Introduzione al riconoscimento ed uso delle piante

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INTRODUZIONE AL RICONOSCIMENTO ED USO DELLE PIANTE
OFFICINALI
Con elementi di botanica-botanica sistematica, elementi di
erboristeria,
consigli pratici
Premessa
Nessuno pensi che questo lavoro sia un' enciclopedia del benessere :
esso, non avendo nessuna pretesa di sostituirsi alla medicina o alla
farmacopea, è solo un piccolo contributo alla conoscenza della natura e del
mondo vegetale e ,per quanto possibile , una piccola raccolta di rimedi
officinali e medicali.
La conoscenza della botanica fa gustare il sapore della natura e la
forza della stessa attraverso le sue più belle esternazioni, quali il quotidiano
miracolo delle piante.
Un ciclo che si ripete e non finisce mai di stupire chi si avvicina con
occhio attento alla specie vegetale, al substrato pedogenetico, all’ ambiente
circostante.
La magia, quella pura , che compie la natura ciclicamente ,affascina e
nel contempo stupisce ogni volta che ci avviciniamo alle piante, ai fiori e a
tutte le altre espressioni botaniche.
Prima di intraprendere qualsiasi trattazione sulle proprietà terapeutiche
delle piante officinali è necessario tenere presente un concetto
fondamentale.
Quando siamo in presenza di una malattia o, meglio, di una persona
ammalata, l'unico soggetto idoneo ad eseguire un iter diagnostico e ad
impostare
un
programma
terapeutico
è
il
MEDICO.
Se teniamo conto di questo principio inalienabile, quanto di seguito potrà
essere letto nella giusta chiave e compreso nel suo vero significato.
1- Depositario ufficiale della salute è il medico: occorre, quindi, sentire
sempre il parere del medico prima di iniziare a utilizzare tutte le cosiddette
Piante Medicinali .TUTTE le piante medicinali possono avere un potere
terapeutico ma , se usate in modo non corretto ,possono creare gravi danni
alla salute.
2 - Le leggi italiane vietano a tutti (compresi i medici) di attribuire proprietà
terapeutiche a prodotti, sostanze, piante, ecc. che non facciano parte del
prontuario terapeutico ufficiale.
3 – Riflettiamo , neppure il Ministero della Sanità potrà mettere sotto accusa
l'Aglio perché abbassa o normalizza la pressione senza il suo permesso! Ma
UNA COSA è dire che l'Aglio FA BENE alla pressione; altra cosa, invece, è
AFFERMARE CHE L'Aglio CURA qualcosa.
L' Aglio è classificato in Italia quale alimento e, in quanto tale, è di libera
vendita ; anche se si documenta che l'aglio fornisce un valido aiuto nell'
ipertensione, esso è e rimane sempre un ALIMENTO......................................
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Time – table storico
INTRODUZIONE ALLA FITOTERAPIA
Breve storia evolutiva
Nel corso dei millenni la fitoterapia ha subito un’evoluzione
costante passando da un uso prettamente istintivo, intuitivo o magico ad
un utilizzo più moderno basato sulla conoscenza chimico-fisica e quindi
farmacologica dei principi attivi. Ecco quindi che, da una parte, si sono
ridimensionate se non annullate alcune proprietà terapeutiche di
determinate piante ma, dall’altra, si sono aperti nuovi orizzonti basati su
certezze e non su simbolismi. Si usa una pianta non più perché è la
tradizione tramandata che lo dice ma perché attenti studi ne dimostrano
l’efficacia.
Vero è che dobbiamo comunque fare tesoro del passato se non altro perché,
anche se con uso erroneo o smodato, l’utilizzo farmacologico delle piante ha
costituito un bagaglio di esperienze preziose per l’utilizzo odierno.
Testimonianze scritte risalgono sin dagli antichi Egizi, poi dai Greci (
Galeno dette il nome alle preparazioni medicamentose “galeniche”) e quindi
dai Romani ma i primi seri accertamenti scientifici iniziano solo nel periodo
rinascimentale con una svolta definitiva a partire dalla fine del XVII secolo
grazie allo sviluppo della citologia e della biochimica.
In epoche medievali le “farmacie” erano spesso presenti solo nei
monasteri e molte testimonianze fitoterapiche sono giunte ai giorni nostri
grazie alle esperienze scritte o tramandate da generazioni di monaci e frati.
I primi veri farmacisti giungono molto più tardi e il loro lavoro era
appunto quello di effettuare preparazioni galeniche con farmaci che loro stessi
preconfezionavano o preparavano al momento.
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Erbe e farmaci
Molti tendono ingenuamente a contrapporre due prodotti che sono
in realtà consequenziali. E’ come cercare di instaurare delle differenze tra
una materia prima e il prodotto finito che, pur avvalendosi spesso di prodotti
di sintesi, non può fare a meno del primo. La differenza sta comunque nel
fatto che il farmaco tende a contenere il principio attivo isolato della pianta ed
ha di conseguenza un’efficacia indubbiamente più elevata in quanto specifica.
Assumendo un preparato erboristico della stessa pianta si assimilano una
serie di elementi e principi attivi (Fitocomplesso), tra i quali, quello che ci
occorre. Ovviamente l’effetto sarà più blando, sicuramente più naturale, e con
eventuali controindicazioni che, se presenti, sono notevolmente inferiori
rispetto al farmaco tradizionale.
Per dirla in parole semplici, le erbe stanno al farmaco come l’arancia sta alla
vitamina C. Nel senso che, chi ha carenza di questo elemento, potrebbe
assumerla mangiando un’arancia piuttosto che prendere delle comode e
pratiche compresse. Questo, non perché le compresse facciano male ma
semplicemente perché, mangiando un’arancia, oltre alla vitamina C si
assumono altre utili vitamine e fibre alimentari. L’esempio dell’arancia ci fa
quindi capire la vera differenza e, come si nota, non c’è contrasto ma
semplicemente la possibilità di scegliere ciò che è meglio. L’erboristeria non
è dunque un’alternativa ma semplicemente un’opportunità in più per
prevenire e curare.
Naturale non è sinonimo di innocuo
Un altro errore che spesso si commette è quello di considerare l’uso dei
rimedi naturali assolutamente innocuo senza fare quindi attenzione a
controindicazioni o preoccuparsi di eventuali effetti collaterali.
Un principio attivo non è mai innocuo e quindi l’uso fitoterapico della pianta
che lo contiene deve essere sempre soggetto ad oculatezza e non a semplice
improvvisazione.
I rimedi naturali vanno quindi utilizzati come farmaci , con le stesse
attenzioni e criteri di dosaggio. Certamente un sovradosaggio “naturale” è
meno grave di quello di un farmaco ma ciò non giustifica un uso smodato che
alla lunga può arrecare solo danni all’organismo.
Ecco quindi che, l’erborista serio, da non confondersi con il semplice
venditore di erbe, non deve limitarsi a dare il prodotto più testato per un
determinato problema ma deve verificare tutta una serie di parametri medici e
psicologici che evidentemente cambiano da individuo ad individuo sia per
l’assunzione che per gli effetti del rimedio in questione.
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Il corretto approccio con l’erborista
In un’erboristeria, ma anche in una farmacia, esistono rimedi naturali per
quasi tutte le patologie e quindi anche il consumatore deve saper illustrare con
chiarezza non solo la propria patologia o le proprie carenze ma, soprattutto,
eventuali allergie, problemi metabolici o fisiologici particolari al fine di
consentire all’interlocutore di capire il suo problema e quindi di consigliare il
prodo.tto e le dosi più appropriate.
Meglio sarebbe, anche perché il farmacista e tanto meno l’erborista non
possono sostituirsi al medico, se l’utilizzo di un rimedio fitoterapico fosse
direttamente prescritto da un medico anche se, purtroppo, pochi medici sono
in grado di farlo e quindi di seguirne l’efficacia nel corso del tempo.
Ovviamente, in qualche caso, come accade nell’acquisto di farmaci senza
obbligo di prescrizione, tutto non è così complesso ma bisogna pur sempre
essere coscienti e sicuri di ciò che si vuole. Il “fai da te” può essere ammesso
ma con conoscenze acquisite da comprovate esperienze altrui o fatte su testi
appropriati e scientificamente attendibili.
L’Omeopatia termine composto dal greco homoios:simile e pathos:sofferenza
Nasce nel XIX secolo con il medico tedesco Hahnemann , fondatore di una
medicina psicosomatica che si basa su di un procedimento chiamato legge di
similitudine e che come approccio terapeutico utilizza la
somministrazione di dosi estremamente diluite di sostanze, sia
originalmente dotate di potere farmacologico sia sprovviste di tale
proprietà allo stato grezzo.Le diluizioni del farmaco omeopatico
superano molto spesso il numero di Avogadro e quindi non esiste una
molecola attiva: solo avendo riferimenti biofisici e non molecolari è
possibile ipotizzare un meccanismo d'azione di tipo informazionale in cui
l'acqua mantiene una specie di memoria di tipo fisico e l'informazione
arriva ai sistemi omeostatici dell'organismo, che vengono considerati dei
sistemi complessi e oscillano tra ordine (informazione) e disordine
(entropia). A differenza della medicina tradizionale, che si basa su
interventi mirati alla soppressione di fattori etiologici, di sintomi
patologici o di aggiunta di elementi carenti nell'organismo, l'Omeopatia
rappresenta una terapia di regolazione e di riattivazione.
L' 0meopatia utilizza il principio Similia similibus curentur : ogni sostanza
che ha un potere farmacologico induce nell'individuo sano un quadro
sintomatologico caratteristico della sostanza usata; inoltre guarda non la
malattia ma il malato con la sua malattia, cioè guarda l'insieme di tutti iu
segni che portano ad una diagnosi di malattia , ma anche il modo di reagire
tipico dell'individuo. Le sostanze medicamentose usate in omeopatia sono
usate in dosi infinitesimali tramite diluizione, trituramento e succussione( cioè
forte scuotimento), con queste manipolazioni .si sviluppano le potenzialità
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terapeutiche necessarie per la guarigione. La farmacologia omeopatica è
costituita da una serie di medicinali sperimentati tratti dal regno animale
minerale vegetale e di sintesi. Ogni rimedio omeopatico è testato
singolarmente e a dosi non tossiche ed imponderabili sull' uomo sano per
evidenziare i sintomi patogenetici, cioè gli effetti. Ogni medicinale ha una
peculiarità nella sua forma , nella sue qualità, nell' azione che svolge sull'
essere umano. Il medicinale omeopatico è formato da due elementi ; la
sostanza farmacologica di partenza e il solvente liquido , acqua o alcool ,in
cui questa sostanza è disciolta..I rimedi si presentano sotto forma di tinture
madri cioè forme farmaceutiche liquide ottenute con differenti gradazioni di
alcool su prodotti vegetali o animali o sotto forma di soluzioni preparate
diversamente in base alla sostanza di origine ed utilizzata in genere per i
minerali ed i prodotti di sintesi o come macerati glicerici in cui la miscela
contiene anche la glicerina oltre all 'alcool oppure triturazioni per preparare i
medicamenti allo stato solido mescolando sostanza e lattosio ottenendo una
miscela necessaria a rendere solubile le sostanze insolubili. I
MEDICAMENTI OMEOPATICI SVOLGONO UN AZIONE SINERGICA
con la medicina allopatica (medicina tradizionale) nel trattamento dei sintomi
correlati a patologie croniche o degenerative : ad esempio , l'uso di rimedi
omeopatici per ridurre la comparsa di diarrea cronica neoplastica evita l 'uso
di farmaci che hanno effetti collaterali.
La Floriterapia di Bach
Studiata negli anni ’30 da Edward Bach si basa sull’uso di rimedi costituiti da
diverse specie di fiori selvatici. Il campo di applicazione è a livello
psichiatrico e lo scopo della terapia è quello di riequilibrare la psiche del
paziente perchè la malattia ha le sue origini sempre in un problema mentale,
un pensiero negativo.I fiori, che agiscono secondo i principi della medicin
vibrazionale, intervengono per ristabilire l'armonia psichica.Oltre ai 38 rimedi
del ott. Bach la floriterapia conta su moltissimi altri fiori scoperti in tempi più
recenti, dai fiori californiani, ai fiori francesi, dagli australiani agli
alaskani.Ultimamente nell'ambito della medicina vibrazionale sono nati anche
i rimedi a base di gemme e pietre preziose, che si trovano comunemente in
gocce o in creme.
L’Associazione della Floriterapia con farmaci tradizionali e sedute
psicoanalitiche può risultare molto efficace soprattutto nei casi di ansia,
depressione, stress o altre psico-patologie particolari.
La decottopia
E' un sapere nato in Italia secoli fa da una dinastia di erboristi, poi elaborata e
conservata fino ai tempi nostri attraverso le generazioni delle famiglie
Bonardo Balestra Mech.La decottopia è una forma galenica e un metodo di
lavorazione e trasformazione di piante officinali in un prodotto liquido per
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costituire un integratore alimentare che ha una valenza salutistica ed ha l'
obiettivo di migliorare lo stato nutrizionale ottimizzando le condizioni di
benessere generale. Questi prodotti sono integratori vegetali che favoriscono
le normali funzioni dell' organismo che a causa del lavoro , dello stress , del
fumo , degli abusi alimentari , dell 'abuso di alcool , può andare incontro a
situazioni di squilibrio. Il nome decottopia deriva dal greco DEKA radice e
significa la terapia delle 10 piante perché sono utilizzate 10 piante , a
differenza della fitoterapia che ,per evitare antagonismi, non accosta più di tre
o quattro piante . Il prodotto decottopirico è lavorato e frazionato attraverso
procedimenti quali infusione, macerazione ,decozione ,fino ad ottenere un
prodotto liquido con un metodo che ne consente la conservazione senza l'
impiego di alcool, zuccheri e conservanti. In decottopia si attivano le sinergie
tra le piante la cui droga ,cioè la parte attiva della pianta ,viene usata in toto
estraendo tutti i principi attivi in essa contenuti. Ogni principio attivo è
estratto solo con acqua con le tecniche sopra elencate, questo procedimento è
detto frazionamento decottopirinico , indicato con la sigla FD ,seguita dal
numero ordinale di piante usate e serve a minimizzare al massimo i rischi che
possono insorgere utilizzando uno o poche piante od uno o pochi principi
attivi. Attenzione però, infatti: se un soggetto è allergico ad una certa pianta il
fatto che nel prodotto decottopirico la presenza della pianta grazie al
frazionamento è minima, si riduce proporzionalmente il pericolo di un'
eventuale reazione allergica.
Le piante utilizzate sono in relazione alle loro proprietà principali:
FRUTTATO: ribes nero, fiori d arancio, tiglio, sambuco
SPEZIATO :chiodi di garofano,cannella, boldo, rabarbaro ,legno quassio
AMARO: genziana. carciofo, ginepro, tarassaco, achillea
BALSAMICO: pino. Timo. Issopo, eucalipto
AROMATICO: anice. finocchio. carvi. zenzero. anice stellato
I prodotti debbono essere conservati a temperatura tra i dieci e quattordici
gradi ,non debbono essere esposti ad illuminazione diretta e prolungata e si
conservano in contenitori di vetro scuro. Le piante sono comunque
fototropiche positive ,è bene ricordarlo.
1) L' organismo è esposto quotidianamente ad agenti inquinanti quali
stress ,fumo ,dieta squilibrata , sedentarietà ,consumo di alcolici ,tutte
situazioni che portano a disarmonie che minano il nostro equilibrio
psico- fisico. La decottopia è un metodo che si propone di indurre il
ritorno ad un equilibrio psico -fisico.eliminando lo sbilancio che ha
causato la malattia stessa. E' un supporto alimentare mirato. L'
approccio decottopirico , per contrastare gli effetti negativi collaterali
dell' uso di farmaci usati durante la malattia, è un ausilio da non usare
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senza interpellare il medico .L' organismo può andare incontro ad uno
sbilanciamento carenziale dovuto ad una mancata o insufficiente
assunzione di un certo alimento oppure c è un maggior fabbisogno da
parte dell 'organismo. In entrambe le situazioni la decottopia vale come
supporto per riequilibrare apportando gli elementi mancanti sino a
soddisfare l' accresciuto bisogno. Un esempio è dato dall' uso del cardo
mariano del quale si usa il frutto :è un epatoprotettore , depurativo per
il fegato , ha un complesso di sostanze capaci di proteggere gli epatociti
dai danni di sostanze tossiche come fumo ,alcool ,farmaci quindi è un
supporto per equilibrare una situazione organica alterata. Un altro
esempio dell’ opportunità di usare i prodotti decottopirici è dato dall'
accumulo di acido urico protratto nel tempo e non sufficientemente
smaltito per inadeguato apporto idrico alimentare o di un eccessivo
consumo di carne, formaggi ,uova cioè una dieta troppo ricca di
proteine; gli equilibratori decottopirici della diuresi sono un insieme di
piante ad azione diuretica in grado di favorire l' eliminazione di acido
urico a livello renale quindi l 'eliminazione di liquidi. Queste sostanze
comportano un aumento di volume dell'urina eliminata in seguito al
maggior afflusso di sangue nei reni,quindi l'espulsione di sostanze
tossiche idrofile, i corpi chetonici ,e liquidi in eccesso. Le piante usate
in questi casi sono l' equiseto, la betulla, il tarassaco l 'uva ursina ,l'
asparago.I depurativi decottopirici presentano un'attività ampia:
stimolano l 'attività degli organi riducendo l 'assorbimento di sostanze
potenzialmente tossiche e l 'assenza di alcool è importante perchè l'
alcool è metabolizzato attraverso le vie ossidative epatiche quindi la
sua presenza vanificherebbe gli effetti che il prodotto intende indurre.
La depurazione è importante per avere un corretto funzionamento degli
organi emuntori cioè fegato ,reni,
polmoni ,per permettere il
mantenimento di una situazione di equilibrio psico fisico; quindi , ad
esempio, dopo aver ecceduto con alimenti grassi o abuso di alcool si
può ristabilire l' equilibrio con l 'ausilio di prodotti decottopirici (
carciofo ,tarassaco) che agiscono sulla funzionalità epatica e
gastrointestinale.
La Fitoterapia associata
In alcuni casi l’uso di preparati a base di piante officinali associati con le
pratiche omeopatiche e/o con farmaci tradizionali può essere di valido aiuto in
campo medico sia dal punto di vista del successo terapeutico che per le
possibilità di cura che, molto spesso, sono condizionate da effetti collaterali
che variano da paziente a paziente.
Tra le patologie che hanno fatto riscontrare i maggiori successi troviamo: le
allergie stagionali e croniche, problemi gastrointestinali e altre patologie a
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livello articolare, cardiaco, dermatologico ecc. L’uso di rimedi fitoterapici da
soli o associati spesso comporta effetti curativi molto prolungati nel tempo e
per questo è importante acquisire fiducia e soprattutto seguire fedelmente il
consigli del medico che provvederà eventualmente ad “adattare” la cura in
funzione dei progressi del paziente.
Come regola generale vale anche e soprattutto il consiglio di seguire una dieta
appropriata, senza la quale, qualsiasi tentativo di cura potrebbe risultare nullo.
Inoltre occorre tener presente che la fitoterapia, oltre al trattamento
sintomatico, può essere veramente di valido aiuto per prevenire l’insorgere di
una malattia e per questo, quando si ha l’opportunità di rivolgersi ad un
medico esperto in materia, è utile rivolgersi a quest’ultimo quando si è sani e
non soltanto quando si è malati.
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PARTE PRIMA
PIANTE, DROGHE E PRINCIPI ATTIVI
ECOLOGIA
L’ecologia delle piante si differenzia da quella degli animali soprattutto per il
fatto che queste non si muovono, debbono ancorarsi al terreno e di
conseguenza provvedere per sè e per gli altri.
Le piante fungono da “produttori” con il pregio e l’onere di essere le uniche
a produrre sostanza organica e ossigeno, sfruttando unicamente il sole,
l’acqua e le sostanze minerali presenti nel terreno.
Ecco quindi che tale ricchezza di molecole, ancora tutta da scoprire, è da
millenni a disposizione del genere umano per fabbricare od ottenere profumi,
veleni, alimenti, zuccheri, succhi, estratti, farmaci ecc. ecc.
Tutte queste sostanze allo stato molecolare vengono dette PRINCIPI
ATTIVI e costituiscono la materia prima sia per l’erborista che per l’industria
farmaceutica.
Un determinato principio attivo, o l’insieme sinergico o meno di essi, non
sempre è presente in tutta la pianta (radici, fusto, foglie e fiori) ma spesso in
una parte ben precisa. Gli alcaloidi , ad esempio, sono generalmente presenti
nelle foglie e quindi è di esse che ci si serve per estrarli.
Quindi la Parte di pianta che viene utilizzata per estrarre un determinato
principio attivo prende il nome, per quanto infausto che sia, di DROGA.
LA DROGA
Come prima accennato è la parte di pianta che contiene, tra gli altri, il
principio attivo che ci occorre e le foglie per estrarre un alcaloide ne sono un
chiaro esempio. Il concetto di droga è stato purtroppo alterato negativamente
dalle varie sostanze stupefacenti ma di contro possiamo pensare al “vecchio
droghiere” che di droghe ne vendeva a iosa anche se queste erano
semplicemente rappresentate da pepe, spezie e condimenti vari.
La droga è quindi la materia prima utilizzata nelle preparazioni erboristiche e
da essa si estraggono, oltre al principio attivo che interessa maggiormente,
altre sostanze attive che, nell’insieme originano quello che viene chiamato
FITOCOMPLESSO. Assumendo una droga dunque si assimila un insieme
di principi attivi che farmacologicamente possono esplicare un’azione
sinergica, favorire l’assorbimento o ridurre o annullare eventuali effetti
indesiderati fungendo da “diluitori” del principio attivo principale.
L’ AZIONE SINERGICA ( insieme di principi attivi che concorrono ad
ottenere un determinato effetto ) può essere ottenuta anche utilizzando più
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droghe. In questo caso avremo i COMPOSTI che si ottengono per semplice
miscela o unendo prodotti finiti già estratti.
Le principali “droghe” riferite ad una specie di pianta possono quindi essere
rappresentate da:
- Pianta intera ( radici, fusto e foglie )
- Parte aerea ( fusto e foglie )
- Radici, bulbo o rizomi
- Foglie
- Fiori
- Semi, bacche o frutto
- Linfa
- Corteccia
- Brattee ( foglie adibite a proteggere il fiore )
- Resine
- Scorza del frutto
- Gemme
- Giovani getti ( i rametti fogliuti nuovi )
E’ importante sapere che “Droga” non coincide con pianta e che di
conseguenza una stessa pianta può contenere più droghe.
Se prendiamo in considerazione il Tiglio esso contiene due droghe: le gemme
e le brattee con i fiori.
PRINCIPI ATTIVI
L’uso erboristico o farmacologico di una pianta ha senso solo in funzione dei
principi attivi in essa contenuti.
- Alcaloidi: (azoto, carbonio, idrogeno e ossigeno) Sono i principi attivi più
potenti , rappresentati da molecole complesse che si distinguono per la
presenza di un atomo di azoto. Normalmente sono considerati veleni ( i
più potenti veleni sono alcaloidi ) in quanto i loro effetti fisiologici sono
talmente forti e immediati che, a qualsiasi livello agiscano, determinano
reazioni che possono condurre a gravi conseguenze ivi compresa la morte.
Il loro uso in campo medico è tuttavia diffuso ma solo con dosaggi
controllati, mirati e giustificati da corrette diagnosi.
- Saponine: Si tratta di glucosidi a forte azione tensioattiva (diminuiscono
la tensione superficiale dell’acqua formando schiuma) che perdono le loro
proprietà terapeutiche se si fanno bollire troppo a lungo. Il nome di questo
principio attivo fa pensare giustamente al sapone che ne è logicamente
l’uso cosmetico più diffuso. Tuttavia la loro efficacia curativa si manifesta
anche nell’uso interno (ci riferiamo ovviamente alle saponine e non al
sapone che le contiene) in quanto la loro azione ha effetti espettoranti e,
secondariamente, diuretici. L’assunzione di saponine è quindi
raccomandata come “sinergico” (azione che concorre positivamente ad
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ottenere un risultato curativo) in tutte le cure in quanto favorisce
l’assorbimento di altre sostanze farmacologiche. Le saponine si
distinguono in due gruppi: a nucleo steroidico ( nella digitale o nella
salsapariglia ) e a nucleo triterpenico ( nella saponaria, liquirizia ecc. ).
Tannini: Il termine deriva da “tannare=conciare le pelli”. Sono sostanze
tipicamente vegetali e non contengono azoto. Hanno la proprietà di far
precipitare le proteine con la formazione di coaguli ed esplicano di
conseguenza un’azione astringente, antiinfiammatoria ed emostatica. Il
loro utilizzo riguarda sia l’uso interno che esterno per frenare le
infiammazioni, arrestare piccole emorragie cutanee o delle mucose, contro
diarree e come antimicrobico. I tannini sono solubili in acqua e perdono
efficacia a contatto con l’aria o se sottoposti a bollitura troppo prolungata.
Resine: Sono il prodotto di secrezione di alcune cellule specializzate (
presenti soprattutto nelle conifere ) e scaturiscono dalla polimerizzazione e
ossidazione di olii essenziali appartenenti al gruppo dei terpeni. La resina è
una sostanza amorfa, insolubile in acqua ma non volatile. Dalle resine
unite ad olii essenziali puri si formano le oleoresine o balsami con spiccate
proprietà antisettiche per le vie respiratorie.
Vitamine: Presenti unicamente nelle piante, non possono essere
sintetizzate attraverso i processi metabolici dell’uomo. Alcune tuttavia
fanno eccezione come la vitamina D che si forma grazie all’azione dei
raggi UV della luce, la vitamina A che si forma dalla sua provitamina
(carotene) e la vitamina PP che trae origine da un aminoacido aromatico.
