“Dark Of The Moon Prequel: Foundation” (1 di 4) Storia: John Barber Arte: Andrew Griffith Colori: Priscilla Tramontano Copertina A: arte di Brian Rodd. Copertina B: arte di Andrew Griffith e Priscilla Tramontano. Pubblicato dalla casa editrice IDW nel Febbraio 2011. La storia Su Cybertron, la guerra civile infuria. Optimus Prime sta guidando una squadra di Autobot (tra cui Ironhide ed Elita One) all'attacco di una postazione Decepticon. Megatron, in compagnia di Starscream e Shockwave, lo sta attendendo. Mentre la battaglia con i Decepticon infuria, Megatron rivive antichi eventi. Molto tempo prima, Cybertron era un pianeta morente, alla deriva nello spazio. La scomparsa dell'ultimo dei Prime e del Cubo dell'OmniScintilla (AllSpark Cube) aveva portato il caos tra gli abitanti superstiti (cioè i Transformer cui il Prime aveva dato vita col Cubo). Il pianeta si era diviso in fazioni e tribù, in guerra per la sopravvivenza e per le poche fonti di sostentamento rimaste. Ma una di queste fazioni era guidata dal saggio Sentinel Prime, ritenuto un discendente di Primus, il primo Cybertroniano. Con l'aiuto dei meccanoidi a lui fedeli (Optimus, Megatron, Wheeljack, Elita One, Shockwave), Sentinel riuscì a far riemergere il Cubo dagli abissi del pianeta: si trattava ora di trovare un modo per ricaricarlo. I Separatisti Thetacon (tra i quali militava Irohide) tentarono di impedire l'impresa, per i rischi che comportava. Essendo infatti Cybertron distante da qualunque stella, Sentinel e Wheeljack misero in atto un piano disperato per trasferire fisicamente un astro in prossimità del pianeta. La vicinanza da sola all'astro fu sufficiente perché, senza che la stella venisse distrutta, il Cubo si ricaricasse. Ciò portò letteralmente una nuova alba su Cybertron, e non solo perché adesso un sole splendeva nei suoi cieli: una nuova generazione di meccanoidi (gli Hatchling, cioé i “neonati”) emerse dalle Hatcheries (una serie di capsule per produrre in serie nuovi meccaniodi) e affrontò la vita senza dover conoscere guerra e fame. Megatron fu tentanto di sopprimere i Separatisti, ma Optimus seppe intervenire per portare a più miti consigli tanto lui quanto Ironhide. Elita One tornò a Metrotitan, dove si sarebbe riunita alle sue sorelle. Optimus avrebbe voluto seguirla, ma Sentinel lo portò invece con sé a Trypticon, dove sarebbe sorto il primo governo planetario. Ma Sentinel non vedeva se stesso come un capo: il suo compito era stato solo quello di unificare le fazioni. Adesso, per guidarle, Sentinel aveva scelto Optimus, chiamandolo “Prime”. Non tutti erano felici, però. Megatron, per esempio, che aveva spiato in segreto le mosse di Sentinel. O Shockwave, metaforicamente irritato dall'abbagliante luce del sole e dalla mancanza di uno scopo in epoca di pace. Nuovamente nel presente della guerra civile, Megatron attende che Optimus giunga davanti a lui, superando le truppe Decepticon. E adesso come allora, Megatron è del tutto certo che Optimus non abbia la capacità di gestire le responsabilità. Note L'artista Andrew Griffith si sforza di mantenere per i personaggi lo stesso aspetto Cybertroniano visto in RotF: Defiance. Cybertron ha una pioggia acida che corrode la pelle dei Transformer, ma senza essere letale (sulla breve distanza). La presenza di Elita One tra le truppe di Optimus è un riferimento tanto al modellino della linea TFTM07 (un Repaint) quanto a TFTM07: Reign Of Starscream. Invece che sfoggiare i colori del suo modellino “Protoforma”, Optimus è qui caratterizzato dal più classico schema rosso/blu. I guerrieri Autobot e Decepticon della battaglia nel “presente” della guerra civile sono generici, come rivelato da Andrew Griffith, ma pensati per ricordare personaggi ufficiali. E' il caso di Stockade e Payload, fra i Decepticon. I due Autobot senza nome sono “Deadguy” e “Cannonfodder”, come