IL GOVERNO TEDESCO ABBANDONA IL PROGETTO

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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Europa
IL GOVERNO
TEDESCO
ABBANDONA IL
PROGETTO DEL
TRENO A
LEVITAZIONE
MAGNETICA
A fine marzo il ministro dei trasporti tedesco, Tiefensee,
ha dichiarato che il Governo federale è intenzionato ad
abbandonare il progetto del treno a levitazione magnetica,
Transrapid, che, secondo i progetti originari, avrebbe dovuto collegare l’aeroporto di Monaco di Baviera alla stazione centrale.
Secondo indiscrezioni riportate dalla stampa internazionale, i costi per la realizzazione dell’opera, lievitati dagli originari 1,85 miliardi di euro a circa tre, sarebbero diventati eccessivi per i partner dell’iniziativa: lo Stato Federale, il Land della Baviera, la Deutsche Bahn e gli industriali del settore.
BCE: BOLLETTINO
MENSILE E MERCATO
DEL LAVORO
Nella riunione del 10 aprile 2008 il Consiglio direttivo
della Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso che il tasso minimo di offerta applicato alle operazioni di rifinanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni
di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente al 4,00%,
al 5,00% e al 3,00%.
Secondo la BCE, infatti le informazioni più recenti confermano l’esistenza di forti pressioni al rialzo
sull’inflazione nel breve periodo e che l’area dell’euro si
trova ad attraversare “una fase piuttosto prolungata di inflazione temporaneamente elevata sui dodici mesi, riconducibile principalmente ai rincari dell’energia e dei prodotti alimentari. Le ultime informazioni confermano chiaramente la valutazione del Consiglio direttivo secondo cui
prevalgono rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi anche
nel medio termine, in un contesto che continua a essere
caratterizzato da un’espansione molto vigorosa di moneta
e credito”. Nonostante ciò, le condizioni di fondo
dell’economia rimangono solide e continua, ma a ritmi
moderati, la crescita del PIL in termini reali. “Il livello di
incertezza derivante dalle turbolenze nei mercati finanziari resta tuttavia insolitamente elevato e le tensioni si potrebbero prolungare oltre l’orizzonte temporale che ci si
attendeva inizialmente”.
Per quanto concerne l’analisi economica, la seconda stima
dell’Eurostat indica per il quarto trimestre del 2007 una
crescita del PIL in termini reali pari allo 0,4% sul periodo
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Europa
precedente, dopo lo 0,7 del terzo trimestre, ed appaiono
sostanzialmente in linea anche le aspettative di crescita
per il primo trimestre del 2008.
In prospettiva, la domanda è attesa continuare a sostenere
il protrarsi della crescita del PIL nell’area dell’euro e, pur
in moderazione, l’espansione economica mondiale dovrebbe seguitare a mostrare capacità di tenuta, grazie in
particolare alla forte crescita delle economie emergenti.
“Frattanto l’incremento degli investimenti nell’area
dell’euro dovrebbe esercitare un persistente effetto di stimolo sull’attività economica dati l’elevato grado di utilizzo della capacità produttiva, la consistente redditività delle imprese e l’assenza di indicazioni significative di limitazioni nell’offerta di prestiti bancari. Allo stesso tempo,
per effetto del miglioramento delle condizioni economiche e della moderazione salariale, l’occupazione e la partecipazione alle forze di lavoro hanno registrato un aumento significativo e i tassi di disoccupazione sono scesi
su livelli che non si osservavano da un quarto di secolo.
Malgrado l’attenuazione riconducibile all’impatto del rincaro dei prodotti energetici e alimentari sul potere di acquisto, la crescita dei consumi dovrebbe seguitare a contribuire all’espansione economica, in linea con
l’incremento del reddito disponibile reale”.
Relativamente ai prezzi, la stima rapida dell’Eurostat indica per il mese di marzo un tasso di inflazione, misurato
sullo IAPC, del 3,5% a conferma del fatto che continuano
a sussistere pressioni al rialzo sull’inflazione nel breve
periodo ed in prospettiva, “è probabile che il tasso di inflazione misurato sullo IAPC si mantenga su livelli significativamente superiori al 2% nei prossimi mesi, per poi
registrare soltanto una graduale moderazione nel corso
del 2008”. In tale contesto, anche le prospettive di medio
periodo permangono soggette a rischi al rialzo afferenti
alla dinamica dei rincari dei prodotti energetici e alimentari, dei prezzi amministrati, delle imposte indirette in aggiunta a quelli fino ad oggi immaginati, “ma soprattutto
esiste il rischio che il processo di formazione di salari e
prezzi acuisca le pressioni inflazionistiche (…) è dunque
indispensabile che tutte le parti coinvolte mostrino senso
di responsabilità. Devono essere evitati effetti di secondo
impatto sul processo di formazione dei salari e dei prezzi
connessi al rincaro dei prodotti energetici e alimentari”.
A tale riguardo il Consiglio direttivo segue con attenzione
13
Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Europa
le trattative salariali all’interno dell’area e “nutre preoccupazione per l’esistenza di forme di indicizzazione delle retribuzioni nominali ai prezzi al consumo; queste comportano il rischio che shock al rialzo sull’inflazione inneschino
una spirale salari-prezzi con ricadute negative
sull’occupazione e sulla competitività nei paesi coinvolti”.
Anche l’analisi monetaria conferma la prevalenza dei rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi nel medio-lungo
periodo. Pertanto, dalla verifica incrociata dei risultati
dell’analisi economica con quelli dell’analisi monetaria
emerge la valutazione secondo cui “prevalgono rischi al
rialzo per la stabilità dei prezzi nel medio termine, in un
contesto caratterizzato da un’espansione assai vigorosa di
moneta e credito e dall’assenza di indicazioni significative riguardo a limitazioni nell’offerta di prestiti bancari alle famiglie e alle società non finanziarie. Le variabili economiche fondamentali dell’area dell’euro sono solide. I
dati macroeconomici più recenti seguitano a indicare il
perdurare della crescita del PIL in termini reali, seppure a
ritmi moderati”.
Per quanto riguarda le politiche di bilancio, “gli ultimi
programmi di stabilità presuppongono un incremento del
rapporto disavanzo pubblico/PIL dell’area dell’euro nel
2008”. Inoltre, secondo gli esperti della BCE, è probabile
che si generino ulteriori pressioni sui conti pubblici a seguito della revisione al ribasso delle ipotesi macroeconomiche oggetto di elaborazione e delle crescenti richieste
di allentamento provenienti dalle autorità politiche. E pertanto si sollecitano tutti quei paesi con squilibri di bilancio a continuare lungo la via del risanamento strutturale,
in linea con i dettami del Patto di stabilità e crescita; cosa
questa che contribuirebbe, in questa fase, anche a contenere le pressioni inflazionistiche.
In merito al capitolo delle riforme strutturali, il Consiglio direttivo saluta con soddisfazione l’avvio, da parte
del Consiglio europeo, del ciclo 2008-2010 della strategia di Lisbona rinnovata per la crescita e l’occupazione
ed “incoraggia i paesi dell’area ad impegnarsi maggiormente nelle riforme e li appoggia in questo sforzo, in
particolare al fine di promuovere l’integrazione dei mercati e di ridurre le rigidità in quelli dei beni e servizi e del
lavoro che limitano la concorrenza, la flessibilità
dell’occupazione e la differenziazione delle retribuzioni”.
