CAPITOLO 21 - DROGHE PER LA CURA DEI DISTURBI CIRCOLATORI
SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO - DEFINIZIONE
Il sistema cardiocircolatorio o cardiovascolare è formato dal “cuore”, dai “vasi sanguigni” e dal “sangue”, in cui:
- “il cuore”, è l’organo, che assicura la circolazione del sangue, in maniera uniforme e costante in tutte le parti
dell’organismo, lavorando come una pompa, senza interruzione per tutta la vita di un individuo,
- “i vasi sanguigni”, suddivisi in “venosi e arteriosi”, rappresentano le condutture attraverso le quali avviene il
trasporto e la diffusione del sangue,
- “il sangue” è un “tessuto allo stato liquido”, che costituisce il mezzo grazie al quale avviene la distribuzione e la
rimozione di tutte le sostanze indispensabili a garantire le normali condizioni di sopravvivenza dell’organismo.
La figura 21.1 illustra, in maniera molto schematica e semplificata, le diverse funzioni del sistema cardiocircolatorio.
CUORE
“Il cuore” è un “organo muscolare”, internamente cavo, formato da un tessuto muscolare striato denominato
“miocardio”, avvolto da un sacco fibroso, chiamato “pericardio”; il peso medio del cuore nell’individuo adulto è di circa
300 grammi. Questo importante organo funziona, come una “pompa, che spinge in continuazione l’intero volume del
sangue in tutte le parti dell’organismo, fino a quelle più estreme, dalla nuca alle punte dei piedi, lavorando senza
interruzione, per tutto il periodo di vita di ciascun individuo.
Le dimensioni del cuore corrispondono a quelle di un pugno chiuso e la sua forma è molto simile a quella di un cono
rovesciato, con la base rivolta verso l’alto e l’apice rivolto in basso a sinistra. Il cuore è collocato al centro della cassa
toracica, tra lo sterno e i due polmoni, in una zona chiamata “cavità mediastinica”.
Il cuore è suddiviso longitudinalmente in due parti, denominate anche “sezioni”, tra loro non comunicanti e separate
da un “setto”; la parte a sinistra contiene solo sangue arterioso, mentre quella a destra contiene solo sangue venoso.
Le due sezioni sono a loro volta suddivise in due cavità, denominate rispettivamente “atrio”, quella superiore e
“ventricolo” quella inferiore; ciascun atrio è collegato al rispettivo ventricolo per mezzo di un orifizio, a tenuta, chiamato
“valvola”, la quale consente di incanalare il flusso del sangue, in modo unidirezionale, dall’atrio al ventricolo e quindi al
rispettivo vaso sanguigno.
Il meccanismo di spinta del sangue da parte del cuore, chiamato anche “gittata cardiaca”, la velocità di circolazione e
la pressione all’interno dei vasi sanguigni, sono resi possibili grazie ad una serie ininterrotta di “contrazioni e
dilatazioni ritmiche” delle quattro cavità cardiache, chiamate anche “contrazioni sistoliche e diastoliche”, la cui
intensità può variare in funzione delle diverse esigenze dell’organismo, normalmente in condizioni di riposo la
“frequenza cardiaca” è compresa tra 60 e 80 pulsazioni/minuto, mentre sotto sforzo questo valore può anche arrivare,
per brevi periodi, fino a 180/200 battiti/minuto. Le corrette condizioni di stimolazione e di funzionamento dell’attività e
del ritmo cardiaco sono condizionate, controllate e regolate da parte del sistema nervoso autonomo, attravverso il
nervo “vago” ed il “parasimpatico”, di cui il primo porta ad una riduzione della frequenza, della forza di contrazione e
della conduzione degli stati di eccitamento, mentre il secondo stimola la funzionalità cardiaca in senso opposto.
La figura 21.2 descrive, in maniera schematica il cuore ed i vasi ad esso collegati.
VASI SANGUIGNI
“I vasi sanguigni” rappresentano delle vere e proprie condutture, attraverso le quali sono assicurate le corrette,
condizioni di circolazione costante del sangue, verso tutti gli organi, tessuti o cellule del corpo umano, in funzione
delle specifiche esigenze vitali quotidiane, garantendo da una parte il costante e continuo interscambio dei gas
disciolti, (ossigeno e anidride carbonica), e dall’altra l’assorbimento, il trasporto delle sostanze nutritive, la rimozione e
la depurazione dei metaboliti prodotti dall’organismo.
