Il test di fluttuazione Il modello malthusiano nella biologia cellulare IL TEST di FLUTTUAZIONE (S.E. Luria e M. Delbruck ”Mutations of bacteria from virus sensitivity to virus resistance” (1943) Genetics vol.28, pp.491-511). () 5 novembre 2013 1 / 47 Il test di fluttuazione I problemi • Negli anni ’40 del ’900 non é ancora chiarito il rapporto il DNA e i geni. • Un altro problema ancora irrisolto era quello sulla possibilitá di unificazione delle teorie sul mondo vivente: infatti si pensava che solo gli organismi superiori contenessero geni, mentre altri organismi piú “semplici”, come i batteri, regolassero la loro riproduzione tramite le sole reazioni chimiche delle sostanze che li componevano. () 5 novembre 2013 2 / 47 Il test di fluttuazione Le procedure sperimentali Sperimentalmente era noto che una cultura batterica pura, se attaccata da un virus batteriofago, in poche ore diventava limpida come se le cellule sensibili al virus fossero state distrutte. Dopo una incubazione ulteriore di alcune ore (talvolta giorni), la cultura ritornava pero’ torbida, come se si fosse sviluppato un variante batterico resistente all’azione del virus (variante originario). Questo variante, isolato e liberato dal virus, in molti casi mostrava di mantenere la resistenza all’azione del virus anche se coltivato per molte generazioni in assenza del virus: risultava cioe’ stabile. () 5 novembre 2013 3 / 47 Il test di fluttuazione Il ceppo sensibile assorbiva velocemente il virus e veniva distrutto mentre il variante resistente non mostrava, in genere, alcuna affinità con quest’ultimo. Il fenomeno dei varianti batterici appariva anche in culture di cloni derivanti da una singola cellula; sebbene tutti i batteri in questo caso dovessero risultare identici, alcuni sembravano essere sensibili all’azione del virus, altri resistenti. Questo fatto, osservato negli esperimenti, risultava inspiegabile. () 5 novembre 2013 4 / 47 Il test di fluttuazione Max Delbruck e Salvador Lurja fondano gruppo del fago nel 1942 presso i laboratori di Cold Spring Harbour per studiare i problemi precedenti. () 5 novembre 2013 5 / 47 Il test di fluttuazione Le ricerche di Luria e Delbruck, e la collaborazione dei due con Alfred Hershey, ebbero il massimo riconoscimento del Nobel per la Medicina nel 1969. () 5 novembre 2013 6 / 47 Il test di fluttuazione Le due ipotesi interpretative del fenomeno. (1) Ipotesi di immunita’ acquisita (ed ereditaria) (o di tipo LAMARCKIANO). I batteri interagiscono con il virus ed una piccola frazione, predisposta alla sopravvivenza (e’ piu’ forte o fisiologicamente piu’ attrezzata), supera l’attacco. La progenie di questi batteri e’ resistente e non assorbe mai piu’ il virus (2) Ipotesi di mutazione ereditaria all’immunita’ (o di tipo DARWINIANO) I batteri originari in qualche momento della loro evoluzione hanno subito una mutazione alla resistenza in modo del tutto indipendente dalla presenza del virus, eventualmente anche prima dell’immissione del virus. I loro discendenti, ereditandone il patrimonio genetico, risultano anch’essi resistenti al virus. Questa ipotesi presuppone che anche i batteri siano, come gli organismi superiori, dotati di DNA. () 5 novembre 2013 7 / 47 Il test di fluttuazione I modelli teorici. Per formulare due modelli teorici che descrivano il fenomeno in accordo con le due possibili spiegazioni , Lurja e Delbruck osservano che