Gli imperatori e l`Italia

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Lezione 28
Gli imperatori e l’Italia
Lubecca
Amburgo
Pomerania
Colonia
Franconia
Slesia
LUOGHI
Lorena Magonza
1
Boemia
Svevia
L’impero di Federico I
e Federico II
Il secolo che va dal 1152 al 1250 è
caratterizzato da due grandi imperatori appartenenti alla casata
degli Svevi: Federico I e Federico
II, suo nipote. Entrambi lottarono
per riaffermare l’autorità imperiale, contro i papi e i feudatari,
cosa già avvenuta in passato, e
contro i comuni italiani. Quest’ultima, invece, era una novità, dovuta al fatto che lo sviluppo delle
libertà comunali nel Centro-nord
dell’Italia portò molte città a rifiutare il potere imperiale, vale
a dire le leggi e le tasse imposte
dall’imperatore.
Formalmente, l’Italia settentrionale
era un territorio sottoposto all’impero,
dal tempo di Carlo Magno, ma in realtà
molti comuni si erano resi di fatto autonomi. Federico I e Federico II li affrontarono con le armi, ma non riuscirono
a sottometterli.
Moravia
Costanza
Vienna
Vienna
a
Baviera
aviera
Lione
Milano Verona
Regno di
a
Trieste
Tri
rieste
te
Borgogna Pavia
Venezia
Avignone
Alessandria
Bologna
Provenza Genova
Firenze
Pisa
Perugia
Corsica
Roma
Sardegna
Sacro romano
impero germanico
Domini ereditati
da Federico II
Repubblica
di Venezia
Bari
Napoli
Palermo
Regno
gno
dii
Sicilia
illia
I normanni avevano conquistato l’Italia meridionale e la Sicilia. Queste terre entrarono a far parte dell’impero
con Federico II, che le ereditò dalla
madre Costanza, l’ultima della famiglia normanna degli Altavilla.
Stato della Chiesa
La lotta dell’impero contro feudatari ribelli, comuni
italiani e papato
CAUSE ED EFFETTI
Quali erano le cause della debolezza
dell’impero?
DATE E FATTI
Scrivi gli eventi accanto alle date indicate:
1152
1155
1158
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All’inizio del XII secolo varie ragioni rendevano l’impero ancora molto debole.
• In Germania i feudatari si erano divisi in due fazioni: i guelfi, seguaci dei duchi
di Sassonia e Baviera, e i ghibellini, seguaci dei duchi di Svevia. Entrambi tentavano di rendersi indipendenti dall’imperatore e lottavano per la corona imperiale.
• In Italia molti comuni si rifiutavano di riconoscere l’autorità dell’imperatore;
per giunta, l’autorità imperiale era messa in ombra da quella del papa.
Nel corso di circa un secolo – dalla metà del XII alla metà del XIII – due grandi
imperatori, Federico I e Federico II, cercarono di riaffermare il potere imperiale
sull’Italia e sul papato, ma senza successo.
Federico I Barbarossa in Italia per riaffermare
l’autorità imperiale
Nel 1152, in Germania, il conflitto tra guelfi e ghibellini terminò con l’elezione
a imperatore del duca di Svevia Federico I Hohenstaufen, soprannominato il
Barbarossa. Dopo la sua elezione, Federico sconfisse rapidamente i feudatari
tedeschi ribelli e decise di affrontare gli altri due problemi dell’impero, scendendo in Italia per stroncare l’indipendenza dei comuni italiani e indebolire il
potere del papa.
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FENOMENI
Questo rilievo mostra l’esercito dei milanesi che rientra in
città dopo una battaglia contro
l’imperatore Federico I.
2
I comuni difendono la loro libertà
Ai tempi di Federico I e Federico II molte città dell’Italia del Nord erano
comuni forti, ricchi, orgogliosi della libertà che, di fatto, avevano conquistato, pur restando formalmente sotto l’Impero germanico. Uno
dei comuni più importanti era Milano, rappresentato nella miniatura
a fianco.
All’inizio l’imperatore sembrò realizzare i suoi obiettivi. Infatti nel 1155 si fece incoronare imperatore da papa Adriano IV e tre anni dopo sconfisse l’esercito del
potente comune di Milano, costringendo la città a rinunciare a ogni autonomia.