I vasi sanguigni sono suddivisi, a seconda della loro costituzione, portata o grandezza in “arterie”, “vene” e “capillari
arteriosi o venosi”. Le arterie, sia quelle di grosse dimensioni, sia quelle di dimensioni più piccole, sono vasi sanguigni
che trasportano. con flusso unidirezionale ininterrotto, il sangue dal cuore verso la periferia. Le vene, sia quelle di
piccolo calibro, sia quelle di dimensione maggiore, sono vasi sanguigni al cui interno il flusso sanguigno compie il
percorso inverso, scorrendo dalla periferia verso il cuore. I capillari, sia quelli arteriosi che venosi, costituiscono invece
un insieme di vasi sanguigni di piccolissime dimensioni, attraverso i quali sono costantemente assicurate le corrette
condizioni di afflusso sanguigno da e per tutte le cellule e tessuti del corpo umano.
Le arterie e le vene presentano una composizione strutturale diversa dei loro tessuti, in relazione alle specifiche
funzioni svolte da parte di ciascuna di esse. Le arterie sono dei vasi lisci internamente, in cui il sangue circola a
velocità elevata, provviste di pareti di spessore consistente, dotate di fibre nervose ed elastiche in grado di regolare
automaticamente e mantenere la pressione del sangue a valori sufficienti ad assicurarne il flusso costante fino ai
capillari.
Le vene sono invece dei vasi a struttura di spessore inferiore e più semplice, prive dei meccanismi automatici di
regolazione della pressione e dell’elasticità, in cui il sangue defluisce a velocità inferiore rispetto alle arterie. Al loro
interno le vene, specie quelle degli arti inferiori, sono provviste di valvole forma di nido di rondine, per agevolare il
flusso del sangue dal basso verso l’alto e per impedirne il reflusso in senso opposto. La velocità di circolazione del
sangue nelle vene, a differenza di quanto avviene per le arterie, è direttamente collegata con la continua azione di
contrazione esercitata da parte dei gruppi muscolari presenti nell’organismo ed in particolare di quelli situati negli arti
inferori.
La circolazione del sangue, assicurata ininterrottamente da parte del cuore, è suddivisa in “piccola circolazione” e
“grande circolazione”.
- “La piccola circolazione”, chiamata anche “circolazione polmonare, inizia dal ventricolo destro con l’arteria
polmonare e ritorna al cuore nell’atrio sinistro con le vene polmonari; essa è costituita da un insieme di vasi che
portano il sangue venoso dal cuore ai polmoni, per assicurare la sua “ossigenazione” durante le varie fasi del
processo respiratorio, trasformasndolo così in sangue arterioso, prima di essere reimmesso nel cuore.
- “La grande circolazione”, chiamata anche “circolazione sistemica”, inizia dal ventricolo sinistro con l’arteria aorta e
ritorna al cuore nell’atrio destro con le vene cave; essa spinge il flusso sanguigno arterioso dal cuore verso tutti gli
organi, tessuti e cellule dell’organismo e assicura il ritorno del sangue venoso dai vari organi periferici al cuore. La
grande circolazione, attraverso il flusso arterioso, garantisce le condizioni di trasporto dell’ossigeno e delle sostanze
nutritive a tutti i tessuti, cellule ed organi del corpo umano, mentre il circolo venoso assicura le condizioni di rimozione
dei vari metaboliti dalle cellule, l’assimilazione delle sostanze nutritive dall’intestino, la loro trasformazione nel fegato e
la depurazione a livello renale.
La velocità di flusso del sangue è determinata dal corretto funzionamento delle seguenti condizioni:
- dalla spinta esercitata a monte da parte del cuore,
- dalla resistenza allo scorrimento presentata dalla superficie interna delle pareti vasali,
- dal livello di elasticità e di tonicità dei vasi sanguigni,
- dalla viscosità del sangue che riduce la portata ed il flusso.
- dalle diverse condizioni di movimento dell’organismo in generale.
SANGUE
“Il sangue” è un tessuto composto da:
- una frazione liquida, chiamata “plasma”, che ha il compito di trasportare le sostanze ed i metaboliti,
- da una frazione corpuscolata semisolida, composta da “globuli rossi”, che trasportano l’ossigeno, da “globuli
bianchi”, la cui funzione principale è quella di difendere l’organismo dagli agenti infettanti e, infine, da “piastrine”,
che rappresentano il fattore importante per il processo di coagulazione.
