Fare la pasta è un arte e l’arte di tenere le mani in pasta Savino Maffei, fondatore dell’omonima azienda pugliese, l’apprese nel forno del nonno oltre 50 anni fa, assieme alla passione per la pasta fresca fatta a mano e il rispetto delle tradizioni produttive. Una storia fatta di antichi mestieri artigiani, di volontà e sentimenti, di gusto e piacere quello di mangiar bene sano. Valori alimentati negli anni dalla ricerca continua sul prodotto e dall’innovazione dei processi che hanno portato l’azienda a rinnovarsi tecnologicamente e sfidarsi di continuo, pur rimanendo fedele alla qualità, all’eccellenza del prodotto e alla soddisfazione massima del cliente. Ma come nella migliore tradizione, qualsiasi novità ad oggi presentata è un inno al buon umore, perché come ci ripete Savino Maffei da oltre mezzo secolo: “chi mangia la mia pasta deve sorridere di piacere”. La vocazione per la pasta Savino Maffei la apprese in famiglia e la perfezionò in mare. Era giovanissimo quando cominciò a lavorare sulle navi passeggeri, dove preparava pasta e pane. Su una grande madia, nella cucina di bordo, impastava farine e lieviti con cui nutriva la speranza degli italiani che emigravano in Australia per cercar fortuna. Lui, invece, la fortuna l’ha cercata e trovata in Italia, nella sua Barletta, dove nel 1960 aprì l’azienda che sfornava orecchiette e cavatelli, grazie ad una macchina comprata in occasione di una fiera. All’epoca “Il Pastaio di Maffei” aveva la sua sede nel centro storico della città di Barletta, a conduzione più che familiare. La svolta è avvenuta nel 1982, quando Savino Maffei ebbe l’idea di lanciare il prodotto sottovuoto, ma fresco. Fu il primo in Italia: «Il mercato non esisteva — spiega — e oggi siamo tra primi nel Paese, nella produzione di pasta fresca di semola con una quota di mercato del 20%». Ma ad oggi è ancora lui, il fondatore, Savino Maffei, a selezionare le materie prime. «Uno dei più bei ricordi della mia infanzia è il piatto di pasta che la mamma ci preparava la domenica — racconta —. Quel profumo, in tavola, di sugo tirato. E le orecchiette che acquistavamo da Rosina, la pasciuta matrona che le produceva con i rapidi movimenti delle dita, più veloce e precisa di una macchinetta». L’esigenza, La soluzione MHS: L’esigenza del pastificio Maffei fu quella d’introdurre in azienda uno strumento di analisi che potesse sostituire un prodotto di BI e CPM legato a un vecchio ERP dismesso a favore di un nuovo gestionale. Board e il Partner MHS Consulting da subito furono individuati come attori principali per coprire le esigenze di analisi di Pastificio Maffei sia in ambito Controllo Operativo che di Gestione. L’estrema flessibilità di Board nell’approcciare e gestire qualsiasi processo di controllo in un settore complesso come quello della produzione alimentare risultò una caratteristica fondamentale che influì fortemente nella scelta. Il progetto iniziò importando i dati storici commerciali provenienti dal vecchio ERP, in seguito con la partenza di un nuovo gestionale furono necessarie le prime analisi sui kg di pasta spediti e sui valori di spedito. Successivamente fu richiesta a MHS l’implementazione di un modello di controllo, che potesse dare in maniera veloce dei dati di marginalità commerciale e industriale navigabili per cliente e articolo, organigrammi, linee di business, marchi ecc. Furono creati due modelli di Conto Economico, il primo a Margine Commerciale, il secondo a Margine Industriale. Maffei quale azienda alimentare di produzione e lavorando commercialmente con il canale della GDO aveva l’esigenza di analizzare nel dettaglio la gestione di N. 7 livelli di Sconto tra fissi, promo e canvass e N. 20 livelli di Premi fra quelli a contratto, a contributo fisso e variabile, referenziamento fisso, variabile e a target. Inoltre di fondamentale importanza risultava l’analisi delle provvigioni e trasporti. Board permise di aggregare i diversi livelli di ricavo e di costo provenienti da fonti diversificate per formulare e gestire un conto economico a margine commerciale. Il valore aggiunto del sistema fu proprio quello di saper gestire in maniera flessibile e aggregata voci di conto economico prevenienti da fonti differenti e normalizzate in un unico schema di riclassificato. In una seconda fase fu creato con Board e le sue procedure un modello di controllo capace di determinare il Margine Industriale per cliente-articolo. Venne definito quindi un Conto Economico a Margine Industriale, prevedendo l’importazione di costi industriali (quali costo materiali, costi variabili di produzione, costo manodopera, costi indiretti di produzione) ribaltati per cliente articolo. A seguito di questa fase furono analizzati altri processi della Supply Chain quali l’efficienza delle linee di produzione, la gestione degli inevasi, l’analisi dei trasporti. In un terzo step di progetto furono approcciati i processi contabili di controllo, quindi la definizione di un sistema di analisi basato su una contabilità analitica strutturata per Centri di Costo, con la definizione di procedure di storicizzazione dei dati presentati alla Direzione e la definizione di un Bilancio IV Direttiva CEE da presentare alle banche periodicamente. I protagonisti dell’intero progetto furono la direzione, e tutti i singoli responsabili di area quale quella commerciale, amministrativa, produttiva. Board e la sua flessibilità consentirono di gestire molteplici processi di controllo con tempi di realizzo e sviluppo brevi. Futuri step di progetto saranno sicuramente la definizione di un master budget commerciale e industriale definito per processi aziendali e centri di responsabilità e un progetto di KPI e Performance delle aree nevralgiche aziendali.