La battaglia Spirituale
Paolo ad Efeso Atti 19
“Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi della
completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; il nostro
combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze,
contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che
sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere
nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.” Efesini 6:1013
La vita di un figlio di Dio è una continua battaglia; siamo in guerra! Non possiamo
negarlo e non possiamo rimanere indifferenti. Le parole di Gesù: “Se uno vuol venire dietro a me,
rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua” non ci fanno certo pensare ad una
passeggiata sui colli bolognesi e godere del sole, quando c’è, e del bel panorama. Anche Paolo
descrive la sua vita e quindi la vita di ogni figlio di Dio come una battaglia:
“In realtà, sebbene viviamo nella carne, non combattiamo secondo la carne;
infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di
distruggere le fortezze” 2 Corinzi 10:3-4
“Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede.”
2 Timoteo 4:7
“Sopporta anche tu le sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù” 2
Timoteo 2:3
Non possiamo fare finta di niente, non possiamo rimanere indifferenti. Siamo in guerra!
Il fatto che noi combattiamo implica la presenza di un nemico. E come abbiamo letto la
nostra battaglia non è contro sangue e carne ma contro principati e potestà. Non è una battaglia
umana ma una battaglia spirituale. La parola di Dio parla chiaramente di questo e chiama il
nostro nemico per nome: il diavolo, Satana. Per molti il Diavolo viene considerato solo come una
maschera di Halloween, un concetto comunque antiquato, una storiella per mettere paura ai
bambini, concetti che andavano bene durante il medioevo. In questi giorni in cui si festeggia
Halloween ho letto velocemente un articolo che paralva delle vere origini di questa festa. E
quest’articolo diceva: [...] Satana è solo un’invenzione della chiesa cattolica!
Questo è quello che molti pensano; e questa è una delle armi più potenti del nemico:
quella di farci credere che lui non esiste. Perchè se lui non esiste, noi non prenderemo le
necessarie contro misure, ma saremo in completa e totale balia dei sui tranelli. La Bibbia è chiara,
il nemico esiste, è reale, è astuto ed è potente. Gesù parla di lui in Matteo 4 quanto Satana tenta il
Signore distorcendo le verità bibliche. Satana è il tentatore in Genesi 3 dove, anche qui, distorce
la verità per far cadere Adamo ed Eva. Paolo parla di Satana in 1 Tessalonicesi 2, dove si oppone
all’avanzamento del vangelo; in 1 Timoteo 3, in 2 Corinzi 11 dove dice che si traveste da Angelo
di Luce, nell’epistola di Giuda e in 1 Giovanni 5 dove dice che tutto il mondo è sotto il suo
potere e anche in 1 Pietro 5 dove dice che il nostro avversario, Satana, va attorno come un leone
ruggente cercando chi possa divorare. Il nostro nemico ha un nome, Satana che significa
avversario, accusatore; viene chiamato anche diavolo, il diffamatore, il Principe dei demoni, il
“dio di questo mondo”. La Bibbia è chiara, non lascia spazio al dubbio: il nemico esiste!
L’arma più potente del nemico è la menzogna. Il distorcere la verità, il travestire la
menzogna in verità. Come ha fatto con Adamo ed Eva: “Ma come? Dio vi ha comandato di non
mangiare di nessun frutto di questo giardino?” Non era vero, Dio aveva comandato di non
mangiare solo un frutto specifico. Ma Satana traveste la menzogna in verità per portarci a
peccare per portarci a dubitare di Dio. E questa è l’arma che Satana usa ancora oggi: attraverso
delle menzogne travestite da verità ci porta a dubitare di Dio, a credere che Lui dopo tutto non è
così grande, che Lui dopo tutto non è così buono e che noi dopo tutto siamo più importanti di Lui.
