PANEBIANCO Alla ricerca dell`europeismo perduto

 Rivista elettronica del Centro di Documentazione Europea dell’Università Kore di Enna ALLA RICERCA DELL’EUROPEISMO PERDUTO
(Dall’unità normanno-sveva al frazionismo degli StatiNazione)
MASSIMO PANEBIANCO
Ordinario di Diritto internazionale - Università di Salerno
ABSTRACT: Nella cronologia diplomatica l’espressione Europa assume un duplice significato come
“epoca” ed insieme come “regione” ovvero spazio giuridico ordinato e condiviso fra gli Stati ad essa
appartenenti. Invero, l’Europa alle sue origini nasce con una sicura vocazione centro-occidentale
padana-renana-danubiana, antico limes dell’Impero romano e dell’Impero germanico. Perciò non si
poté fare una storia europea senza partire dall’Italia. La riprova si trae dai codici diplomatici
dell’epoca. L’Italia del medioevo rappresenta la porta di ingresso della diplomazia dell’epoca.
PAROLE CHIAVE: Identità europea; Codex Italiae diplomaticus; Stati pre-unitari; Sacro Romano
Impero.
1. La supremazia dell’ordine europeo come sovra-sistema Italia
Quella parte della storia europea costitutiva dell’identità del continente dall’epoca
medioevale a quella cosiddetta moderna ha ricevuto recentemente un’attenzione del tutto
particolare per il grande contributo documentaristico e storico-giuridico riscontrabile in opere
in parte dimenticate ed ora oggetto di provvide riedizioni1. É utile rievocare dall’Europa del
1
Testualmente la cronologia documentata dei relativi eventi risulta leggibile in un’opera monumentale chiamata
codice Lünig, relativa al periodo sia medioevale che moderno (800 – 1730 d.C.). Il cd. Codex Italiae
diplomaticus, Francoforte-Lipsia, 1720-1735, tomi IV (su tale opera vedi la recente riedizione dell’intera serie
degli Elenchi in M. PANEBIANCO, Introduzione al codex Italiae diplomaticus – Codice Lünig, Napoli, 2016,
Editoriale Scientifica -on line-) trova il suo parallelo in un’opera non giuridica, ma storico-giuridica dell’anno
chiave a cura di E.S. PICCOLOMINI, De europa, editio princeps, Roma 1452-1458 (ora biblioteca vaticana 2001 e
2011).
L’internazionalismo medievale, rappresenta l’inizio della relazione Italia-Europa, considerata come Respublica
christiana, in un periodo particolarmente prolungato fino alla metà del XIV secolo, segnato dalla scomparsa di
Costantinopoli come baluardo cristiano del Mediterraneo (1453). Questa epoca rappresenta la genesi dell’Italia
europea ed è suscettibile di documentazione come una vera e propria fase o periodo costitutivo, oltre il quale è
cominciata l’era cosiddetta “moderna”. Secondo il codice Lünig, la storia diplomatica italiana comincia nel
www.koreuropa.eu 1 ‘700 un antico e famoso codice italico, il Codex Italiae diplomaticus che fu pubblicato da
Johannes Christian Lünig nel decennio 1725 – 1735 a Francoforte e Lipsia in quattro tomi.
Malgrado il suo nome lasci immaginare un codice nazionale italiano, invero, esso è un codice
internazionale per tempo, luogo e suo contenuto. Secondo lo stile dell’epoca è insieme una
collezione o raccolta di testi diplomatici, un plurimo elenco cronologico di atti uni-bimultilaterali ed infine anche un elenco alfabetico delle materie regolate.
Lo stesso copre mille anni di storia diplomatica euro-internazionale, dall’Europa medievale
carolingia all’Europa del ‘700. Pertanto, -si riferisce ad un’Italia pre-moderna, come sistema
multi-statuale di Stati regionali. Solo dopo nel ‘800-900 la riunificazione italiana avrebbe
condotto ad un diverso Stato nazionale. Dotato di ben diversi codici di vita italiana interna,
sul modello napoleonico dei codici civile-commerciale-penale (e relativi codici di procedura
forense o processuale).
Nel periodo considerato l’Europa ruota intorno ad una singolare entità politica sovranazionale, denominata Sacro Romano Impero (SRI), come erede dell’Impero Romano antico e
tardo-antico. Nel suo ambito euro-continentale si inquadrano Stati nazionali e Stati regionali
(Stati-città e Stati-regione). Fra questi ultimi, connesso agli altri, sta il mondo romanogermanico e italo-germanico degli Stati pre-unitari, di lunga durata medievale e moderna. Per
un millennio l’Impero è un soggetto simbiotico geo-politico e teologico-politico. Una è la
fede, uno l’Impero, una la Chiesa romana. Il modello del romano Impero ispira quelli
simultanei e concorrenti negli altri tre Imperi, Romano d’Oriente (Costantinopoli – Mosca) e
arabo-turco-ottomano (Islam pre e post il 1453). Secondo la tradizione del corpus juris
giustinianeo (530 d.C.), il codice del Sacro Romano Impero parte da atti giuridici costitutivi o
fondamentali, chiamati appunto “costituzioni” (costitutio regia di Francorum -anno 1774 d.
C.
e consitutio de ecclesia - anno 998 d.C.).
Ai fini della compilazione di un buon codice, ovvero di una buona storia diplomatica italo-
europea, sono servite tre componenti classiche. Una buona misura del tempo è riferita
quadro sovra-nazionale dell’organizzazione chiamata Sacro Romano Impero, alla quale vengono dedicati i
primissimi paragrafi del codice. Si riporta il testo in sommaria traduzione italiana dei relativi paragrafi
dell’elenchus Lünig:
I. Legge regia sull’Impero dei franchi ovvero costituzione di Adriano I Pont. Mass. Del popolo romano, con la
quale è trasferita a Caro Magno, romano Imperatore, ed ai suoi successori il diritto di eleggere il pontefice
romano nonché gli arcivescovi e i vescovi unitamente al dominio diretto sulla città di Roma e sul suo territorio.
II. Decreto di Leone IX Pont. Mass. Del popolo romano, con il quale furono restituiti a Ottone I romano
Imperatore tutti i beni che dai suoi predecessori con pregiudizio del Sacro Romano Impero furono dissipati.
Anno, 3 maggio 963. III. Obbligazione con seguente di agire in futuro per il romano Imperatore, come vero e
legittimo Re e Signore d’Italia, al quale solo spetta la potestà di elezione del Pontefice massimo e di investitura
degli arcivescovi e dei vescovi. Anno, 963. IV. Costituzione di Ottone III, romano Imperatore, con cui si dichiara
l’assegnazione certa e costante alla Sede romana delle città facenti parte del Patrimonio di Pietro (Patrimonium
Petri), confermata dalla famosissima donazione fatta da Costantino Magno Imperatore, da ritenersi finta e
supposta. Anno, 998.
www.koreuropa.eu 2 all’epoca di osservazione prescelta, al meglio di un millennio dall’età antica a quella
dell’Italia moderna. Il secondo elemento è riferito ad una buona misura dello spazio dell’Italia
come regione d’Europa. Il terzo elemento è riferito all’esistenza documentaria di un
ordinamento giuridico della comunicazione interna-esterna del paese Italia2.
Tutti questi elementi si trovano in due opere connesse di produzione tedesca e di
componentistica italiana comparse in Germania nella prima metà del ‘700. Il codice Lunig3
(1720 – 1735) ed il codice Leibniz sono frutto di una straordinaria cooperazione scientifica binazionale (1693 – 1700 – 1749). Di esse, bene note al pubblico degli specialisti, ci si occupa
nel presente lavoro come parti di un codice unico e comune dell’Italia moderna.
2. L’Italia diplomatica medioevale: il periodo franco-normanno-svevo
Nella cronologia diplomatica l’espressione Europa assume un duplice significato come
“epoca” ed insieme come “regione” ovvero spazio giuridico ordinato e condiviso fra gli Stati
ad essa appartenenti. Invero, l’Europa alle sue origini nasce con una sicura vocazione centrooccidentale padana-renana-danubiana, antico limes dell’Impero romano e dell’Impero
germanico. Perciò non si poté fare una storia europea senza partire dall’Italia. La riprova si
trae dai codici diplomatici dell’epoca. L’Italia del medioevo rappresenta la porta di ingresso
della diplomazia dell’epoca e ne segna la prima parte del suo percorso spazio-temporale in tre
fasi (sec.
VIII
- IX, sec.
X
- XII, sec.
XIII
- XIV). I secoli dell’alto Medioevo (sec.
VIII-IX)
sono
quelli dell’Italia al centro degli Imperi, Sacro Romano Impero, Impero Romano d’Occidente,
Impero Romano d’Oriente o bizantino ortodosso (Costantinopoli) e infine, la Comunità araboislamica dei grandi Califfati (Damasco, Il Cairo, Cordova). Nel secondo millennio, sec.
XII,
X
-
sono quelli della grande espansione dell’Italia nel Mediterraneo e sulle sponde medio-
orientali degli allora Regni Cristiani di Terra Santa (post 1099 d.C. – fino alla fine del sec.
2
La geopolitica dell’Italia del tempo viene descritta nella predetta opera De Europa di E.S. Piccolomini come
un’appendice del quadro europeo, a partire dall’Oriente balcanico adriatico, a finire all’arco alpino francoitaliano. Cfr. il seguente indice: “Transitio in Italiam” - “Genua” – “Mediolanum” – “Veneti” – Mantua” –
“Ferraria” – “Bononia” – “Florantia” – “Luca” – “S. Cassiani oppidum” – Sena” – “Plumbinum” –
“Viterbium” – “Roma: Eugenius IV, Nicolaus V, Calistus III” – “Umbria” – “Marchia” – Nic. Picininus et Fr.
