosa Nyman.
• Nome comune italiano: Mentastro, Menta selvatica,
Incensaria comune.
• Descrizione sistemica: Pianta perenne con stoloni
lamellari. Fusti 20-60 cm, con peli lunghi o tomentosi, ramificati liberamente. Foglie oblunghe -lanceolate, le più
basse picciolate, secche all’antesi, le restanti senza picciolo, solitamente allargate vicino alla base le amplessicauli con auriculate. Tutte ondulate, con dentatura sparsa, verdi e ruvidi nella parte superiore, grigi-tomentosi in
quella inferiore. Capolini di solito numerosi, 1,5-3 cm di
diametro, emisferici. Peduncoli 1,5-2,5 cm non compatti dalla parte superiore, con o senza 1 brattea. Involucro
brattee membranoso lineare a subulato, più o meno con
peli pubescenti e glandolare. Ligule c. 5 mm più lunga
dalla pula del frutto, patenti. Pappo squame unito per
più del 1/2 della sua lunghezza, attorniato da 14-20 peli.
Acheni c.1,5 mm pubescenti. 2n = 18, 20.
Pulicaria dysenterica (L.) Bernh.: Capolini fioriti.
• Distribuzione geografica: Europa S., O. e C., fino
alla Danimarca. [In tutte le parti eccetto Az Fa Fe Is No
Rs (N, B, ?C, E) Sb. In aree umide]. In Grecia spontanea
e ampiamente diffusa. Nell’area dello studio è diffusa in
Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia e Zante.
• Usi farmaceutici: Le foglie schiacciate hanno un odore di sapone e possono essere usate per il trattamento
della dissenteria. Una crema preparata dalla pianta è
usata esternamente per le ferite. Il succo nei tessuti è
amaro, acerbo e salmastro e gli animali evitano la pianta.
Ha azione terapeutica a causa delle sue proprietà astringenti, che rimangono nei decotti e nelle tisane dell’erba
essiccata. La radice è astringente e viene usata nel trattamento della dissenteria.
• Composizione fitochimica: La pianta è nota per la
presenza di flavonoidi lipofili O-metilati.
71
Pyrus spinosa Forssk. Fl. Aegypt.-Arab.: 211. 1775
• Famiglia: Rosaceae.
• Sinonimi: Crataegus amygdaliformis (Vill.) Chalon,
Pyrus amygdaliformis Vill., Pyrus amygdaloides Link,
Pyrus angustifolia Decne., Pyrus cuneifolia Guss., Pyrus
nivalis Lindl., Pyrus oblongifolia Spach, Pyrus parviflora
Desf., Pyrus pyrainus Raf., Pyrus communis subsp.
amygdaliformis (Vill.) Braun-Blanq.
• Nome comune italiano: Pero mandorlino.
• Descrizione sistemica: Arbusto o piccolo albero fino
a 6 m., rami alcune volte spinosi. Rami grigiastri, opachi,
tomentosi quando sono giovani. Foglie 2,5-8 x 1-3 mm,
strette lanceolate a ovate, di solito intere, raramente
3-lobi, con base arrotondata o cuneiforme, sparsamente
setose quando sono giovani, pappilosi nella superficie
inferiore quando sono maturi. Piccioli 2-5 cm. Sepali 5-6
x 1,5 mm triangolari, seghettati. Petali 7-8 x 5-6 mm ellittici, troncati all’apice. Frutti di 1,5-3 cm di diametro, di
solito sferici, biondi, peduncoli decombenti, di lunghezza
uguale al frutto o leggermente maggiore. Calice rimanente.
• Distribuzione geografica: Nell’area mediterranea e
in Bulgaria. [Al Bu Co Cr Ga Gr Hs It Ju Sa Si Tu].
• Usi farmaceutici: Agisce come emostatico, contro l’indigestione, la diarrea, refrigerante, spasmolitico, benefico per il sistema respiratorio e la dismenorrea.
72
• Composizione fitochimica: Contiene acidi dei frutti:
malico, citrico, quinico, glicosidi cianogenici (amigdalina), sostanze aromatiche, derivati dell’acido caffeico, in
particolare acido 5-caffeoil-quinico, pictina.
Pyrus spinosa Forssk.: Frutti.
Quercus frainetto Ten.
Fl. Napol. 1(Suppl. 2): lxxii. 1813
• Famiglia: Fagaceae
• Sinonimi: Quercus conferta Kit., Quercus farnetto Ten.
• Nome comune italiano: Farnetto.
• Descrizione sistemica: Albero caduco, fino a 30 m.
Rametti tomentosi. Gemme grosse attorniate da stipole
rimanenti. Foglie 10-20 cm, concentrate verso l’estremità
del ramo, obovate, coniche alla base auricolata, profondamente pennatosette con 7-9 coppie oblunghe, spesso
segmenti lobati, pubescenti nella parte inferiore con peli
grigie o marroni. Venature laterali parallele, con poche
vene trasversali, picciolate 2-6 mm. Involucro del frutto
6-12 x 12-15 mm squame oblunghe, ottuse, pubescenti,
ricoperte.
• Distribuzione geografica: Penisola Balcanica estesa
verso NO. Italia S. e C. [Al Bu * Cz Gr * Hu It Ju Rm Tu]. In
Grecia diffusa quasi in tutto il paese. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide ed Etolia-Acarnania.
• Usi farmaceutici: La corteccia del Farnetto è usata in
applicazioni topiche su ustioni e ferite o viene somministrata per via orale contro la gastrite o la diarrea. I calli
che si formano sull’albero sono particolarmente astringenti e possono essere usati nei trattamenti delle emorragie, della diarrea cronica, della dissenteria ecc. L’infuso
della corteccia è usato per gargarismi contro il mal di
gola, per gli arti inferiori irritati, la sudorazione eccessiva
dei piedi, le distorsioni delle caviglie, le ulcere, il mal di
denti, la nevralgia e reumatismo. L’Agenzia Europea per i
Medicinali ha approvato l’uso della corteccia del farnetto
come medicinale tradizionale di origine vegetale per la
terapia sintomatica della leggera diarrea, dell’infiammazione minore della mucosa della bocca o della pelle,
nonché contro il prurito e i bruciori dovuti alle emorroidi.
• Composizione fitochimica: La corteccia del farnetto contiene quantità di tannini (8-20%) estremamente
variabili. Il contenuto in tannini dipende dal periodo della raccolta, l’età dei rami e il metodo di determinazione
usato. Contengono galloilo-esteri e i loro derivati (gallo-
Quercus frainetto Ten.: Foglie caratteristiche e frutti.
tannini, ellagitannini e tannini complessi) oppure sono
oligomeri e poliemri dei proantocianidi e possono avere
diversa congiunzione tra i flavonoli monomeri e altri sostituti (tannini concentrati).
73
Ribes uva-crispa L. subsp. austro-europaeum (Bornm.) Bech.
in Repert. Spec. Nov. Regni Veg. 27: 228 (1929)
• Famiglia: Grossulariaceae.
• Sinonimi: Grossularia reclinata (L.) Mill., Ribes
grossularia L., Ribes reclinatum L., Ribes uva-crispa
subsp. austro-europeum Bornm., Ribes uva-crispa
subsp. grossularia (L.) Rchb., Ribes uva-crispa subsp.
grossularia (L.) Schübl. & G. Martens, Ribes uva-crispa
subsp. lasiocarpum (Monnard) T. Vraber, des. inval.,
Ribes uva-crispa subsp. reclinatum (L.) Rchb., Ribes uvacrispa subsp. reclinatum (L.) Schübl. & G. Martens.
• Nome comune italiano: Uva spina.
• Descrizione sistemica: 1-1,5 m, con ramificazione
libera e complessa, con grosse spine nei nodi, di solito in
gruppi di 3 (raramente assenti). Foglie 2-5 cm di larghezza, raramente di più, profondi lobati, glabri o pubescenti.
Fiori ascellari 1-3. Piccioli con 2 bratteole quasi in mezzo.
Sepali 5-7 mm, lingulati, opaco o rosa-verde. Petali bianchi, più piccoli. Frutti c.10 mm di diametro, verdi, gialli o
viola-rossi, di solito pubescenti. 2n = 16.
• Distribuzione geografica: Nativo in Europa S., C. e
O. Ampiamente coltivato e spesso naturalizzato in altre
zone attraverso la dispersione dagli uccelli. [Au Be Br Bu
Cr Cz Ga Ge Gr He Ho Hs Hu It Ju Po Rm Rs (W) (Co Da Fe
Hb Lu No Rs -N, B, C- Su)]. In Grecia è diffusa in Peloponneso, nella Grecia S. e C. e in Creta. Nell’area dello studio
è diffusa in zone montagnose in Acaia ed Elide.
74
• Usi farmaceutici: Il frutto è purgativo. I frutti immaturi bolliti vengono usati per la disintossicazione dell’organismo nella primavera. Le foglie sono state usate nel
trattamento della diarrea, del vomito, dell’emorragia,
delle emorroidi e della flebite. L’infuso della pianta somministrato prima delle mestruazioni sembra che funzioni
come tonificante per lo sviluppo delle ragazze. Le foglie
contengono tannino e sono state usate come astringente
nel trattamento della dissenteria e delle ferite. Si ritiene
che i frutti contribuiscono al miglioramento dell’acutezza
della vista e nel trattamento del diabete.
Ribes uva-crispa L. subsp. austro-europaeum (Bornm.) Bech:
Frutti.
• Composizione fitochimica: Le uva spina sono non
solo una ricca fonte di carboidrati, vitamine e minerali, ma anche acidi fenolici, flavonoidi, antociani ed altri
polifenoli.
Rosa canina L.
Sp. Pl.: 491. 1753
• Famiglia: Rosaceae.
• Sinonimi: Rosa canina έχει 118 συνώνυμα.
Μερικά από αυτά είναι: Crepinia canina (L.) Gand.,
Crepinia aciphylla (A. Rau) Gand., Crepinia andegavensis
(Bastard) Gand., Crepinia psilophylla (A. Rau) Gand.,
Crepinia squarrosa (A. Rau) Gand., Rosa achburensis
Chrshan., Rosa aciphylla A. Rau, Rosa aciphylloides Cottet
& Castella, Rosa adenocalyx Gren., Rosa actinodroma
Gand., ecc.
• Nome comune italiano: Rosa selvatica.
• Descrizione sistemica: Fusti verdi. Internodi lunghi.
Spine grosse, curve o uncinate. Fusti fioriferi raramente
senza spine. Pinnule 5-7, 15-40 x 12-20 mm, ovate, obovate o ellittiche, seghettate o compatte-seghettate, glabre
e glandolari, verde scuro e verdastro, lucide o opache superiormente. Piccioli e dorso delle foglie spesso con “aghi”.
Piccioli 10-20 mm, come i più grossi dei frutti, glabri.
Sepali deflessi e pendenti dopo la fioritura. Petali 15-25
(-30) mm, rosa a bianchi. Peduncolo grosso, con la bocca
di diametro minore di 1 mm. Stili di solito poco emergenti,
spesso pubescenti a glabri. Frutti 10-20 mm, globosi, ovati
o ellittici, glabri, rossi. 2n = 35.
• Distribuzione geografica: In Europa più a Nord dei
c. 62° S. [In tutte le aree ad eccezione di Az Fa Is Sb Tu].
Spontanea in Europa, Africa NO e Asia O. In Grecia è diffusa
come spontanea in tutta la zona continentale e nelle isole.
Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia,
Elide, Zante e Cefalonia.
• Usi farmaceutici: Dioscoride ha scritto per le proprietà
refrigeranti e astringenti della rosa e che il vino medicinale
delle rose era utile per il trattamento del mal di testa e delle
malattie degli occhi, delle orecchie, delle gengive, dell’ano
e dell’utero. In polvere, i fiori essiccati della rosa venivano
mescolati con gli alimenti per il dolore nelle gengive. I frutti maturi sono stati usati nel trattamento del raffreddore,
dell’influenza, di diverse infezioni, della gastrite e per il
controllo della diarrea. Di solito, sono somministrati perché
ricchi in vitamina C e di conseguenza adatti per casi di carenza C. Inoltre, possono essere usati come diuretici e per
Rosa canina L.: Frutti e foglie complesse.
rinforzare i vasi capillari. Uno sciroppo estratto dalle rose è
usato per dare sapore gradevole a medicinali aggiunti in
preparati per la tosse. I semi sono stati usati come antielmintico. Le rose canine sono usate per diverse patologie del
sangue (depurazione del sangue, malattie del sangue con
implicazioni polmonari, emorragia interna, emottisi), per
patologie femminili (seno, mestruazioni eccessive, crampi
dell’utero), per patologie gastrointestinali (diarrea, dissenteria), per patologie del sistema respiratorio (infezione
toraciche, raffreddori, tosse, influenza), per patologie del
sistema urinario (depurazione dei reni e della vescica, eliminazione dell’acido urico, trattamento della gotta e dei
reumatismi e contro la ritenzione di liquidi), nonché per
altri disturbi come la debilitazione generale. A causa del
loro uso tradizionale, l’Agenzia Europea per i Medicinali ha
approvato l’uso dei petali interi essiccati della R. gallica, R.
damascena, R. centifolia in Europa come medicinale tradizionale di origine vegetale per le infezioni moderate della
bocca e della mucosa della faringe e per le infezioni minori
della pelle.
• Composizione fitochimica: I componenti bioattivi
principali nei frutti maturi sono le vitamine Α, C, ed Ε, i
flavonoidi, i tannini ed altri acidi grassi indispensabili per
l’organismo.
75
Rosmarinus officinalis L.
Sp. Pl. 23 (1753)
• Famiglia: Lamiaceae.
• Sinonimi: Rosmarinus officinalis subsp. laxiflorus
(Noë ex Lange) Nyman.
• Nome comune italiano: Rosmarino, Ramerino, Rosamarina, Stammerino.
• Descrizione sistemica: Fino a 2 m, rami eretti, ascendenti o raramente decombenti, marroni, aromatici. Foglie 15-40 x 1,2-3,5 mm leneari, coriacee, con margini
revoluti, verde chiaro e leggermente corrugato superiormente, bianchi-tomentosi inferiormente, senza picciolo.
Piccioli a stella-tomentosi. Calice 3-4 mm, verde o viola
e spasramente tomentoso quando è giovane, in seguito
5-7 mm subglabro e con venature intense. Corolla 10-12
mm, blu chiaro (raramente rosa o bianca). Frutti castani.
2n =24.
• Distribuzione geografica: Arbusti secchi. Nell’area
mediterranea si estende fino al Portogallo e la Spagna
NO. In tutte le altre parti, coltivato come ornamentale o
per il suo olio aromatico. [Bl Co *Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Sa Si
(Al Az Su He Rs -K-)]. In Grecia spontaneo in alcune isole
dell’Ionio e dell’Egeo e in Sterea Ellada. Nell’area dello
studio è diffuso in Zante dove copre superfici estese nella zona O-No dell’isola, con popolazioni rappresentative
nella zona del Navagio. Come pianta coltivata negli orti
degli insediamenti è diffuso in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, Zante, Itaca e Cefalonia.
• Usi farmaceutici: Il rosmarino è stato usato nella
76 medicina tradizionale greca come tonificante, stimolan-
te, carminativo e contro l’indigestione, il mal di testa e
la tensione nervosa. Gli antichi Greci lo usavano per rinforzare la memoria. È stato usato come tonificante per
la crescita dei capelli e in applicazione topica contro il
cancro. Le foglio e l’olio del rosmarino sono usati per il
trattamento dei reumatismi, dell’indigestione, della perdita dell’appetito, il trattamento delle mialgie e dell’artrite e per migliorare la circolazione (applicazione topica
sulla pelle). Tutta la pianta è un antisettico, spasmolitico,
Rosmarinus officinalis L.: Aspetto dei fiori con il lembo superiore
della corolla mancante.
aromatico, astringente, tonificante del cuore, carminativo, colagogo, sudorifero, emmenagogo, tonificante dei
nervi, stimolante, stomachico e tonificante. L’infuso dei
fusti fioriferi, prodotto in recipiente chiuso per trattenere
i vapori, è efficace nel trattamento del mal di testa, delle coliti, del raffreddore e delle patologie neurologiche.