Nel 1158 Federico convocò la dieta di Roncaglia (presso Piacenza), un’assemblea
alla quale parteciparono tutti i maggiori feudatari. I professori di diritto dell’università di Bologna affermarono, sulla base dell’antico codice romano, che solo
all’imperatore spettava il diritto di esercitare le “regalie”, cioè i diritti di amministrare la giustizia e di riscuotere le tasse. I comuni, che pretendevano di
svolgere autonomamente queste funzioni, vennero quindi dichiarati fuorilegge.
Dieta
È una parola di origine germanica, entrata nel vocabolario della politica al
tempo di Carlo Magno. Le diete erano
le assemblee dell’impero che prendevano le decisioni più importanti, tra
cui l’elezione di un nuovo imperatore.
L’azione di Federico Barbarossa non ha successo
Milano e altri comuni lombardi rifiutarono di accettare la sottomissione, così
nel 1162 l’imperatore scatenò un’offensiva militare: Milano e Crema vennero
assediate e conquistate. Nel frattempo, il nuovo pontefice eletto nel 1159, Alessandro III, non venne riconosciuto dal Barbarossa, che nominò un antipapa.
Nel 1167 molti comuni lombardi, veneti ed emiliani, capeggiati da Milano, formarono un’alleanza politico-militare, la Lega lombarda; nella loro lotta contro
Federico i comuni della Lega ebbero il sostegno del papato, della Repubblica di
Venezia e del Regno di Sicilia. In Germania, intanto, i feudatari avevano ripreso
la lotta contro l’imperatore, che non poté scendere subito in Italia con il suo
LUOGHI E DATE
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esercito. Quando lo fece, nel 1176, la Lega lombarda ottenne una netta vittoria
sulle forze imperiali a Legnano. Dopo lunghe trattative, nel 1183 venne firmata la
pace di Costanza: Federico I fu costretto a riconoscere l’autonomia politica dei
comuni e la supremazia del papa, sia pure solo spirituale, su tutta la cristianità.
Innocenzo III appoggia l’ascesa al trono di Federico II
PERSONAGGI
Completa lo schema con l’albero
genealogico di Federico II.
Federico I di Svevia
Ruggero II
Enrico ……………………
……………………………………
Federico II
Il tentativo di Federico Barbarossa di restaurare il potere dell’impero sui comuni e sul papato, dunque, non ebbe successo. In compenso, egli riuscì a concludere un’importante alleanza matrimoniale: suo figlio, Enrico VI, nel 1186 sposò
Costanza d’Altavilla, unica erede del Regno normanno della Sicilia e dell’Italia
meridionale. L’Italia del Sud passava sotto il controllo imperiale.
Enrico VI divenne imperatore nel 1191, ma morì nel 1197, quando il figlio Federico aveva solo due anni. In Germania si riaccese così la lotta per la successione
al trono. Nel 1198 fu eletto il nuovo pontefice, Innocenzo III, forte sostenitore
della supremazia del papato sull’impero. Innocenzo prese il piccolo Federico
sotto la sua tutela e gli fece promettere molte cose: che avrebbe tenute separate la corona imperiale dalla corona d’Italia, che avrebbe rinunciato a nominare
i vescovi anche in Germania, che avrebbe rinunciato a ogni diritto sui territori
della chiesa in Italia, che si sarebbe messo a capo di un’altra crociata.
PERSONAGGI
Chi era Federico II e perché si interessò
soprattutto all’Italia?
L’Italia di Federico II
Con l’appoggio del papa e del re di Francia Filippo II Augusto, Federico riuscì a
sconfiggere l’altro pretendente al trono, Ottone di Brunswick, e nel 1220 divenne l’imperatore Federico II. Egli era interessato soprattutto all’Italia, dove era
nato e dove si era formato culturalmente. Lasciò ai feudatari tedeschi ampie
TRA PASSATO E PRESENTE
Guelfi e ghibellini
Le due principali fazioni politiche che in Germania si contendevano la
corona imperiale erano quella dei duchi di Sassonia e Baviera e la casata
sveva degli Hohenstaufen. I primi vennero chiamati Welfen (il capostipite
della dinastia si chiamava Welf), parola che in italiano divenne “guelfi ”; i
b
bellini”.
secondi presero il nome dal castello di Waibling, e in italiano divennero “ghibellini”.
