L’esercizio terapeutico
G. Iolascon
L’esercizio terapeutico
Prescrizione di contrazioni muscolari e
di movimenti corporei al fine di
migliorare la funzionalità generale e
specifica di un individuo per aiutarlo a
meglio rispondere alle esigenze della
vita quotidiana
Finalità dell’esercizio terapeutico
•
•
•
•
•
•
•
Migliorare
Migliorare
migliorare
Migliorare
Migliorare
Migliorare
Migliorare
la mobilità
la forza muscolare
l’endurance
il fitness cardio-vascolare
la capacità di rilasciamento
la coordinazione
l’esecuzione di specifici compiti
Effetti di un esercizio attivo ritmico
Esercizi per la mobilità
•
•
•
•
•
•
Mantengono o ripristinano la mobilità dei tessuti molli (muscolo,
connettivi, cute)
Possono essere attivi, attivi-assistiti, passivi;
Possono essere eseguiti attivamente con minima o assente contrazione
muscolare (per es. esercizi pendolari di Codman per la capsulite
adesiva);
Sia gli attivi che gli attivi-assistiti non mantengono né tanto meno
incrementano la forza muscolare;
Non migliorano la coordinazione né la capacità di eseguire compiti
specifici;
Gli attivi e gli a.a. sono controindicati (o almeno devono essere usati con
precauzione) in caso di fratture in consolidazione, o con paziente
instabile dal punto di vista cardiovascolare
Tipi di esercizi per la
mobilità
• Esercizi di range of motion o di
flessibilità
• Stretching
• Mobilizzazione articolare e
manipolazioni
Flessibilità statica/dinamica
• statica
– Il grado in cui un’articolazione può essere mossa
passivamente dai due estremi .
• dinamica
– Il grado in cui un’articolazione può essere mossa come
risultato di una contrazione muscolare
Manipolazioni articolari
Mobilizzazioni articolari
Esercizi di rom
Esercizi di rom: entro il rom possibile
Mobilizzazioni articolari: entro il rom fisiologico
Manipolazioni articolari: oltre il rom fisiologico
Esercizi di ROM
• Passivi: movimento, entro il rom possibile, prodotto da
una forza esterna, senza contrazione muscolare
volontaria; la forza esterna può essere: gravità, una
macchina, il terapista, un’altra parte del corpo del
paziente
• Attivi: movimento entro il rom possibile, prodotto dalla
contrazione attiva dei muscoli che attraversano
l’articolazione
• Attivi-assistiti: un tipo di ROM attivo nel quale viene
data assistenza da parte di una forza esterna, sia
meccanica che manuale, in quanto i motori muscolari
deputati richiedono assistenza per completare il ROM.
Indicazioni per gli esercizi
passivi di ROM
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Paziente incapace di movimenti attivi (comatosi, paralizzati, allettamento
prolungato) o in caso di dolore nell’esercizio attivo (flogosi);
Mantiene l’integrità articolare e dei tessuti molli
Minimizza gli effetti della formazione di contratture
Mantiene l’elasticità meccanica del muscolo
Migliora la circolazione e la dinamica vascolare
Incrementa il movimento del liquido sinoviale per la nutrizione della
cartilagine
Riduce o inibisce il dolore
Collabora al processo di guarigione dopo un trauma accidentale o
chirurgico
Aiuta a mantenere l’attenzione del paziente sul movimento
Indicazioni per gli esercizi
attivi e attivi-assistiti di ROM
•
•
•
•
•
•
•
Quando il pz è capace di contrarre attivamente i muscoli e muovere
il segmento da trattare
Stessi scopi di quelli passivi maggiorati dai benefici della
contrazione attiva
Mantiene la fisiologica elasticità e contrattilità dei muscoli
Provvede ad un feedback sensoriale proveniente dai muscoli in
contrazione
Provvede a stimoli positivi per l’integrità dell’osso
Incrementa la circolazione e previene la formazione di trombi
Sviluppa coordinazione e migliora le prestazioni di attività funzionali
Modalità e tempi
• Esercizi da eseguire con lentezza e graduale
progressione evitando dolore e lesioni ai tessuti
• Ripetizioni di 3-5 esercizi per 1-2 volte al di
per almeno 3 volte a settimana
• Possono essere eseguiti secondi i piani anatomici
del ROM oppure secondo pattern combinati di
mobilità (simili a quelli delle PNF) o a pattern
funzionali (attività della vita quotidiana)
Ausili utilizzati negli
esercizi di ROM
•
•
•
•
•
•
Bastone di legno
Ruota per la spalla
Puleggie
Sospensioni
Tavole
Macchine per la cpm
puleggie
puleggie
ruote
Continous Passive Motion
Stretching = stiramento
biomeccanica dei tessuti
connettivo-muscolari
• Tessuti visco-elastici
– Proprietà elastiche
• Dopo rimosso il carico ritornano a
lunghezza normale
– Proprietà plastiche
• deformazione permanente
Proprietà viscose
Proprietà elastiche
Vi s co u s P ro p e rti e s .