L’acqua distillata dei fiori è usata per il lavaggio degli
occhi. In base ai dati d’uso tradizionale della pianta in
Europa, l’Agenzia Europea per i Medicinali ha approvato
l’uso dei preparati dalle foglie o dell’essenza di rosmarino
come prodotti medicinali tradizionali per il trattamento sintomatico dell’indigestione e dei disturbi moderati
del sistema gastrointestinale (per via orale), ma anche
come medicinale coadiuvante per leggeri dolori miuscolari e articolari e diasturbi minori del sistema circolatorio
(come additivo per il bagno o per uso dermico)
• Composizione fitochimica: È ricco in essenze, flavonoidi e acidi fenolici che sono antisettici e antinfiammatori efficaci. L’acido rosmarinico può contribuire al
trattamento della sindrome dello choc tossico, mentre il
flavonoide diosmina è ritenuto più efficace della rutina
per la riduzione della fragilità dei vasi capillari.
Rubus idaeus L.
Sp. Pl.: 492. 1753
• Famiglia: Rosaceae.
• Sinonimi: Batidaea idaea (L.) Greene, Rubus fragrans
Salisb., nom. illeg., Rubus frambaesianus Lam., nom.
illeg.
• Nome comune italiano: Lampone.
• Descrizione sistemica: Il pollone si sviluppa da
gemme avventizie dalle radici. Fusti 100-150 cm,
eretti, cilindrici, tomentosi spesso con numerose spine
deboli. Foglie di solito pennatosette con 5-7 pinnule
oppure trifide, glabre superiormente, bianche-tomentosi inferiormente. Pinnula estrema ovata o oblunga,
alcune volte leggermente lobata, cordata, leggermente
acuminata. Stipole filiformi, cigliate. Infiorescenza con
pochi fiori, frondosa, da brattee estreme e ascellari,
asse glandolare con sparsi accigli. Fiori c.1 cm di diametro, obliqui. Sepali lanceolati, tomentosi. Petali stretti,
eretti, glabri, bianchi. Stami bianchi, eretti. Frutti rossi
o arancioni. 2n = 14.
• Distribuzione geografica: Quasi in tutta l’Europa,
ma solamente nelle montagne del Sud. [In tutti i paesi
ad eccezione di Az Bl Cr Fa Is Lu Sb Tu]. Pianta diffusa in
Europa, Asia e America del Nord. In Grecia è diffusa come
spontanea in tutta la zona continentale. Nell’area dello
studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia ed Elide.
• Usi farmaceutici: Tradizionalmente, il lampone è
stato usato per trattamenti contro l’anemia, la diarrea, la
gengivite, le ferite, i crampi ai piedi e della nausea gravidica mattutina. Oggi viene usato principalmente per
le sue proprietà astringenti e tonificanti. La tisana dalla
pianta è utile per il mal di gola e l’infiammazione delle mucose. Le foglie del lampone sono antiemorragici,
astringenti, tonificanti del cuore, stimolanti e tonificanti,
sono usati per lavaggi su ustioni, esantemi della pelle,
ferite e ulcere. Sono usati per gargarismi per l’emorragia delle gengive, la dissoluzione della placca dentale,
l’infiammazione della bocca, il mal di gola e ulcere della
bocca. Il decotto delle foglie può essere usato per lavaggi
Rubus idaeus L.: Frutti caratteristici.
degli occhi contro la congiuntivite e come soluzione orale
e può contribuire alla riduzione delle secrezioni vaginali
eccessive. Durante la gravidanza, l’uso delle foglie riduce
l’emorragia e l’ingrossamento dell’utero dopo il parto,
aiuta a prevenire l’aborto, aiuta l’utero a ritornare nella
sua posizione normale dopo il parto e contribuisce alla
riduzione dei pseudodolori del parto (somministrate
come infuso caldo), migliora l’efficacia delle convulsioni,
aumenta la produzione di latte materno, riduce il dolore
del parto, rinforza e tonifica i tessuti delle pareti dell’utero durante la gravidanza per aiutare con le contrazioni
e l’emorragia, rinforza inoltra i muscoli della pelvi e dei
legamenti per un parto facile e naturale, mentre, nell’ultimo trimestre della gravidanza, le foglie hanno effetto
tonificante per l’utero. Basando all’uso tradizionale delle
foglie del lampone, l’Agenzia Europea per i Medicinali ha
permesso l’inserimento nei medicinali tradizionali di ori-
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gine vegetale per il trattamento sintomatico delle convulsioni delle mestruazioni, il trattamento sintomatico
dell’infiammazione moderata della bocca o della gola e
la diarrea moderata.
La specie Rubus ulmifolius Schott. viene usata per le sue
proprietà farmaceutiche simili.
Composizione fitochimica: La vitamina C e i componenti fenolici sono presenti nei lamponi rossi. In particolare, le antocianine cianidina-3-soforoside, cianidina-3-(2(Ζ)-glicosil-rutinosite) e cianidina-3-glicoside e
78
due ellagitannini coesistono con tracce di flavonoli e di
acido ellagico e idrossicinamomico. Le foglie essiccate del
lampone contengono metaboliti polifenolici seconfdari,
soprattutto tannini idrolizzabili (da 2,6% a 6,9%). Altri
composti polifenolici sono soprattutto i flavonoidi (0.46
-1.05% nelle foglie essiccate). Inoltre, sono stati identificati, terpeni, vitamina C ed E, nonché minerali come
calcio, magnesio e zinco. Le foglie dl lampone contengono inoltre piccollissime quantità di acidi fenolici come il
caffeico e il clorogenico.
Salvia fruticosa Mill.
Gard. Dict. ed. 8: 5. 1768
• Famiglia: Lamiaceae.
• Sinonimi: Salvia baccifera Etl., Salvia clusii Jacq.,
Salvia cypria Unger & Kotschy, Salvia incarnata Etl.,
Salvia libanotica Boiss. & Gaill., Salvia lobryana Azn.,
Salvia marrubioides Vahl, Salvia ovata F. Dietr., Salvia
sipylea Lam., Salvia subtriloba Schrank, Salvia sypilea
Lam., Salvia thomasii Lacaita, Salvia triloba L. f.
• Nome comune italiano: Salvia triloba.
• Descrizione botanica: Arbusto fino a 120 cm. Fusti
con pelo bianco-tomentoso appressato. Foglie semplici o
pennatosette con 1-2 coppie dei segmenti ovati laterali
e un grande segmento finale ovato-ellittico, picciolato,
rugoso non glandolare, grigio-bianco inferiormente, verse superiormente. Verticilli con 2-6 fiori. Calice 5-8 mm,
campanulato, dentato, spesso viola, con pelo glandolare
o no. Corolla 16-25 mm, violetto o rosa, raramente bianca.
• Distribuzione geografica: Mediterraneo C. e E.,
dalla Sicilia fino a Creta. [Al Cr Gr It Si (Lu)]. Pianta mediterranea diffusa nel Mediterraneo Centrale e Orientale,
dalla Sicilia fino a Creta. In Grecia è diffusa con le migliori
popolazioni soprattuto nella Grecia S., O, e C. Più di 22
specie del genere Salvia sono presenti in Grecia.
• Usi farmaceutici: Le foglie sono antisudorifere, antisettiche, spasmolitiche, astringenti, carminative, colagoghe, disintossicanti, espettoranti, antipiretiche, tonificanti e vasodilattatorie. Sono usate per vie orale per
il trattamento di disturbi digestivi, respiratori e neurologici, problemi di mestruazioni, sterilità e depressione.
Non devono essere somministrate a donne in gravidanza.
L’infuso delle foglie è indicato per il trattamento del mal
di testa, dei dolori addominali e reumatici. Gli infusi e
i decotti delle foglie o dei fusti fioriferi sono utili come
depurativi del sangue e sono indicati per il sistema circolatorio. La pianta è ampiamente usata per il trattamento
dei disturbi cardiaci, dei raffreddori, della tosse e dell’influenza. È usata come vulnerario, antisettico, per il trattamento delle ferite, degli edemi e dell’idrope. Secondo
Salvia fruticosa Mill.: Aspetto della pianta in natura.
la bibliografia, nell’antichità la pianta era usata come
emostatico, vulnerario, antisettico e per il trattamento
del mal di gola e delle irritazioni.
• Composizione fitochimica: La pianta è ricca in essenza. Contiene 1,8-cineolo (componente principale),
beta-mircene, alfa-pinene, beta-pinene, camfene, alfa-tujone, beta-tujone e camfora. Altri componenti non
volatili sono acidi fenolici semplici (compreso l’acido rosmarinico) e flavonoidi.
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Salvia officinalis L. subsp. officinalis
Sp. Pl.: 23. 1753
• Famiglia: Lamiaceae.
• Sinonimi: Salvia chromatica Hoffmanns., Salvia clusii
Vilm., Salvia cretica L., Salvia digyna Stokes, Salvia
grandiflora Ten., nom. illeg., Salvia hispanica Garsault,
des. inval., Salvia minor Garsault, des. inval., Salvia
papillosa Hoffmanns., Salvia tricolor Vilm.
• Nome comune italiano: Salvia comune.
• Descrizione sistemica: Pianta eretta, quasi glabra
fino a densamente irsuta, perenne, 15-100 cm. Foglie
30-120 x 15-50 mm, oblunghe fino a oblunghe-ovate,
cordate alla base, con dentatura leggera o densa. Verticilli dei fiori in spiga, alcune volte interrotta nella parte
inferiore. Calice 5-9(-12) mm. Denti ¼-¾ di lunghezza
uguale al tubo. Corolla 12-18 mm, rosso chiaro-viola, raramente rosa o bianco, tubo emergente dal calice con il
lembo superiore intero. 2n = 16.
• Distribuzione geografica: Diffusa nella maggior
parte dell’Europa. Pianta mediterranea diffusa nel Mediterraneo C. e O. e nella Penisola Balcanica O. In Grecia è
diffusa nella parte NO. e SC., con le migliori popolazioni
soprattutto nella Grecia N. e O. Più di 22 specie del genere
Salvia presenti in Grecia.
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• Usi farmaceutici: La pianta è stomachica, tonificante
e tonificante per il cuore e viene usata anche contro le
nevralgie. È particolarmente tonificante a causa del tannino che contiene. È un buon medicinale contro l’atonia
dello stomaco e dell’intestino, ma anche disinfettante ed
espettorante in caso di raffreddore. È considerato rinforzante della memoria e contro la sonnolenza. La salvia è
benefica per i capelli e astringente come maschera facciale. Il decotto è usato contro la gengivite e le patologie
dermatologiche. L’essenza contro il mal di denti. La salvia
ha anche effetti inibitori per le secrezioni delle ghiandole
mammarie e contro il diabete mellito. La salvia è usata
nella medicina popolare come decotto per lavaggi orali in
caso di ferite nella cavità orale (stomatite, faringite, gengivite) e per via orale come antisudorifero (in particolare
Salvia officinalis L. subsp. officinalis: Infiorescenza caratteristica.
contro la sudorazione notturna delle persone affette da
tubercolosi e da disturbi neurologici), mentre in piccole
dosi è usata come medicinale stomachico, spasmolitico,
carminativo (previene la formazione di gas intestinali),
diuretico ed emenagogo. A causa del suo uso tradizionale, l’Agenzia Europea per i Medicinali ha riconosciuto
che le foglie della Salvia officinalis possono essere usate
come medicinale vegetale per il trattamento sintomatico di problemi minori d’indigestione, come il bruciore
gastrico e il meteorismo, per combattere la sudorazione
eccessiva, per la terapia sintomatica delle infiammazioni
nella bocca e nella gola e per infiammazioni della pelle
minori.
• Composizione fitochimica: La pianta è ricca in essenza. I componenti volatili più importanti sono i neurotossici alfa- e beta-tujone. Tali composti determinano
alcune limitazioni alla quantità usata. Altri componenti
non volatili sono tannini, sostanze diterpeniche, triterpeni, steroidi, flavoni e glicosidi dei flavonoidi.
Sambucus nigra L.
Sp. Pl. 269 (1753).
• Famiglia: Caprifoliaceae.
• Sinonimi: Sambucus caerulea Raf.
• Nome comune italiano: Sambuco nero, Sambuco comune.
• Descrizione sistemica: Arbusto o piccolo albero fino
a 10 m, corteccia marrone- grigia, solcata, sugherosa e
midollo biancastro. I piccioli sono diritti, eretti con fusti
direttamente dalla base. I rami formano di solito un arco.
Pinnule 5-7(-9), 4,5-12(-18) x 2-6(-10) cm, ovate, ovate-lanceolate oppure ovate-ellittiche, acuminate, dentate, sparsamente pubescenti nella parte inferiore. Stipole
assenti oppure, quando sono presenti, subulati. Le infiorescenze hanno diametro 10-24 cm., a corimbo, con (4-)5
raggi principali. La corolla del fiore bianca. Anteri giallastri, bianchi. Il frutto è globoso, nero (molto raramente
rosso). 2n = 36.
Sambucus nigra L.: Grappolo di frutti.
• Distribuzione geografica: Nella maggior parte
dell’Europa ad eccezione del Nord. [In tutte le parti eccetto Bl Cr Fa Is Rs (N) Sb, ma naturalizzati a Fe No Su]. Anche se indubbiamente è spontanea in foreste umide nella
maggior parte dell’Europa, è stata coltivata ampiamente
per i suoi frutti. Presente in viali, aree cespugliose, foreste,
ai margini delle strade, in zone con rifiuti ecc., in particolare in zone con terreni ricchi in azoto.
fiori sono usati per impacchi contro il dolore e per ridurre
l’infiammazione. È usata come pomata per il trattamento
dei geloni, delle ustioni, delle ferite ecc. La tisana dai frutti
essiccati si ritiene che ha effetti benefici per le coliche e la
diarrea. L’Agenzia Europea per i Medicinali ha autorizzato
l’uso del fiori essiccati (per la preparazione di decotti) e
dei loro infusi etanolici/tinture contro i sintomi del raffreddore comune.
• Usi farmaceutici: Il sambuco ha una lunghissima storia nell’uso domestico come erba medicinale ed è stato
ampiamente usato dai botanici. La pianta era stata nominata “il baule della medicina popolare”. I fiori sono la
parte principale usata nell’erboristeria moderna, anche
se tutte le parti della pianta sono state usate in vari periodi. Gli usi terapeutici tradizionale del sambuco contro
il raffreddore comune, come purgativo, sudorifero e diuretico è stato documentato da diversi studi scientifici. È
usato anche nel trattamento della stitichezza dell’artrite.
Dalla corteccia interna verde viene prodotta una pomata emolliente. È anche un espettorante ed emostatico. Il
succo è considerato un buon rimedio contro le infezioni
degli occhi. L’infuso della pianta è un buon tonificante
primaverile e contribuisce alla depurazione del sangue. I
• Composizione fitochimica: I frutti del sambuco contengono diversi composti che possono contribuire all’azione farmacologica, ma le sostanze principali sono i polifenoli. Nei frutti freschi si trovano elevate concentrazioni di
antocianine (soprattutto glicosidi della cianidina), nonché
piccole quantità di flavonoli e dei loro esteri. I semi contengono lectine e i frutti glucosidi cianogenetici a seconda della fase di maturazione. Altri componenti sono le vitamine
e minerali in piccole quantità, idrocarburi come la pictina,
glucosio e fruttosio e 0.01% essenza. I flavonoidi e i derivati
dell’acido caffeico sono i composti principali dei fiori (fino
al 3% per categoria). Oltre ai polifenoli, altri composti dei
fiori sono diversi triterpeni (amirine, steroli, acido oleanolico e ursolico), minerali, mucillagine, plastocianina (proteina), pictina, zuccheri ed essenza (0,03-0,14%).
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Saponaria officinalis L.
Sp. Pl.: 408. 1753
• Famiglia: Caryophyllaceae.
• Sinonimi: Saponaria aenebia Heldr., Saponaria
alluvionalis Du Moulin
• Nome comune italiano: Saponaria comune, Saponella.
• Descrizione sistemica: Perenne. Fusti 30-90 cm,
diritti, solitamente glabri, semplici o ramificati. Foglie
ovate a ovate-lanceolate, a tre venature, acute. Infiorescenza densa, a rami opposti a cima bipara. Fiori grandi,
a peduncoli corti, solitamente al colore della pelle. Calice
c. 20 mm, glabro o raramente leggermente irsuto, verde
o rossastro. Denti triangolari, acuti. Ovario dei petali c. 10
mm, più o meno intero. 2n = 28.