Sfortias” – “Asculum” – “Urbinum” – “Ariminum” – “Fauentia” – “Fabrianenses” – “Aquila” – “Regnum
Neapolitanum”.
3
La documentazione essenziale relativa al codice Lünig, comprensiva di elencus diplomatum, bibliografia e
sitografia, trovasi in M. PANEBIANCO, op cit. L’inquadramento del codice nell’ordinamento del S.R.I. (800-1806)
trovasi in una ricca bibliografia sul tema di cui in particolare E. BUSSI, Il diritto pubblico del Sacro Romano
Impero alla fine del XVIII Secolo, Milano, 1970; Le origini ancora più classiche dell’ordinamento del Sacro
Romano Impero si trovano illustrate nell’opera massima della teologia medievale rappresentata da Tommaso
D’Aquino, De regimini principum, ora in traduzione italiana a cura di A. MEOZZI, Torino, 2010.
www.koreuropa.eu 3 XI).
Infine i sec.
XII
-
XIV
sono quelli dell’Italia alla sua dimensione “europea” (respublica
europea).
É solo dalla metà del secolo
XI
che la presenza effettiva degli Imperatori tedeschi della
dinastia sveva, inaugura una identità geopolitica di un soggetto dotato di unità territoriale
all’interno del Sacro Romano Impero (anno 1155 – rescritto di Federico I – romano
Imperatore). Nel periodo precedente franco-normanno tale identità era proclamata sull’intera
Italia o sulla sola Italia meridionale, ma nel solo rapporto bilaterale Chiesa-Impero, come
supreme autorità riconosciute eredi degli antichi Imperatori romani. Da allora nasce l’identità
franco-germano-italiana, internazionalmente riconosciuta come parte del Romano Impero del
secondo millennio dell’era cristiana, ormai post-medioevale e già pre-moderna.
Bisogna aggiungere come tale arrivo in Italia da parte della dinastia sveva non rappresenta
una sorta di salto d’epoca o di differente natura rispetto alla fase precedente dei franconormanni più o meno presenti nel nord-sud Italia. L’epoca imperiale esprime una sua
necessaria continuità. Cosicché, la stessa non può suddividersi, almeno nelle intenzioni di un
impero medioevale e in un altro moderno (o pre-moderno) o post-moderno prossimo venturo4.
L’atteggiamento della Curia romana nei confronti dell’Impero appare molto variabile. Si
oscilla per le preoccupazioni dell’Impero “assente”, che ha “dissipato” i suoi poteri in Italia da
Ottone
II
ad Ottone
III,
rispetto ad un nuovo stile svevo di un Impero troppo presente,
espansivo nella sua richiesta-pretesa di maggiori e più ampi poteri e competenze. L’ubi
consistam del potere svevo-imperiale in territorio italiano, ha inizio con le richieste precise e
puntuali di Federico I su Roma ed oltre5. Si può discutere sul carattere simmetrico o
asimmetrico della restauratio Imperii, come atto negoziato o imposto. Il trattato di pace e di
alleanza, stipulato a Venezia nel 1176, sembra piuttosto deporre a favore di una “italianità” (o
4
In epoca ancora precedente rispetto al codice pre-Lunig e pre-Leibniz si riscontra un codice medioevale della
fine del XI secolo, scritto nello stile delle cronache universali relative a più epoche e più Paesi. Cfr: Chronicon
universale sive annales di Romualdo Guarna (1120 – 1182), con testi diplomatici nella parte seconda (838 –
1180 d.C.), coincidente con gli altri due per l’intero periodo medioevale, a partire da più antiche origini del basso
Medioevo e della tarda antichità greco-romana. Cfr. par 3-4 antea del codice Lünig.
5
La restaurazione degli jura Imperii inizia in Italia nell’anno 1155, sotto l’autorità di Federico I, grazie alla
conferma del patrimonium Petri e con il juramentum dei vassalli e dei cives in Roma. Vedi sull’epoca
fredericiana nel centro-nord Italia i par. seguenti del codex: si riporta il testo in sommaria traduzione italiana dei
relativi paragrafi dell’elenchus Lünig: V. Rescritto di Federico I, romano Imperatore, ad Adriano IV Pont. Mass.,
con cui attesta i diritti del Sacro Romano Impero nella città di Roma. Anno, 1155. VI. Rescritto di Federico I ad
Adriano IV, con cui dimostra essere il patrimonio petrino un beneficio del romano Imperatore, che ne può trarre
tributi giustamente e meritatamente. Anno, 1156. VII. Istrumento di fedeltà al Sacro Romano Impero in Italia,
reso dai vassalli a Federico I romano Imperatore. Anno 1158. VIII. Giuramento reso dai cittadini romani a
Federico I, romano Imperatore. Anno, 1167.
www.koreuropa.eu 4 italianizzazione) dell’Impero “bi-nazionale” o “bi-territoriale” nello spazio italo-svevogermano6.
Il secolo d’oro e forse l’ultimo del restaurato Impero d’Italia coincide con l’inizio del sec.
XII,
a partire dall’accordo del 1215 fra Federico II, Imperatore del SRI., ed Innocenzo II, Pont.
Mass. Tutto inizia con il periodo fredericiano. Diversamente da tale periodo7, il successivo
sec.
XIII
è caratterizzato da forti contrasti Impero-Papato, in vari episodi in cui vengono
coinvolti gli Imperatori Enrico
VII
(25 novembre 1311 – 13 febbraio 1312) e Ludovico il
Bavaro (5 aprile 1327). Dopo un periodo di controversie giudiziarie8, dopo la pace del 1353,
bisogna attendere quasi un secolo per la incoronazione in Milano di Sigismondo imperatore
con la “corona ferrea” di re d’Italia (codex par. XXIII). Quella del sec. XIII è la prima vera seria
crisi del Sacro romano Impero, come organizzazione sovra-nazionale dell’Europa cristiana.
Siffatta situazione non trova esito nella doppia soluzione autoritaria, sia imperiale che
pontificia. L’Orizzonte del nuovo secolo si apre, così, alla visione di una Europa multi 6
Cfr. codex (par. IX) recante il testo del documento fra Federico I - imperatore SRI- con Alessandro III - Pont.
Mass.- e Guglielmo - re utriusque Siciliae (adesso segue il trattato di pace del 1183 di Federico I con comuni
lombardi – par. X): Si riporta il testo in sommaria traduzione italiana dei relativi paragrafi dell’elenchus Lünig:
IX. Atti del trattato di pace fra Federico I, romano Imperatore, e Alessandro III, Pont. Mass., e Guglielmo Re di
Sicilia, tra loro legati da un trattato di alleanza nelle città d’Italia. Anno, 1176. X. Tavole della pace tra Federico
I, romano Imperatore, e gli abitanti della Lombardia. Anno, 8 luglio 1183. XI Dichiarazione di guerra di Ottone
IV, romano Imperatore, contro Innocenzo III – Pont. Mass. – e dallo stesso iniziata. Anno, 1215. XII. Lettera di
Arnaldo, legato nella Sede Apostolica, all’abate del convento monasteriale, ovvero alla Chiesa di S. Ambrogio di
Milano, della corona ferrea d’Italia, con la quale Enrico VII deve essere incoronato. Anno, 25 novembre 1311.
XIII. Pubblicazione e promulgazione di Giovanni XXII – Pont. Mass.- recante scomunica, censura e penalità
contro Ludovico il Bavaro – romano Imperatore – a causa delle sue irruzioni in Lombardia. Anno, 5 aprile 1327.
7
Cfr. par. XI - XVI del codex della serie fredericiana (Imp. Federico II). Debbono ricordarsi atti fondamentali
come la constitutio delibertate ecclesiae (ottobre 1220), il diploma di amnistia in Italia (febbraio 1226). In senso
opposto al recente, il sec. XIII mostra il punto più basso dei rapporti impero-papato nell’anno 1328, in occasione
dell’astiosa controversia tra l’Imperatore tedesco Ludovico il Bavaro ed il Pontefice romano Giovanni XXII. Si
riporta il testo in sommaria traduzione italiana dei relativi paragrafi dell’elenchus Lünig: XIV. Bolla di Giovanni
XXII con cui Ludovico il Bavaro è privato di ogni dignità ed onore, ed inoltre lo dichiara eretico e lo cita dinanzi
al protettorato di Avignone, per pendere contro la Sede Apostolica circa il suo operato. Anno, 9 novembre 1327.
XV. Bolla di Giovanni XXII di esortazione dei cittadini romani alla espulsione dalla città di Ludovico il Bavaro
ed insieme deferisca i suoi sostenitori. Anno, 2 aprile 1328. XVI. Bolla di Giovanni XXII con cui respinge
l’incoronazione di Ludovico il Bavaro sospetta insieme ai suoi comprovati tentativi, ed innanzitutto la correlata
dignità di duce castrense di Lucca, in quanto tutto ciò ritenuto del tutto irrituale. Anno, 2 aprile 1328.
