coro “lege artis” di san pietroburgo

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COMUNICATO STAMPA
VENETO FESTIVAL 2014
(44° Festival Internazionale del violino G. Tartini)
INAUGURAZIONE UFFICIALE
PADOVA – CHIESA DEGLI EREMITANI
VENERDI 23 MAGGIO 2014 – ore 21
Roberta CANZIAN, soprano
Laura POLVERELLI, mezzosoprano
Aldo CAPUTO, tenore
Marco BUSSI, basso
CORO “LEGE ARTIS” DI SAN PIETROBURGO
diretto da
Boris ABALYAN
“I SOLISTI VENETI”
Direttore: CLAUDIO SCIMONE
PROGRAMMA
GALUPPI – “Messa per il riscatto degli schiavi”
(Prima esecuzione in tempi moderni)
MOZART – “Messa dell’Incoronazione” K 317
per soli, coro e orchestra
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La 44.ma edizione del "Veneto Festival" , il grande Festival itinerante negli stupendi luoghi
d'arte particolarmente del Nord Est , intitolata "Dal Veneto al mondo" è dedicata anche al
55.o anniversario de "I Solisti Veneti" che hanno raggiunto fama mondiale con quasi 6.000
concerti in 90 Paesi , più di 300 registrazioni LP, CD e DVD , i massimi premi mondiali del
disco (dal Grammy di Los Angeles, a numerosi Grand Prix du Disque dell'Académie Charles
Cros e al particolare premio del Festival Bar con 350.000 voti di pubblico giovanile) e la
partecipazione ai massimi Festival Internazionali (più di 30 concerti al Festival di
Salisburgo).
Il concerto riveste l'importanza di un grandissimo evento artistico non solo per la
patecipazione di solisti vocali di altissimo livello e del formidabile Coro "Lege Artis" di San
Pietroburgo ma perchè propone per la prima volta in tempi moderni un capolavoro della
musica sacra di Baldassare Galuppi, il massimo compositore veneziano della seconda metà del
Settecento , opera di immenso interesse non solo artistico ma anche storico in quanto legata
ad una delle più straordinarie e impegnative attività politiche della Serenissima, il riscatto
degli schiavi, solo molto recentemente riportata alla pubblica attenzione da un'affascinante
ricerca storica.
L'EVENTO
Il concerto inaugurale del "Veneto Festival" costituisce un evento culturale e musicale
di eccezionale interesse sia dal punto di vista puramente musicale che dal punto di vista
storico. Da un lato la prima esecuzione moderna della "Messa per il riscatto degli schiavi" di
Baldassare Galuppi , detto "il Buranello" (così veniva chiamato dallo stesso Mozart) , certo il
compositore più noto del secondo Settecento veneziano, propone con il massimo rilievo lo
straordinario valore artistico della musica sacra del compositore , la parte più interessante ma
oggi quasi totalmente ignota, della sua produzione che ha potentemente influenzato l'opera dei
contemporanei fra cui lo stesso genio di Salisburgo; dall'altro richiama all'attenzione uno degli
aspetti più importanti ma poco noti dell' attività della Serenissima per oltre due secoli, cioè
l'attività dei poteri veneziani volti al riscatto di una parte di quasi un milione di loro
concittadini o loro alleati che vivevano sulle sponde dell'Adriatico e che nello spazio di oltre
due secoli (fra il 1530 e il 1780 ) venivano presi come prigionieri o rapiti dai turchi o dai pirati
barbareschi .
IL RISCATTO DEGLI SCHIAVI
Proprio recentemente , nel 2012, un importante e brillante ricerca pubblicata da Andrea Pelizza
ha descritto in modo vivace ed esauriente tale fenomeno storico: per pagare un riscatto per la
liberazione di centinaia di migliaia di schiavi venne istituita a Venezia una apposita
magistratura e si svilupparono apposite strutture pubbliche e private ( in primo piano due
organizzazioni religiose , la Scuola della Trinità in Santa Maria Formosa e l'ordine dei Padri
Trinitari di origine non veneziana, ma anche tutto un mondo di ambasciatori, mediatori ,
sensali, consoli) le cui attività si alternavano o si sovrapponevano, spesso in concorrenza fra
loro data l'ampiezza dei mezzi economici impiegati. Quest'attività importantissima , che
testimonia della grandezza d' animo dei reggitori veneziani , era molto sentita dalla
popolazione al punto che il ritorno degli schiavi nella madre patria veniva spesso salutato da
imponenti manifestazioni con il patriarca nel baldacchino, il doge e il patriziato in toga. Si ha
notizia che in occasione di una di queste, svoltasi nel 1765 venne eseguita una Messa composta
da Galuppi ma si può considerare certo che il "Buranello" nel suo ruolo di Maestro di Cappella
di San Marco e di Maestro di Coro presso l'Ospedale dei derelitti ne abbia composte altre per
diverse consimili cerimonie.
