Lezione 28 Gli imperatori e l’Italia Lubecca Amburgo Pomerania Colonia Franconia Slesia LUOGHI Lorena Magonza 1 Boemia Svevia L’impero di Federico I e Federico II Il secolo che va dal 1152 al 1250 è caratterizzato da due grandi imperatori appartenenti alla casata degli Svevi: Federico I e Federico II, suo nipote. Entrambi lottarono per riaffermare l’autorità imperiale, contro i papi e i feudatari, cosa già avvenuta in passato, e contro i comuni italiani. Quest’ultima, invece, era una novità, dovuta al fatto che lo sviluppo delle libertà comunali nel Centro-nord dell’Italia portò molte città a rifiutare il potere imperiale, vale a dire le leggi e le tasse imposte dall’imperatore. Formalmente, l’Italia settentrionale era un territorio sottoposto all’impero, dal tempo di Carlo Magno, ma in realtà molti comuni si erano resi di fatto autonomi. Federico I e Federico II li affrontarono con le armi, ma non riuscirono a sottometterli. Moravia Costanza Vienna Vienna a Baviera aviera Lione Milano Verona Regno di a Trieste Tri rieste te Borgogna Pavia Venezia Avignone Alessandria Bologna Provenza Genova Firenze Pisa Perugia Corsica Roma Sardegna Sacro romano impero germanico Domini ereditati da Federico II Repubblica di Venezia Bari Napoli Palermo Regno gno dii Sicilia illia I normanni avevano conquistato l’Italia meridionale e la Sicilia. Queste terre entrarono a far parte dell’impero con Federico II, che le ereditò dalla madre Costanza, l’ultima della famiglia normanna degli Altavilla. Stato della Chiesa La lotta dell’impero contro feudatari ribelli, comuni italiani e papato CAUSE ED EFFETTI Quali erano le cause della debolezza dell’impero? DATE E FATTI Scrivi gli eventi accanto alle date indicate: 1152 1155 1158 260 All’inizio del XII secolo varie ragioni rendevano l’impero ancora molto debole. • In Germania i feudatari si erano divisi in due fazioni: i guelfi, seguaci dei duchi di Sassonia e Baviera, e i ghibellini, seguaci dei duchi di Svevia. Entrambi tentavano di rendersi indipendenti dall’imperatore e lottavano per la corona imperiale. • In Italia molti comuni si rifiutavano di riconoscere l’autorità dell’imperatore; per giunta, l’autorità imperiale era messa in ombra da quella del papa. Nel corso di circa un secolo – dalla metà del XII alla metà del XIII – due grandi imperatori, Federico I e Federico II, cercarono di riaffermare il potere imperiale sull’Italia e sul papato, ma senza successo. Federico I Barbarossa in Italia per riaffermare l’autorità imperiale Nel 1152, in Germania, il conflitto tra guelfi e ghibellini terminò con l’elezione a imperatore del duca di Svevia Federico I Hohenstaufen, soprannominato il Barbarossa. Dopo la sua elezione, Federico sconfisse rapidamente i feudatari tedeschi ribelli e decise di affrontare gli altri due problemi dell’impero, scendendo in Italia per stroncare l’indipendenza dei comuni italiani e indebolire il potere del papa. Unità 3 • Il Basso Medioevo 9788842411321_249_281_U3_C09.indd 260 09/12/10 16:34 FENOMENI Questo rilievo mostra l’esercito dei milanesi che rientra in città dopo una battaglia contro l’imperatore Federico I. 2 I comuni difendono la loro libertà Ai tempi di Federico I e Federico II molte città dell’Italia del Nord erano comuni forti, ricchi, orgogliosi della libertà che, di fatto, avevano conquistato, pur restando formalmente sotto l’Impero germanico. Uno dei comuni più importanti era Milano, rappresentato nella miniatura a fianco. All’inizio l’imperatore sembrò realizzare i suoi obiettivi. Infatti nel 1155 si fece incoronare imperatore da papa Adriano IV e tre anni dopo sconfisse l’esercito del potente comune di Milano, costringendo la città a rinunciare a ogni autonomia. Nel 1158 Federico convocò la dieta di Roncaglia (presso Piacenza), un’assemblea alla quale parteciparono tutti i maggiori feudatari. I professori di diritto dell’università di Bologna affermarono, sulla base dell’antico codice romano, che solo all’imperatore spettava il diritto di esercitare le “regalie”, cioè i diritti di amministrare la giustizia e di riscuotere le tasse. I comuni, che