8
Il decennio 1328-1339 è quello delle reciproche accuse di indegnità e di eresia mosse ripetutamente tra
Ludovico il Bavaro e Giovanni XXII. Si riporta il testo in sommaria traduzione italiana dei relativi paragrafi
dell’elenchus Lünig: XVII. Processo di Ludovico il bavaro, romano Imperatore, contro Giovanni XXII, pontefice
mass. Con il quale è dichiarato eretico. Anno, 18 aprile 1328. XVIII. Decreto comune a Ludovico il Bavaro e
all’Ordine del Sacro Romano Impero, con cui Giovanni XXII, Pont. Mass., è giudicato indegno della dignità
pontificia, nonché proscritto dai territori del Sacro Romano Impero. Anno, 18 aprile 1328. XIX. Bolla di
Giovanni XXII con cui dichiara eretico Ludovico il Bavaro, insieme alle attività da lui compiute e dalle province
d’Italia diplomaticamente coinvolte, a mettersi dalla sua parte. Anno, 10 novembre 1328. XX. Sentenza resa da
Ludovico il Bavaro contro Giovanni XXII. Anno, 12 dicembre 1328. XXI. Editto con cui Ludovico il Bavaro
contesta e respinge, in tutto e in parte, quanto fatto da Giovanni XXII, in pregiudizio della Suprema Potestà della
cesarea Maestà del Sacro Romano Impero. Anno, 18 agosto 1338. XXII. Apologia di Ludovico il Bavaro,
romano imperatore, con la quale dimostra che le accuse di Giovanni XXII, Pont. Mass., sono non veritiere e che
mai gli Imperatori furono sottoposti alla giurisdizione pontificia. Anno, 4 agosto 1338. XXIII. Decreto di
Ludovico il Bavaro, romano imperatore, per il quale la dignità imperiale dipendono solo dalla sua volontà, e da
cui si evince che, invero, non dipendono dal consenso e dall’approvazione del Pontefice Massimo. Anno, 1339.
www.koreuropa.eu 5 statuale e, soprattutto, confrontata ad oriente con il nuovo Impero turco-ottomano postcostantinopolitano (anno 1453 d.C.), nonché ad Occidente con l’espansione della Comunità
internazionale verso il Nuovo Mondo.
3. Il pro servanda quiete in Italia nell’Europa moderna del ‘4-500
Nell’Europa post-medioevale e moderna del ‘4-500, proprio in Italia comincia a maturare
il progressivo declino del Sacro Romano Impero, allorché alla fine del ‘400 la Tabula pacis et
foederis si trasforma da atto uni-bilaterale (Impero-Pontefice), in una nuova tipologia di atto
multi-laterale aperto alla partecipazione di Stati italiani ed europei. Si cancella, così, la
superiorità uni-laterale dello Stato-Impero rispetto agli altri, posti in posizione di par
condicio, espressione di uno jus contrahendi identico e paritario. É da allora comincia a
trasformarsi in una società politica internazionale di Stati-Nazione, eguali perché sovrani ed
indipendenti9. La percezione di tale mutamento di struttura, diviene palese nei codificatori
tedeschi Lünig e Leibniz. Essa si esprime con una “rarefazione” del numero di diplomi
riportati rispetto ai secoli precedenti e addirittura in una cessazione della stessa operazione
codificatoria, fermatasi pour cause alla data finale dell’anno 1500 nel codice Leibniz. In
breve, se nel dopo 1648 (post-Westphalia) si assiste ad un apparente prorogatio, essa esprime
la sopravvivenza di una pura sovra-struttura nominalistica e simbolica (cd. caesarea majestas
Sacri Romani Imperii).
In tale cruciale fase di transizione, il documento principe risulta essere la Tabula pacis et
foederis del maggio 1495 (par.
XXV
– codice Lünig), concluso fra Alessandro
V
(Pontefice),
9
V. par del codice Lünig nella fase diplomatica dal maggio 1495 al maggio 1521, quando il SRI cessa di ergersi
come una struttura verticale e gerarchica in favore di un’altra orizzontale e internazionalmente “democratica” (la
cd. Europa pre e post-Westphalia – vedi antea a sez. I, par. 5). Si riporta il testo in sommaria traduzione italiana
dei relativi paragrafi dell’elenchus Lünig: XXIV. Tavola di stipulazione di alleanza fra Alessandro VI, Pont.
Mass., Massimiliano, romano Re, Ferdinando ed Elisabetta, Re di Castiglia, Augusto Barba, duca(doge) delle
Venezie, Ludovico, Matteo e Angelo Sforza, duchi di Milano, ai fini della conservazione della quiete in Italia.
Anno, 30 marzo 1495. XXV. Tavola di pace e di alleanza conclusa tra Massimiliano I – romano Imperatore- e
Ludovico XII - Re di Gallia-, consapevoli di avere sopito le loro discordie e di aver stabilito condizioni certe per i
liberi connubi derivanti dall’investitura milanese e di aver reciproco ausilio contro i turchi. Anno, 13 marzo 13dicembre 1501. XXVI. Tavola di alleanza tra Massimiliano I, romano Imperatore, e Ludovico XII, Re di
Gallia, contro i Veneti. Anno, 22 settembre 1504. XXVII. Tavola dell’alleanza conclusa tra Massimiliano I,
romano Imperatore, e Ludovico XII, Re di Gallia, contro i Veneti. Anno, 22 settembre 1504. XXVIII. Tavola
della pace conclusa tra Massimiliano I, romano Imperatore, Filippo di Spagna e Ludovico XII, Re di Gallia,
recante condizioni anche espresse sull’investitura milanese, resa e confermata. Anno, 4 aprile 1505. XXIX. Lega
cameracense di Giulio II, Pont. Mass., e Massimiliano I, romano Imperatore, nonché Ludovico XII di Gallia e
Ferdinando d’Aragona, ambedue Re, conclusa contro i Veneti. Anno, ottobre 1508. XXX. Strumento di alleanza
concluso dalla lega contro i Veneti. Anno, 1509. XXXI. Convenzione stipulata tra Massimiliano I, romano
Imperatore, e Ludovico XII, Re di Gallia, concernente ratifica e proroga della lega contro i Veneti conclusa nel
1508. Anno, 16 agosto-17 novembre 1510.
www.koreuropa.eu 6 Massimiliano I Imperatore, Ferdinando ed Elisabetta di Castiglia, insieme ai duchi di Venezia
e di Milano per il mantenimento della pace in Italia. Ad esso segue l’accordo del 13 marzo-13
dicembre 1501 dello stesso Massimiliano I con il Re di Francia Ludovico
XIII
di alleanza
contro i comuni nemici (in specie contra turcos), espressione di un nuovo sentimento ab.intra
e ab-extra del sistema-Italia. Infine, seguendo una linea di progressiva inclusione di altri Stati
europei, il 15 novembre 1516 è stipulato un accordo con Enrico
VIII,
Re di Inghilterra (rex
Angliae) (par. XXXI cod. Lünig). Nel biennio 1526-27 l’Imperatore del S.R.I. si trasforma nel
gioco diplomatico italiano da federatore istituzionale, quale mediatore conciliatore di
controversie pubbliche tra i componenti della società politica inter-statuale di pertinenza, in
una figura inusitata e fino ad allora imprevista di antagonista dell’intera società politica
organizzata italiana (cd. Lega santa)10.
Dura un secolo la pausa dell’Impero in Italia11, ormai decentrato verso il territorio tedesco
nei conflitti fra principi cattolici e riforma luterana, fino alla svolta della “pace di
Westphalia”. Da Lünig a Leibniz la percezione dei codificatori è nel senso che il futuro della
“nuova Europa” di Westphalia non sarà più jure Imperii ma jure gentium. Cosicché, nella fase
di passaggio gli stessi Stati italiani pre-unitari non puntano ormai sulla “romanità”
dell’Impero quanto sull’ “italianità” complessiva di un Italia come sistema di vita
internazionale.
4. L’Italia “disunita” nell’Europa del ‘6-700
10
V. par. XXXII - XXXIV del cod. Lünig indicativi una mutata percezione della politica italiana ed europea in
funzione anti-imperiale. Si riporta il testo in sommaria traduzione italiana dei relativi paragrafi dell’elenchus
Lünig: XXXII. Tavola di pace e di alleanza tra Massimiliano I, romano Imperatore, Leone X, Pont. Mass., Enrico
VIII, Re d’Inghilterra, Carlo I e Giovanna di Castiglia, ambedue Re, per la quiete dell’Italia contro qualsiasi
nemico e in primo luogo i turchi. Anno, 1516. XXXIII. Ratifica di Enrico VIII, Re d’Inghilterra, circa le tavole
dell’alleanza. Anno, 15 novembre 1516. XXXIV. Tavola di alleanza conclusa tra Carlo V, romano Imperatore, e
Leone X, Pont. Mass., contro i Galli ed altri turbatori della pace d’Italia. Anno, 8 maggio 1521.
11
Si riporta il testo in sommaria traduzione italiana dei relativi paragrafi dell’elenchus Lünig (par. XXXV-XLI):
XXXV. Lega conclusa tra Clemente VII, Pont. Mass., Francesco I, Re di Gallia, e le Repubbliche di Venezia e di
Firenze nonché Francesco sforza, Barone di Milano, contro Carlo V, romano Imperatore. Anno, 1525. XXXVI.
Capitolazione conclusa tra l’esercito imperiale stazionante in Italia e Clemente VII, Pont. Mass. Anno, 1526.