P l a s ti c S tre tch .
Te n s i l e Fo rce
E l a s ti c P ro p e rti e s .
E l a s ti c S tre tch .
Te n s i l e Fo rce
Proprietà visco-elastiche
Te n s ile Fo rce
Ela s tic
Ele m e n ts
Vis co u s
Ele m e n ts
Modello unità muscolo-tendinea
• 3 componenti
CC
(contractile component)
SEC
(series elastic
component)
PEC
(parallel elastic component)
Modello unità muscolo-tendinea
•Contractile Component (CC)
CC
SEC
PEC
–Accorciamento attivo del muscolo
mediato dalle strutture actomiosiniche
•Parallel Elastic Component (PEC)
–Parallele agli elementi contrattili
del muscolo
–Connettivo epimisiale e perimisiale
ed altro connettivo che circonda le
fibre muscolari
•Series Elastic Component (SEC)
–in serie con gli elementi
contrattili del muscolo
–Si trovano nei cross-bridges tra
I filamenti di actina e miosina e i
tendini
Proprietà visco-elastiche
• Quando un tessuto connettivo è stretchato
– Alcune allungamenti si hanno negli elementi elastici ed
altre negli elementi viscosi
– Gli elementi elastici ritornano alla forma originale ma
la deformazione plastica degli elementi viscosi persiste
• Dipende dalla durata e dalla quota di forza
applicata
Obiettivi di uno stretching
terapeutico di tessuti molli
• Ottenere uno stiramento delle
componenti viscose connettivali e
muscolari che modifichi in maniera
permanente la lunghezza delle stesse:
– Modifiche dei legami tra le macromolecole
(soprattutto collageno)
La estensibilità dei tessuti molli
(connettivale e muscolare)
dipende da:
• Numero e tipologia dei legami tra le
molecole
• Temperatura a cui avviene lo stiramento
• Quantità di apporto ematico del tessuto
stretchato
Miglioramenti della flessibilità
• La temperatura alla quale avviene lo
stretching è importante
– A 40° si ha il massimo rilasciamento
del tessuto connettivale (collageno)
Miglioramenti della flessibilità
• L’elasticità muscolare dipende dalla saturazione
di sangue
• L’aumento di temperatura incrementa la
saturazione di sangue del muscolo
• Mantenere la forza di tensione durante il
raffreddamento del tessuto incrementa la
deformazione plastica
Miglioramenti della flessibilità
– Con l’allungamento del tessuto connettivo, si
realizza un certo grado di indebolimento
meccanico.
• Una quota di indebolimento dipende da come e
quanto il tessuto viene stretchato.
• Forze rilevanti di stretch producono più
indebolimenti strutturali
• Basse intensità di forza stretchante minimizzano il
deterioramento nella resistenza agli stress tensili
Curva carico-deformazione
Elastico
• Rigidità-Flessibilità
• Yield Point
• Punto di rottura
Plastico
rottura
forza
Yield
Stiffness
deformazione
Curva carico-deformazione
stretching
• Termine generico utilizzato per descrivere ogni manovra
terapeutica di allungamento di una struttura molle
patologicamente raccorciata e quindi con la finalità ultima
di incrementare il ROM articolare
• Stretching passivo: mentre il paziente è rilasciato, una
forza esterna, applicata manualmente o meccanicamente,
allunga i tessuti accorciati;
• Inibizione attiva : il paziente collabora nella manovra di
stretching con un’inibizione del tono dei muscoli retratti
Procedure pre-stretching
• Tecniche di rilasciamento generale (metodica di
Jacobson)
• Applicazione di calore (esogeno od endogeno)
• Applicazione di freddo (spray raffreddanti)
• Tecniche di massaggio
• Esercizi di warm-up
• Trazione o oscillazione articolare
Stretching passivo
•
•
•
•
•
•
•
Statico Manuale: applicazione manuale di forza esterna che porta i tessuti ad
allungarsi oltre la lunghezza a riposo;
Deve essere lento e gentile e durare almeno 15-30 secondi, fino a qualche
minuto, e ripetuto diverse volte durante la seduta di esercizio terapeutico
Stretching statico progressivo. Quando si è ottenuto lo stretching ed il
paziente è rilassato nella nuova posizione raggiunta, si applica un’ulteriore
stretching per ottenere un nuovo allungamento.
