Liceo “S.Pertini” – Genova a.s. 2015-2016 classe 4 F Prof. Gianfranco Roncarolo DOMANDE DI ORIENTAMENTO ALLO STUDIO PER L’INTERROGAZIONE DI MAGGIO 2016 Antropologia (anche studio personale) 1. La società, come la definiamo, cosa la definisce (213) 2. La banda, il mondo dei cacciatori-raccoglitori (quando si espansero), la DDL, il potere decisionale (213) 3. La tragedia del Sarawak (214) e la situazione causata da una diga etiope (vedi articolo sul sito) 4. La tragedia del lago Turkana, minacciata dalla diga etiope Gibe III, costruita dall’impresa italiana Impregilo, visitata recentemente dal premier Renzi. (vedi video sul sito) 5. Il problema del potere e l’assenza del “capo” nelle tribù e negli agglomerati di tribù (214-215), la formzione di un “capo” (216) e alle sue capacità (217) 6. Il problema della rappresentazione di sé come comunità (221 / 5) 7. Le caratteristiche dei rituali di rappresentazione (223) 8. L’identità come prodotto storico (225) 9. Commento della mappa concettuale 226-227 10. Vedi anche “In sintesi” a pag. 228 SOCIOLOGIA - La nascita della sociologia come determinazione di un modello per comprendere la società, in un pewriodo storico che presentava nuovi assetti e nuove dimensioni della società (40) Durkheim a) biografia e pensiero (vedi riquadro a pag. 41, conoscere i suoi due testi fondamentali ed il loro contenuto) b) il concetto di “solidarietà” e i due tipi di solidarietà (41-42 e 46 e 100-101) c) la DDL nel mondo industrializzato ed il rischio del’anomia (43-44) d) Il classico (“Il suicidio”, ricerca statistica che indaga sulla tripartizione del suicidio e sulle cause del suo incremento in date situazioni sociali. (43) e) la religione, fattore coesivo della società (44) f) la società ha una sua forza impersonale (45-46) g) che domina e plasma l’individuo (45-46) Weber a) Biografia e pensiero (vedi riquadro a pag. 47 + documento fornito – in fondo al testo) b) La razionalizzazione (47), di cosa si compone, il ruolo della fabbrica (48) c) La secolarizzazione (48) d) L’Etica protestante e lo spirito del capitalismo (49) e) Le azioni e le conseguenze: l’agire sociale (49); tre tipi ideali di azione sociale (50) f) L’agire individuale nasce da come ognuno lo interpreta, da come si interpretano anche le azioni degli altri, e si dà loro un senso (50-51) g) Un’astrazione della realtà utile per la comprensione della società: i “tipi ideali” (51) h) Il consenso generalmente è la chiave del potere: come si legittima il potere (cosa significa “legittimarsi”?), i tre tipi di potere (52) i) Cos’è l’etica? (vedi DOCUMENTO) j) L’etica della convinzione e l’etica della responsabilità (52-53-54) k) L’avalutatività (p.54 + vedi nota a margine a pag. 54) NB Vedi DOCUMENTO La sociologia americana la scuola di Chicago a) Il periodo storico (68) b) Cosa successe a Chicago nel 1871, la ricostruzione, il modello di città/società (68-69) c) La scuola di Chicago (69) d) Il significato di “etnografico” (69) e) Relazioni sociali e ambiente sociale (70) 1 Talcott Parsons f) Lo struttural-funzionalismo di Parsons (72-73) g) Il significato di “funzionalismo” (NB vedi DOCUMENTO) h) La società come “sistema” (73) i) Una generazione si ribellava al “sistema” americano, composta da “ribelli senza causa”, impersonati idealmente dal film “Gioventù bruciata” Vedi DOCUMENTO + presentazione di James Dean e film completo nel sito j) I tre postulati dello struttural-funzionalismo: l’unità funzionale della sociatà – il funzionalismo universale – l’indispensabilità (74) k) Il funzionalismo considera i fenomeni “devianti” come uno “scostamento” dalle norme approvate. Da Durkheim, trae l’idea che addirittura la devianza possa essere 1) un fattore aggregante della società, in quanto la sua rappresentazione mostra le sue conseguenze e rafforza l’opinione comune contro i delinquenti 2) la conseguenza della impossibilità da parte della società, così rapidamente cambiata, a contenere l’insaziabile desiderio