Il dialogo con i musulmani di Luigi Papini – Genova L’articolo «Ramadan» apparso in prima pagina su Riforma n. 40 suscita diverse riflessioni. L’autrice, riferendosi a un episodio del Vangelo di Marco, inizia affermando che è cosa risaputa che noi non siamo in grado, come i discepoli, di scacciare i demoni. In quella sola occasione citata i discepoli non hanno potuto, ma da allora Cristo è morto, è risorto, ha dato alla sua chiesa lo Spirito Santo e l’ha arricchita dei suoi doni. Infatti tutto il Nuovo Testamento è pieno di testimonianze di lotte vittoriose dei credenti che cacciano i demoni per la potenza di Cristo. La stessa potenza è presente ancora oggi e opera in milioni e milioni di cristiani in tutto il mondo. Non si capisce che cosa c’entri il Ramadan con il brano citato. Esso è una delle imposizioni discutibili dell’Islam, come far accorrere milioni di persone alla Mecca per prostrarsi davanti a una pietra, come umiliare le donne negando loro i più elementari diritti, come sostenere contro ogni evidenza che non Gesù ma un suo sosia è salito sulla croce. Come si può affermare che «molti incontrano Dio lungo la via dell’islamismo»? Non afferma Gesù «nessuno viene al Padre se non per mezzo di me»? Non proclama Pietro annunziando Cristo «in nessun altro è la salvezza; non vi è sotto il cielo alcun altro nome»? forse che la parola di Dio va oggi annullata? Il musulmano, che oggi è anche tra noi, va conquistato a Cristo con l’amore e con il rispetto (e non è facile, lo dico anche per me), ma noi gli rendiamo un pessimo servizio se non gli annunziamo le verità dell’Evangelo, che sole possono liberarlo e salvarlo. Non le crociate, certo, ma la preghiera fedele di intercessione per questo miliardo di persone in gran parte sincere e in buona fede, perché possano finalmente conoscere Cristo. Questo è il compito della chiesa. Un modesto esempio: in qualche porto italiano alcuni credenti evangelici distribuiscono agli arabi che rientrano nei loro paesi un pacco con un Nuovo Testamento in francese e arabo, una cassetta del film Jesus e altro. Alcuni reagiscono anche violentemente e i nostri fratelli sopportano con dolcezza, ma tanti accettano riconoscenti. Così la parola di Dio penetra in molte famiglie musulmane. Chi osserva il Ramadan non lo fa certo per «compiere quell’esorcismo capace di scacciare il demonio dell’odio razziale e del conflitto di civiltà». Purtroppo oggi l’Islam è il più grande ostacolo che si erge contro Cristo nel mondo. Gli ideali e gli scopi ne sono chiari: basta aprire il Corano (9, 5): «Ammazzate gli idolatri (o «fabbricatori di condivinità», perciò proprio noi che crediamo nella divinità di Cristo) dovunque li troviate; catturate, assediate, fateli cadere nelle imboscate». O alla sura 5, 33: «Coloro che si oppongono a Allah e al suo profeta moriranno di morte violenta, saranno crocifissi, gli sarà tagliata una mano e la gamba dalla parte opposta». E sappiamo bene che il Corano non può essere né discusso né interpretato: va solo ubbidito alla lettera perché l’ha portato dal cielo l’arcangelo Gabriele. Se tacciamo o 1 veniamo a compromessi con una fede falsa e nemica di Cristo, saremo noi a essere posseduti da uno spirito sordo che ci impedisce di proclamare la signoria di Cristo. Questo è purtroppo l’inganno in cui cade una parte del cristianesimo oggi. Luigi Papini – Genova 2