nella notte di Natale... Non dire Gnomo se non è nel Sacco In un piccolo paese in mezzo alle montagne, la notte di Natale, lo Gnomo Teodoro e il suo fidato collaboratore, il Sacco Gilberto, hanno un problema: portati i doni a tutti i bambini del paese, ma proprio tutti, avanza comunque un pacco. Mentre cercano di risolvere il guaio, incappano in un palazzo misterioso. Ci entrano. Ci si perdono. Un palazzo pieno di scaffali, come un supermercato, o una biblioteca, e dove non ci sono bambini, ma solo tante creature strane. Anche Il custode, lo scienziato Otto Pantofolen, è un tipo decisamene bizzarro, ma gentile, e fa conoscere a Teodoro e Gilberto diversi animali esotici: un tucano dispettoso, un pellicano che ha paura di perdere un pesce catturato dal suo becco grande come un sacco, un varano goloso di gnocchi al pomodoro, un mandrillo rapper che duetta con un pitone, uno scheletrico mammuth che canta a due voci la storia della sua vita, un’aragosta e un cavalluccio marino che, giocando nel loro acquario… mordono chi li tocca!. Fuori dalla porta un pupazzo di neve, venuto apposta dalla lontana Siberia, bussa e bussa per poter entrare anche lui. È qui la festa? E così, tra luci, decorazioni, panettone e gnocchi di tutti i gusti, si festeggia il Natale in compagnia; ma ecco l’ultimo colpo di scena: in una stanza di quello strano museo, nella Savana Room, è nato il cucciolo della leonessa e del leone! Abbiamo finalmente scoperto per chi era il regalo rimasto nel sacco! In un mélange di teatro d’attore e di figura, di comicità e intensa poesia, gli incontri con tanti animali simpatici e bizzarri portano i due protagonisti, e il loro pubblico, a riflettere su una dimensione profonda del Natale, festa del nascere che, rinnovando la memoria di un Bambino nato più di duemila anni fa, celebra il dono della vita in tutte le sue forme meravigliose. per Carnevale o in primavera nuvola Bianca, nuvola Nera Guarda che facce! foto: Raffaele Centonze Nel cielo giocano due nuvole: Bianca, che ama danzare col sole, con gli uccelli, e trasformarsi in mille forme diverse; e Nera, che tra i suoi giochi preferiti ha la pioggia, i fulmini e tanti buffi tuoni brontoloni e capricciosi. Ogni nuvola è un mondo di suoni, e forme e gesti, opposto a quello dell’altra: melodiosi, sognanti, acuti i suoni di Bianca, cupi, sgraziati, bassi quelli di Nera. Una allegra e una malinconica. Una leggera e una pesante. E, soprattutto, quando una c’è, non c’è l’altra, e viceversa. Ma un bel giorno in mezzo al cielo per caso le due si incontrano. Sulle prime non è facile intendersi, anzi è tutto un bisticcio, un concerto disordinato e bizzarro. Ad un tratto Bianca e Nera scoprono proprio in mezzo al cielo un pianoforte, con tanti tasti bianchi e tanti neri che premuti con le dita producono suoni sempre nuovi. Un po’ per volta il bisticcio diventa un gioco di suoni che si intrecciano, si incalzano, fino a formare come per incanto cellule di una melodia, un accompagnamento, un ritmo, una canzone: La nuvola bianca e la nuvola nera celebre hit dello Zecchino d’Oro del 1969. E i bambini alla fine potranno impararla! micro-musical per i più piccoli da 2 a 5 anni Dall’idea di far giocare in scena, e con pochissime parole, due attoripianisti, nasce questo spettacolo che vuole avvicinare alle basi del linguaggio musicale in modo giocoso, semplice, e originale i più piccoli, dalle classi primavera in su Tananai di Mario Bertasa produzioni e progetti per lo spettacolo dal vivo e la creazione artistica cell. 347 465 3783 [email protected] In una serra curiosa e incantata due simpatici giardinieri, Zampillo e Bolla, trascorrono le loro giornate coltivando fiori. Fiori piccoli, nati da poco, che hanno bisogno di tante attenzioni e nutrimento, e fiori giganti dai vivaci colori che… parlano ai bambini! Sta arrivando per i fiori il giorno in cui uscire dalla serra e andare a giocare nei prati: Zampillo e Bolla stanno preparando una festa, insieme ai piccoli spettatori. Ma, per un motivo sciocco scoppia un litigio: «I miei fiori sono più belli dei tuoi!», «Non è vero! Sono più belli i miei!». Ecco il broncio: ognuno nasconde la sua faccia e non vuole più farsi vedere. E la festa? Per risolvere la situazione ci pensano i fiori della serra: in un gioco teatrale, che