Radioterapia Guida pratica per il paziente

R
adioterapia
Guida pratica
per il paziente
Ugo de Paula
Annamaria Di Palma
con la collaborazione di
Luisa de Paula
Radioterapia Oncologica
Complesso Ospedaliero
San Giovanni - Addolorata
Roma
SOMMARIO
Introduzione
3
Che cose è la Radioterapia
6
Una preoccupazione piuttosto comune
Che cosa è un tumore e come agisce la Radioterapia
Le tecniche di Radioterapia
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7
9
Brachiterapia nei tumori della prostata
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La prima visita e l’indicazione al trattamento
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Quando si utilizza la Radioterapia
Il Centro di Radioterapia e il suo Team
La preparazione al ciclo di Radioterapia
La seduta di Radioterapia
Gli effetti collaterali e alcune raccomandazioni specifiche
Irradiazione dell’encefalo
Irradiazione del cavo orale e collo
Irradiazione della regione toracica (mediastino e polmoni)
Irradiazione della mammella
Irradiazione della regione addominale e pelvica
Conclusione del trattamento e visite di controllo
Le domande più frequenti
Glossario
Nel glossario troverete ulteriori specifiche dei termini
riportati nel testo in grassetto.
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TAVOLA I
Raccomandazioni per il paziente che effettua
la radioterapia sul cavo orale e/o collo
44
TAVOLA II
Suggerimenti dietetici per i pazienti irradiati
sull’addome e pelvi
45
introduzione
C
irca due terzi dei pazienti affetti
da tumore affrontano almeno un
ciclo di radioterapia durante il loro percorso terapeutico.
Questo opuscolo è stato pensato e realizzato su misura per chi sta per sottoporsi ad
un trattamento radiante, allo scopo di aiutare il paziente a capire cos’è la radioterapia, a sapere come viene applicata e gli
effetti collaterali che l'irradiazione può
provocare. Nel fornirvi le indicazioni sul
trattamento, ci atterremo volutamente a un
registro generico, intendendo offrire una
semplice base conoscitiva che non può
sostituire il confronto diretto con il medico
e con gli altri operatori sanitari sulla vostra
situazione specifica. A questo riguardo, è
importante che voi teniate sempre bene a
mente che ogni persona malata ha una sua
propria storia clinica che si integra con la
sua storia personale: ogni paziente è unico
e ogni trattamento dovrà essere accuratamente personalizzato. Perciò evitate di
confrontare la vostra situazione con quella
3
di altri pazienti e, per qualsiasi dubbio,
non esitate a rivolgervi al vostro medico
oncologo radioterapista e all’équipe che
vi ha preso in cura: loro saranno sempre
pronti a rispondere alle vostre domande e
a supportarvi per far fronte alle specifiche
esigenze che di volta in volta si dovessero
presentare.
Ricordatevi che l’informazione e il dialogo
tra il medico e paziente sono premesse
essenziali per ottenere la massima efficacia delle cure e minimizzare gli effetti collaterali della terapia.
4
UNA
PREOCCUPAZIONE
PIUTTOSTO
COMUNE
M
olti pazienti quando vengono in
contatto con un centro di radioterapia sono preoccupati per la propria sicurezza e per la sicurezza dei propri familiari.
In nessun momento dell'intero periodo del
vostro trattamento di radioterapia a
fasci esterni correrete il rischio di essere
“radioattivi” o di mettere in qualche modo
in pericolo le persone che vi sono vicine.
Potrete continuare a stare accanto ai bambini, ai vostri cari e alle donne in gravidanza.
Esistono poi dei casi particolari in cui la
cura consiste nell’inserimento permanente
di sostanze radioattive all’interno del vostro
corpo. Solo in questi casi dovrete adottare
delle particolari precauzioni che vi saranno
sempre dettagliatamente prescritte dal
medico radioterapista. Le misure protettive
da adottare in questi casi dipendono principalmente dal tipo di sostanza radioattiva
impiegata, e sono sempre diverse a seconda
del caso, tali da richiedere delle informazioni specifiche che vi saranno puntualmente
fornite dal personale medico al momento
della dimissione dall’ospedale.
5
CHE COSA E’ LA
RADIOTERAPIA?
L
a radioterapia consiste nell’impiego
di radiazioni ionizzanti per la
cura dei tumori.
Le radiazioni utilizzate in radioterapia sono
di energia più elevata di quelle impiegate a
scopi diagnostici e cioè per effettuare una
comune radiografia o un esame TC
(Tomografia Computerizzata) e sono
finalizzate a distruggere il DNA (acido
desossiribonucleico) delle cellule tumorali
per contrastarne la crescita incontrollata.
Con la radioterapia si può curare, inibire la
progressione tumorale o alleviare alcuni
sintomi tra i quali il dolore e il sanguinamento.
La moderna radioterapia è una disciplina
molto complessa, il cui tratto peculiare è
l'alto livello di integrazione tra fisica, radiobiologia ed oncologia clinica. Per esercitarla sono necessarie elevate competenze specialistiche, una solida esperienza professionale ed una formazione continua.
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COSA E’ UN
TUMORE E
COME AGISCE LA
RADIOTERAPIA
I
l tumore è una malattia determinata dalla
crescita anomala di cellule che si dividono
senza controllo all’interno di un organo del
corpo formando una massa di tessuto malato
che invade i tessuti sani vicini. Questo tessuto
neoformato può infiltrare o distruggere quelli
circostanti e, attraverso i vasi linfatici o sanguigni, migrare in altre parti del corpo formando
altre masse di cellule con le stesse caratteristiche di quelle di partenza, le metastasi.
Il team che si occupa della cura del tumore è
costituito da diversi profili professionali altamente specialistici, e principalmente da: chirurgi oncologi, oncologi medici e radioterapisti oncologi, i quali mettono in comune le proprie specifiche competenze per il medesimo
obiettivo di controllo e gestione terapeutica
dalla malattia.
Le radiazioni utilizzate in radioterapia servono
a bloccare la capacità che hanno le cellule
tumorali di riprodursi e crescere.
Il bersaglio delle radiazioni è il DNA cellulare.
Quando il DNA di una cellula è colpito ed è
danneggiato in modo irreversibile dalle radiazioni, la cellula muore, o immediatamente o in
un secondo tempo; in ogni caso, perde la
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capacità di riprodursi. Per poter distruggere le
cellule malate, le radiazioni a volte causano danni
ai tessuti sani ed effetti secondari che sono effetti
non voluti, spesso inevitabili, ma prevedibili e
comunque sempre controllabili con le specifiche
cure prescritte dal medico radioterapista.
E’ stato dimostrato che normalmente le cellule
malate sono più sensibili alle radiazioni rispetto a
quelle sane. Ciò avviene perché le cellule malate
si dividono e crescono più rapidamente di quelle
sane e vengono pertanto distrutte in maggiore
quantità rispetto alle cellule sane. Se la dose
radiante viene somministrata quando la cellula è
sul punto di dividersi per dar luogo a due cellule,
l'irradiazione impedirà questo processo e la cellula morirà.
L’effetto della radioterapia è tanto maggiore
quanto più è elevata la dose somministrata. In
linea generale quindi più è elevata la dose di
radiazioni e migliori sono i risultati terapeutici.
Ma poiché, nonostante tutti i più moderni accorgimenti tecnici, una parte dei tessuti sani è
necessariamente inclusa nell’area interessata
dalle radiazioni, la dose totale dovrà tenere conto
anche della tolleranza dei tessuti sani vicini e non
può essere erogata tutta insieme, ma frazionata
in dosi più piccole (definite appunto frazioni),
somministrate giornalmente. Ricordate che la
dose totale, il numero di frazioni (e quindi di
sedute di radioterapia) e la durata complessiva
del trattamento non sono uguali per tutti i
pazienti, ma variano a seconda della sede e del
tipo di malattia.