Le funzioni del sangue sono quelle di:
- fissare, durante la respirazione, l’ossigeno e trasportarlo dai polmoni fino a tutte le cellule dell’organismo,
- immagazzinare l’anidride carbonica sviluppata dalle cellule e trasferirla ai polmoni per l’espulsione,
- assimilare e trasportare tutte le sostanze nutritive, introdotte con l’alimentazione
- trasportare, filtrare e far eliminare da parte dei reni tutte le sostanze di rifiuto, prodotte dal metabolismo cellulare,
- trasferire acqua, sali minerali, vitamine, enzimi, ormoni e sostanze chimiche all’interno dei tessuti,
- mantenere e distribuire uniformemete la temperatura del corpo,
- proteggere l’organismo dalla presenza continua di agenti tossici e infettivi,
- facilitare il processo di coagulazione del sangue in caso di ferite o di traumi accidentali.
DISFUNZIONI DEL SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO
Premessa, le disfunzioni a carico del sistema cardiocircolatorio sono nella maggior parte dei casi di natura molto
complessa e richiedono diagnosi, terapie e interventi molto accurati da parte di specialisti, i quali operano spesso in
affiancamento al medico curante, che assiste il paziente affetto da questo tipo di patologie. I trattamenti farmacologici,
basati sull’utilizzo di prodotti medicinali di automedicazione o di preparati fitoterapici del genere “fai da te”, sono
decisamente da sconsigliare per i danni che possono causare. Diversamente costituiscono un valido supporto alle
terapie di natura farmacologica o chirurgica, gli interventi di natura alimentare, le modifiche di stili di vita e soprattutto
gli atteggiamenti psicologici orientati al recupero della propria condizione di salute.
Le principali disfunzioni del sistema cardiocircolatorio, per le quali è possibile prevedere, nei casi più lievi, allo stato
iniziale o in assenza di altre complicazioni, l’impiego alternativo o integrativo di prodotti fitoterapici riguardano oltre ai
casi di “insufficienza venosa e di sindrome emorroidaria”, già trattati al capitolo 17, “l’angina”, “l’insufficienza cardiaca
congestizia”,”l’ipertensione” e “le arteriopatie ostruttive periferiche”.
“L’angina” o “Angina Pectoris” o AP, è una malattia caratterizzata da una “forte sensazione dolorifica, localizzata
nella zona retrosternale del torace”; questa patologia è correlata a una insufficiente ossigenazione del muscolo
cardiaco, (ischemia acuta), dovuta a una riduzione più o meno forte del flusso sanguigno attraverso le arterie
coronarie. La condizione di scarsa irrorazione sanguigna a livello coronarico, se trascurata, provoca un
malfunzionamento del cuore e, se, non diagnosticata rapidamente e curata adeguatamente, questa malattia porta
entro breve tempo allo sviluppo di gravi disturbi, sino alla morte dell’individuo.
“L’insufficienza Cardiaca Congestizia” o ICC, consiste in una riduzione graduale della funzionalità cardiaca, la cui
conseguenza più diretta e immediata è quella di ridurre l’afflusso di sangue ai vari terssuti organi e cellule del corpo
umano, provocando danni irreparabili per la vita dell’individuo. I sintomi, più facilmente evidenziabili, correlati al
progredire della malattia, sono costituiti da: pallore, cianosi, tachicardia, aritmia, brevità del respiro, edema periferico
e/o polmonare, ipertensione e cardiomegalia. Questa malattia degenerativa del muscolo cardiaco è caratterizzata da
una sintomatologia particolarmente subdola nelle fasi iniziali, in quanto il paziente, soprattutto se anziano, accusa
dapprima lievi sintomi di affaticamento o di scarsa tolleranza all’esercizio fisico, successivamente questo tipo di
sintomi si intensificano con il progredire della malattia, fino a rendere estremamente difficoltoso qualunque sforzo
anche di minima entità e in condizioni di riposo.
“L’ipertensione o ipertensione Arteriosa” o IA, è quella patologia caratterizzata da un aumento dei valori di
pressione sanguigna, rilevata a livello delle arterie; i valori di pressione arteriosa, considerati normali in un individuo
adulto, sono di “125/140 mm di Hg per la pressione sistolica”, (chiamata anche “pressione massima”), e “di 70/90 mm
di Hg per la pressione diastolica”, (chiamata anche “pressione minima”).
L’ipertensione sistolica è la conseguenza di una ridotta funzionalità della contrazione cardiaca,
mentre l’ipertensione diastolica è invece il risultato di un aumento delle resistenze periferiche al flusso sanguigno.
