1=4: 6 FEDE IL FASCISMO E LA STORIA Guardato nella sua struttura apparente, il Fascismo è l'espressione dinamica di un vasto concordato dí forze conservatrici, per garenzia della corona e degli ordini costituiti. Considerato nella sua c-onsistenza spirituale, è il risveglio della coscienza storica; l'anelito di ùn popolo verso la conquista dei suoi novi destini. Sotto la pressione della guerra, l'Italia era rimasta esausta ed incerta del proprio avvenire, e cercava una via, che la rimettesse sul cammino della normalità e della rinascenza. Nonostante la nobile vittoria, che aveva domandato tanto sacrificio di vite e di risorse, tutti erano inquieti e sgomenti, anche perchè quasi nessuno degli uomini politici mostrava le energie e le attitudini necessarie a formulare e risolvere i rudi problemi, imposti dall'inatteso dopo-guerra. Giolitti era un compromesso e un ritardatario, sopravvissuto al naufragio della concezione neutralista; Orlando appariva un sentimentale ed un dottrinario, incapace di attuare, all'interno e all'estero, i metodi e i mezzi indispensabili a valorizzare la vittoria: Nitti sembrava un rinunciatario ed tin unilaterale, disposto a qualsiasi transazione, pur di superare la crisi economica del paese e finanziaria dello Stato; d'altra parte, Salandra provocava i sospetti delle democrazie e del partito popolare, ancora padroni della compagine parlamentare, perchè carezzava un ritorno quasi meccanico alla dottrina classica del liberalismo cavourriano, senza presentire, oltre Vittorio Veneto, la gran voce della storia, e Turati tentennava tra la concezione legalitaria e quella sovversiva. Inutile l'analisi sui primi anni del dopo-guerra. Un impreciso, un immanente disagio teneva le anime e le volontà, e il morbo della dissoluzione minacciava di corrodere il paese e il regime: il paese, che si mostrava impreparato al suo posto ne: concerto dei popoli; il regime, che pareva impotente a indirizzare e. guidare le turbinose correnti delle idee. Ed a rendere ancora più acuto questo spasimo, concorrevano le condizioni degli stati vinti e vincitori, i quali si abbandonavano ad intemperanze quasi iperboliche, o gittandosi nell'incendio del bolscevismo, o ripiegandosi sul terreno di una reazione, che pareva superato da secoli. L'Italia, quindi, barcollava sul limite di due concezioni violente e contraddittorie — la dittatura militare e il comunismo — , nè trovava duci di anime capaci di trarla a salvamento, col definire i confini del diritto e del dovere civile. In quel periodo di passione profonda e tormen- tosa — maggiormente intesa nei centri di operosità politica ed economica — sull'orizzonte della vita nazionale, si delinearono i profili del Fascismo, e apparve la figura dell'uomo nuovo. A sorreggere 1' inusitata ed inattesa corrente di fede, di propositi e di volontà, si determinarono due forze valide e tenaci: l'esercito e la borghesia. L'una — che tendeva a valorizzare i successi della guerra, anche dal lato morale — si trasse dietro le schiere dei reduci e l'anima delle crescenti generazioni, ignare delle schermaglie politiche e solo alimentate dall'ardenza dell'amore alla madre grande ed augusta. L'altra — che mirava a conservare le conquiste ideologiche e positive della rivoluzione unitaria — chiamò a raccolta pugnace quanti vedevano nell' avvento del sovversivismo livellatore la rovina dello Stato. Così Fascismo — che è forse meno di una vera e propria rivouzione, ma è certo più di un semplice partito — con un movimento rapido ed avvolgente, che ebbe le forme del prodigio, conquistò man mano le posizioni strategiche degli avversari, e divenne, fra il 1919 e il 1921, l'arbitro della situazione. Oramai, la via del potere era aperta; e la marcia su Roma non fu che la -sanzione regale al nuovo organismo di forze, preordinato con lunga e paziente cura, fin dal tempo in cui i ministeri di coalizione, sorti sulle basi del compromesso parlamentare e dell'equilibrio fittizio, si erano mostrati impotenti ad assicurare, insieme alla pacificazione degli animi, il sentimento della dignità nazionale. Così, e per questo, Benito Mussolini potè pren• dere in pugno le guide della nazione e dello stato, e scegliersi per compagni e garanti della nuova fede monarci.ica, i due maggiori esponenti dell'ordine: Tahon de Revel ed Armando Diaz. Fibra dittatoria, quanto altre mai, egli enunciò, fin dal Primo giorno di governo, la sua inflessibile vo• lontà dominatrice. Per consolidare la conquistata posizione, infranse o trasformò tutte le leggi, che gli