8
LE TECNICHE DI
RADIOTERAPIA
A
l giorno d’oggi i cicli di radioterapia vengono realizzati con la garanzia della massima precisione e in condizioni
di assoluta sicurezza per ciò che concerne
le dosi somministrate e distribuite nelle
diverse regioni anatomiche interessate.
Tutte le tecnologie hanno un denominatore comune: riducono la dose di radiazione
somministrata ai tessuti sani adiacenti al
tumore, limitando di conseguenza gli effetti
collaterali durante il trattamento e le complicanze a lungo termine.
L'avanzamento tecnologico mette a disposizione del medico radioterapista una vasta
gamma di apparecchiature sempre più
complesse e in continua evoluzione.
Tramite l’informazione dei media potreste
venire a conoscenza di nuove apparecchiature o tecniche innovative che sembrano
risolutive per qualsiasi tumore. La supertecnologia con il fascino di strumenti fantascientifici, ogni volta riaccende le speranze
per i pazienti che, con comprensibile aspettativa, richiedono di accedere a quel tipo di
trattamento più avanzato. Le descrizioni
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entusiastiche - per lo più propagandistiche
- delle illimitate potenzialità terapeutiche
dell’ultimo apparecchio, seducono e incantano chi sta vivendo nella difficoltà della
propria malattia.
Non esitate a domandare chiarimenti al
vostro medico specialista in radioterapia, il
quale sicuramente sarà disponibile a supportare con le sue competenze professionali le vostre scelte, calibrandole sulla specificità del quadro clinico. Solo nel caso che
ve ne sia una effettiva indicazione, saprà
informarvi su come accedere a quella
“nuova” specifica modalità terapeutica.
La scelta dell’apparecchio e della tecnica
più appropriata alla vostra situazione è una
decisione riservata esclusivamente ai medici
specialisti e dipende da molteplici fattori
sia clinici sia tecnici, che dovranno essere
accuratamente e specificatamente valutati
per ogni singolo paziente.
Ci sono due tipi principali di radioterapia:
la radioterapia a fasci esterni (o teleterapia), e la radioterapia con sorgenti
interne, e cioè con sostanze radioattive
introdotte all’interno del corpo (brachiterapia).
Nella radioterapia a fasci esterni un apparecchio (generalmente un acceleratore lineare o linac), posto a una certa distanza dal
paziente, ruota e dirige i fasci di radiazioni
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su una determinata regione del corpo
senza che il paziente avverta alcuna sensazione anomala.
Tutti i moderni acceleratori lineari consentono difatti di realizzare tecniche di
radioterapia conformazionale tridimensionale (o 3D-CRT: ThreeDimensional Conformal Radiation
Therapy), in cui il fascio di radiazioni è
“conformato”, e cioè perfettamente modellato sulla forma del bersaglio da irradiare,
in modo che i tessuti sani circostanti siano
il più possibile preservati dalle radiazioni.
Un'altra tecnica conformazionale di cui
sentirete parlare è la radioterapia a
intensità modulata (o IMRT: Intensity
Modulated Radiation Therapy), basata su
movimenti programmati di piccole lamelle
schermanti che, grazie a software dedicati,
riesce a conformare la dose al bersaglio e a
differenziare l’intensità del fascio di radiazioni, distribuendo in maniera differente la
dose all’interno del volume da irradiare.
Gli acceleratori lineari hanno anche dei
sistemi di verifica con immagini portali,
che riescono a controllare con estrema
accuratezza l’area anatomica da irradiare
con la dose prescritta. Su questa scia è
nata la radioterapia guidata dalle
immagini (o IGRT: Image Guided
Radiation Therapy), che permette di
visualizzare il bersaglio poco prima dell’ir11
radiazione. Oggi la maggior parte degli
acceleratori lineari offre questa possibilità.
Negli ultimi anni, poi, alcuni apparecchi
sono stati progettati proprio in base a tale
specifica finalità, come per esempio l’acceleratore per Tomoterapia, dove il linac,
integrato con un apparecchio TC
(Tomografia Computerizzata), offre la possibilità, mediante un esame TC sullo stesso
lettino di trattamento, di verificare il corretto posizionamento del paziente e del
bersaglio da irradiare prima di ogni seduta
di radioterapia. L’apparecchio per
Tomoterapia ha una struttura ad anello
(gantry), entro cui scorre il lettino, simile
a quella di una TC per diagnostica, che può
ruotare in modo continuo attorno al
paziente, con movimenti coordinati allo
spostamento del lettino stesso. All’uscita
del fascio di radiazioni sono posizionate
delle piccole lamelle schermanti che con il
loro rapido movimento modulano e scompongono il fascio emesso in tanti piccoli
fascetti selettivamente indirizzati al bersaglio. Rispetto ai trattamenti convenzionali,
la Tomoterapia consente un'irradiazione
maggiormente accurata del bersaglio,
offrendo la possibilità di trattare nella stessa seduta più di una lesione tumorale con
una migliore protezione dei tessuti circostanti.
Le modalità IMRT e IGRT possono essere
ottenute anche con sistemi di rilevazione
12
della immagini applicati agli acceleratori
lineari. E' il caso della tecnica VMAT
(Volumetric Modulated Arc Therapy), in cui
il movimento continuo ad arco (Rapid
Arc®) intorno al paziente consente sia l’elaborazione di immagini assiali per il controllo
della posizione del bersaglio, sia una irradiazione circolare continua a intensità modulata (IMRT).
Un cenno a parte meritano le tecniche stereotassiche, che permettono d'individuare
con la massima accuratezza un volume di
piccole lesioni in modo che il fascio radiante
possa essere ritagliato ed indirizzato selettivamente ad esso risparmiando i tessuti circostanti mediante sofisticati sistemi tridimensionali di localizzazione definiti appunto stereotassici. Grazie a queste tecniche i
tessuti malati possono ricevere senza rischio
alte dosi di radiazioni, ed il trattamento può
concludersi nel giro di un brevissimo arco di
tempo: una o poche (2-3) sedute. Le tecniche stereotassiche, originariamente utilizzate per il trattamento di lesioni cerebrali,
sono oggi largamente impiegate anche per il
trattamento di lesioni extracraniche (radioterapia stereotassica extracranica o
SBRT: Stereotactic Body Radiation
Therapy), e sono applicate con acceleratori
lineari modificati oppure con apparecchi
dedicati come la CyberKnife.
Sistema robotizzato di radiochirurgia stereo13
tassica, CyberKnife è il figlio più evoluto
dell'apparecchio GammaKnife, già all'opera all'inizio degli anni “50 nel trattamento di
piccole lesioni cerebrali. Cyberknife è costituito da un acceleratore lineare miniaturizzato montato su un braccio mobile robotizzato. Durante l’irradiazione, il braccio robotico localizza con estrema precisione la sede
del tumore, orienta il fascio di radiazioni sul
tessuto malato, corregge in tempo reale la
sua posizione in base ai movimenti del
paziente (ad esempio durante la respirazione), il tutto riducendo in modo significativo
il volume del bersaglio così da ridurre al
minimo la diffusione del fascio radiante ai
tessuti sani adiacenti al tumore. Molti acceleratori lineari di ultima generazione hanno
ricalcato tale modello costruttivo indirizzato
essenzialmente al trattamento di tumori di
limitate dimensioni in qualsiasi distretto corporeo, ma in particolare per quelle sedi in
cui sia necessaria un’estrema precisione,
come il midollo spinale o in cui vi sia una
certa difficoltà per il movimento fisiologico
degli organi polmone in primis. Uno di questi acceleratori di avanguardia è il VERO
System, che ruota attorno al paziente e su
se stesso ad alta velocità e che, grazie ai
movimenti sincronizzati del lettino del
paziente e dalla angolazione del gantry, ha
ottime capacità performative in termini di
accuratezza e versatilità. Alla stessa generazione di avanguardia appartiene il linac
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True Beam, un acceleratore che visualizza
la congruità del bersaglio con immagini ad
alta risoluzione nel momento stesso dell’irraggiamento, offrendo la possibilità di irradiazioni ad alta dose in tempi brevissimi.
