Storia dell’Arte docente : Prof.ssa Addolorata RICCO L’arte paleocristiana Il simbolismo Continuita’ con la cultura classica I cristiani saranno gli unici eredi della vera mentalità romana. Il cristianesimo poté quindi divenire potente anche perché da religione rivoluzionaria (addirittura pericolosa e fonte di problemi per la sicurezza dello Stato, dal momento che rifiutava di riconoscere la divinità dell’imperatore) aveva pian piano accettato la concezione romana dello Stato e nel IV secolo si presentava, con la sua organizzazione e la sua ricchezza, come l’unica capace di dargli vitalità e di ereditarne le funzioni. L’atteggiamento dei cristiani nei riguardi del mondo classico è positivo poiché consideravano che prima della rivelazione cristiana si doveva pur credere in qualcosa: avevano conosciuto Dio attraverso la profonda intelligenza del creato. L’avvenuta rivelazione ora sollecitava a superare quello stadio. Tra l’arte romana tradizionale e l’inizio dell’arte paleocristiana non esiste una linea di demarcazione che la differenzia. L’arte paleocristiana non sostituì l’arte classica ma ne fu un ramo evolutivo che poi trovò la sua espressività. La cultura del primo periodo cristiano si pone in continuità con quella romana. Termine pagano • Il termine pagano viene dal latino pagùs, villano, i cui abitanti, i contadini, sempre restii a ogni mutamento, lo furono anche nell’ambito della religione tradizionale e dei suoi riti. IL SIMBOLISMO paleocristiano • L’arte paleocristiana rende visibile l’invisibile espone idee che devono essere capite attraverso l’immagine • Tramite il volto visibile il nostro spirito sarà trasportato, per attrazione spirituale, verso la maestà invisibile della divinità (Adriano II, lettera all’imperatrice Irene e all’imperatore Costantino VI, VIII secolo Il simbolo Con l’arte cristiana si opera una sintesi tra rappresentazione figurativa pagana di origine ellenistico-romana (che fa lentamente propria) e la cultura aniconica ebraica . (Dio a Mosè sul Sinai, Esodo, 20, 3-4, 23) Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo né di quanto è quaggiù sulla terra (…). Non farete accanto a me dèi d’argento o d’oro. Funzione didattica delle immagini Venite in mio aiuto, voi, illustri pittori di grandi gesta. Contemplate con la vostra arte l’immagine perfetta di questo condottiero (il martire Barlaam). Illustrate con i colori della pittura il martire vittorioso che io ho descritto con poco splendore. (San Basilio, IV secolo; Omelie, XVII, 3) Funzione didattica delle immagini Tutto ciò l’artista lo fa vedere con l’arte dei colori, come in un libro che avesse una lingua. Poiché il disegno muto sa parlare sui muri ove si distende e rende i più grandi servigi. (San Gregorio di Nissa, IV secolo, Elogio del martire Teodoro, PG 46, 757) Il simbolo • Il simbolo è un’immagine o un segno semplice e sintetico in grado, con forte capacità evocativa, di rappresentare con immediatezza un concetto complesso. Il simbolo della luce Io sono la luce del mondo; chi mi seguirà non camminerà nel buio, ma avrà luce di vita (Giovanni, 1,12) Finché sono nel mondo, io sono la luce del mondo (Giovanni, 9,5) In lui era la vita,/ e la vita era la luce degli uomini;/ e la luce splende nelle tenebre,/ e le tenebre non l’hanno sopraffatta (Giovanni, 1, 4-5) Il simbolo della luce • Dio è la luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di avere comunione con lui e camminiamo nella tenebra, mentiamo e non operiamo la verità. Se invece camminiamo nella luce, come lui è nella luce, siamo in una reciproca comunione e il sangue di Gesù, il figlio suo, ci purifica da ogni peccato (Prima lettera di Giovanni, 1, 5-7) Il simbolo • Una scena di vendemmia con viti e grappoli d’uva per un pagano era quello che mostrava di essere, per un cristiano, invece, era carica di valori simbolici: l’episodio della parabola evangelica e il riferimento all’Ultima Cena. La rappresentazione di un pesce per un pagano altro non era che quella di un animale acquatico, mentre per il cristiano costituiva il simbolo di Cristo. il buon pastore Il Buon Pastore, IV secolo; marmo; alt. cm 72. Atene,Museo Bizantino. Il Buon Pastore, III secolo; marmo; alt. cm 92. Roma,Musei Vaticani. Moskòphoros; 570-560 a.C. Atene, Museo dell’Acròpoli. il pesce Icthys : Acrostico di “Jesus Christòs Theoù Yiòs Sotèr” = “Gesù Cristo Salvatore Figlio di Dio” (interpretazione degli studiosi del XVII) Pesce simbolico. Roma, Catacombe di San Callisto Caratteri della pittura paleocristiana : Stile compendiario • Abolizione della verosomiglianza • Assenza di volume • Assenza di prospettiva • Superamento della realtà concreta e avvicinamento alla verità ideale Arcosòlio. Roma, Ipogeo della Via Latina. BIBLIOGRAFIA • P. ADORNO, L’Arte Italiana, Casa Editrice D’Anna, vol. 1°, tomo 1°, pp. 412-428