per ipotesi é noto che (a) se consideriamo C colonie tutte uguali e, in ognuna immettiamo il virus al tempo tv , l’azione del virus rapidamente distrugge quasi tutte le cellule in tutte le colonie. (b) dopo un certo tempo in ogni colonia si riforma una nuova colonia dalle poche cellule sopravvissute: come mai alcune cellule sono state risparmiate? () 5 novembre 2013 8 / 47 Il test di fluttuazione Se la spiegazione corretta del fenomeno é quella lamarckiana, in ogni colonia alcune cellule sopravvivono perché l’attacco le ha “fortificate”. Ogni volta che si esegue l’esperimento, il numero delle cellule sopravvissute è casuale e piccolo. Contando quante sono le sopravvissute e sapendo come i batteri evolvono, si può prevedere (con l’aiuto della teoria della probabilitá) coma varia (fluttua) la loro numerositá media in ogni ripetizione dell’esperimento. Si dimostra che, se sono corrette le ipotesi, la fluttuazione deve essere piccola. () 5 novembre 2013 9 / 47 Il test di fluttuazione PREMESSE 1. L’evoluzione dei batteri si descrive con una legge malthusiana N(t) = N(0)e t N(0) = N0 (possiamo assumere r = 1) 2. Vale la formula ”interessante”: se 0 < t 0 < t allora 0 N(t) = N(t 0 )e (t−t ) (possiamo calcolare la numerositá in funzione di quella ad un tempo t 0 < t, invece che di quella iniziale) () 5 novembre 2013 10 / 47 Il test di fluttuazione Previsione sulla numerosita’ dei varianti originari nell’ipotesi di immunita’ acquisita (spiegazione di tipo lamarckiano) All’istante t 0 si osserva 1 cellula: N(t 0 ) = 1 Sia tv e’ l’istante in cui il virus viene a contatto con i batteri, il numero dei batteri e’ (formula ”interessante”) N(tv ) = e tv −t 0 0 Segue che in C colture identiche vi sono CN(tv ) = Ce tv −t batteri. () 5 novembre 2013 11 / 47 Il test di fluttuazione Dopo l’immissione del virus, si osservano pochissimi sopravvissuti (i resistenti); questi sono distribuiti in modo casuale nelle C colture (ad es. in una coltura sopravvivono r1 batteri, in un’altra ne sopravvivono r2 ... nella C-esima ne sopravvivono rC ). Il numero medio dei batteri sopravvissuti e’ quindi rM = r1 + r2 + .... + rC C I valori ri , i = 1, 2, ..., C sono molto piccoli, quindi l’evento “essere un batterio resistente ha una probabilità molto piccola di realizzarsi. Se si vuole calcolare con quale probabilità (quanto frequentemente) si osservano in una coltura k resistenti (k = 0, 1, 2, ...) bisogna usare la distribuzione di probabilità di Poisson. () 5 novembre 2013 12 / 47 Il test di fluttuazione CHE COSA E’ LA DISTRIBUZIONE DI POISSON? I risultati di misure sperimentali di numerositá, di lunghezza, di durata ecc. vengono, di solito, descritti da variabili numeriche e ripetendo piú volte lo stesso esperimento, accade inevitabilmente, per vari motivi, che i valori ottenuti nelle misure risultino diversi. In particolare se misuriamo la numerositá di una coltura di batteri originata dal un solo individuo e lasciata evolvere per la stessa quantitá di tempo, questa varia da esperimento ad esperimento e ció dipende non solo dalla precisione degli strumenti che usiamo per il conteggio, ma anche dal fatto che il tempo di fissione puó variare da una generazione ad un’altra. In altre parole, per quanto siano accurati gli esperimenti, ripetendo piu’ volte lo stesso esperimento, e’ praticamente impossibile ottenere le stesse misure ad ogni ripetizione. Le misure sono quindi