XXXVII. Strumento preliminare concernente la solennità dell’incoronazione imperiale in Italia, da eseguire con
la usuale corona Ferrea. Anno, 14 febbraio 1530. XXXVIII. Breve di Gregorio XIII, Pont. Mass., a Rodolfo II,
romano Imperatore, con cui esorta alla conclusione amichevole con il Re di Spagna, circa la controversia relativa
a Volterra. Anno, 13 agosto 1586. XXXIX. Rescritto di Ferdinando II, romano Imperatore, al duca Ferdinando di
Guastalla, commissario generale imperiale per l’Italia, affinché allo scopo di accentrare i domini in agro di
Volterra, bardi e finitimi nelle tavole catastali dell’Italia, provvede a trasmettere a Vienna. Anno, 3 marzo 1627.
XL. Tavola della pace di Ratisbona conclusa per la pacificazione dell’Italia, fra Ferdinando II, romano
Imperatore, e Ludovico XIII Re di Gallia. Anno, 13 ottobre 1630. XLI. Convenzione fra Ferdinando II, romano
Imperatore, e Ludovico XIII, Re di Francia, concernente i mandati per l’esecuzione degli accordi di pacificazione
dell’Italia di cui antea. Anno, 6 aprile 1631.
www.koreuropa.eu 7 Nell’Europa del primo impatto del modello Westphalia, l’unico fattore di coordinamento e
di cooperazione per due Paesi frammentati e disuniti (Italia e Germania), appare essere
specificatamente lo strumento del Codex diplomaticus (Lünig) o del Codex jus gentium
diplomaticus (Leibniz). É questo il vero ed unico antidoto contro il disordine di un sistema
divenuto più “sovrano” ma anche più instabile per la molteplicità dei suoi aspetti controversi e
con conflitti d’interesse fra i suoi soggetti statuali protagonisti12. In tale periodo della seconda
metà del ‘600, il concetto stesso di jus gentium esce dalla sua tradizionale sede romanistica
del corpus juris riscoperta nella dottrina di inizio ‘600 (U. GROZIO). Lo sviluppo di una prassi
diplomatica pattizia ed extra-pattizia, convenzionale e non, intrecciata di atti unilaterali ma
anche bi e multi-laterali, trova il suo puntuale monitoraggio nell’ordine codificato degli
archivi pubblici, delle cancellerie dei Governi ed infine nelle opere monumentali dei
“raccoglitori” di opere imponenti. Con singolare linguaggio giuridico-diplomatico,
l’Imperatore Leopoldo nell’ultimo trentennio del ‘700, compie atti di accentramento delle
residue posizioni dell’Impero nei confronti dei vassalli e dei sudditi (italiani). A parte
questioni di riconosciuta o denegata giurisdizione, le dichiarazioni di possesso sui feudi, come
le inibizioni alla alienazione o cessione di parti o di insiemi, configurano uno stato di
incertezza sia jure privatorum oltre che jure Imperii (par.
XLV-XLVIII
cod. Lünig relativi al
periodo dal 13.031687 al 29.04.1697, decennio nel quale si compie una vera e propria verifica
della consistenza territoriale e patrimoniale dell’Impero in Italia).
12
V codice Lünig, par. XLII-LII relativi al periodo del post-Westphalia dal 1648 al 1700. XLII. Referto con cui
Leopoldo II, romano Imperatore, dichiara il Conte Vitaliano Borromeo legato imperiale per l’Italia, affinché
possa utilmente esercitare il titolo legittimo di commissario generale per l’Italia. Anno, 7 dicembre 1677. XLIII.
Rescritto di Leopoldo, romano Imperatore, al Conte Vitaliano Borromeo, con cui fornisce istruzioni circa
l’occupazione di feudi imperiali. Anno, 9 agosto 1679. XLIV. Referto con cui Leopoldo, romano Imperatore,
nomina Maria Giovanna Battista, Duca di Sabaudia, nella qualità di tutrice del Conte Vitaliano Borromeo,
affinché possa iniziare l’auspicata entrata nel possesso del feudo torinese(turrinese). Anno, 9 agosto 1679. XLV.
Rescritto con cui Leopoldo, romano Imperatore, rivolge invito a tutti i vassalli d’Italia, perché si astengano da
illeciti ampliamenti con pregiudizio dei vassalli del romano Imperatore. Anno, 13 marzo 1687. XLVI. Mandato
di Leopoldo, romano Imperatore, con il quale vieta ed inibisce tutti i vassalli del rom. Imp. In Italia, affinché con
i loro sudditi non diano alcun supporto alle azioni compiute dai Franchi. Anno, 9 aprile 1680. XLVII. Rescritto
di Leopoldo, romano Imperatore, ai vassalli del SRI in Italia, con cui inibisce loro, perché nessuno tra loro alcun
feudo o sua parte imperiale possa alienare, vendere, distrarre o ipotecare mediante contratti o patti, senza avere
previamente ottenuto il consenso dell’Imperatore o dei suoi familiari, e senza che alcun inizio di tali attività
venga tentata. Anno, 30 dicembre 1689. XLVIII. Monitoria di Leopoldo, romano Imperatore, ai feudatari d’Italia
del SRI affinché lo spazio dei beni feudali del SRI, soggetti alle regole del diritto clientelare, sia doverosamente
riconosciuto e chieda la rinnovazione della investitura. Anno, 2 dicembre 1695. XLIX. Editto di Leopoldo,
romano Imperatore, ai vassalli e feudatari del Sacro romano Impero in Italia affinché curino la investitura dei
loro feudi e di quant’altro presso la curia imperiale. Anno, 29 aprile 1697. L. Editto in nome di Innocenzo III,
Pontefice massimo, contro il decreto imperiale sopra riportato, quale che sia la sua applicazione in Roma e in
qualsiasi altro luogo. Anno, 17 giugno 1697. LI. Monitoria di Leopoldo, romano Imperatore, ai vassalli e
feudatari del sacro romano Impero in Italia, affinché non alienino alcun feudo, a pena di caducazione. Anno, 2
febbraio 1698. LII. Monitoria identica ai vassalli, feudatari e sudditi del sacro Romano Impero, affinché non
accettino nessun nuovo dominio o vassallo, e non facciano sottomissione ad alcuno se non a Sua Maestà
Imperiale. Anno, 22 febbraio 1698.
www.koreuropa.eu 8 L’Europa del primo ventennio del ‘700 conduce al nuovo ordine europeo della pace di
Utrecht (20.08.1713), stabilizzata in un decennio di accordi successivi e complementari13.
L’Europa di Utrecht è caratterizzata dalla gravitazione sulla frontiera orientale, centrata sul
ruolo essenziale dell’Austria-Ungheria (qui ad orientem vergit secondo la premonitrice
espressione nel De Europa di E.S. Piccolomini poi Papa Pio II nel 1452). Risulta questa essere
l’eredità lasciata all’Italia dall’Europa della metà ’700. Essa durerà oltre un secolo e mezzo,
fino a che il ridimensionato pericolo turco-islamico nel Medio Oriente e nei Balcani, non
condurrà ad un parallelo declino all’Impero dell’Oster-Reich.
13
Romualdo Guarna (1120-1182) autore del noto Chronicom universale sive annales è creatore del prototipo del
codice diplomatico, fondamentale per il periodo medioevale post ‘800 d.C. Di recente è stato oggetto di studi
particolari nella dottrina anglo-tedesca. A riguardo cfr: D.J.A. MATTHEW, The chronicle of Romuald of Salerno,
in The writing of history in the Middle Ages. Essays presented to Richard William Southern, a cura di R.H.C.
DAVIS – J.M. WALLACE HADRILL Hadrill, Oxford, 1981, p. 239-274; D. ZIMPEL, Die Weltchronik bischof
Romualds von Salerno: Uberlegungen zur Verfasserschaft und zum anlab der Abfassung, in Quellen, Kritik,
Interpretation, Festshcrift Hubert Mordek, a cura di T.M. BUCK, Frankfurt, 1999, p. 183-194. Nella dottrina
italiana si segnala la costituzione di un apposite centro studi, in particolare si segnalano: L. GATTO, Sicilia e
siciliani nella cronaca di Romualdo Guarna, salernitano, in Clio, XXV (1989), pp. 211-244; V.: D’ALESSANDRO,
Romuald von Salerno, in Lexikon des Mittelalters, VII; p. 1019; M. ZABBIA, Romualdo Guarna arcivescovo di
Salerno e la sua Cronaca, in Salerno nel XII secolo, Istruzioni, società, cultura, Atti del convegno internazionale
(Raito di Vietri sul Mare, Auditorium di Villa Guariglia, 16-20 giugno 1999), a cura di P. DELOGU e P. PEDUTO,
Provincia di Salerno – Centro Studi salernitani “Raffaele Guariglia”, Salerno, 2004, pp. 380-398; Idem, Un
cronista medievale e le sue fonti. La storia del papato nel “Chronicon” di Romualdo Salernitano, in Filologia
mediolatina, IX (2002), pp. 229-250; Idem, La cultura storiografica dell’Italia normanna nel Chronicon di
Romualdo Guarna, in IV settimana di studi medievali (Roma 28-30 maggio 2009), Istituto storico italiano per il
Medioevo, Roma, 2009; M. OLDONI, Romualdo Guarna, in Dizionario Biografica degli Italiani, Vol. LX, Istituto
dell’Enciclopedia Italiana Treccani. I parr. LVI-LXI del codex coprono il triennio 1707-1709 e sono relativi alla
politica italiana dell’Imperatore Giuseppe del SRI in sostanziale prosecuzione della politica del suo predecessore
Leopoldo. Si riporta il testo in sommaria traduzione italiana dei relativi paragrafi dell’elenchus Lünig (par. LIIILXIII). LIII. Rescritto di Leopoldo, romano Imperatore, ad alcuni principi d’Italia, concernenti il punto relativo al
tradimento del Duca di Mantova. Anno, 20 maggio 1701. LIV. Diploma con cui Leopoldo, Romano Imperatore,
e Giuseppe, Re d’Italia, cedono i loro diritti e pretese sulla Monarchia spagnola e sulle competenti province
d’Italia a Carlo, arciduca d’Austria, al figlio o al fratello rispettivo, così divenuto Re di Spagna ed insieme al
citato Re Carlo III risulta qui acquisita la ratifica. Anno, 12 settembre 1703. LV. Breve di Clemente XI, Pont.
