Un consiglio su un piccolo tour a piedi sui lungarni di Pisa partendo

Un consiglio su un piccolo tour a piedi sui lungarni di Pisa partendo dal lato nord ovest del ponte
Solferino in direzione est per conoscere le bellezze ed i dettagli storici della nostra città
PONTE A MARE O DELLA CITTADELLA
Costruito alla fine del XIII o inizi del XIV secolo. Era un ponte di chiusura, ai margini della
città murata e quindi inserito nel sistema di fortificazione. In origine era un ponte, con
un arco centrale appoggiato ad uno più piccolo verso destra e due verso sinistra. Nel
corso dei secoli, subì diversi restauri, finchè nel 1869 fu vittima della piena dell'Arno e
ricostruito in ferro sin dal 1872 su progetto del Micheli. Distrutto ai tempi della guerra,
fu ricostruito, in muratura, l'attuale ponte della cittadella.
Lungarno Simonelli (La Cittadella e l'Arsenale)
dominata da una torre del 200, è un resto dell'antica fortezza sull'Arno costruita dai
fiorentini nel 1405, presso la quale sorgeva l'arsenale della marina pisana che
comunicava col mare per mezzo del fiume Arno e di un canale. Sotto i Medici, i vecchi
arsenali repubblicani furono scelti come cantieri della flotta medicea. Con il
trasferimento in altre sedi dell'attività cantieristica e con la politica medicea che
tralasciava le sue mire espansionistiche sul mare, gli arsenali subirono un progressivo
decadimento. Anche la cittadella perse la sua funzione militare. Nel 700, la cittadella
divenne sede del carcere, nell'800 servì come caserma e gli arsenali medicei nel XVIII e
XIX sec. furono trasformati in stalle. La struttura dell'arsenale oggi è sede di mostre,
esposizioni, convegni. Nella cittadella sono custoditi le armi e i costumi dei figuranti del
Gioco del Ponte: gioco storico che si svolge tutti gli anni sul Ponte di Mezzo, l'ultima
domenica di giugno.
PONTE SOLFERINO
approvata la costruzione a tre luci nel 1870 su progetto del Micheli. Crollò sotto i
bombardamenti dell'ultima guerra. Ricostruito cadde dopo l'alluvione del 1966. Il
29.6.74 veniva inaugurato il 3° ponte Solferino.
Lungarno Pacinotti (Palazzo Reale)
Edificato dai Medici dal 1583 su disegno dell'architetto Bernardo Buontalenti. Era
collegato, sul retro, da due cavalcavia alla chiesa di San Nicola, di cui uno è stato
distrutto durante la 2^ guerra. Vi sono raccolte opere d'arte della Casa Reale che
risalgono al XVI sec. e altre provenienti da donazioni private. Oggi è sede degli uffici della
Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie.
Lungarno Pacinotti (Palazzo Lanfreducci "alla Giornata")
Edificato dal 1607 dall'architetto Cosimo Pugliani; sulla facciata presenta decorazioni
marmoree ed uno stemma monumentale opera di Chiarissimo Fancelli. Oggi è sede del
Rettorato dell'Università, all'interno si trovano sale con decorazioni pittoriche che
risalgono al XVIII sec.
Lungarno Pacinotti (Chiesa della Madonna dei Galletti)
E' situata nei pressi del Palazzo Lanfreducci. Era chiamata di San Salvatore a Porta d'Oro.
Presenta una facciata che risale al 1758 eseguita dall'architetto Ignazio Pellegrini. Si
possono ammirare all'interno, restaurato nel XVI sec., il soffitto ligneo con dipinti
attribuiti al fiorentino Jacopo Vignali ed una decorazione a stucco delle pareti (2^ metà
sec. XVII). Affresco della Madonna dei Galletti del sec. XIV situato sull'altare maggiore.
Lungarno Pacinotti (Palazzo Agostini Venerosi della Seta)
Struttura di casa-torre in laterizio con decorazione in terracotta del XIV e XV sec. Al suo
interno è situato il "caffè dell'Ussero", noto caffè pisano. Piazza Garibaldi Situata
all'estremità nord del Ponte di Mezzo; dedicata all'eroe Giuseppe Garibaldi anche la
statua bronzea eseguita nel 1892 da Ettore Ferrari, che si trova su un lato della piazza. Si
può ammirare la facciata del Palazzo del Casino dei Nobili che risale agli inizi del XVII sec.