Agli inizi del XIII secolo, quando a Federico II di Svevia si contrappose il papa, i termio
oggiava
ni ghibellino e guelfo indicarono, nell’Italia dei comuni, la lotta tra chi appoggiava
o dichial’imperatore (ghibellini) e chi era dalla parte del pontefice (guelfi). Un castello
ndo due
rava la propria appartenenza a una fazione piuttosto che a un’altra mostrando
e quelli
e,
diverse forme di mura merlate: i merli ghibellini erano fatti a coda di rondine,
i Risorguelfi ad angolo retto. Nel corso dei secoli successivi, per esempio durante il
t con il
ti
gimento italiano, i due termini guelfo e ghibellino tornarono a essere usati
p
pa”.
significato, rispettivamente, di “alleato, amico del papa” e “avversario del papa”.
L’aquila guelfa Uno stemma di parte guelfa con l’aquila che stringe un drago
o tra gli
artigli.
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autonomie e stabilì la corte a Palermo. Federico riorganizzò il Regno dell’Italia
meridionale in modo del tutto nuovo. Rafforzò il potere centrale dello stato a
scapito dei feudatari, ai quali tolse alcuni privilegi. Emanò le Costituzioni melfitane (1231), un codice che fissava i princìpi della legislazione nel Regno di Sicilia, e creò una burocrazia, cioè un corpo di funzionari posto direttamente al suo
comando. Federico II era anche un uomo colto e raffinato. La sua corte di Palermo era famosa per l’ospitalità che veniva offerta a poeti, letterati e studiosi
di ogni cultura. Per la sua generosità e la sua magnificenza i contemporanei lo
chiamarono stupor mundi, “meraviglia del mondo” (vedi Focus pagg. 266-267).
PAROLE
La parola costituzione ricorre spesso
nella storia ma assume significati diversi
a seconda del contesto politico.
In questo caso le
Costituzioni melfitane sono
……………………………………………………………………………
Ricordi che cos’era la Constitutio de
feudis?
Conosci il significato di costituzione nel
mondo contemporaneo?
La resistenza dei comuni e del papato
Federico II mostrò, nella sua attività politica e nella sua vita personale,
un’indipendenza di giudizio che lo mise ben presto in contrasto con il papato.
Gregorio IX (papa dal 1227) lo accusò di non aver mantenuto la promessa di
organizzare una crociata e minacciò di scomunicarlo. Ma quello che davvero
preoccupava il papa erano le ambizioni di Federico di riportare sotto il controllo
imperiale i comuni del Nord Italia: se fosse riuscito in questo progetto, già
tentato dal nonno Federico Barbarossa, i domini del papato si sarebbero trovati
accerchiati da nord e da sud. Per questa ragione, quando nel 1226 i comuni del
Nord ricostituirono la Lega lombarda, ebbero l’appoggio del papa. Federico
dichiarò non più validi gli accordi della pace di Costanza e mise al bando i
comuni ribelli. Il conflitto venne tuttavia rimandato, perché nel 1228 Federico II
si mise finalmente a capo di una crociata (la sesta); fu però una crociata assai
particolare, in cui Federico trattò con il sultano d’Egitto una lunga tregua che
sarebbe durata dieci anni. Al suo ritorno, Federico scese in campo contro i comuni.
IL PERSONAGGIO
Un imperatore chiamato
Barbarossa
Quando Federico I Hohenstaufen fu eletto imperatore aveva trent’anni, era intelligente, coraggioso e ambizioso. Un coro di lodi circondò il
sovrano dalla barba rossa: nato da padre ghibellino e da madre guelfa conciliava in sé le parti
avverse dei principi tedeschi. Il 18 giugno 1155 il
Barbarossa fu incoronato imperatore da Adriano IV. Per conquistarsi la fiducia del papa, Federico fece arrestare e bruciare sul rogo Arnaldo
da Brescia, capo di una rivolta con la quale i
romani si erano sottratti all’autorità del papa.
Dopo molte lotte contro lo stesso papa e i comuni italiani, la sua ultima avventura fu la terza
crociata. Conquistata la città di Konia nel 1190,
il Barbarossa annegò nel fiume Salef in Cilicia.
FATTI
Come si comportò Federico II nei confronti
della crociata?
Barbarossa contro i comuni Federico Barbarossa sul
trono in una miniatura del XII secolo. Una volta eletto imperatore, Federico decise di scendere in Italia per stroncare
i comuni ribelli, soprattutto quello di Milano.