Mass., a Giuseppe, romani Imperatore, con cui si chiede in modo serio e grave, come soldati del patrimonio di
Pietro, a tutti i sudditi, perché procedano nel caso di occupazione e di eccessi ad espellere con la forza. Anno, 4
gennaio 1707. LVI. Transazione con cui Ludovico XIV, Re di Francia, promette a Giuseppe, romano Imperatore,
che la Lombardia resterà militarmente nello spazio francese e spagnolo prestabilito, e neutrale all’esterno. Anno,
13 marzo 1707. LVII. Manifesto di Giuseppe, romano Imperatore, contro la dichiarazione di Clemente XI, pont.
Mass., con la quale l’accordo di tregua tra l’esercito ed il Ducato di Parma e Piacenza viene dichiarato irrituale.
Anno, 20 giugno 1708. LVIII. Lettera del Collegio dei Cardinali a Giuseppe, romano Imperatore, con cui
sommessamente chiede, affinché senza nessuna violenza o diffidenza voglia occuparsi di un piccolo feudo,
secondo l’antica fiducia e la mutua necessità del vincolo fra il Sacro Romano Impero ed il socio della Sede
Apostolica. Anno, 12 agosto 1708. LIX. Transazione conclusa tra Giuseppe, romano imperatore, e Clemente XI,
Pont. Mass. Anno, 15 gennaio 1709. LX. Editto di Giuseppe, romano Imperatore, ai vassalli del Sacro Romano
Impero in Italia, con cui sono esentati dal giuramento di fedeltà al Duca di Sabaudia e si prescrive che in futuro
non riconoscano alcun dominio se non quello del romano Imperatore. Anno, 29 luglio 1709. LXI. Transazione di
Carlo VI, romano imperatore, nonché Re di Francia e di Spagna, sull’evacuazione del Ducato di Catalogna e lo
stabilimento dell’armistizio in Italia. Anno, 13 marzo 1713. LXII. Trattato di Carlo VI, romano Imperatore, e
Ludovico XV, Re di Francia, nonché Giorgio I, Re della Gran Bretagna, ai fini della pacificazione dell’Europa e
in primo luogo della successione in alcuni Ducati d’Italia, concluso a Londra il 2 agosto 1718, noto
comunemente come quadruplice patto. Anno, 2 agosto 1718. LXIII. Adesione al medesimo trattato, noto come
Quadruplice patto, da parte di Ludovico XV, Re di Francia, e pubblicazione del testo in lingua francese. Anno,
1718.
www.koreuropa.eu 9 Tale gravitazione strategica sulla frontiera orientale si costruisce lentamente e con lunga
comprovazione politico-diplomatica. La vera e propria svolta nella politica europea è quella
dell’anno del 1713, a partire dal quale una serie di accordi multilaterali imputabili al ruolo
recuperato di pendere dal nuovo Imperatore Carlo
VI,
riequilibra l’asse complessivo
dell’Impero, assegnando un ridotto spazio all’asse euro-occidentale in favore di quello euroorientale, mediante una sostituzione dell’Imperatore d’Austria al Re di Spagna, nella zona
nevralgica del nord-est Italia (e nord-est Europa). Questa svolta, documentata nei parr.
LXIV
LXI-
del codice Lünig, rispettivamente relativi a: A) transizione del 14.03.1713 tra Carlo
III
Rom. Imp. Con i Re di Francia e Spagna sulla evacuazione del Ducato di Catalogna e sullo
stabilimento di un armistizio in Italia; B) cd. trattato quadri-laterale (quadruplice foedus) di
Londra del 02.08.1718 fra Carlo VI Rom. Ipm. e Ludovico XV, Re di Francia, e Giorgio I, Re
di Gran Bretagna, ai fini della pacificazione dell’Europa ed in primis per la pacificazione di
tutti i Ducati italiani; C) Trattato del 27.09.1721 dei ministri degli Stati del patto di Londra
concernente la conferma delle rinunce spagnole sui Ducati italiani (segue par.
LXV
concernente diploma con cui Carlo VI riconosce lo Status del Principe del Ducato di
Sabaudia14.
Il predetto corpus 1713-1725 rappresenta l’occasio legis per la stessa elaborazione del
codice Lünig, nel cui ambito, il par.
LXVI
(accordo di Vienna del 20.04.1725 con omnia
allegata) segna la carta geo-politica dell’Italia, e dell’Europa, fino alla fine dello stesso secolo
14
Il par. LXVII del codice Lünig è importante per i sette allegati (A-G) del diploma del 20.04.1725concernente
l’accordo di Vienna fra Carlo VI e Filippo V con omnia allegata. Si riporta il testo in sommaria traduzione
italiana dei relativi paragrafi dell’elenchus Lünig (par. LXIV-LXVII). LXIV. Strumento di credenziali esibito dai
ministri britannico e francese, ai ministri imperiale e spagnolo, con cui si rileva mancanza di difetti formali da
parte della Sacra Maestà imperiale e di approvazione da parte degli ordini del Re di Spagna, circa le rinunce
presenti nel predetto trattato e le relative promesse come non pregiudizievoli ad ambedue le parti. Anno, 27
settembre 1721. LXV. Protesta della Sede Apostolica e di Papa Innocenzo XIII, Re dei Re, contro il predetto
trattato di concessione eventuale di investitura ai Ducati di Parma e Piacenza. Anno, marzo 1723. LXVI.
Diploma di Carlo VI, romano Imperatore, con cui Eugenio, Principe di Sabaudia e Piemonte, è creato e costituito
in proprio in tutti i Regni, statuti e titoli suoi d’Italia, unitamente alla dignità di vicario riconosciuta da Carlo V,
romano Imperatore, e da Filippo II, Re di Spagna, unitamente alle relative giurisdizioni e facoltà. Inoltre, dal
predetto vicario generale sono dovute annualmente somme per un ammontare di 140.000 fiorini, in valuta
germanica. Anno, 14 aprile 1725. LXVII. Strumento di pace fra Carlo VI, romano Imperatore, imperiale e
cattolica Maestà, e Filippo V, Re di Spagna e cattolica Maestà, reso a Vienna con allegati. Anno, 30 aprile 1725.
Allegati n. 7 (A-G). A. Art. XXX e XXXI dello strumento di pace badense, tra Carlo VI, romano Imperatore, e
Ludovico XIV, Re di Francia. Anno 7 settembre 1714. B. Strumento di rinuncia con cui Filippo V, Re di Spagna,
decade dalla successione al regno di Francia. Anno 7 novembre 1712. C. Art. IV dello strumento di pace (31
marzo – 2 aprile 1713) – Utrecht – fra Ana, regina di Gran Bretagna, e Ludovico XIV, Re di Francia. D. Art. II
dello strumento di pace, concluso a Utrecht il 2-13 luglio 1713, fra Anna, regina di Gran Bretagna, e Filippo V,
Re di Spagna. E. Contratto con cui Carlo VI, romano Imperatore, fa vendita alla Repubblica di Genova, del
marchesato con relativi diritti e pertinenze. Anno 20 agosto 1713. F. Decreto della commissione imperiale,
riunita nella sessione di Ratisbona, concernente l’art. V del “Quadruplice patto”, relativo alla successione nel
Gran Ducato di Etruria e nel Ducato di Parma e Piacenza. Anno 9 settembre 1720. G. Conclusioni dei collegi,
del Sacro Romano Impero, tanto speciali che generali, concernenti l’esecuzione del decreto innanzi riportato.
Anno 1725.
www.koreuropa.eu 10 XVIII
come statuto dell’Europa del ‘700. Tali allegati al predetto accordo di Vienna del
12.04.1725 concernono:
− Allegato A: Accordo di pace del 07.09.1714 fra Carlo
XIV
VI
Imperatore e Ludovico
Re di Francia (pax badiensis).
− Allegato B: accordo del 07.11.1712 di rinuncia da parte di Filippo
V
di Spagna ai
suoi diritti di successione sul Regno di Francia.
− Allegato C: Strumento di pace del 31.03.1713 fra Anna Regina d’Inghilterra e
Ludovico XIV Re di Francia.
− Allegato D: Strumento di pace del 02.07.1713 fra Anna Regina di Gran Bretagna e
Filippo V Re di Spagna.
− Allegato E: contratto del 20.08.1713 fra Carlo
VI,
Romano Imperatore, e la
Repubblica di Genova.
− Allegato F: Decreto del 09.09.1720 della commissione imperiale nei codici di
Ratisbona, concernente i Ducati di Etruria, Parma e Piacenza.
− Allegato G: Conclusioni delle commissioni generali e speciali del
SRI
concernenti
le concessioni di cui ai decreti precedenti (anno 1720).