individuale, dunque un vero e proprio fenomeno (ancora con Durkheim) “anomico”. NB Vedi DOCUMENTO Robert Merton l) Scuola funzionalista parsoniana (74) m) Non tutti i costumi sono funzionali alla società (“disfunzionalità” e “non-funzionalità”) (74) n) Terzo postulato (“indispensabilità”): soggetti sociali che possono essere funzionali in modo contemporaneo (es .a TV) o certe funzioni (es scuola e famiglia) possono svolgere la medesima funzione (74) o) Le funzioni del “sistema” struttural-funzionalsimo (schema a p. 75), spesso denunciato quale “giustificazione” del sistema USA nel dopoguerra (75) DOCUMENTI Weber / da “filosofico.net” A Strasburgo, durante il servizio militare, divenne ufficiale dell'esercito imperiale. In quegli anni era su posizioni liberal-nazionali e aveva aderito alla Lega Pangermanica, da cui più tardi si sarebbe staccato per l'indifferenza ch'essa mostrava verso il problema dell'immigrazione dei contadini polacchi. Ammiratore della politica bismarckiana, che aveva fatto della Germania unificata una grande potenza, ne criticava tuttavia l'opera di distruzione del liberalismo tedesco, che aveva lasciato in Germania un vuoto politico privando così la nazione di un efficiente classe dirigente. (….) …. dichiarò esplicitamente di appartenere alla "classe borghese" e voleva che lo Stato tedesco avesse un volto di capitalismo moderno e razionale, e che l'industrialismo trionfasse sui pesanti residui feudali. Siccome credeva che per ottenere questo occorreva, come già in Francia e in Inghilterra, una democratizzazione della politica interna, ovvero un abbandono del regime personale degli Hohenzollern e della burocrazia che ne era il sostegno, pensò che sostenere l'espansione coloniale tedesca e la lotta per i mercati mondiali fosse il mezzo migliore. (….) Nel '96 ottiene la cattedra di economia politica all'Università di Heidelberg e pubblica Le cause sociali della decadenza della civiltà antica, ma, colpito da una grave malattia nervosa, è costretto a dare le dimissioni nel 1903, rinunciando all'insegnamento. Per quattro anni non riesce a compiere nessun lavoro: viaggia in Italia, Corsica e Svizzera per sedare il suo stato di ansietà. (….) Nel 1904 si reca negli USA per assistere a un Congresso di scienze sociali, dove riceve una vivida impressione del capitalismo americano. La democrazia americana gli appare soprattutto alla stregua di una misura tecnica per selezionare e favorire l'ascesa di una classe politica efficiente e preparata. La sua partecipazione alla vita politica si va facendo sempre più intensa: si interessa direttamente della rivoluzione russa del 1905 e continua a criticare in alcune lettere private 2 scritte al deputato F. Naumann, la politica del kaiser e lo pseudo-costituzionalismo tedesco. Questi sono anni di intense discussioni e dibattiti nell'ambiente universitario di Heidelberg, in cui spiccano i nomi, oltre che di Weber, di Windelband, Sombart, E. Troeltsch, G. Simmel, R. Michels, G. Lukács, K. Jaspers, F. Tönnies. W. studia psicologia del lavoro industriale, interessandosi al fatto che il capitalismo della grande industria ha cambiato il "volto spirituale del genere umano fino a renderlo quasi irriconoscibile", e pubblica Sulla psicofisica del lavoro industriale (1908). (…) Colllabora attivamente alla fondazione dell'"Associazione tedesca di sociologia", in un congresso della quale, nel 1910, prende netta posizione contro l'ideologia razzista. Ne uscirà nel 1912, a causa di divergenze sulla questione della neutralità assiologica (avalutatività). Assume però la direzione del "Grundriss der Sozialoekonomik"(1909), un'opera enciclopedica cui diede un decisivo contributo con il trattato di sociologia generale, Economia e società (1922, postumo). (….) Allo scoppio della guerra chiede di essere richiamato come ufficiale della riserva. Sino alla fine del 1915 dirige un gruppo di ospedali militari impiantati nella regione di Heidelberg. (…) …. si dichiarava, a