Brochure informativa

annuncio pubblicitario
WEST NILE DISEASE
Ministero della Salute
“DIPARTIMENTO DELLA SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA, DELLA SICUREZZA ALIMENTARE E DEGLI ORGANI COLLEGIALI
DIREZIONE GENERALE DELLA SANITÀ ANIMALE E DEI FARMACI VETERINARI”
Ufficio III - CENTRO NAZIONALE DI LOTTA ED EMERGENZA CONTRO LE MALATTIE DEGLI ANIMALI
UNITÀ CENTRALE DI CRISI
PER LA
TUTELA
DELLA
SALUTE
Cos’è la West Nile disease
La West Nile Disease (WND) è una malattia ad eziologia virale, trasmessa da zanzare, che causa forme di meningo-encefalite negli
uccelli, sia selvatici che domestici, negli equidi e nell’uomo. Il virus
della West Nile (WNV), appartenente alla famiglia Flaviviridae,
genere Flavivirus, è stato originariamente isolato nel 1937 in Uganda
(distretto di West Nile) dal sangue di una donna con sintomatologia
febbrile. In Italia la malattia è stata diagnosticata per la prima volta
in Toscana (Padule di Fucecchio) nella tarda estate del 1998. Il focolaio interessò 8 allevamenti ed 1 ippodromo, dove alcuni cavalli presentarono sintomatologia clinica di tipo neurologico.
A distanza di 10 anni dalla prima notifica, nell’agosto 2008 la WND
è ricomparsa in Italia nell’area del delta del Po. Il focolaio ha interessato 8 province in 3 differenti Regioni (Emilia Romagna, Veneto
e Lombardia), coinvolgendo equidi, uccelli stanziali e selvatici. Casi
neurologici di malattia sono stati osservati negli equidi e, a differenza di quanto avvenuto in Toscana nel 1998, anche nell’uomo.
Nel 2009 l’infezione è tornata a manifestarsi coinvolgendo in parte
le stesse aree geografiche del 2008 ed estendendosi a nuovi territori dell’Italia centrale, interessando complessivamente aree comprese
in 6 regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto,
Lombardia, Toscana e Lazio). Come nell’anno precedente la WND
ha coinvolto equidi, uccelli stanziali e selvatici. Sintomi clinici di
meningo-encefalite sono stati nuovamente osservati negli equidi e
nell’uomo.
La comparazione del genoma dei virus isolati nel 1998, 2008 e nel
2009 con alcuni ceppi isolati in Paesi del Bacino Mediterraneo, ha
evidenziato un’elevata similitudine.
Tale elemento ha indirizzato l’ipotesi secondo la quale l’origine dei
focolai italiani sia da attribuire all’introduzione del WNV dall’Africa
sub-sahariana o da altre aree endemiche mediante le migrazioni di
uccelli.
Il notevole grado di conservazione dell’intero genoma virale dei
ceppi responsabili dei focolai del 2008 e del 2009, inoltre, fa ritenere che il virus sia stato capace di sopravvivere nel corso del periodo
inter-epidemico, superando l’inverno e dando vita ad un nuovo
ciclo di trasmissione nel 2009 nelle aree infette del Nord Italia. Nel
2010 la WND in Italia ha interessato anche territori in precedenza
non coinvolti dalla circolazione virale.
Le regioni interessate sono state: Sicilia, Molise, Veneto, Emilia
Romagna e Puglia. Le indagini effettuate a seguito di casi clinici
segnalati negli equidi, hanno consentito di evidenziare positività
anche negli uccelli stanziali e selvatici in Emilia Romagna e in
Veneto. Casi clinici di malattia sono stati nuovamente osservati
negli equidi in Sicilia e in Veneto e nell’uomo in Veneto. Nel 2011 la
WND è ricomparsa in Italia per il quarto anno consecutivo. Le
Regioni interessate sono: Sardegna, Calabria, Basilicata, Sicilia, Friuli
Venezia Giulia e Veneto. I focolai verificatisi in Sardegna, Basilicata
e Calabria rappresentano la prima evidenza di circolazione virale in
queste Regioni. Positività sono state riscontrate, oltre che sugli
equidi, sugli avicoli, sugli uccelli sinantropici e selvatici, su pool di
zanzare. Sintomi clinici di meningo-encefalite sono stati osservati
negli equidi (Sardegna, Sicilia, Friuli Venezia Giulia) e nell'uomo
(Sardegna, Veneto, Toscana).