pretendevano di svolgere autonomamente queste funzioni, vennero quindi dichiarati fuorilegge. Dieta È una parola di origine germanica, entrata nel vocabolario della politica al tempo di Carlo Magno. Le diete erano le assemblee dell’impero che prendevano le decisioni più importanti, tra cui l’elezione di un nuovo imperatore. L’azione di Federico Barbarossa non ha successo Milano e altri comuni lombardi rifiutarono di accettare la sottomissione, così nel 1162 l’imperatore scatenò un’offensiva militare: Milano e Crema vennero assediate e conquistate. Nel frattempo, il nuovo pontefice eletto nel 1159, Alessandro III, non venne riconosciuto dal Barbarossa, che nominò un antipapa. Nel 1167 molti comuni lombardi, veneti ed emiliani, capeggiati da Milano, formarono un’alleanza politico-militare, la Lega lombarda; nella loro lotta contro Federico i comuni della Lega ebbero il sostegno del papato, della Repubblica di Venezia e del Regno di Sicilia. In Germania, intanto, i feudatari avevano ripreso la lotta contro l’imperatore, che non poté scendere subito in Italia con il suo LUOGHI E DATE Completa: 1167 1176 1183 Capitolo 9 • Il declino dei poteri universali e la crisi del Trecento 9788842411321_249_281_U3_C09.indd 261 261 09/12/10 16:34 Lezione 28 Gli imperatori e l’Italia G esercito. Quando lo fece, nel 1176, la Lega lombarda ottenne una netta vittoria sulle forze imperiali a Legnano. Dopo lunghe trattative, nel 1183 venne firmata la pace di Costanza: Federico I fu costretto a riconoscere l’autonomia politica dei comuni e la supremazia del papa, sia pure solo spirituale, su tutta la cristianità. Innocenzo III appoggia l’ascesa al trono di Federico II PERSONAGGI Completa lo schema con l’albero genealogico di Federico II. Federico I di Svevia Ruggero II Enrico …………………… …………………………………… Federico II Il tentativo di Federico Barbarossa di restaurare il potere dell’impero sui comuni e sul papato, dunque, non ebbe successo. In compenso, egli riuscì a concludere un’importante alleanza matrimoniale: suo figlio, Enrico VI, nel 1186 sposò Costanza d’Altavilla, unica erede del Regno normanno della Sicilia e dell’Italia meridionale. L’Italia del Sud passava sotto il controllo imperiale. Enrico VI divenne imperatore nel 1191, ma morì nel 1197, quando il figlio Federico aveva solo due anni. In Germania si riaccese così la lotta per la successione al trono. Nel 1198 fu eletto il nuovo pontefice, Innocenzo III, forte sostenitore della supremazia del papato sull’impero. Innocenzo prese il piccolo Federico sotto la sua tutela e gli fece promettere molte cose: che avrebbe tenute separate la corona imperiale dalla corona d’Italia, che avrebbe rinunciato a nominare i vescovi anche in Germania, che avrebbe rinunciato a ogni diritto sui territori della chiesa in Italia, che si sarebbe messo a capo di un’altra crociata. PERSONAGGI Chi era Federico II e perché si interessò soprattutto all’Italia? L’Italia di Federico II Con l’appoggio del papa e del re di Francia Filippo II Augusto, Federico riuscì a sconfiggere l’altro pretendente al trono, Ottone di Brunswick, e nel 1220 divenne l’imperatore Federico II. Egli era interessato soprattutto all’Italia, dove era nato e dove si era formato culturalmente. Lasciò ai feudatari tedeschi ampie TRA PASSATO E PRESENTE Guelfi e ghibellini Le due principali fazioni politiche che in Germania si contendevano la corona imperiale erano quella dei duchi di Sassonia e Baviera e la casata sveva degli Hohenstaufen. I primi vennero chiamati Welfen (il capostipite della dinastia si chiamava Welf), parola che in italiano divenne “guelfi ”; i b bellini”. secondi presero il nome dal castello di Waibling, e in italiano divennero “ghibellini”. Agli inizi del XIII secolo, quando a Federico II di Svevia si contrappose il papa, i termio oggiava ni ghibellino e guelfo indicarono, nell’Italia dei comuni, la lotta tra chi appoggiava o dichial’imperatore (ghibellini) e chi era dalla parte del pontefice (guelfi). Un castello ndo due rava la propria appartenenza a una fazione piuttosto che a un’altra mostrando e quelli e, diverse forme di mura merlate: i merli ghibellini erano fatti a coda di rondine, i Risorguelfi ad angolo retto. Nel corso dei secoli successivi, per esempio durante il t con il ti gimento italiano, i due termini guelfo e ghibellino tornarono a essere usati p pa”. significato, rispettivamente, di “alleato, amico del papa” e “avversario del papa”. L’aquila guelfa Uno stemma di parte guelfa con l’aquila che stringe un drago o tra gli artigli. 