PONTE DI MEZZO
Forse il più antico ponte di Pisa, ricostruito dopo la guerra. Varca l'Arno con un'arcata e
offre una bella vista sugli eleganti lungarni, che descrivono un'ampia curva da monte a
valle. E' teatro del Gioco del Ponte, vivace torneo popolare, d'origine quattrocentesca,
che si disputa in giugno tra gli abitanti delle due parti della città divise dal fiume, sul
quale si svolge nello stesso mese la regata storica, preceduta dalla Luminara di S. Ranieri
(16 giugno).
Lungarno Mediceo (Piazza della Berlina o Cairoli)
Al centro statua dell'abbondanza di Pierino da Vinci, eseguita nel 1550, sul lato nord si
affaccia la Chiesa di San Pierino in Vinculis, popolarmente chiamata di S.Pierino, eretta
alla fine del XI secolo inizi XII secolo. La Chiesa è a due piani. L'interno della chiesa
superiore è a tre navate con ricchissimo pavimento a mosaici del XIII. Sulle pareti
decorazioni affresco del XII e XIII secolo, dietro l'altare maggiore, sarcofago
paleocristiano del III secolo d.c. con bassorilievi. Sulla destra della chiesa di apre la via
delle Belle Torri, che nonostante i gravi danni subiti durante la guerra, rimane una delle
più caratteristiche della città. La fiancheggiano varie case-torri del XII-XIII secolo ad alte
arcate in pietra, incorporate in parte nelle nuove costruzioni (altre case-torri sono sulle
vie trasversali). Risale anche all'epoca medicea il loggiato sul lato occidentale.
Lungarno Mediceo (Palazzo Toscanelli)
Apparteneva alla nobile famiglia pisana dei Lanfranchi, il suo aspetto risale ad una
ristrutturazione dell'800 (1838) di Alessandro della Gherardesca; ora è sede dell'Archivio
di Stato. Nella biblioteca fondata nel 1865, vi sono conservati documenti preziosi come il
diploma di pergamena con bolla aurea (17.4.1165 con il quale Federico Barbarossa dà ai
pisani il feudo di Sardegna.
Lungarno Mediceo (Palazzo dei Medici ora Prefettura)
Era la più antica abitazione dei Medici a Pisa, ingrandita e restaurata da Cosimo de'
Medici. L'aspetto attuale dell'edificio deriva da un intervento del 1879 curato dal
Simonelli, il quale reinventò la forma del palazzo con motivi dell'edilizia pisana del 300,
fece costruire la torre d'angolo ed esaltò le caratteristiche architettoniche medievali. (L.
Nuti "I lungarni di Pisa" - Pacinotti editore 1981). Vi alloggiò Carlo VIII nel 1494 e vi
ricevette Girolamo Savonarola quale ambasciatore di Firenze. E' ora sede della
Prefettura.
Lungarno Mediceo (Museo di s.Matteo)
Il Museo è situato in una parte dell'ex convento delle suore Benedettine di S.Matteo. E'
una costruzione che risale al XII e XIII secolo. Nelle sale del Museo si può ammirare la
ricca collezione di ceramiche medievali di produzione islamica e pisana del XI e XIV
secolo e anche numerose pitture su tavola con fondo oro che testimoniano la varietà
della cultura artistica pisana nel corso dei secoli in cui la città era una grande potenza
marinara. Per le opere del XII e XIII secolo sono di notevole importanza le croci dipinte
da artisti legati alla cultura romana, toscana e bizantina e i dipinti di Berlinghiero e
Giunta Pisano che operarono profondi cambiamenti figurativi. Per il XIV secolo, il Museo
conserva alcune opere di artisti come Simone Martini (Madonna con bambino e Santi) e pisani come Francesco Traini,
Barnaba da Modena, Luca di Tommè, Spinello Aretino, Antonio Veneziano, Taddeo di Bartolo. Il settore della scultura
presenta una ricca collezione illustrata dalle opere di Nicola e Giovanni Pisano e dai loro discepoli tra i quali il senese Tino
da Camaino (XIV secolo) e dalle sculture lignee e in marmo realizzate da Andrea e Nino Pisano. Nel XV secolo, sotto il
dominio fiorentino, troviamo a Pisa grandi pittori ed artisti fiorentini, Masaccio, Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Domenico
Ghirlandaio e scultori come Donatello (di cui si può ammirare il busto di S. Lussorio in bronzo dorato eseguito nel 1424
circa). Una sezione è dedicata alle armature antiche del Gioco del Ponte databili tra il XV e XVII secolo.