L’ipertensione arteriosa è classificata come “primaria o essenziale”, quando essa non è riconducibile a nessuna
patologia specifica; questa forma rappresenta il 95% dei casi solitamente evidenziati, insorge gradatamente e colpisce
sempre individui in età matura o avanzata, per i quali è sempre possibile evidenziare, condizioni di stress elevato,
abusi alimentari, stili di vita errati, (fumo, alcool e droghe), disfunzioni endocrine, o malfunzionamenti della capacità di
contrazione del muscolo cardiaco. Quando diversamente l’ipertensione insorge improvvisamente, (nel 5% dei casi), e
per di più in soggetti ancora molto giovani, essa viene classificata come “ipertensione secondaria” e gli esami indicano
solitamente cause di natura renale o disfunzioni ormonali di varia natura. L’ ipertensione è considerata lieve, se i valori
sistolici sono infriori a 150 mm di Hg e quelli diastolici non superano i 100 mm di Hg, mentre è considerata moderata o
grave quando i valori sistolici e quelli diastolici superano costantemente i valori di 150 e di 100 mm di Hg.
L’evoluzione di questa patologia è generalmente asintomatica quando essa è ancora allo stadio iniziale, con il
passare dei mesi, se la malattia continua ad essere trascurata, si assiste allora ad un progressivo aggravamento e
l’ipertensione si trasforma in sintomatica. In questa fase subentrano complicazioni e disturbi di varia natura e gravità,
via via crescenti col passare del tempo, come cefale, vertigini, disturbi visivi, complicazioni a livello oculare e
cerebrale, insufficienza renale, scompenso cardiaco, angina, ictus e infarto, con conseguente riduzione
dell’aspettativa di vita per i pazienti affetti da questa malattia.
“L’arteriopatia Ostruttiva Periferica” o AOP, è una patologia, di natura aterosclerotica, caratterizzata da una
progressiva ostruzione delle arterie negli arti inferiori, la quale provoca una riduzione di apporto sanguigno, a cui
consegue una condizione di ischemia, che, a sua volta, danneggia irreparabilmente i tessuti colpiti dalla mancanza di
sangue circolante. Questa patologia insorge solitamente con il passare dell’età e, se trascurata o sottovalutata,
degenera in maniera progressiva causando danni irreparabil per i tessuti da essa interessati. Tra le diverse cause,
che concorrono alla sua formazione, quelle più comuni sono rappresentate da ”ipertensione arteriosa”, “iperlipidemia”,
“fumo e abuso di alcolici”, “diabete”, “iperfibrinogemia” e, soprattutto, “arterosclerosi”. La sintomatologia, avvertita
dall’insorgenza della malattia consiste, in una dolorosità diffusa sugli arti inferiori, in un senso di fatica nella
deambulazione e scarsa reistenza allo sforzo, in una sensazione di freddo localizzato alle estremità inferiori e infine,
nello stadio già avanzato, in una difficoltà crescente alla deambulazione, definita come “claudicatio intermittens”.
INTERVENTI PER LA CURA DEI DISTURBI CIRCOLATORI
L’impiego dei prodotti di estrazione vegetale, ha rappresentato, fino a pochi decenni fa, la quasi totalità di prodotti
a livello farmacologico utilizzati in terapia per la cura dei disturbi cardiocircolatori; tra questi ricordo a titolo
esemplificativo i “glicosidi digitalici” e gli “alcaloidi dello strofanto”, largamente impiegati per diverse forme di patologie
cardiache, (aritmie, tachicardie, scompensi, etc), gli alcaloidi della “reserpina” per la cura dei disturbi circolatori e i
“preparati a base di niroglicerina” per la cura dell’angina. In relazione alla forte attività di questi prodotti ed alla scarsa
affidabilità dei loro dosaggi, l’utilizzo terapeutico dei prodotti di estrazione vegetale è stato rapidamente soppiantato da
farmaci di sintesi, che sono, da subito, risultati essere maggiormente affidabili, più potenti, efficaci e specifici.
Tra i vari farmaci attualmente utilizzati in terapia per la cura dei disturbi circolatori ricordo sinteticamente le classi
più importanti, riportate nell’indice dell’Informatore Farmaceutico, che rappresenta il testo ufficiale in cui sono indicati
tutti i medicamenti presenti in farmacia:
- antiaritmici, amiodarone, flecainide, disopiramide, propafenone,
- stimolanti cardiaci, etilefedrina, dopamina, epinefrina, midodrina,
- vasodilatatori coronarici, isosorbide, pentaeritrile, nitroglicerina,
- betabloccanti, atenololo, propranololo, carvedilolo, bisoprololo, metoprololo, nebivololo,
- calcioantagonisti con prevalente effetto vascolare, amlodipina, nifedipina, nimodipina, lercandipina, felodipina,
- calcioantagonisti con effetto cardiaco diretto, verapamil, diltiazem,
- ACE-inibitori, captopril, enalapril, lisinopril, benazepril, ramipril, perindopril,
- antagonisti dell’angiotensina II, losartan, olmesartan, valsartan, irbesartan, candesartan, telmisartan.
