Finali

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PROPOSIZIONI FINALI
INTRODUTTORI: ut (uti), quo = affinché, perché + congiuntivo; per
+ infinito
ne = affinché non, perché non, per evitare che +
congiuntivo; per non + infinito
MODI DEL VERBO: congiuntivo presente o imperfetto secondo la
consecutio temporum.
N.B.: le proposizioni finali possono essere espresse in latino anche con:
gerundio o gerundivo; participio; supino attivo; relative improprie
finali.
Esprimono il fine a cui mira il verbo della proposizione reggente.
Questi gli introduttori in latino:
1) ut (uti) introduce la proposizione finale positiva;
Es.: non ut edam vivo, sed ut vivam edo = non vivo per mangiare, ma
mangio per vivere.
2) quo sostituisce ut generalmente quando all’interno della proposizione
finale si trovano un aggettivo o un avverbio comparativo, oppure un
verbo di valore comparativo come malo;
Es.: ager aratur, quo meliores fetus possit edere = si ara un campo
perché possa dare frutti migliori.
3) ne introduce la proposizione finale negativa;
Es.: Dionysius tyrannus, ne tonsori collum committeret, tondere suas
filias docuit = il tiranno Dionigi, per non affidare il collo ad un
barbiere, insegnò a radere alle sue figlie.
La finale può essere anticipata nella reggente da espressioni come idcirco,
eo, eo consilio, ob eam causam, propterea, etc.;
Es.: idcirco genueram, ut esset qui pro patria mortem non dubitaret
occumbere = per questo l’avevo generato, perché fosse tale da non
esitare a morire per la patria.
I tempi del congiuntivo si regolano sulla consecutio temporum e
precisamente si usa:
- il presente congiuntivo se nella reggente si trova un tempo principale;
- l’imperfetto se nella reggente si trova un tempo storico.
Ovviamente non si possono usare né il perfetto né il piuccheperfetto,
perché un fine non è mai proiettato nel passato.
N.B.:
1) la proposizione negativa coordinata ad una finale è introdotta da neve
o neu se questa è negativa; se è positiva, oltre che da neve o neu, può
essere introdotta da neque o nec:
Es.: claudi curiam iubet praesidiumque in vestibulo relinquit ne quis
adire curiam neve inde egredi possit = fa chiudere la curia e lascia
una guardia nel vestibolo perché nessuno possa entrare nella curia
né di là possa uscire.
2) quando nella finale si trovano un pronome, un aggettivo o un
avverbio negativo, la negazione passa nell’introduttore:
ne quis (pronome), ne ullus (aggettivo) = perché nessuno
ne quid = perché nulla
ne umquam = perché mai
ne usquam = perché in nessun luogo; etc.
3) la finale può avere valore incidentale in espressioni come:
ut ita dicam = per così dire
ut vere dicam = a dire il vero
ne dicam, ut non dicam = per non dire
ut in pauca conferam = per dirla in breve.
Attenzione!
Ut non dicam e ne dicam non hanno lo stesso valore: il primo, infatti,
significa “per tacere di” (ma intanto se ne parla! E’ la cosiddetta
“preterizione”); il secondo, invece, significa “direi quasi” e serve a
mitigare un’espressione troppo forte.
Es.: ut non dicam de Bruto, qui Caesarem necavit = per non parlare di
Bruto, che ha ucciso Cesare;
Es.: mulier insolens, ne dicam proterva = una donna insolente, per non
dire (direi quasi) sfacciata.
CONSIGLI PRATICI DI TRADUZIONE:
Dagli esempi riportati è facile capire come debbano essere rese in italiano
le proposizioni finali; tuttavia esse si traducono bene:
- in forma implicita con “per” + infinito, quando vi è identità di
soggetto con la reggente:
es.: eo Romam ut patrem meum videam = vado a Roma per vedere mio
padre;
- in forma esplicita con “perché” + congiuntivo (stesso tempo che si
trova in latino, e cioè presente o imperfetto), quando non vi è identità di
soggetto:
es.: Romam veni, ut me pater meus videret = venni a Roma perché mio
padre mi vedesse.
Evita di tradurre ut con l'arcaico "affinché".
ALTRI MODI DI ESPRIMERE LE FINALI:
1) relativa finale:
Es.: missi sunt legati qui pacem peterent = furono mandati
ambasciatori a chiedere (= che chiedessero) la pace;
2) ad + accusativo del gerundio o gerundivo:
Es.: missi sunt legati ad petendam pacem = furono mandati
ambasciatori per chiedere la pace;
3) genitivo del gerundio o gerundivo + causa o gratia:
Es.: missi sunt legati pacis petendae causa = furono mandati
ambasciatori per chiedere la pace;
4) dativo del gerundio o gerundivo:
Es.: Gnaeus Seius a M. Antonius, qui postea triumvirum reipublicae
constituendae fuit, capitis damnatus est = Gneo Seio fu
condannato a morte da M. Antonio, che in seguito fu (uno) dei
triunviri per la costituzione dello Stato;
5) supino attivo in dipendenza da verbi di movimento:
Es.: missi sunt legati pacem petitum = furono mandati ambasciatori
per chiedere la pace;
6) participio presente o futuro:
Es.: missi sunt legati pacem petentes = furono mandati ambasciatori
per chiedere (= chiedenti) la pace;
Es.: missi sunt legati pacem petituri = furono mandati ambasciatori per
chiedere (destinati a chiedere) la pace.
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