Suore Salesiane dei Sacri Cuori Liceo linguistico 3L L’ENERGIA NEI SISTEMI VIVENTI Docente: Valeria Petrizzelli Anno Accademico 2016-17 COSA E’ L’ENERGIA? E’ la capacità di compiere un lavoro dove L = F x S Un sistema chiuso è un sistema in grado di scambiare energia, ma non materia con l’ambiente esterno. Un sistema aperto è un sistema che scambia sia energia che materia con l’ambiente esterno. Quale delle due è un sistema chiuso? E gli organismi viventi sono sistemi chiusi o aperti? Gli organismi viventi sono sistemi aperti che scambiano sia energia che materia con l’ambiente esterno. Nell’organismo gli scambi di energia avvengono durante le reazioni chimiche che possono essere: CATABOLICHE Reazioni di demolizione delle molecole (sostanze nutritive) che liberano l’E in esse contenuta (reazioni esoergoniche) ANABOLICHE Reazioni di sintesi che hanno bisogno di E per la costruzione delle molecole necessarie all’organismo (reazioni endoergoniche) Da dove deriva l’E necessaria alle reazioni anaboliche? E Reazioni anaboliche (endoergoniche) Reazioni cataboliche (esoergoniche) E L’E liberata durante le reazioni cataboliche viene: • utilizzata per la sintesi nelle reazioni anaboliche (immagazzinata nei legami delle molecole) • liberata per compiere il lavoro cellulare • trasformata in calore Catabolismo e anabolismo costituiscono insieme il METABOLISMO ovvero l’insieme di tutte le reazioni chimiche che avvengono nella cellula. Le catene di reazioni nel corso delle quali viene trasferita, immagazzinata e liberata energia prendono il nome di vie metaboliche. Per poter funzionare correttamente devono: • essere controllate devono avvenire in un determinato sito della cellula, in un determinato momento; • superare un valore soglia di E detta energia di attivazione, Ea. Entrambi questi problemi vengono risolti dagli ENZIMI: proteine in grado di abbassare l’Ea e quindi di favorire l’avvio delle reazioni. Si definiscono dei catalizzatori biologici proprio perché aumentano la velocità delle reazioni chimiche, quindi il passaggio da reagenti a prodotti. Tutti gli enzimi sono proteine ovvero una sequenza di aa che per essere funzionale deve ripiegarsi tridimensionalmente. Il ripiegamento consente la formazione di tasche/depressioni che rappresentano i siti attivi della reazione cioè i siti in cui si legano le molecole di reagenti. Le molecole su cui agiscono gli enzimi prendono il nome di SUBSTRATI. Il legame tra un substrato (S) ed il sito attivo di un enzima (E) è altamente specifico cioè un enzima è in grado di catalizzare una o poche reazioni chimiche perché il suo sito attivo è compatibile solo con una determinata molecola. Ecco perché nell’uomo esistono dai 1000 ai 4000 enzimi diversi, quasi uno per ogni reazione chimica che avviene nel nostro organismo. Questa proprietà degli enzimi è definita specificità di substrato e funziona come il modello chiave-serratura. Le reazioni cataboliche sono in genere reazioni di idrolisi nelle quali una molecola si divide in molecole più semplici. In questo caso l’enzima indebolisce i legami della molecola di saccarosio (reagente) idrolizzandola nelle due molecole di Glucosio e Fruttosio di cui è composta (prodotti). In questo caso l’enzima fa da giudice divorzista Le reazioni anaboliche sono in genere reazioni di sintesi nelle quali due sostanze si uniscono per formare una sostanza diversa; l’enzima in questo caso favorisce l’incontro tra due molecole di reagenti. Es. Glucosio e Fruttosio si uniscono a formare il Saccarosio. In questo caso l’enzima fa da agenzia matrimoniale «tzu mei» Interpretate il ciclo in senso inverso Altre proprietà degli enzimi: • non partecipano alla reazione non subiscono alcuna modificazione; • non si consumano dopo aver svolto la loro funzione si staccano dai substrati e sono pronti per catalizzare altre reazioni chimiche. Riflessione... Perché una mutazione a carico del DNA potrebbe rendere una proteina non funzionante? Perché, eccetto che nelle mutazioni silenti, una mutazione che comporta il cambio di uno o più aa all’interno della proteina può influenzare il suo ripiegamento non consentendo la formazione del sito attivo e quindi compromettendo la sua funzione L’attività degli enzimi è fortemente influenzata dalle condizioni ambientali