I principali prodotti di derivazione fitoterapica, attualmente presenti in commercio per la cura dei disturbi
cardiocircolatori sono costituiti da: “Adonide, Aglio, Biancospino, Carcadè, Ginkgo, Mughetto, Olivo, Rauwolfia e
Salvia cinese”.
ADONIDE - (insufficienza cardiaca)
“L’Adonide” o “Adonis vernalis”, appartenente alla famiglia delle “Ranunculaceae”, è una pianta erbacea, spontanea,
di piccole dimensioni, dotata di bellissimi fiori a corolla di colore giallo, originaria dell’Asia, presente anche in Italia
nelle zone montuose dell’Abruzzo.
Droga, ricavata come polvere o estratto secco, dalle parti aeree, contiene “glicosidi cardioattivi”, chiamati anche
“cardenolidi”, in cui sono presenti molecole denominate “adonitossina, cismarina e k-strofantoside”; queste molecole
sono in grado di esercitare una forte attività stimolante sul muscolo cardiaco, per cui questa pianta se somministrata
in maniera impropria è estremamente tossica.
Proprietà terapeutiche, la somministrazione di questa droga aumenta la forza di contrazione del muscolo cardiaco
(effetto inotropo positivo); la Commissione Federale Tedesca indica l’utilizzo di questa droga nei disturbi lievi della
funzione cardiaca, nei casi di insufficienza cardiaca congestizia, (ICC), in particolare se questi sono accompagnati da
disturbi nervosi.
Effetti collaterali, se assunta in dosi eccessive, l’Adonide può causare nausea, vomito, alterazioni del ritmo cardiaco
e interagisce con alcuni farmaci, (lassativi, glucocorticoidi e chinidina), potenziandone l’attività,
AGLIO - (ipertensione)
“L’Aglio”, o “Allium sativum” appartenente alla famiglia delle “Liliaceae” è una pianta erbacea perenne, largamente
coltivata nel territorio italiano per uso alimentare. Le molteplici caratteristiche e proprietà di questa droga sono già
state ampiamente illustrate nel “Capitolo 18”, intitolato “Droghe per la cura delle iperlipidemie”.
Proprietà terapeutiche, gli effetti antipertensivi dell’aglio, nei casi di ipertensione arteriosa, (IA), sono dovuti alla
presenza nella droga di “allicina”, sostanza, che provoca una vasodilatazione arteriosa, a cui segue una riduzione
della pressione sia sistolica che diastolica. La somministrazione giornaliera di questa droga, effettuata nel corso di
diverse sperimentazioni cliniche, ha sempre mostrato assenza di effetti collaterali e affidabilità terapeutica, su soggetti
ipertesi e/o affetti da iperglicemia
BIANCOSPINO - (funzionalità cardiaca)
“Il Biancospino”, denominato anche “Grataegus oxyacantha o C. laevigata”, è una pianta arbustiforme spontanea,
appartenente alla famiglia delle “Rosaceae”, che è presente nelle campagne, lungo le siepi e nei boschi della nostra
penisola; questa pianta è dotata di fiori a calice con 5 petali di colore bianco e di frutti a forma di drupa, che all’atto
della maturazione diventano di colore rosso. Le molteplici caratteristiche e proprietà di questa droga sono già state
ampiamente illustrate nel “Capitolo 15”, intitolato “Droghe per la cura dell’insonnia”.
Droga, è ottenuta in primavera dalla raccolta delle sommità fiorite, le quali sviluppano un odore gradevole, grazie alla
presenza di piccole quantità di un olio essenziale ricco di composti profumati; i principali componenti attivi presenti
nella droga sono costituiti da “procianidine,(cianidina), flavonoidi, (vitexina e iperoside)”. A questo proposito, la 4ª
edizione della Eu. Pharm. indica che la polvere ottenuta dai frutti essiccati di biancospino deve contenere non meno
dell’1% di procianidine, calcolate come cianidina, o che la polvere ricavata dalle foglie e dai fiori essiccati deve
contenere non meno dell’1,5% di flavonoidi calcolati come iperoside.