causa delle difficoltà della guerra, contrario alla politica annessionistica, al bellicismo tedesco, al piano della guerra sottomarina e comincia a sostenere la pace. Auspica una riforma parlamentare nell'ambito del regime monarchico, che consentisse un'effettiva autorità al parlamento e favorisse la formazione di un'aristocrazia di capi politici volta a sostituire il regime dei "parvenus e dei dilettanti burocratici" della Germania di Guglielmo II …. (…) Moltiplica gli sforzi per convincere i dirigenti tedeschi a evitare l'estensione del conflitto, ma nello stesso tempo afferma la vocazione della Germania alla politica mondiale (imperialismo) e vede nella Russia la minaccia principale. (...) Va precisato che W. più che un politico di professione (egli non ha mai partecipato, in posizione dirigente, alla vita politica del suo paese), è sempre stato un intellettuale: ricercatore, conferenziere, pubblicista, accademico, talvolta consigliere del sovrano, ma con poco successo. (….) Negli anni della repubblica di Weimar, egli era passato da convinzioni parlamentaristiche a convinzioni repubblicano-presidenzialistiche e ad una concezione cesarista della direzione politica, considerata come la miglior forma di governo in una società di massa, l'unica in grado di salvare la democrazia. In questo senso esercitò un peso determinante nella commissione per la redazione della costituzione di Weimar (ad es. riuscì a far accettare: 1) l'elezione plebiscitaria del presidente della repubblica, sul modello americano, in modo da poterlo considerare investito direttamente dalla sovranità popolare; 2) il diritto d'inchiesta, garantito alle minoranze, in modo che l'opposizione avesse la possibilità non solo di controllare casi di corruzione parlamentare ma anche di partecipare ad un'azione positiva di governo, attenuando la tendenza all'assolutismo della maggioranza). Ad Heidelberg partecipò anche ad alcune riunioni del Consiglio degli operai e dei soldati, restandone impressionato positivamente; però chiese anche al governo che si reprimesse, pur senza violenza, il movimento di Liebknecht e della Luxemburg (i leader comunisti di una rivolta contro la Repubblica di Weimar nell’immediato dopoguerra, repressa: i due morirono in carcere). ETICA / da “Treccani.it” ètica s. f. [dal lat. ethĭca, gr. ἠϑικά, neutro pl. dell’agg. ἠϑικός: v. etico1]. Nel linguaggio filos., ogni dottrina o riflessione speculativa intorno al comportamento pratico dell’uomo, soprattutto in quanto intenda indicare quale sia il vero bene e quali i mezzi atti a conseguirlo, quali siano i doveri morali verso sé stessi e verso gli altri, e quali i criterî per giudicare sulla moralità delle azioni umane: e. socratica, e. edonistica, e. kantiana, e. utilitaristica, e.nietzschiana; Etica Nicomachea e Etica Eudemea, titoli di due opere morali di Aristotele. In senso più ampio, complesso di norme morali e di costume che identificano un preciso comportamento nella vita di relazione con riferimento a particolari situazioni storiche: e. greca, 3 e. cristiana; e. protestante, quella che, secondo le tesi del sociologo tedesco Max Weber (1864-1920), avrebbe informato in Europa lo spirito del capitalismo dopo il 16° sec. nei paesi protestanti, o fra le sètte protestanti all’interno dei paesi cattolici (si tratterebbe di un’etica razionalistica che assegna fini essenzialmente mondani, quali l’impegno, il lavoro, la riuscita, e soprattutto l’accumulazione metodica della ricchezza). In partic., e.professionale, l’insieme dei doveri strettamente inerenti alle attività professionali svolte nella società. AVALUTATIVITA’ / da “Simone editore” Avalutatività Termine introdotto nelle scienze sociali da M. Weber. In generale indica l’assenza di giudizi di valore nel corso di un’indagine storico-sociale: il ricercatore che impronti alla avalutatività le proprie ricerche deve limitarsi a chiarire il significato dei valori che ispirano le scelte sociali, ma non deve assumerli