L’avanzata dell’imperatore Alcuni soldati fanno strada
all’attacco di Federico abbattendo alberi e foreste.
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CONFRONTI
Spiega l’atteggiamento del papato nei
confronti dei comuni lombardi durante la
prima Lega lombarda e durante la seconda.
Dopo la vittoria iniziale degli imperiali a Cortenuova, nel 1237, Federico II fu
scomunicato due volte dal papa e venne sconfitto dalla Lega lombarda a Parma
(1247) e a Fossalta, tra Bologna e Modena (1249). Durante queste guerre con l’impero,
i comuni italiani si divisero in due fazioni: quelli antimperiali, sostenuti dal papa,
si definirono guelfi, e quelli filoimperiali, ghibellini (vedi pag. 262).
Il definitivo crollo dell’autorità imperiale
FATTI
Che cosa accadde durante la battaglia
di Montaperti?
Federico II morì nel 1250 e il suo disegno di restaurare un impero universale
non venne più realizzato. Nel 1254 suo figlio Manfredi si proclamò re di Sicilia,
riprese la lotta contro i comuni guelfi e il papato. Nel 1260 in Toscana, a Montaperti, ottenne una vittoria contro i guelfi, ma fu un successo di breve durata.
Nel 1266 venne infatti sconfitto a Benevento da una coalizione che comprendeva il papa, i grandi feudatari meridionali e Carlo d’Angiò, fratello del re di
Francia; Manfredi stesso morì in battaglia. L’autorità imperiale in Europa subì
in questo modo un tracollo: i comuni italiani conquistarono la completa autonomia e in Germania l’impero restò diviso in più stati feudali.
Angioini e Aragonesi: nuovi dominatori in Italia del Sud
Gli Angiò, come ricompensa del loro sostegno, ebbero dal papa le corone di Napoli e di Sicilia. Il loro dominio in Sicilia fu però assai breve, perché le pesanti
tasse che imposero e i privilegi che concessero ai nobili a loro fedeli, provenienti dalla Francia, fecero esplodere una rivolta. La ribellione scoppiò a Palermo
nel 1282 ed è nota come Vespri siciliani (perché scoppiò all’ora del vespro, cioè
al tramonto). Fu l’inizio di una lunga guerra. Contro gli Angioini intervennero
infatti gli Aragonesi, una famiglia feudale spagnola imparentata con gli Svevi.
IL PERSONAGGIO
Federico II: un sovrano moderno
Quando nel 1220 Federico II divenne imperatore, la possibilità di riunificare in una sola monarchia tutto l’Occidente
apparve concreta. Tuttavia il suo progetto imperiale incontrò sia le resistenze del papa, che si sentiva accerchiato, sia
dei comuni italiani e dei feudatari tedeschi, che volevano
più autonomia. Anche se il suo progetto rimase un sogno,
Federico II riuscì a realizzare in Sicilia il regno che aveva
ereditato dalla madre Costanza d’Altavilla, un’organizzazione statale molto avanzata: potere accentrato, sistema
legislativo sviluppato ed efficiente e grande incremento
del commercio e della vita culturale.
Federico II imperatore A destra, Federico in un’immagine
che lo ritrae con i simboli del potere imperiale: lo scettro e il
globo. A questi simboli si ribellarono i comuni dell’Italia settentrionale sostenuti dal papa.
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La guerra si concluse nel 1302 con la pace di Caltabellotta: la Sicilia andò agli
Aragonesi, il resto dell’Italia meridionale agli Angioini. Il Meridione d’Italia
veniva così diviso in due regni, entrambi governati da dinastie non italiane.
FATTI
Che cosa si stabilì con la pace
di Caltabellotta?
L’Impero tedesco è frammentato in diversi stati
Dopo la fine della dinastia degli Svevi, l’impero entrò in un periodo di grande
confusione, nel quale nessun imperatore ebbe la forza di imporsi sui feudatari. Nella seconda metà del secolo XIII diventarono particolarmente importanti
due famiglie di potenti feudatari, i Lussemburgo e gli Asburgo, che riuscirono
di volta in volta a far eleggere propri membri alla carica di imperatore.
Enrico VII di Lussemburgo nel 1310 cercò di riportare l’Italia del Nord sotto il controllo imperiale, ma senza successo. Nel 1356 fu fissata in modo definitivo la procedura di elezione dell’imperatore, che spettava a sette grandi elettori tedeschi,
quattro laici e tre arcivescovi. Il sovrano da loro eletto aveva il titolo di imperatore del Sacro romano impero, ma avrebbe governato solo sui territori germanici.