La Radioterapia Intraoperatoria (o
IORT: IntraOperative Radiation Therapy)
è un trattamento radioterapico effettuato
direttamente in sala operatoria durante
l’intervento chirurgico. Radioterapista e
chirurgo cooperano alla somministrazione
di un'unica, elevata dose di radiazioni allo
scopo di trattare la sede dove era localizzato il tumore e ridurne le probabilità di
ricrescita.
L'altra principale forma di radioterapia è la
brachiterapia, in cui le sorgenti radioattive vengono poste all’interno o nelle
immediate vicinanze del tumore. Le sostanze radianti sono di diverse forme e dimensioni (semi, fili, capsule, sfere etc…) tali
da da poter essere collocate nei tessuti
malati o nelle vicinanze con maggiore facilità. Questo materiale radioattivo potrà
essere rimosso dopo qualche tempo (brachiterapia con impianti temporanei),
oppure lasciato in sede definitivamente
(brachiterapia con impianti permanenti) per tutto il tempo del decadimento
della radioattività. Nel primo caso una volta
rimosse le sorgenti radioattive il paziente
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potrà tornare alla sua normale attività,
senza alcun rischio per se stesso e per le
persone con cui interagisce. Nel caso di
impianti permanenti, invece, il paziente
dovrà osservare scrupolosamente alcune
norme di protezione e sicurezza per le altre
persone finché la carica radioattiva non si
sarà completamente esaurita. Nella brachiterapia con impianti permanenti gli accorgimenti e le precauzioni da prendere nella
fase successiva al trattamento variano in
base alle caratteristiche fisiche della sostanza radioattiva utilizzata. Pertanto, al termine del trattamento e in fase di dimissione,
ciascun paziente riceverà le istruzioni specifiche per il suo caso.
La brachiterapia è impiegata in diversi
distretti anatomici, ma si è rivelata di particolare utilità nel trattamento di tumori
della regione cervico-facciale e della mammella, e nei tumori ginecologici e urologici.
BRACHITERAPIA NEI TUMORI
DELLA PROSTATA
La brachiterapia prostatica è una tecnica
particolare che si è diffusa nel Nord Europa
e in USA negli ultimi 30 anni. In questo
trattamento le sostanze radioattive vengono posizionate all'interno della prostata per
via perineale sotto guida ecografica. Le sorgenti radianti, in genere sotto forma di
semi, sono collocate nella ghiandola prostatica in modo permanente (brachitera16
pia con impianti permanenti), oppure
vengono estratte attraverso vettori-guida
dopo un tempo definito di trattamento
(brachiterapia con impianti temporanei).
In questo modo una dose di radiazioni
estremamente elevata può essere depositata all’interno della prostata con minimo
danno agli organi adiacenti, retto e vescica
in primis. E' una procedura minimamente
invasiva e assai rapida: generalmente si
completa in una unica seduta operatoria.
Permette di ottenere risultati sovrapponibili a quelli della chirurgia e di evitare l’intervento di prostatectomia radicale in quei
pazienti che sono stati diagnosticati in una
fase iniziale.
Nonostante questi enormi vantaggi, la brachiterapia non è indicata per tutti i pazienti con tumore alla prostata. L’indicazione
elettiva è per coloro che abbiano una prostata di piccole dimensioni senza severi
segni di ostruzione al flusso urinario. E'
consigliata a tutti quei pazienti che vogliano evitare l’intervento di prostatectomia
radicale, il lungo periodo del ciclo di
radioterapia a fasci esterni (6-7 settimane).
Inoltre, viene scelta da coloro che desiderino preservare la potenza sessuale, in
quanto è la metodica che meno delle altre
causa questo effetto collaterale.
17
QUANDO SI
UTILIZZA LA
RADIOTERAPIA
A
pochi anni dalla scoperta dei raggi
x (1895) e della radioattività naturale (1896), e quindi da oltre cento anni, la
radioterapia è stata sempre utilizzata per il
trattamento dei tumori maligni (radioterapia oncologica). Oggi, in una varietà di
situazioni cliniche selezionate e resistenti
ad altre terapie, è impiegata anche per il
trattamento di patologie benigne (radioterapia non oncologica). In molte circostanze
la radioterapia rappresenta il miglior metodo di cura, essendo in grado, da sola, di
guarire definitivamente la malattia. Altre
volte, per conseguire i migliori risultati, la
radioterapia è impiegata in combinazione
con le altre forme di terapie oncologiche,
come la chirurgia, la chemioterapia o
entrambe. Pertanto, a seconda della specificità del caso, la radioterapia potrà affiancare, precedere o seguire le altre modalità
con tempi e modalità variabili secondo le
diverse situazioni cliniche, sempre in base
ad una programmazione preventivamente
concordata tra tutti i medici specialisti
coinvolti nell’assistenza del paziente.
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Specialmente in questi ultimi anni, i progressi tecnologici, le nuove scoperte nel
campo della biologia e l’integrazione delle
varie forme di terapia hanno consentito
una crescita in percentuale dei casi di guarigione definitiva e un aumento delle tipologie di tumori da cui sia possibile guarire
in modo radicale. Ogni paziente presenta
problemi propri, ed è da un'accurata specificazione del caso che parte la definizione
del programma terapeutico più efficace.
La radioterapia è anche impiegata per eliminare dolori particolarmente importanti
o resistenti alle comuni terapie farmacologiche. In questi casi l’azione antidolorifica
non è sempre immediata, ma una volta
ottenuto l’effetto analgesico questo si
mantiene a lungo. In sintesi, la radioterapia è impiegata per controllare la crescita
tumorale e quindi curare, prevenire o alleviare i sintomi provocati della malattia.
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LA PRIMA VISITA
E L’INDICAZIONE
AL TRATTAMENTO
I
l primo contatto con un reparto di
radioterapia avviene a seguito dell’invio
del paziente da parte dello specialista o da
parte del medico curante. Nel corso della
prima visita specialistica, il medico radioterapista valuta il caso e stabilisce l’indicazione e la possibilità di sottoporre il paziente
al trattamento radiante. Per questo il medico radioterapista ha bisogno di tutte le
informazioni sullo stato di salute attuale
del nuovo paziente e del quadro clinico
completo delle malattie e degli interventi
chirurgici pregressi. E’ quindi necessario
che vi rechiate alla prima visita con tutta la
documentazione medica in vostro possesso e in particolare: la descrizione degli
interventi chirurgici effettuati, gli esami
istologici, gli esami di diagnostica per
immagine (sia editi a stampa che su supporto informatico come CD e DVD). E’
altresì importante conoscere in dettaglio le
pregresse terapie specifiche effettuate
(radioterapia, chemioterapia, ormonoterapia), e redigere un elenco dettagliato e
completo dei farmaci abitualmente assunti.
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Al termine della visita il medico radioterapista potrà richiedervi di effettuare ulteriori accertamenti clinici o strumentali
utili ad una più accurata definizione diagnostica, alla stadiazione e/o alla pianificazione del trattamento. Qualora sia invece
posta l’indicazione alla radioterapia, sarete informati sulle modalità di esecuzione
del trattamento e potrete discuterne i
benefici, le eventuali alternative terapeutiche e i possibili rischi e complicanze
conosciute.