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Europa
Il mercato del lavoro
Secondo le rilevazioni della BCE, la situazione del mercato del lavoro dell’area ha mostrato un netto miglioramento negli anni recenti, e la tendenza, sebbene in attenuazione, sembra protrarsi nel tempo. Anche le attese di
occupazione, seppur in diminuzione, rimangono su livelli
elevati e rafforzano la valutazione secondo cui rimarrebbero positive le prospettive di scenario.
Il miglioramento del mercato del lavoro, per gli esperti
della BCE, è anche il riflesso di riforme strutturali rispetto alle quali si rilevano ulteriori ed ampi margini di implementazione.
Sul versante dell’andamento della disoccupazione
nell’area dell’euro si rileva la stazionarietà, rispetto al
mese precedente, del dato (7,1%), il livello più basso osservato dai primi anni ottanta. Mentre nel mese in esame
il numero dei disoccupati si è contratto di 59.000 unità
(un tasso di variazione leggermente inferiore alla riduzione media mensile avvenuta nei due trimestri precedenti).
Sui dodici mesi la disoccupazione è calata di 700.000 unità rispetto al febbraio del 2007.
A livello di singoli paesi, il tasso di disoccupazione è rimasto stabile o è diminuito in tutti i paesi dell’area
dell’euro, tranne in Lussemburgo, Irlanda e Spagna, dove
è aumentato.
Sul versante dell’analisi occupazionale si rileva come questa sia incrementata in maniera sostanziale nel 2006 e nel
2007 rispetto al 2005; e come questa è attesa crescere anche in avvio di 2008. Nel quarto trimestre del 2007 la crescita dell’occupazione nell’area dell’euro sul trimestre precedente è stata pari allo 0,2%, a fronte dello 0,4% del terzo
trimestre; e dalla scomposizione settoriale si rileva un generalizzato andamento in progressiva moderazione della
dinamica a partire dalla seconda metà del 2007. In particolare, nell’ambito dei servizi, sono stati rilevati tassi di crescita più contenuti sia nel comparto del commercio e dei
trasporti sia in quello dei servizi finanziari e alle imprese.
Sulla base dei risultati delle indagini disponibili, “la dinamica favorevole nel mercato del lavoro dell’area
dell’euro degli ultimi anni sembra essersi protratta agli
inizi del 2008”. A tale riguardo, secondo gli esiti prodotti
dall’indagine PMI di NTC Economics e dalle indagini
congiunturali della Commissione europea presso le fami15
PANORAMA LAVORO
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Dall’Europa
glie e le imprese, si rileva come la creazione dei posti di
lavoro sarebbe proseguita anche nel mese di marzo nel
settore industriale ed in quello dei servizi e nonostante il
lieve peggioramento degli indicatori relativi all’occupazione, evidenziato da entrambe le indagini negli ultimi mesi, le condizioni del mercato del lavoro hanno finora mostrato una sostanziale tenuta a fronte del recente
aumento dell’incertezza sulle prospettive di crescita economica.
Crescita dell’occupazione
Variazioni percentuali sul
periodo precedente.
Dati destagionalizzati
Variazioni
Annuali
2006 2007
Totale economia
di cui:
Agricoltura e pesca
Industria
Escluse le costruzioni
Costruzioni
Servizi
Commercio e trasporti
Finanziari e alle imprese
Amministrazione pubblica
Variazioni Trimestrali
2006
2007
2007
2007
2007
4° Trim. 1° Trim. 2° Trim. 3° Trim. 4° Trim.
1,6
1,8
0,4
0,6
0,5
0,4
0,2
-1,4
0,6
-0,4
2,8
2,1
1,5
3,7
1,8
-0,8
1,5
0,5
3,8
2,0
1,7
3,8
1,3
-0,5
0,5
0,1
1,5
0,4
0,1
0,7
0,4
1,2
0,7
0,2
1,9
0,5
0,5
1,2
0,2
-0,6
0,2
0,1
0,4
0,6
0,8
1,0
0,4
-1,1
0,0
0,1
-0,2
0,7
0,8
0,7
0,5
-0,5
0,1
0,0
0,2
0,3
0,0
0,8
0,2
Fonte: BCE
“La crescita della produttività del lavoro per occupato sul
periodo corrispondente dello scorso anno è stata pari allo
0,5% nel quarto trimestre del 2007, a fronte dello 0,8%
del trimestre precedente. A livello settoriale, il calo della
crescita della produttività registrato nella seconda metà
del 2007 è principalmente riconducibile al comparto dei
servizi. I dati dell’indagine PMI disponibili a febbraio
2008 indicano un ulteriore lieve deterioramento della crescita della produttività del lavoro nel primo trimestre del
2008, in particolare nel settore dei servizi”.
FMI: PRESENTATO IL
WORLD ECONOMIC
OUTLOOK
Il 9 aprile è stato diffuso il World Economic Outlook, del
Fondo Monetario Internazionale (FMI), all’interno del
quale vengono presentate le stime che gli economisti del
Fondo hanno elaborato sulla crescita dell’economia globale.
Decisamente deludenti sono apparse le previsioni sugli
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PANORAMA LAVORO
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andamenti attesi dell’economia mondiale; la dinamica espansiva sta progressivamente perdendo velocità a fronte
della gravità della crisi finanziaria e nel complesso “prevalgono i rischi di un ulteriore rallentamento”. Infatti, per
l’anno in corso l'FMI prevede una crescita non superiore
al 3,7% (dal 4,2% di ottobre), mentre per il 2009, la crescita è stimata essere del 3,8% al fronte del 4,4% della
stima dello scorso autunno. Tuttavia lo staff di analisti del
Fondo quantifica in un 25% la possibilità che la crescita
mondiale non possa andare oltre il 3% nel 2008 e 2009,
ovvero ad un livello equivalente ad una recessione.
Per gli USA è prevista una crescita del PIL dello 0,5%
quest’anno ed allo 0,6% nel 2009, mentre per l’Area
dell’Euro il PIL è stimato crescere all’1,4% nel 2008 ed
all’1,2% nel 2009. In riferimento a quest’ultima area il
Fondo rileva che nonostante “i livelli dell’inflazione siano
elevati, le stime indicano un ritorno dei prezzi sotto il 2%
nel 2009, pertanto la Banca Centrale Europea sarà messa in
condizioni di ammorbidire la propria politica monetaria”.
Infine, l’economia italiana, per l’anno in corso, è attesa
crescere dello 0,3% ed altrettanto si stima per il 2009, evidenziando una brusca frenata rispetto al +1,8% del 2006
ed al +1,5% del 2007. Il deficit statale è stimato intorno al
2,5% per entrambi gli anni di previsione ed il debito pubblico scendere al 103,6% del PIL nel 2008, dal 104% del
2007, per ritornare ai valori dello scorso anno nel 2009.
Si riporta di seguito la tabella riassuntiva delle stime di
crescita del Prodotto Interno Lordo globale e nazionale
riferito all’anno in corso ed al prossimo.