• Distribuzione geografica: Europa, dal Belgio, la Germania N e la Russia C. e a Sud. Spesso coltivata come ornamentale, inserita nella flora naturale espandendosi dalle
coltivazioni in molte zone del Nord. [Al Au Be Bl Bu Co Cr
Cz Ga Ge Gr He Hs Hu It Ju Lu Po Rm Rs (C, W, K, E) Sa Si
Tu (*Br Da Fe Hb No *Rs -B- Su)]. Pianta diffusa in tutta
l’Europa, l’Asia e il Nord America. Nell’area dello studio è
diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Zante e Cefalonia.
82
• Usi farmaceutici: L’uso farmaceutico principale della
saponaria è come espettorante per la tosse/bronchite. La
sua intensa azione irritante provoca il riflesso della tosse
e aumenta la produzione dei muco liquido nelle vie respiratorie. Tutta la piante, ma in particolare le sue radici,
si ritiene che hanno azione tonificante, antitubercolare,
colagoga, disintossicante, sudorifera, diuretica moderata,
espettorante, purgativa, tonificante e provoca lo starnuto.
Il decotto dalla pianta intera è applicato esternamente per
il trattamento della pelle irritata. La pianta è stata usata
nel trattamento dell’ittero e dei disturbi intestinali. La radice viene raccolta in primavera ed essiccata per uso futuro.
• Composizione fitochimica: I costituenti predominanti sono le saponine triterpeniche, mentre è stata
segnalata la prezenza di alcune proteine che inibiscono
i ribosoma.
Saponaria officinalis L.: Aspetto della pianta in natura.
Sideritis clandestina subsp. peloponnesiaca (Boiss. & Heldr.) Baden
in Strid & Kit Tan (Eds.), Mount. Fl. Greece 2: 88. 1991
• Famiglia: Lamiaceae.
• Sinonimi: Sideritis theezans var. cyllenea Heldr. ex
Boiss., Sideritis clandestina var. cyllenea (Heldr. ex
Boiss.) Hayek, Sideritis peloponnesiaca Boiss. & Heldr.,
Sideritis theezans subsp. peloponnesiaca (Boiss. &
Heldr.) Nyman, Sideritis clandestina subsp. cyllenea
(Heldr. ex Boiss.) Papan. & Kokkini.
• Nome comune italiano: Stregonia. Il nome “sideritis” proviene dalla parola greca “sidiros” (ferro) perché
la sideritis era considerato un medicinale eccezionale
“contro le ferite da armi di ferro” riportate nelle guerre.
Dioscoride consigliava ai soldati di bere l’infuso dell’erba
come tonificante per ottenere una guarigione più veloce
ed efficace.
• Descrizione sistemica: Perenne 15-40 cm. Pelo giallastro. Foglie inferiori 25-50 x 8-20 mm, oblunghe-spatolate a ovate intere o con piccola dentatura, le foglie
medie e superiori 30-70 x 6-12 mm, oblunghe-ellittiche,
intere 4-10 I verticilli distanziati con numerosi fiori. Brattee medie 10-20 mm compresa l’apice, superando i fiori,
generalmente ovate a suborbicolari, apice 4-10 mm, con
peli radi o densi. Calice 9-11 mm, denti 3,5-4,5 mm, leggermente più corti del tubo. Corolla 10-15 mm, gialla.
• Distribuzione geografica: Montagne rocciose.
Grecia S. (Peloponneso N. e NC.). [Gr]. Specie endemica
diffusa sulle montagne del Pelonneso N. e NC. (Helmos,
Erymanthos, Kyllini, Oligyrtos, Menalo, Mavrovouni,
Dourdouvana). Nell’area dello studio è diffusa in Acaia ed
Elide.
• Usi farmaceutici: Nell’antichità, il termine Sideritis
era generalmente riferito a piante che potevano essere
usate come medicinali per le ferite inferte da armi di ferro in guerra. Il decotto delle piante del genere Sideritis
è considerato dalla medicina popolare come lenitivo,
calmante, stomachico, analgesico, antibatterico e antinfiammatorio e viene usato in casi di raffreddore ed edema e per il buon funzionamento del sistema respiratorio.
Sideritis clandestina subsp. peloponnesiaca (Boiss. & Heldr.)
Baden: Aspetto della pianta in natura.
I taxa del genere Sideritis con effetti e azioni simili nell’area dello studio sono: Sideritis purpurea Talbot ex Benth,
Sideritis scardica Griseb. (τσάι του Ολύμπου), Sideritis
raeseri Boiss. & Heldr.
• Composizione fitochimica: I componenti principali
della stregonia sono diterpenoidi, flavonoidi ed essenza. Importanti studi confermano l’uso tradizionale della
pianta contro il raffreddore, le virosi e le allergie. Le ricerche moderne confermano anche che aiuta alla prevenzione dell’osteoporosi e che ha azione ansiolitica.
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Silybum marianum (L.) Gaertn.
Fruct. Sem. Pl. 2: 378. 1791
• Famiglia: Asteraceae.
• Sinonimi: Carduus marianus L., Carduus marianus L.,
Mariana lactea Hill, Centaurea dalmatica Fraas, Silybum
pygmaeum Cass.
• Nome comune italiano: Il nome proviene dal greco
“silybos” che significa “ciuffo”. Cardo mariano.
• Descrizione sistemica: Fusti 20-150 cm, raramente
più corti, glabri oppure leggermente aracno-pubescenti
verdi. Foglie basali 25-50 x 12-25 cm, pennatosette glabre o quasi glabre, picciolate. Foglie del fusto più piccole,
meno profonde divisi amplessicauli auricolate con spine
giallastre-bianche fino a 8 mm. Capolini 2,5-4 cm. Peduncoli lunghi, eretti, senza brattee oppure con poche
brattee, brattee esterne e medie del capolino con appendici 8-15 x 6-10 mm che terminano gradualmente in spine ricurve canalate 20-50 mm. Acheni 6-8 x 2,5-4 mm,
lucidi, neri, a macchie grigie, pappo, 15-20 mm. 2n = 34.
• Distribuzione geografica: Area del Mediterraneo
ed Europa SO. Coltivata come pianta ornamentale e naturalizzata o spontanea in gran parte dell’Europa. [Al Bl
Bu Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Sa Si Tu (Be Br Cz He Ho Rm
Rs -C,W,K,E-)]. Ai margini delle strade, a terreni incoltivati e coltivati. Pianta comune diffusa nel Mediterraneo
e nell’Europa SO. In Grecia è diffusa in tutto il territorio.
Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnani, Acaia,
Elide, Cefalonia e Zante.
• Usi farmaceutici: Il cardo ha una lunga storia nella
84 medicina tradizionale dell’Occidente per il trattamento
dei problemi del fegato. Studi recenti hanno confermato la sua efficacia considerevole nel proteggere il fegato
dai danni derivanti dall’intossicazione o intossicazioni di
altro tipo. La somministrazione per via orale è utile nel
trattamento delle patologie del fegato e della cistifellea,
dell’ittero, della cirrosi, dell’epatite e dell’intossicazione.
La silimarina, un infuso dai suoi semi, contiene flavonolignani bioattivi e agisce alla membrana delle cellule
epatiche evitando l’introduzione di tossine virali o di altri
Silybum marianum (L.) Gaertn.: Infiorescenza caratteristica (capolino), con appendici spinose.
composti tossici, prevenendo danni alle cellule. Inoltre,
migliora in modo sorprendente la rigenerazione del fegato in casi di epatite, cirrosi, intossicazione da funghi ed
altre patologie. Infusi dai semi vengono prodotti come
preparati commerciali in Europa. Una ricetta usata nell’omeopatia contiene parti uguali di radice non decorticata e di frutti non mondati. Nell’industria farmaceutica
il Silybum marianum viene usato per problemi d’indigestione e per i calcoli della cistifellea. Nella medicina
tradizionale è indicato per il trattamento dell’amenorrea,
della stitichezza, del diabete, della febbre da fieno, delle
emorragie dell’utero e della flebite.
• Composizione fitochimica: I principali componenti
attivi dei semi sono le flavonolignanes (1,5-3,0%), che
sono conosciute come silimarina. La silimarina è una miscela complessa di composti polifenolici, che comprende sette flavonolignanes strutturalmente affini (silibina
A, silibina B, isosilybin A, isosilybin B, silichristina, isosilychristini, silydianina) ed un flavonoide caratteristico.
Sinapis alba L. subsp. alba
Sp. Pl.: 668. 1753
• Famiglia: Brassicaceae.
• Sinonimi: Leucosinapis alba (L.) Spach
• Nome comune italiano: Senape bianca.
• Descrizione sistemica: Annuale. Fusti fino a 80 cm,
solitamente con peli duri deflessi, raramente glabri. Foglie di solito con peli densi ma non duri. Silique 20-40 x
3-6,5 mm, ascendente. Rostro 10-30 mm, ottuso e sottile. Frutti 4-8.
• Distribuzione geografica: Spontanea nell’area mediterranea e in Crimea. Naturalizzata nel resto dell’Europa, ma rara o sporadica a Nord. [In tutte le parti eccetto
Az, Sb, Tu. Solo casualmente in Fa, Fe, Is, Rs (N)]. È un’erba infestante delle aree coltivate e diffusa in zone non
coltivate, specialmente in terreni calcarei. Nell’area dello
studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia, Itaca e Zante.
Sinapis alba L. ssp. alba : Fiori e frutti immaturi.
• Usi farmaceutici: I semi sono antibatterici, antimicotici, stimolanti dell’appetito, sudoriferi, digestivi, diuretici, emetici, espettoranti, flogistici e tonificanti. È usata
nel trattamento della tosse per aumentare l’espettorato,
la tubercolosi e la pleurite. I semi sono somministrati per
via orale come medicinale nell’Occidente. Inoltre, si preparano impacchi di mostarda (usando semi schiacciati),
cataplasmi o preparati per il bagno. Utili anche nel trattamento delle infezioni del sistema respiratorio, dei legamenti, dei geloni, degli esantemi della pelle ecc.
• Composizione fitochimica: La pianta è nota per i
glucosinolati, anche se contiene vari composti fitochimici come componenti volatili, acidi fenolici e flavonoidi. I glucosilonati vengono idrolizzati in derivati isotiocianati che sono responsabili per il sapore piccante della
mostarda.
85
Sisymbrium officinale (L.) Scop.
Fl. Carniol., ed. 2, 2: 26. 1772
• Famiglia: Brassicaceae.
• Sinonimi: Erysimum officinale L., Chamaeplium
officinale (L.) Wallr., Sisymbrium officinale (L.) Scop. var.
officinale, Sisymbrium officinale var. leiocarpum DC.
• Nome comune italiano: Erisimo, Erba cornacchia.
• Descrizione sistemica: Annuale o biennale 5-90
cm. Le foglie più basse pennatosette, più o meno ovate
nel margine, con grandi lobi terminali. Piccioli 1-2 mm.
Petali 2-4 mm. Antere c. 7 mm. Ovari con 10-20 ovuli.
Silique (8-)10-20 mm, coniche cilindriche, lineari, terminante agli stili. Stili 0,5-1 mm. Semi c.1 mm. 2n = 14.
• Distribuzione geografica: In tutta l’Europa, al Nord
fino a c. 68⁰ N. [In tutte le zone eccetto Fa Sb]. In Grecia è
spontanea e diffusa in tutte le zone. Diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia, Itaca e Zante.
• Usi farmaceutici: L’intera pianta è ritenuta tonificante, diuretica, espettorante, purgativa e stomachica.
Questa pianta era nota come “erba del cantante” a causa del suo uso per il ripristino della voce. L’infuso forte
dell’intera pianta è stato usato nel trattamento contro il
mal di gola. Inoltre, nell’antichità la pianta farmaceutica era considerata ad azione anticancerogena. La pianta
essiccata perde molte sostanze attive e per tale motivo
deve essere usata fresca.
86
• Composizione fitochimica: Sono contenuti fenilpropani volatili e non volatili, monoterpeni, flavonoidi e
polisaccaridi, ma le sostanze bioattive più caratteristiche
sono i glucosilonati (dominante la putranjivina).
Sisymbrium officinale (L.) Scop.: Fusti con fiori.
Taraxacum pindicola (Bald.) Hand.-Mazz.
Monogr. Taraxacum: 107. 1907
• Famiglia: Asteraceae.
• Sinonimi: Taraxacum vulgare var. pindicola Bald,
Taraxacum laevigatum subsp. pindicola (Bald.) Hayek.
• Nome comune italiano: Aniceto.
• Descrizione sistemica: Foglie 5-40 cm, intere a laciniate, spesso grandi e spesse, mai sottili, senza macchie.
Lobi più o meno triangolari. Piccioli spesso alati. Fusti
5-40 cm., robusti, eretti o ascendenti, di solito irsuti. Capolino 25-75 mm di diametro, spesso deflesso. Involucro
12-25 x 15-25 mm. Brattee esterne fino a 17 mm, lineari-lanceolate, di solito scure, più o meno verde glauco,
più tenue nella parte interna, margine di solito morbido
presente ma mai cospicuo, erette a inflesse, con siliqua
o leggermente ispessite. Ligule lunghe, strette, gialle, di
solito con una striscia marrone. Acheni marroni. Corpo
2,5-3,5 mm tubercolare con piccole spine. Cono 0,2-0,7
mm., conico. Rostro 7-15 mm., sottile.
• Distribuzione geografica: Presente in terreni distrutti, pascoli e foreste. [Al Gr Ju]. In Grecia è diffusa
nelle zone continentali. Nell’area dello studio è diffusa in
Etolia-Acarnania, Acaia ed Elide.
• Usi farmaceutici: Tutte le parti della pianta, ma soprattutto la radice, hanno proprietà leggermente purgative, colagoghe, depurative, fortemente diuretiche,
epatiche, stomachiche e tonificanti. La radice è anche
ipoglicemica e agisce come antibiotico leggero contro le
infezioni da lieviti. Dalle foglie o dalle radici viene preparato un decotto. La pianta è usata per il trattamento dei
disturbi della cistifellea, della calcolosi della cistifellea,
dell’ittero, della cirrosi, dell’indigestione con stitichezza,
dell’edema dovuto a pressione arteriosa elevata e insufficienza cardiaca, dell’artrite cronica e dei problemi dermatologici, della gotta, dell’eczema e dell’acne. Il succo
della pianta può essere usato per l’eliminazione di calli e
verruche, ha azione precisa contro le infiammazioni della
cistifellea e si ritiene che può eliminare i calcoli dal fegato. L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha approvato
Taraxacum pindicola (Bald.) Hand.-Mazz.:
Aspetto della pianta in natura.
la commercializzazione dei preparati vegetali con foglie
di aniceto e dei loro infusi, come medicinale tradizionale
di origine vegetale che aumenta la quantità di urina per
ottenere il lavaggio del sistema urinario e come coadiuvante in disturbi leggeri del sistema urinario. Inoltre, ha
approvato l’uso dei preparati delle radici e delle foglie in
prodotti farmaceutici vegetali tradizionali per a) alleggerire i sintomi relativi a disturbi leggeri del sistema digestivo (come la sensazione di sazietà, il meteorismo e la
digestione lenta) e la perdita temporanea dell’appetito, e
b) l’aumento della quantità di urina per ottenere il lavaggio del sistema urinario e come coadiuvante in disturbi
leggeri del sistema urinario.
• Composizione fitochimica: Nelle radici e nelle foglie sono stati individuati numerosi sesquiterpeni (compresi i lattoni), steroli, derivati fenolici semplici (acidi ed
esteri) e flavonoidi. È stata individuata anche un’elevata
percentuale di potassio.
87
Teucrium capitatum L. subsp. capitatum
Sp. Pl.: 566. 1753
• Famiglia: Lamiaceae.
• Sinonimi: Chamaedrys capitata (L.) Raf., Polium
capitatum (L.) Mill., Teucrium polium subsp. capitatum
(L.) Arcang.
• Nome comune italiano: Camedrio capitato. Il Teucrium probabilmente ha preso il suo nome da Teucro,
figlio del re di Salamina, Telamone, e della sua seconda
moglie, Issione, figlia del re di Troia, Laomedonte. Ha
lottato contro il suo fratellastro, Aiace, durante la Guerra
di Troia ed è stato il fondatore della città di Salamina a
Cipro.