quali: • pH • temperatura • legame con altre sostanze Anche questi fattori possono modificare la conformazione 3D della proteina rendendo impossibile il riconoscimento del substrato. pH Ogni enzima ha un suo pH ottimale di lavoro. La maggior parte lavora in un range di pH compreso tra 6 e 8, ma ce ne sono alcuni come la pepsina che lavorano solo nell’ambiente acido dello stomaco (pH = 2). Questa digerisce le proteine, ma una volta raggiunto l’intestino (pH >7) si inattiva ed entra in gioco un altro enzima digestivo in grado di lavorare a quel valore di pH. Temperatura Il calore può modificare in maniera irreversibile la conformazione di una proteina ed in questo caso si dice che viene denaturata. Es. cosa succede all’albumina dell’uovo se questa viene sottoposta ad una fonte di calore? calore Qual è la temperatura ottimale per gli enzimi che lavorano nel nostro organismo? E i batteri che per esempio vivono in ambienti estremi come le sorgenti calde o i ghiacciai polari? Legame con altre sostanze Il legame con particolari sostanze (attivatori o inibitori) promuovere o impedire l’attività catalitica. Questo può avvenire in maniera reversibile o irreversibile. L’inibizione può essere inoltre: COMPETITIVA NON COMPETITIVA può INIBIZIONE COMPETITIVA L’inibitore competitivo ha una struttura simile al vero substrato per cui è in grado di legare l’enzima e di impedirne il legame con il substrato corretto. EtOH e MetOH sono molto simili strutturalmente per cui vengono metabolizzati dallo stesso enzima ADH. In caso di ingestione di MetOH, questo verrebbe convertito in una molecola altamente tossica per l’organismo, la formaldeide. La cura da intossicazione di MetOH consiste infatti nel somministrare EtOH in modo che possa «competere» per l’ADH. L’EtOH verrà convertito in un prodotto tossico, ma sicuramente meno tossico della formaldeide. Altro esempio di inibitori competitivi: i famosi FANS!!! INIBIZIONE NON COMPETITIVA Oltre al sito attivo, molti enzimi hanno anche un sito di inibizione che regola l’attività dell’enzima. L’inibitore, legandosi a questo sito, provoca un cambiamento conformazionale del sito attivo che impedisce l’attività catalitica dell’enzima perché non riconosce più il suo substrato. Es. di inibitori non competitivi sono: • i metalli pesanti come il Piombo che inibisce un enzima coinvolto nella sintesi dell’emoglobina, la proteina trasportatrice di O2 nel sangue saturnismo • penicillina che inibisce gli enzimi coinvolti nella sintesi della parete cellulare dei batteri Molto spesso, nelle reazioni chimiche, è il prodotto finale che funge da inibitore della sua stessa sintesi. Questo meccanismo prende il nome di feedback negativo e consente di regolare la concentrazione di un certo prodotto all’interno della cellula. COFATTORI Sono delle parti non all’attività enzimatica. proteiche IONI METALLICI legati al sito attivo dell’enzima come Fe, Cu, Co, Mn, Zn dell’enzima che contribuiscono COENZIMI ovvero cofattori organici come le vitamine che sono necessarie in piccolissime quantità, ma sono imprescindibili per l’enzima Ritorniamo ai trasferimenti energetici della cellula Gli esseri viventi, a riposo, hanno bisogno di energia? O solo quando svolgono attività fisica? Ogni essere vivente, anche se non impegnato in attività fisica, richiede energia per mantenere le proprie funzioni vitali quali: • • • • respirazione circolazione sanguigna mantenimento della T corporea attività del SN L’energia minima richiesta da un organismo in stato di riposo fisico, digestivo ed emozionale prende il nome di metabolismo basale. Qualsiasi ulteriore attività richiede il dispendio di ulteriore energia quindi di altre calorie. Questo fabbisogno ulteriore prende il nome di fabbisogno energetico e dipende dallo stile di vita (può essere 3-4 volte superiore al MB). Calorie in ingresso Calorie in uscita L’ATP Qual è il destino dell’energia che viene liberata durante le reazioni cataboliche? Se il nostro organismo potesse utilizzare questa E solo nel momento in cui viene liberata, qualche ora dopo i pasti non avremmo più E da poter utilizzare. Si sono evoluti dei sistemi per trattenere l’energia liberata dalla catabolizzazione delle sostanze nutritive in modo da poterla utilizzare ad ogni occorrenza. La molecola