Progetto “Vulcanologia”, classe VC Liceo Scientifico S.Cannizzaro –Palermo A.S. 2009/2010 Le isole Eolie Origini, caratteristiche e particolarità dell’arcipelago vulcanico tra i più affascinanti e spettacolare di tutto il Mediterraneo e soprattutto la pericolosità di queste isole vulcaniche che ogni anno attirano migliaia di turisti. Origini e particolarità dell’arcipelago. Le isole Eolie sono un arcipelago del mar Tirreno e patrimonio dell’UNESCO dal 2000. L’arcipelago è composto da sette isole tutte di origine vulcanica: Alicudi, Filicudi, Salina, Lipari, Vulcano (attivo), Panarea e Stromboli (attivo). Le isole costituiscono un sistema vulcanico formatosi con la subduzione della litosfera oceanica sotto quella continentale, determinandone la fusione con liberazione di magma che giunto in superficie forma l’arco Eoliano lungo 200 km. Questo arco insulare non è composto solo dalle sette isole ma anche da altri monti sottomarini come il Lametini, il Marsili e Sisifo. Quest’arco risale a circa 1,3 milioni di anni fa dalla collisione della placca eurasiatica con quella africana. I magmi di questi vulcani hanno un contenuto medio - alto di silice e un alto tenore di acqua. Sono presenti comunque magmi di diverse composizioni e ciò ha rappresentato un grosso problema per la ricostruzione dell’evoluzione dell’arcipelago. Ciò si potrebbe spiegare con la presenza di condotti distinti che alimentano contemporaneamente il complesso eoliano. Le eruzioni che caratterizzano questi vulcani sono infatti di tipo sia effusivo che esplosivo. Le esplosioni sono causate dalle enormi quantità di gas che si liberano, ma soprattutto dal contatto tra il magma e l’acqua marina. I geologi sono riusciti comun- Vista panoramica di Stromboli con le altre isole sullo sfondo. que a dividere l’evoluzione dell’arcipelago in tre precisi stadi: Formazione di un arco insulare: 1)Crosta oceanica 2)Litosfera 3)Mantello 4)Crosta continentale 5)Fossa 6)Arco insulare Spettacolare eruzione dello Stromboli. Pre-Tirreniano: precedente a 124 mila anni fa Tirreniano: tra 124 mila e 81 mila anni fa Disposizione delle 7 isole dell’arcipelago eoliano Post-.Tirreniano: depositi più recenti di 81 mila anni. Vulcano e Vulcanello: padre e figlio uniti da un piccolo lembo di terra. Veduta panoramica del golfo di Napoli. L’uomo e i vulcani Il vulcano nella storia: dal mito greco all’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei e Ercolano. Il business turistico dei vulcani che attira migliaia di esperti e non. Come un’ eruzione può bloccare tutto il mondo e mettere in ginocchio un’intero continente: il caso della nube del vulcaUn mito, il fabbro degli dei e degli eroi, che Etna, isole Eolie, Mauritius, Cicladi e tan- no islandese Eyjafjallajokull. viveva nel cratere dell’Etna, il vulcano è sempre stato fonte di storie fantastiche nella storia greca e non solo. Era l’officina dove venivano forgiate le armi, era una montagna misteriosa e temibile. Mentre nella cultura greca esso è presente solo come mito, nella storia latina troviamo sicuramente l’episodio più noto che lo riguarda: l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C: « Non posso darvi una descrizione più precisa della sua forma se non paragonarla a quella di un albero di pino; infatti si elevava a grande altezza come un enorme tronco, dalla cui cima si disperdevano formazioni simili a rami. Sembrava in alcuni punti più chiara ed in altri più scura, a seconda di quanto fosse impregnata di terra e cenere. ». Così Plinio il giovane descrisse quella tragica eruzione che seppellì di cenere Pompei e Ercolano uccidendo migliaia di persone e sconvolgendo l’impero. Il vulcano è sempre stato e sarà per antonomasia l’emblema della forza della natura. tissimi altri posti che accolgono ogni anno numerosissimi visitatori devono in qualche modo il loro fascino all’attività vulcanica. Il golfo di Napoli non sarebbe lo stesso senza il Vesuvio sullo sfondo e Santorini non presenterebbe quei favolosi paesaggi se non fosse altro che un antica caldera collassata migliaia di anni fa. La bellezza di questi posti mozzafiato ha fatto crescere esponenzialmente il turismo negli ultimi anni. Persone da tutto il mondo vanno a Tenerife a fare lunghe passeggiata lungo i vulcani dell’isola o si godono le caldissime spiagge nere di Stromboli. Il bello dei vulcani è che si trovano in qualunque parte del mondo, dalle isolette sparse nel mediterraneo fino allo