Stretching ciclico o intermittente. Il tessuto viene stretchato per 5-10 sec a
bassa intensità ma ripetutamente .
Stretching ballistico (alta intensità e durata molto breve), da utilizzare solo
in soggetti giovani in un programmi di preparazione per attività sportiva; deve
essere evitato in altri casi
Stretching meccanico (o posizionale passivo): si applica forza esterna di 2-5
kg per 20-30 minuti o anche più a lungo
Stretching meccanico ciclico:simile in intensità e durata a quello manuale
passivo solo che viene utilizzata un apparecchiatura che fornisce una forza
ciclica
Inibizione attiva
• Tecnica in cui il paziente rilascia in
maniera riflessa il muscolo da allungare
prima dello stretching
• Tre tecniche:
– contract-relax (hold-relax),
– agonist contraction
– contract-relax-contract (hold-relax-contract)
tecnica contract-relax
• Il paziente esegue una contrazione
isometrica del muscolo accorciato per 5-10
secondi contro una resistenza (la contrazione
può essere massimale o sub-massimale)
• Il paziente poi rilascia il muscolo e il
terapista passivamente lo allunga fino a
raggiungere il rom desiderato;
• La contrazione pre-stretch del muscolo
accorciato fa sì che lo stesso muscolo si
rilassi come per inibizione autogena
Contrazione agonista
• Si allunga passivamente il muscolo accorciato fino ad una
posizione confortevole
• Il paziente quindi esegue una contrazione concentrica (con
accorciamento) del muscolo antagonista a quello accorciato
con applicazione di una modica resistenza al muscolo in
contrazione
• Il muscolo retratto si rilasserà come risultato
dell’inibizione reciproca e quindi sarà più facilmente
allungabile
• Questa tecnica è particolarmente utile in muscoli
accorciati con spasmo o nelle prime fasi di una
cicatrizzazione.
Tecnica hold-relax-contract
• Combina l’inibizione autogena e l’inibizione
reciproca
• Il paziente esegue una contrazione seguita da
fisiologico rilasciamento del muscolo accorciato;
• Quindi esegue una contrazione concentrica del
muscolo antagonista a quello accorciato; e
muove attivamente l’arto lungo la direzione del
rom acquisito.
Esercizio di rinforzo muscolare
Struttura del muscolo
“Bundle-within-a-Bundle”
anatomia
anatomia
Il sarcomero
Scanning EM
1
4
2
3
5
Sliding Filament Theory
1) i filamenti di miosina formano
un ponte tra l’actina
2) La Miosina spinge l’actina
actina
miosina
3) I ponti si rilasciano
4) Miosina pronta per la
formazione di altri ponti
Accoppiamento eccitazione-contrazione
• L’intero ciclo dura ~50 ms sebbene
le teste di miosina restino
attaccate per ~2 ms
• un singolo cross-bridge produce 3-4
pN e si accorcia 10 nm
forza del muscolo
•
•
•
•
•
•
•
Tipo di fibre componenti il muscolo
Taglia (cross-sectional area)
Relazione lunghezza-tensione
Reclutamento di unità motorie
Tipo di contrazione muscolare
Velocità di contrazione
Motivazione del soggetto
Organizzazione dei sarcomeri
• Il numero dei sarcomeri in serie o
in parallelo aiuterà a determinare le
proprietà del muscolo
3 sarcomeri in serie
3 sarcomeri in parallelo
(alta velocità/unica direzione
rom)
(generazione di una rilevante
forza in una direzione)
Esempio di organizzazione sarcomerica
1
3 sarcomeri 3 sarcomeri
sarcomero
in serie
in parallelo
Forza
1N
1N
3N
ROM
1 cm
3 cm
1 cm
Tempo
1 sec
1 sec
1 sec
Velocità
1 cm/sec
3 cm/sec
1 cm/sec
Organizzazione del sarcomero
• Maggiore è la lunghezza tendine-tendine
maggiore è il numero dei sarcomeri in serie
• Maggiore è la “physiological cross-sectional area
(PCSA)” maggiore è il numero dei sarcomeri in
parallelo
sarcomeri in serie
sarcomeri in
parallelo
architettura muscolare
Architettura muscolare
fusiforme (parallele)
• Le fibre decorrono
parallele
• Le fibre
generalmente non
si estendono per
tutta la lunghezza
del muscolo
Architettura muscolare
Pennati
• Il tendine
decorre
parallelo all’asse
lungo del
muscolo, le
fibre decorrono
diagonalmente
all’asse (fibre