21
IL CENTRO DI
RADIOTERAPIA
ED IL SUO TEAM
U
na volta stabilita dal medico radioterapista l’indicazione al trattamento ed elaborato il piano di cura radioterapico, il ciclo di radioterapia verrà eseguito quotidianamente dal personale tecnico. Il tecnico di radioterapia è la figura
professionale con la quale il paziente viene
a contatto più frequentemente essendo
materialmente responsabile dell’esecuzione del trattamento.
La seduta di radioterapia avviene all’interno del bunker, una sala dove l’accesso è
consentito esclusivamente al personale e
al malato nel momento della terapia. Ogni
stanza è dotata di un interfono e telecamere che consentono uno stretto e continuo
controllo del paziente. Vi sono sofisticati
sistemi di sicurezza di verifica dell’erogazione della dose.
L’oncologo radioterapista che vi seguirà
durante il ciclo di radioterapia ha sia la
competenza clinica che gli consente di stabilire la cura per la vostra patologia oncologica, sia quella tecnica per l’impiego
delle apparecchiature per il trattamento.
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Egli si occuperà di valutarvi ed eventualmente trattare gli effetti collaterali che si
dovessero presentare nel corso della terapia.
Un compito fondamentale sarà svolto dagli
infermieri ai quali spetterà il delicato compito di istruirvi e guidarvi nelle varie fasi di
preparazione e prevenzione degli effetti
secondari.
Completano il reparto di radioterapia i fisici sanitari che si occupano dell’elaborazione del piano di cura e i controlli di qualità
sulle apparecchiature per garantirne il corretto funzionamento.
23
LA PREPARAZIONE
AL CICLO DI
RADIOTERAPIA
L
'esecuzione del vostro trattamento di
radioterapia richiede sempre una
fase preliminare di preparazione: la centratura di simulazione (o più semplicemente: centraggio o simulazione),
durante la quale, mediante l’impiego di
apparecchi dedicati come la TC, e talvolta
la RM (Risonanza Magnetica) e la PETTC (tomografia a emissione di positroni associata alla TC ), vengono individuate e localizzate con precisione le zone
da irradiare e i tessuti da risparmiare. Tutte
le informazioni ottenute con queste immagini, saranno impiegate dal medico e dal
fisico per la preparazione del vostro piano
di trattamento (o piano di cura) personalizzato.
Nella fase di simulazione il tecnico e il
medico radioterapista, stabiliranno la posizione nella quale sarà eseguita quotidianamente la terapia nel corso della sua intera
durata. I mezzi di contenzione per il posizionamento nella maggioranza dei casi
sono assolutamente indolori e consentono
di mantenere la posizione corretta durante
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la seduta di trattamento. Nell’irradiazione
del capo e collo potrebbe rendersi necessario l’impiego di un dispositivo di contenzione di plastica (una specie di maschera)
costituita da un materiale che scaldandosi
prenderà la esatta forma del vostro capo.
La preparazione di questo sistema di contenzione personalizzato è assolutamente
indolore. Tutto ciò che potrete sentire è
una sensazione di calore di modesta entità
e di breve durata, sensazione provocata dal
materiale plastico riscaldato. Tale dispositivo è necessario per mantenere l’accuratezza del posizionamento durante l’irradiazione. In questi casi ripeterete la seduta di
radioterapia sempre indossando questo
accessorio.
Nella maggior parte dei casi vi saranno
tatuati sulla cute piccoli punti permanenti
con inchiostro di china scuro. I tatuaggi
puntiformi non potranno essere eseguiti
senza il vostro consenso e sono necessari
per ricercare la corretta posizione ad ogni
seduta di radioterapia.
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LA SEDUTA DI
RADIOTERAPIA
O
gni seduta è preceduta da un
momento in cui sarete riposizionati sul lettino dal tecnico specializzato
sulla base dei tatuaggi eseguiti precedentemente e impiegando - laddove necessario - lo stesso sistema di immobilizzazione
confezionato nella fase preliminare di
simulazione.
La seduta ha una durata molto breve:
appena qualche minuto. In questo lasso
di tempo, rimarrete soli in sala, ma in
ogni momento potrete comunicare con il
tecnico che vi osserva con più telecamere
dalla sua postazione in consolle di terapia. E' importante che voi rimaniate perfettamente immobili per tutta la durata
dell’irradiazione. Tuttavia, se vi dovesse
capitare di tossire o compiere movimenti
involontari, non preoccupatevi: qualsiasi
eventuale spostamento sarà valutato dal
tecnico tramite delle verifiche eseguite
prima della terapia, ed eventualmente
corretto.
La dose totale e il numero complessivo di
sedute cui sarete sottoposti dipendono
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da un programma terapeutico strettamente personalizzato, e sono calibrati in funzione di fattori differenti, quali: età, stato
generale di salute, tipologia diagnostica e
sito di localizzazione del tumore. Il trattamento studiato per voi sarà quindi diverso da quello riservato ad altri pazienti con
la stessa vostra patologia. Pertanto, evitate di confrontarvi con situazioni analoghe
alla vostra, ma non indugiate a chiedere
qualora avvertiste la necessità di chiarimenti tecnici sulla terapia che è stata programmata per voi.
27
GLI EFFETTI
COLLATERALI
E ALCUNE
RACCOMANDAZIONI
SPECIFICHE
T
roverete qui di seguito un breve
accenno agli effetti secondari che
potrebbero verificarsi durante il trattamento. Questo non significa che tali
disturbi debbano necessariamente comparire, in quanto esiste una estrema variabilità individuale che ne rende assolutamente imprevedibili comparsa ed entità.
La maggioranza degli effetti collaterali
della radioterapia dipende dall’area che
riceve le radiazioni. Questo perché il
fascio di raggi, per arrivare a colpire il
bersaglio, non può evitare di attraversare
gli organi e i tessuti sani posti sulla traiettoria del tessuto che deve ricevere la dose
terapeutica. E’ importante che riferiate al
medico qualsiasi disturbo anche minimo
che dovesse comparire, affinché opportune contromisure possano essere tempestivamente messe in opera. Un intervento
tempestivo sugli effetti collaterali, infatti,
evita il peggioramento del sintomo e il
suo perdurare nel tempo.
Già prima dell'inizio della terapia vi saranno consigliati degli accorgimenti utili a
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contrastare e minimizzare gli effetti tossici
della radioterapia a seconda della regione
da irradiare.
Il sintomo generale più comunemente riferito dai pazienti è la stanchezza, ben motivata dal fatto che l’organismo spende una
notevole quantità di energia per affrontare
il trattamento, ed è dunque sottoposto a
un notevole impegno che è al contempo
fisico e mentale.
Nella maggioranza dei casi, comunque, i
pazienti non perdono la capacità di svolgere le proprie attività quotidiane, e possono
portare avanti la propria attività lavorativa,
purché con moderazione. Non vi sforzate
comunque in maniera eccessiva e cercate
di concedervi un maggior tempo di relax.
Qui di seguito riportiamo gli effetti collaterali più frequenti in base al distretto corporeo irradiato:
IRRADIAZIONE DELL’ENCEFALO
L’esecuzione del trattamento sull’encefalo
richiede una fase di preparazione nella
quale vi sarà confezionata una specie di
maschera di plastica che, scaldata in acqua,
assumerà la forma del vostro viso. La preparazione della maschera è indolore, e
viene realizzata dal tecnico in fase di simulazione. Si tratta di un dispositivo necessario ad evitare movimenti involontari che,
grazie al materiale plastico, morbido e fora29
to di cui è costituito, non vi sarà di nessun
impedimento per respirare liberamente.