spettacolare Kilimangiaro in Kenia per finire al Fuji che fa da sfondo a Tokio. Essi possono fare da contorno a qualunque tipo di vacanza,e proprio per questo motivo attorno a queste particolari montagne si è creato un enorme business su cui molte città basano addirittura quasi l’intera economia. La nube che ha messo in crisi il traffico aereo mondiale per quasi una settimana creando numerosissimi disagi. Il 14 aprile 2010 questo impronunciabile vulcano islandese ha ricominciato la propria attività sconvolgendo tutta l’Europa. Un’ enorme nube di cenere si è infatti innalzata per migliaia di chilometri ed è stata trascinata dai venti nello spazio aereo europeo. Il vulcano infatti è ricoperto da un ghiacciaio e l’acqua miscelata alla cenere ha fatto sì che si creasse questa nube molto insolita per un vulcano prevalentemente ad attività effusiva come quello islandese. Il silicio presente nella nube è molto pericoloso per i motori degli aerei che possono addirittura spegnersi se a contatto con questa polvere vulcanica. Il traffico aereo europeo è stato quindi paralizzato per una settimana mettendo in crisi numerosissime compagnie aeree e creando disagi a milioni di passeggeri. Sono stati cancellati più voli che dopo l’11 settembre e ci sono state ripercussioni su eventi politici, sportivi e artistici in tutto il mondo. L’attività vulcanica seppur non uccidendo si è dimostrata l’emblema della forza della natura capace di mettere in crisi un intero pianeta. Area coperta dalla nube il 17/04/2010 Mappatura dei vulcani attivi nel territorio italiano Rischio vulcanico: cosa significa e quali sono le zone più a rischio. Il termine generale di rischio si riferisce ad una qualunque catastrofe naturale ed esprime il legame che esiste tra la probabilità che tale catastrofe si verifichi e la stima del danno che essa potrebbe provocare. Per questo motivo il rischio R si esprime in questo modo: R = P x D dove appunto P sta per la probabilità che tale evento si verifichi e D per il danno. Ovviamente le vite umane non sono stimabili come danni materiali e proprio per questo motivo il rischio aumenta in maniera esponenziale in zone ad alta densità demografica. In particolare il rischio vulcanico è ovviamente legato a catastrofi naturali legate all’attività vulcanica di una certa area. Questo tipo di rischio dipende da determinate variabili che sono: Tipo di attività del vulcano: un vulcano ad attività effusiva è molto meno rischioso di uno ad attività esplosiva in quanto le colate di lave sono lente e facilmente controllabili. Prevedibilità dell’attività del vulcano: se il vulcano erutta con una certa frequenza è facilmente monitorabile e quindi prevederne l’attività organizzando in tempo un’eventuale evacuazione della zona. Densità demografica nell’area vicino al vulcano: il rischio è molto maggiore in una zona molto abitata rispetto a una zona desertica anche se la probabilità è molto più bassa. Napoli e provincia: 3,5 milioni CAMPI FLEGREI L’isola di vulcano come la vediamo oggi è la Vulcano primordiale fusione di alcuni vulcani il cui più grande e in stato di quiete è il Vulcano della Fossa. Gli altri vulcani costituenti l’isola sono gli ormai Caldera del Piano spenti monte Saraceno, monte Aria e il piccolo Vulcanello. Lo strato cono del Vulcano della fossa è un edificio vulcanico che si è formato negli ultimi seimila anni attraverso Caldera della Fossa la successione di diverse eruzioni esplosive ed effusive che si manifestano nella sovrapposizione di colate laviche e piroclastiti. Il Cono di la Fossa vulcano che vediamo oggi non è quello primordiale. Infatti il cosiddetto paleo vulcano è collassato formando tra 80000 e 8000 anni fa prima la caldera del piano e successivamente la caldera della fossa su cui poi è cresciuto il nuovo vulcano che è visibile oggi. Per quanto riguarda il “figlio” di Vulcano, Vulcanello, esso deve la sua VULCANELLO formazione a una serie di eruzioni terminate nel 1625 d.C.. Inizialmente era distaccato da Vulcano ora è collegato da un istmo sabbioso formato da materiale vulcanico rimaneggiato ISTMO dalle correnti marine. Paesaggi a confronto: Eolie vs Madonie Parco delle Madonie: Isola di Vulcano: Componente plastico: Componente plastico: Catena montuosa elevata, conche naturali di raccolta di nevi, presenza di rocce calcaree. Formazione di valli laterali a V, depressioni carsiche e solchi torrentizi. Costituisce il deposito di un antico mare ed è