Con i due trattati di Vienna si chiude l’era di Carlo
VI,
romano Imperatore, sul versante
dell’accordo commerciale ed anche dell’accordo politico con Filippo
V
di Spagna. Tale
combinazione economico-politica segna anche una evoluzione diplomatica, dalla sua
originaria finalità di “investitura nel dominium”, all’altra propria della “mercatura”, ovvero
luogo di scambio di beni e di servizi tra soggetti appartenenti a Stati diversi15. Siffatta eredità
segna anche la transizione da un’Italia a forte marcatura, verso una nuova visione di apertura
a relazioni più numerose e diversificate ratione materiae16.
15
V. Par. LXVIII-LXX del codice Lünig di conclusione del diritto diplomatico del S.R.I., come jus gentium
commune dell’Europa dopo il 1725. Si riporta il testo in sommaria traduzione italiana dei relativi paragrafi
dell’elenchus Lünig (par. LXVIII-LXX). LXVIII. Trattato di commercio fra Carlo VI, romano imperatore, e
imperiale cattolica Maestà, e Filippo V, Re di Spagna, reso a Vienna. Anno, 1 maggio 1725. LXIX. Decreto della
commissione del Sacro Romano Impero nella sessione di Ratisbona in cui gli Stati del SRI interessati allo
strumento di pace sopra descritto si provvede al fine di renderne migliore e più ferma l’esecuzione. Anno, 13
giugno 1725. LXX. Conclusione del collegio del Sacro romano Impero concernente lo strumento di pace
concluso in data 7 gennaio e da ritenere ratificato. Anno, 20 luglio 1725.
16
Cfr. M. PANEBIANCO, Jus gentium commerciale moderno, Roma, 2015. Si nota come i seguenti par. del codice
Lünig sono ancora dedicati al cerimoniale delle formule di fedeltà dei vassalli, nonché all’elencazione
(enumeratio) dei feudi in Sabaudia e Lombardia. Si riporta il testo in sommaria traduzione italiana dei relativi
paragrafi dell’elenchus Lünig (par. LXXI-LXXVII): LXXI. Formula di mandato ai plenipotenziari commissari
generali del sacro romano impero in Italia. LXXII. Formula di giuramento dei vassalli del sacro romano Impero
in Italia per l’investitura dei vassalli. LXXIII. Rescritto di Carlo VI, romano Imperatore, concernente calendario e
tempi idonei per i processi concernenti i riscontri italici. LXXIV. Lista delle residenze imperiali presso vassalli e
feudatari italiani, risultante dall’opera di Martino Teller itinerario letterario dei monumenti in Italia. LXXV.
Osservazioni brevi di Paolo Vercellario, consigliere del Sacro Romano Impero, concernenti le residenze
www.koreuropa.eu 11 5. Soggetti e grandi eventi del jus commune gentium europeo
Gli archivi imperiali germanici offrivano al codice Lünig la parte generale
dell’ordinamento giuridico comune al Sacro Romano Impero (tomi I – II, 1720-1725), da
ricomporre con una parte speciale (o supplementare) desunta dagli archivi nazionali e locali
dello stesso S.R.I. (Tomi III – IV, 1732-1735). Tale riunificazione in un volume unico non fu
mai compiuta, pur restando logicamente possibile, mediante la esposizione dei due elenchi
cronologici fatta in modo congiunto. Tale prosecuzione può essere fatta in maniera più
ristretta e mirata, con riguardo non solo al triangolo centrale (Francia-Germania-Italia), ma
anche agli archivi degli Stati formatisi fuori dell’Impero (Gran Bretagna-Spagna-Portogallo),
ad Occidente come ad Oriente d’Europa (Ungheria-Prussia-Russia). Ciò senza parlare delle
entità esterne all’Europa, la cui genesi era ed è documentata dagli archivi prima bizantini
(Costantinopoli) e poi arabo-islamici (Damasco-Alessandria-Il Cairo).
Per quanto concerne l’Italia, le integrazioni del codice, riguardano gli spazi territoriali o
feudali (Ducati-Gran Ducati-Regni italiani), sia gli spazi marittimi interessati per la
navigazione e per il commercio. Alcuni Stati italiani insulari sono peraltro a frontiera mobile,
così si dice del Regno utriusque Siciliae, Intra-pharum e ultra-pharum, continentale il primo
e insulare il secondo (fino al Regno di Napoli dal 1452). Lo stesso si dica per il Regno di
Sardegna, tenuto distante dall’insula Corsica, onde evitare penetrazioni commerciali nella
navigazione dell’alto Mediterraneo. Lo stesso si dica, infine, con riguardo alle due
Repubbliche ducali di Venezia e di Genova, presidio delle frontiere rispettive dell’alto
Adriatico e dell’alto Tirreno.
Altre integrazioni riguardano, innanzitutto, i protagonisti della vita diplomatica italiana,
ovvero le classi dirigenti formate da Sovrani, ministri e ambasciatori sia laici che ecclesiastici.
Sono esse a presiedere la formazione dello spazio “politico” italiano, sia nazionale che locale.
E sono ancora esse a dirigere su eventi nella progressiva evoluzione di periodi e di fasi, da
considerarsi allo stesso tempo euro-nazionali e locali, dentro e fuori del Sacro Romano
Impero17.
La parte speciale del codice Lünig, non rappresenta solo una specificazione o integrazione
in chiave nazionale o locale. Piuttosto definisce la complessità interna del jus del Sacro
imperiali presso vassalli e feudatari italiani, illustrata e dotata di osservazioni su carenze ed asportazioni.
LXXVI. Enucleazione specifica dei ministri del Sacro romano Impero concernente i vassalli della Sabaudia ed i
nomi degli eletti imperiali, con relativa storia e cronologia. LXXVII. Enucleazione dei feudi della Lombardia e
di quelli contestati con il Ducato della Sabaudia nel Sacro Romano Impero.
17
Sull’integrazione “esterna” della vita italiana v. infra sez. III, codice Leibniz (1693-1700-1749).
www.koreuropa.eu 12 Romano Impero, ne sottolinea supplementi dinamici ed anche i fattori distorsivi. É quella che
può chiamarsi la “diplomazia anti-sistema”, ben evidente fin dall’inizio con il progressivo
“disallineamento” prima della Francia (regione francese) e poi dell’Italia, più o meno riuscita
nel nord “ducale” e nel sud “regale” del Paese18.
I sec.
XII-XIII
dell’alto Medioevo rappresentano la sede per un tentativo geopolitico di
“sezionamento” dell’Italia ad un triplice livello Imperiale statal-regionale e locale, sia pure
all’interno di un unico sistema unitario del
SRI
Siffatto disegno tridimensionale segue il
profilo geofisico dell’Italia continentale, peninsulare ed insulare secondo le visioni proprie
delle diplomazie franco-normanno-sveva e poi angioine di quel periodo. Tale limitatezza
geofisica della visione19 si sarebbe ulteriormente suddivisa nella contrapposizione fra una
frontiera orientale dall’Adriatico al Mediterraneo, e dai Balcani al Medio Oriente, rispetto ad
una frontiera occidentale discendete dall’arco alpino verso il Tirreno per la difesa dei valori
comuni nell’area franco-spagnola-portoghese.
Il quadro generale di riferimento è proprio dell’ordinamento dell’epoca del jus gentium
europeo, inteso come diritto tra Stati nazionali e regionali, nonché come ordinamento di
democrazie locali, comunali e provinciali. In tal senso a un jus gentium di Regni e di
Repubbliche si contrapponeva un jus gentium civitatum, espressione tutta italiana intesa a
definire le strutture politiche dei Ducati e dei Gran ducati del nord e del centro d’Italia,
insieme alle articolazioni dei Regna del sud del Paese. Come si vedrà l’ordinamento del codex
18
Sui primi quattro secoli dell’Europa medievale v. i documenti riportati nei par. I-VII della parte speciale del
codex. I. Giuramento di fedeltà, reso da Lotario Romano, figlio di Ludovico Il Pio imperatore, con cui promette
di svolgere la missione a cui conferita nei confini della città di Roma, e di non procedere ad investiture
concelebrate dal pontefice massimo, se non precedute dal previo giuramento di fedeltà all’Imperatore. Anno 824.
II. Pace pubblica sancita da Federico I, romano Imperatore, costante per le varie parti d’Italia. Anno 7 luglio
1177. III. Sacramento con il quale il Conte di Chioggia assicura a Federico I, romano Imperatore, la pace con
Alessandro II, Pont. Mass., e con i suoi alleati. Anno, luglio 1177. IV. Diploma per la sicurezza di Federico I,
romano Imperatore, rivolto agli ordini d’Italia, per il quale durante la tregua si fa divieto di giudicare della loro
lealtà e fedeltà o si chieda per loro una nuova investitura. Anno, agosto 1177. V. Sacramento per il
mantenimento della pace fra l’Imperatore Federico I e Alessandro II, Pont. Mass., senza interposizione di
principi imperiali. Anno, agosto 1177. VI. Atto di conferma della pace stabilita fra Federico I, romano
Imperatore, e Alessandro II, Pont. Mass. Anno, 15 ottobre 1177. VII. Pace pubblica di Federico I, romano
Imperatore, con i Principi d’Italia, confermata a Roncaglia. Anno, 1185.