Dovrete indossare questo presidio ogni
volta che effettuerete il trattamento.
A seguito dell’irradiazione dell’encefalo
potreste accusare nausea e/o cefalea, ma
anche sonnolenza e intorpidimento.
Potrebbe anche accadere che i sintomi che
accusavate all'inizio della malattia tornino
a ripresentarsi, anche in forma acuta ed
aggravata rispetto a prima. Questi disturbi
sono dovuti a un accumulo di liquidi
(edema) che si forma nella zona dell’encefalo irradiato. In questo caso il medico
potrebbe decidere di impostare una terapia steroidea (cioè a base di cortisone)
volta a eliminare questi sintomi. La terapia
farmacologica deve essere effettuata tutti i
giorni, compresi il sabato e la domenica, e
prosegue anche dopo il termine del ciclo
di radioterapia in base alla prescrizione
che il medico calibra sul vostro caso specifico. La prosecuzione della terapia si rende
necessaria perché la reazione del tessuto
cerebrale e gli eventuali effetti secondari
persistono per qualche settimana anche
dopo la fine del ciclo di radioterapia.
Anche gli effetti legati all’assunzione di
farmaci steroidei (aumento di peso, gonfiore etc.) regrediranno gradualmente
dopo la loro sospensione. In ogni caso
questi farmaci vanno sempre modulati dal
medico, e non sulle base delle vostre sen30
sazioni o iniziative personali.
Nell’area irradiata potrebbe comparire
arrossamenti e secchezza della cute,
anch'essi destinati a regredire a partire
dalle prime settimane successive al termine del trattamento. Verso il termine
del trattamento perderete i capelli nelle
aree che sono state irradiate. I capelli
ricresceranno dopo qualche mese, ma
più deboli, radi e a volte di un colore
diverso rispetto a prima. In alcuni rari
casi la perdita dei capelli è permanente.
La cura dei capelli dovrà essere effettuata
con shampoo neutro e acqua tiepida.
Non dovrete esporre la testa al sole né
durante la terapia, né nei mesi successivi.
E’ consigliabile utilizzare sempre un cappello durante le ore diurne. In questo
periodo è importante anche adottare uno
stile di vita piuttosto tranquillo, evitando
anche potenziali stress psicologici.
IRRADIAZIONE DEL CAVO ORALE E
COLLO (tavola I)
La mucosa del tubo digerente è molto
sensibile alle radiazioni. Perciò non vi
stupite e non vi preoccupate se vi capitasse, dopo la radioterapia, di soffrire di
irritazioni delle fauci e della gola con una
sintomatologia simil-influenzale.
Quando le ghiandole salivari sono incluse nel campo irradiato si verificano una
31
riduzione della produzione di saliva e un
aumento della sua viscosità. Questo, oltre a
causare secchezza e maggiore difficoltà alla
deglutizione, rende la bocca facile preda di
funghi e batteri. In molti pazienti l'esiguità
e la viscosità della saliva, insieme all’alterazione della mucosa, provocano nausea e
alterazione o perdita totale del gusto. La
percezione dell'amaro e dell'acido si altera
maggiormente e più frequentemente del
gusto del salato e del dolce. Nella maggior
parte dei pazienti il gusto si ripristina gradualmente entro 2-4 mesi dopo il completamento della terapia, ma l’alterazione del
gusto può anche durare fino a un anno.
Questi sintomi hanno un profondo effetto
sul desiderio e sulla capacità di alimentarsi,
possono sommarsi all’inappetenza già presente e condurre a una situazione potenzialmente grave di malnutrizione.
Molti pazienti perdono peso durante la
terapia radiante. Per la buona riuscita della
terapia è molto importante che vi alimentiate in maniera regolare. A tale scopo dovrete
tenere una tabella del peso e gestire insieme al medico la dieta.
IRRADIAZIONE DELLA REGIONE
TORACICA (MEDIASTINO E POLMONI)
Il sintomo più frequentemente riferito è
quello dovuto all’irradiazione dell’esofago:
difficoltà a ingerire e far progredire il cibo
(disfagia). Ad esso può associarsi anche un
32
eritema di vario grado sulla cute del collo
che è sede di ingresso del fascio di radiazioni.
A seconda della dose e del tratto irradiato,
potrebbe comparire anche una tosse di
tipo irritativo, per lo più secca e stizzosa.
Questi sintomi, se molto accentuati o
ancora persistenti dopo 2-4 mesi dal termine della radioterapia, potrebbero indicare
una infiammazione sub-acuta del polmone
che ha ricevuto una dose parziale di radiazioni. In questi casi è necessario consultare il medico specialista in radioterapia che
vi ha preso in cura, che valuterà la correlazione di questa sintomatologia con il trattamento con un esame del quadro clinicoradiologico (esame rx o TC del torace).
IRRADIAZIONE DELLA MAMMELLA
Il trattamento conservativo dei tumori
della mammella (cioè l’intervento chirurgico senza l’asportazione di tutta la mammella), ha oggi conseguito risultati definitivi sia dal punto di vista della guarigione
dalla malattia sia dal punto di vista
dell'estetica ricostruttiva. La radioterapia
post-operatoria che è utilizzata nella quasi
totalità delle pazienti che sono state sottoposte a intervento chirurgico conservativo
ha oramai un ruolo ben definito. In casi
selezionati vi sarà proposta un’irradiazione
di minore durata (ipofrazionata) e indirizzata solo a un’area limitata della mammel33
la: l'irradiazione della mammella
parziale accelerata o APBI
(Accelerated Partial Breast Irradiation),
indicata in pazienti con tumori di piccole
dimensioni e non particolarmente aggressivi da un punto di vista biologico.
L’irradiazione della mammella può causare
una modesta reazione della cute che apparirà arrossata e talvolta pruriginosa. La
radioterapia potrebbe far sembrare la mammella più rigonfia e dolente, per effetto
dell'accumulo di liquidi nel tessuto sottocutaneo e nella cute (edema). Tutti questi
effetti potrebbero essere precoci ed evidenti nel caso in cui avete effettuato anche
un trattamento con chemioterapia.
E’ importante che la cute della mammella
sia sempre mantenuta ben idratata. Evitate
di impiegare detergenti aggressivi e che
non siano a pH neutro. Non utilizzate deodoranti o profumi nella regione irradiata.
Indossate sempre indumenti non troppo
stretti e preferibilmente di cotone. Non
impiegate reggiseni con parti metalliche o
particolarmente rigidi.
In casi selezionati la radioterapia può
anche essere indicata dopo la mastectomia
radicale (asportazione di tutta la mammella). In questi casi il trattamento radiante
post-operatorio è effettuato sulla parete
toracica e/o sui linfonodi regionali (ascellare, sopraclaveare) ed è finalizzato a ridurre
il rischio di ripresa della malattia in tali
34
sedi. Qualora intendiate sottoporvi a intervento plastico-ricostruttivo, con impianto
autologo o con protesi, è fondamentale la
preliminare valutazione congiunta multispecialistica: chirurgo oncologo, chirurgo
plastico, radioterapista e oncologo medico
per non pregiudicare il risultato terapeutico e cosmetico.
Sia nel caso dell’irradiazione della mammella residua che della parete toracica dopo
mastectomia, non dovrete esporvi al sole o
lampade abbronzanti per tutta la durata
della terapia e per almeno un anno, e
dovrete fare sempre ben attenzione a proteggere la zona del decolté con un foulard
quando siete all’aperto.