Lungarno Mediceo (Chiesa di S. Matteo in Soarta)
Risale all'XI secolo ed apparteneva alle suore benedettine. In origine fu costruita a tre
navate, ma nel corso dei secoli ha subito alcune trasformazioni e fu rimaneggiato il suo
impianto, passando ad una sola navata. La facciata in marmo bianco risale al XVII secolo
(1608-1610). La parte medioevale della chiesa è riconoscibile sul lato del lungarno.
Anche il campanile è di periodi diversi. La base risale all'epoca della costruzione della
chiesa, la parte superiore è stata ricostruita nel XVI secolo. All'interno si può ammirare
nella volta l'affresco dei fratelli Melani (1717-1719) "la gloria di S.Matteo". L'altare
maggiore risale al XVII secolo. Adornano l'interno della chiesa dipinti del XVII e XVIII
secolo. Nella sacrestia un dipinto su tavola in stile bizantino del XIII secolo "Madonna
con il bambino".
PONTE DELLA FORTEZZA
fu costruito tra il 1262 e il 1286, ai margini della città, per sostituire un traghetto, quello
di Guathalungo, e per permettere un collegamento con Firenze, a sud dell'Arno. Sotto il
dominio di Firenze e con la costruzione della cittadella fiorentina il ponte fu militarizzato
e riaperto al tempo di Pietro Leopoldo (XIII sec.). Nel 1869, il vecchio ponte a 4 luci, fu
chiuso poichè rimase lesionato dalla piena dell'Arno. Restaurato, crollò durante la 2^
guerra e ricostruito a 3 luci.
Lungarno Buozzi
Nel secolo XIX, nel progetto di abbellimento della città fu prolungato il lungarno
Mediceo (attuale lungarno Buozzi) in un pubblico passeggio. Questa operazione si compì
con la creazione di una piazza, l'attuale piazza F. Del Rosso e la demolizione della Porta
alle Piagge che si trovava di fronte al fiume sull'attuale discesa Soarta, e dei mulini. Con
il completamento del pubblico passeggio che veniva prolungato sul viale delle Piagge
fino al Tondo, nasceva l'esigenza di creare un teatro diurno, il Politeama, progettato dai
fratelli Galli, per un pubblico di duemila persone, dove sono stati offerti spettacoli vari
dalla lirica all'operetta, dal varietà al circo, dalla prosa al cinema. Il teatro fu poi distrutto
durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Sulla stessa area, fu costruito
nell'anno 1984 l'attuale Palazzo dei Congressi della Università degli Studi di Pisa.
PONTE DELLA VITTORIA
Nasceva dall'esigenza di collegare la via Fiorentina e la Stazione con la zona delle Piagge.
Qualche giorno prima dell'inaugurazione, nel 1934 crollò, ricostruito subito dopo, fu
bombardato dai tedeschi e ricostruito nel 1949-1950.
Viale delle Piagge (Chiesa di S. Michele degli Scalzi)
La chiesa edificata nel XII sec. apparteneva all'ordine dei frati Benedettini Scalzi. Subì
diverse trasformazioni e restauri nel corso dei secoli; durante la 2^ guerra mondiale fu
danneggiata e restaurata negli anni 70. La facciata esterna presenta, nella parte
inferiore, la caratteristica dicromia, di marmo bianco e nero caratteristico dell'arte
romanica pisana. La chiesa è formata da 3 navate. La navata centrale è sostenuta da
pilastri con capitelli romanici e di spoglio. Numerose opere (affreschi e bassorilievi), che
ornavano la chiesa all'esterno e all'interno sono conservati nel museo S. Matteo.
Particolarmente bella, nell'abside, la croce lignea del XII sec. Il campanile della chiesa,
dimostra una notevole pendenza (5%) dovuta ad un cedimento del terreno.