corte)
Fusiformi vs. Pennati
• fusiformi
– vantaggi: I sarcomeri sono in serie
in tal modo si incrementa la velocità
massima ed il ROM
– svantaggi: relativamente basso
numero di sarcomeri paralleli in tal
modo la capacità di sviluppare
potenza è bassa
• pennati
– vantaggi : incremento di sarcomeri
in parallelo, con incremento della
PCSA e della capacità di sviluppare
potenza
– svantaggi: ridotti sia ROM che
velocità di accorciamento
Tipo di fibre muscolari
• Caratterizzate istochimicamente
• L’innervazione è il primo determinante del tipo di
fibra
• Le unità motorie sono composte da fibre omogenee
• Tutti i muscolo umani contengono una mescolanza dei
tre tipi generali di fibre
– slow twitch (ST, metabolismo ossidativo, rosse, Tipo I)
– fast twitch (FTa, metabolismo ossidativo rapido, bianche,
Tipo IIa)
– fast twitch (FTb, metabolismo glicolitico, bianche, Tipo IIb)
Caratteristiche della performance
di una fibra dipende da:
•
•
•
•
•
•
Taglia del motoneurone
Quantità di sarcomeri
Ca2+-ATPasi
Miosin-ATPasi
Capacità aerobica (quantità di mitocondri)
Capacità anaerobica (quantità di enzimi
glicolitici)
Motor Unit Recruitment Pattern
Tipi di contrazione muscolare
• isometrica (statica) – sviluppa tensione senza variazione
di lunghezza del muscolo
• isotonica – sviluppa tensione con variazione di lunghezza
del muscolo
• concentrica – sviluppa tensione durante l’accorciamento
del muscolo
• eccentrica – sviluppa tensione durante l’allungamento del
muscolo
• isocinetica – la resistenza contro la quale il muscolo
combatte varia con il variare della lunghezza dello
stesso in modo da assicurare lo sviluppo di una tensione
uguale durante tutto l’arco di movimento
Whole
Muscle
Azione muscolare
definizioni
• Forza muscolare: massima forza che il muscolo
può sviluppare durante una singola contrazione
• Forza: massa x accelerazione;
• Torque: effetto rotazionale di una forza
rispetto ad un asse: forza x braccio del
momento di forza (newton x m)
• Lavoro: forza x distanza
• Potenza: lavoro / tempo
Componenti della forza muscolare
• Dipendono dall’angolo articolare
large rotary
small stabilizing
medium rotary
medium dislocating
Caratteristiche di una
performance muscolare
Forza e sviluppo di potenza dipendono da:
•
•
•
•
Numero di fibre muscolari reclutate
Lunghezza delle fibre
velocità di accorciamento
Carico sul muscolo
Length-Tension Relationship
Length-Tension Relationship
Adattamento dopo allenamento
• dipendente da adattamenti neurali e
fisiologici
• La “specificità di allenamento” determina
gli adattamenti
Adattamenti durante un
training di rinforzo muscolare
Adattamenti neurali
• Incremento reclutamento unità motorie
• Riduzione dell’inibizione neurale del
reclutamento di unità motorie
• Riduzione del reclutamento del muscolo
antagonista
• Incremento della coordinazione neurale
Adattamenti della fibra muscolare
• Incremento di taglia di entrambi i tipi di
fibre
– incremento ipertrofia (1º)
– Incremento iperplasia (2º)
– Maggiori nelle FT che nelle ST
• Minima o nessuna variazione nei tipi di
fibra
Ruolo del muscolo
• primo motore - muscoli principalmente responsabili del
movimento
• assistenti motori - muscoli usati solo se richiesta più
forza
• agonista - muscoli responsabili del movimento
• antagonista - esegue il movimento opposto a quello
dell’agonista
• stabilizzatore – attivo in un segmento al fine di
stabilizzare un osso in modo da permettere un
movimento in un segmento adiacente
• neutralizzatore - attivo al fine di eliminare un azione
articolare indesiderata di un altro muscolo
Abduzione della spalla
agonista: deltoide
antagonista: latissimus dorsi
stabilizzatore: trapezio
neutralizzatore: teres minor
se il latissimus dorsi è
attivo tenderà a ruotare
internamente, il teres minor
può essere attivato per la
sua capacità di extraruotare
la spalla
Rinforzo muscolare
 predisposizione genetica
 Specificità di training
 intensità