IRRADIAZIONE DELLA ZONA
ADDOMINALE E PELVICA
La terapia radiante effettuata sulla regione
addominale o pelvica può essere causa di
diversi disturbi. I pazienti che vengono irradiati sull’addome superiore soffrono spesso
di nausea e vomito, mentre quelli con irraggiamento del basso addome e pelvi possono lamentare meteorismo, diarrea o disturbi urinari. L’effetto della radioterapia sulla
mucosa intestinale è causa della cosiddetta
enterite acuta da radiazione che solitamente è di grado assai modesto soprattutto se
si seguono determinate norme dietetiche
(vedi tavola II) e tende a scomparire dopo
3-6 settimane dalla fine della terapia.
35
Tuttavia, in una piccolissima percentuale
di pazienti, possono verificarsi anche degli
effetti tardivi che tendono a presentarsi
mesi, o anche anni, dopo la sospensione
della terapia e possono manifestarsi in
forma di ostruzione intestinale, diarrea
cronica o perdite ematiche dal retto. Un
sintomo assai frequente durante il trattamento della regione pelvica è il tenesmo
rettale e vescicale. Questo sintomo, che
compare durante la seconda metà del ciclo
di radioterapia per neoplasie dell’apparato
uro-genitale, è dovuto alla infiammazione
delle mucose rettale e vescicale. Consiste
in un senso di riempimento precoce degli
organi (ampolla rettale o vescica) con contrazione involontaria degli sfinteri. Questo
causa un bisogno frequente di defecare ed
urinare e determina l’emissione di una
scarsa quantità di feci, muco o semplicemente gas dal retto e una minzione più
frequente. Assai raramente può causare
dolore e in ogni caso è ben controllabile
con terapie locali (supposte o clismi medicati) e non richiede la sospensione della
terapia.
36
CONCLUSIONE
DEL TRATTAMENTO
E VISITE DI
CONTROLLO
A
l termine del ciclo di radioterapia
vi sarà rilasciata una relazione in
cui saranno descritte le caratteristiche tecniche della vostra terapia radiante, le
regioni anatomiche irradiate, le dosi somministrate e tutti gli eventi clinici che
hanno caratterizzato il periodo del trattamento. Dovrete conservare questo documento ed esibirlo al medico curante e agli
altri specialisti che vi tengono in cura.
Sulla relazione saranno anche indicate
eventuali prescrizioni terapeutiche e la
programmazione dei controlli clinici e
strumentali successivi. Tenete presente
che è particolarmente importante rimanere in contatto con il medico specialista in
radioterapia che ha eseguito il trattamento
poiché egli non solo potrà correttamente
valutare i risultati della terapia, ma potrà
anche considerare gli eventuali effetti collaterali che potrebbero manifestarsi anche
a distanza di mesi o perfino anni dal termine della radioterapia.
37
LE DOMANDE
PIU’ FREQUENTI
Posso guidare l’auto o avrò bisogno di essere
accompagnato durante il trattamento?
Tranne i casi in cui il medico vi dirà di non guidare
veicoli, potrete recarvi in ospedale per la seduta di
radioterapia autonomamente. Ricordate comunque che la stanchezza è un sintomo piuttosto
frequente ed è comunque sconsigliata la guida
per lunghi percorsi. Molti farmaci possono inoltre
influenzare sia la concentrazione sia i riflessi e
pertanto avere ripercussione negative sulla guida.
Mi cadranno i capelli?
La radioterapia non comporta la caduta dei capelli, tranne nel caso in cui venga effettuata sull’encefalo. In quest’ultimo caso ciò accadrà verso il
termine del ciclo di terapia. I capelli ricresceranno
spontaneamente sebbene più radi, dopo qualche
mese.
Avrò nausea e vomito?
La radioterapia potrebbe comportare nausea e
vomito solo quando viene effettuata sulla regione
addominale o pelvica o nel caso sia associata alla
chemioterapia. Nei restanti casi normalmente non
determina questo tipo di disturbo.
Costituisco un pericolo per me per i miei familiari o per i bambini?
Se la radioterapia è effettuata con modalità a fasci
esterni (acceleratori lineari), essa non comporta alcun pericolo per voi o per i vostri familiari.
Solo nel caso in cui doveste essere sottoposto a
brachiterapia (con sorgenti inserite nel corpo in
modo permanente) dovrete seguire delle norme
38
cautelative che vi saranno prescritte dal medico al termine del trattamento quando uscirete
dall’ospedale.
Sentirò dolore durante la terapia?
Durante il trattamento non sentirete alcun dolore.
Proseguendo potrebbero comparire alcuni effetti
collaterali a carico di organi compresi nel campo
di irradiazione. Periodicamente sarete controllati
dal medico radioterapista per impostare l’eventuale terapia necessaria. Seguite comunque i
consigli e le raccomandazioni del team di Radioterapia
Mi ustionerò durante il trattamento?
Le tecnologie moderne consentono di irradiare
gli organi in profondità senza depositare una
eccesiva dose in superficie. Il fascio di radiazioni
però dovrà necessariamente attraversare la cute.
Potrebbero verificarsi degli arrossamenti di vario
grado specialmente verso il termine della terapia.
Tali arrossamenti sono reversibili e nei casi necessari il medico radioterapista vi prescriverà una
terapia medica specifica.
In casi specifici è necessario erogare la dose in
superficie. In queste situazioni il medico e l’infermiere monitoreranno attentamente la zona trattata nel corso della terapia consigliandovi volta per
volta i presidi da adottare.
Dovrò modificare la mia condotta sessuale
durante il trattamento?
Il trattamento di radioterapia non implica necessariamente un mutamento nella condotta sessuale abituale. In relazione alla possibilità di avere
dei figli è necessario che durante il trattamento e
per un certo tempo, dopo la fine del trattamento,
usiate delle precauzioni. Per le donne in età fertile è bene effettuare un test di gravidanza prima
di iniziare. Per gli uomini sono consigliate precauzioni per escludere un concepimento durante
questo periodo.
39
GLOSSARIO
Acceleratore
lineare (o linac)
Apparecchio utilizzato per effettuare la radioterapia a
fasci esterni. Produce raggi x di alta energia in grado di
penetrare in profondità nei tessuti
APBI
(o irradiazione
della mammella
parziale
accelerata)
(APBI: Accelerated Partial Breast Irradiation). E’ una
modalità di radioterapia che si utilizza in casi selezionati
dopo intervento di asportazione parziale della mammella
per tumori di piccole dimensioni. Consiste nell’irradiazione
di un’area limitata della mammella corrispondente alla
sede dove era situato inizialmente il tumore. La metodica
consente inoltre di effettuare un ciclo di radioterapia di
minore durata, grazie alla possibilità di somministrare, in
un minore numero di sedute, dosi più elevate
Brachiterapia
Tecnica di radioterapia dove le sorgenti di radiazione sotto
forma di semi, fili o altre forme, sono collocate direttamente all’interno o nelle vicinanze del tumore. E’ utilizzata per
la cura di diversi tipi di tumore, ma si è rivelata di particolare interesse per la cura di alcuni tumori della regione
cervico-facciale, della mammella, di tumori ginecologici e
soprattutto della prostata.
Brachiterapia
con impianti
permanenti
Le sostanze radioattive sono lasciate nel paziente e
rimangono attive per tutta la durata del decadimento della
sostanza utilizzata. Durante questo periodo le radiazioni
esplicano il loro effetto terapeutico sul tumore e il paziente
deve osservare scrupolosamente alcune norme di protezione e sicurezza per le altre persone finché la carica
radioattiva non è completamente esaurita.
Brachiterapia
con impianti
temporanei
Le sostanze radioattive poste all’interno del corpo, dopo
aver svolto la loro azione terapeutica, sono rimosse e il
paziente non è più portatore di radioattività e può tornare
alla sua normale attività, senza alcun rischio per se stesso
e per le persone con cui interagisce.