Mondo
USA
Giappone
Russia
Cina
India
Gran Bretagna
Area Euro
Germania
Francia
Italia
Spagna
PIL 2008
+3,7% (-0,5%)
+0,5% (-1,0%)
+1,4% (-0,1%)
+6,8% (+0,2%)
+9,3% (-0,7%)
+7,9% (-0,5%)
+1,6% (-0,2%)
+1,4% (-0,2%)
1,4% (-0,1%)
+1,4% (-0,1%)
+0,3% (0,5%)
+1,8% (-0,6%)
PIL 2009
+3,8 % (-0,6%)
+0,6% (-1,2%)
+1,5% (-0,2%)
+6,3% (-0,2%)
+9,5% (-0,5%)
+8,0% (-0,2%)
+1,6% (-0,8%)
+1,2% (-0,7%)
+1,0% (-0,7%)
+1,2% (-1,0%)
+0,3% (-0,7%)
+1,7% (-0,8%)
Fonte: FMI
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Europa
EUROTUNNEL: NEL
2007 CRESCIUTI
TRAFFICO E PROFITTI
La società Eurotunnel ha reso noto di avere chiuso il 2007
col primo utile della sua storia; l’amministratore delegato
della società che gestisce il tunnel sotto il Canale della
Manica, Gounon, ha annunciato, infatti, che dopo ben 22
anni si è avuto il primo bilancio in nero (l’infrastruttura fu
inaugurata nel 1994, ma la società che la gestisce risale al
1986) e che nel 2009 dovrebbe addirittura arrivare il primo dividendo per gli azionisti, grazie ad un fatturato atteso in continua crescita, che nel 2007 è aumentato del 6%
rispetto al 2006 (salendo a 775 milioni di euro).
Alla base del successo vi stata la crescita del traffico:
• +6% per le auto,
• +9% per i camion,
• +5% per i viaggiatori sull’Eurostar che lo percorre.
Il trend sembrerebbe confermato anche per l’anno in corso che ha visto il primo trimestre 2008 mettere a segno un
deciso incremento di traffico che si è tradotto in un aumento del 15% nel fatturato (su base annua).
A tale riguardo si ricorda che il tunnel che attraversa il
canale della Manica è lungo 50 km, da Cheriton (Gran
Bretagna) a Coquelles (Francia), 39 dei quali sotto il fondale marino. Aperto al pubblico sul finire del 1994, offre
servizi quali:
• treni passeggeri Eurostar ad alta velocità (tra le città di
Londra, Parigi e Bruxelles, con fermate a Ashford,
nel Kent, a Calais-Frethun e a Lille). I convogli Eurostar viaggiano su binari ad alta velocità che nelle tratte in superficie consentono di raggiungere punte anche 300 km/h mentre in quelle all’interno del tunnel
vengono ridotte a 160 km/h;
• un servizio di treni navetta (Eurotunnel Shuttle) per
passeggeri, autoveicoli, camion ed autobus che connettono Sangatte (Calais/Coquelles) a Folkestone;
• treni navetta per il trasporto merci (trasportano camion su vagoni aperti mentre gli autisti viaggiano in
vagoni passeggeri riservati);
• treni merci convenzionali.
Dal punto di vista finanziario, infine, si ricorda che il titolo Eurotunnel venne quotato nel 1987, con esiti molto deludenti per gli investitori; lo scorso anno si è proceduto ad
un raggruppamento azionario (40 titoli vecchi per uno
nuovo) che ha visto aumentare il peso degli investitori istituzionali. Infine, il mese scorso, Eurotunnel ha deciso
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Europa
di procedere ad un aumento di capitale di circa 800 milioni di euro che è stato quasi interamente sottoscritto da
Goldman Sachs (per 650 milioni) che diventerà così il
primo azionista del gruppo.
EUROSTAT: IL
TRASPORTO NELL’UE
Il 10 aprile l’Eurostat ha pubblicato le statistiche in merito
all’andamento del trasporto merci all’interno dell’Unione
Europea; ne è emerso che il dato complessivo, riferito al
trasporto interno (ferrovia, strada, vie navigabili interne e
condutture) ed all’anno 2006, è aumentato del 5% rispetto
all’anno precedente, raggiungendo i 2.595 miliardi di tkm.
Tra gli Stati membri, gli incrementi maggiori sono stati rilevati in Grecia (+ 42%), in Ungheria (+ 16%) e nella Repubblica Ceca (+ 13%), mentre le contrazioni più marcate
hanno interessato l’isola di Cipro (-16%), la Danimarca (8%), l’Estonia e l’Irlanda (-3% ciascuno).
Nel 2006, rileva l’Eurostat, i due terzi del trasporto del UE27 ha fatto capo a sei Stati membri: la Germania ha generato 517 miliardi di tkm (+6%), la Francia 283 (+3%), la
Spagna 264 (+3%), l’Italia 256 (+4%), la Polonia 208
(+11%) mentre il Regno Unito ne ha generati 206 (+3%).
Nel periodo preso in esame, la principale modalità attraverso la quale si è svolto il trasporto merci nell’Unione è
stata quella stradale, che ha rappresentato il 73% del totale,
seguita da quella ferrovia (17%), mentre il rimanente 10%
si è equamente distribuito tra vie navigabili interne e
pipeline. In tutti gli Stati membri, il trasporto su strada ha
rappresentato la modalità dominante ad eccezione
dell’Estonia e della Lettonia dove il trasporto ferroviario ha
rappresentato rispettivamente il 65% ed il 54% del totale
(dopo di loro la Lituania con il 38% e la Svezia col 36%).
Relativamente alle percentuali del trasporto stradale, escluse Cipro e Malta, spiccano i dati riferiti all’Irlanda
dove copre il 99% del traffico generale, la Grecia (98%),
il Portogallo (95%) e la Spagna (92%).
Le vie navigabili interne rappresentavano una parte importante del trasporto merci nei Paesi Bassi (31%), in
Belgio (14%), in Germania (12%) ed in Romania (10%).
Infine, le quote più elevate del trasporto tramite pipeline
sono state osservate in Danimarca (17%) ed in Slovacchia
(15%).
Tra il 2005 ed il 2006, nell’Unione Europea il trasporto su
19
PANORAMA LAVORO
Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
Dall’Europa
strada delle merci è aumentato del 5% raggiungendo i
1.887 miliardi di tkm e gli Stati membri che hanno registrato le dinamiche più sostenute sono state la Grecia
(+43%), la Lettonia (+28%), l’Ungheria (+21%) e la Repubblica Ceca (+16%), mentre le contrazioni maggiori
sono state riscontrate a Cipro (-16%), in Danimarca (9%), in Finlandia (-7%) ed in Estonia (-5%).
Nello stesso periodo, anche il trasporto ferroviario merci
dell’Unione ha messo a segno un progresso del 5%, arrivando a trasportare 435 miliardi di tkm. I maggiori incrementi di traffico sono stati realizzati in Finlandia
(+14%), in Lussemburgo (+13%), in Ungheria (+12%) ed
in Austria (+11%), mentre le contrazioni più rilevanti
hanno interessato l’Irlanda (-32%), la Lettonia (-15%) e la
Romania (-5%).