(Keller min 33)
Come possiamo combattere questa battaglia? La menzogna si combatte con la verità; le
menzogne di Satana si combattono con le verità del Vangelo. E in Atti 19 vediamo come questo
sia vero. La settimana scorsa Gian Luca ci ha raccontato come il ministero di Paolo ha avuto
inizio nella città di Efeso: il suo primo passo è stato quello di istruire alcuni discepoli riguardo
allo Spirito Santo parlandogli di Gesù. Quindi l’apostolo è partito dalle basi: da Gesù, dal Suo
sacrificio, dallo Spirito Santo. Poi Paolo è passato alla sinagoga, proprio come in ogni altra città
dove passava, per prima cosa andava dai Giudei ad insegnare nelle sinagoghe. Qui a Efeso Paolo
stabilisce un piccolo record: riesce ad insegnare per ben tre mesi di fila senza subire
persecuzione, senza essere cacciato, senza rischiare la vita. Però i Giudei si oppongono al
vangelo e ne parlano male, così Paolo decide di terminare lì il suo ministero nella sinagoga:
prende alcuni discepoli che avevano creduto e che avevano interesse ad imparare ancora di più
del vangelo e si trasferisce in un luogo secolare, un luogo non religioso; nella scuola di Tiranno
dove per due anni, ogni giorno Paolo insegnava. Quanta dedizione Paolo metteva
nell’insegnamento, quanta importanza Paolo dava al Vangelo. Qual’è la conseguenza di questo
lavoro instancabile? Che tutti in Asia, Giudei e Greci, udirono la Parola del Signore.
Leggendo tutto il capitolo 19 vediamo come gli eventi che si susseguono sono
praticamente uno la conseguenza dell’altro. La storia parte con il Vangelo che viene predicato,
con la storia di Gesù che viene raccontata, e come dice il profeta Isaia la Parola del Signore non
torna mai indietro a vuoto senza aver compiuto l’opera per cui è stata mandata. Il punto di
partenza è sempre lo stesso, il Vangelo. E oggi vedremo come la città di Efeso risponde al
Vangelo. Iniziamo la lettura quindi dal versetto 10, per riprendere un pò il filo lasciato domenica
scorsa.
Fermiamoci un attimo qui per sottolineare solo una cosa: perchè Dio compie tutti questi
miracoli? Per confermare la predicazione di Paolo. L’apostolo non aveva la Bibbia come
l’abbiamo noi oggi. La Bibbia è la nostra autorità oggi; abbiamo molti modi per confermare la
veridicità della Bibbia, ci sono molte prove che ci portano a credere che questo non sia un libro
qualunque. Ovviamente credere in ciò che la Bibbia insegna rimane una questione di fede ma
abbiamo delle ottime basi per riporre la nostra fede in essa. Paolo non aveva questa autorità e
allora Dio doveva compiere questi miracoli attraverso di lui per confermare quello che Paolo
insegnava. I miracoli corroboravano l’insegnamento del Vangelo, confermavano, davano valore
alle verità che Paolo insegnava.
Tra questi miracoli c’era il cacciare gli spiriti maligni. E nei prossimi versetti vediamo
attraverso il racconto di Luca come Efeso fosse una città impregnata di occultismo, una città
devota alle arti magiche. Riprendiamo la lettura dal versetto 13.
Troviamo qui un gruppetto di fratelli che per guadagnarsi da vivere compiono esorcismo.