Centratura di
simulazione
(o centraggio
o simulazione)
E’ la fase in cui sono si individuano i volumi da irradiare
(tumore o zone a rischio) e quelli da proteggere (tessuti
sani e organi critici). Modernamente per questa fase viene
utilizzato un apparecchio TC dedicato.
CyberKnife
Apparecchio costituito da un acceleratore lineare miniaturizzato montato su un braccio mobile robotizzato. Si basa
sull’irraggiamento del bersaglio da varie angolazioni per
minimizzare la dose sui tessuti sani ed incrementare al
massimo quella al bersaglio. Il sistema non è invasivo.
DNA
Il DNA o acido desossiribonucleico è l’acido nucleico
(o acido desossi- situato nei cromosomi all’interno dei nuclei delle cellule
ribonucleico)
e contiene le informazioni genetiche necessarie per lo
40
sviluppo e il corretto funzionamento degli organismi viventi.
Il DNA è formato da una coppia di filamenti saldamente
associati tra loro che si intrecciano tra loro a formare una
struttura definita doppia elica. La rottura del DNA nelle cellule tumorali per opera delle radiazioni, provoca l’incapacità
di riprodursi e quindi il blocco della crescita tumorale
GammaKnife
E’ un apparecchio per la radiochirurgia, un metodo non
invasivo per il trattamento di lesioni cerebrali. E’ costituito
da un emisfero in cui sono inserite 201 sorgenti di cobalto
che convergono tutte in un unico punto centrale dove è
posizionato il bresaglio da irradiare.
Gantry
Testata dell’Acceleratore. Al suo interno vi sono gli elementi
utilizzati per la collimazione del fascio e la sua modulazione. Nell’apparecchio per Tomoterapia ha la forma ad anello
entro cui ruota la testata dell’acceleratore lineare.
IGRT
Image Guided Radiation Therapy.
Vedi Radioterapia guidata dalle immagini
Immagini portali
Immagini acquisite per la verifica del corretto posizionamento del paziente sul lettino e della zona da irradiare
prima della somministrazione della dose di radioterapia.
IMRT
Intensity Modulated Radiation Therapy.
Vedi Radioterapia a intensità modulata
IORT
IntraOperative Radiation Therapy.
Vedi Radioterapia Intraoperatoria
Linac
Vedi acceleratore lineare
Metastasi
Cellule maligne che si separano dal tumore originario per
colonizzare altre parti del corpo (ad esempio linfonodi, ossa
o altri tessuti) dove vanno incontro a replicazione. La loro
presenza definisce una malattia non più solo localizzata
ma diffusa.
PET/TC
(Tomografia ad
emissione di
positroni
associata alla TC)
La PET è un esame di medicina nucleare che aiuta a rivelare il funzionamento e il metabolismo di organi e tessuti
che combinata con la TC (Tomografia Computerizzata),
fornisce una precisa definizione delle strutture anatomiche.
In Radioterapia è particolarmente utile per localizzare con
maggiore accuratezza alcuni tumori poco visualizzabili alle
abituali indagini morfologiche.
Piano di
trattamento
(o piano di cura)
E’ la prescrizione effettuata dal radioterapista di dosi e
tecnica con le quali deve essere trattato il paziente. La sua
elaborazione è effettuata insieme al fisico mediante l’utilizzazione di moderni software per dare il massimo al tessuto
bersaglio ed il minimo della dose ai tessuti sani.
41
Radiazioni
ionizzanti
Le radiazioni ionizzanti sono particelle e onde elettromagnetiche dotate di sufficiente energia da poter ionizzare
gli atomi o le molecole con i quali vengono a interagire.
Ionizzare significa rompere i legami atomici e caricare
elettricamente atomi e molecole neutri. La caratteristica di una radiazione di poter ionizzare un atomo, o
di penetrare più o meno in profondità all'interno della
materia, dipende oltre che dalla sua energia anche dal
tipo di radiazione e dal materiale con il quale avviene
l'interazione. Sia i raggi x che le radiazioni α, β o γ sono
radiazioni ionizanti.
Radioterapia
a fasci esterni
Tecnica in cui le radiazioni emesse in genere dall’acceleratore lineare sono utilizzate per colpire il tumore
dall’esterno.E’ una tecnica non invasiva.
Radioterapia a
E’ una tecnica evoluta di radioterapia conformazionale
intensità modulata a fasci esterni nella quale oltre alla conformazione
(o IMRT)
del bersaglio, è possibile effettuare contributi di dose
differenti all’interno dello stesso volume irradiato, grazie
alla modulazione dell’intensità ottenuta scomponendo il
fascio primario di radiazioni in singoli piccoli fascetti.
Radioterapia
conformazionale
tridimensionale
(o 3D-CRT)
È una modalità di trattamento in cui lo studio del bersaglio e della dose da impiegare si basa su immagini TC
e sistemi di calcolo 3D. Il trattamento è realizzato mediante fotoni prodotti da Acceleratori Lineari e conformati
al bersaglio mediante delle schermature ottenute con
piccole lamelle comandate da software dedicati.
Radioterapia
guidata dalle
immagini
Consente di monitorare la reale posizione del volume
da irradiare immediatamente prima dell’erogazione delle
radiazioni. Si realizza così una maggiore precisione nel
caso di organi suscettibili di spostamenti pur minimi tra
una seduta e l’altra .
Radioterapia
Intraoperatoria
(o IORT)
Tecnica speciale di radioterapia che consiste nel somministrare, in sala operatoria, durante l’intervento chirurgico, un’unica alta dose di radiazione per eliminare la
zona di tessuto tumorale non aggredibile diversamente
dal chirurgo o ad alto rischio di infiltrazione microscopica
dopo l’asportazione del tumore.
Radioterapia
stereotassica
extracranica
(o SBRT)
(SBRT: Stereotactic Body Radiation Therapy). E’ una
tecnica stereotassica che permette di indirizzare una
elevata dose di radiazioni direttamente sul volume tumorale con estrema accuratezza e precisione. E’ effettuata
con acceleratori lineari modificati oppure con apparecchi
dedicati come la CyberKnife.
RapidArc®
Vedi VMAT
42
RM
(Risonanza
Magnetica)
È un esame di diagnostica per immagini che permette di
visualizzare parti interne del corpo tramite l'applicazione di
un campo magnetico esterno. E’ particolarmente utile per
la diagnosi delle malattie del cervello e della colonna vertebrale, dell'addome, dei grossi vasi e del sistema muscoloscheletrico. In Radioterapia, associata alla TC è molto utile
a volte per localizzare e definire con maggiore accuratezza
i limiti di alcuni tumori cerebrali.
TC
(Tomografia
Computerizzata)
La Tomografia Computerizzata, è una metodica di diagnostica per immagini, che utilizza raggi X e consente di
riprodurre sezioni o strati (tomografia) corporei del paziente
per effettuare elaborazioni tridimensionali.
Tecniche
stereotassiche
Tecniche che attraverso l’impiego di tre coordinate cartesiane ortogonali tra loro permette di individuare e indirizzare
una dose elevata di radiazioni su di un bersaglio situato in
profondità.
Teleterapia
Vedi Radioterapia a fasci esterni
Tomoterapia
E’ un’apparecchiatura costituita da un rilevatore TC accoppiato ad un acceleratore lineare. La stessa macchina effettua prima di ogni trattamento l’acquisizione delle immagini
con le quali viene eseguita la verifica della posizione del
volume bersaglio. L’apparecchio consente di effettuare
tecniche IMRT e IGRT.
TrueBeam™
E’ un Acceleratore Lineare di ultima generazione dotato
di un’innovativa piattaforma tecnologica per trattamenti
di radioterapia di altissima precisione con l’ausilio di un
sistema di IGRT al alte risoluzione che consente la verifica
del corretto irraggiamento prima e durante la seduta di
radioterapia.
