S&F_n. 15_2016 Wolfgang Pauli Fisica e conoscenza Introduzione di A. Sparzani, tr. it. I. Dennerlein, G. Perna, A. Gamba Bollati Boringhieri, Torino 2007, pp. 207, € 14 Contro la rigorosa separazione delle attività dello spirito umano in camere stagne, in atto dal XVII secolo, io considero l’aspirazione ad un superamento degli opposti, quale potrebbe essere una sintesi della comprensione razionale con l’esperienza mistica unitaria, come il mito espresso o inespresso di questo nostro tempo. W. Pauli Prima di prendere in esame questa raccolta di articoli del fisico austriaco, occorre subito fare due piccole premesse. sottolineato che Anzitutto, non si va intende scendere nei dettagli di ragionamenti matematici talvolta molto complessi, onde evitare di incorrere nell’inconveniente sottolineato da Fontenelle, quando, nel dare alle stampe il suo saggio sul calcolo infinitesimale, asserì che soltanto tre o quattro persone sarebbero state in grado di comprenderlo a pieno e “l’autore non è tra questi”. In secondo luogo, bisogna osservare che i temi affrontati dallo scienziato sono i più disparati, tanto che una trattazione approfondita delle numerose e rilevanti problematiche affrontate richiederebbe quanto meno lo spazio di una monografia. In tal senso, si procederà ad una precisa selezione attraverso l’analisi di alcune questioni strettamente filosofiche. Per questa ragione, è d’uopo partire da un elemento cruciale delle argomentazioni di Pauli, cioè dal significato filosofico dell’idea di complementarità. Un’idea che rappresenta il tentativo di raggiungere, in ambito scientifico, una «vera e propria sintesi di ipotesi opposte e quasi in contraddizione tra loro» (p. 14). Per introdurre questo aspetto 249 RECENSIONI&REPORTS recensione molto importante delle sue teorie e della sua epistemologia, il fisico parte dalle difficoltà che nei primi decenni del ‘900 riguardavano l’incertezza tra la natura ondulatoria o corpuscolare della luce, e più in generale di una qualsiasi onda elettromagnetica. È noto che, almeno da Newton in poi, sono state presentate dagli studiosi varie teorie sulla natura della luce. Lo stesso Newton, ad esempio, riteneva che la luce fosse fatta di corpuscoli, Huygens, invece, di onde. Ma il problema, quando si parla di onda in fisica, è che questo termine non è, per così dire, autosufficiente, nella misura in cui necessita sempre di un sostegno, di un appoggio. L’onda, in altri termini, ha bisogno di un mezzo, di un vero e proprio supporto materiale. Basti pensare che Maxwell, nella seconda metà dell’Ottocento, sosteneva l’esistenza dell’etere, cioè di quel mezzo di propagazione che, chiamato in causa per svolgere le funzioni più diverse, fu letteralmente spazzato via da Einstein nel 1905 con gli studi che culminarono nell’esposizione della teoria della relatività ristretta. Senza voler entrare nel merito di questioni che riguardano da vicino la storia della fisica, bisogna osservare che la posizione di Pauli, a volte molto apprezzata dagli altri studiosi a volte fortemente osteggiata, consiste nel ritenere complementari tra loro la concezione corpuscolare e quella ondulatoria della luce. Questa proposta andava a toccare il cuore di una problematica, a dir poco, rilevante, e cioè: cosa si intende per spiegazione nelle teorie fisiche? Il fisico austriaco, in maniera del tutto eterodossa, metteva in risalto il fatto che due concetti, molto differenti tra loro, non dovessero necessariamente escludersi a vicenda, ma potessero addirittura essere inseriti entro una cornice teorica unitaria. Si trattava di una notevole novità, un tentativo di flirt con il pensiero dialettico, elemento, senza ombra di dubbio, peculiare del pensiero occidentale sin dagli albori. 