rivelato da Griffith. Il secondo, quello marrone-oro, è un incrocio tra Arcee e Bumblebee. Entrambi sono maschi. Wheeljack si mantiene fedele alla sua incarnazione G1 di scienziato. Wheeljack parla di distorsione spaziale in “17 dimensioni”, per portare un sole vicino a Cybertron. Guarda caso, nello script di Revenge Of The Fallen (e nell'adattamento a fumetti), Sam cita proprio Sentinel e le 17 dimensioni, durante il suo vaneggiamento in classe. Sentinel Prime è un condottiero saggio, lungimirante, umile: un filosofo, come il personaggio descritto in The War Within, vol 1. Tutti i Cybertroniani erano considerati Autobot (Autonomous Robotic Organisms), e i Prime erano i loro creatori (nel senso che usavano il Cubo per dare loro la vita). Primus è ora il primo Cybertroniano, e non più un dio creatore (forse). Ironhide ha un passato molto significativo in comune con Megatron e Optimus: dalle sue azioni in Defiance, ciò non si direbbe. E' anche vero che tra i due eventi trascorre un intervallo temporale enorme, e che non c'è alcun elemento in netto contrasto tra le due storie. In Defiance, però, Optimus non sembra essere esperto di guerra (o così insinua Ironhide), mentre in Foundation è abile quanto Megatron... saranno stati i millenni di pace ad infiacchirlo, facendogli perdere smalto? La tribù di Ironhide usa armi simili alle sue (cannoni montati sulle braccia). Cybertron era un pianeta alla deriva nell'universo, ma non è dato sapere se lo fosse sempre stato. La riattivazione del Cubo tramite una stella allude all'Harvester visto in Defiance. Lo scrittore John Barber rivela però che quel metodo, così distruttivo, non è l'unico. Peccato che i Prime non l'abbiano scoperto in tempo. Lo spostamento attraverso il cosmo di un'intera stella è forse il dettaglio più difficile da digerire: dove ha trovato Wheeljack una fonte di energia così potente (e perché non ha usato direttamente quella per alimentare il Cubo)? Torna l'unità di tempo Quartex. Sentinel ricorda la parola perduta, “libertà”, associandola al “diritto di tutti gli esseri viventi”. E' un lascito dei loro antenati, ma anche il motto di G1 Optimus Prime (citato a caso in TFTM07). Elita One ricompare in Rising Storm. Per la prima volta in questo universo, la sua relazione con Optimus richiama quella dei loro omonimi G1. Le “sorelle minori” di Elita One sono Chromia e Arcee. In Rising Storm #1, ambientato nel “presente terrestre” della saga, Elita-1 compare ancora, riprendendo il tema del suo riserbo verso Optimus Prime. Inoltre, dopo gli eventi di Tales Of The Fallen #6, Elita One è parte del “triplo” robot Arcee visto in Revenge Of The Fallen. La nuova generazione di meccanoidi nasce da capsule che si schiudono (da qui il termine Hatchling) in una gigantesca installazione dedicata solo a questo scopo (un pollaio pieno di uova?). La parte più spaventosa è che i neonati sono effettivamente piccoli e indifesi come neonati umani: una certa fetta del fandom ci andrà a nozze, con questa faccenda. Questi Hatchling sono gli stessi che compaiono alla fine di Revenge Of The Fallen (l'adattamento a fumetti)? Chi li sta gestendo è Flatline, lo scienziato pazzo Decepticon visto in Tales Of The Fallen #6. Ironhide e gli anziani della sua tribù hanno intenzione di costruire un tempio intorno al Cubo. Si tratta presumibilmente del Tempio di Simfur visto in Defiance e nel Prequel di TFTM07. Ironhide e i suoi sarebbero quindi i fondatori della città di Simfur. La città di Trypticon sarà sede non solo del governo, ma anche di Megatron, come visto in Defiance e in Reign Of Starscream. Trypticon viene per errore scritto “Tripticon”. Megatron ha già gli occhi rossi nel flashback, sebbene questo particolare in teoria compaia solo dopo la sua corruzione a opera del Caduto (che avviene solo prima dell'inizio della guerra civile). La città di