La situazione epidemiologica della WND è sintetizzata e costantemente aggiornata in Bollettini Epidemiologici pubblicati a cura del
Centro di Referenza Nazionale per lo Studio e l’accertamento delle
Malattie Esotiche degli animali (CESME) sul sito
http://sorveglianza.izs.it/emergenze/west_nile/emergenze.htm.
Ciclo della malattia
La WND è caratterizzata da un ciclo di trasmissione zanzara-uccello-zanzara: le zanzare (vettori) trasmettono il virus agli uccelli domestici e
selvatici (ospiti), che a loro volta possono fungere da serbatoi/amplificatori virali.
Questo ciclo è considerato come ciclo endemico
di trasmissione.
L’uomo ed il cavallo, entrando incidentalmente
nel ciclo di trasmissione del virus e manifestando la sintomatologia clinica, svelano la presenza
della malattia.
L’uomo e il cavallo però, non sono in grado di
infettare il vettore e, pertanto, sono considerati
ospiti a fondo cieco.
Ciclo di trasmissione del virus della West Nile
Il Piano di sorveglianza
Dopo il focolaio del 1998 il Ministero della Salute ha
deciso di istituire un Piano di sorveglianza nazionale
volto ad individuare precocemente la possibile circolazione del WNV in aree a rischio. La Normativa di riferimento negli ultimi anni è la seguente:
2007: Gazzetta Ufficiale n. 36 del 12 febbraio 2008,
Ministero della Salute, Decreto 29 novembre
2007, Approvazione del Piano di sorveglianza
nazionale per la encefalomielite di tipo West
Nile (West Nile Disease).
2008: Gazzetta Ufficiale n. 277 del 26 novembre
2008, Ministero del Lavoro, della Salute e delle
Politiche Sociali, Ordinanza 5 novembre 2008,
Notifica alla Commissione Europea e all’OIE,
Piano di sorveglianza straordinaria.
2009: Gazzetta Ufficiale n. 229 del 2 ottobre 2009,
Ministero del Lavoro, della Salute e delle
Politiche Sociali, Decreto Dirigenziale 15 settembre 2009, Procedure operative di intervento e flussi informativi nell’ambito del Piano di
sorveglianza nazionale per la encefalomielite
di tipo West Nile (West Nile Disease).
2010: Gazzetta Ufficiale n. 99 del 29 aprile 2010,
Ministero della Salute, Provvedimento del 18
marzo 2010, Modifica dell’allegato A al dispositivo dirigenziale del 2 marzo 2010 relativamente al West Nile Disease.
2010: Ministero della Salute, Nota esplicativa del 17
agosto 2010, Sorveglianza della Malattia di
West Nile in Italia - 2010: nota esplicativa della
circolare del 21 luglio 2010.
2011: Ministero della Salute, Circolare DGPREV n.
14381 del 15 giugno 2011, Sorveglianza dei
casi umani delle malattie trasmesse da vettori
con particolare riferimento alla Chikungunya,
Dengue e West Nile Disease
2011: Gazzetta Ufficiale n. 109 dell’8 settembre
2011, Ministero della Salute, Ordinanza 3 agosto 2011, Norme sanitarie in materia di encefalomielite equina.
2011: Gazzetta Ufficiale n. 209 dell’8 settembre
2011, Ministero della Salute, Ordinanza del 4
agosto 2011, Norme sanitarie in materia di
Encefalomielite equina di tipo West Nile (West
Nile Disease) e attività di sorveglianza sul territorio nazionale.
Il Piano di sorveglianza 2011
Le aree geografiche interessate dal Piano di sorveglianza 2011 sono state le seguenti:
Area con circolazione virale (ACV): é l’area che è
stata interessata dalla circolazione del WNV nel
corso degli ultimi anni.
Area di sorveglianza esterna all'ACV (AE): è
l’area estesa per un raggio di 20 km intorno ai
casi verificatisi nelle zone più esterne dell'ACV.