Quote di trasporto merci “inland”, valori percentuali
EU
Belgio
Bulgaria
Repubblica Ceca
Danimarca
Germania
Estonia
Irlanda
Grecia
Spagna
Francia
Italia
Cipro
Lettonia
Lituania
Lussemburgo
Ungheria
Malta
Olanda
Austria
Polonia
Portogallo
Romania
Slovenia
Slovacchia
Finlandia
Svezia
Gran Bretagna
Strada
Ferrovia
73
69
68
74
76
64
35
99
98
92
75
86
100
34
54
91
67
100
61
56
62
95
69
78
59
73
64
83
17
14
27
23
7
21
65
1
2
4
14
9
54
38
5
22
4
30
26
5
19
22
26
27
36
11
Vie d’acqua
interne
5
14
4
0
12
3
0
0
4
4
31
3
0
10
0
0
0
Oil pipelines
5
3
2
3
17
3
0
4
8
4
12
8
6
4
11
12
2
15
5
Fonte: EUROSTAT
20
PANORAMA LAVORO
Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
Dall’Europa
Trasporto merci, “performance, 2006”
Strada
Ferrovia
Totale*
Miliardi Variazione Miliardi Variazione
2006/2005 tkm 2006/2005
tkm
Miliardi
tkm
Variazione
2006/2005
2 594,9
4,7
Belgio
1
887,4
43,0
-1,9
8,5
4,3
62,0
-0,1
Bulgaria
13,8
-4,2
5,4
4,5
20,3
-1,6
Repubblica Ceca
50,4
15,9
15,7
5,9
68,5
12,9
Danimarca
21,3
-8,8
1,9
-4,3
28,0
-7,8
Germania
330,0
6,4
107,0
12,1
516,8
6,3
Estonia
5,5
-4,8
10,4
-2,1
16,0
-3,0
Irlanda
17,5
-2,6
0,2
-32,3
17,7
-3,0
Grecia
34,0
43,1
0,7
8,0
34,8
42,1
EU
5,3
434,8
5,2
Spagna
241,8
3,7
11,6
0,0
263,5
3,4
Francia
211,4
3,0
40,9
0,5
283,2
2,9
Italia
220,4
4,1
24,2
6,2
255,9
4,0
Cipro
1,2
-16,4
-
-
1,2
-16,4
Lettonia
10,8
28,1
16,8
-14,9
31,2
-1,1
Lituania
18,1
14,0
12,9
3,5
33,7
2,8
Lussemburgo
8,8
0,0
0,4
12,5
9,6
1,0
Ungheria
30,5
21,2
10,2
11,8
45,2
16,1
Malta
0,5
0,0
-
-
0,5
0,0
Olanda
83,2
-1,2
5,3
5,9
136,7
-0,5
Austria
39,2
5,8
21,0
10,7
69,6
6,3
Polonia
128,3
14,7
53,6
7,3
207,8
10,8
Portogallo
45,0
5,7
2,4
0,3
47,5
5,4
Romania
57,1
10,9
15,8
-4,8
83,1
5,5
Slovenia
12,1
9,8
3,4
3,9
15,5
8,4
Slovacchia
22,2
-1,6
10,0
5,5
37,9
1,3
Finlandia
29,7
-6,7
11,1
14,0
40,8
-1,9
Svezia
39,9
3,5
22,3
2,7
62,2
3,2
Gran Bretagna
172,2
2,8
23,1
3,7
206,3
2,7
*Incluso il trasporto per pipeline e per vie d’acqua interne
Fonte: EUROSTAT
UE: PREVISIONI
ECONOMICHE DI
PRIMAVERA PER IL
BIENNIO 2008-2009
Il 28 aprile, la Commissione UE per l’Economia e le Finanze ha diffuso le “Previsioni economiche di primavera
per il biennio 2008-2009” dalle quali emergono i timori
per un rallentamento della crescita associato ad un rinvigorimento delle pressioni sui prezzi. Sulla base dei dati
disponibili, gli esperti della Commissione stimano, infatti,
che la crescita dell’economia dell’UE dovrebbe rallentare
al 2% nel 2008 ed all’1,8% nel 2009 (1,7% e 1,5% per
l’Area dell’Euro), a seguito soprattutto della persistenza
della crisi nei mercati finanziari, del marcato rallentamento dell’economia USA e dall’aumento dei prezzi dei prodotti di base. Tuttavia i fondamentali macroeconomici
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Europa
sono, e dovrebbero permanere, solidi anche se almeno per
l’anno in corso si temono gli effetti di un rialzo dei prezzi
generalizzato, atteso essere del 3,6%, per poi ridiscendere
al 2,4% nel 2009.
Si riportano di seguito ampi stralci del relativo comunicato della Commissione.
Il deterioramento delle prospettive economiche deriva dal
persistere della crisi dei mercati finanziari, dal netto rallentamento dell’economia statunitense, la cui crescita dovrebbe attestarsi quest’anno allo 0,9% e nel 2009 allo
0,7% a fronte del 2,2% nel 2007, dall’impennata dei prezzi dei prodotti di base e dal raffreddamento della crescita
mondiale che ne risulta.
Lo scenario di base della Commissione prevede che fino
alla fine di quest’anno prevarrà l’incertezza circa le dimensioni e la localizzazione delle perdite da crediti inesigibili, che scemerà progressivamente durante la prima
metà del 2009. Il fatto che finora gli effetti non si siano
fatti sentire in misura rilevante può significare o che il
contagio è più lento del previsto o che la resistenza della
UE è migliorata più di quanto si pensi.
L’inflazione è cresciuta sensibilmente a partire
dall’autunno e in marzo ha raggiunto il 3,8% in termini
annuali nella UE (il 3,6% nell’Area dell’Euro). Ciò è dovuto ad un forte aumento dei prezzi mondiali dell’energia
e dei prodotti alimentari, in parte ammortizzato
dall’apprezzamento dell’Euro. Alla luce di quanto precede, la Commissione prevede attualmente per quest’anno
un’inflazione media del 3,6% nella UE e del 3,2%
nell’Area dell’Euro. Dopo aver raggiunto un livello record nel secondo trimestre del 2008 nella UE, l’inflazione
dovrebbe comunque riscendere in media al 2,4% nel 2009
(2,2% nell'area dell’euro).
L’economia della UE è ancora in condizioni relativamente buone per resistere alle turbolenze mondiali grazie al
miglioramento dei suoi fondamentali, che si traduce ad
esempio nell’assenza di squilibri macroeconomici e finanze pubbliche sane. In media sia il disavanzo pubblico
che il saldo delle partite correnti si sono attestati al di sotto dell’1% del PIL nel 2007, anche se persistono notevoli
differenze tra uno Stato membro e l’altro. I bilanci delle
famiglie e delle imprese sono migliorati considerevolmente negli ultimi anni ed i tassi di disoccupazione
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Europa
dell’UE e dell’Area dell’Euro sono al loro livello più basso da più di 15.
Tuttavia l’economia dell’UE non ne uscirà indenne. La
crescita degli investimenti segna il passo a causa del raffreddamento dei mercati immobiliari sopravvalutati e del
rallentamento ciclico. La crescita del consumo privato
dovrebbe anch’essa rallentare parallelamente alla decelerazione della crescita dei salari reali ed al costante declino
della fiducia dei consumatori.
Dopo il netto miglioramento registrato nel 2006-2007, il
mercato del lavoro dà segni di fiacchezza e la crescita
dell’occupazione dovrebbe dimezzarsi quest’anno, passando dall’1,7% nel 2007 allo 0,8% quest’anno e allo
0,5% il prossimo anno. Il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere quest’anno al 6,8% nella UE (7,2%
nell’Area dell’Euro).
Nonostante questo rallentamento del mercato del lavoro,
la crescita dei salari dovrebbe accelerare passando dal
2,9% nel 2007 al 3,8% quest’anno, trainata temporaneamente da alcune misure di recupero, ad esempio in Germania, prima di decelerare nuovamente al 3,5% il prossimo anno.