variabili aleatorie. () 5 novembre 2013 13 / 47 Il test di fluttuazione Se i valori che assume una variabile aleatoria variano per interi, la variabile aleatoria e’ detta discreta, se possono assumere tutti i valori reali la variabile e’ detta continua. Dato un certo esperimento, supponiamo di aver effettuato un certo numero di misure (variabili aleatorie discrete). Supponiamo che queste misure non siano tutte diverse, ma che alcune di queste, almeno approssimativamente, si ripetano: si puo’ calcolare la frequenza assoluta di ciascuna misura, cioe’ il numero di volte che la stessa misura si presenta. L’informazione sulla frequenza assoluta di una misura non ci dice se questa misura si ripete tante o poche volte; per avere questa informazione bisogna confrontare la frequenza assoluta della misura con il numero totale delle misure eseguite: bisogna cioe’ calcolare la frequenza relativa. () 5 novembre 2013 14 / 47 Il test di fluttuazione Ad esempio per sapere se una mutazione ad un certo locus é o no frequente in una popolazione é necessario dire quanti individui formano la popolazione. Se N é il numero degli individui della popolazione e M ≤ N sono portatori della mutazione, il numero f = M/N e’ detto la frequenza relativa della mutazione nella popolazione. E’ evidente che la frequenza relativa varia da 0 (M = 0) a 1 (M = N). Se il numero degli esperimenti che eseguiamo e’ molto grande (nell’esempio precedente se N → ∞), ad ogni particolare misura, cioe’ ad ogni valore delle variabili si puo’ associare la probabilita’ con cui questo valore si realizza. In un certo senso si puo’ dire che la probabilita’ e’ la frequenza relativa su un numero molto grande di prove. () 5 novembre 2013 15 / 47 Il test di fluttuazione Se ad esempio si dice che la probabilita’ di trovare in una coltura esattamente k batteri resistenti ad un certo virus vale 0.002, cio’ significa che, considerato un numero molto molto grande di culture, si trovano k batteri resistenti 2 volte ogni mille prove. Se ad ogni valore di una variabile aleatoria si puo’ associare la probabilita’ con cui questo valore si rileva, si avra’ la legge di distribuzione di probabilita’ della variabile aleatoria. Se la variabile aleatoria e’ discreta, la legge di distribuzione sara’ discreta. Un esempio di legge di distribuzione discreta di probabilita’ e’ quello binomiale o di Bernoulli. () 5 novembre 2013 16 / 47 Il test di fluttuazione DISTRIBUZIONE BINOMIALE Se, dato un certo esperimento, si hanno solo due esiti possibili, incompatibili tra loro (genericamente un ”successo”, nel secondo un ”insuccesso”), se e’ noto che il successo si realizza con probabilita’ p, e quindi che l’insuccesso si realizza con probabilita’ 1 − p, allora e’ possibile stimare la probabilita’ con cui un successo (o insuccesso) si realizza k = 0, 1, 2, ... , N volte su N ripetizioni dell’esperimento. Ad esempio immaginiamo che ci interessi studiare se il numero di batteri in una coltura originata da un sol individuo possa essere superiore a 106 batteri dopo 3 ore. Gli esiti di questo esperimento sono solo due, tra loro incompatibili: dopo 3 ore infatti il numero di batteri o E’ superiore a 106 , oppure NON LO E’. La variabile aleatoria, sia X , conta il numero di successi (il numero é superiore a 106 ) ottenuti nelle ripetizioni delle osservazioni. () 5 novembre 2013 17 / 47 Il test di fluttuazione La formula con cui