Lungarno Fibonacci (Fortezza San Gallo - Giardino Scotto)
La fortezza fu costruita all'epoca della dominazione fiorentina nel 400, su probabile
progetto di F. Brunelleschi. Nel XVIII sec., perse la sua primitiva funzione e fu inserita in
palazzi privati. Nel 1798, divenne proprietà della famiglia Scotto che trasformò le mura
in un passaggio coperto e l'interno fu trasformato in un meraviglioso giardino. Dal 1934
è proprietà del Comune
Lungarno Galilei (Palazzo Lanfranchi)
L'attuale restauro lascia visibili all'interno i resti delle case-torri dei secoli XIII e XIV,
nucleo originale del complesso e alcuni affreschi del XIV, XVIII e XIX. L'edificio ha subito
una radicale ristrutturazione nell'800, e vari rifacimenti fra l'800 e il 900. Ora è sede della
biblioteca dei ragazzi e di mostre.
Lungarno Galilei (Palazzo Fiumi e Fossi)
Il disegno dell'edificio è attribuibile a Bartolomeo Ammannati, architetto fiorentino.
Alcune sale e lo scalone principale sono decorati a fresco presumibilmente dal pittore
Agostino Ghirlanda da Fivizzano attorno al 1580. Il palazzo fu il primo ad essere
ristrutturato a Pisa dopo la conquista della città da parte di Firenze. Ora è sede
dell'ufficio fiumi e fossi.
Lungarno Galilei (Chiesa di S. Sepolcro)
Costruita nel XII secolo per i Templari, su disegno di pianta ottagonale di Diotisalvi,
architetto del Battistero. Fino agli anni 1850, la chiesta era circondata da un porticato.
(da un'acquaforte di B. Polloni 1833). Nell'opera di restauro intrapresa in quegli anni, fu
completamente abbattuto il porticato.
Lungarno Gambacorti (Logge di Banchi)
Costruite nel 1602-1605 da Cosimo Pugliani su progetto di Bernardo Buontalenti, per il
mercato della seta e della lana. La parte superiore è stata rimaneggiata nell'ottocento. Il
frontone triangolare sostituì l'originale a volute.
Lungarno Gambacorti (Palazzo Gambacorti)
Sede del municipio pisano solo a partire dal 1689, questo palazzo, che si affaccia sul
lungarno, a due passi dal Ponte di Mezzo, fu, nella seconda metà del sec. XIV residenza
della potente famiglia Gambacorti. La facciata del palazzo (lato Lungarno) è un
bellissimo esempio di gotico, a strisce bianche e scure, con un doppio ordine di eleganti
bifore. La facciata lato via Toselli è della seconda metà del sec. XVII, su disegno dei
Francavilla. Imponente il portone di accesso, fiancheggiato da grandi colonne di marmo
e sormontato da un grosso stemma mediceo di marmo. All'interno dell'edificio troviamo
alcuni saloni di particolare interesse. La SALA ROSSA, notevole per l'affesco del soffitto
"Pisa che rende omaggio a San Ranieri" (il patrono della città) dovuto a Giuseppe e Francesco Melani. La SALA DELLE
BALEARI, così chiamata dal soggetto di uno dei tre affreschi che l'adornano, con soffitto a cassettoni dipinti, dove si riunisce
il Consiglio Comunale, ma che svolge anche funzioni di rappresentanza in occasione di ricevimenti o comunque occasioni
solenni. Entrando dalla contigua Sala rossa, sulla sinistra, è l'affresco riproducente la conquista delle Baleari ad opera dei
Pisani, lavoro del napoletano Giacomo Fardelli (1663). L'affresco di fronte, del medesimo autore, descrive, in chiave
allegorica, l'impresa di Sardegna. Il terzo affresco, di fronte alle grandi finestre della sala è del fiorentino Cesare Dandini
(1595-1658) e si riferisce alla espugnazione di Gerusalemme ad opera dei pisani (1099). I tre affreschi della sala sono
perfettamente amalgamati con la circostante riquadratura pittorica del fiorentino Luca Bocci. La SALA DEGLI STEMMI, così
chiamata perchè qui sono dipinti gli stemmi dei Sindaci e dei podestà dal tempo dell'unità d'Italia in poi, unitamente alla
simbologia araldica della città, assunta nelle varie epoche. In pratica questa sala è chiamata dei MATRIMONI perchè qui
abitualmente si celebrano quelli col rito civile. Dal soffitto pende una singolare riproduzione lignea, su scala minore, della
celebre lampada bronzea del Duomo, che è credenza popolare fosse servita a Galilei per scoprire la legge dell'isocronismo.