Dopo aver registrato il miglior risultato dal 2000 attestandosi allo 0,9% del PIL (0,6% nell’Area dell’Euro), il disavanzo pubblico medio dovrebbe crescere nuovamente
nel 2008 salendo all’1,2% del PIL nella UE (1,0%
nell’Area dell’Euro) a causa di una flessione dell’Attività
nel suo insieme ed ai tagli fiscali realizzati in taluni paesi,
per poi grosso modo stabilizzarsi nel 2009, in caso di politiche invariate. In termini strutturali, anche il risanamento finanziario dovrebbe interrompersi nel 2008.
I principali rischi di peggioramento riguardano le turbolenze ancora in atto nei mercati finanziari che potrebbero
ulteriormente aggravare il rallentamento negli Stati Uniti.
L’incertezza resta ampia; un impatto più ampio potrebbe
accentuare l’aggiustamento attualmente in corso in taluni
mercati immobiliari, in particolar modo quello degli
USA, ma anche nella UE, con il rischio successivo di sottoporre i bilanci a tensioni crescenti. I rischi derivanti da
squilibri registrati in taluni paesi che presentano disavanzi
delle partite correnti consistenti e/o un debito esterno elevato potrebbero essere alimentati da modifiche della propensione al rischio a seguito di un ulteriore aggravamento
e/o estensione della crisi finanziaria. Altri rischi di peg23
Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Europa
gioramento riguardano una correzione disordinata degli
squilibri mondiali in generale, anche se le prospettive attuali già annunciano un miglioramento del disavanzo delle partite correnti negli USA. L’evoluzione dei prezzi dei
prodotti di base potrebbe comportare ulteriori sorprese
negative ma anche positive.
Nel complesso i rischi sono più equilibrati che nelle previsioni dell’autunno 2007. Per le previsioni di crescita
continuano tuttavia a prevalere i rischi di una correzione
al ribasso, specialmente per il 2009, mentre per
l’inflazione i rischi sono piuttosto di una correzione al
rialzo.
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Italia
VALICO DEL
BRENNERO:
PRESENTATO IL
PROGETTO DEL
TUNNEL DI BASE
Il 31 marzo è stato presentato ai Ministeri delle Infrastrutture, dell’Ambiente, dei Beni Culturali e della Difesa nonché alla Provincia Autonoma di Bolzano il progetto definitivo della galleria di base del Brennero, attraverso la quale
collegare Fortezza (BZ) ad Innsbruck.
Nelle scorse settimane il progetto è stato presentato anche
ai competenti organi austriaci per le autorizzazione necessarie all’espletamento delle connesse opere oltre confine.
In questa maniera la BBT SE (Brenner Basistunnel), la società responsabile della progettazione e della realizzazione delle opere propedeutiche al tunnel, ha nei fatti avviato
la fase autorizzativa del progetto che dovrebbe concludersi
entro l’anno.
L’avvio dei lavori per la realizzazione della galleria di base è previsto entro il 2010 con l’obiettivo di portare a termine l’opera non oltre il 2020.
Il progetto, diviso in tre fase, prevede:
• la redazione del progetto preliminare (fase già conclusa);
• la presentazione del progetto definitivo e l’approvazione da parte degli organi istituzionali italiani interessati (fase appena avviata);
• la realizzazione della galleria di base.
Al riguardo si ricorda che nel maggio 2005 i governi italiano e austriaco hanno deciso di anticipare la realizzazione di un cunicolo esplorativo, inizialmente previsto nella
terza fase di realizzazione, per acquisire informazioni in
merito alle caratteristiche rocciose in maniera tale da ottenere le informazioni sulle reali condizioni geologiche presenti lì dove è prevista la realizzazione dell’opera e delle
quali occorrerà necessariamente tener conto nelle successiva fasi progettuali/realizzative, in maniera tale da ridurre
anche i rischi che possono andare ad incidere sulla tempistica e sui costi dell’opera.
Tale cunicolo è previsto comporsi di sei sezioni, tre in territorio italiano e tre in quello austriaco e precisamente:
Aica, Mules, Vizze, Ahrental e Innsbruck e Wolf.
Per le attività inserite nella cosiddetta “seconda fase” delle
attività progettuali l’Unione Europea ha deliberato un finanziamento di 215 milioni di euro (il 50% dei fondi necessari per questa fase), mentre la rimanente parte è pariteticamente divisa tra Italia ed Austria.
L’investimento complessivo, secondo le stime elaborate nel
2006, è previsto ammontare a circa 6.000 milioni di euro.
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Italia
A tale proposito si fa presente che la società europea Galleria di Base del Brennero/Brenner Basistunnel (BBT SE)
è partecipata al 50% dall’Italia attraverso Tunnel Ferroviario del Brennero (83% RFI; 6% Provincia Autonoma di
Bolzano, 6% Provincia Autonoma di Trento e 5% Provincia di Verona), mentre per la parte austriaca il 25% è della
Repubblica d’Austria e il 25% del Land Tirolo.
REGIONE EMILIA
ROMAGNA: FIRMATO
IL NUOVO
CONTRATTO DI
SERVIZIO PER IL
TRASPORTO
REGIONALE
A fine marzo è stato siglato, da Regione Emilia-Romagna
e Consorzio Trasporti Integrati, composto da Trenitalia e
Ferrovie Emilia Romagna, il nuovo contratto di servizio di
trasporto regionale che sarà operativo dal 1° luglio 2008 e
durerà fino al 30 giugno 2011.
La Regione Emilia-Romagna, riporta un comunicato del
Gruppo FS, è la prima in Italia ad aver messo a gara tutti i
servizi ferroviari di propria competenza in un unico lotto e
la sigla del nuovo contratto rappresenta un importante passo in avanti in quanto, in base allo stesso, sono stati fissati
parametri quali: quantità, qualità, prezzi e condizioni dei
servizi. Tutto quanto sopra metterà la Regione in condizione di confrontarsi con il Consorzio in un nuovo quadro
di stabilità e chiarezza, tutelandosi da iniziative di revisione dei servizi stessi per i prossimi anni.
“Per garantire agli utenti la qualità del servizio, la Regione
aumenterà il livello di controllo istituendo anche un gruppo permanente di ispettori che effettueranno attività di
monitoraggio e vigilanza sui treni e sulle stazioni”.
Nell’occasione, l’ad del Gruppo, Mauro Moretti, ha fatto
il punto sulla situazione generale delle Ferrovie italiane
ricordando da un lato come Trenitalia debba ancora lasciarsi alle spalle una difficile situazione finanziaria, che
nel 2006 vedeva un deficit di 2,1 miliardi, ma che sono
stati fatti enormi passi in avanti e che il 2007 si chiuderà,
dopo “un balzo da 1.700 milioni” con un bilancio ancora
negativo ma di soli 400 milioni e, dall’altro, che “se non ci
fosse Trenitalia il 60% del territorio italiano non avrebbe
alcuna impresa che fa trasporto ferroviario, perché non c’è
nessun imprenditore privato che lo fa, né per le merci né
per le persone”.
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Italia
CONSIGLIO DEI
MINISTRI: STANZIATI
OTTANTA MILIONI
PER IL TRASPORTO
REGIONALE
Nel Consiglio dei ministri del 1° aprile, su proposta del
Presidente del Consiglio, Prodi, e del Ministro
dell’economia e delle finanze, Padoa-Schioppa, “in attesa
della messa a regime della nuova modalità di finanziamento del trasporto ferroviario regionale prevista dalla Legge
finanziaria 2008, è autorizzata la spesa di 80 milioni di euro per assicurare la continuità del servizio”.
