monitoraggio e caratterizzazione di rock glaciers con

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MONITORAGGIO E CARATTERIZZAZIONE DI ROCK GLACIERS
CON TECNICHE TOPOGRAFICHE E GEOFISICHE
Stefano Alberti
I rock glacier sono una delle forme più diffuse e studiate dei sensibili ambienti
di alta montagna e sono tra gli indicatori più affidabili della presenza di permafrost,
comunemente utilizzati per stimare la distribuzione del permafrost e per calibrare e
validare i modelli che ne stimano la presenza. Il limite altitudinale inferiore del
permafrost viene interpolato attraverso la quota minima della fronte dei rock glacier .
La degradazione del permafrost, conseguente al contesto di riscaldamento
globale nel quale ci troviamo, porta ad un incremento delle velocità dei rock glacier
dovuto ad un aumento della plasticità del ghiaccio e della sua deformabilità). Questo,
inoltre, comporta un aumento dello strato attivo che favorisce l’aumento di fenomeni
gravitativi di versante sia in roccia sia in materiali sciolti.
In Svizzera sono stati elaborati piani di pericolo e di rischio idrogeologico –
come per esempio il rock glacier Foura da l’amd Ursina sopra l’abitato di Pontresina
a partire dallo studio di questi fenomeni.
La maggior parte dei dati disponibili sui rock glacier sono relativi a metodi di
acquisizione in remote sensing (e.g. acquisizioni Lidar, InSAR, tecniche topografiche
e fotogrammetriche). Sono invece limitate le indagini dirette e indirette alla scala
locale. I dati disponibili in letteratura mostrano lenti movimenti dei rock glacer in un
range compreso tra i 0,1 e i 3 metri circa. Indagini dirette e indirette eseguite da vari
autori mostrano una diversità di strutture, legate anche alla tipologia di versante
(Ikeda, 2006). Questa tesi vuole dare un contributo alla comprensione di tali
meccanismi fornendo ulteriori dati, testando e integrando tecniche di indagini
indirette e topografiche come il GPR (Ground Penetrating Radar), la BTS (Bottom
Temperature Surface of winter Snow cover) e TLS (Terrestrial Laser Scanner).
Queste tecniche sono state applicate a due Rock glacer in Alta Valtellina, il
primo si trova nel comune di Bormio, nei pressi del Passo dello Stelvio, il rock
glacier Monte Scorluzzo (ad una quota compresa fra i 2675 e i 2790 metri s.l.m.), il
secondo si trova nel comune di Santa Caterina Valfurva, sul versante nord del monte
Sobretta: il rock glacier Costa Sobretta (ad una quota compresa fra i 2650 e i 2800
metri s.l.m). È stata completata ed aggiornata la rielaborazione dei dati GPR del
Ghiacciaio Settentrionale delle Locce Piemonte, numero 321 del Catasto Nazionale
dei ghiacciai), già in parte presentati al 26°Congresso GNGTS sessione 3.1 (2007),
visto la disponibilità e le probabili analogie con i dati GPR acquisiti sui rock glacier
indagati.
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I rock glacier sono stati indagati con metodi differenti con l’obiettivo di
verificarne l’eventuale attività, la presenza o assenza di ghiaccio interstiziale, la
presenza di lenti di ghiaccio, le strutture presenti e le eventuali eterogeneità degli
spostamenti.
Per quanto riguardo il rock glacier del Monte Scorluzzo sono state utilizzate
tecniche sperimentali di analisi Lidar ricavate da TLS (Terrestrial Laser Scanner),
sono stati utilizzati dati riferiti ad anni differenti (metodo del time lapse), dopo una
preventiva preparazione del dato acquisito, grazie ad una successiva analisi di
superfici (differenze punto/punto, superficie/superficie e punto/superficie) è stato
possibile valutarne il movimento con l’utilizzo di differenti algoritmi (Lague et al.,
2013) che hanno permesso di individuare movimenti nell’ordine di 0,40 m a -1.
Per quanto riguarda il rock glacier Costa Sobretta e il Ghiacciaio Settentrionale
delle Locce, si sono utilizzate metodologie di indagine con GPR (Ground Penetrating
Radar), tecniche già consolidate per forme glaciali e periglaciali, al fine di
identificare e discriminare le differenti strutture interne. È stato possibile
caratterizzare livelli a differenti velocità delle onde elettromagnetiche comprese tra
0,07 e 0,17 m s n-1 e l’identificazione di strutture embricate sintomo di un movimento
della forma.
Inoltre sul rock glacier Costa Sobretta, è stata anche effettuata l’analisi BTS, una
tecnica di misura della temperatura del terreno alla base del manto nevoso (Haeberli,
1973), attraverso la quale è stata dimostrata la presenza di permafrost discontinuo.
Per quanto riguarda il Ghiacciaio Settentrionale delle Locce è stata individuata
l’interfaccia Ghiaccio/Roccia (IBI) ad una profondità media di 50 metri ed è stata
ricostruita una superficie rappresentativa tridimensionale della IBI. Non sono state
individuate strutture interne presumibilmente a causa delle frequenze radar utilizzate
per l’acquisizione dei dati.
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