La sala infine conserva un caratteristico cimelio, la poltrona, che ebbe ad occupare Antonio Pacinotti, il celebre fisico
pisano, negli anni in cui rivestì la carica di consigliere comunale.
Lungarno Gambacorti (Chiesa di S.Cristina)
E' la più antica chiesa di cui si abbia documentazione scritta. La chiesa è stata fondata sin
dal IX secolo con il nome di S.Bartolomeo Oltr'Arno e attorno ad essa sorse
l'insediamento più antico della città nella parte sud (G. Martinelli - Il quartiere di Pisa - S.
Antonio). La chiesa cambiò nome nel 1028 quando vi furono collocate le reliquie di S.
Cristina. Nei lavori di ampliamento del Lungarno nel secolo scorso la chiesa fu
ristrutturata in senso ortogonale al fiume, la canonica fu demolita. All'interno dipinti in
tavole del XIV secolo - Madonna con bambino all'altare di sinistra, all'altare maggiore
dipinto di Domenico Passignano (sec. XVI - XVII).
Lungarno Gambacorti (Palazzo BLU)
Il complesso di edifici che a Pisa occupa l'intero isolato fra Lungarno Gambacorti, via
Toselli, via delle Belle Donne e piazza dei Facchini, è il risultato di una storia che va molto
indietro nel tempo. Posti in posizione strategica, all'imboccatura del ponte che nel X
secolo attraversava il fiume di fronte alla porta aurea della città precomunale, gli edifici
hanno subito nei secoli ricostruzioni, distruzioni, modifiche architettoniche e di uso da
parte di una lunga serie di proprietari, spesso appartenenti alle più potenti e illustri
famiglie cittadine. Dal Medioevo con i Sismondi e i Buonconte, fino a Giovanni dell'Agnello, primo e unico "Doge" di Pisa,
che vi costruì la sua dimora alla metà del Trecento, l'area e le costruzioni che vi insistevano hanno seguito le vicende della
storia della città, con la decadenza nel Rinascimento dopo la conquista fiorentina e la ripresa nei secoli XVI e XVII, quando i
Medici tornarono a interessarsi di Pisa come seconda città del loro principato.
Il complesso appartenne poi ai Sancasciano e ai Del Testa, ai quali si deve la struttura tardocinquecentesca che il palazzo
conservò fino al XVIII secolo, quando fu oggetto di ulteriori modifiche da parte dei nuovi proprietari, gli Agostini. Il Palazzo
appartenne quindi di nuovo a un ramo dei Del Testa, poi ai Bracci Cambini e agli Archinto. Il colore esterno del palazzo, così
anomalo nel Lungarno di oggi, risale a questo periodo. Il particolare azzurro, trovato sulla facciata sotto gli strati più recenti
di pittura, fu dovuto probabilmente al gusto di ospiti di San Pietroburgo che soggiornarono nel palazzo in quel periodo.
Sempre a quel periodo risalgono molte delle decorazioni delle sale alle quali il restauro ha ridato vita. L'ultimo importante
intervento sul palazzo, di poco posteriore alla ristrutturazione dei Lungarni a opera di Simonelli, risale agli anni dopo l'Unità
d'Italia. Il conte Domenico Giuli, proprietario del palazzo, acquistò nel 1864 dal Comune di Pisa un tratto del vicolo fra via
dell'Olmo e via del Cappello, edificandovi una nuova ala che rendeva simmetrica la facciata e la collegava con il palazzetto
Casarosa, anch'esso di sua proprietà. Negli anni che seguirono il palazzo assunse l'aspetto che ancora conserva.
Recentemente restaurato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa, e gestito dalla Fondazione Palazzo Blu, si propone
come moderno strumento per l'arricchimento dell'offerta culturale, è il centro di esposizioni temporanee e di attività
culturali della città e s'inserisce nel più ampio progetto di valorizzazione turistica del circuito di musei che si affacciano sul
Lungarno.