parvero contrarie al suo disegno di accentramento dei poteri. Per impedire che gli antichi partiti si riavessero dello stordimento e tentassero la rivincita, fece del Fascismo un organo sostanziale del governo e lo spinse alla occupazione di tutti gli enti morali ed amministrativi Per rec• dere i nervi a tutte le gradazioni del sovversivismo, promosse la costituzione dei sindacati, sostituendo al concetto della lotta di classe quello della cooperazione, sul terreno della equità. Si può essere contrari al contenuto etico &l suo programma, ma noh si può d . s:onoscere che egli 1!1!1!111101111:11111111n11111111a11111111111111111MIIIIIIIMIHIMIMIHIHIN111111111;1111111111THHIINNIMIWIIIMINum111111111H11111111111114111111111 RIVISTA D' ARTE E DI CULTURA è una portentosa affermazione della stirpe e che, In poco più di un anno, è riuscito a consolidare la monarchia, a creare una coscienza italiana, ad indurre le altre nazioni al rispetto. Dei mezzi e dei metodi, da lui adoperati per conseguire il fine, non è il caso di parlarne. La storia non si smentisce mai. Senza il sacrilego passaggio del Rubicone, Cesare non avrebbe fondato l'impero; senza il .18 Brumaio, Napoleone non avrebbe assunto il Consolato, che doveva poi salvare la Francia dall'anarchia. E Mussolini, oramai, è un nome della storia. Carlo Delcroix — che ha purificata la sua anima nel martirio della carne, e ha dato ali al suo pensiero per l'orizzonte sconfinato della fede nella fortuna della patria — così si esprime, indirizzandosi al duce del fascismo : « Voi siete Iniziato al mistero e posseduto dall'Idea di Roma, e nei vostri occhi fondi è la luce delle albe prossime, è l'ardore delle vittorie non nate. Mentre voi aggredite nuovi fati, noi prepa• reremo il popolo alle nuove fortune, impartendo le intuizioni del nostro amore e le rivelazioni del nostro dolore, che in questi comandamenti chiudono tutte le nostre esperienze di vita e dì morte. « Onora Dio in te stesso e ama l'umanità nella Patria. Non sacrificare i prossimi ai remoti, perché il sangue è una verità più calda del sudore e più stretta del pianto. Non immolare l'uno alla moltitudine, perché il pensiero è la prima verità e la massima forza. L'umanità è nell'uomo, non l'uomo nell'umanità. Non nominare il nome della Patria invano, polche essa è un'idea che vuole essere servita in umiltà e amata in silenzio. « Se ami la Patria, che è l'idea, rispetta il po• polo che è la sua incarnazione, pensando che questi non cade se non per risorgere e ogni sua rovina è un trionfo, ogni sua morte una resurrezione. Non imprecare alle percosse della sorte, perchè la folgore si abbatte sulle cime r il qta',.. è piuttosto provvidenza che sventura, è privileg . o piuttosto che maledizione. « Non servire con speranza di mercede, affinché ogni tua offerta non diventi baratto e ogni tua dono non si muti in usura. Non invitare il prossimo a donare, se prima non avrai tu stesso donato, poiché alla scuola del sacrifizio l'unica ragione è l'esempio. « La Patria è In tutti noi, ma nessuno di noi è la Patria, e chiunque sostituisce e sovrappone sè stesso alla idea, si macchia di sacrilegio e si copre di infamia. Il dovere sia la tua legge e la fede la tua forza e la coscienza ii tuo premio; il tuo cammino sia nella vita e la tua meta oltre. « Sono queste le tavole della legge che i profeti della sventura ricevettero sul sacro monte in un muto colloquio con la morte. Noi le bandimmo al popolo della città santa in nome della guerra, e le consegnammo al mondo dalla città eterna, in nome della vittoria ». Resterebbe ora vedere se il Fascismo, come potere e come concordato di forze nazionali, ha conseguito la sua piena finalità, in rapporto del mezzogiorno in genere e della Puglia in ispecie; ma di ciò ci occuperemo nel prossimo fascicolo. ARGUS Perché la nostra Fede divenga una larga ed utile palestra di discussione, prendiamo ad esempio la rivista Echi e Commenti del senatore Achille Una, e lasciamo libero il campo al contradittorio , specialmente per ciò che si rapporta alle questioni di politica, di economia, di agricoltura, di finanza e di diritto. Noi rifuggiamo da ogni forma di dogmatismo, e crediamo che il possesso della verità si consegua solo per la via della comparazione e della critica. Però ci riserbiamo il diritto di qualche nota, nel caso che gli articoli ospitati contraddicano decisamente col nostro pensiero. COTOGNATA CESANO LA GRAN MARCA MONDIALE ESCLUSIVA DELLA DITTA F. di Ra,ftaele Cesano - TORTORICI „ Piazza S. Ororizo IL RE DEI M ARSALA