Così tramontò definitivamente l’idea di un impero universale. Non solo, ma in
Germania non si creò un forte stato unitario, a differenza di quanto accadde in
Francia o in Inghilterra, anche se a partire dal XV secolo i grandi elettori elessero
sempre un rappresentante degli Asburgo. L’Impero germanico rimase diviso in
numerosi stati autonomi, che formalmente riconoscevano l’autorità dell’imperatore eletto, ma in realtà avevano ciascuno proprie leggi e un proprio governo.
C’erano inoltre molte libere città governate da ricchi mercanti e uomini d’affari.
Nella Germania settentrionale erano assai forti le città della Lega anseatica (nata
alla metà del Trecento), come Amburgo, Lubecca e Brema; nella Germania meridionale diventarono ricche e potenti Colonia, Norimberga e soprattutto Augusta.
CAUSE ED EFFETTI
Perché in Germania l’impero non poté
creare un forte stato unitario?
FACCIAMO IL PUNTO
Federico II
eredita il Regno normanno e si
interessa soprattutto dell’Italia; riforme
centralistiche in Italia, burocrazia;
sovrano colto, sviluppa la cultura, concede
tolleranza religiosa
contrasti con il papato (scomunica);
sconfitte contro i comuni del Nord
fallimento del progetto di restaurare un
impero universale
Cortenuova La sconfitta dei milanesi a Cortenuova nel 1237, a opera
delle truppe imperiali, in
una miniatura tratta dal
Codice Chigi.
Che cos’era la Lega lombarda e
perché si scontrò con gli imperatori?
Perché a metà del Duecento
l’impero, dopo un secolo di lotte
politiche e di guerre, era indebolito?
Il giuramento Il testo del
giuramento pronunciato da Federico II a papa Onorio III ad Hagenau nel 1219. L’accordo, però,
durò poco e fra i due scoppiarono contrasti violentissimi.
La concessione imperiale
Una miniatura tratta dal Codex
Astensis; è raffigurato Federico II
che concede i privilegi alla città
di Asti.
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Federico II non fu solo un grande sovrano, ma una delle menti più
brillanti del Medioevo. Intelligente e curioso, accolse alla sua corte
intellettuali e studiosi di ogni parte del mondo e fece del suo regno
uno dei centri della cultura del suo tempo. In prima persona, poi,
si occupò di poesia, letteratura, scienza e anche magia.
FOCUS
Federico II, sovrano
dai mille volti
FEDERICO II, UN RE COLTO
Federico II creò una corte a immagine e somiglianza della sua personalità e della sua vivacità culturale e intellettuale. Si circondò dei migliori matematici dell’epoca,
dei filosofi e degli architetti più conosciuti, dei medici e
degli uomini di legge più eruditi. Tra loro, oltre alle menti più raffinate della cristianità, c’erano persone giunte
da ogni angolo del mondo: arabi, greci, ebrei che portavano con loro saperi diversi e differenti modi di vivere,
culture e tradizioni. Così mondi spesso lontani avevano
alla corte di Federico la possibilità di confrontarsi facendo nascere e poi circolare nuove idee.
Ma l’opera culturale dell’imperatore non si limitò alla sua
corte, ma si ampliò anche a tutto il suo regno. Federico
II, infatti, fondò nel 1224 l’università di Napoli – ateneo
che esiste ancora oggi e porta ancora il suo nome – nota
soprattutto per gli studi di diritto; inoltre, incentivò l’antica scuola medica di Salerno istituendo la prima cattedra di anatomia in Europa, presso la quale era possibile
praticare la dissezione dei cadaveri. Questa pratica, considerata sacrilega nel Medioevo, si rivelò fondamentale
per il progresso della medicina del tempo.
FEDERICO E LA POESIA
Una delle grandi passioni di Federico II fu la poesia e
molti furono i poeti ospitati alla sua corte. Insieme a loro
Sigillo di Federico II in oro. Il lato
anteriore raffigura l’imperatore
seduto in trono con i simboli
del potere; nel lato posteriore
un complesso edificio a torri.
Vicino al titolo: testa in gesso
patinata a bronzo raffigurante
l’imperatore Federico II.
Federico II porge una rosa (1239), Palazzo Finco, Bassano del
Grappa.