 riposo
 volume
Esercizio
isotonico
Esercizio
isocinetico
Esercizio
isometrico
Modalita di training
Esercizo a catena
cinetica chiusa
Esercizio a
resistenza
variabile
gli esercizi di rinforzo muscolare
vanno eseguiti con cautela in caso di
•
•
•
•
•
•
Flogosi articolare (isometrici);
Recente infarto del miocardio;
Ipertensione non controllata;
Stroke recente (1 settimana);
Chirurgia addominale o ernia
Facile stancabilità (es. sclerosi multipla,
vasculopatia periferica,cardiopatia con rischio di
insufficienza)
• Osteoporosi
• Artropatie croniche infiammatorie (AR,
polimiosite);
Linee guida generali
• Valutazione della resistenza dinamica
• Tecnica RM (ripetition maximum) :
1 RM = massimo
carico sopportato per un x numero di volte
• Es. : 10 RM= massimo carico sopportato e sollevato per
10 volte
• Es.: 1 RM = massimo carico sopportato e sollevato una
volta sola
• 1 RM = massima capacità di sforzo volontario (MCSV)
La prescrizione dell’esercizio di rinforzo
• Iniziare con una resistenza submassimale (pari
al 50% della MCSV)
• Progressione graduale verso la MCSV;
• Usare frequenza bassa di ripetizioni (non oltre
12-15) per set per 1-3 set di esercizi;
• Sedute bi- o trisettimanali;
• Esercitare prima i muscoli grandi poi i piccoli;
• Evitare l’affaticamento
• Evitare la sostituzione nel movimento
Training di resistenza
• Caratterizzato da esercizi di alta intensità con alta frequenza
di ripetizioni;
• Con questo training si ha un incremento dell’endurance
muscolare locale:
• Endurance locale= capacità di uno specifico muscolo di
mantenere un predeterminato livello di output motorio per un
periodo di tempo prolungato;
• Endurance generalizzata (o cardiopolmonare):capacità dell’intero
organismo di produrre uno sforzo prolungato
Esercizi di rinforzo=esercizi di resistenza
Esercizi contro resistenza manuale
• la resistenza viene applicata dal terapista per
opporsi sia alla contrazione statica (isometrica) che
dinamica (isotonica);
• la direzione della resistenza è direttamente in
opposizione al movimento desiderato;
• applicata nella parte distale del segmento mosso dal
muscolo da rinforzare;
• in caso di fragilità ossea la resistenza deve essere
applicata più vicina all’articolazione;
• 8-10 ripetizioni per set per movimento;
• 2-3 ripetizioni del set separate da adeguato
periodo di riposo
Esercizi contro resistenza meccanica
• La resistenza è applicata mediante
apparati meccanici o elettrici;
• Permettono una misurazione precisa della
resistenza
• È possibile modulare la progressione dello
sforzo in maniera precisa;
• Permettono di somministrare resistenze
maggiori di quelle che un terapista può
esercitare
Esercizio isometrico (o statico)
•
•
•
•
•
•
La tensione è generata nel muscolo senza visibile movimento
articolare o apprezzabile modificazione della lunghezza del
muscolo stesso;
È più efficace quando il muscolo è alla lunghezza di riposo;
È facile da eseguire (richiede poco tempo e nessuna
apparecchiatura);
Gli effetti del rinforzo muscolare non necessariamente si
trasferiscono nelle attività dinamiche (cioè sono angolo
articolare -specifiche);
Non hanno effetto sul training di coordinazione muscolare;
Non causano ipertrofia muscolare;
Esercizio isometrico - Regimi
•
•
•
Esercizio isometrico massimale breve (Hettinger e Muller):
singola contrazione isometrica contro resistenza fissa, tenuta
per 5-6 sec, una volta al dì, 5-6 volte a sett; inefficace per
incrementare la forza muscolare;
Esercizio isometrico ripetitivo breve;( Liberson e Asa): 5-10
contrazioni isometriche brevi ma massimali (ognuna tenuta per
6-15 sec) eseguite contro resistenza 5 gg per sett; più efficace
della precedente;
Esercizio isometrico ad angolo multiplo: si eseguono contrazioni
isometriche contro resistenza massimale ripetute almeno ogni
20° del ROM (Davies usa 10 set di 10 ripetizioni di contrazioni
della durata di 10 sec ogni 10° del ROM).