Le vitamine sono suddivise in due gruppi:
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itamine idrosolubili: vitamine del gruppo B – C – P
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itamine liposolubili: A – D – E – F – K
La migliore assunzione di questi preziosi elementi va fatta soprattutto
consumando cibi freschi e crudi. La cottura e i processi di conservazione
ne provocano la progressiva riduzione che può essere limitata attraverso
una cottura a vapore o in poca acqua ed evitando possibilmente il sale.
Mucillagini: Polisaccaridi che si presentano sotto forma di masse amorfe
biancastre che in acqua originano soluzioni colloidali e viscose ma non
adesive. Queste proprietà chimico-fisiche esplicano un’azione
antiinfiammatoria a livello delle mucose sulle quali la mucillagine si
deposita in modo stratificato fungendo da barriera contro le irritazioni. La
bollitura prolungata ne provoca un annullamento dell’efficacia.
Principi amari: Sostanze di vario genere ( es. nella genziana )
caratterizzate dal sapore amaro. Proprio quest’ultimo ne costituisce la
peculiarità. Favoriscono la digestione e l’appetito aumentando la
secrezione cloropeptica agendo anche a livello epatico stimolando la
secrezione (azione coleretica) e biliare per quanto riguarda il deflusso
(azione colagoga).
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Olii essenziali: Si ottengono per distillazione, estrazione con solventi
volatili o per pressione. Si tratta di miscugli di sostanze organiche volatili (
terpeni ciclici e aciclici, alcoli, aldeidi, chetoni, acidi) e di consistenza
oleosa. Sono poco solubili in acqua ma molto solubili in alcool, etere,
cloroformio e grassi.
Glucosidi: Sono i principi attivi più importanti e quelli che giustificano
l’utilizzo di molte piante in farmacologia e fitoterapia. Non a caso la loro
suddivisione rispecchia spesso l’uso farmacologico e quindi avremo:
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ardiotonici: a livello cardiaco;
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ntrachinonici: azione lassativa o purgativa;
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olforati: azione antisettica, stimolante, stomachica, revulsiva;
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d Arbutina e metil Arbutina: azione antisettica sulle vie urinarie;
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alicilica: azione antireumatica e antipiretica ( es. Salice )
Acidi organici: Sono presenti sotto forma di sali e abbondano
particolarmente nelle leguminose. Possiedono attività osmotica ed
esercitano un’azione blandamente lassativa.
Sali minerali e sostanze inorganiche: Sono particolarmente importanti
per l’attività osmotica dell’organismo e per i tessuti di sostegno (sali di
potassio, di calcio, di ferro e acido silicico).
Oligoelementi: Elementi richiesti dall’organismo in quantità ridottissime
ma nello stesso tempo importantissimi per tutte le attività fisiologiche, di
crescita e di sana costituzione ( Cobalto, Magnesio, Manganese, Rame,
Zinco ).
Zuccheri semplici: carboidrati composti da molecole semplici e quindi
direttamente assorbibili
Zuccheri composti. Composizione Sono molto importanti i
“disaccaridi”, ovvero glucidi composti da due molecole di zuccheri
semplici combinate tra di loro.
assimilazione-Quando vengono introdotti nell'organismo, vengono
anch'essi digeriti e trasformati in zuccheri semplici.
-esempi. Un tipico disaccaride è lo zucchero comune (di canna o di
barbabietola) composto da una molecola di glucosio (zucchero semplice) e
una di fruttosio (altro zucchero semplice). Un altro esempio è costituito dal
lattosio (zucchero contenuto nel latte) formato da una molecola di glucosio
e una di galattosio.
L'amido è il componente nutritivo presente nei farinacei (pane, pasta...)
nei legumi (fagioli, ceci, piselli...) e in altri vegetali (patate, ecc.)
E' composto da una catena formata da circa 400 molecole di glucosio
(schematizzata in figura da una pallina arancione) che ha formula C6-H1005, quindi ciascuna "pallina" è formata da 6 atomi di carbonio, e
l'equivalente di 5 molecole di acqua.
Nell'organismo umano viene scisso prima come maltosio (composto da
due molecole di glucosio) e poi in glucosio.
LE FAMIGLIE VEGETALI PIU’ UTILIZZATE IN FITOTERAPIA
La Botanica sistematica riunisce tutte le piante in gruppi omogenei chiamate
“Famiglie”. Nel ‘600 con Federico Cesi, fondatore dell’Accademia dei Lincei,
inizia questo “ordinamento” che dati gli scarsi mezzi di ricerca dell’epoca”
era basato unicamente su caratteristiche esteriori quali il fiore, la forma delle
foglie ecc. ,comunque trattasi della prima classificazione scientifica,
Successivamente quest’ordinamento ha subito notevoli variazioni grazie alla
genetica e soprattutto alla scoperta di nuovi strumenti in grado di stabilire con
certezza la somiglianza genetica all’interno di una famiglia. Fermo restando
che tutte le piante contengono principi attivi, consideriamo officinali quelle
che ne possiedono una certa quantità o che sono più facilmente reperibili o
coltivabili.
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Ombrellifere: Caratterizzate dall’infiorescenza ombrelliforme: Cicuta,
Anice, Finocchio, Angelica, Carota, Prezzemolo ecc. Principi attivi: olii
essenziali con proprietà antispasmodiche, carminative, toniche, stimolanti
ecc.
Labiate: Infiorescenza a corolla bilabiata posta su verticilli: Menta,
Rosmarino, Timo, Lavanda, Salvia, Melissa, Issopo, Santoreggia. Principi
attivi: olii essenziali, tannini, resine ecc. L’uso terapeutico è vastissimo,
come anche l’uso in campo cosmetico e culinario.
Composite: Piante caratterizzate da un’infiorescenza a capolino dove
quello che sembra un fiore unico è in realtà l’insieme di minuscoli
fiorellini appressati: Margherite, Assenzio, Artemisia, Tarassaco,
Camomilla, Arnica, Bardana, Achillea, Carciofo. Insieme alle labiate
costituiscono il serbatoio di rifornimento più importante in campo
farmacologico ed erboristico.
Rosacee: Piante caratterizzate da un fiore costituito sempre da 5 petali
cuoriformi e 5 sepali molto pronunciati e visibili dall’alto tra un petalo e
l’altro. Rosa canina, Biancospino, Sorbo, Melo, Pero, Mandorlo, Susino,
Pesco, Albicocco, Ciliegio, Fragola, Lampone, Mora, Spirea ecc. Principi
attivi: tannini, Vitamine, ecc. Piante importantissime per l’alimentazione
per via dei frutti, sono veri e propri serbatoi di Vitamine, in particolare la
vitamina C.
Graminacee: Monocotiledoni distinguibili per la classica infiorescenza
verdastra a spiga e per la presenza di nodi lungo il fusto: Avena, Grano,
-
-
-
-
-
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Orzo, Gramigna, Canna domestica, mais ecc. Stessa importanza alimentare
delle Rosacee ,costituita dall’apporto di amido e conseguente assunzione
di carboidrati. Proprietà diuretiche, disinfettanti e antispasmodiche.
Malvacee: Piante caratterizzate da un fiore roseo venato di carminio
grande e fragile e foglie grandi e palmate: Malva, Altea. La loro
caratteristica fondamentale è l’alto contenuto di mucillagini.
Equisetacee: Piante Pteridofite (stesso gruppo delle felci) caratterizzate da
un fusto con fitte foglie capillari disposte su verticilli. Sono
particolarmente ricche di Silicio e quindi indicate come diuretico e
rimineralizzante.
Conifere: Piante Gimnosperme che si distinguono per il frutto conico
(Pigna): Abete, Pino, Cedro ecc. Principi attivi: resine e olii esenziali con
effetti balsamici ed antisettici.
Liliacee: Piante caratterizzate da fiori molto evidenti e colorati sempre con
sei petali disposti 3+3 e senza sepali: Gigli di vario tipo, Aglio, Cipolla,
Mughetto ecc. Si tratta di piante spesso velenose ma dai cui bulbi si
estraggono importantissimi principi attivi che annoverano olii essenziali,
Vitamine ecc. ad azione antisettica, ipotensiva, vermifuga, antiaggregante
piastrinica, ipocolesterolizzante ecc.
Scrofulariacee: Piante che devono il nome all’antico uso finalizzato a
curare la scrofula (malattia che interessa il sistema linfatico). Sono del
tutto simili alle labiate dalle quali si distinguono per la disposizione delle
foglie e dei fiori in modo alterno e non verticillato: Verbasco, Digitale,
Scrofularia ecc. Sono generalmente usate soprattutto per l’uso esterno:
Verruche, psoriasi, eczemi ecc. Nell’uso interno esplicano, grazie alla
presenza di alcaloidi (Digitale) spiccate ed efficaci attività cardiotoniche
ma riservate unicamente al più severo controllo medico.
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COME RICONOSCERE
LE PRINCIPALI FAMIGLIE VEGETALI
IL REGNO VEGETALE
VEGETALI INFERIORI ( si riproducono per spore )
-
-
-
TALLOFITE: Piante non vascolari che non hanno una distinzione
funzionale in radici, fusto e foglie anche se la loro forma lo fa
credere. In realtà quelle che sembrano radici sono semplici cellule
che esplicano la sola funzione di ancoraggio.
- ALGHE
- FUNGHI
- LICHENI
BRIOFITE: Piante non vascolari che iniziano ad avere una
distinzione funzionale.
- MUSCHI
- EPATICHE
PTERIDOFITE: Piante vascolari la cui distinzione funzionale
comincia a somigliare a quella dei vegetali superiori
- FELCI
- EQUISETI
- SELAGINELLE
VEGETALI SUPERIORI ( si riproducono per seme )
-
17
CORMOFITE: Tutti i vegetali superiori sono dotati di una ben
definita distinzione in radici, fusto e foglie. Si tratta di piante tutte
vascolari dove un sistema di vasi ( vasi conduttori ) assicura il
trasporto di sostanze in tutte le parti della pianta.
- GIMNOSPERME: Piante a seme nudo nelle quali gli organi
sessuali non sono ricoperti da Perianzio ( es. conifere )
- ANGIOSPERME: Piante a seme ricoperto nelle quali è presente
un perianzio che rende evidente l’organo sessuale ( fiore ). Le
Angiosperme annoverano la quasi totalità delle piante terrestri.
- MONOCOTILEDONI: Angiosperme con seme intero e con
unica foglia embrionale.
- DICOTILEDONI: Angiosperme con seme diviso in due parti
e con due foglie embrionali.
CHIAVI DICOTOMICHE SEMPLIFICATE
Lo scopo spero sia raggiunto,è che si advenga all’’acquisizione di un
metodo consistente nell’apprendimento delle capacità di osservare una pianta
partendo dall’ambiente in cui vive dal suo portamento generale e dai
particolari che la distinguono.
Tutto questo sarà possibile attraverso le CHIAVI DICOTOMICHE
ovviamente
semplificate dal punto di vista divulgativo e sostanziale in
limitati ad alcune famiglie vegetali che rappresentano la maggior parte delle
angiosperme.
Le chiavi dicotomiche funzionano secondo il criterio “dal generale al
particolare”: si inizia esaminando alcune descrizioni ( 2 max 3 ) e, trovata
quella corrispondente alle caratteristiche della pianta in esame, andremo a
confrontare un’altra serie di affermazioni cui questa ci indirizzerà. E’ come se
dovessimo giungere in un luogo attraverso una serie di bivi l’importante è non
sbagliare strada e seguire bene le indicazioni.
LIVELLO 1
A) Piante a seme intero con una sola foglia embrionale con foglie semplici
mai lobate o dentellate di forma allungata ( spadiforme o lanceolata ) e
nervature parallele che percorrono in modo rettilineo o confluente tutta la
lamina fogliare ( foglie parallelinervie ). Fusto mai legnoso e
accrescimento solo in altezza ( primario ). Piante annuali o perenni ( con
rizoma o bulbo ) con parte aerea che scompare nel periodo di riposo
vegetativo.
MONOCOTILEDONI – vedere LIVELLO 2
B) Piante a seme diviso in due parti uguali e con due foglie embrionali, foglie
di forma varia ( da semplice a composta a lobata o dentellata ) e retinervie
con nervature che irradiano in varie direzioni tutta la lamina fogliare.
Piante spesso legnose con accrescimento primario e secondario annuali o
perenni.
DICOTILEDONI – vedere LIVELLO 5
LIVELLO 2
1.
Perianzio evidente bianco o colorato vivacemente – vedere
LIVELLO 3
1.
Perianzio assente o quasi, poco evidente con fiori verdastri o
biancastri – vedere LIVELLO 4
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LIVELLO 3
A) Fiori zigomorfi
- Foglie spadiformi o strettamente lineari avvolgenti buona parte del
fusto con tre stami e tre pistilli
IRIDACEAE ( genere gladiolus )
- Foflie spadiformi, o da ovali a ovato allungate, stami ed ovario in
una colonnina detta ginandro. Fiori con petralo inferiore più grande
e differenziato ( labello ) e a volte muniti di sperone.
ORCHIDACEAE
B) Fiori attinomorfi
- Ovario supero, calice assente, sei petali (tetali) disposti 3+3.
LILIACEAE
- Ovario infero
- Fiori con corolla che alla base forma una specie di corona
AMARYLLIDACEAE
- Fiori con tre stili spesso petaloidei con sei petali di cui tre
rivolti verso l’alto ( genere iris ) o con sei petali disposti ad
imbuto che si dipartono direttamente dal terreno ( senza fusto:
genere crocus o romulea )
IRIDACEAE
LIVELLO 4
A) Fiori senza perianzio sostituito da una grande brattea – foglie grandi e
sagittate.
ARACEAE
B) Fiori con perianzio sostituito da glume – foglie lunghe da spadiformi a
filiformi.
- Fusto con nodi, infiorescenza a spiga
GRAMINACEAE
- Fusto senza nodi
- Foglie filiformi a sezione circolare, fusto assente con
infiorescenza posta lateralmente in prossimità dell’apice
fogliare.
JUNCACEAE
- Infiorescenza in spighe appressate composte da otricelli e
adagiate o pendenti da ascelle fogliari
CYPERACEAE
LIVELLO 5
19
A) Fiori non appariscenti verdastri o molto piccoli con perianzio spesso
sostituito da foglie fioriformi.
- Piante con latice, fiori verdastri con macchie scure e frutto a
capsula.
EUPHORBIACEAE
- Piante senza latice
-
nfiorescenza a spighetta densa e conica con perianzio
posto alla base, foglie tutte in rosetta basale da ovali a
lanceolate.
PLANTAGINACEAE
-
iori molto piccoli bianchi, gialli o porpora, foglie
verticillate, fusto erbaceo da prostrato ad ascendente,
tappezzante e spesso tagliente con sezione
quadrangolare.
RUBIACEAE
B) Fiori appariscenti – vedere LIVELLO 6
LIVELLO 6
A) Fiori con corolla dialipetala
- Corolla zigomorfa – vedere LIVELLO 7
- Corolla attinomorfa – vedere LIVELLO 8
B) Fiori con corolla gamopetala
- Corolla zigomorfa
- Fiori tubuliflori che terminano con un labbro superiore e
inferiore, calice spesso a cinque punte ( 5 mero ) fiori diposti
su verticilli e foglie opposte.
LABIATAE
- Fiori tubuliflori o appiattiti, calice spesso a 4 punte ( 4 mero )
fiori e foglie disposti in modo alterno.
SCROPHULARIACEAE
- Corolla attinomorfa
- Fiori con petali totalmente saldati – CONVOLVULACEAE
- Fiori con petali in gran parte saldati ma con parte terminale a
5 punte ( rar. 4) a forma di stella
- Corolla iniziante a tubo e che si apre alla fauce
con 4-5 punte.
GENTIANACEAE
- Corolla campanulata
20
-
CAMPANULACEAE
Petali saldati solo alla base e quindi solo
apparentemente divisi.
PRIMULACEAE
LIVELLO 7
A) Fiori con sperone
- Foglie profondamente incise o quasi capillari corolla stretta
quasi a tubo
PAPAVERACEAE ( generi fumaria e corydalis )
- Corolla aperta foglie palmate o profondamente incise
RANUNCOLACEAE ( generi aconitum e delphinium )
B) Fiori senza sperone, fiore papilionaceo con due petali inferiori racchiusi a
carena (tipo mani giunte) e due superiori saldati a vessillo, semi racchiusi
in baccello.
LEGUMINOSEAE O PAPILIONACEAE
LIVELLO 8
A) Fiori sempre con 4 petali
- Petali più larghi che lunghi e ampi di colore rosso o giallo,
foglie più o meno profondamente incise con fusto esile.
PAPAVERACEAE
- Petali disposti a croce e spesso asimmetrici.
CRUCIFERAE
B) Fiori con 5 o più petali
- Fusto a volte spinoso, foglie seghettate palmato o pennato
composte. Petali cuoriformi con sepali del calice pronunciati.
ROSACEAE
- Fiori a volte senza calice ( genere anemone ) con foglie
palmato composte più o meno incise.
RANUNCOLACEAE
- Calice molto sviluppato allungato o rigonfio apice dei petali
sfrangiato o bilobato.
CARYOPHYLLACEAE
C) Infiorescenza molto appressata con fiori piccoli e riuniti
- Fiori riuniti ad ombrella con peduncoli separati disposti a
raggio
UMBELLIFERAE
- Infiorescenza a capolino appressata su unico ricettacolo
COMPOSITAE***
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*** Le composite sono suddivise in:
- Tubuliflore: Fiori capillari o tubulosi ( cardi, artemisie, elicriso ecc.)
- Liguliflore: Fiori riuniti costituiti ciascuno da un solo petalo (ligula)
( tarassaco, cicoria, pilosella ecc. )
- Tubuliflore a margine ligulato ( margherite )
- Tubuliflore sfrangiate ( fiordalisi )
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GLOSSARIO RIFERITO ALLE CHIAVI
ALTERNE/I: Foglie o fiori disposti sul fusto su singoli piani alternati in
varie direzioni.
ATTINOMORFA o RADIALE: Corolla che vista dalla fauce del fiore è a
simmetria raggiata (a torta). Comunque si tracci una linea passante per il
centro e da qualsiasi direzione avremo sempre due parti uguali.
BRATTEA: Foglia diversa dalle altre che assume funzione vessillare allo
scopo di proteggere il fiore.
CALICE: Vedi Perianzio
COROLLA: Vedi Perianzio
DIALIPETALA: Corolla i cui petali sono separati uno dall’altro e quindi
inseriti singolarmente nel ricettacolo.
FAUCE: E’ il punto di vista che mostra tutte le parti di un fiore (petali, stami
e pistilli)
GAMOPETALA: Corolla i cui petali sono saldati totalmente o parzialmente
tra loro.
GLUME: Involucro membranaceo che sostituisce petali e sepali.
OPPOSTE: Foglie che sono distribuite in coppia sul fusto una opposta
all’altra.
PERIANZIO: Parte vessillare del fiore costituita dal calice (insieme di
sepali) e dalla corolla (insieme dei petali). Da notare che spesso il calice è
assente e i petali prendono il nome di tetali.
OVARIO: Parte inferiore del pistillo che contiene il o i futuri semi. Quando
l’ovario è posto al di sopra del ricettacolo si parla di ovario supero se invece è
al di sotto abbiamo un ovario infero.
RICETTACOLO: Parte sommitale del peduncolo nel quale sono inseriti
petali, sepali ecc.
SPERONE: Prolungamento posteriore tubuloso della corolla.
VERTICILLO/I: Quando più foglie o più fiori sono disposti in serie e in
modo circolare o semicircolare su punti comuni del fusto.
ZIGOMORFA o BILATERALE: Corolla che vista dalla fauce è divisibile
in due parti uguali solo se attraversata da una linea in un’unica direzione
passante per il centro
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RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Una buona conoscenza di botanica sistematica finalizzata al riconoscimento è
importantissima sia per raccogliere le specie che ci occorrono sia, soprattutto,
per evitare piante velenosissime, che pur avendo grande efficacia curativa (in
campo strettamente medico) non possono e non debbono essere usate per
preparati fai da te .
Bisogna poi ricordare che molte piante velenose possono esserlo solo
relativamente ad alcune parti di esse o se consumate crude. E’ quindi
necessario, prima di effettuare qualsiasi raccolta, conoscere bene ciò che si
vuole e per questo una conoscenza di sistematica botanica di base è
importante e basilare.
LA RACCOLTA
Quando raccogliere
La raccolta di piante officinali deve essere limitata alla droga e di
conseguenza, a seconda della specie e del suo ciclo vegetativo (periodo in cui
la pianta cresce, si riproduce, matura e va in stato di riposo) e della parte di
essa che ci occorre, raccoglieremo la droga in un periodo ben preciso detto
TEMPO BALSAMICO.
Le ragioni di questa semplice ma importantissima regola dipendono
essenzialmente da due fattori:
- I Principi attivi sono presenti o lo sono maggiormente in una fase
vegetativa ben precisa;
- Se la parte di pianta è un fiore, un frutto, seme o bacca o una gemma è
evidente che bisogna limitarsi alla fase vegetativa in cui tale parte si
manifesta.
Nella maggior parte delle piante il periodo migliore per la raccolta coincide
normalmente nel periodo di fioritura ( meglio all’inizio ) quando invece la
droga è costituita dalle radici o rizomi bisogna approfittare del periodo di
riposo vegetativo che normalmente coincide con il periodo invernale.
Durante il giorno l’attività fisiologica e gli elementi contenuti in una pianta
sono influenzati da vari fattori esterni. Soprattutto nelle giornate molto calde è
consigliabile effettuare la raccolta al mattino onde garantirsi una cospicua
presenza di principi attivi soprattutto se rappresentati da composti volatili
come gli olii essenziali.
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Dove e come raccogliere
La raccolta va effettuata in luoghi esenti da qualsiasi forma di inquinamento e
lontano da colture sottoposte a trattamenti chimici. Spesso i bordi di strade e
ferrovie sono particolarmente ricchi di piante officinali, soprattutto iperico,
tarassaco e bardana, non raccogliere mai piante in questi luoghi in quanto
potrebbero contenere residui di metalli pesanti.
Il sistema di raccolta deve essere inoltre rispettoso delle piante: mai
raccogliere piante isolate e, in caso di zone dove esse abbondano, raccogliere
in modo distribuito onde non depauperare singole piante.
L’ ESSICCAZIONE
Una volta raccolte le piante vanno preparate o conservate. E’ sempre
preferibile utilizzare piante fresche appena raccolte ma, soprattutto per la
preparazione di infusi, di aromi per la cucina o per problemi pratici, è
necessario procedere all’essiccazione e quindi alla conservazione. Da tener
presente che l’essiccazione di una droga comporta una certa perdita di
principi attivi e quindi una dose di 10 grammi di pianta lavorata fresca va
sostituita con una quantità secca ottenuta dall’essiccazione di circa 50 grammi
di peso fresco originario.
Le piante raccolte, se necessario, vanno lavate con acqua fredda a patto che le
si asciughi subito con aria calda onde evitare l’effetto solvente dell’acqua e
quindi messe ad essiccare in un luogo ombreggiato, asciutto e ben areato (mai
al sole) possibilmente riunite in fasci appesi a testa in giù. Qualora si sia reso
necessario disporle su un piano occorrerà di tanto in tanto rivoltarle al fine di
ottenere una essiccazione uniforme ed evitare formazione di muffe.
Soprattutto quando la droga è costituita dai fiori, prima di procedere
all’essiccazione, è indispensabile separarli dal peduncolo o dai fusti onde
evitare che la linfa ancora presente li trasformi in frutti. Lo stesso vale per le
radici che, dopo averle lavate con cura, vanno ridotte a pezzetti di 1-2 cm sia
per affrettarne l’essiccazione sia per il fatto che, una volta secche, sarebbero
difficili da sminuzzare. Le bacche, al fine di favorirne la disidratazione,
devono essere spaccate o leggermente pestate. L’essiccazione, a seconda della
percentuale d’acqua contenuta nella pianta, dura dai 7 ai 15 giorni, anche in
funzione delle caratteristiche del locale.
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CONSERVAZIONE
Le piante vanno essiccate con cura allo scopo di ridurre al minimo la presenza
di acqua e conservate in contenitori per alimenti ben chiusi in luogo fresco e
asciutto al riparo dalla luce. E’ poi importante apporre sul contenitore
un’etichetta dove, oltre al nome della droga, sia ben chiara la data di
confezionamento ( a patto che questo avvenga immediatamente ad
essiccazione ultimata ) in quanto la droga secca perde efficacia e
caratteristiche organolettiche dopo un anno ( il periodo si allunga a seconda
della parte di pianta ).
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PARTE SECONDA
LE PREPARAZIONI ERBORISTICHE
La formulazione della droga
Una volta isolata la parte di pianta che contiene i principi attivi richiesti
occorre predisporla alla preparazione o semplicemente al confezionamento,
nel caso di piante essiccate. Droghe destinate ad uso aromatico in cucina
vanno ridotte quasi in polvere, negli altri casi, secche o fresche che siano,
ridotte a pezzetti grossolani ( basta sforbiciare mazzetti di erbe ) onde
agevolarne l’eventuale filtraggio.
I solventi
I principi attivi contenuti nelle droghe vanno estratti e per far questo occorre
un solvente che nello stesso tempo costituirà anche il “veicolo” adatto per la
somministrazione o l’applicazione delle sostanze estratte. I solventi hanno
dunque l’importante ruolo di estrarre sostanze attive dalla pianta e insieme
alla droga costituiscono la materia prima dell’erborista o del cauto
apprendista. I solventi principali sono: acqua, vino, olio d’oliva, alcool,
glicerina, aceto ecc.
L’attrezzatura
L’attrezzatura per l’estrazione e il confezionamento di preparati erboristici
può essere molto complessa e costosa nel caso di particolari lavorazioni (
distillazione, micronizzazione, compresse, capsule ecc.). Tuttavia, nel caso di
buona parte dei preparati erboristici, è sufficiente una normale attrezzatura da
cucina ( pentole, vasi di vetro, misuratori graduati ) con l’unica esigenza,
almeno per preparazioni che richiedono una certa precisione di dosi, di
possedere una bilancia capace di misurare singoli grammi o suoi multipli da 2
a 5.