250 S&F_n. 15_2016 Un altro aspetto che emerge prepotentemente dagli articoli di Pauli è quello attinente al rapporto tra causalità e probabilità. Premesso che la meccanica quantistica non intende assolutamente affermare la fine delle certezze e il prevalere di un atteggiamento scettico dal punto di vista scientifico e filosofico esistenziale, occorre mettere in evidenza che essa rappresenta una teoria deterministica segnatamente all’evoluzione dei sistemi fisici che descrive. In sostanza, questo vuol dire che, in perfetta consonanza con quanto avviene nella meccanica classica, anche nella meccanica quantistica la conoscenza dello stato presente di un dato sistema fisica è tale da determinare il suo stato anche in futuro. Ma, anche in questo caso, viene alla luce una problematica squisitamente gnoseologica: che significa conoscere? Pauli intende concentrare l’attenzione propria e quella degli altri studiosi che nella realtà, all’interno della quale ci si muove dopo le rivoluzioni scientifiche degli inizi del secolo scorso, non trova più spazio il mito dell’obiettività. Per dirla con Heisenberg, bisogna cercare di capire «se gli scienziati debbano per sempre rinunciare all’idea di una scala cronologica obiettiva comune a tutti gli osservatori, all’idea che nello spazio e nel tempo si svolgano avvenimenti obiettivi indipendenti da ogni osservazione, oppure se la recentissima evoluzione sia da considerarsi come una crisi passeggera. A me sembra che fortissime ragione militano a favore del carattere definitivo di questa rinuncia» (Mutamenti nelle basi delle scienze, p. 45). Questa osservazione di Heisenberg, che si sofferma sulle modifiche apportate da qualsivoglia procedura conoscitiva all’oggetto conosciuto, è del tutto speculare a quella di Pauli, secondo cui «in microfisica […] ogni osservazione è un intervento di portata indeterminata sia sul mezzo di osservazione sia sul sistema osservato, e interrompe la correlazione causale dei fenomeni che la precedono rispetto a quelli che la seguono. L’interazione incontrollabile tra osservatore e sistema osservato, che ha luogo 251 RECENSIONI&REPORTS recensione in ogni misura, rende inapplicabile l’interpretazione deterministica dei fenomeni che è presupposta dalla fisica classica» (p. 19). Interessanti risultano essere, da un punto di vista filosofico, le argomentazioni dello stesso Pauli circa la particolare relazione che intercorre tra la scienza e il pensiero occidentale. Una volta messo in risalto che la filosofia, nel suo insieme, ha sempre subito l’influenza del pensiero del Medio e dell’Estremo Oriente, il fisico austriaco rileva che strutturale, se così si può dire, è l’intersecarsi, nel corso della storia della filosofia, di due differenti, se non opposti, atteggiamenti conoscitivi. Da un lato, l’atteggiamento critico‐razionale cerca di fare luce sui fenomeni senza chiamare in causa la trascendenza, ma cercando di comprendere la realtà basandosi sulle sole possibilità dell’intelletto e dell’esperienza dell’uomo. Dall’altro, il tentativo di risolvere, misticamente, le contraddizioni del mondo ricorrendo a una unitaria esperienza di redenzione. Queste due differenti posizioni si sono dialetticamente scontrate tra loro nel lungo processo di sviluppo della filosofia e della scienza, anche se non sono mancati tentativi di addivenire a una vera e propria sintesi, tentativi che per Pauli sono due in linea di principio. Il primo è quello messo in campo da Pitagora e dal pitagorismo, che, ulteriormente sviluppato da Platone, si basava su una vera e propria matematizzazione dell’anima del mondo, nel senso che ovunque fosse possibile ravvisare la presenza del numero, lì era anche l’anima, rappresentante dell’unita divina dell’Essere. Il secondo tentativo è, invece, quello dell’alchimia e della filosofia ermetica che venne meno nel corso del XVII secolo. L’alchimista, secondo Pauli, anche quando si trovava nella più solitaria delle solitudini del suo laboratorio, si sente sempre parte integrante della natura, «in maniera tale che i processi chimici veri o presunti […] sono misticamente identificabili in lui stesso con i procedimenti psichici e sono 252 S&F_n. 15_2016 indicati con le stesse parole» (p. 121). Il monismo psicofisico dell’alchimia, con l’avvento della scienza moderna, pur sopravvivendo, non rappresenta più un adeguato strumento di conoscenza della realtà, ma, ed è questo un elemento decisivo nelle argomentazioni di Pauli e la non tanto sottile linea rossa di questa raccolta di articoli, non bisogna, al tempo stesso, disperare di arrivare ad una comprensione unitaria dei fenomeni fisici. CIRO INCORONATO [email protected] 253