Esercizio isotonico
• Esercizio dinamico contro resistenza
costante ma con velocità non controllata;
• Il termine non è corretto poiché il muscolo
non esercita sempre la stessa forza
durante tutto il ROM, modificandosi la
lunghezza dei bracci di leva;
Esercizio isotonico - Regimi
• Esercizio contro resitenza progressiva (tecnica di
De Lorme):
– Si determina la 10 RM
– Il pz esegue un set di 10 ripetizioni contro una
resistenza pari al 50% della RM;
– Quindi un secondo set di 10 ripetizioni al 75%;
– Ed un set finale di 10 ripetizioni al 100%;
– I 3 set compongono una sessione di esercizi; tra i set vi è
un breve intervallo di riposo;
– Ogni settimana un nuovo 10 RM viene determinato via via
che la forza aumenta;
Tecnica di DeLateur
• Come la DeLorme
• Si aumenta il peso ogni giorno
Tecnica di McMorris e Elkins
Come la Delorme
10 ripetizioni al 25%, 10 al 50%,
10 al 75%, 10 al 100%

Esercizio contro resistenza regressiva
Tecnica Oxford di Zinovieff
• È l’inverso della DeLorme
• La resitenza diminuisce appena
compare la fatica muscolare;
Esercizio contro resistenza progressiva
aggiustabile quotidianamente
Tecnica di Knight
• Si determina la RM (es. 6 RM);
• Il pz esegue 10 ripetizioni al 50 %(set 1) , 6 ripetizioni
al 75%(set 2); quanto ripetizioni iriesce a fare al 100%
(set 3), in ultimo quante ripetizioni riesce a fare con
carico aggiustato (set 4);
• Il numero delle ripetizioni del set 4 costituisce il RM del
giorno successivo;
• Il numero ideale di ripetizioni da fare quando si chiede di
farne più possibile è di 5-7
Equipaggiamento per gli
esercizi isotonici
• Pesi
• Ausili di resistenza elastica (tubi,
theraband)
• Sistemi di puleggie
• Apparecchi meccanici (idraulici) o
elettronici
• cicloergometro
Esercizio isocinetico
• Esercizio dinamico eseguito a velocità
angolare costante, con resistenza
accomodante;
• Utilizza apparecchi elettronici
comandati da software;
• Per incrementare la forza sono più utili
basse velocità;
• Il paziente viene invitato ad eseguire il
movimento alla massima forza e
velocità concessa;
• Di solito si usano da 5 a 7 ripetizioni
in 3 set
Contrazione concentrica/eccentrica
• Il muscolo genera più tensione durante la
contrazione eccentrica;
• In stati di debolezza marcata del muscolo va
iniziato il programma di rinforzo con contrazioni
eccentriche contro lieve resistenza manuale;
• Quando il muscolo migliora si inizia un
programma di contrazioni concentriche contro
resistenza manuale
Esercizio pliometrico
• Stretch-Shortening Cycle (SSC): combinazione di
un’azione eccentrica seguita da una concentrica
• Le tecniche di training che utilizzano la SSC vengono
dette “pliometriche”
• movimenti rapidi e potenti utilizzati per incrementare
la reattività del SN;
• Si immagazzina l’energia elastica del muscolo durante
lo stretch per poi rilasciarla durante il lavoro
concentrico;
• Dipende dalla rapidità della sequenza
• Sviluppano potenza e velocità, ma possono essere
causa di lesioni dei tessuti molli (tendini)
Stretch-Shortening Cycle
•
•
•
Uno stretch rapido seguito da contrazione
concentrica causa storaggio di energia
nelle strutture elastiche
Rilascio di energia durante la fase
concentrica per produrre più forza che la
sola contrazione concentrica
esempi
– Salto verticale
– Esercizio pliometrico
CC
SEC
PEC
Esercizio isoelastico
Varazioni del numero dei
sarcomeri dopo immobilizzazione