Quando vedono o sentono quello che Paolo faceva si dicono: “Guardate quanto è efficace questo
Paolo nel cacciare gli spiriti; ma come fa? Quale formula usa? Ah, caccia gli Spiriti nel nome di
Gesù! Ma chi è Gesù? Boh, non è importante Gesù, l’importante è che se noi usiamo la stessa
formula facciamo un sacco di soldi!” Così tentarono questo nuovo modo di operare e le cose non
vanno poi così bene. “Io vi scongiuro, per quel Gesù che Paolo annunzia”. Mi ricordo a scuola ci
dicevano sempre di non copiare, perchè quando si copia si capisce che non c’hai capito niente e
il tuo è solo un tentativo di nascondere la tua ignoranza. E qualche professore ogni tanto se ne
usciva dicendo: “e se volete copiare, almeno fatelo bene!” Questi esorcisti itineranti primo non
capiscono niente del Vangelo, secondo sono dei pessimi copioni. Prima dicono “vi scongiuro” e
poi dicono, “per quel Gesù” neanche “nel nome di Gesù”. Non che il copiare bene avrebbe fatto
alcuna differenza ma un minimo di impegno. Queste persone non avevano capito che non era la
formula usata che dava autorità sui demoni ma era solo Cristo che aveva autorità sui demoni. “Vi
scongiuro?” Leggiamo nei vangeli che quando Gesù scacciava i demoni non usava suppliche, ma
esercitava autorità: zittiva gli spiriti e li cacciava via. E gli spiriti gli ubbidivano. Questo spirito
maligno invece si fa due grasse risate davanti a questi esorcisti da quattro soldi e li prende pure
in giro: “Io conosco Gesù e so anche chi è Paolo ... ma voi? Ma chi siete?” E giù, zaccagnate!
[Ovviamente questo episodio riporta alla mente svariati film o libri che abbiamo visto o
letto che ci parlano di esorcismo. Sono tutte invenzioni! Attenzione, non che gli spiriti maligni
non esistono o che non possono possedere una persona. Questo è un argomento molto vasto che
richiede parecchio tempo per studiarlo ma quello che voglio sottolineare stamattina è questo:
Gesù ha autorità sui demoni e noi, in quanto figli di Dio, avendo lo Spirito Santo che vive in noi
abbiamo anche noi questa autorità. Gesù quando esercitava questa autorità, era una cosa
immediata e anche gli episodi che vedono protagonisti gli apostoli sono simili. Non ci sono
sedute lunghe e interminabili, ma sono battaglie vinte con autorità. Non è che voglio dare dei
limiti di tempo, ma quello che vediamo con sedute interminabili per liberare una persona da uno
spirito non rispecchiano l’autorità che Cristo ha sugli spiriti maligni. Cristo parlava e gli spiriti
tramavano veniva zittiti e venivano cacciati e finiva li.]
Quanti di noi hanno assistito ad un esorcismo? Pochi, forse nessuno. Magari abbiamo
sentito storie di terze persone che hanno avuto queste esperinze abbiamo letto libri che
raccontano di queste storie. E se pensiamo al Nuovo Testamento ci rendiamo conto che oltre ai
vangeli e agli atti degli apostoli, non si parla di esorcismo. Si parla di battaglia spirituale, di un
nemico che non ha forma umana. Ma non si parla di esorcismo. Con questo non voglio dire che
questa non sia una pratica necessaria che può essere usata ancora oggi. Ma voglio sottolineare
come l’esorcismo, nella battaglia spirituale che come figli di Dio viviamo, sia l’eccezione non la
regola. Non perchè non vediamo esorcismi e non vediamo spiriti maligni che possiedono persone
non vuol dire che non c’è battaglia spirituale; la battaglia spirituale c’è ma l’esorcismo non è
l’unica arma e non è neanche l’arma più efficace che abbiamo. L’abbiamo detto prima: le verità
del Vangelo sono l’arma più potente in questa battaglia spirituale; il nemico non si combatte con
l’esorcismo ma con il Vangelo.