coinvolge anche tutti gli attrezzi da giardinaggio, diventano curiose maschere di animali, principesse, fate, re, che mettono in scena storielle di personaggi superbi messi in ridicolo, o di bellezze nascoste dietro un brutto aspetto, ispirandosi a temi di fiabe classiche, come Il principe ranocchio o La fata alla fonte. Finite le storie, i due buffi giardinieri si accorgono che sulla faccia dell’altro non c’è più il broncio ma un sorriso: basta davvero poco per perdonarsi e fare pace, e così si ride e si balla, e i fiori adesso sono tutti bellissimi. La festa finalmente può continuare! foto: Raffaele Centonze le creazioni teatrali di Mario Bertasa e Marco Polidori spettacoli per 2015 le scuole 2016 catalogo dell’infanzia teatro d’attore e adatti a animazione d’oggetti, bambini con costruzioni dai 3 sceniche in continua anni trasformazione allestimenti disponibili anche per teatri spazi non convenzionali biblioteche Associazione c.f. 94566470152 — p.i.02889160962 a Brugherio (MB) 20861 — sede legale Via Lamarmora 96 sala prove, eventi, corsi Via Volturno 80 atelier e uffici Viale Santa Caterina, 22 su www.arteventualeteatro.it trovate anche gli spettacoli di Cristina Calì il nostro spettacolo più richiesto nel 2015 Nella Città delle Pecore, nel tecnologico Regno della Terra, un bel giorno non c’è più cibo. Creme di zucca e tortine di fieno? Finite. Succhi di trifoglio? Finiti. Gelati e surgelati di fiori di campo? Deliziose erbette in scatola? Finite. Frigoriferi e freezer vuoti. In stazione arriva l’allegro trenino che puntualmente rifornisce i negozi della città, e fa bella mostra del suo affascinante locomotore e delle sue carrozze da sogno; ma anch’esso è vuoto. Allora il montone Muffolone, stanco di stare a capo di un gregge mansueto e arrendevole come quello, appunto, delle pecore, prende la parola: «Andiamo da soli a prenderci il nostro pranzo! Noi pecore non abbiamo paura di niente!». Così il gregge sale sul treno, un lungo fischio e via! Il viaggio porta fino al Regno dell’Aria, popolato da simpaticissimi uccelli, che trascorrono la loro vita cinguettando e acchiappando al volo insetti, oppure, beccando durissimi semi che crescono nei frutti degli alberi. No, questo cibo non è adatto alle pecore, riprendiamo il viaggio. Eccoci arrivati al Regno dell’Acqua, dove si fa amicizia coi poetici e silenziosi abitanti del mare, che si nutrono di alghe. Ma che sapore amaro… No, anche qui è impossibile trovare cibo. Stanche e deluse, le pecore tornano in città. Però con i regali ricevuti dai nuovi amici dei due Regni visitati, semi e acqua, mescolati alla terra secca e inutilizzata di cui è ricco il loro Regno, con grande sorpresa vedranno nascere un giardino con i più squisiti e fioriti tipi di erbe e piantine, con cui prepararsi deliziose zuppe, torte dolci e salate, tisane, dessert: chi più ne ha più ne metta! Bambini non mangiate mai i fiori? Ah, no? Nemmeno la camomilla? Lo spettacolo è scandito da magici scenari che via via si aprono sui diversi lati delle carrozze del trenino di legno. La semplice e poetica storia si arricchisce così con la scoperta di ricchi sfondi e oggetti realizzati con materiali riciclati. Il misterioso dono di Natale fiabe e favole da mondi lontani viaggi e avventure tra le isole Babelùf, lupacchiotto scontroso e “difficile”, che ama gironzolare solitario nel bosco per godersi la prima nevicata, e che non sopporta i regali di Natale, un bel giorno cambia idea: vuole anche lui un regalo. Ma la mattina di Natale trova una scatola... vuota! Tutti gli altri cuccioli del bosco hanno ricevuto il loro dono, perché lui no? Babelùf si mette in cammino per scoprire il mistero. Strada facendo gli accadrà di incontrare diversi animali: un cerbiatto affamato, una scimmietta che si è smarrita, un orsetto che è rimasto chiuso fuori dalla tana dove va in letargo. Grazie alla spontanea generosità di Babelùf e dei suoi nuovi amici, alla fine del viaggio, scandito da continue interazioni dei vari personaggi con i bambini, il giorno di Natale diventerà così per tutti il più bello dell’anno. E alla fine comparirà anche il dono perduto: una poetica rosa di luce! Il gigante dall’India smemorato una principessa e il suo eroe smisurato Un elefante ha scaricato nella scuola tante ceste e con esse un attore