Per il confezionamento, almeno per alcuni preparati, bisognerà reperire
flaconcini con contagocce o vasetti in vetro sufficientemente piccoli per
contenere unguenti od oleoliti.
I Principali preparati
I vari preparati erboristici prendono il nome dal solvente o dal loro aspetto
finale caratterizzato dal “veicolo” utilizzato per l’assunzione.
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IDROLITI
LE TISANE
Sono soluzioni acquose di fitocomplessi di piante medicinali ottenute
versando acqua bollente sulla droga ( infuso ) o portando ad ebollizione
quest’ultima aggiunta a freddo ( decotto ). Le Tisane vengono preparate
dunque a partire da miscugli di erbe realizzati allo scopo di rinforzare l’effetto
curativo attraverso un sinergismo costituito dai vari principi attivi. Nella
preparazione si devono sempre seguire alcuni criteri derivanti da quella che è
la composizione base di una tisana.
- Il rimedio base ( rimedium cardinale ): Una o più droghe che contengono i
principi attivi necessari alla cura da intraprendere;
- L’ adiuvante ( adjuvans ): Una o più droghe aventi lo scopo di rinforzare il
rimedio base attraverso un’azione detta “sinergica” in quanto atta a
favorire l’assorbimento dei principi attivi necessari. Un esempio è dato
dalle saponine che svolgono un ruolo importantissimo in tal senso.
- Il correttore ( corrigens ): Serve per migliorare il sapore e l’odore della
tisana.
In ogni caso nella composizione di una tisana si deve:
- Associare sempre droghe omogenee per durezza o delicatezza. Ad
esempio non fare mai tisane con radici e fiori insieme ma miscelare tra
loro foglie tenere e fiori o radici con cortecce.
- Rispettare l’omogeinità farmacologia. Mai unire droghe ad effetto
contrapposto.
- Non miscelare più di 3-7 droghe.
Infusi
L’infuso è una soluzione medicamentosa ottenuta da una o più droghe secche
disciolte in acqua portata a temperatura di ebollizione ( da unire a fiamma
spenta ) e lasciate infondere in un tempo che varia dai 5 ai 30 minuti. Il
dosaggio è generalmente di 1 a 20 con dosi di circa 5 grammi di droga ogni
100 grammi di acqua.
Gli infusi devono essere preparati e consumati al momento in quanto non si
conservano.
Per preparare un infuso occorre sminuzzare la sostanza vegetale e porla in un
recipiente. Dopo di che versare la quantità d’acqua bollente necessaria e
lasciare riposare per almeno 7-8 minuti, o per il tempo suggerito dalla ricetta,
quindi filtrare e spremere il residuo per raccogliere la maggior parte dei
principi attivi. Generalmente l’infuso va bevuto caldo, può succedere che
alcuni infusi particolarmente amari risultino accettabili solo a temperatura
ambiente.
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Decotti
Si usano generalmente quando si ha a che fare con droghe piuttosto dure e
consistenti ( radici, rizomi. cortecce o altre parti dure ) ma anche in altri casi.
Rispetto alle tisane e gli infusi le droghe vengono immesse in acqua fredda e
quindi portata ad ebollizione. Il tempo di ebollizione è di circa 10-30 minuti
per le parti dure e di 5 minuti per fiori, foglie ecc. E’ buona norma, prima di
filtrare, lasciare riposare a fuoco spento per circa 10 minuti.. Alla fine si filtra
ed eventualmente si spreme il residuo per estrarne completamente il succo. I
decotti possono anche essere consumati freddi e si conservano uno o due
giorni se posti in frigorifero, debbono, comunque, essere utilizzati nelle
quantità, nei modi e alle temperature previsti dalla ricetta. Il rapporto droga
solvente è lo stesso degli infusi ( 1 a 20 e in taluni casi 1 a 50 ).
Macerazione
È una tecnica adottata per estrarre in tempi lunghi tutte le sostanze attive,
soprattutto quelle facilmente alterabili dalle temperature elevate. Dopo avere
sminuzzato e pestato la sostanza vegetale, versarle sopra dell’acqua a
temperatura ambiente. Lasciare a riposo per il periodo previsto dalla ricetta,
agitando il miscuglio di tanto in tanto. Infine colare attentamente
comprimendo i vegetali macerati.
Tintura
Le tinture si ottengono estraendo le sostanze attive delle erbe per mezzo
di: alcool, etere, vino od altri alcolici. Generalmente si utilizza la tecnica
della macerazione, in cui è necessario lasciare a riposo il miscuglio. Un
altro sistema per preparare una tintura, è tramite una semplice
percolazione, in cui il liquido viene fatto gocciolare attraverso la sostanza
vegetale, contenuta in un recipiente lungo e stretto. Particolari
macerazioni alcoliche sono i liquori e i vini aromatizzati. Le tinture, anche
se sono preparate per scopi terapeutici, spesso risultano gradevoli al
palato. Ovviamente tutte le preparazioni a base di alcool devono essere
consumate con moderazione e sono assolutamente sconsigliabili agli
adolescenti. Ne parleremo dopo in apposito capitolo
Sciroppo
L’utilizzo dello sciroppo è subordinato alla possibilità di rendere piacevole al
palato l’assunzione di sostanze terapeutiche di sapore sgradevole. Gli sciroppi
si ottengono preparando un liquido contenente acqua e zucchero in cui
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vengono aggiunte tali materie medicamentose. L’uso dello sciroppo è
sicuramente da evitare nei casi di diabete e di soprappeso.
Succhi
La preparazione di un succo, da una sostanza vegetale, ha lo scopo di estrarne
le materie attive. A tale scopo, in funzione della collocazione di tali elementi
nell’erba o nella pianta da cui si vuole attingere, possono essere spremuti o
centrifugati sia i frutti freschi che le foglie o i gambi.
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33
TISANE: L’INFUSO
34
-
Far bollire l’acqua
-
Versare l’acqua bollente ( un quarto
di litro per ogni cucchiaio di droga )
sulla droga e coprire il tutto.
-
Lasciare il tutto in infusione per un
tempo variabile tra i 5 e i 30 minuti.
-
Filtrare il
-
Se necessario, dolcificare ( meglio
se con miele).
TISANE: IL DECOTTO
-
Porre la quantità di droga in acqua
fredda nella misura di un cucchiaio
ogni quarto di litro.
-
Portare tutto ad ebollizione e
continuare a far bollire per un
tempo variabile tra i 5 e i 30 minuti.
-
A fuoco spento lasciare tutto in
infusione per almeno 10 minuti.
- Filtrare il tutto
-
35
Se necessario, dolcificare ( meglio
se con miele).
ALCOLITI ( Tinture )
Negli alcoliti il solvente è costituito dall’alcool, opportunamente ridotto di
gradazione mediante diluizione proporzionale in acqua, che va utilizzato con
droghe preferibilmente fresche.
Esistono vari metodi di estrazione ma generalmente si usa un dosaggio 10:1 o
5:1 ( 10 o 5 parti di soluzione alcoolica ogni singola parte di droga ). In un
rapporto 10 a 1 si misceleranno 100 grammi di soluzione con 10 grammi di
droga. Preparata la tintura la si conserverà in un vaso di vetro al buio per un
tempo variabile tra i 5 e i 20 giorni. La gradazione media utilizzata per la
soluzione alcoolica è di 50 gradi ( 50% di alcool e 50 % di acqua in volume )
con variazioni, a seconda del tipo di droga e del principio attivo, da 20 gradi (
20% di alcool in volume ) a 80 gradi ( 80%).
Una volta pesata la droga ***( ad esempio 100 grammi ) ,considerando che
l’estrazione deve avvenire in un rapporto 10:1 ,occorrerà preparare a parte una
soluzione di alcool ed acqua pari a 1000 grammi corrispondenti a a più di 950
ml. Se tale soluzione deve essere a 40 gradi ecco che sarà composta da 380
ml. ( 40% di 950 ) di alcool puro e 620 ml. ( il restante per arrivare a 950 ) di
acqua. A questo punto infondervi la droga, chiudere il vasetto e conservarlo
scuotendolo ogni tanto.
In talune preparazioni oltre all’alcool si utilizza la glicerina (o macerati
glicerinati ) quando si ha necessità di estrarre principi attivi da gemme, altri
tessuti embrionali, giovani getti, giovani radici o linfa.
Un metodo indicato per l’ottenimento delle tinture è quello della percolazione
dove, rispettando sempre le stesse proporzioni, la droga viene immessa in un
cilindro che nella parte inferiore si restringe ad imbuto munito di rubinetto.
Una serie di filtri tengono appressata la droga e su di essi si versa la soluzione
che “percola” attraverso di essi. Ogni tanto si apre il rubinetto, si svuota il
tutto e si reimmette dall’alto. In questo modo si potenzia l’azione del solvente
e l’infusione può definirsi perfetta. Dopo il filtraggio il preparato può essere
confezionato in flaconi con contagocce e assunto in poca acqua con dosi che
variano dalle 15 alle 30-40 gocce.
*** Quando si usa una droga fresca, nel rapporto 10:1 in peso, bisogna tener
presente che ciò si riferisce alla parte di pianta disidratata. Quindi,
considerando che una pianta contiene mediamente il 70% di acqua, 100
grammi occorrenti per 1000 grammi di solvente, corrisponderanno a circa 340
grammi di droga fresca. Per essere più precisi, visto che si parla di contenuto
di acqua medio e che questo può essere notevolmente inferiore o superiore,
basterà sottoporre campioni di droga da un’essiccazione in forno a 50° per 24
ore e fare la differenza tra peso fresco e peso secco.
Se raccogliamo 250 grammi di elicriso fresco con esso potremo realizzare:
250 grammi in peso fresco = 75 grammi in peso secco e quindi occorreranno
750 grammi di solvente meno l’acqua contenuta nella droga ( 175 grammi =
175 ml ).
36
ENOLITI
Si parla di enoliti quando il solvente utilizzato è costituito da vino ( con
l’aceto si possono invece preparare le Tinture Acetiche ) e il metodo e le
proporzioni sono le stesse delle tinture alcooliche.
In particolare si usano:
- Vino rosso: per droghe astringenti e tanniche la cui azione viene potenziata
dal vino rosso che notoriamente contiene molto tannino;
- Vino bianco: Nel caso di droghe diuretiche o che contengono alcaloidi od
enzimi.
OLEOLITI
In questo caso il solvente è costituito da olio di oliva o di semi e il preparato
ottenuto per macerazione ( a freddo o a caldo ) è destinato unicamente all’uso
esterno. Gli oleoliti sono spesso utilizzati per la preparazione di unguenti ,di
consistenza cremosa ,ottenuti miscelandoli a glicerina e cera vergine di api.
Un metodo molto semplice riguarda l’Iperico. Una volta raccolte le sommità
fiorite si pestano in un mortaio, si dispongono in un vaso di vetro e si coprono
con olio extravergine di oliva fino a superare di un dito la droga. Il vaso ben
chiuso va posto al sole per un mese circa dopodiché si filtra il tutto e si
conserva per l’utilizzo o successiva miscelazione.
MELLITI
Preparazioni di consistenza pastosa che hanno come base il miele. Il miele in
questo caso assume più ruolo di ingrediente e conservante naturale che di
solvente. La preparazione, più che un estrazione, è quindi una miscela più o
meno complessa di miele con polveri e altri estratti di varia natura ivi
compresi gli olii essenziali.
37
DISTILLATI ( Olii essenziali )
R ichiedono metodi di preparazione più complessi e
difficilmente praticabili a livello casalingo sia per necessità di
particolari attrezzature ma anche e soprattutto per una certa difficoltà
di procedimento che se fatto in modo errato può comportare
conseguenze spiacevoli. La distillazione si basa sul concetto di
evaporazione e quindi nel sottoporre la droga ad una bollitura in
particolari contenitori dai quali i vapori, percorrendo serpentine
opportunamente raffreddate, si condensano dando origine ad un
liquido alcoolico o di consistenza oleosa come gli olii essenziali.
POLVERI MICRONIZZATE
Si ottengono dalla droga secca ed hanno la caratteristica di essere così
finemente triturate da essere quasi impalpabili. Le polveri ottenute possono
essere inserite in miscele ( melliti ) o ridotte in compresse o in capsule in
modo da esplicare la loro azione direttamente nell’organismo.
ESTRATTI SECCHI
Di applicazione simile alle polveri sono tuttavia tra i preparati erboristici più
efficaci in quanto la loro lavorazione non comporta perdite significative di
principi attivi. L’ottenimento di estratti secchi si ha mediante evaporazione
del solvente fin quando non rimane una polvere secca sul fondo.
Altri metodi recenti consistono in processi abbastanza complessi come ad
esempio la liofilizzazione consistente in una fase di congelamento e
successivamente di sublimazione.
ESTRATTI MOLLI ED ESTRATTI FLUIDI
Si ottengono con processi di evaporazione del solvente. Nel caso di estratti
molli avremo una evaporazione condotta fin quando ciò che rimane risulta di
consistenza molle ma tale da non bagnare. Negli estratti fluidi l’evaporazione
cessa quando il peso della soluzione è equivalente a quello della droga secca
di partenza.
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PICCOLI DATI - FORMULE
DI BASE
Prima di effettuare qualsiasi preparazione erboristica è opportuno conoscere
bene alcune formule di base necessarie soprattutto a predisporre con
precisione i solventi. Inoltre è utile conoscere la corrispondenza in peso o
volume di dosaggi più o meno approssimativi ( cucchiaino, goccia, pugno,
pizzico ecc. ).
Ciò può essere molto utile anche ai fini dell’utilizzo. Sapere quanta droga si
consuma a dose può indicare la durata della scorta che si ha in casa e non si
corre il rischio di rimanerne senza.
Equivalenze fondamentali
Mentre non esistono problemi per quanto riguarda il peso che viene espresso
in grammi o chilogrammi, qualche complicazione può sorgere con il volume
che può essere espresso in cc (centimetri cubici), in ml o cl o in frazioni o
multipli di litro. Ecco che è quindi utile rinfrescare la memoria di qualche
nozione che troppo spesso diamo scontata ma che può generare confusione.
1 litro = 1000 ml = 100 cl = 1000 cc
1 chilo = 1000 g
1 grammo = 1000 mg
(milligrammi)
Per il peso atomico il peso molecolare, e altri parametri quali le abbreviazioni
degli elementi , si consiglia di consultare la
TAVOLA PERIODICA DEGLI ELEMENTI
Corrispondenze
Ogni liquido possiede un proprio peso specifico che è il risultato della
corrispondenza volume/peso. L’acqua o una soluzione ha una corrispondenza
1:1: un litro pesa un chilo e di conseguenza 1 ml peserà un grammo.
1 ml di acqua = 1 g
1 ml di alcool a 95° = 0,8 g
1 ml di olio = 0,6 g
Nelle varie preparazioni e spesso nelle indicazioni d’uso troviamo dosaggi
espressi con mezzi di misura piuttosto casalinghi e quindi è utile sapere che:
Nelle corrispondenze in volume:
15 –20 gocce = 1 ml
Un cucchiaino = 5 ml
Un cucchiaio = 10 ml
Una tazzina da caffè = 50 ml
Una tazza da te = 100 ml
Nelle corrispondenze in peso:
Pizzico = 1-2 grammi
39
Pugno o manciata di piccoli semi = 80 – 100 grammi
Pugno o manciata di sostanze farinose = 50 grammi
Pugno o manciata di erbe o radici = 20 – 35 grammi
E’ comunque ovvio che tali dati vanno accolti con il beneficio del “circa” in
quanto è da considerare, soprattutto in dosaggi molto piccoli, la temperatura
del liquido, il grado di umidità del prodotto secco o le dimensioni della mano
e quindi della presa.
In ogni caso l’utilità pratica che si può ricevere nel caso del consumo è
significativa nell’assunzione di prodotti in gocce. Se ad esempio acquistiamo
una tintura madre da 50 ml con dose media di 30 gocce (circa 2 ml) da
ripetere tre volte al giorno ( tot. 6 ml ) ecco che il flaconcino costituirà una
scorta di circa 9 giorni.
CORRISPONDENZE KG/VOLUME DI ZUCCHERI
Nelle preparazioni erboristiche gli zuccheri si utilizzano principalmente per le
loro proprietà conservanti ( sciroppi o bevande sciroppose ) e per questo onde
rispettare proporzioni in volume è necessario conoscere il corrispondente
peso/volume di ciascuno.
Lo zucchero semolato possiede una resa in volume pari al 63% del suo peso.
Un Kg. di zucchero sciolto in acqua rende quindi 630 ml.
Il Fruttosio ha una resa più bassa pari al 58% del peso.
Un Kg. di fruttosio sciolto in acqua rende di conseguenza 580 ml.
IL GRADO ALCOOLICO O QUANTITATIVO ANIDRO
Ogni qualvolta dobbiamo preparare una soluzione alcoolica o ci troviamo di
fronte ad una bottiglia di liquore dobbiamo fare i conti con un “numero” che
esprime il grado alcoolico della soluzione. Premesso che un liquido alcoolico
è espresso in volume idrato ( il contenuto risultante sommando sia la frazione
alcoolica che analcolica es. acqua + alcool ) e che la sola frazione alcoolica (
alcool teorico a 100 gradi ) è invece espressa in volume anidro, ecco che un
prodotto a 30° ( si può scrivere anche 30% vol ) conterrà il 30% in volume ma
non in peso di alcool puro. Su 1000 ml avremo quindi 300 ml di alcool e 700
ml di acqua o parte analcolica. La stessa indicazione può essere espressa in
contenuto idrato = 1000 ml ( totale alcool + acqua ) e, al posto di 30° o 30%
vol, in contenuto anidro = 300 ml. (frazione effettiva di alcool contenuto).
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Tempo balsamico
Dicesi tempo balsamico il periodo dell'anno in cui una certa pianta officinale
presenta la più alta concentrazione di principi attivi ed è il momento più
indicato per la raccolta. Il tempo balsamico di una pianta, comunque, varia a
seconda di vari fattori:
•
latitudine,
•
altezza,
•
clima,
IL TEMPO BALSAMICO DELLE DROGHE
Radici e Autunno e inverno. Nel caso di piante annuali o nel secondo biennio in
rizomi
primavera.
Bulbi
Autunno
Cortecce
All’inizio del periodo vegetativo
Pianta intera In periodo di fioritura
Foglie
Quando si sono ben distese (prima della fioritura). Nelle labiate
all’inizio della fioritura.
Steli
Ad innalzamento ultimato prima della fioritura
Fiori
Prima che sboccino
Frutti e semi Quando sono maturi e sono ancora sulla pianta
Gemme e getti Generalmente da fine inverno a inizio primavera
Tabella del tempo balsamico
Gennaio Bergamotto
Abete Bianco,Abete Rosso,Carrubo,Cipollaccio col fiocco, Cipresso,
Febbraio
Favagello,Lichene Islandico.
Marzo
Asparago, Barba di becco, Borsa di pastore, Bosso, Cappero,
Cariofillata, Enula Campana, Epilobio, Erica carnicina, Faggio,
Farfara, Farfaraccio, Felce florida, Fumaria, Genziana, Lichene
pulmonario, Margheritina, Nocciolo, Olivo, Olmo, Ononide, Pesco,
Pino silvestre, Pioppo, Prugno, Quercia, Salice rosso, Sanguinello,
Serenello, Viola mammola.
Aprile
Acero, Agrifoglio, Ailanto, Alliaria, Betonica, Betulla, Biancospino,
Billeri, Calamo aromatico, Calendula, Carciofo, Castagno, Castagno
d’india, Centocchio,Crescione, Efedra, Favagello, Fico d’india,
Fitolacca, Fragola, Frangola, Frassino, Graminia rossa, Imperatoria,
Lapazio, Larice, Ligusto, Lentisco, Manna, Mentastro, Noce, Ontano,
Ortica, Primavera, Prugno spinoso, Rovo, Salice bianco, Tamerici,
41
Tarassaco, Tiglio semplice, Valeriana, Viola del pensiero.
Acetosa, Acetosella, Aglio orsino, Altea, Arancio amaro, Asperula,
Bagolaro, Bocca di lupo, Bugula, Camomilla, Camomilla romana,
Chelidonia, Ciliegio, Cineraria, Cinoglosso, Cinquefoglio, Edera
terrestre, Erba roberta, Erba ruggine, Farfaracio, Fico, Finocchio,
Maggio
Fiordaliso, Galega, Malvone,Mestolaccia, Morine, Podagraria,
Prezzemolo, Pulmonaria, Quercia marina, Rosa canina, Rosa rossa,
Rosalacio, Sambuco, Sanicula, Sedano montano, Senecione, Serenella,
Trifoglio fibrino.
Agrimonia, Amarena, Amorino, Avena, Balsamino, Bocca di leone,
Borraggin, Camedrio, Camepizio, Caprifoglio, Cardiaca, Cardo
benedetto, Centinodio, Cicutaria, Ciambalaria, Coclearia, Consolida
maggior, Crespino, Cuscutta, Dragoncello, Ebbio, Echio, Erisimio,
Giugno Eucalipto, Eupatoro, Fico d’india, Fragola, Giglio biano, Ginestrino,
Lampone, Ligustro, Malva comune, Malva silvestre, Margherita,
Millefoglio, Mirtillo, Mirto, Nepetello, Ortica bianca, Parietaria,
Pervinca, Pesco, Plosella, Pulegio, Risetto, Rosmarino, Ruta,
Salcerella, Salvia, Serpillo, Timo, Verbsco, Veronica, Vulneraria.
Alchimea moscata, Alchemilla, Alloro, Altea, Anagallide, Arancio
dolce, Argentina, Arnica, Artemisia, Assenzio, Ballotta, Bardana,
Basilico, Betonica, Bistorta, Canapa selvatica, Capelvenere, Carciofo,
Cardo mariano, Carota, Cataria, Centaurea minore, Cetriolo, Cicoria,
Cicoria, Coda cavallina, Corbezzolo, Corniolo, Cotogno, Cumino dei
prati, Dittamo, Erica, Elicrisio, Eliotropio, Erba vescica, Erigero,
Luglio Efrasia, Farfara, Fieno greco, Frassino, Genepi, Genzianella,
Granoturco, Iperico, Issopo, Lappola, Lavanda, Lingu di cane,
Marrubio,Meliloto, Melissa, Menta acquatica, Menta piperita,
Mentastro, Mentone, Mugo, Origano, Pastinaca, Piede di gatto,
Pimpinella, Poligala, Porcellana, Prunella, Rapunzia, Ribes nero, Ribes
rosso, Salvia sclarea, Santolina, Semprevivo, Senape bianca, Tiglio
semplice, Tiglio doppio, Verbana.
Aglio, Alchechengi, Anice erde, Brugo, Caglio, Carrubo, Cipolla,
Coriandolo, Epilobio,Erniari, Fagiolo, Finocchio, Finocchio marino,
Fitolaccia, Giaggiolo, Girasole, Iride germanica, Lampone, Licopodio,
Linaiola, Lino, Luppolo, Maggiornana, Melnzana, Mirtillo, Nocciolo,
Agosto
Noce, Olivella, Olmaria, Peperoncino, Piantaggine, Polipodio,
Prezzemola, Prugna, Psillio, Romice, Rosolinda, Santoreggia, Sedano,
Serenella, Spincervino, Tormentilla, Uva ursina, Verga d’oro, Vite ,
Vulvaria.
Aneto, Angelica, Angelica selvatica, Arnica, Barba di becco, Bistorta,
Settembr Calamo aromatico, Calcetrappolo, Calendula, Cnna, Cnna di palude,
e
Cappero, Card dei lanaioli, Cariofillata, Castagno d’india, Cedrina,
Cicoria, Cinquefoglio, Cren, Dittamo, Giglio bianco, Ginepro rosso,
42
Nigella, Ononide, Ortica, Peucedano,Pungitopo, Quercia, Rosa canina,
Rovo, Salcerella, Sanicula, Sorbo rosso, Tamerici, Tarassaco,
Valeriana, Zucca.
Acetosa, Ailanto, Altea, Asfodelo, Asparago, Bardana, Borsa di
pastore, Carlina, Carota, Consolida maggiore, Corniolo, Cotogno,
Crespino, Ebbio, Enula campana, Erba ruggine, Eupatorio, Felce
maschio, Genziana, Ginepro, Giuggiolo, Imperatoria, Lapazio, Limone,
Ottobre
Lingue di cane, Liquirizia, Malva silvestre, Ninfea, Pioppo, Podagraria,
Primavera, Prugno spinoso, Rabarbaro alpino, Rapunzia, Sedano
montano, Siglillo do salomone, Sorbo, Tamaro, Valeriana rossa,
Vulneraria, Zafferano.
Novembr Agrifoglio, Alloro, Felce florida, Finocchio, Frangola, Mestolaccia,
e
Nespolo, Olmo.
Dicembr
Arancio amaro, Arancio dolce.
e
Consigli pratici
TABELLA PER
OTTENERE 100 ML
DI SOLUZIONE A
UN GRADO
DESIDERATO
Grad Alcoo Acqua
o
l 95°
ml
ml
80
83
17
75
77
23
70
72
28
65
67
33
60
61
39
55
56
44
50
51
49
45
46
54
40
41
59
35
30
25
20
36
31
26
21
64
69
74
79
MEDICAMENTI IN RELAZIONE AL PERIODO DEL
43
GIORNO
Mattino a
Depurativi, Lassativi, Diuretici, Cicatrizzanti
digiuno
dello stomaco, vermifughi.