• Descrizione sistematica: Suffrutice. Fusti 10-25 cm
di colore grigio, irsuti, spesso densi. Foglie 7-27 mm,
oblunghe a oblunghe obovate, appiattite o a margini deflessi, con 2-5(-9) incisioni, a fasci, i margini più
o meno deflessi. Fiori in capolini semplici o complessi.
Brattee assomiglianti a foglie. Calice (2,5-)3-5 mm, densamente e uniformemente irsuto. Corolla bianca o rossa.
Lobi globosi o triangolari, glabri o irsuti. 2n = 26, 52, 78.
• Distribuzione geografica: Zone aride. Diffusa in
Europa S, si estende a Nord fino a c. 51° N. in Russia SC.
[Al Bl Bu Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Rm Rs (C, W, K, E) Sa Si
Tu]. In Grecia è diffusa come pianta spontanea nella zona
continentale e nelle isole. Nell’area dello studio è diffusa
in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, Zante, Itaca e Cefalonia.
88
• Usi farmaceutici: Nella medicina popolare il Teucrium
capitatum è stato usato per il trattamento del diabete,
dell’iperlipidemia e dell’ipertensione. Inoltre, viene usato
per offrire sollievo dai gas nel canale alimentare, come
spasmolitico, antinfiammatorio, contro la sensibilità a
irritazioni traumatiche e come antibatterico.
• Composizione fitochimica: L’essenza è ricca in sesquiterpeni, soprattutto cariofillene e carvacrolo. La
pianta è ricca in diterpeni e flavonoidi.
Teucrium capitatum L. subsp. capitatum:
Aspetto della pianta in natura.
Thymbra capitata (L.) Cav. Elench.
Pl. Horti Matr.: 37. 1803
• Famiglia: Lamiaceae.
• Sinonimi: Satureja capitata L., Coridothymus
capitatus (L.) Rchb. f., Origanum capitatum (L.) Kuntze,
Thymus capitatus (L.) Hoffmanns. & Link.
• Nome comune italiano: Timo arbustivo. Etimologicamente, il timo prende il suo nome dalla parola greca
“thio” che inizialmente significava “fumo” e in seguito
“sacrifico”.
• Descrizione sistemica: Suffrutice 20-50 (-150) cm,
si sviluppa eretto con rami legnosi portanti verticilli
ascellari con foglie (spesso le uniche foglie durante la
stagione arida). Foglie dei fusti lunghi 6-10 x 1-1,2 mm
senza picciolo, lineari, acuti, subglabri, sparsamente cigliate alla base. Venature laterali non cospicue. Infiorescenza oblunga conica. Brattee c. 6 Χ 2 mm intrecciate,
ovate-lanceolate, verdastre, cigliate. Bratteole c. 6 mm.,
simili alle foglie. Calice c. 5 mm, il lembo superiore più
piccolo di quello inferiore, i denti tutti cigliati. Corolla fino a 10 mm, viola-rosa, il lembo superiore bifido.
2n = 30.
• Distribuzione geografica: In terreni calcarei. Nell’area del Mediterraneo, Portogallo. [Al Bl Co Cr Gr Hs It Ju
Lu Sa Si Tu]. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide,
Etolia-Acarnania, Zante, Itaca e Cefalonia.
• Usi farmaceutici: La pianta può essere usata fresca in
tutti i periodi dell’anno oppure raccolta nel periodo di fioritura e distillata per l’essenza o essiccata per uso futuro.
Le foglie e in particolare l’essenza contenuto in essa sono
particolarmente antisettici, deodoranti e disinfettanti.
Il capolino del timo ha proprietà riscaldanti, astringenti
ed espettoranti, migliora la digestione, contribuisce al
rilascio delle convulsioni e al controllo della tosse. È un
forte antisettico e antimicotico. Per via orale viene usato
contro la tosse secca, la pertosse, la bronchite, il catarro
bronchiale, l’asma, la laringite, l’indigestione, la gastrite,
la diarrea e l’enuresi notturna. Esternamente viene usato
per gargarismi contro la tonsillite e le infezioni delle gen-
Thymbra capitata (L.) Cav. Elench: Capolini con fiori.
give e come lavaggio per ferite e patologie dermatologiche, come le infezioni da funghi.
• Composizione fitochimica: La pianta (specialmente
le foglie) è ricca in essenza. Il componente principale è il
carvacrolo, mentre altri componenti sono i monoterpeni
monociclici e biciclici, monoterpeni non ciclici e sesquiterpeni. Oltre all’essenza, la pianta contiene diversi polifenoli.
89
Thymus leucotrichus Halácsy subsp. leucotrichus
Consp. Fl. Graec. 2: 561. 1902
• Famiglia: Lamiaceae.
• Sinonimi: Thymus vulgaris L., Thymus leucotrichus
var. austroanatolicus Jalas.
• Nome comune italiano: Timo maggiore.
• Descrizione sistemica: Pianta raramente raccolta
diffusa sulle montagne della Grecia Centrale e Meridionale, con foglie lineari- lanceolate, senza picciolo, coperte da peli lunghi e corti, brattee purpuree di lunghezza
almeno doppia della larghezza delle foglie. L’infiorescenza è subsferica. Corolla rosa-purpurea appena emergente
dal calice.
• Distribuzione geografica: Come pianta spontanea
in Bulgaria, Grecia, Libano, Siria e Turchia. Nell’area dello
studio è diffusa abbondantemente come pianta spontanea in Epiro (altitudini minori).
• Usi farmaceutici: Viene usato come potente antiossidante negli alimenti e in farmaceutica. La sua essenza
viene principalmente usata per la sua azione antibatterica, antimicotica (il timolo è anche efficace contro i funghi
che provocano spesso infezioni nelle unghie degli arti
inferiori) e stimolante per il cuore. Può essere usato per
il trattamento della tosse e della bronchite.
• Composizione fitochimica: I componenti principali
sono il timolo, gamma-terpinene, p-cimene, linaloolo,
mircene, alfa-pinene, eugenolo, carvacrolo e alfa-thujene.
90
Thymus leucotrichus Halácsy subsp. leucotrichus:
Aspetto della pianta in natura.
Tilia tomentosa Moench
Verz. Ausl. Bδume Weissenst. 136 (1785)
• Famiglia: Tiliaceae.
• Sinonimi: Tilia alba Aiton., Tilia argentea Desf. ex DC.
• Nome comune italiano: Tiglio.
• Descrizione sistemica: Fino a 30 cm, ampiamente piramidale. Giovani rami tomentosi. Foglie 8-10 cm,
subsferiche-cordate, seghettate, bi-seghettate o leggermente lobate, verde scuro e quasi glabre superiormente,
bianche tomentose con peli stellati nella parte inferiore. I
piccioli sono di solito più corti della metà della lunghezza
della lamina. Brattee lanceolate a oblunghe, quasi senza
picciolo. Fiori bianco opaco, in infiorescenza pendente
ondulata da 6-10. Staminoidi presenti. Frutto 6-8 mm, di
solito ovato, leggermente tuberoso.
Tilia tomentosa Moench.: Infiorescenza.
• Distribuzione geografica: Diffuso nella penisola Balcanica, si espande a Nord fino al Nord Ungheria e
all’Ucraina Occidentale. Coltivato come ornamentale in
molte altre parti. [Al Bu Gr Hu Ju Rm Rs (W) Tu].
• Usi farmaceutici: Agisce come diuretico ed espettorante, calmante, riduce la pressione sanguigna alta, aumenta
la sudorazione, libera le convulsioni e miglio la digestione
ed è usato come colagogo. Viene usato per via orale con effetti benefici per problemi di ipertensione, arteriosclerosi,
disturbi cardiovascolari e digestivi associati ad agitazione,
infiammazioni del sistema urinario, influenza, catarro,
emicrania, ipertensione nervosa e cefalalgia. L’infuso dei
fiori e delle foglie è indicato per raffreddori febbrili (catarro,
tosse, influenza, muco, bronchite ecc.). Grazie alle proprietà
dell’erba di provocare sudorazione e aumento della diuresi, i fiori sono usati anche in disturbi renali e dell’uretra, e
per alleviare i dolori migliorando le funzioni dello stomaco.
Rinforza il sistema immunitario ed aiuta alla prevenzione
dei problemi cardiovascolari con i suoi effetti benefici per
la riduzione del colesterolo e il rilassamento delle arterie.
• Composizione fitochimica: I fiori e le foglie dell’albero contengono sostanze emollienti, essenze volatili
ricche in farnesolo, diversi gluconici, zuccheri, astringenti
e sostanze simili alla vitamina E.
91
Tordylium apulum L.
Sp. Pl.: 239. 1753
• Famiglia: Apiaceae.
• Sinonimi: Nessuno.
•Nome comune italiano: Ombrellini, Erba fragola.
•Descrizione sistemica: Leggermente e sparsamente
tomentoso, annuale con altezza di 20-50 cm. Fusti densamente irsuti alla base, con peli lunghi sparsi superiormente. Foglie pennatosette, le inferiori con segmenti
ovati, intensamente dentati. Le parti superiori con segmenti lineari interi. Raggi 3-8. Brattee e bratteole molto
più corte dei raggi, speronate, rigide, fimbriate. I fiori
esterni con un petalo più grande degli altri (4-6 mm),
più o meno in due lobi uguali, assomigliante a due petali
grandi. Frutto 5-8 mm, con peli soffici cistici, ala con parte interna sottile, margini spessi solcati, minimamente
pappiloso.
• Distribuzione geografica: Nell’area mediterranea.
[Al Bl Co Cr Ga Gr Hs It JuSa Si Tu].
• Usi farmaceutici: Viene usato per il trattamento della
caduta dei capelli, per disturbi bronchiali e neurologici,
come espettorante, nonché come regolatore delle mestruazioni.
• Composizione fitochimica: Dei 67 componenti diversi identificati e rappresentanti il 96.5% dell’essenza, i
più importanti sono l’alfa-cumulene (alpha-humulene),
l’octil-exanoato e il fanesil- acetone (farnesyl acetone).
92
Tordylium apulum L.: Infiorescenza caratteristica.
Tussilago farfara L.
Sp. Pl.: 865. 1753
• Famiglia: Asteraceae.
• Sinonimi: Tussilago alpestris Hegetschw., Tussilago
umbertina Borbás.
• Nome comune italiano: Tossilaggine comune, Farfaro.
• Descrizione sistemica: Rizoma oblungo, biancastro,
strisciante, a rosette di foglie. Foglie 10-20(-30) cm, suborbicolari, a lobi sinuosi e irregolarmente dentate, cordate alla base, verdi, leggermente fioccose quando sono
giovani, permanentemente biancastre-tomentose nella
parte inferiore. Picciolate con scanalature sulla superficie
rivolta verso l’asse. Fusti 4-15 cm, si allungano durante
la fruttificazione, ascellari, con numerose squame purpuree, fioccosi, spuntano prima delle foglie, eretti nella fase
delle gemme, si piegano dopo l’antesi. Involucro sotto
l’infiorescenza 10 mm, numerose brattee, lineari-lanceolate, ottuse, purpuree a margine membranoso. Acheni
3 mm. 2n = 60.
• Distribuzione geografica: Diffusa in quasi tutta
l’Europa. [Ad eccezione di Az Bl Cr Lu]. In località umide,
specialmente in terreni argillosi. In Grecia spontaneo ed
ampiamente diffuso nel territorio. Nell’area dello studio
è diffuso in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia e
Zante.
• Usi farmaceutici: Come emolliente efficace ed espettorante, è uno dei trattamenti più popolari in Europa per
la tosse e per diversi disturbi respiratori, come l’asma, la
bronchite, la laringite, la pertosse, l’influenza e la congestione polmonare. Alcune persone fanno inalazioni
contro la tosse e dispnea sibilante. Si usano soprattutto
le foglie e i piccioli fioriferi che sono ricchi in mucillagine, ma certe volte si usa anche la radice. La mucillagine è
probabilmente responsabile per gli effetti emollienti della pianta. Dalla radice si può estrarre un preparato amaro,
tonificante e sudorifero. Le foglie sono raccolte a giugno
e agli inizi di luglio. La raccolta dei fiori viene effettuata
quando sono completamente aperti. La radice viene rac-
Tussilago farfara L.: Fusti fioriti.
colta in autunno. Tutte le parti possono essere essiccate e
usate in futuro. La tossilaggine è particolarmente efficace
quando viene usata in combinazione alla liquirizia (specie del genere Glycyrrhiza), il timo (Thymbra capitata) e
il ciliegio selvaggio (Prunus serotina). L’impiastro dei fiori
ha effetti calmanti per varie patologie dermatologiche,
come l’eczema, le ulcere, le ferite, i morsi e le infiammazioni.
• Composizione fitochimica: Oltre agli acidi idrossicinamici, i tannini, i flavonoidi e i polisaccaridi, sono stati
isolati anche numerosi sesquiterpeni. Sono stati isolati
anche alcaloidi pirrolizidinici.
93
Urtica dioica L.
Sp. Pl.: 984. 1753
• Famiglia: Urticaceae.
• Sinonimi: Nessuno.
• Nome comune italiano: Ortica.
• Descrizione sistemica: Lamina di solito a peli urticanti, spesso più o meno irsuta, diversamente, irsuto solamente sparsamente, soprattutto sulle venature, foglie
ovate a ovate-lanceolate, arrotondate, cuneiformi, cordate alla base. Stipole di 1-2(-3) mm di larghezza. Nodi
inferiori dell’infiorescenza al 7ο-14ο verticillo. 2n = 48,
52, raramente 26.
• Distribuzione geografica: Nitrofilo, in terreni non
coltivati e in foreste umide. Presente in tutta l’Europa,
mentre in alcune zone è stata introdotta come infestante. [Diffuse in tutte le parti ad eccezione di Az Bl Cr Sb].
• Usi farmaceutici: In base all’Agenzia Europea dei
Medicinali (EMA), l’ortica essiccata è considerata parte
dell’alimentazione umana. Ha azione diuretica, ipotensiva, antipiastrinica, ipocolesterolemica, epatoprotettiva,
antiossidante, antibatterica, analgesica, antireumatica e
antiulcerogena.
• Composizione fitochimica: L’ortica è ricca in minerali: calcio, rame, cloro, potassio, silicio, sodio, ferro. Contiene 21- 23% proteine e 9- 21% fibre vegetali.
94
Urtica dioica L.: Infiorescenze.
Urtica urens L.
Sp. Pl.: 984. 1753
• Famiglia: Urticaceae.
• Sinonimi: Nessuno.
• Nome comune italiano: Ortica minore.
• Descrizione sistemica: Annuale 5-60(-80) cm, di colore verde chiaro, monoica. Foglie 1-4(-6) cm, ovate, arrotondate a cuneiformi alla base, di solite intensamente
dentate. Picciolo di lunghezza uguale alla lamina, stipole
4 ad ogni nodo. Racemi fino a 2 cm, di solito non più lunghi del picciolo della foglia frontale. Gruppi ascellari con
pochi fiori, con numerosi fiori femminili e pochi maschili,
sviluppati eretti nella fruttificazione. Segmenti del perianzio dei fiori femminili, frangiati nel margine, glabri o
sparsamente irsuti nella parte posteriore. 2n = 24, 26, 52.
• Distribuzione geografica: Presente soprattutto in
terreni coltivati e distrutti. In tutta l’Europa, ma ci sono
dubbi riguardo la possibilità che sia spontanea nel Nord.
• Usi farmaceutici: Il decotto delle foglie è stato usato
tradizionalmente come tonificante e per la depurazione del
sangue. Tutta la pianta si ritiene che abbia azione antiasmatica, antiforfora, astringente, diuretica, galattagoga, emostatica, ipoglicemica e tonificante. L’infuso è efficace perché
ferma l’emorragia interna, contribuisce al trattamento
dell’anemia, delle mestruazioni eccessive, delle emorroidi,
dell’artrite, dei reumatismi e dei disturbi dermatologici,
come l’eczema. Esternamente, la pianta è usata contro i
dolori dell’artrite, la sciatalgia, la nevralgia, le emorroidi, i
problemi di crescita dei capelli ecc. Per motivi terapeutici la
pianta viene raccolta a maggio o a giugno, quando fiorisce,
e viene essiccata per uso futuro. Il succo può essere usato
come antidoto per la puntura delle foglie dell’ortica. L’infuso dalle foglie fresche è un emolliente che aiuta la cicatrizzazione delle ferite. È un trattamento utile in caso di morsi,
di punture, di ustioni e di problemi d’allattamento.