come criterio di giudizio. La convinzione che i valori hanno l’attitudine a deviare i risultati di un’indagine sociale fu espressa da Weber in L’oggettività conoscitiva della scienza sociale e della politica sociale (1914). In tale opera egli, polemizzando con la concezione dialettica del materialismo storico (*) , sostenne il carattere scientifico della conoscenza storicosociale ed affermò che le scienze storico-sociali si occupano dell’essere e non del dover essere, per cui sono oggettive se rinunciano ai giudizi di valore e si limitano alla mera descrizione dei fatti. MATERIALISMO STORICO / da “Simone editore” La tesi centrale del (—) consiste nella considerazione che le forme assunte storicamente da una società dipendano dai rapporti economici prevalenti. L’insieme dei rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, a cui corrispondono diverse sovrastrutture (giuridica, politica, letteraria, scientifica, ideologica ecc). L’origine di tutte questesovrastrutture è la produzione dei beni che rispondono ai bisogni primari. Secondo Marx, infatti, per potere dedicarsi ai prodotti dello spirito (arte, filosofia, religione) e fare storia, l’uomo deve essere innanzitutto in grado di soddisfare le primarie esigenze di vita (mangiare, bere, vestirsi). Dal livello raggiunto dalla produzione di questi mezzi necessari alla vita materiale, i singoli sviluppano una coscienza sociale, nell’ambito della classe economica di appartenenza. La storia della società umana, nell’ottica del (—), è dunque la storia della lotta fra classi divise dalla struttura della proprietà e degli interessi economici. FUNZIONALISMO / da “sapere.it” Scuola di pensiero che pone alla sua base il concetto di funzione sociale per spiegare i comportamenti umani. Più rigorosamente, lo sviluppo di una vera e propria teoria del funzionalismo si può rintracciare nella produzione scientifica di E. Durkheim, che per primo enuncia l'esigenza di indagare correlazioni significative fra eventi e fenomeni – cioè il variare di uno degli elementi osservati al modificarsi dell'altro –, che non siano riconducibili ad azioni consapevoli. Fra le due guerre, il funzionalismo ha trovato vigoroso impulso dalle ricerche antropologiche ed etnologiche di B. Malinowski e di A. R. Radcliffe-Brown, che hanno indagato la presenza nelle comunità primitive di funzioni indispensabili alla preservazione e alla coesione della cultura del gruppo, e delle condizioni necessarie alla stessa aggregazione comunitaria (vedi funzionalismo). Più articolato è il modello applicato da T. Parsons allo studio delle cosiddette società complesse, che – ponendo in connessione le strutture sociali con le funzioni proprie del più vasto sistema sociale e delle sue articolazioni (donde la definizione di struttural-funzionalismo) – cerca di recuperare il rapporto fra mezzi e scopi dell'agire umano. Si cerca di evitare, cioè, tanto l'astratta equiparazione dell'azione a una sorta di “necessità” biologica, quanto una lettura solo razionale e intenzionale dell'agire. Con l'effetto, però, di privilegiare eccessivamente il ruolo del sistema, per cui ogni evento rischia di essere selezionato o respinto soltanto in ragione delle esigenze di autopreservazione del Grande Sistema funzionale. Da qui è partita l'accusa di conservatorismo ideologico: C. Wright Mills, per esempio, ha sottolineato come l'accentuazione degli aspetti dell'integrazione sociale 4 sia andata a discapito della comprensione della realtà, che invece è caratterizzata anche dal conflitto, dalla devianza e dalla tendenza al mutamento sociale. “GIOVENTU’ BRUCIATA” / da Wikipedia Trama Il diciassettenne Jim Stark viene arrestato per ubriachezza molesta e, quando i genitori e la nonna vengono a prelevarlo nella locale stazione di polizia, l'agente Ray Fremick della sezione minorile comprende le ragioni del comportamento del ragazzo, recentemente trasferitosi in città a seguito di un evento violento occorsogli in