19
V. i par. VIII-XIII del codice Lünig, relativi ai due secoli finali dell’alto Medioevo, con le mobilitazioni
fredericiane dei primi decenni del sec. XII e le contestazioni papali di Giovanni XXII contro le pretese imperiali di
Ludovico il Bavaro. VIII. Costituzione di Federico II, romano Imperatore, a tutti i successori, consoli e conti
d’Italia per la salvaguardia delle libertà della Chiesa. Anno, 3 ottobre 1220. IX. Diploma di Federico II, romano
Imperatore, recante amnistia a tutti i suoi sudditi che si trovano in Italia. Anno, 1 febbraio 1226. X. Breve di
Giovanni XXII, Pont. Mass., con cui gli italici sono esortati alla salvaguardia della pace pubblica. Anno, 4
febbraio 1310. XI. Bolla di Giovanni XXII, Pont. Mass., contro Ludovico il Bavaro, romano Imperatore, e gli atti
da lui compiuti in Italia. Anno, 10 aprile 1324. XII. Bolla di Giovanni XXII, Pont. Mass., contro Ludovico Il
Bavaro, romano Imperatore, e contro Matteo, vice-conte di Milano, e vicario generale imperiale per la
Lombardia e contro gli atti da loro compiuti in Italia. Anno, aprile 1324. XIII. Capitolari di pace di Gregorio,
Pont. Mass., per sè e per la regina Giovanna nonché Amedeo VII, Conte di Savoia, Scanidori, Marchese di
Monferrato, Nicolao ed Alberto marchesi estensi, e d’altra parte Galeazzo vicario imperiale di Milano e suo
figlio, nipote ed altri suoi alleati. Anno, 13 luglio 1367.
www.koreuropa.eu 13 Italiae resta così ben definito come un fascio o un ordinamento complesso di relazioni
internazionali, ma anche interregionali ed inter-locali nel complesso panorama dell’epoca.
Nel periodo della modernità italiana del ‘4-500, dall’equazione Europa-Italia come sistema
geo-politico formato da una pluralità di Stati, deriva un effetto di divisione o frammentazione,
estranea agli altri Stati unitari ed accentrati del continente. Tale evento funziona diversamente
nelle relazioni ab intra e ab extra del sistema Italia.
Nella seconda metà del ‘400, il tentativo di una politica comune di fronte al “pericolo
turco”, dimostra al contrario l’esistenza di un sistema frazionato e non unificato20. E’ solo
nell’anno 1492, a seguito dell’espulsione dei Turchi, ad opera del Regno riunificato di
Spagna, che l’Italia perde il suo ruolo strategico di unica frontiera orientale e meridionale nei
confronti del pericolo turco, e comincia lentamente ad incanalarsi verso la nuova frontiera
occidentale ed atlantica, valorizzando il ruolo dei ducati occidentali come quello
mediolanense e sabaudo, in vista di una successiva integrazione italo-spagnola che avverrà
esattamente dalla seconda metà del ‘500.
Esattamente nel secolo
XV
l’Italia si europeizza ed internazionalizza sempre di più e
diventa un laboratorio politico per l’importazione ab extra dei modelli politici degli Stati
europei confinanti (Francia-Germania-Spagna). Nell’Europa della prima metà del ‘500 il
frazionamento del sistema Italia è documentata dai seguenti fattori particolari:
A. Fine del metodo diplomatico dei trattati bilaterali Impero-Chiesa.
20
La invocata pace in Italia deriva da un’evidente preoccupazione di una aggressione o invasione dall’Adriatico
o dal Tirreno, su cui v. i par. XIV-XXIV del codice Lünig, relativa ad un cinquantennio di trattati sia italiani che
europei, dettati dalla necessità di un fronte unico anti-turco prodotto dalla pax publica (v. accordi 10/07/1467,
01/05/1468, 08/07/1470, 01/10/1470, 07/08/1484). XIV. Bolla di Paolo II, Pont. Mass., di indizione della pace
perpetua in Italia fra i Principi italiana contro i turchi. Anno, 4 febbraio 1467. XV. Trattati di pace pubblica fra i
Principi italiani, di recezione e di esecuzione dell’atto in precedenza indicato, concluso in Roma nell’anno 1467,
concluso il 4 maggio 1468, con varie approvazioni ed annotazioni ed allegati di diplomi di alleanza. XVI.
Strumento pubblico fatto in Roma, alla presenza di Paolo II, Pont. Mass., in occasione della comunicazione della
pace pubblica fra i Principi e le comunità d’Italia, resa alla Maestà del Sacro Romano Impero, nel mese di
maggio 1468, ivi inclusi i Duchi di Sabaudia e di Mantova, la Comunità senese e la Comunità ed il popolo di
Lucca (giorno 26 maggio 1468), insieme all’accesso a vari diplomi di alleanza. XVII. Rinnovo dell’alleanza fra
Ferdinando, Re di Sicilia, e Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano, e la comunità (comune) di Firenze, per la
difesa dei confini contro qualsiasi aggressore, con la prevista durata di anni 25. Anno, 8 luglio 1470. XVIII. Atto
di partecipazione del comune di Firenze all’alleanza con altri federati e federanti. Anno, 1 marzo 1470. XIX.
Trattato di pace ed alleanza generale, concluso fra i Principi italiani con la mediazione di Paolo II, Pont. Mass.
Anno, 22 dicembre 1470. XX. Atto di adesione di Ercole, Duca di Ferrara e di Mantova, all’accordo di alleanza
tra il Doge di Venezia, il Duca di Milano e il comune di Firenze. Anno, 12 febbraio 1475. XXI. Patto di
obbligazione, tributi ed assistenza fra i Principi di Europa e di Italia contro i turchi. Anno, 1481. XXII. Trattato
di pace e difesa santissima, concluso tra i Principi per un’alleanza futura, fra Sisto IV, Pont. Mass., e Ferdinando,
Re di Sicilia, e Giovanni Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano, e la Repubblica di Firenze, ed Ercole, Duca di
Ferrara ed infine la Repubblica di Venezia. Anno, 17 agosto 1484.
www.koreuropa.eu 14 B. Inizio del sistema multilaterale della sicurezza collettiva europea, garantita da una
molteplicità di Stati, grandi e piccoli, suscettibili di moltiplicarsi in funzione di
esigenze locali.
C. Moltiplicazione degli Stati italiani grazie alla formula del Re-Imperatore o della
“doppia corona” (aurea e ferrea) inaugurata nel primo ‘500 sotto Carlo V,
Imperatore del S.R.I. e Re di Spagna e d’Italia (vice renados della Lombardia e del
Regno di Napoli).
D. Sviluppo delle zone di frontiera lungo l’arco alpino nord-occidentale ed orientale
mediante il coinvolgimento di “autorità” locali (Cantoni svizzeri o pasos helveticos,
alta Savoia, Valle Tellina o Valtellina ecc., su cui v. i relativi par.
XVIII-XXXII
–
tomo III del cod. Lünig).
Complessivamente il sistema Italia funge da modello per successivi sviluppi destinati a
realizzarsi solo nel secolo successivo per l’intera Europa. É il preludio della cd. Pace di
Westphalia o Europa degli Stati-nazione. Senza eccessiva esaltazione il modello eurointernazionale italiano del ‘4-500 resta configurato come un sistema di Stati regionali, o se si
vuole di Stati-nicchia, più o meno aperti alle influenze esterne, ma comunque caratterizzati da
alcuni elementi precorritori quali la rispettiva indipendenza, l’eguaglianza reciproca ed una
qualche forma consolidata di governo del territorio su base regionale, destinata a durare nel
tempo, quale fattore costitutivo dell’intero sistema Paese.
6. L’Italia diplomatica nell’Europa divisa degli Stati-Nazione (‘6-700)
L’Europa del ‘6-700 parte con la pace di Westphalia del 1648 e si conclude con la pace di
Utrecht del 1713 e dei successivi trattati di Vienna fino al 1731. Il continente viene pervaso
da un nuovo internazionalismo, sostitutivo della vecchia sovra-nazionalità e ne fa le spese il
sistema Italia, dove al vecchio equilibrio spagnolo di metà ‘500 creato da Carlo
sostituisce il nuovo equilibrio austriaco creato da Carlo
VI,
V,
si
Imperatore del Sacro Romano
Impero. L’Italia risentirà lungamente di tali innovazioni, creando i presupposti di un
nazionalismo italiano contrappositivo ed antagonistico, i cui effetti si misureranno
successivamente almeno fino al periodo della riunificazione nazionale ed oltre compiendosi
conclusivamente solo con gli accordi di pace di Versailles successivi al primo conflitto
mondiale (1919-1920 cd. caduta degli Imperi centrali austro-germanico e turco-ottomano).
www.koreuropa.eu 15 Ciò premesso il modello si Westphalia si era già costituito in Italia ben prima del 1648,
come un sub-sistema europeo tendenzialmente egualitario e dotato di una propria
indipendenza21. Domandare per quali siano state le ragioni per cui il divorzio consumato a
Westphalia tra l’Impero ed il Papato (assente alla conferenza), fosse circoscritto ad un evento
diplomatico importante ed emblematico, ma esclusivamente limitato alla sfera germanica del
S.R.I. Gli effetti di Westphalia non furono registrati in Italia come incidenti in modo diretto e
innovatore, e, pertanto limitati ad un nuovo assetto di potere fra Principi elettori tedeschi,
rispettivamente in par condicio sui due fronti cattolico e protestante.