Flavonoidi
I flavonoidi (o bioflavonoidi) sono composti chimici naturali, diffusi nelle
piante superiori e particolarmente conosciuti ed apprezzati per le loro
proprietà salutistiche. Potenti antiossidanti, sono utili per garantire l’ottimale
funzionamento di fegato, sistema immunitario e capillari; contribuiscono inoltre
alla prevenzione di numerose patologie, come quelle cardiovascolari,
infiammatorie e persino alcune forme tumorali. L’ampia varietà di azioni
biologiche ascritte ai flavonoidi dipende in gran parte dalla loro capacità di
bloccare il danno provocato dai radicali liberi, che si correla in maniera
importante con molte patologie croniche degenerative.
La classe dei flavonoidi, in realtà, è piuttosto ampia –si conoscono più di
5000 composti- ed il loro effetto terapeutico dipende in larga misura dal
fitocomplesso (insieme delle sostanze chimiche contenute nella droga o
nell’alimento). Il cardo mariano, per esempio, esplica principalmente un’azione
epatoprotettiva (stimola la funzionalità del fegato e lo protegge dalle tossine),
il thè verde è particolarmente noto per le sue proprietà antiossidanti ed
“antinvecchiamento”, mentre l’ippocastano vanta un’importante azione
protettiva e rinforzante sul microcircolo, una proprietà esaltata dalla
contemporanea associazione di vitamina C. Analogo discorso per il vino rosso,
che a dosi moderate influenza positivamente la salute cardiovascolare grazie
alla sua ricchezza di flavonoidi e di altri polifenoli come il resveratrolo.
Queste sostanze vengono talvolta indicate sotto il termine unico di vitamina
P, sigla che ricorda la loro capacità di ridurre non solo la permeabilità, ma
anche la fragilità capillare. Tale azione è particolarmente utile nel ridurre la
formazione di edemi negli arti inferiori (vedi caviglie gonfie), per combattere
44
ritenzione idrica,
inestetismi della cellulite ed alcune patologie di interesse
proctologico (emorroidi) e non (vene varicose, insufficienza venosa).
Attività biologiche dei flavonoidi
Antiallergica
Antivirale
Antiepatotossica
Gastroprotettiva
Antinfettiva
Immunomodulante
Antiinfiammatoria
Ipocolesterolemizzante
Antiosteoporotica
Spasmolitica
Antitumorale
Riequilibrante sull’apparato endocrino
Antiaggregante piastrinica
Come anticipato, i flavonoidi sono molto diffusi in natura, dove concorrono a
determinare le sfumature gialle, rosse, azzurre ed arancioni di numerosi frutti
(agrumi, mele, albicocche ecc.) ed ortaggi (cavoli, broccoli, spinaci, pomodori,
finocchi, cipolle ecc.). I flavonoidi si possono ritrovare anche nei semi, nelle
cortecce, nei rizomi, nelle foglie e nelle radici di molte piante, nonché in
alcune bevande (vino rosso, tè, succhi di frutta).
Nel regno vegetale proteggono la pianta dagli effetti dannosi delle radiazioni solari,
dalle aggressioni di patogeni ed intervengono attivamente nel suo
metabolismo (crescita, respirazione, processi enzimatici, fotosintesi,
attrazione visiva degli insetti utili per l’impollinazione).
Proprio in virtù dell’ampia diffusione dei flavonoidi nei tessuti vegetali, è
stato calcolato che ogni giorno, attraverso l’ordinaria alimentazione, si
introducono in quantità vicine al grammo.
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Alimenti e droghe ricchi di flavonoidi
Tè verde
Cioccolato fondente
Agrumi
Finocchio
Frutti di bosco
Pomodori
Grano saraceno
Mirtillo
Centella asiatica
Ginkgo Biloba
Vite rossa
Ippocastano
Rusco o pungitopo
Propoli
Cardo mariano
Prugne
– cacao
Parte Terza
Consigli Pratici
CELLULITE
La
cellulite
lipodistrofica distrettuale è una modificazione del tessuto
sottocutaneo che colpisce soprattutto le giovani donne , localizzata su
cosce, natiche e fianchi: si ha la formazione di piccoli noduli , dolorosi
alla pressione, dovuti verosimilmente a ristagno di liquido extracellulare
nei piccoli vasi linfatici.
Le cause
Generalmente le cause che comportano la formazione di cellulite sono da
ricondurre ad un'alterazione della microcircolazione. I piccoli vasi che
irrorano il tessuto adiposo diventano più permeabili e lasciano trasudare
il liquido all'esterno. Si viene quindi a creare una stasi circolatoria e un
ristagno di liquidi tra una cellula e l'altra, con formazione di edema, per
cui le cellule adipose non riescono più ad effettuare in modo ottimale i
loro scambi nutritivi con i vasi capillari. In questo modo si crea una
condizione di scarsa ossigenazione, di sofferenza cellulare, di ristagno di
tossine e di liquidi. Per tentare di contrastare e prevenire la cellulite, bisogna
quindi iniziare a combattere la ritenzione idrica.
Fattori predisponenti
Esistono dei fattori che, più di altri, comportano l'insorgere della pelle "a
buccia d'arancia":
-l'ereditarietà unita ad una debolezza dei vasi
46
-la scarsa componente muscolare in particolare nelle gambe: i muscoli dei
polpacci non riescono a comprimere le vene ed i piedi non riescono a
svolgere la loro azione di pompa
-la vita sedentaria e la stazione eretta prolungata
-le abitudini errate (come indossare tacchi troppo alti o vestiti troppo stretti)
-l'impiego della pillola
-la gravidanza
Rimedi
Per combattere la cellulite è necessario apportare alcune modifiche a stili
di vita sbagliati. Ecco come:
Movimento - E' la prima regolare per migliorare la circolazione e
riattivare i muscoli. Se i tessuti sono poco tonici non possono svolgere la
loro azione compressiva sulle vene che facilita la risalita del sangue verso
il cuore. Nuoto, bicicletta e corsa sono gli sport più adatti perché
coinvolgono più parti del corpo senza appesantirne nessuna, potenziano il
trofismo muscolare stimolando la circolazione e hanno quindi un'azione
benefica sulla circolazione e l'ossigenazione dei tessuti.
Dieta - L'alimentazione deve essere povera di sale che non andrebbe
aggiunto alle pietanze, gia' naturalmente saporite. Da evitare tutti i cibi
molto ricchi di sodio quali insaccati e prodotti in scatola. Bere almeno 1,5
litri di acqua al giorno. Introdurre quotidianamente verdura e frutta
fresca. Scegliere cereali integrali. Variare sempre le fonti di proteine: un
giorno pesce, un altro soia, carne magra, uova, legumi.
Cambiare abitudini - Migliorare alcuni di stili di vita è un altro passo
fondamentale. Eccone alcuni: 1) Evitare di stare troppo a lungo nella stessa
posizione, sgranchire le gambe ogni ora. 2) Quando si passano molte ore
seduti è consigliabile tenere le ginocchia parallele e i piedi appoggiati a terra.
3) Usare scarpe con tacchi alti 3-5 centimetri in modo tale che il tallone possa
svolgere senza problemi le sue funzioni di sostegno e pompa del sangue.
Il massaggio, in un serio programma contro la cellulite, ha un ruolo importante,
perché può migliorare la microcircolazione capillare e il drenaggio linfatico. La
linfa è un fluido ricco di proteine, che fornisce ossigeno e sostanze nutritive
alle cellule, un ristagno, o una linfa particolarmente lenta, causa difficoltà
nella produzione di collagene ed elastina, componenti fondamentali del
tessuto connettivo, e formazione di edemi. Una microcircolazione scarsa
equivale ad uno scarso afflusso di sangue, che comporta problemi di scarso
nutrimento, di ossigeno insufficiente e di difficoltà nell’eliminare le tossine,
con ristagno di sostanze sgradite.
Ulteriori nuove tecniche anticellulite sono rappresentate dall’impiego
dell’elettrostimolatore e dalla carbossiterapia.
47
I prodotti naturali, che ci possono venire in aiuto per contrastare la cellulite, si
possono distinguere in base al tipo di azione a cui ottemperano:
-azione lipolitica: thè, thè verde, caffè, guaranà, alga kelp;
-azione drenante: ananas, betulla, tarassaco, papaia, pilosella;
-azione sulla microcircolazione: centella, vite, ippocastano, meliloto.
Utile è la fisioterapia locale che insieme all' esercizio fisico migliora la
circolazione sanguigna aiutando a combattere la ritenzione di liquidi. La
natura ci viene in aiuto con l 'assunzione di alghe marine ;fucus
vesciculosus, associata a papaia o pilosella hanno azione rivitalizzante
favorendo i ricambi. Utile tisane a base di gambi di ciliegia o bucce di
mela oppure borraggine e regina dei prati. Ideale contro il ristagno di
liquidi è un infuso di equiseto gr5 in un ¼ di litro d acqua da bere una
volta al giorno (1 tazza) prima di dormire.
Rimedi naturali come drenanti
Lo smaltimento dei liquidi può essere agevolato, oltre che dalla dieta e
dal movimento, anche da alcuni drenanti naturali sotto forma di
integratori, tisane, decotti o tintura madre. Quelli forniti dalle piante si
dividono in tre categorie, in base all'azione che svolgono sui tessuti. In
particolare, i meccanismi attraverso i quali agiscono i principi naturali sono:
1)
azione circolatoria: stimolano cioè la circolazione sanguigna e
l'ossigenazione del tessuto sottocutaneo;
2)
azione drenante: diminuiscono il ristagno dei liquidi;
3)
azioni multiple: associano i primi due tipi di interventi.
Tisane, ecco alcune idee
Per ottenere un'azione specifica può essere utile farsi preparare
dall'erborista un misto di erbe mirate a risolvere i diversi problemi e
disturbi. Ecco qualche suggerimento:
Ingredienti - 30 g di foglie di fucus, 20 g di foglie di betulla, 20 g di
estratto secco di asparago, 20 g di tè di Giava.
Preparazione - Lasciare in infusione per 20 minuti un cucchiaio di tisana
in una tazza di acqua bollente. Filtrare. Bere 3 tazze al giorno, prima di
colazione, pranzo e cena.
Ingredienti - 20 g di peduncolo di ciliegio, 20 g di gramigna, 50 g di
equiseto, 40 g di pilosella
Preparazione - Portare a bollore 250 ml di acqua, aggiungere un cucchiaio
della miscela e far bollire per 10 minuti. Consumare 3 tazze al giorno.
48
.
Rimedi naturali contro la ritenzione idrica
Per combattere la ritenzione idrica si deve agire su due fronti:
- 1) la circolazione
- 2) il drenaggio
1) Per quanto riguarda la circolazione piante che migliorano il trofismo del
microcircolo sono varie: CIPRESSO, RUSCO, AMAMELIDE, MELILOTO, Centella,
Ortosiphon, Tarassaco, Pilosella.
Agiscono migliorando l'elasticità e il tono delle pareti venose, riducendone la
porosità. E' utilizzata anche l' ACEROLA, ricca di Vit.C, che migliora la
funzionalità del connettivo oltre ad aumentare le difese immunitarie. Si
possono utilizzare formulazioni in capsule o in gocce, da assumere 2-3 volte
al giorno, soprattutto nelle stagioni più calde. Per uso esterno è bene utilizzare
gel rinfrescanti a base di thè verde, thè bianco e thè rosso, che possono alleviare
il senso di stanchezza e di gonfiore agli arti inferiori. Per ottenere un sollievo
immediato si può tenere il tubetto del gel in frigo in modo tale da provocare
una leggera vasocostrizione ed avere la sensazione istantanea di gambe
fresche e riposate. Ottima è anche la crema all'ippocastano. Entrambe si
applicano almeno due volte al giorno, al mattino prima di alzarsi dal letto e la
sera prima di andare a letto,facendo un leggero massaggio dalla caviglia alla
coscia.
2) Le piante che favoriscono il drenaggio sono quelle che aumentano
l'eliminazione di liquidi, aiutando a ridurre ristagno venoso ed edema. Vi sono
formulazioni in gocce contenenti GRAMIGNA, TARASSACO, PILOSELLA,
ORTHOSIPHON, ASPARAGO ma anche BETULLA, CILIEGIO, OLMARIA.
Un bagno anti -cellulite
Per combattere la cellulite ed eliminare un po’ di tossine, consigliamo un
bagno salato, da fare un paio di volte la settimana.
Versiamo in un contenitore di vetro, mescolando il tutto con cura, del sale
marino integrale, 10 gocce di olio essenziale di cipresso, 10 di limone e 10 di
geranio. Chiudiamo e lasciamo a riposo per qualche giorno. Dopo aver
eseguito un bel massaggio su tutto il corpo con un guanto di crine, seguito da
una doccia tiepida, immergiamoci per circa 20 minuti in un bagno, in cui
precedentemente avevamo versato due manciate di sale addizionato con gli oli
essenziali.
49
Il tutto risulterà molto utile per eliminare i liquidi in eccesso, come
disintossicante e per le contratture muscolari.
Cellulite batterica
Infiammazione della cute e del sottocute che tende ad estendersi. E' dovuta
prevalentemente a infezioni batteriche. La cute appare calda arrossata gonfia ,
cosa che la distingue dalla cellulite lipodistrofica,in cui la cute appare fredda
bianca e bitorzoluta, e l' infiammazione può estendersi ai linfonodi vicini
lungo i vasi linfatici che diventano visibili sulla pelle come strie rosse . Si può
avere febbre e malessere .
Insonnia
Disturbo del sonno costituito dalla sensazione soggettiva di insufficiente
riposo dovuta a diminuzioni della durata del sonno con ripercussioni più o
meno gravi sullo stato di benessere del soggetto. L' insonnia è un problema
correlato a diverse cause quali stress , pasti serali troppo abbondanti, orari di
lavoro notturni che possono alterare il ciclo sonno -veglia, abuso di farmaci,
uso di sostanze eccitanti. E un fenomeno diffuso la cui frequenza aumenta con
l 'età. L insonnia può essere sporadica ,come accade allo studente che deve
sostenere un esame universitario, ma quando diventa reiterata possono
venirci in aiuto alcuni rimedi naturali .Giovano al sonno bagni tiepidi o
impacchi ai polpacci prima di coricarsi; molto efficaci sono le tisane a base di
valeriana e luppolo, una valida si ottiene facendo bollire per 5 minuti in
mezzo litro di acqua due cucchiai della seguente miscela: 30 gr di radice
tagliata di valeriana, 25gr di passiflora , 25gr biancospino, 25 gr di coni di
luppolo , 30 gr foglie di melissa, 50gr di fiori di camomilla; se ne beva un
bicchiere mezz' ora prima di cena ed uno prima di coricarsi. Agli insonni si
consiglia di fare largo uso di foglie bianche di lattuga soprattutto nel pasto
serale. Per l' insonnia nei cardiopatici è indicata una tisana di primula, foglie
di morella cardiaca e pulsatilla .Bere la sera un bicchiere di latte tiepido è
indicato poiché il latte è ricco di triptogfano che ha un effetto soporifero. I
rimedi omeopatici ci aiutano con Nux vomica e Kali phosphoricum per l'
insonnia degli studenti, Ignatia per l' insonnia dopo dispiaceri , Arnica per i
risvegli improvvisi con affanno. Gli oligoelementi più indicati sono
manganese e cobalto, in caso di insonnia da depressione rame, oro ed
argento. Efficace il massaggio sulla fronte tra le due sopracciglia
massaggiando verso il basso. Per continuare il sonno quando ci si sveglia si
consiglia la pressione del punto situato alla base ungueale esterna del secondo
dito del piede. Questi sono consigli da seguire senza dimenticare che se l'
50
insonnia sottende problemi più gravi correlati ad esempio a problemi
neurologici bisogna sempre e comunque ricorrere all ' ausilio medico.
Dolori Mestruali
Un rimedio della nonna è assumere un paio di bicchieri di acqua con due
cucchiaini di zucchero :lo zucchero , avendo un effetto osmotico richiama
liquidi e rende così più fluido il flusso mestruale , liberando dal dolore. La
dismenorrea può sottendere problemi ormonali, quindi quando è costante
avvalersi dell 'aiuto del medico .La fitoterapia suggerisce un decotto di
artemisia pianta, senecione pianta ,salvia, marrobio bianco, fiori di calendula;
occorrono 5 gr di miscela in parti uguali per una tazza di decotto ;se ne
bevano due tre tazze al giorno durante la settimana che precede la data delle
mestruazioni.
Graveolens L. o comunemente chiamata Ruta è una pianta della famiglia
della Rutaceae ed è usata per curare mestruazioni dolorose, ascessi e nefrite.
Componenti attivi della Ruta: olio essenziale, tannino, alcaloidi, resina,
gomma, glucosio, vitamina C e vitamina P.
Ruta
Parti utilizzate: foglie tenere e parti aeree.
Pianta perenne, alta 40-60 cm, che con il tempo diventa legnosa con il suo
ceppo. Le foglie sono alterne, glabre e di colore verde mare.
I fiori piccoli di color giallo limone, sono raccolti in grappoli terminali. Il
frutto è una capsula. Fiorisce in primavera e in estate e si riproduce per seme.
Rimedio per mestruazioni dolorose
•
Infuso: versare una scodella di acqua bollente sopra 5 gr di foglie di
ruta; lasciare riposare 10 minuti e poi filtrare. Berlo caldo.
Rimedio per ascessi
•
Cataplasma: coprire l'ascesso con 10 gr di foglie fresche schiacciate e
coprire le foglie con una garza.
Rimedio per nefrite
•
51
Olio di ruta: schiacciare in un mortaio 60 gr di ruta fresca e travasare
il succo ottenuto in una bottiglia. Aggiungere 1/4 di litro di olio d'oliva,
tappare ermeticamente e lasciare capovolta all'aperto, al sole, per 40
giorni. Filtrare quindi il preparato e con il liquido ottenuto frizionare la
parte dolorante con un panno di lana caldo, che va lasciato sulla pelle.
Fitoterapia per i dolori mestruali: l'uso dei fitoestrogeni
I fitoestrogeni non sono utili solo in menopausa, ma anche in tante altre
problematiche femminili, tra cui la dismenorrea e l'amenorrea. Vediamo
perché.
I fitoestrogeni sono validi sia nelle situazioni di carenza di estrogeni
(climaterio e menopausa, amenorrea) sia in quelle di eccesso (dismenorrea, sindrome
premestruale). Infatti i fitoestrogeni hanno la capacità di agire sia come agonisti
che come antagonisti degli estrogeni prodotti dal corpo.
Nel primo caso, si ha un’azione di rinforzo - ad esempio dei pochi ormoni
presenti durante il climaterio - e i fitoestrogeni si comportano dunque da
estrogeni; nel secondo, i fitoestrogeni agiscono con un meccanismo di
competizione con gli estrogeni naturali e si comportano quindi da
antiestrogeni.
Questo avviene perché i fitoestrogeni vanno a occupare gli stessi recettori
degli estrogeni. I recettori sono strutture presenti sulla superficie delle cellule
e sono un po’ come una serratura, che può essere aperta solo da una
particolare chiave e non da altre; nel caso di estrogeni e fitoestrogeni, però, le
due chiavi sono pressoché uguali, perché si tratta di molecole dalla struttura
molto simile.
Una volta che un recettore è occupato, ad esso non può attaccarsi nient’altro.
Nell’utilizzo dei fitoestrogeni, si sfrutta proprio questo effetto: si assumono
fitoestrogeni in modo che i recettori vengano da questi occupati, impedendo
quindi che a essi si attacchino gli estrogeni.
Il vantaggio, nella dismenorrea, è dovuto al fatto che i fitoestrogeni hanno
un’attività estrogenica molto minore di quella degli estrogeni prodotti dal
corpo e quindi vengono mitigati i disturbi provocati dall’eccesso di
estrogeni, come i dolori.
Come rimedio naturale alle mestruazioni dolorose consigliamo il
decotto seguente : bollire , in un litro di acqua, per due minuti, 4 cucchiai di
una miscela di erbe ottenuta mescolando 50 grammi di Camomilla, 50
grammi di galbuli di Ginepro , 50 grammi di Fumaria, 50 grammi di
Achillea, 50 grammi di rizoma di Pungitopo.
Lasciare in infusione per ulteriori 10 minuti, berne due tazze al giorno
(mattina e sera) nei 14 giorni che precedono la data presunta delle
mestruazioni.
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PIANTE CHE CONTENGONO FITOESTROGENI
Soia non OGM, biologica, estrogeni naturali, utile anche per il controllo del
colesterolo in menopausa, contiene sostanze ad azione estrogenosimile,
Cimicifuga, racemosa, per le caldane e le vampate di calore in menopausa,
Composto Cimicifuga, utile nei disturbi e nei sintomi legati alla menopausa
Anice pianta ad
azione estrogeno-simile,aiuta nelle turbe digestive con
azione anti-infettiva
Piante utili nei disturbi legati alla menopausa
Angelica
Trifoglio contiene fitoestrogeni, i cumestani
Salvia, pianta utile nelle sudorazioni eccessive durante la menopausa e le
vampate,in questo casi associare la Cimicifuga
Calendula pianta utile in menopausa, anche quando si instaura la leucorrea
Finocchio
Liquirizia azione gastroprotettiva, non va assunta dagli ipertesi, ha una azione
utile per gli ipotesi , per i quali si può associare , nelle forme gravi di
ipotensione , Guaranà e Liquirizia
PIANTE CHE CONTENGONO PROGESTERONE UTILE IN
MENOPAUSA
Dioscorea,progesterone naturale, pianta utile per la carenza di progesterone in
Menopausa, contiene fitoprogesterone naturale.
PIANTE REMINERALIZZANTI UTILI IN MENOPAUSA
Alfa-Alfa
Fieno Greco utile per prevenire l'osteoporosi ;
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Equiseto come remineralizzante , la presenza di silicio lo rende utile nel
metabolismo del tessuto connettivo, dona elasticità e flessibilità anche al
tessuto delle arterie; cautela in chi soffre di iperpotassiemia, in chi soffre di
problemi renali, di insufficienza renale, sconsigliare a chi è in dialisi).
PIANTE ANTIDOLORIFICHE UTILI IN MENOPAUSA
preparati erboristici e piante utili nell'artrosi, osteoporosi e sindromi
dolorose nella menopausa
L'artrosi è caratterizzata dall'usura delle cartilagini articolari, può anche
essere dovuta ad una postura sbagliata, a microtraumi, a peso eccessivo; il
problema si manifesta con rigidità e dolore articolare dopo il riposo .
Artiglio del Diavolo, aiuta per la sua azione anti-infiammatoria, antidolorifica,
analgesica, antispasmodica ; utile nei dolori di artrosi, reumatismi che spesso
insorgono in menopausa a causa della diminuita produzione di ormoni. Ha
anche una azione vaso-protettiva.
Utile l' associazione di Soia, Equiseto e Artiglio del diavolo per le sindromi
dolorose che insorgono con la menopausa.
PIANTE UTILI IN MENOPAUSA PER INSONNIA, ANSIA, DISTURBI
DELL'UMORE
preparati utili per i problemi di umore legati alla menopausa, insonnia, ansia,
tensione, stress, depressione
L'ansia è la sensazione di una minaccia imminente , nasce da una
sensazione indefinita di pericolo ; l'attacco di panico si manifesta con sintomi
fisici quali palpitazioni, respirazione alterata, nausea, vomito, tremori, spasmi,
visione offuscata, sensazione di morire; se questa situazione persiste
consultare lo specialista competente. La depressione è uno stato d'animo
caratterizzato dalla tristezza, da indifferenza e apatia, dalla perdita di fiducia
in se stessi, senso di inutilità, frustrazione e sensi di colpa .Per la depressione
in menopausa : Rodiola, pianta utile per l'equilibrio emotivo in menopausa
Maggiorana per ansia e insonnia nella menopausa ;
Composto Escolzia per insonnia e ansia in menopausa;
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Iperico, aiuta nelle forme depressive ; non associare gli psicofarmaci e le
benziodiazepine,
Passiflora, aiuta nelle forme ansiose, ha una attività sedativa ;
Verbena
Melissa
Tiglio
Arancio Amaro e Dolce
Biancospino, con le cautele in ipotensione, aiuta nell'ansia
Vitamine del Gruppo B, insieme all Soia sono utili per la perdita della memoria in
menopausa; è utile l'associazione con aminoacidi come la metionina , la
tirosina e la colina ( la tirosina non va somministrata se si è in presenza di
alterazioni del ritmo cardiaco, cardiopatie, ipertiroidismo, ipertensione
arteriosa, ipereccitabilità). In presenza di qualsiasi disturbo dell'umore è
sempre bene consumare cereali integrali, ricchi di vitamine del complesso B,
avena, soia che sono ricchi di colina. Le vitamine del complesso B sono
presenti nei cereali integrali, biologici, nella verdura e frutta se biologici
meglio; evitare il fumo, l'alcol e il caffè.
PIANTE UTILI PER LA SECCHEZZA VAGINALE IN MENOPAUSA
preparati erboristiciùù§+
§, piante officinali, erbe, prodotti naturali, piante utili per la secchezza
vaginale in menopausa
spesso a causa del dolore durante il rapporto si ha come conseguenza la
frigidità, il calo del desiderio e della libido in menopausa,
Borragine, pianta utile nel trofismo vaginale in menopausa ;
Germe di grano , pianta utile nella secchezza vaginale in menopausa ;
Luppolo in forma di crema vaginale, di aiuto nella secchezza vaginale in
menopausa ;
Calendula ovuli, utile nei problemi vaginali in menopausa;
Cimicifuga, pianta utile sia nel trattamento delle vampate di calore che della
secchezza vaginale in menopausa.