262 Unità 3 • Il Basso Medioevo 9788842411321_249_281_U3_C09.indd 262 09/12/10 16:35 autonomie e stabilì la corte a Palermo. Federico riorganizzò il Regno dell’Italia meridionale in modo del tutto nuovo. Rafforzò il potere centrale dello stato a scapito dei feudatari, ai quali tolse alcuni privilegi. Emanò le Costituzioni melfitane (1231), un codice che fissava i princìpi della legislazione nel Regno di Sicilia, e creò una burocrazia, cioè un corpo di funzionari posto direttamente al suo comando. Federico II era anche un uomo colto e raffinato. La sua corte di Palermo era famosa per l’ospitalità che veniva offerta a poeti, letterati e studiosi di ogni cultura. Per la sua generosità e la sua magnificenza i contemporanei lo chiamarono stupor mundi, “meraviglia del mondo” (vedi Focus pagg. 266-267). PAROLE La parola costituzione ricorre spesso nella storia ma assume significati diversi a seconda del contesto politico. In questo caso le Costituzioni melfitane sono …………………………………………………………………………… Ricordi che cos’era la Constitutio de feudis? Conosci il significato di costituzione nel mondo contemporaneo? La resistenza dei comuni e del papato Federico II mostrò, nella sua attività politica e nella sua vita personale, un’indipendenza di giudizio che lo mise ben presto in contrasto con il papato. Gregorio IX (papa dal 1227) lo accusò di non aver mantenuto la promessa di organizzare una crociata e minacciò di scomunicarlo. Ma quello che davvero preoccupava il papa erano le ambizioni di Federico di riportare sotto il controllo imperiale i comuni del Nord Italia: se fosse riuscito in questo progetto, già tentato dal nonno Federico Barbarossa, i domini del papato si sarebbero trovati accerchiati da nord e da sud. Per questa ragione, quando nel 1226 i comuni del Nord ricostituirono la Lega lombarda, ebbero l’appoggio del papa. Federico dichiarò non più validi gli accordi della pace di Costanza e mise al bando i comuni ribelli. Il conflitto venne tuttavia rimandato, perché nel 1228 Federico II si mise finalmente a capo di una crociata (la sesta); fu però una crociata assai particolare, in cui Federico trattò con il sultano d’Egitto una lunga tregua che sarebbe durata dieci anni. Al suo ritorno, Federico scese in campo contro i comuni. IL PERSONAGGIO Un imperatore chiamato Barbarossa Quando Federico I Hohenstaufen fu eletto imperatore aveva trent’anni, era intelligente, coraggioso e ambizioso. Un coro di lodi circondò il sovrano dalla barba rossa: nato da padre ghibellino e da madre guelfa conciliava in sé le parti avverse dei principi tedeschi. Il 18 giugno 1155 il Barbarossa fu incoronato imperatore da Adriano IV. Per conquistarsi la fiducia del papa, Federico fece arrestare e bruciare sul rogo Arnaldo da Brescia, capo di una rivolta con la quale i romani si erano sottratti all’autorità del papa. Dopo molte lotte contro lo stesso papa e i comuni italiani, la sua ultima avventura fu la terza crociata. Conquistata la città di Konia nel 1190, il Barbarossa annegò nel fiume Salef in Cilicia. FATTI Come si comportò Federico II nei confronti della crociata? Barbarossa contro i comuni Federico Barbarossa sul trono in una miniatura del XII secolo. Una volta eletto imperatore, Federico decise di scendere in Italia per stroncare i comuni ribelli, soprattutto quello di Milano. L’avanzata dell’imperatore Alcuni soldati fanno strada all’attacco di Federico abbattendo alberi e foreste. Capitolo 9 • Il declino dei poteri universali e la crisi del Trecento 9788842411321_249_281_U3_C09.indd 263 263 09/12/10 16:35 Lezione 28 Gli imperatori e l’Italia G CONFRONTI Spiega l’atteggiamento del papato nei confronti