che, battendo la testa, ha perso la memoria. Con l’aiuto dei bambini, di un computer e di originali videoproiezioni, pian piano si ricorda: deve raccontare l’antica fiaba del gigante cattivo che distrusse la città del Maharajah per divorare la sua famiglia. Un gigante buono salvò gli abitanti e ricostruì le loro case, ma alla fine per il grande sforzo perse la memoria! L’attore costruisce una tenda nella Foresta Incantata dove la dolcissima figlia del Maharajah può rifugiarsi dal gigante cattivo. Ma l’altro gigante, lo smemorato, ce la farà a salvarla? Storie dell’Oceania sulla zattera Una volta c’era solo il mare. E il cielo. E un gigante. Il gigante del cielo pensò: «Voglio un’isola tutta per me». Andò in fondo al mare con una cesta, gigante, e rubò tutti i sassi. Ma il gigante del mare udì il rumore, si svegliò e arrabbiato lo inseguì fino in cielo. Il volo dei due giganti era così furibondo che scatenò il vento, le nuvole, il temporale. Così dalla cesta, sballottata qua e là, un po’ per volta caddero nel mare tante manciate di sassi. Da allora in mezzo al Grande Oceano Pacifico ci sono tantissime isole! E sulle isole nacquero gli alberi, i frutti, gli insetti, gli uccelli e gli altri animali. E gli uomini, e i bambini… Così inizia quest’avventura magica in un mondo che vive in mezzo al mare, dove per muoversi da un’isola all’altra ci si sposta su grandi o piccole zattere. Per i bambini polinesiani che vivono là una barca è come per noi la bicicletta o l’automobile. Ma anche la casa. Un posto comodo dove mangiare e dove dormire. Una casa che viaggia sul mare per giorni e giorni, spinta dai remi e dalle vele, per andare a trovare gli amici, o i parenti lontani che preparano la più bella festa dell’Oceano. Durante il viaggio si raccontano tante storie, una per ogni isola di questo continente vastissimo. Come quella della farfalla che riuscì a imbrogliare la superba e vanitosa gru in una gara di volo. O quella del topolino che con un buffo stratagemma salvò da cottura certa l’amica tartaruga, catturata dagli abitanti di un’isola durante una festa danzante. O del serpente gigantesco e buono, che però un giorno divenne cattivo e si mangiò i due fratellini Raivaele e Ramatau. Grazie all’astuzia degli anziani del villaggio, alla fine i due bambini usciranno sani e salvi dalla pancia del serpente, potranno riabbracciare i loro genitori e riprendere il grande viaggio! foto: Raffaele Centonze Il trenino dei cibi smarriti foto: Raffaele Centonze sui temi di EXPO 2015 Una giungla di fiabe dall’Amazzonia l’avventura meravigliosa del crescere Nella giungla immensa e selvaggia le fiabe si intrecciano tra loro come le liane che penzolano dagli alberi, i pappagalli si trasformano in bellissime fanciulle coi capelli lunghi e variopinti, proprio come i bambini che si trasformano in falchi, i signori del cielo… Calma, calma, andiamo con ordine: un giorno, mentre pescava al fiume con il suo papà, sulla testa del piccolo Curumim saltò un pesce! Che spavento! Curumim si nascose dietro un albero, lo abbracciò e l’albero, che aveva ascoltato la paura nel suo cuore, iniziò a crescere, a crescere, sempre più in alto, fino a toccare la coperta del cielo. Lassù, ascoltando il dolce canto delle stelle, Curumim imparò che Sole e Luna, i due amici, vivevano insieme in una piccola capanna con due porte. Finché un giorno trovarono due bellissimi pappagalli, che… Ehi, che cos’è questo rumore? Gli zoccoli di Giaguaro? Ma Giaguaro non ha gli zoccoli! Sì, invece: li mette quando va a caccia di notte. Ecco, ci siamo persi… e nella foresta di notte non si vede niente… Ahi! non si vedono le spine per terra, i sassi taglienti, ci vorrebbe un paio di zoccoli, chiediamoli in prestito al timoroso Tapiro… Argute favole di animali, dove il rospo Kururu viene punito dall’amico Urubu, l’avvoltoio, per aver cantato e ballato ad una festa in cielo dove non era stato invitato, o dove il povero Giaguaro rimane sempre a bocca asciutta e pancia vuota a causa della sua ingordigia o dell’astuzia del piccolo Opossum, si incastonano nel mito Indios che spiega perché Sole e Luna non vivono più insieme, e accompagnano pian piano Curumim nel racconto più avvincente: quello di diventare grandi. le narrazioni coinvolgenti e le suggestive scenografie di Mario Bertasa