Proprietà terapeutiche, in base agli studi di farmacologia sperimentale, effettuati su pazienti affetti da insufficienza
cardiaca congestizia e da angina pectoris, (ICC e AP), ai quali sono stati somministrati estratti idroalcolici
standardizzati di biancospino, sono stati evidenziati effetti inotropi positivi, in grado di.
- ottimizzare la forza di contrazione del muscolo cardiaco, con conseguente miglioramento del flusso sanguigno,
- stabilizzare il ritmo cardiaco, riducendo le crisi provocate da aritmia e da tachicardia,
- produrre una vasodilatazione a livello coronarico, in modo da limitare le crisi di angina,
- ridurre i valori di pressione arteriosa, migliorando l’elasticità delle pareti vasali arteriose ed il flusso sanguigno.
Impieghi alternativi, sono quelli di carattere sedativo, usando questa droga da sola o in associazione con altri
composti, come già descritto al capitolo 15.
Effetti collaterali, in generale il biancospino è una droga ben tollerata, a basso rischio terapeutico, caratterizzata da
scarsi effetti collaterali, controindicazioni o limitazioni con altri farmaci. I principali disturbi, finora evidenziati, su un
numero molto limitato di pazienti, riguardano prevalentemente problemi di eccessiva vasodilatazione arteriosa
periferica, che a sua volta provoca, nausea, vertigini, mal di testa, vampate di calore e epistassi, sempre a dosaggi
elevati e per lunghi periodi di somministrazione, privi di interruzione.
CARCADÈ - (ipertensione)
“Il Carcadè” o “Hibiscus sabdariffa” o “Ibisco”, appartenente alla famiglia delle “Malvaceae”, è una pianta arbustifera
originaria delle zone calde dell’Asia, la cui coltivazione è stata successivamente esportata, a scopo ornamentale, in
molte altre parti del mondo a clima temperato o tropicale, Italia compresa. Questa pianta è caratterizzata da fiori a
forma di calice, dotati di 5 petali di colore rosso/rosato più o meno intensi a seconda della specie; nel periodo della
seconda guerra mondiale l’ibisco era utilizzato come bevanda per la preparazione di infusi o decotti, in sostituzione
del the.
Droga, ricavata come polvere o estratto secco dalle infiorescenze nel periodo di massima maturazione, contiene
“antocianine” e una “miscela di acidi organici” a catena lineare, quali ac. ibiscico, citrico, ascorbico, malico e tartarico.
Proprietà terapeutiche, recenti sperimentazioni cliniche hanno mostrato l’efficacia di questa droga nel trattamento
dei casi di ipertensione lieve o moderata, (IA); i pazienti, affetti da ipertensione essenziale moderata, ai quali era
somministrata una dose giornaliera costante di ibisco sotto forma di tisana, mostravano tutti una sensibile diminuzione
dei valori di pressione sistolica e diastolica entro due settimane dall’inizio del trattamento. Più recenti studi clinici,
effettuati su più larga scala con circa 100 pazienti, ai quali è stata somministrata una dose giornaliera costante di
ibisco sotto forma di tisana, hanno presentato una riduzione dei valori di pressione sistolica e diastolica, del tutto
simile a quella ottenuta da un campione di altri pazienti, trattati con un medicinale di riferimento a base di ACEinibitore.
Impieghi alternativi, la Commissione Federale Tedesca raccomanda l’uso di questa pianta, per stimolare l’appetito,
come blando lassativo e diuretico, nei casi di raffreddore e catarro.
Effetti collaterali, dalle sperimentazioni finora effettuate è sempre stata mostrata una tollerabilità eccellente,
associata ad un uso appropriato dell’ibisco e non è mai stato evidenziato alcun effetto collaterale, controindicazione o
interazione con altri farmaci.
GINKGO - (arteriopatia ostruttiva)
Il “Ginkgo” o “Ginkgo biloba”, appartenente alla famiglia delle “Ginkgoaceae” è una pianta arborea di grosse
dimensioni, molto diffusa nei paesi europei come pianta ornamentale presente in parchi, viali alberati e giardini.
Droga, è ottenuta dalle foglie fresche, raccolte all’inizio dell’estate, in corrispondenza del periodo di massimo sviluppo
vegetativo, i principi attivi presenti sono costituiti da “Triterpenoidi” denominati anche “Ginkgolidi”, da “Flavonoidi e da
“Acidi Gingkonici”.