A tale riguardo in più occasioni, ricorda il relativo comunicato del Gruppo FS, è stato ribadito “che sono le Regioni a decidere il programma dei servizi e le tariffe ferroviarie” e che, al fine di fornire la massima trasparenza è stato
predisposto per la prima volta nel 2008 il “catalogo dei
servizi”, dove si riportano con chiarezza la tipologia dei
treni, le possibili composizioni e l’età del materiale ed “il
prezzo è la naturale conseguenza delle scelte per cui si opta”.
Il piano industriale del gruppo “punta allo sviluppo del
trasporto regionale e metropolitano. Nel periodo 20072011 è previsto un aumento medio del traffico locale del
34% con punte fino al 50% nelle grandi città, un adeguamento dei ricavi (dagli attuali 10,3 a 14,5 centesimi) e un
investimento per l’acquisto di nuovi treni di 6,4 miliardi,
di cui 4,9 in autofinanziamento”.
CONTI PUBBLICI: IL
FABBISOGNO
STATALE SCENDE AI
MINIMI DA OTTO ANNI
All’inizio di aprile, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha diffuso i dati sulla situazione dei conti pubblici
riferiti al mese di marzo 2008.
Ne è emerso che la dinamica che ha caratterizzato le entrate e le uscite è stata determinante per il risultato del mese
scorso; il fabbisogno statale si è ridotto di 5 miliardi rispetto a quello di marzo 2007 collocandosi a 11,7 miliardi,
il valore mensile più basso da circa otto anni.
Nel trimestre, il deficit di cassa del Paese è stato di 20,3
miliardi, 4 in meno dello stesso periodo dell’anno precedente.
Su tali andamenti il Ministero ha comunicato il suo compiacimento, soprattutto se i risultati conseguiti vengono
letti alla luce del “brusco rallentamento dell’economia”,
ma al tempo stesso avverte che “non c’è da illudersi in
quanto è stato ancora una volta il gettito tributario la ragion determinante del basso deficit di marzo. Qualora nei
prossimi mesi gli incassi dovessero rallentare, gli effetti
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Italia
peggiorativi si vedrebbero prontamente”.
VENETO: PIÙ TRENI,
MENO AUTO, MENO
INQUINAMENTO
Il 3 aprile, il Gruppo delle Ferrovie dello Stato ha diffuso
una serie di dati in merito al capitolo della mobilità della
regione Veneto mettendo in luce la crescita della domanda
di trasporto ferroviario. In un anno, infatti, i viaggiatori sui
treni regionali sono aumentati del 2,15%, attestandosi nel
2007 ad una media di 175mila spostamenti giornalieri.
I circa 3.800 spostamenti in treno in più al giorno ed i
150mila km in più percorsi tramite la modalità ferroviaria
rispetto al 2006, si traducono in oltre 2.500 spostamenti in
meno in auto ed in minori emissioni di CO2 nell’atmosfera
per circa 10,5 tonnellate.
A tale riguardo, riporta il comunicato del Gruppo, “il Piano Industriale 2007 - 2011 di Ferrovie dello Stato prevede
un notevole incremento di domanda di trasporto su ferro
nelle grandi aree metropolitane ed un conseguente potenziamento del servizio ferroviario regionale. Gli obiettivi
del piano, raggiungibili grazie agli interventi sulle infrastrutture ferroviarie finalizzati a decongestionare i nodi
urbani e all’ammodernamento della flotta (6,4 miliardi di
euro per 1000 nuovi treni regionali), prevedono per il
2011, a livello nazionale, una crescita dei volumi di traffico regionale del 34%. Diminuire il traffico stradale con
questo programma porterebbe ad una riduzione del 15% di
emissioni inquinanti (polveri sottili, ossidi di azoto, anidride solforosa e composti organici volatili) e del 40% di
gas serra (CO2)”.
Oltre ai benefici effetti sulla qualità dell’ambiente, si calcolano positive ricadute anche sulla spesa sanitaria quantificabili in una diminuzione stimata del 20% di feriti e
morti in incidenti automobilistici e con un risparmio economico complessivo per la collettività (riduzione di emissioni inquinanti, riduzione effetto serra, minore incidentalità stradale) valutato in oltre 650 milioni di euro.
ENAV-ASI: ACCORDO
DI COLLABORAZIONE
SUI SISTEMI
SATELLITARI PER LA
NAVIGAZIONE AEREA
Il 3 aprile, il Presidente dell’ENAV, Nieddu, ed il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Bignami, hanno sottoscritto un accordo quadro di collaborazione
nell’ambito dei sistemi satellitari per la navigazione aerea.
Tale accordo, di durata triennale - specifica il comunicato
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Italia
congiunto ENAV-ASI - “ha lo scopo di proseguire ed accrescere il rapporto di reciproca collaborazione e cooperazione sui programmi, tecnologici e applicativi, di ricerca e
sviluppo nel settore della navigazione aerea di rotta e di
aeroporto; l’impiego operativo delle tecnologie satellitari
in questo campo costituisce una delle più importanti innovazioni che si profilano all’orizzonte e farà compiere un
vero salto di qualità ai servizi del trasporto aereo”.
L’accordo prevede l’istituzione di un comitato di collegamento, tra ASI e ENAV, con il compito di individuare e
realizzare progetti finalizzati all’impiego delle tecnologie
satellitari nella gestione del traffico aereo. Tra queste figurano: l’info-mobilità in ambienti aeronautici ed aeroportuali, lo sviluppo di rotte aeree entro scenari a complessa
orografia, il monitoraggio e la protezione dei siti e delle
infrastrutture della piattaforma tecnologica nazionale per
l’assistenza al volo.
OCSE:
PREOCCUPAZIONI
PER LA CRESCITA
ITALIANA
L’8 aprile l’OCSE ha presentato il consueto Factbook
2008 dal quale emergono alcuni elementi di preoccupazione per quanto riguarda la produttività nazionale soprattutto se confrontata con quella dei maggiori paesi industrializzati.
La crescita della produttività nazionale del lavoro (rappresentata dal Prodotto Interno Lordo per ora lavorata) è stata
inferiore allo 0,5% nel periodo compreso tra il 2001 ed il
2006; mentre un lieve miglioramento si è registrato proprio in corrispondenza del 2006 allorquando la crescita è
stata dell’1% circa. Il dato italiano rimane comunque inferiore sia a quello medio calcolato sull’aggregato dei paesi
OCSE (+1,4%), sia a quello dell’Europa a 15 (+1,7%).
Deludenti sono apparsi anche i risultati inerenti
l’andamento della cosiddetta produttività multifattoriale
(che include fattori come l’innovazione organizzativa e
tecnologica, ecc.), dove l’Italia accusa addirittura una flessione media, nel lasso pluriennale preso in esame, dello
0,5%.
L’Italia fotografata dal Factbook 2008 dell’OCSE si conferma per essere la sesta economia mondiale, ma è scesa
al 20esimo posto se si considera il PIL pro capite, presenta
il secondo peggiore debito pubblico del mondo ed è ultima
in quanto a crescita del PIL, negli anni più recenti, tra i 30
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Italia
Paesi più industrializzati. A tutto questo, lamenta il report
dell’OCSE, si aggiungono le disparità di reddito, la bassa
crescita demografica (+0,08% nel 2006), la bassa fertilità
(1,34), i bassi tassi di occupazione delle donne (46%) e
l’elevato numero degli anziani. Nel 2006, infatti, gli ultra65enni rappresentavano il 19% circa della popolazione,
ma l’OCSE stima che cresceranno al 33,7% nel 2050,
quando l’Italia avrà il rapporto più sfavorevole di tutta
l’area OCSE tra pensionati e lavoratori. Tra la moltitudine
delle statistiche presentate risalta anche quella inerente i
cosiddetti “giovani inattivi” italiani che ammonterebbero a
percentuali pari al 10,9% dei ragazzi ed all’11,4% delle
ragazze tra i 15 e i 19 anni, posizionando l’Italia al secondo posto del campione OCSE dietro la Turchia. Per i pari
età che, invece, frequentano la scuola emerge il preoccupante dato che vede i liceali italiani al 24° posto per abilità
e conoscenze.