universale utilizzata nei sistemi viventi per immagazzinare e trasferire l’E è l’ATP e per questo è detta «moneta di scambio energetico». ATP = adenosina trifosfato A P P P Ribosio L’ultimo gruppo fosfato rappresenta l’estremità funzionale della molecola La maggior parte dell’attività della cellula (sintesi di biomolecole, trasporto attivo, contrazione dei muscoli) dipende da questo processo di trasferimento del gruppo Pi dall’ATP alle molecole coinvolte nel lavoro cellulare. Molecola Pi Pensate che ogni cellula utilizza circa 10 milioni di molecole di ATP al secondo. La respirazione cellulare In che modo gli organismi liberano l’E contenuta negli alimenti? Esiste una complessa serie di reazioni che prende il nome di respirazione cellulare. Questa è divisa in tre tappe: 1. Glicolisi 2. Ciclo di Krebs 3. Fosforilazione ossidativa La GLICOLISI si svolge nel citoplasma e consiste nella scissione della molecola di Glucosio (6 atomi di C) in 2 molecole di Piruvato (3 atomi di C). In questa catena di reazioni esoergoniche il Glucosio si ossida e vengono prodotte 2 molecole di ATP. Glucosio 2 Piruvato Il piruvato entra nel mitocondrio e viene convertito in Acetil-CoA (2 atomi di C) prima di entrare nella seconda fase della respirazione: il CICLO DI KREBS. L’Acetil-CoA è la molecola in cui convergono tutti i processi catabolici delle sostanze che assumiamo con gli alimenti. Carboidrati Proteine Acetil-CoA Lipidi L’Acetil-CoA entra nel ciclo di Krebs e viene ossidato in una serie ciclica di 8 reazioni enzimatiche durante le quali vengono prodotte altre due molecole di ATP. Nel ciclo viene prodotta anche CO2 come prodotto di scarto. Acetil-CoA Ciclo di Krebs Il processo finale in cui si forma la maggior parte dell’ATP avviene sulla membrana del mitocondrio e prende il nome di fosforilazione ossidativa. In questa fase, gli e- persi dal Glucosio ossidato vengono trasferiti, attraverso una serie di proteine, ad un accettore finale che nelle nostre cellule è rappresentato dall’O2 (che si riduce ad H20). LA RESPIRAZIONE IN SINTESI Reazione netta Glucosio + 6O2 6CO2 + 6H2O 36 ATP Da dove viene l’O2 che utilizziamo come accettore finale di e- e cosa ne facciamo della CO2 prodotta? Le complesse reazioni di respirazione cellulare che avvengono all’interno della cellula sono fortemente connesse e coordinate con la respirazione polmonare. L’O2 che respiriamo grazie ai polmoni giunge in tutto l’organismo attraverso il circolo sanguigno ed è impiegato da ogni cellula per la respirazione cellulare insieme ovviamente ai nutrienti assorbiti. La CO2 prodotta come rifiuto viene immessa nel circolo sanguigno a livello di tutti i tessuti per essere poi espirata attraverso la respirazione polmonare. Mentre noi umani non possiamo fare a meno dell’O2 per produrre energia, altri esseri viventi hanno evoluto dei sistemi alternativi che consentono loro di sopravvivere anche in assenza di O2, questo perché utilizzano altre molecole come accettori finali di e-. Si distinguono quindi due tipi di respirazione: AEROBICA in presenza di O2 ANAEROBICA in assenza di O2 FERMENTAZIONE E’ un processo di respirazione anaerobica operato da alcuni batteri e lieviti in determinate condizioni. ALCOLICA Glucosio Piruvato LATTICA Glucosio Piruvato Alcol Acido etilico + lattico + Co2 Co2 FERMENTAZIONE ALCOLICA E’ tipica di funghi unicellulari chiamati lieviti che ossidano gli zuccheri producendo alcol etilico e Co2 come prodotti di scarto. FERMENTAZIONE LATTICA E’ tipica di batteri lattici es. quelli utilizzati nella produzione dello yogurt. Il lattosio (zucchero del latte) viene ossidato ad acido lattico che fa diminuire il pH. L’elevata acidità fa precipitare la caseina (proteina del latte) che, coagulando, dà la caratteristica consistenza allo yogurt. Secondo voi l’uomo può compiere la fermentazione? Durante un’intensa attività fisica la demolizione del glucosio per sintetizzare ATP può superare la capacità del sangue di rifornire i muscoli di O2. In queste condizioni il piruvato non entra nel ciclo di Krebs, ma viene fermentato in acido lattico che, accumulandosi nei muscoli, causa dolore muscolare e senso di affaticamento. Facciamo un passo indietro. Chi produce il glucosio che ci serve per produrre energia? LA FOTOSINTESI CO2 + H2O Glc + O2 La fotosintesi è una reazione in cui materia vivente e non vivente si incontrano perché consiste nella cosiddetta «organicazione o fissazione del Carbonio»: il Carbonio inorganico presente sotto forma di CO2 nell’atmosfera, viene fissato in una moltitudine di sostanze organiche che servono a nutrire tutti gli organismi del Pianeta. Solo pochi eletti sono in grado di compiere questa reazione e sono definiti organismi fotosintetici perché sono in grado di catturare e immagazzinare la luce solare extraterrestre nei legami delle molecole organiche che servono a loro stessi come nutrimento (organismi autotrofi) e anche a tutti gli altri organismi della catena alimentare. L’energia luminosa si trasforma in energia chimica secondo la reazione: 6CO2 + 6H2O C6H12O6 + 6O2 N.B.: questa reazione serve solo ad esprimere bene i rapporti quantitativi, ma il Glc è solo una delle tante molecole organiche che vengono prodotte. Il processo fotosintetico serve per la costruzione dell’intero organismo. La reazione della fotosintesi è esattamente quella inversa della respirazione cellulare. Ma come è possibile che quelli che sono i nostri prodotti di scarto (H2O e CO2 ) sono le molecole che servono alle piante per nutrire tutti gli organismi del Pianeta? E come è possibile che i prodotti di scarto della fotosintesi siano le molecole imprescindibili per la nostra sopravvivenza (Glc e O2)? Non è una coincidenza stranissima? Se i due processi sono così interconnessi tra loro, quale è nato prima sulla Terra, la fotosintesi o la respirazione? FOTOSINTESI CO2 + H2O E Glc + O2 RESPIRAZIONE Non è una coincidenza stranissima, ma il risultato di un faticoso aggiustamento. L’O2 presente nell’atmosfera oggi probabilmente deriva per intero dalla fotosintesi delle piante di tempi passati. Questo gas che viene visto come un benefattore è in realtà un distruttore che fa a pezzi tutto quel che tocca data la sua grande reattività. Gli organismi viventi per non finir bruciati vivi o intossicati hanno «imparato» gradualmente a convivere con esso, inizialmente sviluppando dei sistemi per neutralizzarlo, poi sfruttandolo per uso energetico. Ma chi ha inventato la fotosintesi? NON sono le piante ad aver inventato la fotosintesi!!! La fotosintesi è nata 3,5 mld di anni fa grazie a dei procarioti chiamati cianobatteri che hanno saputo sfruttare la fonte onnipresente e inesauribile che è l’energia del sole per produrre le sostanze organiche come nutrimento. Quasi 2 mld di anni dopo nasce la prima cellula vegetale grazie ad un processo endosimbiotico, ovvero l’abbraccio tra una cellula eucariote (che quindi aveva già acquisito il mitocondrio) ed un procariote capace di compiere la fotosintesi, un cianobatterio appunto, che si è poi evoluto nell’organello che oggi conosciamo come...cloroplasto. I CLOROPLASTI Sono particolari organelli in grado di assorbire la luce grazie alla presenza di un pigmento fotosintetico che è la clorofilla. La clorofilla non assorbe le lunghezze d’onda del verde ed è per questo che le foglie ci appaiono verdi. I cloroplasti sono avvolti da una doppia membrana e la clorofilla è contenuta all’interno di sacchi appiattiti detti tilacoidi che sono immersi nello stroma. La fotosintesi avviene in due processi... Nella fase luminosa l’energia solare viene convertita in energia chimica sotto forma di ATP , mentre l’H2O viene ossidata ad O2. Nella fase oscura (indipendente dalla presenza di luce) l’ATP prodotto nella fase luminosa fornisce l’energia necessaria per organicare il carbonio quindi per convertire la CO2 in composti organici, uno tra tutti il Glucosio. Il processo di organicazione prende il nome di Ciclo di Calvin ed avviene nello stroma del cloropalsto. Gli scambi gassosi tra la pianta e l’ambiente esterno sono garantiti dalla presenza di microscopiche aperture sulla base delle foglie dette stomi. E’ vero che è pericoloso dormire con le piante in camera da letto? Le piante di notte «respirano» come tutti gli esseri viventi cioè prelevano O2 e rilasciano CO2, ma in quantità trascurabili rispetto a quella che viene catturata durante il giorno per cui, aver paura di dormire con una pianta significa aver paura di dormire con la propria sorella/fratello o con il proprio marito/moglie o con il proprio gatto/cane.