Metrotitan viene mostrata in Defiance. In Defiance, Optimus sembra stupito all'idea di essere lui stesso un Prime: eppure, in Foundation, Sentinel gli ha rivelato questo fatto molto tempo prima. Forse Optimus non lo ha mai preso alla lettera... o forse le sue memorie si sono cancellate nel corso dei millenni intercorsi. Altra ipotesi: Optimus ha tenuto nascosto questo fatto pervia della sua modestia, e si stupisce quando Ratchet lo scopre. Che Megatron sappia della natura di Prime di Optimus, invece, non è un fatto che faccia cigolare la già instabile continuità di questo universo narrativo. Osservazioni Con la conclusione di Nefarious, ogni produzione decente di fumetti dei Transformer sembrava essersi conclusa: la serie G1 è quanto di più mediocre si possa immaginare, di Animated a fumetti non si parla più e l'universo dei film di Michael Bay è semplicemente troppo caotico per poter generare altri prodotti interessanti. O meglio, qualcosa era anche emerso, grazie a Chris Mowry, ma la scure della censura preventiva aveva rovinato quasi tutto (con motivazioni peraltro ridicole, come tutti ricorderanno). Anche la miniserie Sector 7, scritta dallo stesso John Barber di Foundation, non convinceva pienamente: storie senza ampio respiro, una presenza esagerata di personaggi umani tutti uguali, arte affrettatissima e anonima che rendeva i personaggi ancora più uguali, supervisione inesistente (con nomi sbagliati ogni tre pagine), eccetera. Insomma, la solita produzione dilettantesca a cui la nuova gestione della IDW ci aveva abituati. Eppure... Eppure John Barber aveva dimostrato di saperci fare. Conosceva la storia degli USA, conosceva la letteratura, conosceva a menadito la continuità dei film e dei fumetti. Di più, sembrava che avesse effettivamente letto e riletto le produzioni IDW dedicate ai fumetti! Non era un autore “mercenario”, di quelli cui non importa assolutamente nulla della serie per cui stanno scrivendo, e si limitano a sfruttare il bigino fornito dal supervisore per sfornare meccanicamente una sfilza di storie super dilatate e infarcite di luoghi comuni e approssimazioni. No, Barber ci metteva passione e attenzione. E faceva ancora di più: citava le sue conoscenze, riportandole direttamente nei fumetti! E' ciò che accade anche in Foundation. La storia ha un disegno, una direzione, un ampio afflato epico e personaggi ben caratterizzati; racconta eventi importanti con chiarezza, lucidità e immediatezza. Analizza i personaggi, le loro motivazioni, e ciò che essi rappresentano, senza lesinare critiche ragionate verso i loro errori. Sono presenti persino metafore senza un fondo di retorica propagandistica, che in confronto alla becera manipolazione dei lettori attuata da certi altri registi/supervisori/sceneggiatori, sembrano quasi sfiorare la raffinatezza. In altre parole, Barber ha studiato a fondo l'argomento e si è preparato un piano per sviluppare la sua narrazione: non sta improvvisando man mano che scrive, e non si dimentica ciò che ha scritto due pagine prima. L'universo narrativo non sarà dei migliori, la supervisione resterà ancora sciatta, ma finalmente sui fumetti dei Transformer torna un autore veramente interessato al marchio e, soprattutto, abbastanza libero di procedere seguendo il suo talento. Per certi versi, Foundation #1 riesce persino a superare il lavoro di Chris Mowry (cui deve comunque moltissimo). Sarà anche perché la parte grafica è interamente gestita dall'abile ed elegante Andrew Griffith, che gestisce con intelligenza il look barocco dei Transformers dei Film moderni, rispettandone l'abbondanza di dettagli ma senza rendere le figure finali indecifrabili. Resta solo da sperare che Griffith non debba essere sostituito a metà strada da un Khanna, un Che o un Magno qualsiasi (anche se quest'ultimo è già attivo su Rising Storm). Recensione di M3Gr1ml0ck