Lungarno “Gambacorti” (Hostaria le Repubbliche Marinare)
Entrando sotto l'arco di questo vicolo basso che assomiglia a un piccolo tunnel dopo
appena 30 metri si trova la piazzetta delle Antiche Repubbliche Marinare ricca di verde
con il nostro ristorante omonimo che ha dato il nome alla piazza contrariamente a
quello che avviene di solito
Lungarno Gambacorti (Chiesa della Spina)
Nacque come oratorio a tutela del ponte che collegava via Santa Maria a via
Sant'Antonio con il nome di Santa Maria del ponte novo. Il suo nome, Santa Maria della
Spina, risale al XIV Secolo, quando vi viene custodita, seconda la tradizione, una spina
della corona di Cristo, portata nel 1300 a Pisa da un mercante pisano; conservata nel
tabernacolo di Stagio Stagi (1534) fu in seguito spostata nella chiesa di Santa Chiara in
via Roma. Edificata sulle sponde dell'Arno, al momento del consolidamento degli argini
delle spallette del fiume, nell'anno 1871, fu smontata e ricostruita, con alcune modifiche. Lo stile della chiesa è gotico, con
alcune caratteristiche locali, come la dicromia a fasce alterne bianche e nere. La pianta è rettangolare, l'interno è diviso in
due parti: il coro e la navata. Il soffitto ligneo a capriate fu dipinto da Nicola Torricini. All'interno si può ammirare la
Madonna della rosa, attribuita a Nino Pisano o frutto della collaborazione tra Andrea e Nino Pisano e due grandi statue,
una raffigurante San Pietro di Nino Pisano a destra nel coro ed una raffigurante San Giovanni a sinistra, di Nino o Tommaso
Pisano. Altre sculture e pitture che adornavano la chiesa sono ora esposte al Museo di San Matteo, fra queste: Madonna
del latte, di Nino Pisano; Madonna lignea dei cacciatori, attribuita a Nino Pisano; Madonna col Bambino; tela del Sodoma;
rosone marmoreo un tempo sul lato meridionale della chiesa; pannelli marmorei ornamento del coro, di Andrea Guardi.
Altre opere di rilevante interesse come le statue di marmo di Stoldo Lorenzi di Settignano e il reliquario in metallo
contenente la "spina" sono conservate presso la chiesa di Santa Chiara, inoltre varie tele di artisti pisani come Francesco
Traballesi, Ranieri Borghetti, Alessandro Cominotti, Domenico Salvi ed altri, sono conservate presso l'ospedale dei Trovatelli
di via Santa Maria.
Lungarno Sonnino (Ex Convento delle Benedettine)
Una caratteristica facciata con cornici in cotto del 1850, ad opera di Domenico Santini,
mentre la costruzione risale al 1393. Ora è sede della "cassa di Risparmio di Pisa" e del
"centro Studi economico-finanziari della Provincia di Pisa".
Lungarno Sonnino (Chiesa di S.Paolo a Ripa d'Arno)
La costruzione iniziale risale all'805, fu poi ricostruita nello stesso periodo al duomo nel
1050 circa, infatti se ne nota la somiglianza sia dal punto di vista architettonico che
decorativo e dall'uso di pietre diverse con conseguenti effetti di policromia, la facciata, a
loggette, ne denota ulteriormente la similitudine.
L'interno, a tre navate, abside e transetto, colonne laterali con capitelli del XIII secolo.
L'ingresso al presbiterio è segnato da una arco trionfale ogivale. Si trovano resti visibili di
ricchissime decorazioni pittoriche a fresco, attribuite a Buonamico Buffalmacco (1330-40).
Lungarno Sonnino (Porta a Mare)
La porta è fiancheggiata da una caratteristica edicola e a lato di questa si trovano i resti,
con decorazioni di pietra del XVII secolo, della Chiusa del canale dei navicelli, che
anticamente collegava Pisa a Livorno. Largo Stampace
Nella cinta muraria è stato inserito da parte di Cosimo de Medici il bastione Stampace,
che servì da fortificazione durante l'occupazione medicea; attorno ad esso si svolse una
delle più combattute battaglie fra pisani e fiorentini prima della caduta definitiva della
città nel 1509. ("Pisa in tasca" - editrice Tacchi 1990).