dei comuni lombardi durante la prima Lega lombarda e durante la seconda. Dopo la vittoria iniziale degli imperiali a Cortenuova, nel 1237, Federico II fu scomunicato due volte dal papa e venne sconfitto dalla Lega lombarda a Parma (1247) e a Fossalta, tra Bologna e Modena (1249). Durante queste guerre con l’impero, i comuni italiani si divisero in due fazioni: quelli antimperiali, sostenuti dal papa, si definirono guelfi, e quelli filoimperiali, ghibellini (vedi pag. 262). Il definitivo crollo dell’autorità imperiale FATTI Che cosa accadde durante la battaglia di Montaperti? Federico II morì nel 1250 e il suo disegno di restaurare un impero universale non venne più realizzato. Nel 1254 suo figlio Manfredi si proclamò re di Sicilia, riprese la lotta contro i comuni guelfi e il papato. Nel 1260 in Toscana, a Montaperti, ottenne una vittoria contro i guelfi, ma fu un successo di breve durata. Nel 1266 venne infatti sconfitto a Benevento da una coalizione che comprendeva il papa, i grandi feudatari meridionali e Carlo d’Angiò, fratello del re di Francia; Manfredi stesso morì in battaglia. L’autorità imperiale in Europa subì in questo modo un tracollo: i comuni italiani conquistarono la completa autonomia e in Germania l’impero restò diviso in più stati feudali. Angioini e Aragonesi: nuovi dominatori in Italia del Sud Gli Angiò, come ricompensa del loro sostegno, ebbero dal papa le corone di Napoli e di Sicilia. Il loro dominio in Sicilia fu però assai breve, perché le pesanti tasse che imposero e i privilegi che concessero ai nobili a loro fedeli, provenienti dalla Francia, fecero esplodere una rivolta. La ribellione scoppiò a Palermo nel 1282 ed è nota come Vespri siciliani (perché scoppiò all’ora del vespro, cioè al tramonto). Fu l’inizio di una lunga guerra. Contro gli Angioini intervennero infatti gli Aragonesi, una famiglia feudale spagnola imparentata con gli Svevi. IL PERSONAGGIO Federico II: un sovrano moderno Quando nel 1220 Federico II divenne imperatore, la possibilità di riunificare in una sola monarchia tutto l’Occidente apparve concreta. Tuttavia il suo progetto imperiale incontrò sia le resistenze del papa, che si sentiva accerchiato, sia dei comuni italiani e dei feudatari tedeschi, che volevano più autonomia. Anche se il suo progetto rimase un sogno, Federico II riuscì a realizzare in Sicilia il regno che aveva ereditato dalla madre Costanza d’Altavilla, un’organizzazione statale molto avanzata: potere accentrato, sistema legislativo sviluppato ed efficiente e grande incremento del commercio e della vita culturale. Federico II imperatore A destra, Federico in un’immagine che lo ritrae con i simboli del potere imperiale: lo scettro e il globo. A questi simboli si ribellarono i comuni dell’Italia settentrionale sostenuti dal papa. 264 Unità 3 • Il Basso Medioevo 9788842411321_249_281_U3_C09.indd 264 09/12/10 16:35 La guerra si concluse nel 1302 con la pace di Caltabellotta: la Sicilia andò agli Aragonesi, il resto dell’Italia meridionale agli Angioini. Il Meridione d’Italia veniva così diviso in due regni, entrambi governati da dinastie non italiane. FATTI Che cosa si stabilì con la pace di Caltabellotta? L’Impero tedesco è frammentato in diversi stati Dopo la fine della dinastia degli Svevi, l’impero entrò in un periodo di grande confusione, nel quale nessun imperatore ebbe la forza di imporsi sui feudatari. Nella seconda metà del secolo XIII diventarono particolarmente importanti due famiglie di potenti feudatari, i Lussemburgo e gli Asburgo, che riuscirono di volta in volta a far eleggere propri membri alla carica di imperatore. Enrico VII di Lussemburgo nel 1310 cercò di riportare l’Italia del Nord sotto il controllo imperiale, ma senza successo. Nel 1356 fu fissata in modo definitivo la procedura di elezione dell’imperatore, che spettava a sette grandi elettori tedeschi, quattro laici e tre arcivescovi. Il sovrano da loro eletto aveva il titolo di imperatore del Sacro romano impero, ma avrebbe governato solo sui territori germanici. Così tramontò definitivamente l’idea di un impero