• Composizione fitochimica: Contiene acido gallico,
acido formico, istamina, acetilcolina, serotonina, vitamine A, C, K, tannini e minerali.
Urtica urens L.: Aspetto della pianta in natura.
95
Verbascum thapsus L.
Sp. Pl.: 177. 1753
• Famiglia: Scrophulariaceae.
• Sinonimi: Verbascum macrurum Lange, Verbascum
simplex Hoffmanns & Link
• Nome comune italiano: Tasso barbasso.
• Descrizione sistemica: Biennale, più o meno denso
tomentoso, grigiastro o biancastro. Fusto 30-200 cm.
Foglie basali 8-50 Χ 2,5-14 cm, ellittiche a obovate-oblunghe, acute, intere o precisamente dentate, le foglie
superiore del fusto si estendono verso la parte inferiore.
Infiorescenza di solito semplice. Brattee 12-18 mm, ovate a lanceolate, seghettate, peduncoli parzialmente connati al fusto. Calice (5-)8-12 mm a lobi lanceolati. Corolla
12-35 mm di diametro. Stami 5, i superiori a filamenti
pubescenti, gli inferiori a filamenti glabri, peli dei filamenti bianchi. Stigma con capolini. Capsula 7-10 mm,
ellittica-ovata. 2n = 32, 36.
• Distribuzione geografica: Nella maggior parte
dell’Europa, ad eccezione dell’estremo Nord e in parecchie zone della penisola Balcanica. [Au Az Be Bl Br Co Cz
Da Fe GaGeHb He Ho Hs Hu It Ju Lu No Poτ RmRs (N, B, C,
W, K, E) Sa Si Su].
• Usi farmaceutici: La presenza di flavonoidi e di saponine fornisce alla pianta proprietà diuretiche e calmanti.
Il suo uso è anche noto a causa delle sue proprietà sudorifere e antireumatiche. Il decotto delle foglie era usato per
lavaggi a causa delle sue proprietà emollienti.
96 • Composizione fitochimica: Contiene diversi composti chimici, come saponine, iridoidi, flavonoidi, vitamina
C e minerali. Verbascum thapsus L.: Aspetto della pianta.
Vinca major L. ssp. major
Sp. Pl.: 209. 1753
• Famiglia: Apocynaceae.
• Sinonimi: Nessuno.
• Nome comune italiano: Pervinca maggiore.
• Descrizione sistemica: Fusti sul terreno o ascendenti, svernanti. Foglie 1,5-9 x 0,5-6 cm, prevalentemente
lanceolate o ellittiche (spesso anche ovate sui fusti striscianti), base arrotondata o cuneiforme, sempreverdi,
glabri o a margini cigliati. Fusti fioriferi fino a 30 cm. Lobi
del calice 3-17 mm, stretti ovati a stretti triangolari, glabri o a margini cigliati. Tubo della corolla 9-15 mm disco
della corolla 25-50 mm, di solito blu o blu-rosa, lobi troncati asimmetrici. 2n = 46, 92.
• Distribuzione geografica: Europa S., O. e C., con
estensione ad Est fino alla Lituania e l’Ucraina (Krym).
[Au Be Bu Co Cz Ga Ge Gr He Ho Hs Hu It Si Ju Lu Rm Rs
(B, C, W, K) Po Si (Br Da Hb No Su Tu)]. Specie spontanea
nell’area mediterranea Occidentale e Centrale, ma naturalizzata in tutte le altre zone.
• Usi farmaceutici: Viene usata per il trattamento della
diarrea, dell’ipertensione, per la memoria/concentrazione e la menorragia. La pianta è astringente, lenitiva, stomachica e tonificante. Contiene l’alcaloide “vincamina”,
usato dall’industria farmaceutica come stimolante per il
cervello e come vasodilatatorio. Contiene anche “reserpina”, che riduce la pressione arteriosa. Viene usata nel
trattamento dell’emorragia intensa nelle mestruazioni,
dell’emorragia utero-vaginale non fisiologica, delle secrezioni uterine, della rinorragia, il mal di gola e le ulcere
orali. Le piante vengono tagliate durante la fioritura e in
seguito essiccate per uso futuro. I fiori freschi sono purgativi leggeri, ma perdono dalle effetto con l’essiccazione.
Le foglie e i frutti della pervinca contengono vincamina,
la sostanza precursore della vinpocetina, usata dalla medicina per rafforzare la memoria degli anziani in modo
naturale. La vincamina è venduta come sostanza pura in
forma di integratore, ma i fitoterapeuti preferiscono l’uso
dell’intera pianta, sia come infuso sia come decotto. Altri
Vinca major L. ssp. major: Fiori.
usi tradizionali comprendono il suo uso per il diabete,
come medicinale per la tosse e come astringente per le
emorragie.
• Composizione fitochimica: Contiene alcaloidi dell’
indolio che sono i componenti bioattivi principali. La vincamina è la molecola responsabile per la sua azione neuroprottetiva. Altri alcaloidi contenuti sono: reserpininan,
acuamicina, majidina, vinerina, ervina, vineridina, tombosina, vincamasina, vincanina, vincanidina, vincamone,
aponvincamone, vincaminole, desossivincaminolo, vincorina e perivinsina. Oltre agli alcaloidi, sono state individuate anche saponine, steroli e acidi organici e fenolici.
97
Vitex agnus-castus L.
Sp. Pl.: 638. 1753
• Famiglia: Verbenaceae.
• Sinonimi: Agnus-castus robusta (Lebas) Carrière,
Agnus-castus vulgaris Carrière, Vitex agnus Stokes, Vitex
hybrida Moldenke, Vitex integra Medik., Vitex latifolia
Mill., Vitex lupinifolia Salisb., Vitex pseudonegundo
(Hausskn.) Hand.-Mazz., Vitex robusta Lebas, Vitex
verticillata Lam.
• Nome comune italiano: Agnocasto.
• Descrizione sistemica: 1-6 m, aromatico. Ra mi giovani con 4 angoli ottusi, grigi-tomentosi. Foglie picciolate, con 5-7 pinnule su picciolo. Pinnule 1,5-10 cm, lineari-lanceolate, seghettate, intere, bianchastre-tomentose
nella parte inferiore, glabri nella parte superiore. Calice
e corolla esternamente tomentosi. Corolla 8-10 mm blu
o rosa. Drupa sferica, rossastra-nera, leggermente più
lunga del calice.
• Distribuzione geografica: Europa S. [Al Bl Bu Co Cr
Ga Gr Hs It Ju Rs (K) Sa Si Tu]. Specie euro-mediterranea. In
Grecia è spontanea e ampiamente diffusa sia nella parte
continentale sia nelle isole. Nell’area dello studio è diffusa
in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia e Zante.
98
• Usi farmaceutici: L’agnocasto è usato ampiamente
per il trattamento dei disturbi riproduttivi delle donne,
compresa l’insufficienza del corpo luteo, della sindrome
premestruale, dei sintomi della menopausa e dell’insufficiente secrezione di latte. È stato usato per il trattamento
dei fibromi e previene gli aborti dovuti all’insufficienza di
progesterone. Regola l’ipofisi riducendo la produzione di
estrogeni e aumentando la produzione di progesterone.
I frutti secchi schiacciati in poltiglia possono essere usati
in forma di tintura contro la paralisi, i dolori agli arti, la
debolezza ecc. Altri usi prevedono la riduzione del meteorismo, l’inibizione dell’appetito e la stimolazione del
sonno. L’Agenzia Europea per i Medicinali ha approvato il
suo uso (frutti, polvere di sostanza vegetale, tintura, infusi secchi) in medicinali tradizionali di origine vegetale
contro i sintomi dei giorni prima delle mestruazioni.
Vitex agnus-castus L.: Aspetto generale della pianta in natura.
• Composizione fitochimica: I componenti bioattivi
principali sono glicosidi degli iridoidi (circa 1%), diterpeni, flavonoidi come la casticina (lipofila) con contenuto da 0,02 a 2,0%, essenza con componenti principali
(15-25%): 1,8-cineolo, limonene, alfa- e beta-pinenio
e trigliceridi con acido alfa-linolenico, palmitico, oleico,
steatico e linolenico.
Piante
aromatiche e medicinali
C
coltivate
99
Allium sativum L.
Sp. Pl.: 296. 1753
• Famiglia: Amaryllidaceae.
• Sinonimi: Porrum sativum (L.) Rchb.
• Nome comune italiano: Aglio.
• Descrizione sistemica: Bulbi di 3-6 cm di diametro,
depressi-ovoidi, costituiti da 5-15(-60) bulbilli. Tunica
esterna membranosa. Fusto 25-100(-200) cm. Foglie
6-12, fino a 60 cm x 12(-30) mm, lineari, piani, carenate,
avvolgono la metà inferiore del fusto. Spata fino a 25 cm,
univalve, lungamente rostrata, caduca. Ombrella di 2,5-5
cm di diametro, solitamente con pochi fiori (che spessa,
quando sono giovani, interrompono il loro sviluppo e
appassiscono) e con molti bulbilli. Pedicelli 10-20 mm,
disuguali. Perianzio a forma di coppa, segmenti 3-5 mm,
verdastri-bianchi, rosa, raramente bianchi o porpora,
glabri, gli esterni lanceolati, acuti, gli interni ovati-lanceolati. Stami interni o di uguale lunghezza al perianzio;
esternamente 3 filamenti 6-8 mm, semplici o tricuspidi,
i 3 interni con lamina alla base ampiamente oblunga,
largh. 1,5-2 mm e circa 1/3 della lunghezza del cuspide
centrale, cuspidi laterali 2 o 4, ampiamente più lunghi
del centrale.
• Distribuzione geografica: L’aglio è nativo di Asia
Centrale (Kazakistan, Kirghizistan, Turkmenistan, Tagikistan e Uzbekistan) e nell’Iran NE. È ambientato e coltivato
largamente nel Sud Europa, ma anche in tutto il mondo.
• Usi farmaceutici: L’aglio pare che abbia numerosi
effetti sul sistema cardiovascolare e in particolare sull’aterosclerosi, oltre alla riduzione dei lipidi del siero. Le
sue “proprietà vasorilassanti” sono state rilevate in molti
studi pre-clinici. Inoltre, studi su animali rilevano effetti
protettivi contro le epatotossine. Ci sono indici che i composti chimici che contengono gruppi di allile possono essere responsabili di proprietà chemioprotettive. Ricerche
hanno evidenziato le sue proprietà anti-proliferattive
contro le linee cellulari tumorali umane. Prove in vitro
hanno dimostrato i suoi effetti contro molti microrganismi patogeni, compresi i batteri, i ceppi resistenti, mico-
Allium sativum L.: Infiorescenze in piante fiorite di coltivazione.
batteri, il Helicobacter pylori e i funghi. Ulteriori prove in
vitro hanno dimostrato i suoi effetti anche contro parecchi virus.
• Composizione fitochimica: L’analisi chimica attribuisce l’attività dell’aglio ai composti sulfurei che contiene. Il composto solforato alliina produce allicina quando
l’aglio viene tritato o schiacciato. Sono stati inoltre individuati altri composti dello zolfo, peptidi, steroidi, terpenoidi, flavonoidi e fenoli.
101
Aloe vera (L.) Burm. f.
Fl. Indica: 83. 1768
• Famiglia: Xanthorrhoeaceae.
• Sinonimi: Aloe perfoliata var. vera L.,
Aloe barbadensis Mill., Aloe chinensis Steud. ex Baker,
Aloe elongata Murray, Aloe flava Pers., Aloe indica Royle,
Aloe lanzae Tod., Aloe littoralis J. König ex Baker,
Aloe maculata Forssk., nom. illeg., Aloe rubescens DC.,
Aloe variegata Forssk., nom. illeg., Aloe vulgaris Lam.,
Aloe barbadensis var. chinensis Haw., Aloe perfoliata
var. barbadensis (Mill.) Aiton
• Nome comune italiano: Aloe vera.
• Descrizione sistemica: pianta carnosa con fusti corti o senza fusti, cresce arrivando ad un’altezza da 60 a
100 cm. Si espande con piccoli fusti reclinati. Le foglie
sono spesse e carnose, verdi tendenti al grigio-verde,
alcune varietà presentano delle macchie bianche nelle
parti superiori ed inferiori delle superfici. Il bordo delle
foglie è dentato con piccole spine bianche. Fiorisce d’estate, i fiori formano uno stelo alto fino a 90 cm, ogni
fiore è pendulo con una rosetta gialla a tubo di 2-3 cm
di lunghezza.
• Distribuzione geografica: La distribuzione spontanea di Aloe vera non è chiara, dato che la specie è coltivata ampiamente in tutto il mondo.
102
• Usi farmaceutici: Il parenchima delle fogli di Aloe
vera (gel) è probabilmente efficace per uso topico sulla
pelle contro la psoriasi, i congelamenti, nonché le ulcere
da herpes. Studi hanno dimostrato che l’assunzione del
gel per via orale può contribuire alla diminuzione dei
livelli del colesterolo, nonché alla diminuzione del glucosio nel sangue in persone affette da diabete di tipo II.
Dalla superficie verde delle foglie viene estratto un liquido amaro e giallo con proprietà diverse da quelle del parenchima. Ha effetti purgativi. Da notare che numerosi
studi hanno dimostrato che i componenti dell’aloe hanno
effetti negativi quando interagiscono con altri medicinali
o prodotti di erboristeria.
Aloe vera (L.) Burm. f.: Infiorescenza di piante fiorite.
• Composizione fitochimica: Le foglie dell’Aloe
vera contengono composti come acetil-mannosio, polimannosi, antrachinoni come l’emodina, glucosidi e diverse lectine.
Aronia melanocarpa (Michx.) Elliott
Sketch bot. S. Carolina 1:556. 1821
• Famiglia: Rosaceae. Sottofamiglia: Amygdaloideae.
• Sinonimi: Aronia arbutifolia (L.) Pers. var. nigra
(Willd.) Seymour, Aronia nigra (Willd.) Koehne, Photinia
melanocarpa (Michx.) K.R. Robertson & Phipps, Pyrus
arbutifolia (L.) L. f. var. nigra Willd., Pyrus melanocarpa
(Michx.) Willd., Sorbus melanocarpa (Michx.) Heynh.
• Nome comune italiano: Aronia nera, Aronia.
• Descrizione sistemica: Piccolo arbusto con 8-16 cm
di altezza. Foglie alternate sui fusti, semplici, lunghezza
2,5-7,5 cm e larghezza 1,9-5 cm. Forma obovata (ovate,
ma con base più stretta dell’estremità), con denti simmetrici lungo il contorno. La superficie superiore è di colore
scuro verde e lucida, con ghiandole scure sulla superficie
superiore della venatura centrale. La superficie inferiore
è meno verde. Ambedue le superfici sono glabre. I piccioli
hanno lunghezza di 0,7 cm o meno Le foglie spesso si sviluppano sui 2/3 superiori della pianta. Le foglie sono verdi lucidi al loro sviluppo e si scuriscono con il passare della stagione. I fiori hanno cinque petali bianchi e numerosi
stami rosa. In ogni infiorescenza che ha una lunghezza di
5 cm, ci sono circa 30 fiori. I frutti hanno un diametro di
0,8-1,3 cm, sono lucidi e, quando maturano, sono neri.
Pendono in gruppi da peduncoli rossi e ogni grappolo ha
da pochi fino a 30 frutti. Ogni frutto contiene 1-5 semi.
Poco dopo la maturazione si raggrinzano, si restringono
e la maggior parte di loro cadono.
• Distribuzione geografica: Spontanea nell’Est del
Canada, e negli USA NE, Centrali e SE.
• Usi farmaceutici: Le antocianine e gli altri polifenoli
ricavati dall’aronia possono essere utilizzati per combattere lo stress ossidativo allo scopo di prevenire le malattie
cardiovascolari. Gli antiossidanti sono utili alla protezione della funzione endoteliale, hanno effetti di vasodilatazione e migliorano l’aggregazione delle piastrine. Studi
su animali hanno dimostrato che le antocianine dell’Aronia possono anche influenzare l’azione genotossica e di
agire come antimutageni. Decotti farmaceutici dai frutti
Aronia melanocarpa (Michx.) Elliott: Frutti maturi della pianta.
e dalle foglie sono stati usati per aiutare il mantenimento dell’acutezza visiva. In base alla medicina tradizionale,
sia la diarrea sia la stitichezza possono essere combattute
con il consumo dei frutti. Studi moderni confermano che i
tannini contenuti aiutano alla riduzione delle infiammazioni del canale alimentare. Per i pazienti affetti da artrite e dolori legati all’intestino si raccomanda una dieta
comprendente il consumo di frutti ricchi in antocianine.