soggetto all’erosione torrentizia e al carsismo. caldera, crateri (anche di nuova formazione), antiche colate, piroclasti e bombe. Formazione di istmi, insenature e solchi. Agiscono forze sia endogene (vulcanismo effusivo ed esplosivo) che esogene (correnti ed erosione). Componente idrografico: mare profondo e presenza di fumarole sottomarine. Torrenti, acque sotterranee ad alimentazione prevalente nevosa e a regime torrentizio. Componente idrografico: Componente biotico: macchia mediterranea e vegetazione pioniera. Il clima Componente biotico: è mediterraneo e i suoli sono di origine relativamente di abitanti L’importanza di monitorare costantemente questi vulcani è quindi evidente: prevedere le eruzioni ed evacuare a tempo de- Vegetazione mediterranea endemica, boschi di coni- recente. bito la zona vicino al vulcano. Fermare un vulcano è impossibi- fere introdotte dall’uomo, pascoli in altura, muschi e Componente umano: le, ma evitare che faccia troppi danni no. I vulcani italiani più licheni. Il clima varia con l’altitudine, da mediterra- Centri abitati e villaggi turistici, presenza di strutture epericolosi sono quelli campani la cui attività è molto incostante neo a temperato fresco fino ad alpino a quote sopra i strattive e brevi vie di comunicazione. Il turismo è fioe un cui risveglio potrebbe essere disastroso. Basti pensare al mille metri. rente grazie alle belVesuvio attorno al quale vivono milioni di persone o all’isola di VESUVIO Componente umano: lezze paesaggistiche e Ischia molto visitata nei mesi estivi. I vulcani siciliani come Presenza di rifugi e case delle eruzioni nonol’Etna o lo Stromboli hanno attività più prevedibili anche se stante la scarsa estenhanno causato notevoli danni nella loro storia (basti pensare al- sparse, e continue sione dell’isola. lo tsunami generato dal distacco di grossa quantità di roccia nel attività di controllo del territorio. 2002). Quali sarebbero i danni di un eruzione del Vesuvio come quella del 79 d.C.? Come prevenire tale catastrofe? L’ultimo segno di vita del Vesuvio risale al 1944, ma dopo quasi settant’anni rimane il vulcano più pericoloso e monitorato non solo d’Italia ma di tutto il mondo. Infatti oltre a essere un vulcano molto instabile e particolarmente esplosivo, è circondato da numerosissime cittadine e si trova a pochi chilometri dalla città di Napoli. Se nel 79 d.C. morirono qualche migliaia di persone, adesso i danni sarebbero molto maggiori in quanto la popolazione è di diversi milioni di abitanti. Impedire l’eruzione sarebbe impossibile, per questo è così importante prevenirla monitorando costantemente l’attività del vulcano. Il pericolo a volte c’è ma non si vede: il Marsili torna a farsi sentire. Un altro pericolo reale e forse poco considerato è quello dei vulcani sottomarini nel Tirreno. Uno di questi il Marsili ultimamente ha ricominciato la sua attività. Si tratta di un vulcano enorme alto più di tremila metri, largo venti kilometri e lungo quaranta. Dopo un lungo periodo di pausa sono state registrate delle scosse e delle fuoriuscite di magma di bassa entità ma che hanno fatto allarmare gli esperti e la protezione civile. Infatti si è ricominciato a monitorare questo enorme vulcano nonostante le ovvie difficoltà: la cima del vulcano si trova a ben 450 metri di profondità. Le preoccupazioni sono chiare: si potrebbero staccare grosse masse di roccia dal vulcano e ciò provocherebbe un’enorme spostamento di acqua e quindi un’onda anomala che raggiungerebbe in breve tempo le coste della penisola è della Sicilia. Il vulcano sottomarino Marsili Riflessioni e conclusioni sul progetto di vulcanologia. Esattamente un anno dopo l’esperienza nelle Madonie siamo tornati a occuparci di ambiente. Questa volta il progetto era più incentrato sulla vulcanologia e sulla geologia e per questo motivo siamo andati alle isole Eolie, un posto perfetto per studiare i fenomeni che avvengono all’interno del nostro pianeta. Grazie all’aiuto di esperti molto qualificati abbiamo appreso l’importanza dello studio dei vulcani e della geologia in quanto esse caratterizzano tutta la storia della terra. Ci hanno trasferito la passione verso queste montagne e descritto come esse vengono monitorate per prevenire eventuali catastrofi. I paesaggi mozzafiato delle isole accanto alle spiegazioni puntuali e precise dei professori riguardo alla loro storia e al loro funzionamento rendono questa esperienza veramente unica.