Aree a rischio (AR): aree umide che per le caratteristiche ecologico-ambientali sono considerate
a rischio di introduzione della malattia:
- Abruzzo: Foce del fiume Vomano (Teramo)
- Basilicata: Lago di San Giuliano (Matera)
- Calabria: Foce del fiume Neto (Crotone)
- Campania: Serre Persano (Salerno)
- Marche: Sentina (Ancona)
- Piemonte: Garzaia di Marengo (Alessandria)
- Sardegna: Stagno di S’Ena Arrubia (Oristano)
- Sicilia: Oasi del Simeto (Catania)
- Toscana: Padule di Fucecchio (Pistoia)
Distribuzione geografica dei focolai confermati negli
equidi nel corso dell’epidemia del 2008
2008
Piano di sorveglianza 2011:
Area con Circolazione Virale (ACV),
Area di Sorveglianza Esterna, Aree a Rischio
2011
Distribuzione geografica dei focolai confermati negli
equidi nel corso dell’epidemia del 2009
2009
Distribuzione geografica dei focolai confermati negli
equidi nel corso dell’epidemia del 2011
2011
Distribuzione geografica dei focolai confermati negli
equidi nel corso dell’epidemia del 2010
2010
Sorveglianza della WND
Il Piano di sorveglianza per la West Nile ha
come fine principale, quello di individuare il più
precocemente possibile la circolazione del virus
sia nelle aree già interessate dall’infezione nel
corso degli anni precedenti, sia nelle restanti
parti del territorio nazionale.
1. Sorveglianza uccelli
La sorveglianza negli uccelli può essere effettuata su uccelli stanziali oppure in caso di mancato
raggiungimento del 50% delle attività previste,
è possibile, in alternativa, attuare la sorveglianza su allevamenti avicoli rurali o all’aperto o tramite il posizionamento di gruppi di polli
sentinella.
2. Sorveglianza negli equidi
Nell’ACV non si effettua la sorveglianza sierologica negli equidi per la presenza di numerosi
capi già sierologicamente positivi, mentre, nelle
aree di sorveglianza esterna e nelle aree a
rischio, è effettuata su animali sentinella. Le
attività di campionamento iniziano ad aprile e
terminano a settembre; nel corso di tale periodo
gli equidi sono sottoposti 3 volte a prelievo
ematico. Il riscontro di sieroconversione testimonia l’eventuale circolazione virale.
3. Sorveglianza entomologica
La sorveglianza entomologica ha i seguenti
obiettivi:
- identificare le specie di zanzare responsabili
della trasmissione virale nel ciclo enzootico,
- identificare le specie di zanzare responsabili
della trasmissione virale ai cavalli e all’uomo,
- valutare la possibilità di sopravvivenza del virus
nelle zanzare durante il periodo invernale,
- rilevare precocemente la circolazione del virus.
La sorveglianza è effettuata tramite il posizionamento di trappole per la cattura delle zanzare in un numero predefinito di allevamenti di
equidi o in altre strutture zootecniche localizzate nelle aree soggette a sorveglianza.
4. Sorveglianza dell’avifauna selvatica
di specie migratorie
Durante il periodo delle migrazioni, uccelli
migratori viremici possono essere responsabili
dell’introduzione del virus nelle aree di sosta o in
quelle di nidificazione. Le aree dove si vengono a
concentrare maggiormente questi animali sono
le zone umide situate lungo le rotte migratorie.
Per poter mettere in evidenza l’arrivo di uccelli
viremici e l’eventuale instaurarsi del ciclo silvestre, è indispensabile predisporre un sistema di
controllo in grado di individuare precocemente
l’introduzione del virus.
Il programma di monitoraggio sull’avifauna selvatica prevede tre campionamenti annuali da
effettuare:
- il primo durante il passo primaverile
(marzo-aprile),
- il secondo alla fine di agosto,
- il terzo fra la metà e la fine di settembre.
Specie di zanzare più abbondanti nelle aree di studio
Anopheles maculipennis
Culex pipiens
Culiseta annulata
Ochlerotatus caspius
Ochlerotatus detritus
Vaccinazione facoltativa degli equidi
In attuazione all’art. 6 dell’O.M. del 5 novembre
2008 e successivamente all'art 6 dell'O.M. del 4
agosto 2011, dal mese di luglio 2009 è possibile
vaccinare gli equidi facoltativamente, e a carico
del proprietario, con un vaccino registrato
mediante procedura centralizzata.