si puo’ calcolare la probabilita’ di avere esattamente X = k successi (k = 0, 1, 2, ..., N) su N prove e’ data da P(X = k) = ( N k )p (1 − p)N−k . k (B) ES: e’ noto che la probabilita’ di trovare in una coltura piu’ di 106 batteri dopo 3 ore sia p = 0.001 e quindi che la probabilita’ di trovarne meno sia 0.999. La probabilita’ che, considerate 5 colture, in 3 di queste si trovino piu’ di 106 batteri dopo 3 ore e’ data da P(X = 3) = ( () 5 )(0.001)3 (0.999)2 ≈ 10−8 3 5 novembre 2013 18 / 47 Il test di fluttuazione Se la legge di distribuzione di probabilita’ e’ nota, se cioe’ si puo’ calcolare con quale valore la variabile aleatoria X prende ogni valore k, allora e’ possibile anche calcolare la media (il valore atteso) e la varianza dei valori assunti dalla variabile aleatoria che sono dati rispettivamente da hX i = N X kP(X = k) k=1 V = σ 2 = h(X − hX i)2 i = N X (k − hxi)2 P(x = k) k=1 () 5 novembre 2013 19 / 47 Il test di fluttuazione In particolare se la legge di distribuzione di probabilita’ e’ binomiale, si puo’ dimostrare che le formule precedenti diventano, in particolare hX i = Np V = Np(1 − p) Nell’esempio N = 5 colture, in media in 5 · (0.001) = 1/200, quindi in meno di una, troveremo 106 batteri dopo 3 ore. Se siamo interessati alla probabilita’ di ripetizione di eventi molto rari, cioe’ aventi una piccola probabilita’ di realizzazione su moltissime ripetizioni (p ≈ 0, N → ∞), la legge di distribuzione binomiale diventa la legge di distribuzione di Poisson, dal nome del matematico Simeon-Denis Poisson (1781-1840), che per primo l’ha ricavata. Se hX i = m e’ la media della variabile aleatoria, tale legge e’ data da P(X = k) = () mk e −m . k! 5 novembre 2013 20 / 47 Il test di fluttuazione Si puo’ dimostrare che se la distribuzione di probabilita’ e’ di Poisson, valgono le seguenti uguaglianze hX i = m = V = σ 2 cioe’ se la probabilita’ di una variabile aleatoria e’ distribuita in accordo con la distribuzione di Poisson, media e varianza assumono lo stesso valore. () 5 novembre 2013 21 / 47 Il test di fluttuazione Torniamo all’ esperimento di Lurija e Delbruck. Se il numero medio dei resistenti e’ PC rM = (r1 + r2 + ... + rc )/C = i=1 ri C visto che la probabilità della resistenza q PèC piccola (evento raro), si deve √ i =1 ri avere V = rM e quindi σ = V = . C Quindi, in ogni coltura, il numero di batteri resistenti deve variare nell’intervallo I = [rM − σ, rM + σ] = s s PC PC PC PC i=1 ri i=1 ri i=1 ri i=1 ri − , + ] =[ C C C C () 5 novembre 2013 22 / 47 Il test di fluttuazione SIMULAZIONE NUMERICA Se, ad esempio, si considerano C = 4 culture generate da una singola cellula e se il virus viene immesso nella cultura dopo 10 duplicazioni (tv = 10), si può calcolare quante cellule formano la coltura. Ricordiamo che nel modello malthusiano tv = 10 ⇒ t = 10 ln 2 ≈ 7 unita’ di tempo. La numerosita’ corrispondente e’ dunque N(7) = N(0)e tV = e 7 ≈ 1101 cellule in ogni cultura. () 5 novembre 2013 23 / 47 Il test di fluttuazione In C= 4 colture si troveranno quindi, in totale, 4N(t) = 4(1101) = 4404 cellule. Supponiamo che nelle 4 colture si osservino rispettivamente r1 = 50 r2 = 35 r3 = 15 r4 = 20 cellule resistenti, in totale r = 120 cellule resistenti (poche e distribuite casualmente). In media in ogni coltura si avranno rM = 120/4 = 30 cellule resistenti () 5 novembre 2013 24 / 47 Il test di fluttuazione La probabilita’ di trovare