ACCORDO PER IL
POTENZIAMENTO DEL
SISTEMA DI
TRASPORTO
FERROVIARIO
AOSTA–TORINO
Il 9 aprile, rende noto un comunicato del Gruppo FS, è
stato siglato a Torino l’Accordo di Programma Quadro tra
i Ministeri delle Infrastrutture e dello Sviluppo economico, la Regione Piemonte, la Regione Autonoma Valle
d’Aosta e Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) per il potenziamento del sistema di trasporto ferroviario AostaTorino.
Nell’Accordo è previsto:
• l’elaborazione del progetto definitivo, la cosiddetta
“lunetta di Chivasso”, la cui realizzazione consentirà di collegare il capoluogo piemontese con quello aostano, evitando l’attuale inversione di marcia
dei treni a Chiasso;
• la progettazione preliminare e definitiva della variante Verrès – Châtillon, intervento finalizzato a
modificare e migliorare l’attuale tracciato ferroviario;
• la progettazione preliminare dei lavori di ottimizzazione delle caratteristiche dei tratti di linea tra
Home Bard e Verrès e tra Chatillon ed Aosta, nonché dell’elettrificazione della tratta Ivrea – Aosta;
• i lavori di adeguamento definitivo del ponte sul
torrente Chiusella, parzialmente distrutto dall’alluvione dell’ottobre 2000 e ripristinato in parte.
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Italia
Nel documento, inoltre, viene definita anche la ripartizione dei fondi (per 40 milioni di euro) stanziati dalla Legge
finanziaria 2007, da utilizzare per l’attuazione del programma di interventi.
IL KNOW-HOW
FERROVIARIO DEL
GRUPPO FS, UN
ESEMPIO DI
ECCELLENZA
ALL’ESTERO
Il 9 aprile il Gruppo Ferrovie dello Stato ha firmato un accordo
con
il
Ministero
dei
Trasporti
per
l’ammodernamento della infrastruttura ferroviaria egiziana
che, nei fatti, identifica un’ulteriore conferma dei livelli di
eccellenza tecnologica e di sicurezza che il Gruppo italiano ha saputo raggiungere nel del panorama internazionale
del trasporto.
L’accordo è stato raggiunto nell’ambito di una delle più
importanti iniziative organizzate in Egitto in materia di investimenti e che oltre a quello tra le FS e le Istituzioni locali ha visto anche la firma di documenti ed accordi tra
Confindustria e la Confederazione degli imprenditori egiziani, tra ENEL ed EGAS, l’ente egiziano per l’energia, e
tra ENI e Ministero del Petrolio Egiziano.
A seguito dell’accordo, un team di esperti delle Ferrovie
dello Stato lavorerà nella capitale egiziana, per i prossimi
cinque anni, alla ristrutturazione delle rete ferroviaria nazionale. A suggellare l’accordo, riporta un comunicato del
Gruppo FS, è stata anche la firma di un Memorandum attraverso il quale le FS assumono l’impegno a supportare le
ferrovie egiziane nello sviluppo della rete ferroviaria del
Paese.
Già dal prossimo giugno, infatti, il Gruppo FS comincerà
a fornire il proprio know-how alla progettazione delle
nuove linee ferroviarie, trasferendo competenze tecniche e
formazione professionale ai vertici delle FS egiziane.
Il 15 aprile, inoltre, il Gruppo Ferrovie dello Stato si è aggiudicato la gara internazionale, del valore di circa 2,2 milioni di Euro, indetta per la redazione del Piano Nazionale
dei Trasporti della Serbia. L’offerta, presentata da Italferr
(Gruppo FS), in qualità di leader di un raggruppamento
formato con note società olandesi e serbe del settore, ha
superato la qualificata concorrenza di blasonate imprese
internazionali assumendosi così la responsabilità della definizione dello scenario di sviluppo delle infrastrutture ferroviarie, stradali, aeroportuali e fluviali sul territorio serbo
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Italia
fino al 2025.
Secondo il comunicato del Gruppo FS, l’inizio delle attività, finanziate dalla Commissione Europea per conto del
locale Ministero delle Infrastrutture, è previsto per il prossimo mese di giugno.
“Il progetto delle Ferrovie Serbe è considerato una delle
più importanti opere infrastrutturali ferroviarie. Il paese è
infatti considerato il crocevia dei trasporti nei Balcani ed è
attraversato dal Corridoio X (l’asse tra la Germania/Austria e la Grecia/Turchia), dal Corridoio VII (il Danubio) e dalla linea ferroviaria Belgrado – Bar. E’ proprio
su quest’ultimo asse che si sono concentrati nel tempo gli
interessi del mondo politico ed imprenditoriale italiano, in
virtù della sua natura di collegamento privilegiato tra il
Mezzogiorno d’Italia e l’Est Europa, compreso il distretto
imprenditoriale sorto negli ultimi anni in Romania”.
L’incarico assunto delle Ferrovie italiane prevede:
• lo studio della domanda e dell’offerta di trasporto;
• l’analisi delle infrastrutture esistenti;
• lo sviluppo di un modello di traffico;
• la redazione di un piano generale dei trasporti;
• la messa a punto di un piano di investimenti nelle infrastrutture e nella manutenzione;
• la preparazione dei bandi di gara per gli studi di fattibilità ed la formazione dei tecnici del locale Ministero
delle Infrastrutture.
In questa maniera, il Gruppo Ferrovie dello Stato ha concretamente rafforzato la sua presenza in Serbia, dove già è
impegnato nella progettazione preliminare ed esecutiva
del nuovo ponte di Zezelj sul Danubio, presso la città di
Novi Sad.
Il 16 aprile, infine, l’Amministratore Delegato di Italferr,
Casale, e il Direttore Generale di ANESRIF (Agence Nazionale d’Etudes et de Suivi de la Réalisation des Investissements Ferroviaires), Sadi, hanno dato avvio, sulla base
del contratto sottoscritto a fine gennaio tra le due parti, alle attività di assistenza tecnica per lo sviluppo
dell’ambizioso programma ferroviario algerino del valore
di 12 miliardi di euro.
L’importo globale del contratto è pari a circa 16 milioni di
euro e prevede un ingente impegno quantificato in 800
mesi/uomo.
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Italia
Il risultato, viene ricordato nel comunicato del Gruppo FS,
“è stato raggiunto grazie ad una intensa attività commerciale iniziata a settembre 2005 e conclusasi positivamente
dopo una lunga fase negoziale solo nel maggio 2007, con
la firma di un protocollo di accordo sottoscritto ad Algeri
dall’Amministratore Delegato del Gruppo Ferrovie dello
Stato, Mauro Moretti, alla presenza del Ministro del
Commercio Internazionale, Emma Bonino. Nei prossimi
cinque anni Italferr sarà dunque chiamata a fornire assistenza tecnica nell’elaborazione e gestione del programma
di investimenti, nella progettazione ed avvio di un sistema
informatico per la gestione integrata del programma di investimenti e dei progetti in corso, nella progettazione ed
avvio del sistema qualità, nell’assistenza nella preparazione degli studi di fattibilità e dei progetti preliminari,
nell’assistenza per la gestione delle gare d’appalto e
nell’assistenza nella direzione dei lavori”.