Nelle aree in cui è stata dimostrata circolazione
virale, l’uso della vaccinazione permette di proteggere dalla malattia i soggetti a rischio.
Laddove si sia sviluppata un ’immunità naturale
a seguito dell’infezione, poiché tale condizione
può permanere per periodi variabili, è consigliabile comunque che tale immunità sia ristabilita e
stimolata annualmente tramite la vaccinazione.
L’impiego del vaccino è effettuato da un veterinario o sotto la sua diretta responsabilità. La
registrazione dell’avvenuta vaccinazione nel
capitolo VI del documento di identità (passaporto) dell’equide, di cui al Decreto del
Ministero delle politiche agricole, alimentari e
forestali del 29 dicembre 2009, e contestualmente, sulla Banca dati nazionale degli equidi,
può essere effettuata:
- dal veterinario prescrittore che, ai sensi dell’art. 65 del Regolamento di Polizia
Veterinaria, è tenuto a darne immediata
comunicazione al servizio veterinario competente per territorio trasmettendo entro tre
giorni i dati relativi ai trattamenti da lui stesso
eseguiti, valendosi del mod. n. 12 allegato allo
stesso Regolamento;
- dal servizio veterinario competente. In questo
caso l’avvenuta vaccinazione deve essere
comunicata entro tre giorni dal veterinario
prescrittore al servizio veterinario dell’azienda
sanitaria locale competente per territorio specificando le seguenti indicazioni:
- ubicazione dell’azienda,
- detentore degli animali,
- numero identificativo degli animali da sottoporre a trattamento,
- data della prescrizione.
Come si previene la WND?
Per ridurre il rischio di infezione devono essere
adottate le seguenti misure:
• ridurre la possibilità di essere punti dalle zanzare;
• ridurre la popolazione di zanzare adulte nelle
case e nei luoghi ricreativi e lavorativi;
Lotta alle zanzare
Molte delle zanzare che possono essere vettori
del WNV pungono nelle ore notturne tra il
tramonto e l'alba. Alcune di queste specie di
zanzare, tuttavia, sono
in grado di pungere anche durante il giorno.
Se ci si trova all'esterno in queste ore della giornata, è preferibile indossare indumenti con le
maniche lunghe, pantaloni lunghi e calzini ed
applicare dei repellenti sulla cute esposta.
Poiché le zanzare possono mordere attraverso i
vestiti sottili, può essere utile anche spruzzare
gli abiti con repellenti a base di permetrina.
Non bisogna mai applicare questo tipo di repellenti direttamente sulla pelle.
Le zanzare depongono le loro uova nell’acqua
stagnante.
Bisogna perciò limitare il numero di luoghi
intorno alla casa dove le zanzare possono riprodursi:
• almeno una volta o due alla settimana, svuotare l'acqua dai sotto vasi, ciotole di animali
da compagnia, coperture per piscine, secchi,
botti, e lattine,
• controllare periodicamente le grondaie, le
condutture e i tombini, per assicurarsi che non
si siano otturati causando ristagni umidi,
• rimuovere pneumatici fuori uso, e altri oggetti
che potrebbero raccogliere l'acqua,
• assicurasi di verificare la presenza di contenitori o rifiuti in luoghi che possono essere difficili da vedere, come sotto i cespugli.
Alcune specie di zanzare entrano abitualmente
nelle case. Per tenerle fuori bisogna avere vetri
ben aderenti sulle porte e le finestre. Utile
anche l’applicazione di zanzariere alle finestre.
“DIPARTIMENTO
DELLA
SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA, DELLA SICUREZZA ALIMENTARE E DEGLI ORGANI COLLEGIALI PER
DIREZIONE GENERALE DELLA SANITÀ ANIMALE E DEI FARMACI VETERINARI”
Ufficio III - CENTRO NAZIONALE DI LOTTA ED EMERGENZA CONTRO LE MALATTIE DEGLI ANIMALI
UNITÀ CENTRALE DI CRISI
LA
TUTELA
DELLA
SALUTE
Scarica