Proprietà terapeutiche, le caratteristiche e la proprietà di questa droga sono già state ampiamente illustrate nel
“Capitolo 14”, intitolato “Droghe per le capacità cognitive”. In particolare la somministrazione giornaliera di dosi
costanti di “estratto secco titolato” di ginkgo, nel trattamento dei disturbi causati dall’arteriopatia ostruttiva periferica,
(AOP), ha fornito risultati molto positivi, su alcune centinaia di pazienti, affetti da “claudicatio intermittens”, riducendo
in poche settimane la dolorosità agli arti inferiori, migliorando contemporaneamente la loro resistenza a sforzi fisici di
deambulazione controllata. La Commissione Federale Tedesca raccomanda infine l’uso di questa droga per la cura
dei disturbi legati ad alterazioni del flusso arterioso centrale e periferico.
Interazioni, l’assunzione di ginkgo, provocando vasodilatazione a livello capillare, potenzia in generale l’azione dei
farmaci antiaggreganti piastrinici, degli anticoagulanti, interferisce con l’effetto antiepilettico di alcuni farmaci specifici e
potenzia l’effetto deifarmaci antidepressivi.
MUGHETTO - (funzionalità cardiaca, ipertensione)
Il “Mughetto” o “Convallaria majalis”, appartenente alla famiglia delle “Liliaceae”, è una pianta erbacea, velenosa,
spontanea, perenne, di piccole dimensioni, presente nei luoghi ombrosi delle aree montane sia italiane che europee.
Questa pianta, dotata di fiori bianchi a campanula gradevolmente profumati e di frutti a forma di drupa di colore rosso,
è coltivata a scopo ornamentale lungo le siepi ed ai margini di orti o di giardini. Il mughetto, è considerato
particolarmente tossico, se ingerito accidentalmente.
Droga, ricavata come “estratto secco” dai frutti, contiene “glicosidi cardioattivi”, denominati “cardenolidi”, a base di
“convallatossina” o di “convalloside”, a seconda dell’area geografica di raccolta.
Proprietà terapeutiche, la Commissione Federale Tedesca riporta per il mughetto le seguenti proprietà terapeutiche:
- azione inotropa positiva, con aumento della forza di contrazione del muscolo cardiaco, (ICC)
- diminuzione della pressione diastolica, (IA),
- aumento del tono dei vasi venosi con conseguente miglioramento del flusso sanguigno, (IV)
Impieghi alternativi, per le sue caratteristiche aromatiche il mughetto è utilizzato come profumo nell’indistria
cosmetica.
Effetti collaterali, la Commissione Federale Tedesca, in base alle sperimentazioni effettuate, segnala che la
somministrazione di mughetto può causare, sintomi di nausea, vomito, aritmie e perdita di potassio, (ipokalemia), in
pazienti sensibili, sottoposti contemporaneamente ad altri trattamenti con di farmaci cardioattivi.
OLIVO - (ipertensione)
“L’Olivo” o “Olea europea”, appartenente alla famiglia delle “Pedaliaceae”, è un albero nodoso di medie dimensioni,
largamente presente e coltivato nei paesi del bacino mediterraneo, fin dai tempi dell’antichità
Droga, è ricavata prevalentemente, come “polvere o estratto secco”, dalle foglie essiccate e triturate o dai residui di
scarto della spremitura delle olive; il componente maggiormente presente nella droga essiccata è un glicoside
chiamato “Oleuropeina”, sostanza dotata di attività “vasodilatatrice e antiossidante”, in grado di ridurre la pressione
arteriosa e di rallentare il processo di invecchiamento della pelle, (rughe, elasticità, desquamazione etc.).
Proprietà terapeutiche, le foglie di olivo sono utilizzate nella medicina tradizionale italiana come rimedio per il
trattamento dell’ipertensione, nei casi di ipertensione moderata, senza provocare alcun effetto collaterale o interazione
con altri farmaci.
Impieghi alternativi, la Commissione Federale Tedesca segnala che le foglie di olivo, usate sotto forma di estratto
acquoso o di decotto, sono dotate di proprietà antispastiche, broncodilatatrici, antiaritmiche, antipiretiche,
ipoglicemiche e diuretiche, mentre non giustifica completamente l’efficacia antipertensiva, in quanto quest’ultima non
risulta essere stata ancora sufficientemente documentata dal punto di vista clinico.
RAUWOLFIA - (ipertensione)
La “Rauwolfia” o “Rauwolfia serpentina”, è un arbusto sempreverde, appartenente alla famiglia delle “Apocynaceae”;
questa pianta, comunemente denominata “Reserpina”, è originaria delle zone tropcali a clima monsonico del
continente asiatico.
