Google, la svolta hardware per la nuova sfida del mercato

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Anno XII n.14 - novembre 2016
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SCENARI
Aziende&Mercati
PROTAGONISTI
DELL'ECONOMIA
DIGITALE
Google, la svolta hardware
per la nuova sfida del mercato
Antonio Dini
I
l 2016 verrà ricordato come
l'anno della discontinuità. Un anno strano, in cui
succedono cose nuove, anche dal
punto di vista delle tecnologie
digitali. Adesso infatti viviamo in
un mondo in cui Google produce
telefonini e Microsoft vende i
suoi pc. E, nonostante l'avventura nell'hardware di Microsoft, i
più grandi cambiamenti in realtà
sono in casa Google.
L'azienda di Mountain View infatti è da alcuni mesi impegnata
in una profonda ristrutturazione
interna, cominciata con la creazione della holding Alphabet che
riorganizza tutta la struttura interna. Ma dentro ci sono anche il
ridimensionamento della divisione per l’auto a guida autonoma,
la temporanea sospensione della
parte Google Fiber con il progetto di cablatura ed erogazione
di servizi di connettività in una
ventina di città americane (dodici
già raggiunte o in corso d’opera,
altre dieci in stand-by e l’amministratore delegato della società
che ha fatto un passo indietro
dopo aver tagliato o spostato
Potenziati al massimo
i servizi di intelligenza
artificiale ma
i risultati si avranno
soltanto dopo un
periodo di 18/24 mesi
metà dei dipendenti) e un forte
investimento nel settore B2B.
In quell’area Google, forte di un
nuovo pacchetto di manager con
esperienza in aziende tradizionali, sta riorganizzando e portando
a sistema tutte le innovazioni
che finora erano “sparpagliate” in
silos diversi.
Quindi, dal meccanismo di
single sign on basato sull’identity management con Gmail alle
macchine virtuali e sistemi di
virtualizzazioni cloud che permettono di utilizzare la nuvola di
Google fino ai servizi agli utenti
finali e ai servizi per le aziende. In questo settore lo sforzo
tecnologico di Google di creare
uno dei migliori sistemi cloud
al mondo ha coinciso anche con
una razionalizzazione dell’offerta
(a partire dal pacchetto delle app
per la produttività nel cloud) fino
all’integrazione con altri filoni di
ricerca.
Google fa molto lavoro nel
settore dell’intelligenza artificiale e del machine learning.
Utilizza il suo cloud per erogare
servizi preimpostati ai clienti (a
partire dall’Assistente, sul quale
torniamo tra un attimo) e poi
offre le soluzioni alle aziende per
costruire i loro servizi di machine learning e di intelligenza
artificiale.
In particolare, con la nuova ondata di prodotti, dai router WiFi
per la casa ai telefonini Pixel fino
agli ultimi servizi di ricerca online, Google quest’anno ha iniziato
un periodo di potenziamento dei
servizi di intelligenza artificiale
che non hanno precedenti se non
nella strategia di Ibm, limitata
però al settore B2B. Google non
fa mistero di considerare i prossimi 18-24 mesi come un periodo
critico, una sorta di mini-singolarità, cioè punto di svolta in cui
l’utilizzo da parte di milioni di
persone del suo sistema di intelligenza artificiale porterà a risultati inediti. «Non mi emoziono
per il fatto che gli utenti usino
i nostri servizi – dice Fernando
Pereira, a capo del progetto di
comprensione del linguaggio
naturale di Google – quanto delle
conseguenze di questo uso».
Pereira definisce i prossimi 18-24
mesi “la Transizione”: «Questa
Google lancia
l'Assistente con il quale
si entrerà in contatto
soltanto con la voce
e imparerà dalle
persone con cui parla
Transizione ci porterà da un
sistema al quale bisogna insegnare in modo esplicito a uno che
impara in maniera implicita». La
differenza dalla notte al giorno,
dal sillabario al libro di Joyce.
L’Assistente di Google viene
raggiunto solo parlandoci a voce
e, quante più persone cominceranno a utilizzarlo, quanto
più rapidamente imparerà e
diventerà capace di comprendere
in maniera autonoma. Ovviamente parliamo di raccolta di
conversazioni aggregate, non
della creazione di dossier sui
singoli utenti: l’apprendimento
è sistemico e non individuale sul
singolo utente, per ovvie ragioni
di privacy, chiariscono sempre
quelli di Google. Ma l’obiettivo
rimane estremamente ambizioso: «Per Google il lancio dell’Assistente – dice Pereira – è come
tornare al lancio del motore di
ricerca, vent’anni fa. È come tornare agli esordi dell’azienda, con
le stesse potenzialità di crescita».
Tra dieci anni l’Assistente sarà
capace di conversare e capire le
cose come una persona dotata di
una memoria istantanea e totale,
e avere un rapporto unico con
tutti e ciascuno dei suoi utenti.
E questo è solo l’inizio. Per
raccogliere la mole di dati necessaria ad alimentare ed addestrare
l’intelligenza artificiale Google ha cominciato a costruire
applicazioni, servizi e apparecchi
venduti a costi ridotti che vengono sussidiati dalla pubblicità.
Targettizzazione mirata, profilazione di alto livello. Il mercato
paga: nell’ultima trimestrale
incassi e utili hanno battuto le
attese degli analisti, con 22,45
miliardi di dollari di fatturato
ne terzo trimestre 2016. Soprattutto, a crescere è la pubblicità
e all’interno di questa è la fetta
che viene dal mobile: alla fine
del 2016 sarà il 59,5% rispetto al
458% dell’anno scorso. Questo
permette alcune manovre finanziare a Google (come il buyback
di 7 miliardi di dollari in azioni
nell’ultimo mese) e il potenziamento dell’area dei contenuti.
Un mix di accelerazione nelle
aree strategiche, aperture in
nuovi segmenti come l’hardware
e riposizionamento o pausa strategica in altre aree dove l’azienda
vuole prima riorganizzarsi.
Così, per un Google Fiber che si
Una profonda
ristrutturazione
interna
per la casa di
Mountain View
che dopo
un processo
di integrazione
verticale
si trova
ora a competere
non solo
con Apple
ma anche
con i suoi stessi
fornitori e terzisti
come Huawei
e Samsung
ferma, c’è il rilancio della parte
cloud, l’acquisizione di contenuti
su YouTube, gli investimenti
nell’hardware di prestigio. Un
settore quest’ultimo dove Google
si troverà a competere frontalmente non solo con Apple ma
anche con i suoi stessi fornitori
e terzisti, come Samsung e
Huawei. Non a caso la stessa
strategia di integrazione verticale
perseguita da Microsoft, anch’essa sempre più concentrata su un
business che parte dall’hardware,
va nelle applicazioni, arriva ai sistemi operativi e prosegue sino al
cloud, portando con sé i servizi.
Un mercato nuovo, che Google
affronta cercando di schierare al
meglio i suoi pezzi sulla scacchiera.
@antoniodini
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