universale. Non solo, ma in Germania non si creò un forte stato unitario, a differenza di quanto accadde in Francia o in Inghilterra, anche se a partire dal XV secolo i grandi elettori elessero sempre un rappresentante degli Asburgo. L’Impero germanico rimase diviso in numerosi stati autonomi, che formalmente riconoscevano l’autorità dell’imperatore eletto, ma in realtà avevano ciascuno proprie leggi e un proprio governo. C’erano inoltre molte libere città governate da ricchi mercanti e uomini d’affari. Nella Germania settentrionale erano assai forti le città della Lega anseatica (nata alla metà del Trecento), come Amburgo, Lubecca e Brema; nella Germania meridionale diventarono ricche e potenti Colonia, Norimberga e soprattutto Augusta. CAUSE ED EFFETTI Perché in Germania l’impero non poté creare un forte stato unitario? FACCIAMO IL PUNTO Federico II eredita il Regno normanno e si interessa soprattutto dell’Italia; riforme centralistiche in Italia, burocrazia; sovrano colto, sviluppa la cultura, concede tolleranza religiosa contrasti con il papato (scomunica); sconfitte contro i comuni del Nord fallimento del progetto di restaurare un impero universale Cortenuova La sconfitta dei milanesi a Cortenuova nel 1237, a opera delle truppe imperiali, in una miniatura tratta dal Codice Chigi. Che cos’era la Lega lombarda e perché si scontrò con gli imperatori? Perché a metà del Duecento l’impero, dopo un secolo di lotte politiche e di guerre, era indebolito? Il giuramento Il testo del giuramento pronunciato da Federico II a papa Onorio III ad Hagenau nel 1219. L’accordo, però, durò poco e fra i due scoppiarono contrasti violentissimi. La concessione imperiale Una miniatura tratta dal Codex Astensis; è raffigurato Federico II che concede i privilegi alla città di Asti. Capitolo 9 • Il declino dei poteri universali e la crisi del Trecento 9788842411321_249_281_U3_C09.indd 265 265 09/12/10 16:35 Federico II non fu solo un grande sovrano, ma una delle menti più brillanti del Medioevo. Intelligente e curioso, accolse alla sua corte intellettuali e studiosi di ogni parte del mondo e fece del suo regno uno dei centri della cultura del suo tempo. In prima persona, poi, si occupò di poesia, letteratura, scienza e anche magia. FOCUS Federico II, sovrano dai mille volti FEDERICO II, UN RE COLTO Federico II creò una corte a immagine e somiglianza della sua personalità e della sua vivacità culturale e intellettuale. Si circondò dei migliori matematici dell’epoca, dei filosofi e degli architetti più conosciuti, dei medici e degli uomini di legge più eruditi. Tra loro, oltre alle menti più raffinate della cristianità, c’erano persone giunte da ogni angolo del mondo: arabi, greci, ebrei che portavano con loro saperi diversi e differenti modi di vivere, culture e tradizioni. Così mondi spesso lontani avevano alla corte di Federico la possibilità di confrontarsi facendo nascere e poi circolare nuove idee. Ma l’opera culturale dell’imperatore non si limitò alla sua corte, ma si ampliò anche a tutto il suo regno. Federico II, infatti, fondò nel 1224 l’università di Napoli – ateneo che esiste ancora oggi e porta ancora il suo nome – nota soprattutto per gli studi di diritto; inoltre, incentivò l’antica scuola medica di Salerno istituendo la prima cattedra di anatomia in Europa, presso la quale era possibile praticare la dissezione dei cadaveri. Questa pratica, considerata sacrilega nel Medioevo, si rivelò fondamentale per il progresso della medicina del tempo. FEDERICO E LA POESIA Una delle grandi passioni di Federico II fu la poesia e molti furono i poeti ospitati alla sua corte. Insieme a loro Sigillo di Federico II in oro. Il lato anteriore raffigura l’imperatore seduto in trono con i simboli del potere; nel lato posteriore un complesso edificio a torri. Vicino al titolo: testa in gesso patinata a bronzo raffigurante l’imperatore Federico II. Federico II porge una rosa (1239), Palazzo Finco, Bassano del Grappa. 