Droga, è ricavata come “estratto secco” dalle radici essiccate e frantumate; i principi attivi più importanti, presenti
nella droga, sono costituiti da: “Reserpina”, “Ajmalina”, “Resocinnamina” e “Deserpidina”, i quali sono in grado di
bloccare selettivamente a livello del sistema nervoso centrale l’attività delle catecolamine, (riduzione della
noradrenalina), con effetto sedativo, ipotensivo e depressivo, agendo, sia sui vasi sanguigni, sia sul comportamento
dell’individuo.
Proprietà terapeutiche, la reserpina è stata utilizzata, per diversi secoli nella medicina popolare asiatica, come
rimedio per molte malattie mentali, (aggressività e schizofrenia), oltre che per la cura dei disturbi da ipertensione. La
reserpina è stata, fino a pochi anni fa, uno dei farmaci maggiormente utilizzati per curare l’ipertensione arteriosa,
tuttavia a causa degli effetti collaterali manifestati a seguito di trattamenti prolungati, quali:
- difficoltà nel dormire,
- alluncinazioni,
- depressione,
- tendenze suicide,
- interazioni farmacologiche con altri farmaci,
l’uso di questo “prodotto naturale” è stato rapidamente soppiantato, dall’impiego di farmaci di sintesi, di gran lunga più
tollerati, molto più specifici e soprattutto molto meno tossici.
SALVIA CINESE - (circolazione e funzionalità cardiaca)
La “Salvia cinese” o “Salvia miltiorrhiza”, appartenente alla famiglia delle “Labiatae”, è una pianta erbacea,
spontanea, di piccole dimensioni, dotata di grosse radici, originaria delle zone boschive collinari dell’estremo oriente,
(Cina e Giappone).
Droga, è ottenuta come “estratto secco”, dalle radici e dal rizoma della pianta; le sostanze maggiormente presenti
nella droga sono chiamate “tanshinoni” e “tanshinoli”, a seconda del loro contenuto costituito da chetoni o alcoli.
Proprietà terapeutiche, la Salvia cinese, secondo la “Medicina Tradizionale Cinese”, (MTC), era utilizzata come
rimedio per: “stabilizzare il cuore e per calmare i nervi, per alleggerire il sangue e rimuovere quello coagulato”. In base
alle più recenti sperimentazioni cliniche, la somministrazione di “estratti secchi a base di salvia cinese”, è risultata
efficace nei casi di angina prctoris, contro l’aterosclerosi, per le terapie post-infatuali, nei casi di ictus e per la cura
delle tromboflebiti.
Impieghi alternativi, le foglie e le sommità fiorite sono utilizzate nell’industria alimentare come aromi per le carni
arrostite e per la preparazione di salse o condimenti
Effetti collaterali, la salvia cinese, poiché interferisce con la funzione piastrinica, non deve essere somministrata in
concomitanza con farmaci anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici.
RIFERIMENTI PRATICI
A titolo esemplificativo, per meglio illustrare, dal punto di vista pratico, le informazioni riportate nel capitolo, viene di
seguito riportato un elenco dei più comuni preparati fitoterapici, reperibili in farmacia come integratori alimentari e
utilizzati per la cura dei disturbi di natura cardiocircolatoria. Per ciascuna categoria di prodotto è indicata anche la
composizione dei principi attivi presenti, la denominazione della specie vegetale di provenienza o della droga
presente.
Integratori alimentari
- Aglio, (Soc. Arkofarma), capsule opercolate, contenenti polvere d’aglio inodore,
- Biancospino, (Soc. Arkofarma), capsule opercolate a base di polvere titolata e criofrantumata di biancospino,
- Cardiovis, (Soc. Biosline), tavolette a base di olivo foglie e.s. titolato + biancospino e.s. titolato + miscela di olivo
frutto e.s. titolato, (Eidrosol)® + vitamina E + vitamina PP,
- Ginkgo, (Soc. Arkofarma), capsule opercolate a base di polvere titolata e criofrantumata di ginkgo,
- Olivo, (Soc. Arkofarma), capsule opercolate a base di foglie d’olivo
- Salvia Cinese, (Soc. Fitomedical), tavolette a base di estratto secco di salvia cinese.
Fig. 21.1 Descrizione del sistema cardiocircolatorio
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Fig. 21.2 raffigurazione schematica del cuore e dei vasi sanguigni ad esso collegati
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