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PIANTE UTILI NELLA CISTITE IN MENOPAUSA
preparati erboristici., piante officinali, erbe, prodotti naturali, piante utili
per la cistite in menopausa
la cistite si manifesta con dolore nella minzione che diventa frequente
Uva Ursina
Mirtillo
PIANTE UTILI PER L'IPERTENSIONE IN MENOPAUSA ED IL
GONFIORE, LE VARICI, LA CIRCOLAZIONE SANGUIGNA
Betulla per l 'ipertensione e la ritenzione idrica, utile anche nella gotta e negli
acidi urici e per le forme artritiche e artrosiche, in genere per le forme
dolorose del sistema osteo-articolare e muscolare
Aglio per la pressione alta
Gingko per migliorare la circolazione e il microcircolo, ha una azione
fleboprotettiva, anti radicali liberi, epatoprotettiva, cardio protettiva, azione
protettiva contro i tumori ( sentire prima il medico) perchè riduce l'afflusso di
sangue nel tessuto neoplastico, azione antiaggregante piastrinica, aiuta nelle
vertigini e nei disturbi legati all'equilibrio, ha una buona azione nei disturbi
dell'occhio, dell'orecchio, sulla memoria ( cautele perchè può potenziare gli
effetti degli antiaggreganti piastrinici e degli anticoagulanti, non associare
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all'aspirina, cautela negli epilettici che stiano assumendo farmaci in quanto
potrebbe ridurre l'efficacia dei farmaci) Non far assumere a chi è a rischio di
emorragie.
Centella migliora il microcircolo
Ananas leggero diuretico e antinfiammatorio
Mirtillo aiuta il microcircolo
Ortosifon ha una azione diuretica e depurativa, aiuta l'eliminazione del cloro,
aiuta nei processi flogistici a carico delle vie urinarie, per la presenza dei
flavonoidi e dei polifenoli ha una azione ipocolesterolemizzante, utile nella
menopausa, per la sua azione diuretica aiuta nell' ipertensione(fare solo
attenzione perchè può potenziare l'azione di altri diuretici se assunti
contemporaneamente, ha un effetto antagonista se assunto insieme alla Salvia);
Olio di pesce per il colesterolo, i trigliceridi e l'ipertensione in menopausa;
Composto Bardana come depurante generale;
Boldo, Carciofo, Tarassaco per colesterolo e trigliceridi alti in menopausa , non
impiegare se si hanno problemi alla colecisti e se questa sia stata asportata;
Biancospino pianta utile per la tachicardia nella menopausa , ha una azione
cardioprotettiva e vasodilatatrice ;un',azione sedativa del sistema nervoso
centrale; ha un' azione ipotensiva ( da non somministrare ai bradicardici e
ipotesi), migliora il sonno e riduce lo stato ipertensivo;
Olivo pianta utile nella ipertensione e nella menopausa in donne con
ipertensione, ha una azione ipotensiva e cardioprotettiva, aiuta ad abbassare
colesterolo e trigliceridi alti, ha inoltre una azione contro i radicali liberi; fare
attenzione perchè potenzia l'attività dei farmaci ad azione ipotensiva e
vasodilatatoria;
Ippocastano, ha una azione fleboprotettiva utile nell'insufficienza venosa che
può insorgere in menopausa;
Ginepro aumenta la diuresi, utile per la eliminazione dei cloruri di azoto, non
va impiegato in chi soffre di malattie infiammatorie renali;
Meliloto, è utile come drenante linfatico , aiuta la riduzione degli edemi,
cautela perchè potenzia i farmaci anticoagulanti;
Vite rossa ha una azione fleboprotettiva, protegge dai radicali liberi;
Sorbus domestica, pianta utle nelle varici in menopausa;
Castagno , pianta utile nelle varici in menopausa;
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Fucus, alga marina, utile in menopausa per stimolare la tiroide
nell'ipotiroidismo e aiutare il metabolismo come starter per il dimagrimento,
non somministrare agli ipertiroidei
Nella ipertensione in menopausa, ridurre il consumo di sale, fare una dieta
iposodica, evitare i grassi saturi, evitare pasti abbondanti e ridurre lo stress,
controllare anche la funzionalità tiroidea, fare valutazioni adeguate dallo
specialista cardiologo e seguire sempre i consigli del proprio ginecologo e
medico curante.
Sotto controllo medico sono utili negli scompensi cardiaci l'Ortosifon e il
Biancospino.
Nell'arteriosclerosi in menopausa è utile l'associazione tra Gingko e Vite rossa,
vitis vinifera, sentire sempre il proprio medico curante o un esperto.
Nella insufficienza venosa degli arti inferiori in menopausa sono utili
Ippocastano, Centella Asiatica, Vite rossa.
Nelle emorroidi in menopausa, utile ridurre il peso se si è obesi, evitare
sostanze piccanti ed irritanti, seguire una dieta ricca di fibre, verdure crude e
cotte, legumi, cereali integrali; sono utili piante come Ippocastano, Centella, per
uso esterno si possono fare degli impacchi a base di Ippocastano, Bardana,
Achillea, Malva, creme a base di Ippocastano, Calendula, Amemelide, Malva,
Pungitopo ruscus aculeatus, Achillea, Bardana.
Nella cellulite, che spesso è il sintomo di una insufficienza venosa, seguire
una alimentazione adeguata, povera di grassi e ipocalorica sotto controllo del
medico nutrizionista esperto; le piante utili nella cellulite sono Betulla (
cautela negli ipotesi), Ananas, Centella, Rusco, Ginepro,Limone, Lavanda,
Cipresso, Rosmarino ( alza la pressione non somministrare agli ipertesi).
Nelle varici sono utili Sorbus domestica, Castanea vesca, Amamelide ( in forma
omeopatica), durante la menopausa se si hanno problemi alle varici, evitare di
stare troppo in piedi, evitare bagni troppo caldi, fonti di calore, fare esercizio
fisico, cyclette, camminare, usare calze contenitive ed elastiche, fare, bagni e
frizioni con acqua fredda, linfodrenaggio in strutture abilitate.
Piante utili per il sovrappeso in menopausa, preparati erborisitici, erbe, come
il Fucus e la Pilosella; il sovrappeso in menopausa è responsabile dell'insorgere
del processo di artrosi, di disturbi venosi, circolatori, di calcoli delle vie
biliari, e di alcune forme di tumore al seno e al collo dell'utero., utile il Cromo
per gli zuccheri in eccesso; le piante utili sono molte -vedere la sezione
Obesità.
.
Vitamine e Minerali utili in Menopausa
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Antiossidanti
Calcio, fondamentale nella formazione del tessuto osseo, da assumere dopo 3
ore se si stanno assumendo tetracicline.
Zinco, aiuta la stimolazione della formazione del collagene , da evitare la sua
assunzione in presenza di infezioni batteriche,
Vitamine e Minerali naturali per aiutare un riequilibrio generale:
Vitamina D
Vitamina C promuove la sintesi del collagene oltre ad essere un ottimo
antiossidante e anti -radicali liberi
Vitamina B6, da assumere insieme anche al Complesso B completo, assicura
la compattezza della struttura del collagene
Magnesio, facilita la fissazione del calcio, utile in menopausa
Omega 3-6-9
Condroitina Glucosamina, utile come antidolorifico
Incenso Boswellia utile come antidolorifico
Probiotici, Fermenti, fermenti senza latte, fermnti lattici vivi, utili come coadiuvanti,
per la stitichezza, la disbiosi intestinale, l'alitosi, i gonfiori, le cistiti, nella
alimentazione sbilanciata, se si stanno assumendo antibiotici, utili anche per
colite e colon irritabile, una flora batterica sana mantiene sano il nostro
sistema immunitario; favoriscono l'assunzione dei fitormoni della Soia
Melatonina,utile per ansia e insonnia, regola l'equilibrio sonno-veglia, aiuta
in menopausa per l'equilibrio emotivo alterato da carenza ormonale
Preparati utili in menopausa che facilitano la remineralizzazione ossea sono
gli integratori a base di magnesio, zinco, vitamina C, vitamina B6;
fare anche attività fisica, evitare fumo, alcolici e caffè, esposizione moderata e
regolare alla luce solare
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Meteorismo
Sensazione soggettiva di gonfiore addominale causata da un eccesso di gas
intestinali con senso di tensione dolorosa e di malessere .Cause possono
essere una dieta troppo ricca di cibi raffinati e zuccheri complessi ,stress o
alterazioni organiche di assorbimento intestinale o alterazione della flora
batterica ( dopo una febbre ).E' indicata una dieta a base di yogourth e
fermenti lattici per riequilibrare la flora intestinale ; va tenuta efficiente la
funzione epatica e biliare con sostanze come le vitamine del complesso B,
semi di girasole che possono essere masticati e mangiati durante il giorno;
evitare cibi che possono aumentare la formazione di gas :cipolle, cavoli,
legumi Per stimolare l 'eliminazione di aria si possono bere infusi di semi di
finocchio o semi di anice o semi di sedano. Utile bere dopo i pasti principali
una tazzina di decotto preparato facendo bollire in mezzo litro d acqua una
miscela di 40 gr radice di angelica, 20 gr di sedano ,20 gr semi di
coriandolo, 20 gr anice stellato, 20 gr foglie di edera. Tra i rimedi omeopatici
sono usati China , Carbo vegetalis , Raphanus, Lycopodium.
Cicatrizzazione
E un processo reattivo di natura diversa che conduce alla riparazione di una
perdita di sostanza dei tessuti danneggiati da agenti traumatici ,chimici, fisici,
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infettivi. L a cicatrizzazione avviene grazie alla moltiplicazione di cellule
(macrofagi e fibroblasti )che riparano i tessuti danneggiati. Da millenni l'
uomo ha trovato nelle piante preziosi alleati per risolvere problemi quali
cicatrizzare piccole ferite ed abrasioni potenzialmente infette ed infettabili,
utilizzando fiori ,radici .foglie ,cortecce per produrre unguenti medicamentosi
o cataplasmi che favoriscono i processi riparativi dei tessuti stimolando la
rigenerazione degli epiteli o delle strutture connettivali (collagene),
migliorando il trofismo (cioè il nutrimento) e l 'ossigenazione tissutale
necessari ai processi di riparazione. L' uso di questi ausili vegetali può
essere solo d 'aiuto in piccole situazioni d emergenza come accade ad esempio
ferendosi le dita dei piedi d 'estate su uno scoglio del mare e si è lontano da un
presidio di soccorso. E' fondamentale e saggio detergere sempre qualunque
ferita con acqua bollita e fredda e portare via sporcizia ed organismi settici
usando sempre una garza od un fazzoletto , mai cotone idrofilo che lascia
residui nella ferita, e pulendo sempre dall ' interno verso l 'esterno della
ferita. Per le ferite unte e grasse , come può accadere ad esempio ai meccanici
nelle officine, pulire con trementina ed un fazzoletto. Vi sono molteplici
piante che possono esserci d aiuto per cicatrizzare ferite ed abrasioni; tra
queste vi sono:
la Viola , bellissimo fiore che si trova nei campi tra primavera ed
autunno , è ricca di olii essenziali , tannino e mucillaggini che ne fanno un
ottimo cicatrizzante e coadiuvante nella cura delle ferite. Basta farne un
decotto con 5 gr della parte aerea fiorita in acqua fredda da far bollire per
cinque minuti ,lasciar intiepidire ed immergervi poi una garza sterile da
applicare più volte al giorno sulla zona da curare;
l 'Achillea che si trova nelle zone boschive e nella macchia della nostra
bella penisola, - le foglie sono ricche di tannino che ha azione coadiuvante
della cicatrizzazione-, si può usare sotto forma di olio di achillea , macerando
in un litro di olio 100 gr di fiori per 40 giorni ,sostituendo i fiori dopo 20
giorni con altri, poi filtrando; si forma un impiastro che può essere applicato
su piccole ferite ed abrasioni;
la Calendula , pianta della quale si usano fiori e foglie ,detta sposa del sole
perché si apre al sorgere del sole. La tintura di calendula applicata sulla ferita
non distrugge nè irrita le nuove cellule epiteliali che si stanno formando
grazie ai fibroblasti , anzi ne stimola la crescita . La tintura madre di calendula
si usa diluendola in proporzione di un cucchiaino da the in mezzo litro di
acqua e si può usare sulle abrasioni. L' unguento di calendula porta a
guarigione soprattutto ferite del labbro e del naso.
'
l'olio di Iperico serve a curare soprattutto le piccole ferite altamente infette e
i paterecci ( giradito) e viene preparato con 500 gr di sommità fiorite di
iperico lasciate a macerare in 1 kg d olio d 'oliva insieme a 500 gr di vino
bianco per circa tre giorni , quindi si mette a bagnomaria e si fa bollire fino a
che il vino sia evaporato e si applica con compresse di garza su ferite ulcerate;
l'olio di Neem ,estratto dai semi spremuti a freddo della Azadirachta indica
61
dal persiano -- albero liberatore dalle malattie -- ricco in acidi grassi
polinsaturi , ha capacità riparatrici della cute da lesioni. Il suo uso si trova
anche in scritti medici sanscriti che riferiscono i benefici effetti dei frutti e
dei semi;
Burro di Karitè Shea Galam Banbrite sono i nomi di un albero dal cui
frutto si ricava per pressione o a freddo un burro caratteristico di colore
bianco avorio che ha proprietà cicatrizzanti e lenitive di piccole abrasioni e
ferite escoriate;
l' Aloe -- termine che indica 360 specie diverse di piante grasse
appartenenti alla famiglia delle liliacee , come l' asparago delle zone asciutte
dell' Africa settentrionale , della Spagna e dell'India, presentano foglie
carnose. L' aloe favorisce la cicatrizzazione dei tessuti attraverso un 'azione
di stimolo positivo delle cellule adibite alla formazione ed alla riparazione
dei tessuti. La cicatrizzazione è favorita da zuccheri presenti nelle foglie come
il mannosio e il glucomannano che stimolano l 'attività dei macrofagi e
favorendo la crescita delle cellule e dei tessuti la proliferazione dei
fibroblasti ( cellule riparatrici) . Il glucomannano aumenta la sintesi del
collagene necessario alla riparazione cellulare. Inoltre nelle foglie dell' aloe
vi sono ormoni vegetali che accelerano la cicatrizzazione stimolando la
riproduzione cellulare. L ' aloe si usa sotto forma di gel sulle ferite;
la Ruta , pianta velenosa dell 'arco alpino, presenta sostanze
medicamentose nell 'olio , dall 'odore sgradevole, che si trova raccolto in
vescichette sulle foglie -. La ruta si utilizza fritta con olio d 'oliva ; si fa
raffreddare il liquido e si applica spalmandolo sulla ferita;
la Bella di notte , pianta comune nei nostri giardini , che si usa
applicando su di una garza le foglie cotte, ha azione cicatrizzante;
l' Equiseto , che cresce in vicinanza dei fiumi delle zone subalpine , è
un' erba ; si può usare bollendo 20 gr di equiseto in ½ litro di acqua per
cinque minuti. Può essere utilizzato per impacchi cicatriziali su piaghe e
ferite ;
le foglie di ulivo sono utilizzate da secoli soprattutto dalla cultura
contadina per cicatrizzare piccole ferite.
Couperose
Malattia dei vasi della pelle; colpisce soprattutto le donne tra i trenta e i
cinquanta anni a livello del viso.
Può essere di origine microbica o da squilibrio nel funzionamento
ghiandolare; le condizioni climatiche hanno un ruolo molto importante
perché la couperose compare più facilmente su un viso sottoposto a sbalzi di
temperatura; anche stress emotivi possono determinarne la comparsa.
Occorre proteggere la pelle con olio di mandorle dolci ,l 'alimentazione dovrà
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essere leggera ed a piccoli pasti per combattere la cattiva digestione di cui
soffrono spesso le donne affette da couperose, Un rimedio naturale è la tisana
che si ottiene con Achillea millefoglie gr 20 , frutti di Ippocastano gr 15,
,semi di Lino gr 30, Liquirizia decorticata gr 20 :se ne bevono due tre tazze al
giorno o anche si possono fare impacchi tiepidi con lo stesso infuso. Un
'efficace maschera si ottiene con polvere di foglie di Malva gr 40, fiori di
Biancospino gr 30 , frutti di Ippocastanogr 15 , Hamamelis gr 15: si
mescolino le polveri, che vanno bagnate con acqua distillata; si ponga sul viso
e lo si lasci per circa 20 minuti , poi si risciacqui .
AFFATICAMENTO
fatica mentale e/o fisica. Alcuni rimedi naturali per prevenire o
superare questi momenti
Fin dai tempi antichi le erbe medicinali hanno svolto un ruolo essenziale
nella medicina tradizionale di numerose culture.
Echinacea. Pianta originaria dell’america del nord, veniva utilizzata dagli
indiani d'America contro le morsicature dei serpenti, le febbri e le ferite
difficili da guarire. Negli ultimi cinquant'anni è diventata famosa come
potente stimolante delle difese immunitarie.
Indicata per rinforzare l’organismo, è particolarmente utile in caso di
infezioni virali, influenza, fatica, periodi di stress, di esami o di intensa
attività sportiva.
Eleuterococco. Chiamato anche ginseng siberiano, è un tonico generale che
fortifica e stimola il sistema nervoso centrale aumentando le prestazioni sia
fisiche che intellettuali. E’ utile durante i periodi di stress e agisce come
ricostituente ed energetico in caso di depressione o di mancanza di
concentrazione.
Ortica. Fortificante. Le sue foglie, oltre a contenere le Vitamine A e C, sono
ricchissime di sali minerali, ferro, silice, calcio, manganese e potassio.
Proprio grazie alla sua ricchezza di sali minerali e vitamine è raccomandata in
caso di anemia e di fatica cronica. E’ utile anche per depurare l'organismo in
caso di artrite, reumatismi ed eczemi.
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Pino silvestre. Oltre alle note proprietà balsamiche, antisettiche ed
espettoranti , per le quali è utile in caso di bronchite, sinusite e laringite,ha
anche proprietà stimolanti e fortificanti ed è d'aiuto per affrontare periodi di
fatica o stati generali di indebolimento. Le parti utilizzate sono le gemme.
Equiseto. Chiamato anche coda cavallina, è ricco in silice, potassio, calcio,
ferro, manganese e magnesio ed è raccomandato per far fronte a periodi di
convalescenza, fatica, anemia. Rinforza inoltre le unghie e i capelli fragili.
Questi rimedi possono essere presi in combinazione per creare un effetto
sinergico.
Di seguito alcune associazioni ottimali dei rimedi naturali contro la fatica:
Ortica e Coda cavallina: remineralizzanti.
Pino, Eleuterococco, Echinacea: contro la fatica e per i periodi di
convalescenza.
Echinacea, Eleuterococco: contro la fatica e l’indebolimento fisico o mentale.
Per ottenere l'effetto voluto è importante assicurarsi che i rimedi siano
preparati con piante fresche e di prima qualità.
DOLORI MUSCOLARI DA AFFATICAMENTO DA SPORT
Il giorno successivo ad un'intensa giornata di attività fisica ,soprattutto dopo
un lungo periodo di inattività, il male ai muscoli si fa spesso molto forte.
Cosa possiamo fare per recuperare le forze e alleviare la tensione muscolare e
il dolore?
Consiglio preliminare: non rimaniamo fermi in poltrona, ma cerchiamo
comunque di muoverci.
E' buona abitudine massaggiarsi con dell' olio all'Arnica che è utilizzato anche
dagli atleti.
Facciamo una doccia bagnando i muscoli dolenti prima con acqua molto
fredda e poi molto calda per aumentare la circolazione del sangue e di
conseguenza alleviare il dolore.
Facciamo un bagno caldo in acqua in cui avremo aggiunto 4/5 gocce di olio
essenziale di Menta piperita o Lavanda. Possiamo utilizzare per
aromatizzare il bagno anche una manciata di Origano senza però esagerare
nella quantità.
CRAMPI
Per far passare un crampo e alleviarne il dolore nell'immediato possiamo:
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stendere il muscolo interessato (proprio come vediamo fare a calciatori ed
altri sportivi) e bere dei liquidi;
applicare impacchi caldi, anche a base di Camomilla, per riscaldare il
muscolo e per sfruttare le proprietà antinfiammatorie e calmanti della
camomilla;
massaggiare la parte dolorante con dell'olio a base di essenza di Violetta,
pianta che contiene acido acetilsalicilico, capace di lenire il dolore e diminuire
le tensioni muscolari.
Chi soffre spesso di crampi può avere carenze vitaminiche o di sali minerali
quindi per prevenirne la ricomparsa si consiglia di:
fare una dieta ricca di magnesio e potassio con l'assunzione di cibi che ne
sono ricchi come le banane e il sedano;
rilassare la muscolatura delle gambe dopo una giornata faticosa immergendo
la parte interessata in un bagno al Rosmarino;
bere un infuso di Biancospino per 2 – 3 giorni interrompendo l'assunzione per
un breve periodo per poi riprenderla per altri 2 – 3 giorni.
Consultare un medico
STRESS E OLI ESSENZIALI
Gli Oli per combattere lo Stress
Ecco alcune proposte di semplice utilizzo per combattere lo stress con gli Oli
essenziali. Si possono usare nell'acqua della vasca per un bagno aromatico o
nel diffusore di essenza, se ne può aggiungere qualche goccia in un fazzoletto
e respirarla direttamente (ma attenzione a non toccarla con la pelle del naso),
si possono fare fumenti, maniluvi, pediluvi, semicupi ecc. Gli Oli essenziali
sono un rimedio naturale dai benefici immediati, che possiamo avere sempre a
portata di mano...
Stress ambientale (luce, rumore, ambienti affollati ecc); olio essenziale di:
Basilico, Bergamotto, Camomilla, Cipresso, Geranio, Cedro atlantico.
Stress chimico (inquinamento, fumo, caffè, farmaci, ecc): Lavanda, Salvia ,
Limone, Rosmarino, Petitgrain, Geranio.
Stress fisico ( stanchezza fisica, dolenzia muscolare, ecc): Rosmarino, Timo,
Finocchio dolce, Lavanda, Pino silvestre, Limone.
Stress mentale (prolungato impegno cerebrale): Basilico, Bergamotto,
Lavanda, Sandalo, Menta, Cardamomo.
Stress emozionale (conflitti, problematiche relazionali): Rosa, Sandalo,
Geranio, Vetiver, bergamotto, Petitgrain, Arancio amaro, Benzoino, Incenso.
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GASTRITE
processo infiammatorio acuto o cronico a carico dello stomaco. Le forme
acute sono dovute spesso ad abuso di cortisonici e fans ,alcool ,infezioni
batteriche e virali. È molto importante eseguire un esame endoscopico in
presenza di sintomi suggestivi di gastrite come la pirosi ( bruciore ) post
prandiale. . Le forme croniche sono spesso asintomatiche e colpiscono la
quinta decade o spesso possono dare dispepsia ( disturbo della digestione) ;l'
origine è poco chiara, forse autoimmune o da reflusso biliare .
Chi ne soffre sa quanto sia fastidiosa: dà dolori allo stomaco, nausea, vomito,
acidità, gonfiore e senso di pesantezza specie dopo i pasti.
E' un disturbo che colpisce il 37% della popolazione italiana e, in particolare,
affligge chi ha superato i 40 anni, è separato o divorziato o, usa spesso
farmaci, è in sovrappeso e, soprattutto, è stressato.
Questi dati, emersi da un recente convegno sui disturbi digestivi, sono
confermati anche dal professor Piergiorgio Pietta, dell’Istituto di Tecnologie
Biomediche del CNR di Milano, che aggiunge: "la prima regola da adottare se
si soffre di gastrite è una dieta corretta, qual è quella mediterranea che è
basata su cibi semplici:
cereali, legumi, frutta e verdura, pesce, poca carne (preferibilmente bianca),
scarsi formaggi (possibilmente di pecora e capra), olio di oliva come grasso
base (niente burro) e moderate quantità di vino rosso (un bicchiere al pasto).
Bisogna poi mangiare lentamente, masticando bene ed in condizioni
tranquille, evitando situazioni stressanti". Dunque,una dieta corretta è
l’intervento di base, ma Pietta suggerisce anche alcuni rimedi naturali.
Liquirizia: ha un’azione antispasmodica ed antinfiammatoria sulla
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muscolatura liscia dello stomaco, si utilizza un estratto secco titolato in
Glicirrizina (min.4%); la posologia giornaliera va da 6 a 8 mg di estratto per
kg di peso corporeo in due somministrazioni, una al mattino al risveglio e
l’altra tra le 16.00 e le 17.00. Può provocare aumento della pressione
arteriosa, non va usata, quindi, da soggetti ipertesi; è controindicata, inoltre,
in chi assume contraccettivi orali. Non devono assumerla neppure le persone
diabetiche e va presa con precauzione dai nefropatici. E’ vietata, infine, in
gravidanza e nell’allattamento, e nei bambini di età inferiore ai 12 anni (in
questi casi l’estratto titolato di liquirizia non va usato, mentre la liquirizia
pura o il succo nelle varie forme, in quantità modeste, è tollerato).
Camomilla e Melissa: la prima viene impiegata sotto forma di infuso (3 g di
fiori per tazza 3-4 volte al giorno); allevia spasmi ed infiammazioni del tratto
gastro-intestinale; la Melissa, oltre ad avere una blanda azione di tipo
sedativo ed ansiolitico (consigliabile nei soggetti stressati ed ansiosi), ha una
valida azione spasmolitica sulla muscolatura liscia del tratto digerente, dovuta
all’olio essenziale ed ai flavonoidi. Si possono assumere infusi (2-3 g di parti
aeree in una tazza d’acqua 2-3 volte al giorno oppure, meglio, estratti titolati
in acido rosmarinico min. 2%). La posologia è di 5-7 mg di estratto per kg di
peso corporeo al giorno, suddivisi in due tempi lontano dai pasti.
Sia la Camomilla che la Melissa possono provocare in soggetti sensibili
allergie cutanee; la melissa, poi, non va usata da ipotiroidei, in
gravidanza e nell’allattamento.
Lo Zenzero è molto utile in caso di nausea e/o vomito ,sotto forma di
estratto, 19-12 mg/kg di peso corporeo, in due somministrazioni,
preferibilmente a stomaco vuoto. Questa sostanza potenzia l’effetto degli
antiaggreganti (aspirina) e degli anticoagulanti. Secondo studi recenti, può
essere usato anche in gravidanza.