Prendiamo l’episodio in cui i discepoli di Gesù vanno da Gesù e gli dicono: “Signore, noi
non siamo stati in grado di cacciare questo spirito maligno, perchè?” Il Signore risponde: “Per la
vostra poca fede! Certi spiriti si cacciano solo con la preghiera e il digiuno!” In questi giorni
pensavo a questo episodio e mi dicevo: “ma allora per cacciare certi spiriti c’è bisogno di più
tempo, di più sforzo”. Invece no, anzi questo episodio sottolinea una cosa che dobbiamo sempre
tenere a mente nel nostro combattimento spirituale. Il problema per il quale i discepoli non
riuscivano a cacciare questo demone era per mancanza di fede; era un problema loro non
dell’autorità di Cristo. I discepoli ormai avevano preso confidenza con questa pratica, perchè
l’avevano esercitata prima con molto successo fino però ad arrivare a pensare e credere che
potessero cacciare i demoni solo grazie alle loro capacità. Quindi abbassano la guardia, si basano
solo sulle proprie forze e falliscono. Il digiuno e la preghiera non serviva per cacciare lo spirito
ma serviva ai discepoli per rifocalizzare la loro attenzione su Dio per riaffermare la loro totale e
completa dipendenza dal Padre. Questo è un grande pericolo ancora oggi per noi. Pensiamo di
essere arrivati ad un punto in cui siamo abbastanza maturi, abbastanza forti da poter combattere
la battaglia spirituale solo con le nostre forze. Questo è l’errore più grande che possiamo fare!
Dobbiamo giornalmente ricordarci che dipendiamo in tutto e per tutto da Cristo. Attraverso la
preghiera, attraverso il digiuno, attraverso le verità del Vangelo, attraverso la potenza dello
Spirito Santo che agisce in noi. Noi non siamo in grado di vincere questa battaglia con le nostre
forze; Cristo ha vinto per noi ma noi dobbiamo appropiarci di questa vittoria.
[Perché questo episodio porta all’esaltazione del nome di Gesù? Perché la “testimonianza”
di uno spirito era presa in considerazione. Se addirittura uno spirito conosceva Gesù allora
voleva dire che questo Gesù era vero]
Come possiamo fare? Dobbiamo basare la nostra vita sul vangelo, conoscere il vangelo,
studiare il vangelo (ricordiamo i due anni in cui Paolo insegnò fedelmente!) E poi possiamo
seguire l’esempio di molti abitanti di Efeso. Molti di quelli che avevano creduto diedero un
taglio netto con il passato, presero i loro libri e gli strumenti di lavoro e li bruciarono. Il valore di
questo mega falò era di 50,000 dramme d’argento. Adesso è difficile capire esattamente quanto
valgono 50,000 dramme d’argento al giorno d’oggi, però sappiamo che una dramma valeva
all’incirca una giornata di lavoro; quindi 50,000 giornate di lavoro. Un bel gruzzoletto. Queste
persone non avevano solo capito che quello che facevano era sbagliato, che è il primo passo da
fare, non avevano solo deciso di non esercitare più certe pratiche, ma avevano deciso di dare un
taglio netto con tutto ciò che riguardava la loro vecchia vita. Anche se questo significava, buttare
via un sacco di soldi. Nonostante il costo per loro era grande, queste persone avevano deciso di
fare tutto il necessario pur di non avere più niente a che fare con la tentazione di cadere di nuovo
in peccato. Quanto siamo disposti a sacrificare pur di eliminare il peccato dalla nostra vita?