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IL MAGO DI CORTE
Nel Medioevo, quando le conoscenze scientifiche e tecnologiche non erano in grado di spiegare il perché di molti fenomeni
naturali, si ricorreva alla magia. Federico II era anche uomo totalmente immerso nella cultura del suo tempo e coltivava, perciò, la passione per le arti magiche, in particolare l’astrologia e
l’alchimia.
Prima di ogni battaglia o di prendere una decisione importante l’imperatore faceva consultare le stelle al suo mago di corte.
Per molti anni a ricoprire questo delicato incarico fu lo scozzese
Michele Scoto: egli non era solo astrologo, ma anche medico,
filosofo e matematico di grande valore. Scoto era anche esperto
di alchimia, disciplina che si occupava della ricerca della mitica
pietra filosofale, capace di trasformare in oro ogni tipo di metallo.
l’imperatore fondò la cosiddetta Scuola siciliana, un’importante corrente poetica che si ispirava alla lirica provenzale, nata in
Francia agli inizi del XII secolo.
Tra i poeti della Scuola siciliana spiccò per bravura Giacomo
da Lentini, un notaio siciliano, ricordato da Dante nella Divina
Commedia, al quale è attribuito il merito di aver inventato il sonetto, una forma metrica composta da 14 versi endecasillabi
(cioè di undici sillabe) suddivisi in due quartine e due terzine,
che tanta fortuna ha avuto nella poesia.
Alcuni dei poeti della Scuola siciliana erano anche funzionari
dell’imperatore: tra loro c’era chi, per esempio, sovrintendeva ai
castelli e chi faceva il notaio. Federico II, quindi, con i suoi collaboratori parlava di lavoro, ma anche di rime e figure retoriche,
del significato dell’amore e delle virtù della donna ideale.
LE OPERE DI FEDERICO II
Da questi dialoghi sono nati probabilmente i sei componimenti
poetici che quasi sicuramente furono scritti proprio dall’imperatore. Sono poesie che parlano d’amore, tema tipico della tradizione lirica dell’epoca, e sono scritte nel siciliano illustre, cioè
parlato dalle persone colte dell’epoca.
Più che per le poesie, però, Federico II ebbe successo come
scrittore grazie a un’opera conosciutissima nel Medioevo e che
s’intitola De arte venandi cum avibus (L’arte di cacciare con gli
uccelli): un vero e proprio trattato scientifico di falconeria, che
spiega come allevare e addestrare alla caccia, altra grande passione dell’imperatore, gli uccelli rapaci.
CASTEL DEL MONTE, UN LUOGO MAGICO?
Probabilmente fu anche l’assidua frequentazione con l’alchimista e mago scozzese a spingere lo stesso Federico II allo studio
del linguaggio e della simbologia delle arti magiche. Questo
sapere non fu solo teorico ma secondo alcuni studiosi venne
messo in pratica nella realizzazione di Castel del Monte, situato
nei pressi di Andria, in Puglia.
Castel del Monte, commissionato e, pare, progettato dallo stesso Federico II, è un edificio molto particolare, già a partire dalla
pianta che è ottagonale. Per i medievali l’ottagono era la figura
geometrica che racchiudeva in sé il quadrato, simbolo della terra e della condizione umana, e il cerchio, simbolo del cielo e della condizione divina. Riuniva in sé, quindi, perfezione e imperfezione. Il numero otto si ripete poi costantemente nell’edificio:
otto sono le torri, anch’esse ottagonali, e otto le finestre di ogni
piano. Inoltre l’ottagono è anche la forma dei fonti battesimali e
richiama quindi la simbologia dell’acqua e della rinascita.
Per tutti questi motivi in molti hanno parlato di luogo magico,
anche se più probabilmente si tratta di un simbolo magnifico
della potenza del grande imperatore.
SPUNTI
Castel del Monte, nei pressi di Andria. Fu eretto da Federico II come
residenza provvisoria per la caccia.
1 Perché diciamo che Federico rese la sua corte e il suo regno dei centri della cultura?
2 Che cos’è la Scuola siciliana?
3 Quali scritti ci sono rimasti di Federico II?
4 Quale rapporto ebbe Federico II con le arti magiche?
5 Con l’aiuto dell’insegnante cerca su libri e in Internet altri
edifici che, come Castel del Monte, si richiamano a forme
geometriche.
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