• Composizione fitochimica: I frutti sono ricchi in
flavonoidi, minerali, sostanze fenoliche e antocianine.
Sono ricchi in procianidine (tannini), antocianine e acidi
fenolici. Dai frutti viene estratta l’amigdalina, un glicoside responsabile dell’aroma di mandorlo amaro nei frutti
freschi.
103
Artemisia dracunculus L.
Sp. Pl.: 849. 1753
• Famiglia: Asteraceae. Sottofamiglia: Asteroideae.
• Sinonimi: Artemisia dracunculoides Pursh, Artemisia
glauca Pall. ex Willd., Artemisia dracunculus ssp.
dracunculus L., Artemisia dracunculus ssp. glauca
(Pall. ex Willd.) H.M. Hall & Clem., Oligosporus
dracunculus (L.) Poljakov, Oligosporus dracunculus ssp.
dracunculinus (S. Watson) W.A. Weber, Oligosporus
dracunculus ssp. glaucus (Pall. ex Willd.) A. Löve &
D. Löve, Artemisia dracunculoides var. dracunculina
(S. Watson) S.F. Blake, Artemisia glauca var.
dracunculina (S. Watson) Fernald.
• Nome comune italiano: Dragoncello, Estragone.
• Descrizione sistemica: Pianta aromatica, molto ramificata, glabra, perenne, 60-120 cm. Foglie basali trifide all’estremità, il resto 2-10 x 0,2-1 cm, lineari tendenti
a lanceolate, intere o leggermente dentellate. Capitoli
sferici, picciolati, ricurvi. Involucro infiorescenza 2-3 mm,
brattee esterne oblunghe-elittiche, quasi intere erbacee,
le interne ovate, con margine ampio scarioso. Corolla
giallastra. 2n = 18, 36, 90.
• Distribuzione geografica: Parti S. ed E. dell’Unione
Sovietica. Ampiamente coltivata come pianta aromatica
(estragone) e localmente naturalizzata. [Rs (C, W, E) Au
Cz Ga Ge He Ju Rm Rs (?B, K)]. La specie è largamente
coltivata in tutto il mondo, in particolare nel S. Europa, in
Russia e negli Stati Uniti.
• Usi farmaceutici: L’estragone è stato usato nella me-
104 dicina popolare fin dall’antichità. Tradizionalmente è
stato utilizzato per il mal di denti, come sedativo mite,
per la prevenzione delle malattie cardiologiche e come
antidoto per il veleno dei serpenti. Oggi viene utilizzato
per malattie del sistema digestivo: allevia i crampi allo
stomaco, stimola l’appetito e la produzione di bile. Viene inoltre usato per la agevolare le mestruazioni, come
sedativo mite e sostituto del sale per le persone con pressione arteriosa alta. La radice può essere usata in caso di
mal di denti. Studi in vivo, in particolare in roditori, met-
Artemisia dracunculus L.: Pianta con infiorescenze immature.
tono in risalto la sua probabile attività antinfiammatoria,
epatoprottetive e antiperglicemiche.
• Composizione fitochimica: Metaboliti secondari
biologicamente attivi sono l’essenza, le cumarine, i flavonoidi e gli acidi fenilpropanici. Il metileugenolo, l’estragolo, l’elemicina e il terpinolene sono i componenti
principali dell’essenza tra le diverse varietà locali. Sono
stati individuati anche sesquiterpenoidi, vitamine e sostanze concianti.
Coriandrum sativum L.
Sp. Pl.: 256. 1753
• Famiglia: Apiaceae.
• Sinonimi: Coriandrum majus Gouan, Coriandrum
diversifolium Gilib., Coriandrum testiculatum Lour.,
Coriandrum globosum Salisb., Bifora loureirii Kostel.,
Coriandrum melphitense Ten. et Guss., Selinum
coriandrum Krause.
• Nome comune italiano: Coriandolo, Erba cimicina.
• Descrizione sistemica: Glabra, annuale 15-50 cm,
con odore sgradevole quando è fresco. Sepali evidenti,
diseguali. Petali bianchi, gli esterni più larghi e profondi a 2 lobi, apice inflesso. Segmenti delle fogli inferiori
ovati-cuneati, irregolarmente dentati. Lobi delle foglie
superiori lineari. Raggi 3-5(-10). Brattee 0 o 1, bratteole
solitamente 3, lineari. Mericarpi dei semi non separati
alla maturazione. Frutti 2-6 x 2-5,5 mm. 2n = 22.
• Distribuzione geografica: Coltivata ampiamente
per i suoi frutti aromatici. Ampiamente naturalizzata in
Europa S. [Au Az Cr Cz Ga Ge Gr He Hs Hu It Ju Lu Po Rm Rs
(B, C, W, K, E) Si.] (N. Africa, Asia O.).
•Usi farmaceutici: I semi sono inclusi in terapie per la
febbre, la diarrea, il vomito e l’indigestione e per dare
sollievo dai gas dello stomaco, vertigini, per evitare svenimenti e perdita di memoria. Sono stati usati anche per
il trattamento contro l’insonnia e l’ansia a dei loro effetti
calmanti. Le foglie sono aromatiche e stimolanti. La poltiglia dallo schiacciamento delle foglie verdi insieme alla
farina d’orzo è ricca in vitamina A e viene somministrata
contro la lacrimazione, mentre ha anche effetti di purgativo leggero. È utile contro malattie dermatologiche.
Viene somministrata per disturbi intestinali, bruciore
gastrico, sete e nausea. L’infuso delle foglie ha effetti
antimicrobici e viene usato per ulcere e ferite da malattie veneree. È inoltre utile in malattie che riguardano la
milza e per la dispersione dei gas intestinali. Il succo è
particolarmente benefico in caso di mancanza di vitamina A, B, B2, C e di ferro. Il succo di coriandolo in latticello è
particolarmente benefico nel trattamento contro i distur-
Coriandrum sativum L.: Piante fiorite.
bi digestivi come l’indigestione, la nausea, la dissenteria,
l’epatite e la rettocolite ulcerosa. È inoltre molto benefico
contro la febbre tifoide.
• Composizione fitochimica: I frutti contengono olio
volatile. La componente principale dell’olio è il d-linalolo. Contiene inoltre sostanze grasse costituite da gliceridi,
sostanze non saponificabili, acido oleico, proteine, amido, zuccheri, cumarine, glicosidi di flavonoidi, tannini,
acido clorogenico e caffeico e altri. Le foglie contengono
minori quantità di oli volatili in confronto dei frutti, grassi, proteine, zuccheri, cumarine, glicosidi di flavonoidi,
acido clorogenico e caffeico, vitamina C e altri.
105
Cuminum cyminum L.
Sp. Pl.: 254. 1753
• Famiglia: Apiaceae
• Sinonimi: Cuminia cyminum J. F. Gmel., Cuminum
aegyptiacum Mérat ex DC., Cuminum hispanicum Mérat
ex DC., Cuminum odorum Salisb., Cuminum sativum
J.Sm., Cyminon longeinvolucellatum St.-Lag., Selinum
cuminum E.H. Crantz.
Nome comune italiano: Cumino, Cumino Romano.
Il nome Cumino proviene dall’arabo Kamūn. Si sostiene
che il nome proviene dalla città della Persia, Kerman, che
in antichità è stato un importante centro di produzione
del cumino.
Descrizione sistemica: Pianta erbacea, eretta, snella,
subglabra, annuale, cresce fino a 50 cm., con una radice
principale lunga e sottile. Foglie 2-3-pennatosette, lunghe 4-6 cm. Segmenti assolutamente filiformi 3-6 x 0,05
cm. Base dei piccioli con ali strette membranose. Infiorescenza lunga picciolata, compatta, 3-15-con stendardo
raggiato, brattee e bratteoli a 3 lobi all’apice, leggermente pubescenti. Ombrella 6- a fiori. Bratteoli subulati,
7-10 mm. Fiori con calice a 5 segmenti diseguali, lineari-lanceolati. Petali oblunghi-ovati, bianchi o rosa, 1 mm.
Frutto elissoide con achene fusiforme non deiscente, 4-6
mm. di lunghezza, giallastro-marrone, sparsamente pubescente. Con nervature semplici longitudinali.
106
Distribuzione geografica: Spontaneo dal Mediterraneo Orientale fino all’India. Coltivato nell’area mediterranea per i suoi frutti aromatici e naturalizzato a livello
locale [Ga Hs Si.] (N. Africa, Asia SO.).
Usi farmaceutici: Nelle terapie tradizionali, i semi del
Cumino sono considerati spasmolitici e astringenti e sono
usati nel trattamento dei disturbi digestivi moderati, della diarrea, dell’indigestione, della flatulenza, della nausea gravidica mattutina e delle coliche e sono considerati
coadiuvanti per l’assorbimento di altre erbe e il miglioramento del funzionamento epatico. Sono usati in disturbi broncopolmonari come antibecchici, nonché come
analgesici. I vapori dei semi hanno effetti benefici per
Cuminum cyminum L.: Dettaglio dell’infiorescenza.
le persone che soffrono di lombaggine e di reumatismi.
Studi recenti hanno dimostrato le proprietà antiossidanti
del cumino ed altri effetti biologici come antimicrobico,
antidiabetico, l’effetto di ridurre il livello dei lipidi, anticancerogeno/antimutageno, ansiolitico, antiepilettico,
analgesico, antiulcerogeno ecc.
Composizione fitochimica: Nell’essenza, nelle oleoresine e nei semi è stato individuato un ampio spettro di
sostanze. La maggioranza delle sostanze sono carboidrati monoterpenici, monoterpeni ossigenati, sesquiterpeni
ossigenati, acidi grassi, aldeidi, chetoni ed esteri. Altri
componenti dei semi sono trigliceridi, polisaccaridi, lignina, diversi ingredienti nutritivi come vitamine, aminoacidi, proteine e sali minerali, amido, zuccheri, tannini,
acido fitico e fibre vegetali dietetiche.
Echinacea purpurea (L.) Moench
Methodus: 591. 1794
• Famiglia: Asteraceae. Sottofamiglia: Asteroideae.
• Sinonimi: Brauneria purpurea (L.) Britton, Echinacea
intermedia Lindl., E. purpurea (L.) Moench f., E.
purpurea (L.) Moench var. arkansana Steyerm.,
E. speciosa Paxt., Rudbeckia purpurea L., R. hispida
Hoffm., R. serotina Sweet.
• Nome comune italiano: Echinacea. Il suo nome ha
origine dalla parola greca “echinos” (riccio).
• Descrizione sistemica: erba perenne, altezza fino a
1,8 m con rizoma (fusto sotterraneo). Sopra la superficie
ha fusti ruvidi, spesso ramificati vicino all’apice con peli
soffici e corti. Le foglie partono dalla base del fusto, 15 x
10 cm con margini dentellati irregolari. Le foglie che partono da un punto più alto del fusto sono coniche vicino
alla loro base. Capitoli delle infiorescenze fino a 15 cm di
diametro. I fioretti centrali discoidi sono arancioni. I petali esterni sterili raggiati sono rossi-viola, lunghi 3-8 cm.
I fiori vengono impollinati da insetti, comprese le api, le
vespe e le farfalle. Il frutto è achenio (piccolo frutto secco
a pericarpio sottile).
• Distribuzione geografica: Nativa in aree di drenaggio dell’Atlantico degli Stati Uniti e del Canada. È stata
introdotta come pianta farmaceutico coltivata in zone
dell’Africa N. ed E. e in Europa.
• Usi farmaceutici: È stata usata per il trattamento
delle infezioni, la cicatrizzazione delle ferite e il rafforzamento del sistema immunitari, come antidolorifico e per
combattere i sintomi del raffreddore. I derivati dell’acido
caffeico della pianta sono efficaci in sistemi di produzione di radicali liberi e hanno azione antinfiammatoria e
inibitoria sull’ialuronidasi. La melanina è nota per la sua
azione immunostimolante. I prodotti della pianta sono
noti immunostimolanti vegetali. Esistono indicazioni che
i preparati dalle parti aeree della pianta sono efficaci per
la prevenzione del raffreddore negli adulti, ma i risultati non trovano sempre riscontro. L’Agenzia Europea per i
Medicinali ha approvato il suo uso come prodotto farma-
Echinacea purpurea (L.) Moench: Foto della pianta in natura.
ceutico tradizionale per il trattamento di piccole ferite
superficiali e della radice per il trattamento di supporto
contro il raffreddore comune.
• Composizione fitochimica: Sono state individuata
numerose sostanze chimiche, come alcammidi, polialcheni, polialchini, derivati dell’acido caffeico e polisaccaridi. L’olio volatile contiene soprattutto borneolo, acetato
di bornile, pentadeca-8-(Z)-en-2-one, germacrene D, cariofillene ed eposside di cariofillene. Le parti aeree contengono isobutilamidi. L’acido cicorico, derivato dell’estere dell’acido caffeico, è la sostanza attiva principale di
tale categoria.
107
Eruca vesicaria (L.) Cav.
Descr. Pl.: 426. 1802
• Famiglia: Brassicaceae.
• Sinonimi: Brassica vesicaria L., Brassica erysimoides
Spreng., Brassica hispida Ten., Brassica pinnatifida
Desf., Eruca aurea Batt., Eruca cappadocica Boiss.,
Eruca deserti Pomel, Eruca lanceolata Pomel, Eruca
longirostris R. Uechtr., Eruca orthosepala (Lange) Lange,
Eruca pinnatifida (Desf.) Pomel, Eruca sativa Mill., Eruca
stenocarpa Boiss. & Reut., Velleruca longistyla Pomel,
Eruca sativa subsp. aurea (Batt.) Jahand. & Maire, Eruca
sativa subsp. longirostris (R. Uechtr.) Jahand. & Maire,
Eruca sativa subsp. pinnatifida (Desf.) Batt., Eruca sativa
subsp. stenocarpa (Boiss. & Reut.) Jahand. & Maire,
Eruca sativa subsp. vesicaria (L.) Jahand. & Maire.
• Nome comune italiano: Rucola, Rughetta, Aruca,
Erba Ruga.
• Descrizione sistemica: Pianta annuale, altezza 20100 cm. Le foglie sono pennatosette profondamente lobate con 4-10 piccoli lobi laterali e uno grande terminale.
Le foglie hanno diametro 2-4 cm e formano un corimbo.
I petali hanno colore bianco crema con nervature viole e
gli stami sono gialli. I sepali cadono subito dopo l’apertura del fiore. Il frutto è una siliqua di 12-35 mm (0,5-1,4)
con un rostro apicale e contiene numerosi semi. Il numero dei cromosomi della specie è 2n = 22.
• Distribuzione geografica: Spontanea nell;area del
Mediterraneo, dal Marocco fino al Portogallo, e verso Est
in Libano e in Turchia.
108 • Usi farmaceutici: Viene usata come pianta farmaceu-
tica per il trattamento di molte infezioni oculari, digestivi e renali. Le foglie sono disintossicanti, antiscorbutici,
diuretici, tonificanti, purgativi e antinfiammatori. I semi
e le foglie hanno effetti stimolanti e flogistici. La pianta è usata anche nel trattamento del cuoio capelluto
grasso e per la prevenzione della caduta dei capelli. Le
proprietà afrodisiache della pianta sono note fin dai tempi dell’antica Roma. Oggi è molto apprezzata per il suo
valore nutritivo e per i benefici che ha per la saluta la il
Eruca vesicaria (L.) Cav.: Fiori caratteristici.
suo consumo regolare, come l’azione chemiopreventiva,
disintossicante e neuroprottetiva, nonché per i suoi effetti tonificanti per il sistema immunitario.
• Composizione fitochimica: Contiene provitamina
A, vitamina C, acido folico, calcio e fibre vegetali, carotenoidi (luteina e beta-carotene), flavonoidi e glucosinolati
(glucoerucina). È una buona fonte di proteina, tiamina,
riboflavina, vitamina B, acido pantotenico, zinco, rame e
magnesio.
