BREVE SUNTO DEL PENSIERO FILOSOFICO-SPIRITUALE INDIANO
VEDA (XIX-VIII sec. a.C.)
Opera a carattere liturgico-sacrificale formata da quattro testi:
Rig-Veda, Yajur-Veda, Sama-Veda e Atharva-Veda.
BRAHMANA-ARANYAKA
(XI-IX sec. a.C.)
Commentari dei Veda, ne interpretano le formule e i riti.
UPANISHAD E MIMAMSA
(IX—IV sec. a.C.)
Approfondimento dei Veda, sono più di un centinaio di testi
con impostazione più razionale e più analitica, originano i
principali sistemi filosofici indiani, ne deriva il
JNANAMARGA (razionalismo), sorgono due concetti fondamentali:
BRAHMAN=principio universale-macrocosmo e ATMAN=
principio individuale-microcosmo.
MAHABHARATA (XV sec. a.C.)
Grande poema epico di cui fa parte la BHAGAVAD-GITA che
dice: tutte le vie sono valide, l’importante è la fede ed il lavoro
disinteressato. Dà origine al BHAKTI-MARGA (la via della
fede e del disinteresse) e, secondo altri commentatori, al
KARMA-MARGA (la via dell’agire positivamente).
SAMKHYA (VI-V sec. a.C.)
Di derivazione vedica, dualista: ammette la concezione reale
del mondo, realista, è retto da due princìpi: PURUSHA
ovvero le individualità umane e PRAKRITI la materia, la
natura creatrice formata da tre GUNA o qualità: rajas è
energia, attività, espansione - sattva è luminosità,
intelligenza, equilibrio - tamas è oscurità, inerzia, contrazione.
E’ un sistema ateo (non materialista), nel quale il modo per
uscire dalla trasmigrazione è il raggiungere l'isolamento dalla
materia.
YOGA (... a.C.)
Viene già citato nei VEDA (Rig.VEDA). Il significato del
termine significa: unire, soggiogare, controllare (i sensi e la
mente). Per alcuni commentatori ha radici in comune con il
Samkhya, si sviluppa nella Bhagavad-gita, viene sintetizzato
negli Yogasutra di Patanjali (100... a.C.) e da altri testi
successivi. Postula l’esistenza di un creatore ISHVARA -Dio e
per la salvezza finale esige la disciplina mentale.
BUDDHISMO (VI sec. a.C.)
Trae origine da Gautama Siddhartha: la vita è sofferenza,
l’unica via di uscita è l’ascetismo che conduce all’estinzione
(NIRVANA).
JAINISMO (VI sec. a.C.)
L'universo è concepito come un qualcosa di eterno e Dio come
la pura coscienza. Ogni individuo è altrettanto eterno e
attraverso il rispetto (Ahimsa la non-violenza vissuta nel
dettaglio), l'impegno e il corretto agire imposta al meglio la
propria esistenza.
INDUISMO ......
Questo nome è stato impropriamente coniato dagli inglesi nel
periodo coloniale, includendo buona parte dei sistemi sopra
elencati e un’infinità di testi e correnti differenti. Di massima il
concetto di assoluto è formato da tre divinità: BRAHMA,
VISHNU e SHIVA (trimurti=trinità), tutto è sottoposto alla
legge di causa-effetto: il Karma, e dalla catena delle
rinascite: il Samsara. Attraverso la devozione,
l’accettazione e l’impegno personale si arriva
all’illuminazione: il Samadhi.
SHIVAISMO (IX-X sec. d.C.)
Dalla trinità induista prevale SHIVA che diviene il Dio
assoluto, fine ultimo è la comunione con Lui.
SHAKTISMO-TANTRISMO
(VI-VIII sec d.C.)
Di probabile origine magico-sciamanica, trova contatti con:
Yoga, Buddhismo e Shivaismo. Asserisce che per ottenere uno
stato di purezza non sia necessario rinunciare a ciò che è
impuro (i piaceri), ma trasmutarlo. Questa potente energia
negativa, neutralizzata, diviene un altrettanto potente
strumento di liberazione.
VEDANTA (dal III sec. d.C.)
Con questo termine viene indicato l’insieme dei VEDA, delle
UPANISHAD, dei BRAHMANA e degli ARIANYAKA come
fondamento del moderno induismo. E’ formato da diverse
correnti che in comune hanno il concetto di creatore assoluto
il BRAHMAN al quale, attraverso i VEDA da Lui trasmessi,
si fa riferimento per porre termine al continuo ciclo di
rinascite.