precedenza, e della sua incomunicabilità con i genitori. Jim conosce Judy, una ragazza vicina di casa che ha intravisto alla stazione di polizia, fermata a seguito di una rissa dove sono stati coinvolti i suoi amici, anche lei profondamente turbata da un rapporto difficile con il padre; Judy fa parte di una piccola banda di cui fanno parte Buzz (che ne è il capo) e Plato, un giovane che mitizza immediatamente Jim, essendo stato abbandonato dal padre in tenera età. Dopo che la banda ha fermato Jim di fronte alla scuola Buzz lo invita a partecipare ad una prova di coraggio: la cosiddetta chicken run, che consiste nel lanciarsi a forte velocità a bordo di una macchina e gettarsi fuori prima che questa precipiti nello strapiombo sul mare. Jim chiede consiglio al padre ma questi si dimostra ai suoi occhi ancora debole e decide di partecipare alla prova che tuttavia si risolve tragicamente: Buzz, la cui manica della giacca rimane impigliata nella maniglia, muore non riuscendo ad uscire dall'auto. Jim sceglie, a dispetto del parere dei genitori, di parlare con l'agente Fremick, ma questi è fuori per servizio e gli amici di Buzz, convocati dalla polizia, lo vedono entrare nella stazione e si mettono alla sua ricerca. Egli nel frattempo, insieme a Judy e Plato, si reca in una vecchia villa disabitata dove Plato è solito rifugiarsi per rimanere in solitudine, e i due, oltre a raccoglierne le confidenze, scoprono di essere innamorati. Crunch, Goon e Gene, i tre amici di Buzz, arrivano alla villa dove cercano di aggredire Plato, trovato addormentato, ma questi, armato di pistola, ferisce Crunch e spara contro un poliziotto nel frattempo sopraggiunto. La situazione precipita e, mentre i genitori e la polizia accorrono alla villa, Jim cerca di calmare Plato, ormai fuori controllo, ma nonostante riesca ad estrarre il caricatore dalla sua pistola, i poliziotti vedendo il ragazzo armato, gli sparano uccidendolo. L'evento, seppure nella sua drammaticità, riesce a fare riavvicinare Jim ai genitori. Commento Gioventù Bruciata ottenne tre nomination all'Oscar: miglior soggetto (Nicholas Ray), miglior attrice non protagonista (Natalie Wood) emiglior attore non protagonista (Sal Mineo). Dean fu nominato come miglior attore protagonista, ma per il film La valle dell'Eden uscito nello stesso anno. Il film parlò ad un'intera generazione di teenager nella seconda metà degli anni cinquanta, ma la sua fama non può e non deve limitarsi a ciò. La pellicola, storia di un brusco e doloroso passaggio all'età adulta, è un documento sui riti della generazione post-bellica nella provincia statunitense. Il film presenta i "ribelli senza causa" come lo specchio del nostro disincanto, la cattiva coscienza di una civiltà in declino. Nel tempo, il film è divenuto un cult movie e il titolo è entrato nel linguaggio comune. La morte prematura e violenta che ha colpito, in tempi diversi, i tre protagonisti (Dean morì in un incidente automobilistico un mese prima dell'uscita del film, Mineo fu assassinato a 37 anni nel 1976, la Wood annegò in circostanze non del tutto chiarite a 43 anni nel 1981) ha alimentato la fama di Gioventù bruciata come film "maledetto". SOCIOLOGIA DELLA DEVIANZA / da “Treccani.it” Il funzionalismo e i suoi derivati. - Il funzionalismo in auge dopo gli anni Quaranta non era interessato né a una descrizione dettagliata degli universi devianti, né ad alcun tipo di assistenzialismo o correzionalismo (“come correggere” il fenomeno) . Richiamandosi alla teoria sociale europea classica (specie alle teorie di Durkheim e Weber), i funzionalisti s'interessavano dei macromodelli dell'ordine sociale. 