Quanto siamo disposti a spendere pur di vivere una vita come Gesù vuole? Siamo in battaglia e
la battaglia costa sacrificio. Se vogliamo appropiarci di questa vittoria saremo chiamati a delle
scelte difficili e dolorose, ma che sono l’unico modo per ricacciare indietro il nemico e non
dargli la possibilità di avanzare e di conquistare degli avanposti, delle aree della nostra vita. Noi
apparteniamo a Cristo al 100%; ogni cosa che abbiamo appartiene a Cristo, ogni area della nostra
vita deve essere sottomessa all’autorità di Cristo. Perché se cosi non fosse, il nemico avrebbe
libertà di attaccarci e indurci a peccare. E se questo succede, non possiamo dare la colpa a Satana:
“eh ma è troppo difficile, le circostanze in cui mi sono trovato erano troppo difficili per me, la
tentazione è arrivata all’improvviso e in maniera potente che non ho resistito.” Queste non sono
scuse accettabili, perchè la Bibbia è chiara. Il nemico è potente è astuto, agisce nelle circostanze
intorno a noi ma non può mai arrivare a toccarci. Le tentazioni che noi affrontiamo non sono mai
troppo forti che noi non siamo in grado di resisterle. Il nemico ci può tentare ma siamo noi che
decidiamo di cedere, siamo noi che distogliamo il nostro sguardo dalla verità e crediamo alle
bugie di Satana. Non lasciamo spazio al nemico, non abbassiamo mai la guardia, ma ricordiamo
che noi, nonostante siamo deboli, abbiamo la potenza di Dio in noi. Anzi, proprio nella nostra
debolezza, dice Paolo, si rivela la potenza di Cristo. Perchè è proprio quando siamo deboli che
noi ci rendiamo conto che non possiamo far altro che confidare in Cristo, e quando facciamo
questo abbiamo vinto la nostra personale battaglia.
[La visione di Paolo per Roma]
Andando avanti nella storia, cercando di coprire tutto il capitolo 19 dobbiamo parlare un
attimo di quello che succede successivamente. Riassumendo: inizia tutto con Paolo che insegna
assiduamente il Vangelo; Dio conferma il messaggio di Paolo attraverso miracoli così che la Sua
Parola si affermava potentemente; molti rispondono positivamente al vangelo così che il
cambiamento che questo porta nella vita dei singoli diventa un cambiamento enorme all’interno
della società. L’impatto che il Vangelo ha sulla città di Efeso da fastidio a molti. Soprattutto ad
uno, un certo Demetrio. Un orefice che faceva statuette d’argento. Cosa rappresentavano queste
statue? La dea Diana. Efeso, a quei tempi, era conosciuta in tutto il mondo, in tutto il mondo, per
essere la custode del tempio della grande Diana e della sua immagine caduta dal cielo. E questo
Demetrio, un furbacchione come tanti altri, pensa bene di usare la “religione” per fare un sacco
di soldi. Così inizia a commercializzare statuette di questa dea e il suo business ingrana alla
grande. Poi però un bel giorno arriva un certo Paolo che insegna cose assurde dicendo “che
quelli costruiti con le mani, non sono dei”. Le statuette che questo Demetrio costruiva non erano
dei. E ovviamente il suo business subisce un duro colpo. Satana conosce molto bene i punti
deboli dell’uomo e sicuramente uno dei punti più deboli dell’uomo sono i suoi soldi. I soldi.
Perché sono i soldi che determinano potere, benessere e felicità, almeno agli occhi del mondo. In
questo caso l’importanza dei soldi viene camuffata dalla religione: sembra quasi che il problema
non sia il mancato profitto ma sia il rischio che Diana la loro amata dea perdi di importanza e
venga screditata. Ovviamente Demetrio si sentiva in diritto di poter difendere la propria impresa
perché in realtà lui stava difendendo la loro dea, non i suoi soldi. Il nemico è astuto e usa tutte le
armi a sua disposizione per ingannare l’uomo.
L’episodio finisce con un tumulto, una folla numerosa si riunisce nel teatro, un teatro da
24,000 posti, per protestare contro Paolo e il Vangelo per fermare l’avanzamento della Parolo di
Dio. E’ forte vedere come molti che erano presenti non sapevano neanche perché fossero li, ma
l’importante era semplicemente protestare, buttare tutto in caciara, come si dice a Roma. E ad un
certo punto questa folla si ritrova a gridare per ben due ore “Grande è Diana la dea degli Efesini!”
Fin quando il segretario di Efeso, l’equivalente del sindaco di una città riesce a prendere la
parola e a calmare gli animi dicendo: “questo tumulto non è giustificato; fermiamoci qui
altrimenti passiamo in guai con i romani. Se qualcuno ha qualcosa di concreto contro Paolo e i
suoi discepoli vadano in tribunale.” Così la folla si disperde e le acque si calmano intorno a
Paolo.