E infine, difficile da credere, il Peperoncino rosso, che per la presenza di
capsaicina (il principio pungente) ha un effetto benefico sulle mucose
gastriche.
Altre erbe note per l’azione lenitiva sono quelle che contengono mucillagini
capaci di formare uno strato protettivo sulla mucosa gastrica. Queste erbe si
configurano in :
l’Altea, la Malva ed il Lichene islandico.
La dieta aiuta……….
In presenza di gastrite è molto importante evitare tutti quei cibi che causano
ulteriori insulti ad una mucosa gastrica già infiammata a causa del disturbo.
Queste norme dietetiche sono indicate sia nelle forme sporadiche che in
quelle croniche ma, mentre nel primo caso sono spesso in grado di risolvere
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da sole il problema, nel secondo si rendono necessari anche medicinali
specifici .
Anche nelle forme più lievi è tuttavia importante effettuare una visita di
controllo al fine di sorprendere sul nascere eventuali complicanze (ulcere,
infezione da Helicobacter Pylori, cancro allo stomaco).
La dieta per la gastrite si basa innanzitutto sull'osservanza di alcune norme
comportamentali molto semplici come:
mangiare lentamente. Una corretta masticazione rende più agevole la
digestione e riduce i tempi di permanenza gastrica del cibo. Per questo motivo
è importante evitare di abbuffarsi e fare molta attenzione con quei cibi di
difficile masticazione (soprattutto quando la dentatura non lo consente).
Oltre a masticare lentamente è importante farlo in un'atmosfera rilassante,
rimanendo seduti per qualche decina di minuti al termine del pasto. Si
sconsiglia invece di mangiare nei momenti in cui si è particolarmente nervosi
o stanchi.
Evitare pasti abbondanti: in presenza di gastrite è molto importante ripartire
correttamente i pasti nell'arco della giornata. Bisogna innanzitutto sforzarsi di
mangiare ad orari regolari senza mai saltare un pasto o ritardarlo
eccessivamente. Per non affaticare troppo lo stomaco è inoltre importante
evitare pasti troppo abbondanti soprattutto alla sera. Uno spuntino a metà
mattina e uno nel pomeriggio contribuiscono a tamponare l'acidità di stomaco
evitando che questa salga troppo a causa del digiuno prolungato.
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Colite
La colite è una infiammazione , a carattere acuto o cronico, che colpisce la
mucosa e la sottomucosa del colon. Le forme acute sono correlati ad errori
alimentari , tossine ,virus , protozoi , errori terapeutici; sono presenti febbre
e spesso diarrea a volte con sangue e muco nelle feci , sete intensa e
disidratazione nelle forme più severe ; ci possono essere dolori addominali
crampiformi. Le croniche possono essere originate da microrganismi, tipo
amebica o tbc o da cause sconosciute.( ulcerosa o Chron ); i sintomi non
differiscono molto dalle forme acute. La causa più frequente è la
somatizzazione di stati di tensione psicofisica prolungata. Sono indicati cibi
come farina di carruba , zucca , mele, riso bollito , pesce bollito , carne
bianca ;sono da eliminare liquori .La fitoterapia consiglia prima di dormire
un cucchiaino da caffè di radici di Altea o di carbone vegetale in un po' di
acqua. Le tisane si bevono a tazzine cominciando al mattino a digiuno. Nelle
coliti croniche una buona tisana si prepara facendo bollire 15 minuti in gr
600 di acqua gr 35 di cariossidi di Orzo, 40 gr Carote e una Mela cotogna;
tolto il liquido dal fuoco si aggiungono in infusione gr 5 di Salvia , gr 6di
Piantaggine , gr 3di Passiflora ,gr 2 di Menta. Rimedi omeopatici utili sono
Camomilla ,Cantharis , Mercurius ,Veratrum album ,Nux vomica. .Un tipo
particolare di colite è quella da abuso di antibiotici ,detta pseudomembranosa: la normale flora batterica presente nel colon si riduce,
prendendo il sopravvento un microrganismo, il Clostridium difficile,
responsabile , tramite la produzione di una tossina , di danneggiare la mucosa,
con formazione di pseudomembrane biancastre che ricoprono la mucosa ; i
sintomi sono diarrea , dolori addominali , febbre e feci ricche di muco pus .
Consigli pratici
- una tisana con fiori di Camomilla, semi di Finocchio e fiori di Malva ,da
lasciare in infusione almeno 10 minuti. Meglio sarebbe lasciare i fiori di
Camomilla in infusione per un’ora affinché venga accentuata la loro azione
antispasmodica, lenitiva e sedativa del sistema nervoso. La tisana va bevuta
prima dei pasti almeno 2-3 volte al giorno.
- il succo di Limone. Se ne è dimostrata l’efficacia come antibatterico,
disinfettante e sfiammante naturale dell’intestino. Spremete il succo di un
limone e diluitelo in acqua bollente. Bevete quand’è ancora caldo. È utile
assumere il succo di limone sia come curativo sia come preventivo,
specialmente prima e durante viaggi in paesi esotici.
-Banana - Una o due banane mature consumante ogni giorno è uno dei
rimedi naturali più efficaci per la colite ulcerosa. Sono facilmente
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digeribili e leggermente lassative, promuovendo così il processo di cura della
colite.
-Cocco - Bere acqua di cocco ogni giorno aiuta nella cura della colite.
Agisce come tranquillante della mucosa del colon.
-Riso -Il riso possiede un grande contenuto fibroso, pertanto agisce come
tranquillante e quindi cura naturale per la colite. Mischiare un pugno di riso
con un bicchiere di siero di latte e una banana matura e consumare la
soluzione una volta al giorno.
-Mela -Le mele aiutano alla cura delle lesioni ulcerose, a causa della loro alta
concentrazione di ferro e fosforo.
Diarrea
Disturbo dell' alvo caratterizzato dall' evacuazione di un maggior volume di
feci , a consistenza ridotta. più volte al giorno e talora anche la notte. Cause
molteplici : freddo ,eccessi alimentari , indigestione, emozioni, infezioni,
antibiotici . La diarrea è un sintomo che non va sempre combattuto : nel caso
di ingestione di cibo avariato può servire per eliminare le tossine ingerite. E'
sempre importante sostenere l 'organismo reintegrando le perdite di liquidi
con soluzioni saline o con acqua di riso , preparata facendo bollire 30 -40 gr
di riso in un litro di acqua per mezz 'ora. Tra i rimedi omeopatici utili l
'Aloe, l' Antimomium ,la Nux vomica , l Arsenico . La fitoterapia consiglia di
prendere un cucchiaino da caffè di bacche di Mirtillo dopo pranzo al posto
della frutta.
La zuppa di Carote è una cura naturale molto utile per la diarrea. Fornisce al
corpo acqua per combattere la disidratazione, ristabilisce i livelli di sodio,
potassio, fosforo, calcio e magnesio e copre l’intestino per alleviare
l’infiammazione. Da consumare ogni ora in piccole quantità per curare la
diarrea.
Riso - una cura naturale a base di riso è efficace per la diarrea. Il riso agisce
come astringente.
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Il Melograno è conosciuto come un ottimo rimedio naturale per la diarrea,
dovuto alle sue proprietà astringenti.
l'ARGILLA (fango di terra argillosa) - mangiata come un "dolce" ogni giorno od
ogni 2 o 3 giorni per un certo periodo ,che in genere varia da soggetto a
soggetto, con un minimo di 15 giorni; alle volte e' necessario assumerla per
periodi piu' lunghi. Fare attenzione : l'argilla puo' portare stitichezza.
L'argilla con il suo potere mineralizzante, cicatrizzante e chelante, fornisce un
ottimo ausilio a tutti coloro che si debbono disintossicare dalle sostanze
tossiche, aiutando la disinfiammazione e la disintossicazione dell'apparato digerente ed il
corpo intero.
Pimpinella Fate bollire 30 grammi di parti aeree di pimpinella in un litro d’
acqua per 10 minuti e bevete tutto il decotto in giornata in caso si diarrea; 3
tazze al giorno per la menopausa.
STITICHEZZA o meglio STIPSI
COSA E' LA STIPSI ( O STITICHEZZA ) disturbo dell alvo
caratterizzato da un emissione scarsa od infrequente di feci.
Stipsi viene dal greco “stipsis” che vuol dire restringimento. Si parla di stipsi
quando:
- il numero delle evacuazioni è inferiore a 2 3 volte la settimana
- le feci si presentano dure e disidratate
- c'è dolore al momento della defecazione
- rimane il senso di una defecazione incompleta
Esistono 2 tipi di stitichezza:
stitichezza occasionale - fenomeno passeggero causato da sbalzi climatici,
emozioni improvvise, viaggi. Alimentazione con cibi raffinati insufficiente
introduzione di liquidi,
stitichezza cronica – dovuta a scorrette abitudini alimentari, sedentarietà, uso
prolungato di farmaci o malattie croniche intestinali ( diverticolite, ragadi,
emorroidi, colite spastica, diabete, depressione ).
STITICHEZZA: UN PROBLEMA CHE NON HA ETA'
Soffre di stitichezza circa il 20% della popolazione ed è uno dei disturbi più
diffusi della società moderna. Secondo un'indagine recente 7 italiani su 10
soffrono di tale disturbo e sono soprattutto donne.
Le donne in età fertile producono progesterone, un'ormone che determina il
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rilassamento delle pareti intestinali prolungando il tempo di evacuazione.
Durante la gravidanza la produzione di progesterone raddoppia ed è quindi
facile comprendere perchè molte gestanti accusino spesso il disturbo della
stipsi, accentuato dal fatto che il colon subisce una dislocazione.
Nei bambini la stitichezza è spesso dovuta a scorrette abitudini quali:
- mangiare poca frutta e poca verdura
- sopprimere lo stimolo per giocare o guardare la TV
- bere troppo poco
Negli anziani la stipsi è un problema molto frequente poiché la dieta
alimentare diventa monotona e con masticazione spesso incompleta, l'attività
fisica è scarsa o nulla, l'assunzione di liquidi è insufficiente e vi è, di solito,
un considerevole uso di farmaci.
LE CAUSE DELLA STITICHEZZA
In pratica abbiamo già visto quali possono essere le cause della costipazione
intestinale:
Alimentazione ricca di cibi raffinati, assunzione di bevande alcoliche, scarsa
introduzione di fibre con frutta, verdura o pane integrale ( le fibre assorbono
liquidi e sollecitano i movimenti dell'intestino indispensabili per la sua
funzionalità );
Scarso apporto di liquidi, importanti poiché vengono riassorbiti a livello del
colon e aumentano la massa fecale;
Soppressione dello stimolo evacuativo per ragioni di convenienza sociale;
Scarsa attività fisica;
Fattori psicologici ( ansia, stress, depressione );
Assunzione di farmaci che determinano stipsi come effetto collaterale (
ansiolitici, antidepressivi, antiacidi );
Uso continuato ( si può parlare di abuso ) di lassativi;
Malattie dell'apparato digerente e del colon retto ( ragadi, emorroidi,
diverticoli );
Alterazione della microflora intestinale.
IMPIEGO DEI LASSATIVI PER COMBATTERE LA STITICHEZZA
Se si seguono le regole di vita che si possono facilmente comprendere dopo
aver letto ciò che è stato scritto fin qui non ci sarà mai bisogno di utilizzare
lassativi, almeno in maniera esagerata.
L'uso occasionale di lassativi è una pratica normale ma l'abuso è solo
dannoso.
Nel mondo vegetale sono svariate le piante che possiamo utilizzare e che
molto spesso sono presenti, nelle varie formulazioni, in associazione tra loro.
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Frangola, cascara, rabarbaro, senna sono lassativi antrachinonici che
stimolano la motilità intestinale ed agiscono dopo 6-12 ore dalla
somministrazione. Sono sconsigliati in gravidanza e durante l'allattamento
poiché passano nel latte rendendo anche questo lassativo, con spiacevoli
conseguenze per il bambino. Sono sconsigliati anche nella congestione
emorroidaria.
L' olio di mandorle dolci è un olio grasso ottenuto per pressione a freddo dei
semi maturi di Prunus Amygdalus, var.dulcis.
La sua azione come lassativo è quella di lubrificare e ammorbidire la massa
fecale,riducendo gli sforzi richiesti per la defecazione. E' un liquido giallo
pallido, molto fluido, quasi inodore, di sapore dolciastro. La dose utilizzata è
di circa 20 ml al dì e può essere utilizzato in gravidanza.
L' Aloe è un succo estratto da una pianta sempreverde, con fogliame grasso.
Ne esistono circa 350 specie ma quelle utilizzate in campo erboristico sono
prevalentemente due : Aloe Barbadensis Miller (Aloe Vera ) e Aloe
Arborescens Miller.
Nell' intestino l' Aloe agisce contro la pigrizia intestinale, aumentando la
peristalsi ( cioè i movimenti dell'intestino ); cura la colite, la diverticolite e le
patologie a carico dell'intestino tenue poiché presenta azione
antinfiammatoria, lenitiva e cicatrizzante; cura la diarrea in quanto possiede
anche azione antibatterica e antisettica ; impedisce l'insediamento di una flora
batterica pericolosa, essendo efficace contro microrganismi quali Salmonella,
Streptococchi, Stafilococchi e miceti quali Candida albicans intestinale.
Da tutto questo si evince che si può parlare di Aloe come regolarizzatore
intestinale piuttosto che come semplice lassativo.
Ultimamente si tende sempre più a rieducare l'intestino alla sua funzionalità
piuttosto che somministrare lassativi antrachinonici che, abbiamo visto, sono
utili soprattutto nei casi di stitichezza occasionale.
I fermenti lattici
I probiotici sono fermenti lattici che normalizzano la flora batterica
intestinale regolarizzando le funzioni fisiologiche. Quando la microflora
intestinale viene arricchita dalla presenza di questi fermenti si riattiva,
riportando tono alla motilità intestinale e favorendo così la sua naturale
funzionalità.
Non tutti i fermenti lattici sono probiotici. Lo sono quelli che raggiungono
l'intestino in condizioni vitali, resistendo a valori estremi di pH, all'azione dei
sali biliari e del succo pancreatico, senza danneggiare in alcun modo
l'organismo umano.
CIBI LASSATIVI
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Gli alimenti lassativi stimolano la peristalsi del colon, favorendo od accelerando
di riflesso l'evacuazione delle feci. Appartengono a questa categoria le verdure, il
miele, i legumi, la frutta, la birra, il latte, il pane nero ed il brodo.
Tra gli alimenti lassativi più efficaci ricordiamo il tamarindo e la cassia,
generalmente assunti sotto forma di marmellata o sciroppo. Spostandoci alle
nostre latitudini, il cibo lassativo per eccellenza è dato dalle prugne secche (in
caso di stitichezza ostinata, si consiglia di immergerle la sera in un bicchiere
d'acqua, consumandole poi al risveglio insieme al liquido residuo e ad un
cucchiaio di miele). Altri alimenti lassativi sono le more, l'uva, i fichi, la
liquirizia, le pesche, le patate, i kiwi e tutti i cibi particolarmente ricchi di fibra
(semi di lino, avena, farro, carote ecc.) Alla sera prima di coricarsi si può bere
un infuso preparato lasciando riposare per mezz' ora in un quinto di litro d
acqua bollente petali di rosa gr3 ,foglie di susino gr4 ,corteccia di frangula gr3
.
CISTITI
infezione acuta o cronica della vescica ; i microrganismi arrivano per via
ascendente dall 'uretra o dai genitali esterni.
La cistite è una fastidiosa infiammazione (flogosi) della mucosa vescicale.
Colpisce prevalentemente il sesso femminile e spesso si accompagna ad un
bisogno continuo e doloroso di urinare. La cistite è tra i disturbi femminili più
comuni e colpisce circa 1,7 milioni di donne ogni anno.
Quattro donne su cinque denunciano almeno un attacco di cistite nella loro
vita e alcune donne ne sono soggette ricorrentemente. La conformazione
anatomica femminile fa sì che le donne siano più colpite; infatti nella donna l'
uretra è più breve che nell'uomo e questo facilita la risalita dei germi presenti
nell'ambiente vaginale e nell'intestino.
Non sono comunque solo le donne a soffrire di questo disturbo ma anche
uomini, bambini, bambine, anziani e perfino neonati.
Sintomi Cistite
Sul piano clinico la cistite è caratterizzata dai seguenti sintomi irritativi:
pollachiuria: aumento transitorio o permanente del numero di minzioni durante
le 24 ore, accompagnato dalla riduzione del volume vuotato per ogni atto
minzionale;
disuria: difficoltà nell'urinare saltuaria o continua, la minzione può essere lenta
e poco copiosa; tutto ciò richiede uno sforzo eccessivo, i muscoli appaiono
contratti ed il getto può risultare modificato nel volume o nella forma
(deviato, tortuoso ecc.) o arrestarsi improvvisamente e involontariamente;
-bruciore o dolore durante la minzione, talvolta accompagnato da brividi e
freddo;
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-tenesmo vescicale: spasmo doloroso seguito dall'urgente bisogno di urinare;
-urine torbide, a volte maleodoranti;
talvolta è presente anche ematuria o piuria, termini utilizzati per indicare,
rispettivamente, la presenza di sangue e pus nelle urine.
In genere la cistite acuta e non complicata non causa febbre, quando la
temperatura sale notevolmente è possibile che l'infezione si sia propagata alle
alte vie urinarie.
La fenomenologia della cistite cronica è simile a quella della cistite
acuta ma caratterizzata da sintomi più lievi.
Cause di insorgenza della cistite
La vescica ha una notevole resistenza alle infezioni ed in condizioni normali
l'urina che contiene è sterile. Esistono tuttavia particolari condizioni che
rendono l'organismo più suscettibile all'attacco batterico. Questi microrganismi
possono raggiungere la vescica per via ascendente (risalita lungo l'uretra dopo
emissione con le feci), discendente (discesa dal rene) o ematica. La cistite può
quindi manifestarsi per la presenza di numerose condizioni predisponenti:
debilitazione del sistema immunitario in seguito a terapia antibiotica;
alimentazione irregolare o stress eccessivo;
affaticamento fisico o mentale;
scarsa o eccessiva igiene intima è un fattore di rischio comune per la cistite;
utilizzo di assorbenti interni;
uso del diaframma e di creme spermicide che diminuiscono l'acidità vaginale
favorendo la contaminazione batterica;
pantaloni o biancheria intima eccessivamente aderente;
malattie sessualmente trasmissibili come la gonorrea o blenorrea;
agenti chimici;
malformazioni dell'apparato urinario possono predisporre alla cistite;
rapporti sessuali;
utilizzo del catetere;
stenosi o restringimenti uretrali;
presenza di corpi estranei o patologici nella vescica (calcoli o tumori);
diverticoli;
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ipertrofia prostatica;
diabete: la presenza di glucosio nelle urine (glicosuria) favorisce la crescita
batterica.
Vediamo ora alcune semplici regole di comportamento per prevenire la
cistite:
bere molto e spesso: il consumo di acqua aiuta a prevenire l'insorgenza della
cistite, evitando che l'urina ristagni per lungo tempo all'interno della vescica;
evitare di trattenere troppo a lungo le urine, poiché la rarefazione delle
minzioni agevolerebbe la moltiplicazione batterica;
seguire una dieta sana ed equilibrata, concedersi saltuariamente delle pause
rigeneranti e praticare regolare esercizio fisico; tali norme comportamentali
sono importantissime per garantire l'ottimale efficienza del sistema
immunitario;
evitare i rapporti sessuali con persone a rischio od utilizzare perlomeno delle
precauzioni;
urinare e detergere le zone intime dopo rapporto sessuale;
evitare l'utilizzo comune di asciugamani e biancheria intima, a casa, in
albergo, o in qualsiasi altra condizione;
evitare di stare a lungo con il costume da bagno umido;
non indossare pantaloni, biancheria intima o altri indumenti troppo stretti;
meglio scegliere il cotone che rispetto alle fibre sintetiche garantisce una
miglior traspirazione.
Consigli pratici
In presenza di cistite acuta vengono consigliate norme igienico-sanitarie di
carattere generali quali:
assunzione di molta acqua (almeno due litri al giorno, preferibilmente
oligominerale) per diluire la carica batterica ed ottenere un lavaggio
meccanico delle vie urinarie ;
accurata igiene personale, specie nei giorni del ciclo e dopo i rapporti sessuali,
Sul fronte fitoterapico è possibile intervenire, nei casi lievi e sotto controllo
medico, con uva ursina ed altre droghe ad azione diuretica. Utili anche i fermenti
lattici e la vitamina A.
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La terapia vera e propria si basa sulla somministrazione di antibiotici e di
antidolorifici (antispastici, che riducono la contrazione della muscolatura
vescicale). I farmaci antibiotici possono essere assunti in dose singola (se al
primo episodio) o attraverso un breve ciclo di tre giorni (cistite cronica) che,
secondo studi recenti, sembra più efficace della monodose. Dopo qualche
giorno dal termine del trattamento andranno rivalutati i sintomi e gli esami
delle urine, in modo da evitare che la cistite cronicizzi o si complichi. Per la
riuscita del trattamento è fondamentale seguire scrupolosamente i consigli del
medico. Dopo la menopausa la terapia di una cistite cronica può avvalersi
anche di estrogeni naturali o sintetici.
È consigliabile in generale l'adozione di una dieta a base di molti alimenti
freschi e naturali e la riduzione dei cibi ad alto contenuto zuccherino, che
tendono a sostenere i processi alla base di molte infezioni. Molto indicato
cominciare ogni pasto con un piatto di verdure crude per potenziare il sistema
immunitario a livello intestinale.
In presenza di intolleranze alimentari va impostata con l'aiuto del medico
un'opportuna dieta di rotazione. In molti casi, quando il trattamento dietetico è
insufficiente a risolvere il problema, riesce però a rimettere il paziente in
condizioni di rispondere alla terapia antibiotica.
Un altro strumento da considerare per le cistiti croniche sono le integrazioni
vitaminiche e minerali, in particolare di Rame, Zinco, Manganese, vitamina A
o betacarotene e vitamina C. Una miscela di oxiprolinati adatta può essere così
composta: Manganese 30 ml, Rame 90 ml, Zinco 90 ml, Magnesio 30 ml,
Litio 30 ml, Pidione C 30 ml (di questa se ne possono prendere 2 cucchiai da
5 ml al giorno per almeno 1 mese).
In fase acuta, bere molta acqua pura (o tisane di malva), almeno un bicchiere
ogni 20 minuti: è indispensabile per favorire la purificazione dell'organismo,
diluire le urine e ridurre lo stato di infiammazione.
È buona norma, in caso di cistiti frequenti, imparare a urinare ogni volta che
si presenta lo stimolo: i batteri trattenuti tendono a riprodursi.
Ogni volta che sintomi quali febbre e interessamento generale dell'organismo
facciano sospettare una cistite batterica, è opportuno assumere del Rame (2/3
cucchiaini al giorno) almeno fino a quando sarà scesa la febbre. Se invece il
problema è più probabilmente collegato a spasmo, contrattura o renella,
l'integrazione più adatta è una miscela di oxiprolinati di Magnesio 60 ml,
Litio 30 ml, Manganese 15 ml, Cobalto 15 ml (3 cucchiaini da 5 ml al
giorno). Anche in caso di cistite “cronica” sono necessarie assunzioni
quotidiane di una dose di Rame (meglio come oxiprolinato), anche per lunghi
periodi, fino alla normalizzazione delle urinoculture, da associare alla
formulazione segnalata più sopra.
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Nei casi in cui si sospetti un'infezione delle vie urinarie è anche utile
utilizzare del Mirtillo nero in capsule. Grazie alla sua ricchezza in antocianosidi
il Mirtillo nero svolge una buona azione antibatterica particolarmente a livello
vescicale.
In caso di colibacillosi, può essere utile integrare l'alimentazione con Yogurt,
Fermenti lattici, Vitamina C, Bioflavonoidi e Vitamina A; inoltre si consiglia
di “ripulire” l'intestino con una dose del rimedio omeopatico Oxyurus
vermicularis 200 CH. La fitoterapia consiglia di bere un decotto gr 50 per un
litro di acqua di radici di Prezzemolo , fiori di Erica ,foglie di Pirola, foglie di
Uva ursina, radici di Gramigna .I rimedi omeopatici più usati sono
Mercurius, Populus, Equisetum ,Cantharis .
78
Raffreddore
IL naso chiuso dal raffreddore e dai muchi ristagnanti causa spesso
difficoltà respiratorie, testa ovattata, e a volte leggera e temporanea
ipoacusia con possibile conseguente rialzo febbrile
Elicriso L'elicriso è una pianta dai colori brillanti come il sole: si raccoglie da
maggio a settembre ed è utile per combattere le malattie da raffreddamento, le
patologie respiratorie e le allergie
Naso chiuso
Respirare bene migliora il flusso d'aria dalle narici,
Cosa significa avere il naso chiuso?
La sensazione di naso chiuso (o congestione nasale) si verifica quando la
mucosa nasale si gonfia, riducendo o impedendo di conseguenza la
respirazione attraverso il naso. Di conseguenza diventa più semplice respirare
dalla bocca. La congestione nasale può essere particolarmente fastidiosa di
notte e quando il respirare dalla bocca può causare fenomeni di russamento
che impediscono di dormire a te e a chi ti sta accanto!
Come si può gestire?
Per un sollievo immediato al naso chiuso, prova i cerottini nasali
RespiraBene™ che hanno la capacità di alleviare immediatamente la
congestione nasale.
Cosa provoca la congestione nasale?
La congestione nasale è provocata da disturbi comuni, come raffreddori e
allergie, che, causando una dilatazione dei vasi sanguigni nel naso, fanno sì
che i passaggi nasali si restringano. Tale processo rende più difficile il
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passaggio dell’aria attraverso il naso e provoca la nota sensazione di naso
chiuso.