21
La formazione del sistema Italia, dopo un triennio di procedure diplomatiche (1526-1528), avviene
formalmente con il trattato di pace italica del 23.12.1529. Il periodo successivo è relativo a provvedimenti
esecutivi ed integrativi, lungo la seconda metà del ‘500. A conferma l’effetto Westphalia è praticamente scontato
in Italia, dove per la prima metà del ‘600 prevalgono assolutamente questioni di “aggiustamento” locale. Si
riporta il testo in sommaria traduzione italiana dei relativi paragrafi dell’elenchus Lünig: XXIII. Mandato di
Enrico VIII, re di Inghilterra, agli ambasciatori presso i comuni svizzeri, per conservar la pace in Italia, e stipulare
un’alleanza denominata “Patto ferrarense”. Anno, 4 novembre 1516. XXIV. Articoli ferrarensi tra Massimiliano,
romano Imperatore, ed Enrico VIII, Re d’Inghilterra, e Carlo Re degli elvetici. Anno, 7 novembre 1516. XXV.
Atto di approvazione degli articoli del patto ferrarense, da parte di Carlo I, Re di Spagna. Anno, 7 maggio 1517.
XXVI. Bolla di Clemente VII, con cui Enrico VIII, Re d’Inghilterra, è incluso nell’alleanza. Anno, 18 settembre
1526. XXVII. Libro apologetico in onore di Carlo, noto come Carlo V, romano Imperatore, invitto pio felice
sempre augusto padre della Patria, con la finalità di sintesi dei suoi precedenti rescritti, edito dagli spagnoli nel
1527 e presso Goffredo Dumano nel 1587, in cui ad un prologo seguono varie spiegazioni condivise anche dal
Vaticano: A. Lettera o breve di Clemente VII, Pontefice massimo, riferiti ad imputazioni o falsità a Carlo, cesarea
Maestà. B. Strumento di risposta a Carlo, cesarea Maestà, per la sua incriminazione ed appello per la indizione di
un concilio generale. C. Seconda lettera del pontefice Clemente VII, concernente contestazioni alle non veritiere
affermazioni di Carlo, cesarea Maestà. D. Risposta di Carlo alle affermazioni del Pontefice. E. Epistola di Carlo,
cesarea Maestà, rivolta al Senato ovvero al collegio dei Cardinali, con cui chiede agli stessi la indizione di un
concilio generale, difronte al diniego o al silenzio papale. F. Strumento di presentazione della lettera di Carlo,
cesarea Maestà, rivolta al Pontefice ed al collegio dei Cardinali, nell’anno 1021 dalla fondazione della città di
Roma. XXVIII. Trattato di pace ed alleanza sulla conservazione della pace in Italia, fra Clemente VII; Pont.
Mass., e Carlo V, romano Imperatore, Ferdinando I, Re d’Ungheria e del dominio veneto, e Francesco Maria
Sforza, Duca di Milano. Anno, 23 dicembre 1529. XXIX. Bolla di Papa Clemente VII, con cui giudica legittima
l’incoronazione di Carlo V, romano Imperatore, con due corone, con la corona ferrea e con la corona aurea, con
pari valore, l’una da valere in Modena e Milano, l’latra concessa a Carlo in Roma nella basilica di S. Pietro,
affinché il Regno di Napoli possa essere esercitato insieme all’Impero romano. Anno, marzo 1530. XXX.
Capitoli di armistizio fra Carlo V, romano Imperatore, e Francesco I, Re di Francia, per la cessazione della guerra
in Italia. Anno, 5 novembre 1537. XXXI. Diploma di Carlo II, Duca di Sabaudia, con adesione del trattato di
Nizza, fra Carlo V, romano Imperatore, e Francesco I, Re di Francia. Anno, 21 novembre 1538. XXXII. Lettera
di Massimiliano II, romano Imperatore, rivolta al collegio dei Cardinali, affinché nessuno osi utilizzare i titoli di
“serenissimi” ed “altissimi”, riferiti ai Ducati di Ferrara e di Mantova, che loro non spettano per il futuro. Anno,
25 maggio 1575. XXXIII. Risposta del Cardinale Maroni, decano del Sacro collegio dei Cardinali, riferita alla
predetta lettera di Massimiliano II, romano Imperatore. Anno, 27 luglio 1575. XXXIV. Articoli del marchese
d’Ivrea, alla lega dei comuni franco-elvetici, insieme alla Repubblica veneta ed al duca di Sabaudia, concernente
il marchese del Regno munito di copie di lettere papali in Valtellina. Anno, 16 dicembre 1624. XXXV. Articoli
del marchese d’Ivrea del regno dei comuni franco-svizzeri, dei rappresentanti della repubblica di Venezia, e del
Duca di Sabaudia, concernente l’unica copia delle decretali papali sulla Valtellina, con relativi ducati militari.
Anno, 17 gennaio 1625. XXXVI. Estratto di articoli del trattato di alleanza tra Urbano VIII, Pont. Mass., e
Ludovico XIII, Re di Francia, Carlo Emanuele I, Duca di Sabaudia, la Repubblica di Venezia e Duca di Mantova.
Anno, 20 marzo 1629. XXXVII. Dichiarazione di Leopoldo I, romano Imperatore, conclusa con il Pont. Mass.,
concernente la pace del 30 ottobre 1697 con i Re, i Principi e le Repubbliche d’Italia, da intendersi estesa anche
al Re di Spagna. Anno, 14 dicembre 1697. XXXVIII. Assicurazioni dei Ministri imperiali concernenti sulla
evacuazione della Catalogna, nonché l’armistizio in Italia durante il transito nelle province italiche ad opera delle
milizie imperiali, nonché l’esenzione da qualsiasi tributo. Anno, 14 marzo 1697.
www.koreuropa.eu 16 L’ultima parte al supplemento del codice Lünig22, durante la restaurazione viennese
(17225-1731) ad opera di Carlo
VI,
testimonia la ormai completa “multi lateralizzazione”
dell’Impero, testimoniata dai seguenti dati:
A. Fine dello spirito tendenzialmente europeo ed universale dell’Impero, ridotto alla sua
frazione centrale austro-tedesca (i cd. Imperi centrali).
B. Interpretazione del multilateralismo diplomatico in chiave di difesa del ondo
occidentale (west legal order, west civilization), nell’ottica comune al mondo europeo
ed a quello atlantico del nord e sud America (cd. mundus novus).
C. Affermazione crescente del principio del nazionalismo (Stato nazionale), affermato
dopo il 1776 negli Stati Uniti d’America e dopo il 1789 in Europa e nel continente
nord-sud americano.
Il nuovo Impero e quello nazionale di Napoleone I che si auto-proclama nella basilica di
Notre-Dame, alla presenza del Pontefice Pio
dell’avvenuta sospensione del
SRI
VI.
Segue nel 1806 la proclamazione
da parte dell’Imperatore Asburgo d’Austria. Seguirà una
lunga vicenda di Imperi nazionali autoproclamati lungo il corso del 1800, immagine effimera
di un millennio precedente, iniziata notoriamente ad Aquisgrana con la proclamazione di
Carlo Magno nella notte di Natale e con la presenza del Pontefice Leone III. 22
I parr. XXXIX-XL sono del codice Lünig, indicativi di un progressivo disallineamento strategico del SRI,
sostituito sul fronte occidentale da Paesi proiettati verso l’Atlantico (Spagna – Inghilterra) e viceversa sul fronte
orientale, ormai coperta dal nuovo ruolo strategico dell’Austria-Ungheria, come avamposto di sicurezza nei
Balcani e nel mare Adriatico. Si riporta il testo in sommaria traduzione italiana dei relativi paragrafi
dell’elenchus Lünig: XXXIX. Indulgenza di Papa Clemente XI ai fedeli cristiani n occasione della guerra in Italia
contro i turchi ed altri infedeli. Anno, 8 ottobre 1715. XL. Lettera di Benedetto XIII, Pont. Mass., relativa al
rispetto dei benefici esistenti in Italia e nelle isole adiacenti, in favore della Sede Apostolica. Anno, giugno 1725.
XLI. Approvazione della pace tra Carlo VI, Romano Imperatore, e Filippo V, Re di Spagna, nonché con gli ordini
del SRI in data, Vienna 7 giugno 1725, resa il 29 agosto 1725. XLII. Approvazione dello strumento di pace
concluso da Filippo V, Re di Spagna, con il precedente diploma concluso nel luglio 1725. XLIV. Conclusioni del
collegio elettorale del SRI, con cui si ratifica lo strumento di pace di Vienna del giugno 1725. Anno, 21 luglio
1725 (Ratisbona-Monaco). XLVI. Conclusioni del collegio dei Principi del SRI, avente lo stesso oggetto, dato a
Ratisbona-Salisburgo. Anno, 22 luglio 1725. XLV. Conclusioni di ambedue i collegi elettorale ed imperiale del
SRI, aventi lo stesso oggetto resi a Ratisbona-Monaco. Anno 21 luglio 1725. XLVI. Conclusioni del collegio
delle città del SRI aventi lo stesso oggetto. Anno. 21 luglio 1725. XLVII. Decreto della commissione imperiale
delle sessioni di Ratisbona, concernenti il Gran Ducato di Etruria ed i Ducati di Parma e Piacenza, secondo gli
accordi resi a Vienna il 22 marzo ed a Ratisbona il 27 marzo 1730 di cui si allegano i diplomi (documenti da I a
XI). XLVIII. Tavole di pace fra Carlo VI, romano Imperatore e cesarea Maestà, Filippo V, S. cattolica Maestà, e
Giorgio II, Re d’Inghilterra, reso a Vienna. Anno, 22 luglio 1731.
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