266 Unità 3 • Il Basso Medioevo 9788842411321_249_281_U3_C09.indd 266 09/12/10 16:35 IL MAGO DI CORTE Nel Medioevo, quando le conoscenze scientifiche e tecnologiche non erano in grado di spiegare il perché di molti fenomeni naturali, si ricorreva alla magia. Federico II era anche uomo totalmente immerso nella cultura del suo tempo e coltivava, perciò, la passione per le arti magiche, in particolare l’astrologia e l’alchimia. Prima di ogni battaglia o di prendere una decisione importante l’imperatore faceva consultare le stelle al suo mago di corte. Per molti anni a ricoprire questo delicato incarico fu lo scozzese Michele Scoto: egli non era solo astrologo, ma anche medico, filosofo e matematico di grande valore. Scoto era anche esperto di alchimia, disciplina che si occupava della ricerca della mitica pietra filosofale, capace di trasformare in oro ogni tipo di metallo. l’imperatore fondò la cosiddetta Scuola siciliana, un’importante corrente poetica che si ispirava alla lirica provenzale, nata in Francia agli inizi del XII secolo. Tra i poeti della Scuola siciliana spiccò per bravura Giacomo da Lentini, un notaio siciliano, ricordato da Dante nella Divina Commedia, al quale è attribuito il merito di aver inventato il sonetto, una forma metrica composta da 14 versi endecasillabi (cioè di undici sillabe) suddivisi in due quartine e due terzine, che tanta fortuna ha avuto nella poesia. Alcuni dei poeti della Scuola siciliana erano anche funzionari dell’imperatore: tra loro c’era chi, per esempio, sovrintendeva ai castelli e chi faceva il notaio. Federico II, quindi, con i suoi collaboratori parlava di lavoro, ma anche di rime e figure retoriche, del significato dell’amore e delle virtù della donna ideale. LE OPERE DI FEDERICO II Da questi dialoghi sono nati probabilmente i sei componimenti poetici che quasi sicuramente furono scritti proprio dall’imperatore. Sono poesie che parlano d’amore, tema tipico della tradizione lirica dell’epoca, e sono scritte nel siciliano illustre, cioè parlato dalle persone colte dell’epoca. Più che per le poesie, però, Federico II ebbe successo come scrittore grazie a un’opera conosciutissima nel Medioevo e che s’intitola De arte venandi cum avibus (L’arte di cacciare con gli uccelli): un vero e proprio trattato scientifico di falconeria, che spiega come allevare e addestrare alla caccia, altra grande passione dell’imperatore, gli uccelli rapaci. CASTEL DEL MONTE, UN LUOGO MAGICO? Probabilmente fu anche l’assidua frequentazione con l’alchimista e mago scozzese a spingere lo stesso Federico II allo studio del linguaggio e della simbologia delle arti magiche. Questo sapere non fu solo teorico ma secondo alcuni studiosi venne messo in pratica nella realizzazione di Castel del Monte, situato nei pressi di Andria, in Puglia. Castel del Monte, commissionato e, pare, progettato dallo stesso Federico II, è un edificio molto particolare, già a partire dalla pianta che è ottagonale. Per i medievali l’ottagono era la figura geometrica che racchiudeva in sé il quadrato, simbolo della terra e della condizione umana, e il cerchio, simbolo del cielo e della condizione divina. Riuniva in sé, quindi, perfezione e imperfezione. Il numero otto si ripete poi costantemente nell’edificio: otto sono le torri, anch’esse ottagonali, e otto le finestre di ogni piano. Inoltre l’ottagono è anche la forma dei fonti battesimali e richiama quindi la simbologia dell’acqua e della rinascita. Per tutti questi motivi in molti hanno parlato di luogo magico, anche se più probabilmente si tratta di un simbolo magnifico della potenza del grande imperatore. SPUNTI Castel del Monte, nei pressi di Andria. Fu eretto da Federico II come residenza provvisoria per la caccia. 1 Perché diciamo che Federico rese la sua corte e il suo regno dei centri della cultura? 2 Che cos’è la Scuola siciliana? 3 Quali scritti ci sono rimasti di Federico II? 4 Quale rapporto ebbe Federico II con le arti magiche? 5 Con l’aiuto dell’insegnante cerca su libri e in Internet altri edifici che, come Castel del Monte, si richiamano a forme geometriche. Capitolo 9 • Il declino dei poteri universali e la crisi del Trecento 9788842411321_249_281_U3_C09.indd 267 267 09/12/10 16:35