Hippophae rhamnoides L.
Angew. Bot. 57 : 77-83.
• Famiglia: Elaeagnaceae.
• Sinonimi: Elaeagnus rhamnoides (L.) A. Nelson,
Hippophae angustifolia Lodd., Hippophae littoralis
Salisb., Hippophae rhamnoideum Saint-Lager,
Hippophae sibirica Lodd., Hippophae stourdziana Szabό,
Osyris rhamnoides Scop., Rhamnoides hippophae
Moench.
• Nome comune italiano: Olivello, Olivello spinoso.
Il nome latino del genere, Hippophae, proviene dalle
parole greche “ippos” (cavallo) e faes (luce, bagliore) e
significa cavallo lucente, dato che le sue foglie facevano
parte dell’alimentazione per i cavalli da corsa. Gli antichi
Greci credevano che i cavalli che pascolavano in pascoli
con questi alberi diventavano forti e sani. Secondo un altro mito, le foglie dell’Olivello erano uno dei mangimi del
cavallo alato Pegaso.
• Descrizione sistemica: Arbusto o albero legnoso e
spinoso, caduco, alcune volte fino a 18 m. Corona di forma irregolare con rami spinosi grigi. Foglie lineari-lanceolate, alternate, lunghezza 2-6 cm., coperti da ambo le
parti da squame argento-bianche, mentre nella parte inferiore portano macchie marroni. Fiori incospicui, gialli,
unisessuali sviluppati prima delle foglie. Frutto drupa ad
1 seme, rossastro arancione con lunghezza di 5-12 mm.
• Distribuzione geografica: Spontaneo in tutta l’Europa, l’Asia, il Giappone e a Himalaia.
• Usi farmaceutici: L’uso terapeutico tradizionale è focalizzato ai disturbi del sistema gastrointestinale e della
pelle. Accelera la cicatrizzazione e la rigenerazione della
pelle e della mucosa del sistema digestivo in situazioni
infiammatorie e in condizioni ulcerose. È considerato un
superalimento a causa delle sue proprietà antipiastriniche, antiulcera, antinfiammatorie, anticancerogene,
epatoprotettive, ipoglicemiche, antiaterogeniche, ipotensive e cicatrizzanti.
• Composizione fitochimica: I composti bioattivi nei
frutti variano a seconda della maturazione, della dimen-
Hippophae rhamnoides L.: Frutti e foglie.
sione, della specie, dell’area geografica, del clima e del
metodo di infusione. I frutti sono una fonte ricca di sostanze preziose, come vitamine, carotenoidi, flavonoidi, acidi
organici, aminoacidi ed elementi micro- e macro-nutritivi. Oltre agli antiossidanti, sono anche ricchi in fitosteroli
e acidi grassi. Le foglie contengono elementi nutritivi e
sostanze bioattive che comprendono in particolare flavonoidi, carotenoidi, steroli liberi ed esterizzati, triterpenoli
e isoprenoli. Le foglie sono ugualmente fonte ricca di antiossidanti come, β-carotene, vitamina E, catechine, acido
ellagico, acido ferulico, acido folico, calcio, magnesio e
potassio. Le sostanze polifenoliche nelle foglie comprendono flavonoli, leucoantocianidine, epicatechina, gallocatecchina, epigallocatechina e acido gallico.
109
Jasminum grandiflorum L.
Sp. Pl. ed. 2, 9 (1762)
• Famiglia: Oleaceae.
• Sinonimi: Jasminum officinale subsp. grandiflorum
(L.) E. Laguna, Jasminum officinale var. grandiflorum
(L.) L.H. Bailey, Jasminum officinale f. grandiflorum
(Linnaeus) Kobuski., Jasminum aureum D. Don.
• Nome comune italiano: Gelsomino di Spagna. La
parola latina “Jasminum” proviene dalla parola greca
“iasminon” (fragranza), risalente alla parola persiana
yâsamin o yāsam che significa “regalo di Dio”.
• Descrizione sistemica: Cespuglio arrampicante,
foglie opposte, intere ovate fino a ellittiche, acuminate
con apice mucronato, piccioli quasi totalmente assenti, composti imperipennati, con tre coppie di pinnule
terminanti con una sola foglia all’estremità. Le pinnule
sono oblunghe-lanceolate, acute, 7-11 pinnule terminali
leggermente più grandi dei laterali, ristrette alla base,
ovate-lanceolate, acute o acuminate, laterali ovate, terminali più grandi dei laterali e spesso uniti con superfici
cigliate e margini. I fiori sono terminali e su recemi ascellari, calice a lobi lungo e lineare, più della metà dei tubi
della corolla. Il frutto è una bacca nera, ellittico, globoso
nella maturità.
• Distribuzione geografica: Nativo in Asia S. Ampiamente coltivato in Africa (Africa N.: Algeria, Egitto,
Marocco), Asia-Tropici (India), Europa (Europa S.: Italia,
Francia).
• Usi farmaceutici: L’intera pianta è usata come amaro,
110 astringente, caustico, termogenico, afrodisiaco, analgesico, disintossicante, emenagogo, emolliente, diuretico,
deostruente, tonificante e per lavaggi orali. Le radici
sono utili contro la cefalalgia, la paralisi, la paralisi facciale, la debilitazione mentale, la stitichezza cronica, la
flatulenza, la disuria, la sterilità, la dismenorrea, l’amenorrea, l’impetigine, la lebbra, i problemi dermatologici
e le vertigini. Le foglie sono utili contro l’odontalgia, la
gengivite, le ulcerazioni orali, la lebbra, le malattie dermatologiche, l’otorrea, l’otalgia, la disuria, la dismenor-
Jasminum grandiflorum L.: Foto della pianta in natura.
rea, le ulcere, le ferite e i calli, in casi di afta, di stomatite
e di ulcera orale. I fiori sono utili contro le stomatopatie,
le encefalopatie, le odontopatie, le oftalmopatie, la lebbra, le malattie dermatologiche, il prurito, la disuria, la
dismenorrea, le ulcere e come mezzo refrigerante. Viene
usato come compressa nella zona toracica-lombare, sui
genitali e nel pube per le sue proprietà afrodisiache.
Composizione fitochimica: Ci sono più di 100 componenti
nell’essenza. Componenti non volatili sono i flavonoidi, i
triterpeni (acido ursolico), fenilpropanoidi, acidi grassi e i
loro esteri, e glucositi secoiridoidi.
Lycium barbarum L.
Sp. Pl.: 192. 1753
• Famiglia: Solanaceae.
• Sinonimi: Lycium halimifolium Mill., Lycium
trewianum Roem. & Schult., Lycium vulgare Dunal,
Teremis elliptica Raf., L. chinense., L. europaeum non L.,
L. lanceolatum, L. megistocarpum, L. ovatum.
• Nome comune italiano: Goji.
• Descrizione sistemica: Pianta fino a 2-5 m. Fusti
arcuati. Spine sottili, poche. Foglie 20-100 x 6-30 mm,
molto strette ellittiche fino a lanceolate strette, di solito
più larghe in mezzo. Calice 4 mm, bilabiato. Corolla del
fiore 9 mm. infundiboliforme, tubo stretto cilindrico alla
base, viola inizialmente passante al marrone. Lobi 4 mm.
Stami lunghi uscenti. Filamenti con densi ciuffi di peli
alla base. Frutto rosso. 2n = 24.
• Distribuzione geografica: Coltivato per siepi, naturalizzato in gran parte dell’Europa. [Au Be Br Bu Co Cr Cz
Da Ga Ge Hb He Ho Hs Hu It Ju Lu No Po Rm Rs (C, W, K, E)
Su Tu]. (Cina.)
• Usi farmaceutici: Il Goji, in base alla medicina tradizionale cinese, contribuisce al rafforzamento del sistema
immunitario, al miglioramento della vista, alla protezione del fegato, all’aumento della produzione di sperma e
della circolazione, agisce al fegato, ai polmoni e ai reni. Le
foglie del Goji possono essere usate per la preparazione
di tisane e la corteccia delle radici è usata per la terapia
di malattie infiammatorie della pelle. Molti studi pubblicati riferiscono probabili effetti terapeutici, in particolare
a causa delle sue priorità antiossidanti, comprese le sue
probabili azioni benefiche contro le malattie cardiovascolari e infiammatorie e delle malattie riguardanti la vista,
a causa delle sue proprietà neuroprottetive o della sua
azione come fattore anticancerogeno e immunoregolatore. Inoltre, l’infuso dai frutti viene usato per abbassare
la pressione e il colesterolo nel sangue. Il frutto è somministrato per via orale per il trattamento del diabete, delle
vertigini, della lombaggine, dell’impotenza e dei disturbi
della menopausa. La corteccia della radice controlla la
Lycium barbarum L.: Frutti.
tosse, riduce la febbre, la pressione arteriosa e il livello
del colesterolo nel sangue. Viene somministrato per il
trattamento di febbri croniche, di emorragie interne, di
emorragie nasali, della tubercolosi, della tosse, dell’asma
ecc. Viene applicato esternamente contro il prurito nei
genitali.
• Composizione fitochimica: I frutti contengono molti composti nutritivi e fitochimici, compresi 11 minerali
essenziali e 22 microelementi, 18 aminoacidi, 6 vitamine
essenziali, 8 polisaccaridi e 6 monosaccaridi. Contengono
5 acidi grassi insaturi, b-sitosterolo e altri fitosteroli, 5 carotenoidi e molti coloranti fenolici (fenoli) con proprietà
antiossidanti.
111
Mentha x piperita L.
Sp. Pl. 576 (1753)
• Famiglia: Lamiaceae
• Sinonimi: Μentha dumetorum Schult.,
Mentha crispa L., Mentha aquatica L. var. crispa (L.)
Benth..
• Nome comune italiano: Menta piperita.
• Descrizione sistemica: Pianta erbacea, perenne, con
rizoma, arriva ad altezze da 30 a 90 cm, con fusti glabri e
asse quadrangolare. I rizomi sono ampiamente espansi,
carnosi, senza radici fibrose. Lunghezza delle foglie da 4
a 9 cm e larghezza da 1,5 a 4 cm, verde scuro con venature rossastre, apice acuto e margini dentati. Le foglie e
i fusti sono di solito leggermente tomentosi. I fiori sono
purpurei, lunghezza 6-8 mm, corolla a 4 lobi di 5 mm di
diametro, fiori in verticillastri (infiorescenze in verticillastri) intorno al fusto, formando steli spessi e ottusi.
• Distribuzione geografica: Spontanea in Europa,
ampiamente coltivata.
112
• Usi farmaceutici: Ampiamente usata come lenitivo
oppure per il trattamento di sintomi come la nausea, il
vomito, i dolori addominali, l’indigestione, l’intestino
irritato, la flatulenza. Studi in animali riportano il probabile effetto protettivo dall’irraggiamento per i malati
sottoposti a terapie contro il cancro. Sembra che il profumo della menta rafforza la memoria e la vigilanza, anche
se ci sono anche studi con risultati contrari. In base alla
monografia Ε della Commissione Tedesca, l’olio e le foglie
possono essere usate esternamente come spasmolitico,
per il trattamento della sindrome dell’intestino irritato, per il catarro e per infiammazioni della cavità orale.
Esternamente l’olio viene usato per mialgie e nevralgie.
Ha anche effetti contro la flatulenza, come colagogo, antibatterico, mucolitico e refrigerante.
• Composizione fitochimica: La mente ha un’elevata
concentrazione di mentolo. L’essenza contiene mentone
e metilesteri. La menta essiccata contiene 0.3-0.4% di
essenza volatile contenente mentolo (7-48%), mentone (20-46%), acetato di metile (3-10%), mentofurano
Mentha x piperita L.: Fusto con infiorescenze fiorite.
(1-17%) e 1,8-cineolo (3-6%). L’essenza contiene anche
piccole quantità di diversi composti, come limonene, pulegone, cariofillene e pinene.
Ocimum basilicum L.
Sp. Pl.: 597. 1753
• Famiglia: Lamiaceae.
• Sinonimi: Ocimum album L., Ocimum anisatum
Benth., Ocimum barrelieri Roth, Ocimum bullatum
Lam., Ocimum caryophyllatum Roxb., Ocimum
chevalieri Briq., Ocimum ciliare B. Heyne ex Hook. f.,
Ocimum ciliatum Hornem., Ocimum citrodorum Blanco,
Ocimum cochleatum Desf., Ocimum dentatum Moench,
Ocimum hispidum Lam., ecc.
• Nome comune italiano: Basilico. Menzionato da
Discoride come “Okimon” (Okimon basilico). Il nome “basilico” (reale) è stato dato in base al mito perché è germogliato nel punto dove l’Imperatore Costantino I e sua
madre, Elena, hanno scoperto la Santa Croce.
• Descrizione sistemica: Pianta aromatica, annuale,
altezza 0,3-0,5 m, ma alcune cultivar possono arrivare
fino a 1 m. La pianta cresce da una grossa radice principale con foglie setose verdi opposte (coppia) ovali, tendenti
alla lunghezza di 3-11 cm e 1-6 cm, ramificati all’esterno
del fusto centrale. Fiori bianchi piccoli concentrati in uno
stelo all’apice della pianta.
• Distribuzione geografica: Spontaneo in zone dell’Asia e dell’Africa e diffuso come pianta perenne in aLcune
isole del Pacifico. Dall’India all’Europa attraverso il Medio
Oriente nel sec. XVI e in seguito in America nel sec. XVII.
• Usi farmaceutici: La pianta è generalmente usata per
il trattamento di disturbi digestivi e del sistema nervoso.
Le foglio sono usate in casi di febbre, crampi addominali, gastroenterite, stitichezza, nausea e cattiva digestione. Il decotto delle foglie è considerato benefico contro
la tensione nervosa, il mal di testa, la nausea e il mal
di gola. L’infuso delle foglie è un medicinale utile per il
trattamento dei disturbi respiratori. Il succo delle foglie
di basilico aiuta all’eliminazione dei calcoli dai reni. La
masticazione quotidiana di foglie di basilico può proteggere dallo stress, l’ulcera e le infezioni orali. La pianta è
utile anche per la riduzione del colesterolo nel sangue ed
è usata prima e dopo il parto per migliorare la circolazio-
Ocimum basilicum L.: Aspetto della pianta.
ne sanguigna, nonché come trattamento per i morsi di
serpenti, le punture di insetti, di vermi e di formiche. I
semi sono usati come purgativo a causa della mucillagine
che contengono.
• Composizione fitochimica: Ricco in essenza. Contiene linaloolo, metilcavicolo, metilcinnamato, citralo, eugenolo, geraniolo ecc. La sostanza cancrtogena estragolo
è presente nell’essenza in percentuale 8-16%. L’essenza
è presente anche nel basilico “dolce” insieme all’acido rosmarinico, cicorico, caftarico ed altri flavonoidi.
113
Pelargonium graveolens (Thunb.) L’Hér.,
in Aiton, Hort. Kew. 2: 423. 1789
• Famiglia: Geraniaceae.
• Sinonimi: Geraniospermum terebinthenaceum
(Cav.) Kuntze, Geranium graveolens (L’Hérit.) Thunb.,
Geranium radula Roth, Geranium terebenthinaceum
Cav., Pelargonium asperum Ehrh. ex Willd.
• Nomi comuni italiani: Geranio d’Africa.
• Descrizione sistemica: Suffruticoso fino a 1,3 m d’altezza, intensamente aromatico. Internodi 1-8 cm. Parti
vegetative, piccioli e peduncoli glandolari e tomentosi,
pubescenti quando sono giovani, con peli patenti o più
o meno compresse alle foglie, glandole piccole picciolate. Lamine fogliari 2-7 x 2,5-8 cm, generalmente ovate
a compresse-ovate, pennatosette o alcune volte quasi
palmate, cordate alla base. Stipole deltoidi generalmente ovate, acute, spesso bifide, membranose. Infiorescenza con una pseudo-ombrella costituita da (1)2-5(7)
fiori. Sepali 7,5-11 x 2-5 mm, strettamente lanceolati a
strettamente ovati o lirati a strettamente oblunghi, acuti
patenti-pubescenti e glandolari. Petali rosa con venature più scure. Stami con filamenti fertili 7, 10-16 mm. di
lunghezza. Frutti 1,8-2,4 cm di lunghezza. Semi 3,2-3,6
x 1,4-1,8 mm, senza pericarpo, marrone opaco, minutamente reticolati.