5 Nella teoria di T. Parsons la devianza era uno scostamento dagli standard normativi, da spiegarsi in termini di socializzazione difettosa o di aspettative di ruolo. Comunque, malgrado la loro dichiarata mancanza d'interesse per la devianza in sé (considerata il prodotto di scarto di una macchina mal funzionante), il funzionalismo e le concezioni a esso ispirate contribuirono allo studio del fenomeno con due idee assai importanti. Le funzioni positive della devianza. - Il primo contributo del funzionalismo allo studio della devianza è l'idea − paradossale − che la devianza, lungi dall'essere un fenomeno puramente negativo e patologico, svolga un ruolo fondamentale e addirittura positivo nel mantenimento dell'ordine sociale. Questa idea si fa risalire alle prime tesi di Durkheim sulla ''normalità del crimine''. Il crimine, secondo Durkheim, è un fatto sociale non solo in senso statistico, ma anche in quanto svolge precise funzioni sociali. Una società senza devianza è impossibile da immaginare. Le ''funzioni positive'' della devianza sono: rafforzare la coscienza collettiva, segnare i confini di ciò che è lecito e anticipare mutamenti sociali desiderabili. Il crimine, lungi dall'essere puramente distruttivo, mantiene la stabilità sociale. Lungo queste linee di pensiero sociologi di diverse scuole precisarono le funzioni positive della devianza: essa rafforza la solidarietà (aggregando l'opinione pubblica nella comune condanna del deviante) e chiarisce i confini della morale (la denuncia del male c'informa su ciò che è bene). La devianza è dosata in modo che ogni società ottiene la quantità e il tipo di devianza di cui ''necessita''. Più precisamente e più proficuamente tutte queste funzioni dovrebbero essere considerate funzioni non della devianza ma delle reazioni alla devianza. L'anomia e le teorie delle subculture. - Anche il secondo importante contributo del funzionalismo allo studio della devianza trae ispirazione da Durkheim. In questo caso non si tratta degli aspetti della devianza ritenuti ''normali'' o ''sani'', ma delle sue origini nella ''anormale divisione del lavoro'', in certi tratti patologici della società moderna emergente. Il famoso termine durkheimiano ''anomia'' si riferiva alla caratteristica dissociazione, nella società moderna, dell'individualità dalla coscienza collettiva. I desideri individuali, che emergono dal loro ''abisso insaziabile e senza fondo'', non sono sufficientemente regolati o controllati. L'anomia era lo stato di mancanza di norme prodotto dalla rapida fuoriuscita dalla società tradizionale, ed esacerbato dalle crisi sociali ed economiche. MERTON In quello che è considerato il più importante scritto di s. della d., Social structure and anomie (inAmerican Sociological Review, 3 [1938], 5, pp. 672-82), R.K. Merton trasformò la nozione di anomia di Durkheim in una nuova formula sociologica in grado di spiegare l'esistenza della devianza nelle società democratiche moderne. Per Merton l'anomia non era più l'assenza di norme, ma la conseguenza non voluta di un divario strutturale tra fini e mezzi. In una società che dà troppa importanza al successo personale, al raggiungimento di traguardi cui tutti dovrebbero aspirare (''il sogno americano''), e che tuttavia possiede una struttura che non offre a tutti uguali opportunità o uguali mezzi per raggiungere questi traguardi, si determina una tensione permanente. La risposta più comune a questa situazione sarà sempre il conformismo, cioè l'accettazione dei mezzi legittimi e culturalmente prescritti (come l'impegno individuale), nonché dei traguardi approvati. Ma esistono anche adattamenti devianti, di cui i più importanti sono l'innovazione e la rinuncia. L'innovazione consiste nel perseguire i fini culturali prescritti (in particolare il successo materiale), facendo però uso di mezzi illegittimi (per es. il furto, la frode, la violenza); la rinuncia (una categoria di comportamenti in cui Merton includeva gli ''adattamenti devianti'' come il suicidio, la malattia mentale e la tossicomania) consiste nel rifiuto sia dei fini prescritti sia dei mezzi convenzionali. La più importante conseguenza di tale concezione, per lo studio della devianza, è stata lo sviluppo delle teorie delle subculture, specie a proposito della delinquenza giovanile. 6