resistenti e’ distribuita in accordo alla legge di Poisson, quindi la varianza dei resistenti deve essere uguale alla media cioè V = rM = 30 √ quindi σ = V ≈ 5 e in ogni coltura ci si devono aspettare fra 30 − 5 = 25 e 30 + 5 = 35 cellule resistenti quindi poche cellule il cui numero non varia molto da coltura a coltura=fluttuazioni piccole () 5 novembre 2013 25 / 47 Il test di fluttuazione N.B. Se il virus e’ immesso dopo tv = 15 suddivisioni (cioe’ dopo t ≈ 10 unita’ di tempo ”riscalato”) si avranno N(10) ≈ 20589 cellule in ogni cultura, quindi 4N(t) = 82356. Se supponiamo che il numero totale dei resistenti non vari e che quindi si trovino 120 cellule resistenti, cioe’ in media 30 cellule per cultura, anche in questo caso si prevede che in ogni coltura, indipendentemente dal momento in cui viene immesso il virus, si devono trovare fra 30 − 5 = 25 e 30 + 5 = 35 cellule resistenti. () 5 novembre 2013 26 / 47 Il test di fluttuazione Se la spiegazione corretta é quella darwiniana e anche i batteri sono dotati di DNA, alcune cellule (poche) sopravvivono perché hanno subito una mutazione alla resistenza in qualche momento della loro evoluzione, anche precedente a tv . Visto che anche le cellule resistenti evolvono come le altre malthusianamente, si puó prevedere quante sono, in ogni colonia, sia le cellule destinate all’estinzione sia quelle resistenti e, anche in questo caso, si puó valutare teoricamente come varia (fluttua) la loro numerositá media. Si dimostra che in questo caso la fluttuazione sarà grande. () 5 novembre 2013 27 / 47 Il test di fluttuazione Previsione sulla numerosita’ dei varianti orginari nell’ipotesi di mutazione all’immunita’ (ipotesi darwiniana) Nel corso del suo ciclo vitale ogni batterio ha in qualunque momento, quindi anche prima dell’immissione del virus, una certa probabilita’ di mutare da sensibile a resistente. I discendenti dei batteri resistenti saranno anch’essi resistenti (a meno che non intervengano retromutazioni). () 5 novembre 2013 28 / 47 Il test di fluttuazione Consideriamo C culture indentiche. All’istante in cui viene immesso il virus, sia tv > t0 , ogni coltura contiene cloni di varie grandezze di batteri resistenti. Inoltre, visto che le mutazioni intervengono ad un qualunque istante, un campione di una cultura prelevato ad un tempo t qualunque sarà formato dalla progenie dei batteri mutati prima di t e dagli eventuali mutati proprio all’istante t. () 5 novembre 2013 29 / 47 Il test di fluttuazione ESEMPIO SEMPLIFICATO: Se [t0 , t1 ] = (t1 , t2 ] = (t2 , t3 ] = ... = T durata di un ciclo cellulare, si ha ———————— –*–*—————— –*–*–*–*–*—— t0 : r = 0 (no mutazioni, no resistenti) t1 : r = 2 (mutazione, 2 resistenti) t2 : r = 4 + 1 = 5 (mutazione, 1 nuovo resistente + discendenti dei resistenti) –*–*–*–*–*–*–*–*–*–*-t3 : r = 10 (no mutazione, solo i discendenti dei resistenti) ......................... Il numero dei resistenti dipende da quante mutazioni si sono realizzate fino a quel momento () 5 novembre 2013 30 / 47 Il test di fluttuazione PROBLEMA: Quante mutazioni si verificano in un certo intervallo di tempo in una cultura? Definiamo - m(t)= numero di mutazioni cui, al tempo t, e’ soggetto 1 solo batterio - (t 0 , t), un intervallo di tempo di lunghezza t − t 0 = ∆t > 0, - m(t) − m(t 0 ) = ∆m numero mutazioni per batterio nell’intervallo ∆t, - a = [m(t) − m(t 0 )]/∆t = ∆m/∆t il tasso di