Come ricordato dal Ministro dei Trasporti algerino, Meghlaoui, “il panorama delle ferrovie algerine sarà radicalmente cambiato grazie all’ammodernamento della linea
Est-Ovest, alla sistemazione del nodo di Algeri e alla realizzazione delle nuove linee lungo la zona interna degli altopiani e sugli assi di penetrazione verso sud”.
In conclusione le FS ricordano che questi ultimi successi
si aggiungono ai numerosi accordi internazionali già realizzati. “Siria, Turchia, Marocco sono alcuni dei Paesi con
i quali le FS stanno già collaborando. E ancora: Sud America per il trasporto merci con Italferr, Uruguay per la ristrutturazione della rete nazionale ferroviaria, Brasile per
il progetto Alta Velocità Rio-San Paolo. In prospettiva, la
realizzazione della linea di 450 km dell’Alta Velocità Jeddah-Mecca-Medina (…) e la partnership con le Ferrovie
Russe per l’estensione della rete ferroviaria nazionale. In
cantiere la realizzazione della rete dell’Alta Velocità, inoltre, per le Ferrovie Cinesi. Già avanzata in Libia una proposta per lo sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria”. Anche le stazioni sono al centro di importanti progetti di sviluppo del Gruppo, in Italia come all’estero; Grandi Stazioni parteciperà, infatti, alla gara per la ristrutturazione
della stazione di New Delhi (India), mentre sono già state
acquisite importanti commesse per i lavori nelle stazioni
di Praga, Karlovy Vary e Marianske Lazne nella Repubblica Ceca.
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Italia
PRESENTATA LA
RELAZIONE
GENERALE SULLA
SITUAZIONE
ECONOMICA DEL
PAESE PER IL 2007
Il 22 aprile, il Ministro dell’Economia e delle Finanze,
Padoa-Schioppa, ha presentato al Consiglio dei Ministri le
linee portanti della Relazione Generale sulla Situazione
Economica del Paese (RGE) per il 2007.
La RGE per il 2007, si ricorda, è un documento consuntivo che illustra l’andamento sperimentato, nello scorso anno, dall’economia nazionale.
Di seguito si riportano ampi stralci della sintesi del documento, elaborata dallo stesso Ministero.
Il 2007 si è caratterizzato per un tasso di espansione dell'economia mondiale sostanzialmente in linea con la performance dell'anno precedente: a una fase di decelerazione
della crescita nelle economie avanzate si è contrapposto il
dinamismo delle aree emergenti, non coinvolte dagli effetti della crisi creditizia statunitense nella seconda metà dell'anno. Fino ai mesi estivi, le prospettive di espansione
dell'economia internazionale apparivano robuste; successivamente, l’aumento del premio a rischio sulle attività di
credito ha gradualmente aumentato le attese di un contagio
sull'economia reale, se pur limitato al paese epicentro della crisi.
In Europa, indipendentemente dagli effetti diffusivi dagli
Stati Uniti, l’apice della fase espansiva è stato raggiunto
tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007; in corso d’anno si è
quindi assistito a un rallentamento dell’attività economica,
guidato dal graduale restringimento delle condizioni monetarie attraverso l’apprezzamento dell’euro e la fase di
rialzo dei tassi di interesse nominali, in un contesto in cui
l’apporto alla crescita da parte delle componenti esterne di
domanda non è stato rimpiazzato da un rafforzamento di
quelle interne.
In Italia, la crescita è risultata nel 2007 leggermente inferiore a quella registrata l’anno precedente (1,5%, tre decimi di punto in meno rispetto al 2006). Gli indicatori congiunturali evidenziano una frenata più intensa che nei partner europei occorsa negli ultimi mesi dell’anno.
Dal lato dell’offerta, la dinamica produttiva è stata principalmente trainata dai servizi (soprattutto quelli per
l’intermediazione monetaria e finanziaria e per le attività
immobiliari e imprenditoriali) e dalle costruzioni, mentre
l’attività manifatturiera ha sperimentato un andamento
meno brillante rispetto all’anno precedente; stagnante è
risultato il valore aggiunto dell’agricoltura.
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Impresa & Lavoro – aprile 2008 - n. 4
PANORAMA LAVORO
Dall’Italia
Dal lato della domanda, la spesa delle famiglie ha segnato,
in media d’anno, un’accelerazione rispetto al 2006 (aumentando dell’1,4%, tre decimi di punto in più rispetto
all’anno precedente). Gli aumenti di prezzo hanno invece
inciso negativamente sui consumi di energia e contribuito
a frenare quelli alimentari.
In rallentamento sono apparsi, invece, gli investimenti totali (+1,2%, 1,3 punti in meno rispetto al 2006). La frenata
si è concentrata sulla componente delle macchine, attrezzature e prodotti vari e su quella dei mezzi di trasporto, risentendo anche del peggioramento, nella seconda metà
dell’anno, del clima di opinione degli imprenditori.
Le esportazioni di beni e servizi sono aumentate a ritmi
ancora sostenuti, lievemente inferiori a quelli del 2006
(+5%, 1,2 punti in meno rispetto all’anno precedente). Il
contributo della domanda estera netta (esportazioni meno
importazioni) alla variazione del PIL è risultato marginalmente positivo nel 2007 (per un decimo di punto).
Nel mercato del lavoro, la dinamica dell’occupazione, pur
in decelerazione rispetto al 2006, è rimasta relativamente
sostenuta (+1%, l’incremento delle unità di lavoro standard); vi hanno contribuito gli andamenti ancora favorevoli registrati nei settori dei servizi, della manifattura e, soprattutto, delle costruzioni; è invece diminuito l’input di
lavoro nell’agricoltura.
Per quanto riguarda l’inflazione, dopo una prima parte
dell’anno in cui la dinamica dei prezzi al consumo è risultata decisamente favorevole, dall’estate i rincari petroliferi
e dei prodotti alimentari hanno contribuito al riemergere di
tensioni. Nonostante l’accelerazione del secondo semestre,
il consuntivo in media d’anno mostra un ridimensionamento del tasso d’inflazione rispetto al 2006 (+1,8%, con
una flessione di tre decimi di punto sull’anno precedente).
Sul fronte dei conti pubblici, il 2007, come già avvenuto
per il 2006, si è chiuso con risultati più favorevoli di quanto atteso in corso d’anno. Grazie a queste evoluzioni, il deficit pubblico è tornato abbondantemente sotto il limite europeo (attestandosi all’1,9%, contro il 3,4% del 2006),
l’avanzo primario ha raggiunto livelli che non si sperimentavano da alcuni anni (3,1%, in rialzo dall’1,3% del 2006)
e la tendenza all’aumento del debito pubblico in rapporto
al PIL si è invertita (la percentuale del debito rispetto al
prodotto lordo è stata pari al 104%, contro il 106,5%
dell’anno precedente). In presenza di una lieve riduzione
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PANORAMA LAVORO
Dall’Italia
della spesa in percentuale del PIL, a riflesso di una minore
incidenza di quelle al netto degli interessi, il miglioramento dell’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche è scaturito soprattutto da una dinamica molto favorevole delle entrate.
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