• Distribuzione geografica: Spontanea in Africa S., è
stata introdotta in Europa nel sec. XVII. È stata coltivata in
molte zone per motivi commerciali.
• Usi farmaceutici: L’essenza della pianta aiuta alla
114 pulizia delle macchie e dei difetti della pelle. Cancella e
attenua i segni del vaiolo, cicatrici, smagliature e acne,
migliora la circolazione sanguigna sotto la pelle rendendola più sana e vitale. Ha effetti benefici al sistema
respiratorio, digestivo e circolatorio e per le secrezioni
endocrine. È un astringente efficace, protegge le ferite
aperte e i tagli da infezioni, permette la cicatrizzazione
veloce, contribuisce alla cicatrizzazione dei vasi sanguigni e accelera la coagulazione del sangue. Aiuta in caso di
mestruazioni intense. Ha effetto come diuretico. Riduce il
Pelargonium graveolens (Thunb.) L’Hér.:
Aspetto della pianta in natura.
dolore agendo sul sistema nervoso centrale e del sistema
nervoso periferico, dà sollievo dai dolori dell’artrite. Aiuta
il sonno e in caso di disturbi umorali, come la depressione
e l’ansia.
• Composizione fitochimica: Nella sua essenza sono
stati individuati più di 120 composti chimici. La composizione varia in base alle condizioni di coltivazione e
comprende citronellolo, geraniolo, linaloolo, mentone,
isomentone, limonenio, pinenio e metil-eugenolo.
Pimpinella anisum L.
Sp. Pl.: 264. 1753
• Famiglia: Apiaceae.
• Sinonimi: Tragium anisum (L.) Link, Sison anisum (L.)
Spreng., Seseli gilliesii Hook. & Arn., Selinum anisum
(L.) E.H.L. Krause, Pimpinele anisa St.-Lag., Carum
anisum (L.) Baill., Apium anisum (L.) Crantz, Anisum
vulgare A. Gaertn., Anisum officinarum Moench, Anisum
officinale DC., Anisum odoratum Raf.
• Nome comune italiano: Anice. Il nome greco “anisos”
e quello latino “anisum” provengono dall’arabo “anysum”.
• Descrizione sistemica: Finemente pubescente, intensamente aromatico, annuale 10-50 cm. Fusto cilindrico, striato, ramificato nella parte superiore. Le foglie
inferiori reniformi, incise-dentate o leggermente lobate.
Le foglie immediatamente seguenti pennatosette con
3-5 segmenti, ovati o obovati. Foglie superiore del fusto
2-3-pennatosette, lobate lineari-lanceolate e strette,
piccioli con guaina. Raggi 7-15, sparsamente pubescenti. Brattee assenti o 1. Bratteole di solite poche, filiformi.
Petali bianchi. Frutti 3-5 mm, ovati a oblunghi, con pochi
peli patenti.
• Distribuzione geografica: Di origine asiatica, ampiamente coltivata per i suoi frutti aromatici e spesso
naturalizzata. [Au Bu Cr Cz Ga Ge Gr Hs Hu It Ju Lu No Po
Rm Rs (C, W, E)].
• Usi farmaceutici: L’uso farmaceutico dell’anice è dovuto in gran parte alle proprietà spasmolitiche, secretolitiche, espettoranti e antibatteriche della sua essenza. I
frutti sminuzzati sono usati tradizionalmente per decotti.
È considerato utile per il trattamento di diversi problemi
digestivi, come flatulenza, nausea e indigestione e per
diversi disturbi del sistema respiratorio (asma, pertosse,
malattie del torace). È diuretico, digestivo e veniva somministrato contro l’insonnia, la stitichezza e per disturbi
neurologici. Si ritiene che dà sollievo dal dolore associato
alle mestruazioni, è galactagogo e afrodisiaco. L’Agenzia
Europea per i Medicinali ha approvato l’uso dei semi e
dell’essenza come medicinale vegetale tradizionale per
Pimpinella anisum L.: Piante coltivate.
il trattamento dei disturbi gastrointestinali convulsivi e
come espettorante.
• Composizione fitochimica: L’essenza viene somministrata tramite distillazione dai semi sminuzzati e
contiene soprattutto trans-anitolo. Contiene inoltre idrocarburi monoterpenici e sesquiterpenici e una varietà di
altre sostanze, compreso il linaloolo e il beta-farnesene.
Altri composti sono i glicosidi del flavonolo, derivati fenolici, furanocumarine, idrossicumarine, olio non volatile
e lipidi.
115
Punica granatum L.
Sp. Pl.: 472.1753
• Famiglia: Lythraceae
• Sinonimi: Punica malus L., Punica florida Salisb.,
Punica grandiflora hort. ex Steud., Punica nana L.,
Punica spinosa Lam.
• Nomi comuni italiani: Melograno. L’antica città fenicia Punica si trovava nel Nord Africa dove, nella loro marcia contro Cartagine, le legioni romane hanno incontrato
per la prima volta i melograni. Nel Vecchio Testamento è
nominato come “rimmon” ed era considerato un albero
sacro.
• Descrizione sistemica: Arbusto, di solito a fusti
multipli, arriva a 1,8-4,6 m. I rami sottili iniziano eretti
e continuano pendenti. Le foglie sono lucide e di 7,6 cm
di lunghezza. Molto vistosi, di colore arancione-rosso,
hanno forma di salpinge con petali corrugati. Fiori di 5
cm., spesso doppi, fioriti per un lungo periodo durante
l’estate. I frutti sono bacche, sferici, di 5-7,6 cm di diametro, lucidi rossi o giallo-verdi alla maturazione. Calice
rimanente, a forma di piccola corona.
• Distribuzione geografica: Spontaneo in Asia, dal
Medio Oriente fino al Himalaia. Coltivato in gran parte
del Mediterraneo e dell’America Tropicale. Naturalizzato
in zone dell’Europa S. e in America S. e SE.
116
• Usi farmaceutici: Tutte le parti della pianta contengono alcaloidi («pelletierines») e vengono usate per
la loro azione purgativa. Nella medicina popolare sono
usate per le loro proprietà astringenti, per il trattamento
di diverse patologie (tagli, sensibilità alla gola, secrezioni vaginali, gengivite). La corteccia, le foglie, i frutti
immaturi e l’infuso della buccia dei frutti sono usati contro la diarrea, la dissenteria, le emorroidi, i fiori giovani
polverizzati sono usati contro la rinorragia. I semi hanno
azione emolliente e stomachica. Il succo contiene antiossidanti polifenolici che proteggono dal diabete, da
patologie del cuore, osteoartrite e diversi tipi di tumore.
È particolarmente benefica per il cuore, mantenendo le
arterie flessibili e riducendo le infiammazioni all’interno
Punica granatum L.: Frutti maturi.
dei vasi sanguigni. È noto che riduce l’aterosclerosi, una
delle principali cause per le malattie cardiovascolari, riduce i livelli del colesterolo cattivo, aumenta i livelli del
colesterolo buono e riduce la pressione sanguigna.
• Composizione fitochimica: Costituisce fonte importante di acido ellagico, di antiossidanti e di acido punicico
(acido grasso, molto benefico per la rigenerazione delle
cellule e la riproduzione). Il succo dei frutti è una fonte
importante di vitamine A, C ed E, nonché di minerali
come il calcio, il fosforo, il potassio, il ferro, l’acido folico,
la niacina, la tiamina e la rivoflavina. La corteccia della
radice, le foglie e la buccia dei frutti contengono tannini.
Stevia rebaudiana (Bert.) Bertoni
• Famiglia: Asteraceae.
• Sinonimi: Eupatorium rebaudianum Bertoni.
• Nome comune italiano: Stevia.
• Descrizione sistemica: Perenne erbacea-arbustiva
fino a 30 cm. Foglie senza picciolo, lunghezza 3-4 cm,
oblunghe-lanceolate oppure spatolate con lamina ottusa, margini dentati dalla metà fino all’estremità, mentre
più in basso intere. La superficie superiore della foglia
è leggermente glandolare tomentosa. Il fusto è leggermente tomentoso nella parte inferiore e legnoso. Il rizoma ha radici leggermente ramificate. Fiori complessi,
con involucro di epicalice. Capolini infiorescenze cascanti, irregolari, simpodiali, ondulate. Fiori spesso purpurei,
pentameri. Achene con 5 venature, fusiforme.
• Distribuzione geografica: Il genere Stevia è spontaneo nelle subtropici e nei tropici, dall’America NO fino
all’America S., il Brasile e il Paraguay.
• Usi farmaceutici: Probabilmente la presenza dello
stevioside nella stevia è stata il motivo degli studi effettuati per la produzione di decine di rapporti riguardanti
la sua azione ipoglicemica. In base agli studi, la stevia è
utile in casi di ipoglicemia e di diabete mellito, dato che
alimenta il pancreas e aiuta al ripristino del suo funzionamento corretto. La capacità della stevia di inibire lo
sviluppo e la riproduzione di batteri e di altri organismi
patogeni è molto importante. Probabilmente, è il motivo
per cui i consumatori di prodotti con stevia sono meno
esposti al raffreddore e all’influenza. Inoltra, a causa di
tale proprietà, viene promossa la produzione di prodotti
come soluzioni orali e dentifrici con stevia. La stevia riduce anche la carie dentale. La tisana preparata viene usata
calda o fredda come stimolante dell’appetito a poche calorie e per la regolazione del peso. Una delle proprietà
dell’infuso che non è stato ancora studiato sperimentalmente è la sua azione lenitiva per la pelle. In base alla
medicina popolare, viene applicata a ferite e abrasioni
per una guarigione più veloce senza cicatrici.
Stevia rebaudiana (Bert.) Bertoni: Coltivazione.
• Composizione fitochimica: Nella stevia sono stati individuati più di 100 composti fitochimici. Contiene
diterpeni ladanici, triterpeni, stigmasterolo, tannini, oli
volatili e glicosidi diterpenici. È ricca in terpeni e flavonoidi. Lo stevioside costituisce il 6-18% delle foglie ed
il glicoside dominante. Altri composti dolcificanti sono i
glicosidi steviolbioside, rebausioside A-E, e dulcoside A.
117
Trigonella foenum-graecum L.
Sp. Pl.: 777. 1753
• Famiglia: Fabaceae.
• Sinonimi: Buceras foenum-graecum (L.) All.,
Foenumgraecum officinale Moench, Foenum-graecum
sativum Medik., Telis foenum-graeca (L.) Kuntze,
Trigonella foenum-graecum subsp. culta (Alef.) Gams,
Trigonella jemenensis (Serp.) Sinskaya, Trigonella graeca
St.-Lag., Trogonella Tibetan (Alef.) Vassilcz.
• Nome comune italiano: Fieno greco.
• Descrizione sistemica: Fusto 10-50 cm, sparsamente pubescente. Pinnule 20-50 x 10-15 mm, obovate a
oblunghe-oblancelate dentate. Fiori singoli o a coppie,
quasi senza picciolo. Calice 6-8 mm., denti di lunghezza quasi uguale al tubo. Corolla 12-18 mm, colore bianco-giallastro, violetto alla base. Legume (eccetto rostro)
60-110 x 4-6 mm, eretto o ascendente, lineare, relativamente deflesso, glabro o quasi glabro, con nervature
longitudinali. Rostro (10-)20-30 mm. Semi c. 5 x 3 mm,
quadrilateri, relativamente compressi, colore giallo oppure marrone chiaro, tubercolari. 2n = 16.
• Distribuzione geografica: Spontanea nell’Europa
SE e nell’Asia O. Coltivata come mangime, soprattutto in
Europa C. e S. ed ampiamente naturalizzata. [Al Au Be Bu
Cr Cz Ga Ge Gr He Hs Hu It Ju Lu Rm Rs Si Tu.] (? Asia SO.).
118
• Usi farmaceutici: Nell’antica Roma il fieno greco veniva usato per aiutare il parto. Tradizionalmente veniva
usato per il trattamento dell’indigestione e della calvizie.
Alcune volte veniva usato come impiastro. Viene applicata alla pelle avvolta in tessuto e dopo riscaldamento,
contro il dolore e l’edema topico (infiammazione), delle
mialgie, del dolore e del rigonfiamento dei linfonodi (linfonodite), del dolore alle dita (gotta), delle ferite, delle
ulcere ai piedi e dell’eczema. Le probabili proprietà ipoglicemiche e contro l’iperlipidemia dei semi polverizzati
sono state proposte in base ai risultati dei test preliminari
su animali e uomini. L’Agenzia Europea per i Medicinali
ha approvato l’uso dei semi come medicinale tradizionale di origine vegetale per la perdita temporanea dell’ap-
Trigonella foenum-graecum L.: Pianta con fiore.
petito e il trattamento sintomatico delle piccole infezioni
della pelle.
• Composizione fitochimica: I semi sono ricchi in
mucopolisaccaridi, contengono una piccola quantità di
essenza, ma anche una varietà di metaboliti secondari,
compresi i protoalcaloidi, la trigonellina e la colina. Sono
state individuata saponine derivanti dalla diosgenina,
l’iamogenina, la tigogenina e da altre sostanze. Ci sono
inoltre, steroli, compreso il beta-sitosterolo, e flavonoidi,
tra cui l’orientina, l’iso-orientina e la isovitexina.
Vaccinium corymbosum L.
Sp. Pl.: 350. 1753
• Famiglia: Ericaceae. Sottofamiglia: Vaccinioideae.
• Sinonimi: Cyanococcus corymbosus (L.) Rydb.,
Vaccinium atlanticum E.P. Bicknell, V. constablaei A. Gray
• Nome comune italiano: Mirtillo americano.
• Descrizione sistemica: Arbusto-nano caduco. Foglie
verde scuro, fino a 7 x 2,5 cm, leggermente coriacee, alcune volte con margini acuti dentati. In autunno le foglie prendono colore rosso chiaro, arancione, giallo o/e
violaceo. Fiori urceolati con petali bianchi o rosa. I sepali
quasi connati. Corolla cilindrica. Stami 8 o 10. Anteri con
o senza appendici. Ogni lobo prolungato all’apice in un
tubo con un poro all’apice. Ovario inferiore. Frutti drupe
blu, 7-10 mm.
• Distribuzione geografica: spontaneo negli USA E. e
in Canada, diffuso in altitudini fino a 1600 m. Coltivato in
molte zone, tra cui USA, Canada, Europa, Australia, Nuova Zelanda, Africa del Sud, Mexico, Argentina, Uruguay
e Cile.
• Usi farmaceutici: Il decotto delle foglie o della corteccia delle radici può essere usato per le ulcere, contro il mal
di gola e gli edemi (infiammazione) della cavità orale o
della pelle della gola. I frutti essiccati e le foglie vengono
usate per la diarrea. I frutti sono utili nel trattamento dello scorbuto e dei problemi del sistema urinario, le radici
schiacciate e impregnate in liquore alcolico hanno proprietà diuretiche. È stato usato per il trattamento dell’aterosclerosi, del cataratta, delle malattie degenerative
della retina, della stanchezza degli occhi, della miopia,
della cecità notturna, della viste debole, della retinite
pigmentosa, del diabete, della retinite diabetica, dell’idrope, della dissenteria, dell’enterite leggera, della sinusite e della flebite. I frutti sono tra quelli con il più elevato
effetto antiossidante. Ricercatori hanno dimostrato che
una porzione di mirtilli freschi fornisce maggiore protezione antiossidante da molti altri frutti e ortaggi freschi. I
suoi componenti chimici, comprese le antocianine e degli
acidi fenolici, aiutano a combattere la distruzione delle
Vaccinium corymbosum L.: Arbusto con fiori.
cellule da radicali liberi dannosi e nella depurazione del
sangue dalle tossine. Numerosi rapporti sostengono che
i mirtilli appartengono ai “superalimenti”, migliorano il
funzionamento del cervello e riducono i disturbi dovuti
all’età, come il morbo Alzheimer o la demenza.
• Composizione fitochimica: I frutti e le foglie costituiscono una buona fonte di acido clorogenico, di flavonoidi (antocianine, quercetina, kaempferolo, miricetina,
catechina, epicatechina), procianidine, resveratrolo, pte­
rostilbene e vitamina C, che sono la causa delle sue proprietà antiossidanti.
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