Rimedio pratico
Mettere in una bacinella acqua bollente e delle foglie di menta e eucalipto
tritate, diluire con un cucchiaio uno o due dosi (cucchiai) di vicks vaporoub e
mettere la testa sulla bacinella coperta da un asciugamano per almeno 10
minuti; ripetere alla bisogna .
Rimedio naso chiuso
1 tazza di acqua – 1 cucchiaino di sale marino integrale.
Portate a bollore una tazza di acqua alla quale avete mescolato il sale marino
integrale e fate raffreddare.
Prendete una pipetta contagocce e con essa instillate nel naso alcune gocce di
soluzione.
Fate un bel respiro e poi soffiate il naso, tenendo tappata l’altra narice.
Ripetete la stessa operazione per l’altra narice e sentirete il naso libero e la
respirazione regolare.
Il trattamento naso chiuso con la soluzione naturale non ha nessuna
controindicazione in quanto non comporta infiammazioni delle mucose
nasali; associato ad una dieta di cibi caldi e decotti decongestionanti l’effetto
benessere è assicurato.
Tosse
i mesi più freddi dell’anno coincidono con la stagione del mal di gola, del
raffreddore, dell’influenza e, naturalmente, anche della tosse. Tosse che viene
usualmente distinta in grassa e secca o, in altri termini, produttiva (con
catarro) e non produttiva.
Se state passando i giorni e le notti a tossire, potete contemplare uno o più dei
seguenti prodotti fitoterapici, sulla base delle caratteristiche della vostra tosse.
Tranne quando diversamente specificato, ogni erba può essere assunta sotto
forma di tintura madre, alla dose di 50 gocce in mezzo bicchiere d’acqua 3 volte
al giorno. Nei bambini, le dosi vanno calibrate in base al peso, ma,
considerato il contenuto di alcol delle tinture madri, sono preferibili le tisane.
Nella tosse dei più piccoli, oltre alla fitoterapia, è molto utile anche l’omeopatia.
Di seguito alcuni dei rimedi fitoterapici utili nella tosse :
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Altea: emolliente e lenitiva delle mucose, adatta soprattutto nella tosse secca
e stizzosa.
Echinacea: qualora sia anche necessario rinforzare il sistema immunitario,
l’echinacea è uno dei fitoterapici più indicati.
Lavanda: spasmolitica delle vie respiratorie e sedativa del sistema nervoso,
è adatta in particolare nella tosse stizzosa ed è l’ideale per passare notti
serene. Interessante anche la Lavanda come olio essenziale.
Malva: emolliente e antitussiva, è utile soprattutto nella tosse stizzosa. Oltre
alla tintura madre, può anche essere impiegato un facilissimo macerato a freddo
.
Papavero: una tisana di papavero rosso, come la lavanda, è perfetta per passare
notti tranquille, dal momento che agisce sia calmando la tosse secca e nervosa
sia facilitando il sonno.
Pino: gli oli essenziali di pino hanno proprietà espettoranti, balsamiche e
decongestionanti e possono essere adoperati per preparare suffumigi per
sciogliere il catarro.
Timo: spasmolitico dei bronchi, espettorante e antisettico, trova impiego nella
tosse grassa.
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PICCOLI STATI INFLUENZALI
La Spirea Ulmaria agisce proprio come l'aspirina svolgendo un'azione
antinfluenzale, febbrifuga e diaforetica oltre che antinfiammatoria e
antidolorifica. Il nome aspirina potrebbe derivare proprio dalla “spirea”
Una panacea, quindi, per chi viene colpito da un'influenza con i relativi
sintomi, come dolore e indolenzimento alle ossa e ai muscoli, mal di testa,
congestione, debolezza.
E' sufficiente assumere prima di coricarci un cucchiaio di fiori o sommità
fiorite , lasciati in infusione per dieci minuti nell'acqua di una tazza da tè, per
scatenare una reazione molto simile a quella prodotta dall'aspirina,
risvegliandoci magari tutti sudati ma anche sfebbrati.
Si rammenta che i farmaci sono un attentato per le cosce e i glutei femminili,
in quanto alimentano ritenzione idrica e cellulite; al contrario la Spirea
Ulmaria è una pianta indicata anche per questo tipo di problema
. Se l'influenza è accompagnata da una tosse fastidiosa che impedisce il riposo
notturno, facciamoci preparare dal nostro erborista di fiducia una tisana con la
Spirea e il Tiglio, magari con l'aggiunta di Sambuco. Aggiungiamo del miele
di tiglio oppure di eucalipto per ottenere benefici maggiori.
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ALITO CATTIVO – ALITOSI
I residui di cibo, che si depositano tra i denti, vengono decomposti dall'azione
dei batteri presenti nel cavo orale e, se non rimossi tramite un'accurata igiene
orale, diventano una delle cause principali dell'alitosi. In particolare, alcune
sostanze come l'alcool o i residui della combustione del tabacco, o quelle
presenti nell'aglio e la cipolla, sono eliminate per via respiratoria e
conferiscono uno spiacevole odore caratteristico all'alito.
Il Bicarbonato, essendo una sostanza tampone, aiuta a neutralizzare proprio
quegli odori che hanno origine acida, come aglio o cipolla (oltretutto
particolarmente difficili da eliminare!) o basica, come il pesce.
Come fare?
sciogliere 1 cucchiaino (5g) di Bicarbonato Solvay in un bicchiere d acqua,
con una foglia di menta . Poi sciacqua la bocca come faresti con un normale
collutorio: funziona, e ti lascerà un gusto fresco in bocca!
ATTENZIONE: se, nonostante un'accurata igiene orale e l'eliminazione delle
sostanze tipicamente causa di alitosi, il problema dovesse persistere, questo
potrebbe essere la spia di affezioni a carico del cavo orale (ad esempio carie,
gengiviti o la temuta malattia paradontale, comunemente detta piorrea) o
dell'apparato digerente (ernia iatale, diverticoli esofagiti…); vale quindi
sicuramente la pena di approfondirne le cause con il medico di fiducia o con
uno specialista.
.
Faringite
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La faringite, o più comunemente mal di gola, è l'infiammazione della faringe,
spesso causata da un'infezione virale come il raffreddore, l'influenza o la
mononucleosi; più raramente il processo flogistico è causato da batteri ed in tal
caso viene intrapresa una terapia antibiotica. Il sintomo più caratteristico, noto
ai più, è un dolore localizzato nella parte posteriore del cavo orale, Se
l'infezione persiste, i linfonodi del collo possono infiammarsi e risultare
particolarmente dolenti (adenite cervicale).
AFRODISIACI NATURALI
Afrodisiaci naturali. Spesso uno dei due membri della coppia é affetto da
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disturbi di natura psicologica o di natura fisica che creano disfunzioni a
livello sessuale. Tralasciando il problema della "precocità maschile",
disturbo sempre più diffuso e altamente complesso, qui indicheremo alcuni
afrodisiaci, maschili e femminili (anche le donne possono utilizzare con
buoni risultati prodotti afrodisiaci) che possono aiutare in vari modi nel
rapporto sessuale. Senza entrare nello specifico indichiamo i principali
prodotti naturali, afrodisiaci.
Sicuramente ha suscitato molto interesse la Yohimbina, alcaloide principale
contenuto nella corteccia della rubiacea Corynanthe yohimbe. Questo
alcaloide è in grado di stimolare i comportamenti sessuali a livello centrale e
di produrre vasodilatazione a livello periferico. La Yohimbina viene
utilizzata nel trattamento di impotenza di origine organica o psicosomatica.
Purtroppo la Corynanthe yohimbe rientra tra quelle piante introvabili e
considerate pericolose. In alternativa ci si può orientare sulla Muira puama,
pianta originaria dell'Amazzonia brasiliana, "afrodisiaco di potenza
straordinaria". Contiene un alcaloide con struttura simile a quella della
yohimbina, ad azione vasodilatatrice specifica.
LA Maca, energizzante nelle disfunzioni sessuali, in particolare maschili,
nell'infertilità' e nell'affaticamento cronico, contiene alcuni alcaloidi i quali
agiscono sull'asse ipotalamo-ipofisario, producendo una stimolazione delle
ghiandole surrenali ed un effetto energizzante e stimolante sulle gonadi.
Ha proprietà di aumentare la fertilità, sia maschile che femminile, dovuta al
sinergismo di diversi componenti: alto contenuto di minerali quali zinco e
iodio, presenza di aminoacidi, in particolare arginina, e vitamine C ed E
agiscono in sinergia con le sostanze di natura alcaloidea e con i fitosteroli.
Tribulus terrestris, é un tonico energizzante naturale in grado di influire
favorevolmente sulla sfera sessuale. Le sue proprietà, tonico-energizzanti,
anabolizzanti, stimolanti dell’attività sessuale e spermatogeniche, sono da
ricondursi alla presenza di saponine steroidiche. E' sicuramente assieme a
Maca l' afrodisiaco più utilizzato.
Mucuna pruriens: Lo studio scientifico dei principi attivi ha dimostrato che
l’azione della Mucuna è fondamentalmente legata all’elevato contenuto di Ldopa (precursore della dopamina). L’attività dopaminergica è associata con
l’attività erettile nel maschio. Secondo alcuni autori l’attività afrodisiaca
sembra essere potenziata da alcuni alcaloidi indolici contenuti nella Mucuna,
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in particolare la 5-metossi-N,N-dimetiltriptamina (Neuwinger H.D., 1996).
Attualmente i prodotti a base di Mukuna pruriens sono di difficile reperibilità.
Yohimba
La Pausinystalia yohimbe è un albero che cresce nelle regioni occidentali del
continente africano (Nigeria, Cameroon, Congo e Gabon). Dalla corteccia di
questo albero si ricava un potente alcaloide chiamato Yohimbina. Tale
sostanza, molto utilizzata prima dell'avvento del viagra (che non può essere
considerato un afrodisiaco), viene impiegata nel trattamento della disfunzione
erettile.
La Yohimbina ha la capacità di rilasciare e dilatare i vasi del pene,
aumentando l'afflusso di sangue e, di conseguenza, la consistenza e la durata
dell'erezione (azione inibitoria sui recettori α-2 che stimolano la contrazione
della muscolatura liscia vascolare). Questa sostanza è nota anche per i suoi
presunti effetti dimagranti legati alla stimolazione del sistema adrenergico
(aumentata secrezione di catecolamine).
A causa dei suoi effetti collaterali tale droga è vietata in alcuni Paesi. Questo
alcaloide può infatti causare forti emicranie, insonnia ed ipertensione arteriosa.
Posologia: da 5 a 6 mg da assumere tre volte al giorno per otto settimane.
Quando si parla di preparati erboristici i livelli di assunzione dipendono
comunque dal prodotto che può essere più o meno concentrato e purificato.
Muira Pauma
è un alberello che cresce spontaneo in Brasile lungo le rive del Rio delle
Amazzoni. Dalle radici e dal fusto si ricavano interessanti alcaloidi in grado,
anche in questo caso, di curare disfunzioni sessuali sia in uomini che in
donne. Queste sostanze stimolano infatti la vasodilatazione periferica grazie
anche all'aumentata produzione di ossido nitrico.
Indagini sui possibili effetti di questa pianta hanno evidenziato che, ad alte
dosi, gli estratti di Muira Palma alterano la coordinazione dei movimenti a
causa dell'aumento di acetilcolina nel muscolo derivante dalla massiccia
inibizione della colinesterasi (enzima che scinde l’acetilcolina, un importante
neurotrasmettitore).
Ginkgo bilboa
Il ginkgo bilboa è una pianta tipica della medicina popolare cinese ma molto
conosciuta anche nei Paesi occidentali.
Le sue proprietà afrodisiache sono legati al contenuto in terpenlattoni e ginkoflavone glicosidi. Entrambe queste classi di sostanze dal nome poco
rassicurante sono in realtà molto utili nel regolare la funzionalità circolatoria.
Le loro azioni vasodilatatorie vengono impiegate non solo per aumentare il
86
desiderio sessuale, ma anche per il loro effetto coadiuvante nella terapia del
morbo di Alzheimer.
Gli estratti di Ginkgo non vanno utilizzati in associazione agli antiaggreganti
piastrinici, come l'eparina e l'aspirina e a prodotti che aumentano l'acidità
gastrica, come aglio e salice.
Damiana
La Damiana è una pianta originaria del Messico e del sud degli Stati Uniti.
Gli estratti di questa pianta sono stati ampiamente utilizzati dai Messicani
come potente afrodisiaco utile sia per gli uomini che per le donne.
Purtroppo anche in questo caso mancano chiare evidenze scientifiche sulle
reali proprietà della pianta. Uno studio suggerisce che alcune sostanze
presenti nella Damiana potrebbero avere effetti simili al progesterone e
potrebbero per questo contribuire alla regolazione del ciclo mestruale e
all'aumento della libido nelle donne.
L-Arginina
è un aminoacido che regola numerose funzioni corporee. Tra tutte queste
funzioni l'arginina interviene anche nella sintesi di ossido nitrico, una sostanza
che induce vasodilatazione diminuendo la pressione arteriosa ed aumentando
l'apporto di sangue ai tessuti. Tale effetto potrebbe in qualche modo
contribuire all'aumento del desiderio e delle prestazioni sessuali
incrementando l'afflusso di sangue ai genitali.
Capitolo a parte dedicheremo al peperoncino,il quale ha proprietà
diverse ed è considerato a giusta ragione vasodilatatore, e per tale scopo può
essere immesso nelle piante afrodisiache.
Non sottovalutare anche l' assunzione delle noci e della frutta secca in
genere che aumentano il progesterone, ma nulla è veramente miracoloso.
Al termine di questa dissertazione mi auguro sia chiaro che l'efficacia degli
afrodisiaci naturali deriva per lo più dalle tradizioni locali e da pochi studi
isolati, spesso privi di qualsiasi fondamento scientifico (senza contare i
possibili effetti collaterali e le interazioni con altri farmaci o patologie).
Se la mancanza di desiderio è importante si consiglia di rivolgersi ad un
medico specialista che cercherà di risolvere il problema collaborando con
altre figure importanti, come lo psicologo e lo stesso erborista.
Sottolineiamo infine l'importanza dell'attività fisica e di una sana
alimentazione. Il piacere di muoversi e stare con gli altri, associato al
miglioramento estetico e funzionale del proprio corpo, è infatti in grado di
regalare sicurezza ed autostima migliorando al tempo stesso anche desiderio e
performance sessuali.
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Consigli pratici
Allenare il piacere sessuale
Tra i tanti muscoli del corpo umano ne esiste uno in grado di aumentare il piacere
sessuale
Il perineo forma con i suoi fasci la regione muscolare della parte inferiore del
bacino. La sua funzione principale è quella di sostenere gli organi pelvici.
Tra i tanti muscoli che formano il perineo ne esiste uno, volontario, chiamato
pubococcigeo, la cui azione basilare è di restringere l'ano e nella donna la
vagina.
Kegel fu il primo a compiere studi approfonditi su questo muscolo e a
sviluppare tutta una serie di tecniche per controllarlo e svilupparlo.
PER LEI:
Il muscolo pubococcigeo interviene nel parto, nella minzione e nell'orgasmo.
Secondo Kegel due donne su tre non proverebbero nulla nel rapporto genitale
o proverebbero soltanto una sensazione troppo debole, semplicemente perché
questo muscolo non è sufficientemente sviluppato.
I benefici che una donna può trarre dall'allenamento del muscolo
pubococcigeo sono:
orgasmi più intensi, piacevoli e facili da raggiungere ;
aumento della sensibilità vaginale;
facilitazione durante il parto ;
prevenzione di prolassi e incontinenza ;
aumento del piacere del partner durante il rapporto .
Per questo motivo le donne hanno imparato a conoscerlo e ad esercitarlo già
da molto tempo, specie nella cultura orientale.
SERIE E RIPETIZIONI: come tutti gli altri muscoli anche il pubococcigeo
risponde a determinati stimoli allenanti. L'esercizio più semplice per
individuare ed allenare questo muscolo è quello di interrompere il flusso di
urina per qualche secondo durante la minzione.
Si possono eseguire a tal proposito tre serie da cinque ripetizioni della durata
di 3 secondi ciascuna. Esistono poi una serie di oggetti in grado di facilitarne
la localizzazione e l'allenamento, come ad esempio i coni vaginali.
88
Un altra tecnica utilizzata è quella delle contrazioni graduate.
Dopo qualche settimana di allenamento e sensibilizzazione è possibile
contrarre gradualmente il muscolo pubococcigeo per 5 secondi, mantenere la
tensione per altri 5 e quindi rilassarlo gradualmente.
E' importante esercitare questo muscolo quotidianamente. In ogni caso i
progressi ottenibili sono rapidi e già nel giro di 1-2 settimane si possono
ottenere risultati concreti.
PER LUI:
Grazie a questa tecnica è possibile controllare l'eiaculazione. Il dominio di
questo muscolo permette infatti di rimandare l'eiaculazione e persino di
provare orgasmi multipli.
COLESTEROLO, TRIGLICERIDI e DISTURBI
CARDIOVASCOLARI
Il colesterolo, appartenente alla classe dei grassi, è una sostanza presente in
tutti i tessuti dell’organismo in quanto essenziale per la vita: gioca un ruolo
molto importante nella produzione della vitamina D, di diversi ormoni e nella
89
formazione delle cellule in generale, è il costituente fondamentale della
guaina che riveste i nervi, rappresenta inoltre una riserva energetica per
l’organismo. Tuttavia un eccesso di questa sostanza può risultare dannoso alla
salute, colpendo in particolare il sistema cardiovascolare.
Il colesterolo viene trasportato attraverso il circolo sanguigno dalle
lipoproteine, di cui sono presenti due gruppi fondamentali: le lipoproteine a
bassa densità (indicate con la sigla LDL) e quelle ad alta densità (HDL).
I trigliceridi sono i grassi per definizione, necessari per l’organismo entro
certi limiti, possono contribuire a peggiorare i danni provocati da un eccesso
di colesterolo. Anch’essi sono trasportati nel sangue sotto forma di
lipoproteine, classificabili in base alle loro dimensioni, densità, rapporto fra
trigliceridi e colesterolo contenuti.
Quando Colesterolo e trigliceridi diventano dannosi:
L’iperlipidemia è riconosciuta come una delle cause principali di morte per
malattie coronariche. Con tale termine viene definito un eccessivo livello
plasmatico di colesterolo e di lipoproteine trasportatrici di trigliceridi: nei
paesi occidentali ne sono colpiti circa il 15-20% della popolazione. Ma anche
livelli poco superiori a quelli considerati ottimali sono legati ad un aumentato
rischio di infarto del miocardio; secondo questa ultima definizione il 50%
della popolazione adulta è a rischio.
Particolarmente rischiosi sono gli alti livelli di colesterolo nel sangue
(ipercolesterolemia), che possono dipendere da difetti metabolici,
generalmente ereditari, oppure da una eccessiva introduzione di colesterolo
con l’alimentazione. Piuttosto che sui livelli di colesterolo totale,
l’orientamento attuale focalizza l’attenzione sul colesterolo-LDL, il
cosiddetto colesterolo cattivo, colesterolo legato alle lipoproteine a bassa
densità (Low Density Lipoproteins). Sappiamo infatti che il colesterolo-LDL
favorisce la formazione delle placche aterosclerotiche mentre il colesteroloHDL, detto colesterolo buono cioè il colesterolo legato alle lipoproteine ad
alta densità (High Density Lipoproteins), svolge anzi un’azione protettiva nei
confronti delle malattie cardiovascolari.
Una particolare attenzione viene rivolta pertanto a quelle sostanze in grado di
diminuire specificamente il colesterolo-LDL.
Colesterolo
totale
90
ColesteroloLDL
ColesteroloHDL
Trigliceridi
Valori
ottimali
auspicabili
< 200 mg/dl
< 120-150
mg/dl
>= 50-60
mg/dl
Valori non
ottimali
200-239 mg/dl 150-180 mg/dl 50-35 mg/dl
200-800 mg/dl
Valori
pericolosi
>= 240 mg/dl > 180 mg/dl
> 800 mg/dl
< 35 mg/dl
< 250 mg/dl
Fattori aggravanti
Esiste come abbiamo visto una predisposizione genetica, ma vi sono anche
diversi fattori aggravanti rappresentati da
•
Abitudini alimentari scorrette: una dieta ricca di grassi soprattutto se di
origine animale fa aumentare l’introduzione di colesterolo e trigliceridi
peggiorando la situazione;
• Abitudini non alimentari: il fumo aumenta il rischio di aterosclerosi, al
di là degli altri danni conosciuti infatti provoca un progressivo
restringimento delle arterie; anche lo stress contribuisce a peggiorare
tale situazione;
• Alcune malattie: l’ipertensione e il diabete provocano lesioni al
rivestimento interno delle arterie, queste lesioni predispongono al
deposito di colesterolo e alla successiva formazione di placche
aterosclerotiche.
Importante é seguire una dieta per diminuire colesterolo e trigliceridi e
aumentare i valori del colesterolo buono.
Fare le analisi periodicamente e seguire una dieta equilibrata consona con il
proprio fabbisogno calorico è essenziale.
Non esitate a parlare con il vostro medico.
Sangue dal naso - epistassi Detta anche rinorragia, o più semplicemente sangue dal naso, l'epistassi può
verificarsi senza causa apparente (epistassi essenziale) o come sintomo di
un’affezione locale o generale (epistassi secondaria).
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Il più delle volte, specie in pazienti giovani, l'emorragia è dovuta a rottura
spontanea dei piccoli vasi della muscosa nasale, in seguito a irritazione o a
piccoli traumi (raffreddore, manovre maldestre con le dita, riniti, modificazioni
ormonali tipiche della pubertà ecc.).
Più raramente, e soprattutto negli anziani, il sangue dal naso può essere
sintomo di un malessere severo. Sono infatti innumerevoli le situazioni
patologiche che possono determinare epistassi:
fragilità vasale, arteriosclerosi, cardiopatie, ipertensione, malattie infettive
(scarlattina, febbre tifoide, morbillo ecc.), avvelenamento, coagulopatie,
deficienze vitaminiche, malattie renali ed epatobiliari, colpo di calore.
All'origine del sanguinamento possono esservi anche fattori locali più o meno
gravi (varici del setto, polipi nasali, deviazioni del setto, neoplasie, ulcera
perforante del setto, morbo di Rendu-Osler, fibroma rinofaringeo, irritazione
chimica -vedi cocaina-).
Cosa fare? - primo soccorso → Se l'emorragia dei vasi sanguigni presenti nelle cavità nasali non segue a
trauma cranico, occorre mettere la vittima in posizione seduta, con il capo
leggermente chinato in avanti; questa operazione, unitamente all'invito di
sputare il sangue eventualmente presente nel cavo orale, ha lo scopo di evitare
l'insorgenza di nausea o vomito con la sua ingestione.
Slacciare gli abiti intorno al collo e comprimere la narice sanguinante con un
dito per qualche minuto; utile, se possibile, il raffreddamento con ghiaccio o
acqua fredda alla radice del naso.
Se l'emorragia non si arresta è opportuno rivolgersi al medico per un
tamponamento (introduzione nella fossa nasale di un cilindro di cotone
imbevuto di acqua ossigenata o di una garza iodoformica) o, nelle emorragie
più severe e recidivanti, tramite galvanocausticazione. Il consulto medico è
d'obbligo anche in caso di epistassi ricorrente, in modo da eseguire tutti gli
accertamenti necessari per scoprirne le cause.
Se la perdita di sangue dal naso è dovuta ad un trauma cranio-facciale , va
sospettata la frattura delle ossa nasali ogniqualvolta il naso si presenti
tumefatto e dolente. In questo caso è bene evitare qualsiasi manovra, poiché
interventi impropri o maldestri potrebbero causare danni estetici permanenti.
Se il paziente perde conoscenza in seguito al trauma va messo in posizione
laterale di sicurezza sul lato dell'emorragia (onde evitare che il sangue si
raccolga nel retrobocca e vada ad ostruire le vie respiratorie); tale operazione
92
andrebbe eseguita con l'ausilio di un compagno per evitare inopportuni
movimenti del collo. Allertare tempestivamente il 118.
PREVENZIONE: è importante evitare gli sbalzi pressori (tipici quelli da
rapida risalita in superficie nell’immersione subacquea) e tenere sotto controllo le
malattie generali che causano il sanguinamento dal naso. Qualora questo si
verifichi è bene mantenere la calma poiché l'ansia sembra essere un fattore
aggravante l'emorragia.
Rimedi domestici naturali al trattamento della epistassi
Limone : Nel caso della epistassi, mettere due gocce del limone
frequentemente nelle narici. Controllerà lo spurgo dal naso.
Uva : piccole spremuta di uva dolce tramite le narici. Fornirà risoluzione
all'istante della epistassi.
Melograno : (1) mettere alcune gocce della spremuta del melograno nelle
narici fornirà il sollievo da expistaxis.
Cipolla : Mettere alcune gocce della spremuta della cipolla nelle narici nel
caso di emorragia dal naso. La spremuta della cipolla cura l'infezione del naso
e della gola. Mettere alcune gocce della cipolla che la spremuta ha mescolato
con la spremuta di fogli mint nelle narici è inoltre favorevole. L'estratto dei
fiori del melograno può anche essere mescolato con la spremuta di foglie
menta.
Basilico: Mettendo alcune gocce della spremuta del basilico nelle narici
smetterà di sanguinare dal naso.
Acqua : L'acqua fredda versantesi sulla testa smetterà di sanguinare dal naso.
Ghiaccio : mettere il ghiaccio sulla testa ed inoltre versare l'acqua fredda.
Smetterà di sanguinare dal naso.
Noce di cocco : Il consumo quotidiano della noce di cocco alla mattina sullo
stomaco vuoto fornisce il rilievo dalla epistassi.
Mal di denti
Mettete a bollire in un pentolino quattro rametti di salvia; l'acqua deve
diventare di un colore viola ,dopo di che fate i risciacqui come con il
collutorio.. Vedrete : farà miracoli..