BALDASSARE GALUPPI
Nato a Burano nel 1706 e morto a Venezia nel 1785 , Baldassare Galuppi ha svolto la sua attività
per un periodo lunghissimo che gli ha permesso di essere contemporaneo sia di Vivaldi ( morto
nel 1741) che di Mozart (che è morto solo 6 anni dopo Galuppi e rivela certo nella sua musica
un'influenza dell'arte del Buranello) . La sua immensa produzione pone serie difficoltà a chi
tenti di farne una catalogazione, dato che si calcola che il catalogo tematico delle sue opere ( in
corso di pubblicazione a cura di Franco Rossi per le edizioni de "I Solisti Veneti") consti di oltre
15.000 numeri e tale era il suo successo all'epoca che i manoscritti delle sue opere teatrali e sacre
sono sparsi in biblioteche di tutto il mondo. Si calcola che la media della musica scritta
nell'arco della sua vita (comprendendo ovviamente anche i giorni o periodi in cui era
impossibilitato a comporre) ammonti a almeno 17 pagine al giorno !
Uomo di teatro di grande successo, la sua attività conta, oltre a molte opere strumentali, oltre
100 opere teatrali, eseguite in tutti i Teatri del mondo allora conosciuto . Era operista insigne sia
per l'opera seria che per l'opera buffa per cui , grazie anche alla cospicua collaborazione con
Carlo Goldoni , fu ricordato per tutto l'Ottocento ( nel quale erano scomparsi i nomi dei suoi
illustri concittadini Antonio Vivaldi e Tommaso Albinoni) fino ad oggi.
Grazie al suo fascino personale e alla sua sapiente diplomazia, Galuppi. fin da giovane conta
per la sua affermazione su forti amicizie e salde protezioni da alcune delle più forti famiglie
veneziane ( fra cui i Priuli e i Pisani) e più tardi ,divenuto grazie alla sua attività celebre e
facoltoso , conoscerà i più importanti personaggi del suo tempo fra cui l'imperatore d'Austria
Giuseppe II e l'imperatrice Caterina di Russia che lo vorrà al suo servizio in Russia per due
anni.
LA SUA MUSICA SACRA
Come abbiamo detto è l'aspetto artisticamente più importante ed affascinante della sua attività,
curiosamente quasi ignorato in tempi moderni. Ancora sedicenne Galuppi è diventato organista
presso la Chiesa di Santa Maria Formosa e , dopo essere passato per altri ruoli sempre più
prestigiosi , dal 1748 in poi svolge attività presso la Basilica di San Marco divenendo Maestro
di Cappella titolare nel 1762 . A questo punto egli ha in mano la regia di tutte le grandi
celebrazioni della Repubblica , sia intervenendo in tutte le cerimonie del Doge nelle Chiese
direttamente sottoposte alla proprie autorità (fra cui San Zaccaria, Santi Filippo e Giacomo,
ecc.), sia nelle occasioni più episodiche di celebrazioni di grandi eventi, come avviene
appunto,,scrivendo la musica per i festeggiamenti della visita di papa Pio VI nel 1872 e le Messe
in Santa Maria Formosa per festeggiare la restituzione degli schiavi . Grande maestro nel
trattare le possibilità della voce umana, le sue composizioni alternano arie solistiche sublimi a
pagine corali e contrappuntistiche che sono certo le più importanti della scuola veneziana e non
sono rimaste senza influenza su tutti i compositori europei, in particolare Mozart stesso.
Ricordiamo che delle Messe a quell'epoca il compositore scriveva solamente il Gloria e il Credo
e talora il Kyrie. Le altre parti della Messa venivano prevalentemente cantate in un gregoriano
particolare , con qualche differenza e ricco di ornamentazioni chiamato "patriarchino". In
questa Messa , come spesso accadeva il "Gloria" presenta una particolare alternanza di parti
corali con tre mirabili Arie delle voci soliste (in tempi moderni una soprano e una contraltoricordiamo che all'epoca tali parti erano sostenute da castrati e contraltisti) .
Asssistiamo così ad una scrittura corale imponente talora sviluppata con ricchezza di originali
soluzioni armoniche e di sapienza contrappuntistica e a pagine solistiche virtuose, emozionanti
e talora ( particolarmente il "Miserere") intensamente commoventi.
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