mutazione per ogni batterio nell’intervallo (t 0 , t), ⇒ () ∆m = a∆t 5 novembre 2013 31 / 47 Il test di fluttuazione Il numero di batteri in una popolazione che evolve dal tempo t 0 al tempo t 0 (t 0 < t) e’ N(t) = N(t 0 )e t−t Se M(t) è il numero totale di mutazione avvenute fino al tempo t, nell’intervallo ∆t, si ha ∆M = M(t) − M(t 0 ) = N(t)∆m = 0 = aN(t)∆t = aN(t 0 )e t−t ∆t () 5 novembre 2013 32 / 47 Il test di fluttuazione Dividendo ambo i membri per ∆t e calcolando il limite per ∆t → 0, si ha ∆M 0 = M 0 (t) = aN(t 0 )e t−t ∆t Moltiplicando per dt ambo i membri e calcolando l’integrale da t 0 a t si ha Z t Z t 0 M 0 (t)dt = M(t) − M(t 0 ) = aN(t 0 )e t−t dt = lim∆t→0 t0 t0 = aN(t 0 ) Z t 0 e t e −t dt t0 ⇒ 0 0 M(t) − M(t 0 ) = aN(t 0 )e −t (e t − e t ) = 0 = aN(t 0 )(e t−t − 1) = a(N(t) − N(t 0 )) cioé il numero di mutazioni dipende dalla numerositá della colonia e dal tasso di mutazione. () 5 novembre 2013 33 / 47 Il test di fluttuazione Se si considerano C > 1 colture si ha M(t) − M(t 0 ) = C [a(N(t) − N(t 0 ))] Sia tm l’istante in cui si realizza la prima mutazione (M(tm ) = 1) se t 0 < tm < t si ha M(t 0 ) = 0. Osserviamo che N(t 0 ) << N(t) infatti 0 N(t) = N(0)e t e N(t 0 ) = N(0)e t . Se t 0 < t si ha e t << e t 0 0 (ad es. se t 0 = 1 e t = 6 si ha e t = e ≈ 3 e e t = e 6 ≈ 729) () 5 novembre 2013 34 / 47 Il test di fluttuazione Quindi, visto che N(t 0 ) si puo’ trascurare rispetto a N(t) e che M(t 0 ) = 0 ⇒ M(t) ≈ CaN(t) questo e’, con una buona approssimazione, il numero di mutazioni intervenute all’istante t in C culture batteriche. OSSERVAZIONE: se sono noti a e N(t), si puo’ calcolare quanto e’ lungo l’intervallo di tempo t − tm (t tempo attuale, tm istante della prima mutazione) Infatti: () 5 novembre 2013 35 / 47 Il test di fluttuazione se tm < t si ha N(t) = N(tm )e t−tm Ma M(tm ) = 1 = CaN(tm ) ⇒ ⇒ N(tm ) = N(t)e −(t−tm ) N(tm ) = 1/Ca 1 = CaN(t)e −(t−tm ) Moltiplicando ambo i membri per e (t−tm ) , si ha equivalentemente, e t−tm = CaN(t) calcolando il logaritmo di ambo i membri si ha t − tm = ln(CaN(t)) cioé il tempo che é passato dalla prima mutazione é dato dal logaritmo del numero delle colonie per la frazione di cellule mutate. () 5 novembre 2013 36 / 47 Il test di fluttuazione Il numero dei resistenti dipende dal numero di mutazioni che si sono realizzate. Come si calcola questo numero? Calcolo del numero dei batteri resistenti ad un qualunque istante t - I batteri resistenti si moltiplicano con legge malthusiana r 0 (t) = r (t) (r (t) = e t ) - inoltre, ad ogni nuova generazione, un certo numero di batteri acquisisce, per mutazione, resistenza; questi sono aN(t) = aN(tm )e t−tm - all’istante tm in cui avviene la prima mutazione non ci sono resistenti (condizione iniziale) () 5 novembre 2013 37 / 47 Il test di fluttuazione MODELLO di EVOLUZIONE dei RESISTENTI r 0 (t) = r (t) + aN(t) = r (t) + aN(tm )e t−tm r (tm ) = 0 e’ un’equazione differenziale di tipo malthusiano nell’incognita r (t) con l’aggiunta di un ”termine noto” g (t) = aN(tm )e t−tm LA FUNZIONE r (t) = aN(tm )(e t−tm )(t − tm ) = aN(t)(t − tm )(∗) E’ LA SOLUZIONE dell’equazione differenziale () 5 novembre 2013 38 / 47 Il test di fluttuazione Verifica. La derivata di (*) vale r 0 (t) = aN(tm )[(e t−tm )(t − tm ) + e t−tm ) Ma r (t) = aN(tm )(e t−tm )(t − tm ) e g (t) = aN(tm )e t−tm quindi, sostituendo, si ha r 0 (t) = r (t) + g (t) quindi la funzione (*) e’ soluzione. () 5 novembre 2013 39 / 47 Il test di fluttuazione PREVISIONE: se t e’ grande, certamente t − tm grande e a(t − tm ) > 1. Quindi la soluzione r (t) = aN(t)(t − tm ) verifica che r (t) ≥ N(t) dopo un certo tempo, il numero dei resistenti supera quello dei non resistenti. —————————————————– Ricordando la relazione t − tm = ln(CaN(t)), si puo’ scrivere r (t) = aN(t)(t − tm ) = aN(t) ln(CaN(t)) r (t)/N(t) = a ln(CaN(t)) = ln(CaN(t))a ⇒ e r (t)/N(t) = (CaN(t))a r (t), N(t) e CN(t) si ottengono sperimentalmente, quindi si puo’ calcolare il tasso di mutazione a, che per le popolazioni batteriche risulta sempre estremamente basso (in genere circa uno su un centinaio di milioni) () 5 novembre 2013 40 / 47 Il test di fluttuazione SIMULAZIONE NUMERICA Supponiamo che sia C = 4. Il virus viene immesso nella cultura dopo 10 duplicazioni (tv = 10), che nel modello malthusiano sono tv = 10 ⇒ t = 10 ln 2 ≈ 7 unita’ di tempo. I resistenti sono r (7) = aN(7)(7 − 1) = 6606a Se tm = 1 (la prima mutazione m(tm ) = 1 si realizza nel primo ciclo vitale), si puo’ calcolare il tasso di mutazione a dalla formula M(tm ) = 1 = CaN(tm ) Infatti N(1) = e ≈ 3, C = 4 ⇒ 1 = 4aN(1) = 12a ⇒ () ⇒ a= 1 ≈ 0.33 12 r (7) = 6606a ≈ 2202 5 novembre 2013 41 / 47 Il test di fluttuazione N.B. Se invece la prima mutazione M(tm ) = 1 si realizza alla seconda generazione (tm = 2), ripetendo ragionamento si ha a ≈ 0.11 e quindi r (7) ≈ 734 il numero dei resistenti ”fluttua” molto e questa fluttuazione dipende dalla generazione in cui si realizza la prima mutazione Per decidere quale interpretazione sia corretta bisogna esaminare i risultati sperimentali () 5 novembre 2013 42 / 47 Il test di fluttuazione GLI ESPERIMENTI - I batteri: Escherichia coli B () 5 novembre 2013 43 / 47 Il test di fluttuazione - Il virus batteriofago: di tipo α. () 5 novembre 2013 44 / 47 Il test di fluttuazione Vengono eseguite serie da 5 e fino a 100 culture in parallelo, con piccoli inoculi uguali. Tutte vengono fatte crescere fino al raggiungimento del titolo massimo. Le colonie di resistenti vengono individuate in intervalli di tempo diversi, notando che le colonie piu’ grandi e piu’ piccole vengono osservate rispettivamente dopo 12-16 ore e 18-24 ore dall’incubazione. () 5 novembre 2013 45 / 47 Il test di fluttuazione Esempio di conteggio dei batteri resistenti effettuato dopo 24-48 ore in una serie di culture N. culture 100 Batteri resistenti 0 1 2 3 4 5 6 - 10 11 - 20 21 - 50 51 - 100 101-200 201-500 501-1000 Media per campione 10.12 Varianza 6270 σ ≈ 79 resistenti 10 ± 79 () 87 n. cult 57 20 5 2 3 1 7 2 2 0 0 0 1 Batteri resistenti 0 1 2 3 4 5 6 - 10 11 - 20 21-50 51-100 101-200 201-500 501-1000 n. cult 29 17 4 3 3 2 5 6 7 5 2 4 0 28.6 6431 σ ≈ 80 29 ± 80 5 novembre 2013 46 / 47 Il test di fluttuazione CONCLUSIONE in ogni esperimento il numero dei batteri resistenti fluttua molto e il numero medio dei resistenti non e’ uguale alla varianza. La procedura sperimentale conferma quindi che i batteri, come gli organismi piu’ complessi, subiscono mutazioni (devono quindi essere dotati di DNA) e queste possono realizzarsi in ciascuna cellula in qualunque momento dell’evoluzione. In accordo con l’interpretazione darwiniana, il virus, agendo come fattore selettivo, permette la sopravvivenza solo di quelle cellule che hanno subito la mutazione e della loro progenie. () 5 novembre 2013 47 / 47