Questi versetti ci fanno vedere chiaramente come la battaglia spirituale sia una cosa reale,
non astratta. Cosa vuol dire che il Vangelo vince contro Satana? Vuol dire che grazie al Vangelo
l’intera economia di una città grande come Efeso viene ribaltata. Vuol dire che la vita di migliaia
di persone cambia dall’oggi al domani, perchè queste persone decidono di dare un taglio netto al
peccato. Il Vangelo ha un impatto enorme sulla vita delle persone, non è solo qualcosa di astratto,
ci concettuale, ma è qualcosa di reale di molto pratico. Cosa vuol dire che noi con le verità del
Vangelo possiamo combattere contro Satana? Come abbiamo detto prima, Satana usa le
menzogne travestite da verità per allontanarci da Dio. Satana usa la menzogna per farci perdere
fiducia in Dio. Satana usa la menzogna per farci diventare degli idolatri. Lo accennavamo
all’inizio, Satana che inganna Adamo ed Eva e li porta a dubitare della bontà e giustizia di Dio:
ma come, Dio vi ha detto che non potete mangiare di nessun frutto nel giardino? Era una
menzogna con un travestimento da verità. Oggi Satana fa lo stesso:
-
ma come, Dio dice che il lavoro non è importante? Che il provvedere ai bisogni della
propria famiglia non è una cosa importante? Questa è una menzona che potrebbe
essere presa per verità. Dio non dice mai che il lavoro non è importante, anzi la
Bibbia ci insegna che attraverso il nostro lavoro noi possiamo onorare Lui e dare
Gloria a Lui. Però insegna anche che la cosa più importante, non è il nostro lavoro ma
è Lui. Il primo posto nella nostra vita non deve spettare al nostro lavoro ma a Dio.
Anche se noi giustifichiamo il lavorare tanto col il provvedere alla nostra famiglia,
Dio ci ricorda che noi dobbiamo affidarci a Lui in tutto e per tutto ed è Lui che
provvederà per noi; ma allo stesso tempo ci ricorda che dobbiamo lavorare bene per
onorare Lui. Quindi Satana viene da noi e ci dice: “ma come, Dio dice che devo
lavorare male? Che non ti devi impegnare a lavoro?” No, non è vero. Satana prende
una verità e la distorce, prende una menzogna e la traveste da verità.
-
ma come, Dio dice che dobbiamo trascurare la nostra famiglia per servire Lui? No,
non è vero. Sicuramente Dio anche in questo caso ribadisce che Lui deve avere il
primato in ogni cosa, è Lui che deve essere la cosa più importante nella nostra vita,
anche rispetto alla famiglia. Ma la bibbia ci dice anche e soprattutto che se noi
vogliamo amare la nostra famiglia, se noi vogliamo essere dei bravi genitori, dei bravi
figli, un bravo marito o una brava moglie, dobbiamo mettere Cristo al centro della
nostra vita, perchè solo allora saremo in grado di amare veramente la nostra famiglia.
-
ma come, Dio dice che la nostra salute non è importante? No, non è vero. E allora
perchè c’è tanta sofferenza? Un Dio che si professa buono non permetterebbe mai ai
suoi figli di soffrire così tanto! Sono menzogne, sono falsità travestite da verità.
Perchè si è vero, Dio dice che Lui è più importante del nostro lavoro, Dio dice che
Lui è più importante della nostra famiglia; Dio dice che Lui è più importante della
nostra salute. Allora Dio non ci reputa importanti. Allora a Dio di noi, non gli
interessa nulla. Falso. Noi siamo così importanti per Dio che Lui ha mandato il Suo
Amato figlio a soffrire per noi. Lui che aveva tutti i mezzi e tutto il diritto per non
soffrire, non si è tirato indietro dal soffrire, ma ha sofferto una morte atroce, una
morte vergognosa, una morta infame. E Gesù ha sofferto per primo, al posto nostro, a
causa nostra con un solo scopo, affinchè la nostra sofferenza fosse solo momentanea.