VERO System™
Acceleratore lineare che ruota attorno al paziente e su se
stesso ad alta velocità e può conseguire un’elevata accuratezza e versatilità grazie ai movimenti sincronizzati del
lettino del paziente e alla angolazione del gantry.
VMAT
Volumetric Modulated Arc Therapy o RapidArc. E’ un trattamento eseguito con un acceleratore lineare, che utilizza
fasci di radiazioni erogati dall’esterno ad archi, in grado di
focalizzare con precisione millimetrica la massima dose
sul volume di tessuto tumorale, risparmiando gli organi
sani circostanti. Quotidianamente, prima di ogni seduta di
radioterapia, viene eseguita una Cone-beam CT, cioè delle
immagini TC in posizione di trattamento, in modo da
controllare e correggere il posizionamento del paziente in tempo reale e con la massima precisione.
43
TAVOLA I
RACCOMANDAZIONI PER IL PAZIENTE CHE EFFETTUA
LA RADIOTERAPIA SUL CAVO ORALE E/O COLLO
● Mantenere il cavo orale e i denti sempre in perfette condizioni di pulizia ricorrendo a sciacqui frequentissimi ( 3-6 volte al dì e
in particolare dopo ogni pasto) con infusi di camomilla (o malva) e
bicarbonato. Ad esempio: soluzione di 1 litro di camomilla con un
cucchiaio di bicarbonato, da utilizzare come collutorio a temperatura
ambiente.
● Abolire alcolici, fumo, cibi ricchi di spezie e alimenti o liquidi
troppo caldi.
Dare la preferenza a cibi con alto valore nutritivo, che non irritino le
mucose e possano essere masticati e deglutiti con facilità.
● Eliminare le protesi dentarie.
● Durante e dopo la radioterapia attuare una adeguata profilassi
dentaria.
1. Per la pulizia dei denti impiegare soluzioni al fluoro (gel, paste
dentifricie e collutori), 2-3 volte al dì durante e dopo il ciclo di
radioterapia;
2. assumere fluoruro di sodio per bocca (es. Zymafluor cpr da mg1:
1 cpr al dì);
3. utilizzare il filo interdentale;
4. evitare di masticare caramelle o altri dolciumi.
E’ importante ricordare di non effettuare estrazioni di elementi
dentari compresi nella sede del campo di irradiazione e di consultare sempre il medico radioterapista prima di effettuare qualsiasi
intervento odontoiatrico o impiegare protesi dentarie. L’estrazione
di elementi dentari potrebbe causare gravi danni (necrosi ossea) a
livello dell’osso mandibolare e mascellare anche a distanza di anni
dal termine dalla radioterapia.
44
TAVOLA II
SUGGERIMENTI DIETETICI PER PAZIENTI IRRADIATI
SULL’ADDOME E PELVI
In genere evitare: fritti, soffritti, sughi grassi o piccanti, spezie,
pepe, peperoncino, cacao. Durante la terapia assumere fermenti
lattici o 1 yogurth al giorno.
CIBI DA EVITARE
Cereali: tutti i cereali integrali.
CIBI PERMESSI
Pane bianco senza mollica o tostato,
fette biscottate bianche, crackers e
grissini comuni, fiocchi d’avena, crema
di riso, pasta e semolino.
Verdure: insalate crude, carciofi, catalogna, cime di rape,
cavoli, cavolfiori,broccoli,fagioli,
ceci,lenticchie,piselli,fave.
Carote, sedano, verdura cotta, minestre
di verdura passata, patate bollite a
purea o al forno, zucchine, fagiolini,
spinaci, indivia, pomodori in modiche
quantità.
Frutta: prugne, fichi, fragole,
mirtilli, lamponi, ribes, mele
cotogne, more, noci, nocciole, datteri, mandorle, pinoli,
avocado, cocco fresco, tutta la
frutta secca.
Mele grattugiate, banane, ananas,
limone, mandarini, pesche, spremute
di agrumi. Preferibile frullata e senza la
buccia.
Uova: fritte, frittate.
Alla coque, in camicia.
Formaggi: piccanti e molto
grassi o stagionati.
Magri e freschi.
Carni: maiale nelle sue parti
più grasse, insaccati, salumi,
frattaglie, trippa, carni affumicate.
Bianche o rosse, purché poco grasse
e prive di connettivo. Prosciutto cotto e
crudo purché sgrassato, bresaola.
Pesce: anguilla e pesce grasso Lesso e con condimenti leggeri.
in genere, frutti di mare e
fritture.
Bevande: gassate, fredde, caf- Acqua, camomilla, tè, caffè d’orzo, sucfè, latte, cioccolato, alcooliche. chi di frutta, yogurt, succo di limone.
Dolci: creme, dolci a base di
frutta secca e fresca, panna,
cacao, gelati.
Dolci poco elaborati e poco grassi, crostate, biscotti (non integrali né farciti).
Varie: spezie,olive,senape, mo- Sale e zucchero.
starda, lardo strutto, pancetta.
45
Opuscoli pubblicati
Combattere il dolore per combattere senza il La terapia ormonale nel carcinoma mammario
dolore
Giovanna Masci, Armando Santoro
E. Arcuri
Il tumore del pancreas
Consigli alimentari durante il trattamento
Roberto Labianca, Giordano D. Beretta, Alberto
oncologico
Zaniboni, Luigina Rota
M. Antimi, P. Tarantini, F. Quattrini
I tumori dei giovani adulti - La mammella
Radioterapia. Guida pratica per il paziente
Eugenio Cammilluzzi, Antonio Maria Alberti et al.
U. de Paula, A. Di Palma, L. de Paula
Perché devo smettere di fumare
Ipertrofia prostatica benigna: guida per il
Massimo Pasquini, Cora N. Sternberg
paziente
M. Lamartina, M. Rizzo, G. B. Ingargiola,
Perché proprio a me?
M. Pavone Macaluso
Come affrontare il disagio emotivo quando si
ha un tumore
Trapianto di midollo osseo o di cellule sta- Barbara Barcaccia, Teresa Gamucci
minali periferiche
M. Vignetti, A. P. Iori
Nausea e vomito da chemioterapia: cosa fare?
Sonia Fatigoni, Mara Picciafuoco, Fausto Roila
Chemioterapia... se la conosci, non la temi
T. Gamucci, S. De Marco
Un aiuto al paziente con reazioni cutanee in
corso di terapia con Cetuximab
Sopravvivere al cancro infantile. Tutto è
Olga Martelli, Andrea Mancuso, Samantha
bene quel che finisce bene
Marenda, Roberto Labianca
J. E. W. M. Van Dongen - Melman
Un gioco da ragazze
Mieloma Multiplo
Prevenire il carcinoma della cervice uterina
A. Nozza, A. Santoro
con il vaccino Anti Papilloma Virus (HPV)
Rosa Giuliani, Leonardo Emberti Gialloreti,
Neoplasie del colon-retto. Una terapia per
Cora N. Sternberg
ogni paziente
G. Beretta, R. Labianca, A. Sobrero
Insieme, contro il tumore del polmone
Alain Gelibter, Anna Ceribelli
Occhio... alla bocca
F. Cianfriglia, A. Lattanzi
L’ascite neoplastica: come, quando e perché
Giovanni Scambia, Domenica Lorusso,
Occhio a quel neo che cresce!
Maria Claudia Masi, Antonella Pietragalla
I. Stanganelli
Tumori e AIDS: prevenzione e terapia
G.D. Vultaggio, U. Tirelli
E’ possibile stampare le Guide in formato pdf
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