Tiro, i Fenici e la Foresta dei Cedri

Tiro, i Fenici e la Foresta
dei Cedri
Tiro, i Fenici e la Foresta dei Cedri sono intimamente legati
tra di loro. Tiro conobbe un’epoca di grande splendore con i
Fenici e fu grazie al legno di cedro, quale preziosa merce di
scambio, che il re fenicio Hiram costruì il suo potente
impero. L’antica Tiro si trova nella località libanese di Sur
e la Foresta dei Cedri di Dio si estende sulle pendici del
monte al-Makmel, sempre in Libano. Tiro e la Foresta dei Cedri
di Dio sono entrambe protette Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Mappa antichi insediamenti
dei Fenici
Tiro e i Fenici
Con i Fenici, la città di Tiro divenne una delle città
portuali più importanti di tutto il Mediterraneo. Tiro fu
fondata verso il 2700 a.C. da genti della città di Sidone,
situata circa 40 km più a nord. Successivamente fu conquistata
dagli Egizi, sotto la cui tutela rimase per secoli, finché
dovettero abbandonare la zona per concentrarsi nella difesa
dell’Egitto attaccato dai Popoli del Mare; questo diede a Tiro
l’opportunità di rendersi indipendente dall’egemonia egizia e
diventare, sotto il regno di Hiram I, a partire dal 970 a.C.,
il principale centro di potere della zona siro-palestinese.
Grazie all’alleanza di Hiram con la monarchia di Davide e
Salomone a Gerusalemme, Tiro controllò le rotte commerciali
verso il Mar Rosso, che generarono buona parte della ricchezza
necessaria a rinnovare la città. Tuttavia, le sue costruzioni
più impressionanti, almeno per quanto è stato ricostruito
dagli storici ed in parte giunto fino a noi, risalgono
all’epoca romana.
Tiro oggi, l’antica strada
colonnata di epoca romana
La
ricchezza
dei
fenici
era
basata
sul
commercio,
principalmente di porpora e legno di cedro, di cui il Libano
era ricco. La porpora, per millenni, era ottenuta dalla
secrezione di una ghiandola di un mollusco gasteropode, il
murice comune, così prezioso che veniva pesato prendendo come
riferimento l’oro. Nell’antichità, Tiro fu il centro di
produzione esclusivo della porpora e per questa ragione faceva
gola alle potenze straniere. Gli assiri metterono Tiro sotto
il proprio controllo nell’VIII secolo a.C., le truppe
babilonesi assediarono la città nel VI secolo a.C., nel 332
a.C. venne conquistata dai soldati di Alessandro Magno e nel I
secolo a.C. le truppe romane sfilarono per le sue strade.
Tiro oggi
foto di Véronique Dauge
I resti dei monumenti architettonici che possiamo oggi
ammirare dell’antica Tiro sono, però, un’eredità dei Romani
(la città imperiale e la necropoli); solo nei resti
dell’antica città imperiale romana sono presenti anche resti
delle mura fenicie.
Tiro, l’odierna Sur, si trova ad 83 km a sud di Beirut
(Libano) ed
Patrimonio dell’Umanità Unesco.
La foresta dei cedri di
Dio, Libano
La Foresta dei Cedri di Dio
Secondo l’Antico Testamento, l’espansione di Tiro nel
continente fu legata agli stretti rapporti d’affari che il Re
Hiram aveva con il Re Salomone di Gerusalemme. Il Re Salomone
ricevette consulenza tecnica ed aiuto materiale da Tiro per
edificare il proprio palazzo a Gerusalemme e costruirvi il suo
Tempio. Secondo la Bibbia, infatti, re Salomone ricevette dai
fenici di Re Hiram il legno di cedro necessario per costruire
il suo palazzo ed il tempio e in cambio offrì venti città
della Galilea. Il cedro, infatti, ricopriva vaste aree della
regione di Tiro, corrispondente all’attuale Libano, tanto da
assurgere poi a simbolo stesso del paese.
Antico cedro del
Libano
Di antichi cedri in Libano ne esistono ancora, anche se
coprono territori decisamente più contenuti, grazie anche
all’UNESCO che dal 1998 protegge ciò che è rimasto di quella
storica area boschiva. E’ chiamata la Foresta dei cedri di Dio
e si estende sulle pendici del monte al-Makmel, nella valle di
Qadisha, poco distante dalla città di Bsharre. Situata a circa
2000 metri di altitudine, comprende diverse centinaia di
importanti cedri del Libano, alcuni molto antichi; quattro
hanno raggiunto l’imponente altezza di 35 metri e hanno
tronchi della circonferenza di 12-14 metri.
Cedro del Libano
La
Foresta
dei
Cedri
di
Dio
è
rigorosamente
protetta
Patrimonio dell’Umanità Unesco e può essere visitata solo
facendosi accompagnare da guide.
Cinzia Malaguti
Leggi anche I fenici su Wikipedia
Foto: fonte Wikipedia e Unesco
Bibliografia:
National Geographic, Patrimonio dell’Umanità, vol. Asia IV,
Milano, RBA, 2015
Storica NG, n. 85
F. B. Chatonnet, E. Gubel, I fenici. Alle origini del Libano,
Milano, Electa Gallimard, 2008
M. Gras, P. Roulillard, J. Teixidor, L’universo fenicio,
Torino, Einaudi, 2000
I. Finkelstein, N. A. Silberman, Le tracce di Mosé. La Bibbia
tra storia e mito, Roma, Carocci, 2002