Affinchè noi avessimo la speranza, la certezza che un giorno tutto questo soffrire,
tutto questo battagliare, finirà, il nemico sarà distrutto definitivamente e non ci sarà
più dolore e ogni lacrima sarà asciugata.
Certo aver passato 40 minuti a parlare di battaglia, di nemico, di Satana, uno protrebbe
dire, mamma mia, che pesantezza. Uno viene in chiesa per risollevarsi, per trovare
incoraggiamento per avere comunione, non certo per sentir parlare di argomenti così cupi.
Purtoppo questa però è la verità, siamo in battaglia che lo vogliamo o no. E se siamo in battaglia
è buono perchè vuol dire che non siamo più schiavi del nemico e lo stiamo resistendo e lui non
ha più potere su di noi. Se non stiamo combattendo, se non abbiamo deciso di rifiutare il nemico
accettando Cristo, vuole che siamo totalmente in sua balia. Siamo suoi, è lui il nostro dio, è lui
che dispone della nostra vita. E non abbiamo speranza di una vita migliore. L’unica speranza è in
Cristo. L’unica speranza è in Colui che ha vinto il nemico. E come l’ha vinto? Sulla croce.
Dando la Sua vita per noi, soffrendo Lui stesso al posto nostro. E la vittoria sul nemico ci ha
assicurato un futuro migliore: Paolo nella sua lettera ai Romani dice: “Infatti io ritengo che le
sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev’essere manifestata a
nostro riguardo!” Che promessa meravigliosa: in questa vita ci sarà sofferenza a causa del
combattimento spirituale, a causa del nemico che ci vuole distogliere da Cristo, ma, quello che ci
aspetta non è paragonabile neanche in minima parte a quello che noi possiamo soffrire oggi nella
nostra vita terrena. E questa gloria è cosa sicura; nessuno ce la può portare via, nessuno ci può
privare della vittoria che abbiamo in Cristo.
“Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di
noi? Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti,
non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio?
Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e,
ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. Chi ci
separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la
persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com'è scritto:
«Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come
pecore da macello».
Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha
amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né
cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra
creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro
Signore.” Romani 8:31-39
Questa è la nostra speranza oggi; questo è l’incoraggiamento che traiamo dal Vangelo:
abbiamo la vittoria a portata di mano grazie alla Croce. E dato che questa vittoria non dipende da
noi ma da l sacrificio di Cristo, nessuno potrà portarcela via, nessuno potrà separarci da Cristo,
nessuno potrà privarci della promessa di un eternità spesa alla Gloria di Dio Padre.
Adesso passeranno il pane ed il vino, i simboli della croce, della morte e della sofferenza
di Cristo, necessaria per la nostra salvezza. E questa croce non ci ricorda un tentativo fallito, ma
ci ricorda una vittoria schiacciante di Cristo su Satana. Colossesi 2:15 dice “ e avendo spogliato i
principati e le potestà, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della
croce.” Questa morte vergognosa, atroce ed infame è il mezzo che Dio ha scelto per vincere sul
male e su Satana. Se questa vittoria ti appartiene perchè la tua vita appartiene a Cristo, allora
prendi il pane ed il vino confessando i tuoi peccati e ringraziando di cuore il Buon Padre Celeste
per quello che ha fatto per te. Se questa vittoria non ti appartiene perchè la tua vita non è di
Cristo ma è ancora in balia del nemico, non prendere il pane e il vino ma rifletti e decidi oggi
cosa vuoi fare della tua vita, quale padrone vuoi servire, uno che ha dato la sua vita per te o uno
che vuole la tua morte per se. Oggi è il giorno accettevole, non tardare, affida la tua vita a Cristo.
Fai tua la Sua vittoria sul nemico.