93
- Con una cipolla tritata possiamo disinfiammare la parte dolente - anche in
caso di gengiviti. Per gli ascessi è da preferire la cipolla cotta, in attesa
ovviamente della prescrizione dell'antibiotico!
- Con i chiodi di garofano possiamo anestetizzare la parte dolente,
rinfrescare l'alito e combattere persino la nausea. Da usare sotto forma di
essenza.
Procedimento: imbevete un cotton fioc nell’olio essenziale di chiodo di
garofano e applicate sul dente che duole. Secondo le proprie esigenze,
applicate ogni qual volta ne avvertite l’esigenza.
E’ anche possibile acquistare chiodi di garofano in erboristeria e masticarli
come chewingum.
-Masticando foglie di prezzemolo fresco riusciremo sicuramente a provare
del sollievo.
-Noce Moscata -Un rimedio che ha origini molto antiche, quello di usare la
noce moscata per combattere il mal di denti. Oggi si usa fondamentalmente
l’olio essenziale di noce moscata da applicare, con un cotton fioc, sul dente
dolente.
-Con l'infuso di basilico (tre/quattro cucchiaini nell'acqua di una tazza da tè)
possiamo fare sciacqui molto efficaci sia per il mal di denti che per le afte.
-Pestando una o più foglie di cavolo e applicandole - ricordandoci di
cambiarle spesso -con una garza sulla zona colpita da un ascesso, noteremo
una sensibile riduzione del gonfiore.
-Mescolate un cucchiaino di olio essenziale di garofano e uno di cloroformio, poi
bagnate dei batuffoli di cotone e applicate localmente.
- Mescolate sale fino e allume in parti uguali e riducete in polvere. Poi bagnate
un piccolo pezzo di cotone, fatevi aderire il composto e applicate sul dente
dolorante. All’inizio avvertirete una sensazione di freddo che gradualmente
scomparirà portandosi dietro il mal di denti. Funziona perchè l’allume, che si
trova nelle erboristerie, è un antibatterico naturale.
-Prendete una fetta di pane tostato e riducetela in poltiglia. Bagnate con alcol,
spolverizzate con pepe e applicate esternamente
Denti cariati
In un cucchiaio versate limone e sale fino, lasciate cuocere a fuoco lento;
quando il prodotto sarà cotto, fate una piccola medicazione con un pezzettino
di ovatta e lasciatelo nella cavità del dente.
94
Se sul dente dove si focalizza il dolore si presenta solo una piccola macchia
scura sullo smalto si tratta con tutta probabilità di una carie superficiale , in
tal caso al dolore si associa anche una forte sensibilità ai cibi caldi o freddi .
Nel caso sul dente si evidenzia il buchetto nero si tratta allora di carie
profonda e quindi il batterio responsabile della carie ( streptococco mutans)
ha danneggiato la dentina, ovvero il tessuto sottostante il dente, fino ad
arrivare alla polpa che ,gonfiandosi ,comprime il nervo, facendoci avvertire
quell’insopportabile dolore “a pulsazioni”. In tal caso occorre verificare se nel
buco del dente è presente del cibo, in questo caso occorre rimuoverlo
utilizzando esclusivamente lo spazzolino e dentifricio.
Per le carie, il sollievo più immediato è dato da risciacqui con collutorio e se
si vuole ricorrere all’esperienza della nonna ,si masticano chiodi di garofano,
posizionandoli sul dente dolorante e schiacciandoli con l’opposto sano. I
chiodi di garofano sono ricchi di un olio essenziale con attività anestetizzante.
Se si notano gengive arrossate allora con ogni probabilità si tratta di
gengivite, se invece il dolore è localizzato verso la fine dell’arcata dentale
plausibilmente il dolore è dovuto al dente del giudizio. In entrambi questi casi
il sollievo immediato si può ottenere ricorrendo a sciacqui di infuso di malva-- aggiungere cinque grammi di malva ( in fiori o foglie) in 100 ml di acqua
bollente, filtrare e lasciare raffreddare prima di effettuare gli sciacqui---. Non
utilizzare spazzolino nel caso di gengivite ovvero gengive infiammate.
Non tutti i rimedi suggeriti dall’esperienza del popolo sono efficaci; per non
peggiorare il dolore è da evitare sicuramente:
- Rimuovere il cibo dal dente cariato con uno stuzzicadenti;
- Non abusare di analgesici;
- Tenere in bocca bevande fredde o bollenti che aumenterebbero solo
l’irritazione;
- Masticare alimenti duri,
- Sciacquare la bocca con bevande alcoliche; in tal caso l’effetto
anestetizzante è solo temporaneo.
Ad ogni buon conto superata la notte insonne occorrerà rivolgersi al dentista
di fiducia.
N.B. Quanto sopra , solo per una emergenza al dolore poi dovete recarvi dal
dentista ...
Denti bianchi rimedi fai da te
L’uso eccessivo di tabacco, caffè, vino, nonché la cattiva alimentazione,
macchiano i nostri denti ingiallendoli. Per avere denti bianchi ed un sorriso
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sempre smagliante, senza dover ricorrere ai costosi trattamenti dentistici,
ecco alcuni rimedi fai da te.
Il bicarbonato è utile oltre che a rendere i denti più bianchi, anche a
combattere l’acidità creata dai batteri che sono la causa della formazione della
placca. Come usarlo: immergere la punta dello spazzolino nel bicarbonato,
spazzolare i denti per circa un minuto. Si percepisce sin da subito la
sensazione dei denti bianchi, ma attenzione, non utilizzare questa soluzione
più di due volte la settimana perché si rischia di graffiare i denti e consumare
lo smalto.
Un’erba efficace per mantenere i vostri denti sempre al top è la salvia. Come
usarla: passare sui denti una foglia di salvia ogni 3 giorni, questa avrà un
effetto antisettico e lenitivo, capace di rinforzare le gengive deboli e
sanguinanti.
N.B. È bene sapere, infine, che tutti i tipi di sbiancamento indeboliscono i
denti, per cui non bisogna mai esagerare!
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PELLE SECCA - DISIDRATATA
Con l'arrivo dell'inverno la pelle si secca, tira, prude. Sono soprattutto il viso e
le mani a soffrire. Ma anche altre parti del corpo hanno bisogno di maggiore
idratazione e cura.
Ecco alcuni rimedi fai da te per proteggere questo tipo di pelle:
1- Intiepidite due cucchiai di latte e aggiungete qualche goccia d'olio d'oliva o
di mandorle dolci; mettete il liquido in un flaconcino e agitate, poi usatelo
come un normale latte detergente, asciugando alla fine gli eventuali residui
con dei fazzolettini di carta.
2 - Mescolate mezzo bicchiere di succo di melone con altrettanto latte fresco
intero ed acqua minerale o distillata. Conservate in una bottiglia chiusa in
frigorifero (si conserverà per alcuni giorni). Scuotete la soluzione ogni volta
che volete pulire la pelle del viso e del collo ed utilizzatela come un normale
detergente.
Il risultato sarà in entrambi i casi una pelle non solo perfettamente struccata e
pulita, ma anche morbida ed idratata.
Tonico per pelle secca e sensibile:
Dopo la pulizia del viso, questo tonico stimola e rinfresca la pelle
- 85 ml di acqua di rose
- 2 cucchiaini di tintura di Calendula .Agitare bene l’acqua di rose e la tintura
di calendula in un flacone di vetro scuro.
Conservare al fresco.
Picchiettare viso e collo con ovatta imbevuta di tonico.
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-Riempite di avena un sacchetto di mussola, legatelo in cima, immergetelo
nell'acqua fredda o in acqua tiepida, spremetelo e sfregatelo leggermente sulla
pelle screpolata nell'arco della giornata per attenuare il fastidio.
L’acne
è una dermatosi caratterizzata da ipersecrezione delle ghiandole sebacee e da
pustole dovute ad infiammazione del follicolo pilo-sebaceo. La più comune è
giovanile, ma esistono altre forme, quali ad esempio, l'acne da cosmetici,
l'acne rosacea, l'acne da medicamenti ed altre ancora. L'acne giovanile, molto
frequente negli adolescenti, presenta lesioni particolari: oltre ai punti neri o
comedoni, si possono avere anche pustole acneiche vere e proprie e piccoli
ascessi.
Quando l’eccessiva produzione di sebo è da ricondursi a stimoli androgenici,
spesso non si ha un’eccessiva produzione ormonale, ma solo un eccesso di
“ricezione” dello stimolo ormonale nei distretti cutanei con conseguente
condizione di oleosità.
La Bardana , ottima pianta di drenaggio, soprattutto a livello cutaneo, è un
potente depurativo per le sue proprietà diuretiche, diaforetiche (favorisce la
sudorazione) e colagoghe (stimola il flusso di bile nell’intestino). La radice
fresca contiene inoltre principi dotati di attività antibiotica; per l’insieme di
queste attività risulta quindi valida nel trattamento delle forme cutanee, quale
acne, eczema, seborrea ecc.
Utili nel trattamento delle affezioni della pelle, con attività depurativadiuretica, non mancano di notevoli meriti il Tarassaco, la Fumaria e il
Carciofo.
L’estratto di Betulla possiede principi attivi con una notevole attività
sebonormalizzante e purificante.
La Viola Tricolor (Viola del pensiero) per la ricchezza in flavonoidi ,con
attività diuretica, depurativa ed emolliente ,è anch’essa efficace in caso di
acne, eczemi e psoriasi.
Per uso locale, ottimo antisettico, è l’Olio di Melaleuca alternifolia (Tea
Tree oil), diluito in olio di mandorle dolci o in crema (concentrazione 2-15
%).
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Come cicatrizzante ed antinfiammatorio è altresì consigliata la Calendula
officinalis (sommità fiorite) in crema.
Molto utile, nelle forme acneiche di vario tipo, è mantenere integra la flora
batterica intestinale con l’utilizzo di probiotici.
Tisana depurativa
Rimedio 1- La tisana depurativa si prepara unendo un pizzico di foglie di
bardana, uno di foglie di malva, uno di salvia e due di fiori di camomilla.
Mettete tutte le erbe in un litro di acqua minerale naturale e portate ad
ebollizione. Poi lasciate raffreddare, filtrate e bevete almeno un bicchiere al
giorno, possibilmente a stomaco vuoto, conservando la tisana in frigo, in una
bottiglia di vetro. Per preparare una maschera efficace e veloce, da ripetere
due volte la settimana , evitando il contorno occhi, non dovete fare altro che
lavare e privare della buccia una carota e mezza mela. Poi cuocete al vapore o
anche al forno la radice ed il frutto, quindi schiacciatene la polpa e, mescolata,
stendela sul viso, lasciandola in posa per venti minuti .Risciaquate con acqua
tiepida fino a togliere tutti i residui della maschera, quindi risciacquate
ripetutamente con acqua freddissima. Applicate poi, dopo la maschera o sulla
pelle comunque perfettamente pulita, questa tintura: mescolate in un piattino
qualche goccia di tintura madre di Propoli, qualche goccia di olio essenziale
di Lavanda ed alcune gocce di olio di Mandorle dolci. Mescolate con un
cotton fioc ed applicate sui singoli foruncoli. Sciaquate con acqua tiepida, non
appena la tintura si sarà completamente seccata. L'azione combinata dell' olio
di mandorle e della lavanda farà in modo che le imperfezioni svaniscano in
breve tempo, lasciando la pelle compatta, uniforme e senza segni.
Rimedio 2 -Cardo mariano 30gr, Bardana 25gr ,Enula (radice) 25 gr,
Liquirizia (radice) 20gr. 50 gr di composto in un litro di acqua. Bollire 5
minuti, infuso per 30 minuti e poi un buon filtraggio. Bere tutto in 3 /4 volte
lontano dai pasti.
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Occhi stanchi e gonfi
Una delle cause più frequenti del gonfiore sotto gli occhi è dovuta
all’eccessivo accumulo di liquidi nell'area del contorno occhi ,dovuto ad una
scarsa circolazione linfatica. In secondo luogo, la pelle col passare del tempo
perde elasticità, e i muscoli del contorno occhi si indeboliscono portando
come conseguenza l'aspetto cadente delle palpebre.
Le borse sotto gli occhi possono dipendere anche dall'abitudine di dormire
con un cuscino troppo basso. Da supini, infatti, una gran quantità di sangue
confluisce verso la testa: i capillari della zona perioculare si gonfiano e
trasudano siero, che si raccoglie nel grasso sotto le palpebre. Stando in piedi,
in genere, il liquido rientra in circolo e gli occhi si sgonfiano. Ma se questo
processo si ripete spesso, finisce col crearsi un ristagno cronico che rende
fibroso il grasso e le borse permanenti.
Un possibile rimedio? Dormire con la testa rialzata usando due cuscini.
Per prevenire o attenuare le borse può essere utile: arricchire la dieta di
vitamine e bioflavonoidi, consumando frutta arancione e ortaggi a foglia verde,
ma anche frutti di bosco, tè verde e pesce azzurro ricco di Omega 3; dormire
almeno otto ore e cercare di limitare lo stress; applicare la sera sulle palpebre
impacchi di fiori di camomilla o di tiglio; ridurre l'apporto di sale nella
dieta; farsi consigliare dal medico antistaminici, se le borse dipendono da
reazioni allergiche.
E' opportuno quindi puntare sulla prevenzione con alcuni accorgimenti.
Indossare cappellini con visiera e occhiali con le lenti protettive (che
assorbono e riflettono i raggi ultravioletti), evitare di corrugare occhi e fronte,
ma è importante anche l'applicazione di cosmetici per il contorno occhi, sotto
forma di emulsioni o gel arricchiti di principi attivi antiossidanti, idratanti e
lenitivi.
Per quanto riguarda la fragilità capillare è possibile ridurla rinforzando le
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pareti vasali attraverso il rispetto di regole salutari come:
1) dormire circa otto ore per notte;
2) evitare situazioni di stress che scombussolano la vita; rilassarsi , facendo
un bagno in acqua calda tenendo i piedi appoggiati sul bordo della vasca: in
questo modo viene favorito il ritorno del flusso venoso e anche gli occhi ne
trarranno beneficio;
3) smettere di fumare poiché la nicotina interferisce negativamente con le
irrorazioni sanguigne del contorno occhi;
4) seguire un'alimentazione sana e corretta eliminando cibi grassi e ricchi di
sale;
5) non stare troppe ore davanti al computer poiché gli occhi potrebbero
stancarsi;
6) applicare ogni giorno creme apposite (in commercio esistono linee che
vanno dalla "young" a quella per pelli mature). Usare quotidianamente una
crema decongestionante e drenante, che stimoli la circolazione e rifletta la
luce, rendendo meno visibile il contorno scuro
7) sconsigliamo interventi di chirurgia plastica o peeling per eliminare le
occhiaie
Consigli pratici
• Tagliate a fette una patata cruda, chiudete gli occhi e poggiate le fette
sulle palpebre. Oppure grattugiate la patata, mettetela dentro della garza
e poggiate sugli occhi. Rilassatevi per 15 minuti.
Bagnate dei dischetti struccanti di cotone con del latte freddo e
poggiateli sugli occhi chiusi.
Mischiate alcune gocce di olio alla vitamina E dentro una ciotola di
acqua molto fredda. Immergeteci dei cotoncini e poggiateli sugli occhi chiusi
per 20 minuti.
•
•
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1
Riscaldare insieme, senza però portare a ebollizione, 2 cucchiai di
acqua di Amamelide (estratto distillato), 2 cucchiai di decotto concentrato
di camomilla e 2 cucchiai di decotto concentrato di fiori di fiordaliso;
unire lentamente 1,2 ml di agar agar e un pizzico di borace, che serve
per la conservazione. Fare sciogliere bene l’agar agar senza formare
grumi; lasciare raffreddare e conservare in frigorifero in vasetto chiuso
ermeticamente. Non confondere il distillato di amamelide con la
tintura ottenuta dalla corteccia e dalla foglie; quest’ultima può essere
molto astringente e rovina la pelle.
Una garza imbevuta di camomilla fredda è un ottimo rimedio per
combattere le borse sotto gli occhi.
•
•
Per cancellare le occhiaie,magari dopo una giornata di stress o una
notte insonne, c'è un classico rimedio di cosmesi popolare, ovvero
tamponarle con compresse di cotone imbevute di infuso di tiglio, dalle
note proprietà decongestionanti.
L'infuso si fa così: 2 pizzichi di fiori di tiglio essiccati in una tazza di
acqua bollente, si lascia intiepidire, si filtra ed è pronto all'uso.
Rimedi per occhi arrossati e gonfi : impacchi di acqua zuccherata: far
bollire dell’acqua con lo zucchero.
Lasciare raffreddare e praticare gli impacchi con garze sterili.
REUMATISMI – ARTRITI – PERIARTRITI
Cenni, e piccoli rimedi
L'Artrosi e l'Artrite possono essere molto invalidanti e comportano sempre
una forte diminuzione della qualità della vita nei soggetti colpiti. Sono
patologie croniche, localizzate per lo più a livello delle articolazioni e delle
parti molli che le circondano, caratterizzate da dolori e congestione (affluenza
di liquido nei tessuti). E' quindi più pertinente parlare di patologie reumatiche.
Si distinguono tre grandi gruppi: i reumatismi infiammatori, extra-articolari e
degenerativi. Quest'ultima categoria è la più frequente.
L’artrosi è il risultato di un difetto metabolico nella biosintesi della
glucosamina e dei proteoglicani, costituenti fondamentali delle cartilagini
articolari. La carenza di questo amino-zucchero porta a distruzione delle
cartilagini, danni articolari da usura delle cartilagini, conseguente dolore e
infiammazione con difficoltà motorie.
Reumatismi infiammatori
Rientrano in questo gruppo la poliartrite reumatoide, spesso chiamata
semplicemente artrite, la spondiloartrite anchilosante e le collagenosi. La
poliartrite reumatoide è caratterizzata da accessi infiammatori a carico delle
mani, in particolare delle dita, le cui articolazioni si deformano, talvolta
limitando fortemente la mobilità. Si assiste ad una distruzione progressiva di
cartilagini e articolazioni. Questa malattia è causata da reazioni auto-immuni,
di cui gli specialisti non sono ancora in grado di spiegare l'origine; pare
tuttavia che entrino in gioco fattori ereditari.
Quanto alla spondiloartrite anchilosante, è una malattia relativamente rara,
che colpisce sostanzialmente gli uomini giovani; ha un'evoluzione lenta ed
interessa soprattutto le articolazioni della colonna vertebrale. Alcuni tipi di
artrite possono derivare inoltre da infezioni virali o batteriche.
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Infine, le collagenosi sono considerate patologie autoimmuni, caratterizzate
da una diffusa compromissione del collagene, una proteina del tessuto
connettivo, che subisce una degenerazione.
Reumatismi extra-articolari
Come indica il nome, questi reumatismi non interessano le articolazioni. Si
tratta per esempio di tendiniti e di fibromialgia. Quest'ultima è una patologia
cronica caratterizzata da dolori generalizzati e diffusi, accompagnati da una
profonda fatica.
Reumatismi degenerativi (artrosi)
E' questo reumatismo che si ritiene a torto collegato all'età. Se è vero che il
rischio di artrosi aumenta con il passare degli anni, è altrettanto vero che
questa malattia colpisce anche i soggetti giovani. L'artrosi interessa
soprattutto le articolazioni del ginocchio, dell'anca, delle dita e della colonna
vertebrale. Tale patologia è riconducibile ad un'alterazione progressiva della
cartilagine che ricopre le estremità ossee. La cartilagine, che funge da
cuscinetto ammortizzatore consentendo alle articolazioni di muoversi in
scioltezza, nell'artrosi si deteriora diventando rugosa in superficie. Una volta
che si è deteriorata, la cartilagine non è in grado di rigenerarsi e di
ammortizzare gli impatti derivanti dai movimenti.
Con il passare del tempo le estremità ossee diventano meno lisce. Si
riscontrano deformazioni articolari e le ossa possono assumere posizioni
inappropriate. In questa situazione i tendini e i muscoli sono sottoposti a
sollecitazioni inconsuete che provocano sovraccarico, dolori, rigidità e una
minor mobilità. Possono inoltre manifestarsi delle infiammazioni con
andamento accessuale (cioè che presentano fasi acute): sono provocate dalla
presenza di frammenti di cartilagine nella cavità articolare con produzione
eccessiva di liquido e rigonfiamento dell'articolazione.
I trattamenti ecologici
Pur essendo costantemente in fase rigenerativa, la cartilagine non è un tessuto
vascolarizzato (non contiene vasi sanguigni). C'è un equilibrio tra i suoi
componenti proteici (condroitina e proteoglicani) e l'acqua. La cartilagine
capta l'acqua e le sostanze nutritive di cui ha bisogno durante i movimenti
articolari. Avendo cura delle articolazioni e facendole funzionare
correttamente (e costantemente), è possibile entro certi limiti prevenire l'usura
della cartilagine e garantirne la rigenerazione.
Per favorire questo processo bisogna tuttavia fornire al tessuto cartilagineo
le sostanze nutritive necessarie. I glucosaminoglicani, presenti nell'estratto
di cozze «dalle labbra verdi» (Perna canaliculus), sono i componenti naturali
del tessuto connettivo, dei tendini e delle cartilagini articolari. Quest'estratto
contiene anche numerosi aminoacidi, sali minerali e acidi grassi omega-3.
Secondo alcuni studi clinici recenti gli acidi polinsaturi omega-3 e gli
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antiossidanti come la vitamina E possono ridurre i processi infiammatori.
I seguenti integratori alimentari, disponibili in farmacia o erboristeria,
possono essere consigliati ai soggetti che soffrono di malattie reumatiche
(artrite, artrosi o altre patologie articolari): vitamina E (a forti dosi), capsule di
olio di pesce (l'alternativa è consumare pesce di mare in grande quantità
quattro volte alla settimana), capsule o compresse contenenti estratto di cozze
"dalle labbra verdi". Per risultare efficaci questi prodotti vanno assunti
regolarmente per almeno qualche settimana.
Nelle fasi infiammatorie acute sono indicate le pomate e le creme a base di
sostanze antinfiammatorie, nonché l'applicazione di gel e borse di ghiaccio
per lenire il surriscaldamento e i dolori. In assenza di flogosi (infiammazione)
i soggetti che soffrono di artrosi hanno bisogno di una crema riscaldante per
migliorare la mobilità dell'articolazione.
I pazienti possono anche contare su terapie diverse da quelle farmacologiche:
gli psicoterapeuti e gli ergoterapisti sono partner essenziali. Terapie con il
freddo o il calore, massaggi, esercizi di ginnastica specifici ed ausili
contribuiscono a prevenire e contrastare i dolori e la minor mobilità. Anche le
cure termali possono dare sollievo ed influenzare favorevolmente vari tipi di
reumatismi.
Consigli Pratici
Per gli artritici è necessario bere molti liquidi, soprattutto succhi di frutta che
sono molto vitaminici, ed usare tutti gli alimenti che facilitano le funzioni
renali e che apportano poche sostanze azotate. Da ridurre il pane che si può
sostituire con patate o crusca, da evitare la carne e invece mangiare pesce
magro di fiume o lago. Mangiare riso in bianco, evitare crostacei, i cibi
piccanti, quelli troppo conditi, quelli conservati, affumicati e la selvaggina.
Tra erbe e verdure sono consigliati: legumi, spinaci, cavoli, lattuga, peperoni,
bietole, abbondare con carote e sedano. Evitare asparagi, rape e fagiolini.
Sono consigliate anche le minestre di verdura con brodo sgrassato e le zuppe
di foglie tenere di ortica. Ottimo il succo di limone e la frutta, sia cruda che
cotta.
I rimedi per i dolori sono molti, ad esempio:
Poltiglia da applicare sulla parte: tritare prezzemolo, cipolla, frassino e
songia. Questa miscela si applica tiepida e si tiene tutta la notte.
Frizioni con olio: fare frizioni con alcool canforato misto ad olio di oliva.
Sabbiature: tra i rimedi più gettonati dell'estate ci sono le sabbiature: (dopo
avere chiesto il parere del medico) : sdraiatevi in spiaggia e fatevi coprire di
sabbia calda tutto il corpo , in modo da lasciare fuori solo la testa. Rimanete
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sotto inizialmente per 5 minuti, aumentate nei giorni successivi fino a 12. Per
non affaticare il cuore fatele a giorni alterni. Se fate la sabbiatura solo sulla
parte dolente si può arrivare fino a 25 minuti e più. Lavatevi sotto una doccia
calda, e dopo massaggiate con vigore la parte dolente. Appena usciti dalla
sabbia potete bere un sorso di brandy per sopportare meglio la reazione.
Infuso di semi di lino: lasciare per una notte un cucchiaio di semi di lino in
un bicchiere di acqua calda, con poca liquirizia. Bere il giorno dopo questo
infuso per i dolori reumatici.
La cura dei limoni: un limone al giorno, in qualsiasi forma e quando si vuole
ma non a digiuno, per almeno 2 mesi.
Felci per l'artrosi cervicale: raccogliete in estate delle felci, fatele seccare
all'ombra e mettetene in un sacchetto di cotone e cucitelo. Da tenere sul
cuscino e dormirci sopra la notte, rilasserà molto il collo.
PANTE OFFICINALI DI USO COMUNE –
PROPRIETA’
Aglio
Appartiene alla famiglia delle Liliaceae, è una delle piante medicinali più
conosciuta.
Abbassa il livello del colesterolo totale e del colesterolo LDL, depura il
sangue,abbassa la febbre, tonifica il sistema circolatorio, rafforza il sistema
immunitario, riduce l'alta pressione, ha effetto antibiotico, ecc.
Sciroppo di aglio
Pelare e tagliare 8 spicchi di aglio freschi, mettere in un vasetto di vetro e
aggiungere 8 cucchiai di miele fino a quando l'aglio è ben coperto, lasciare
riposare per una decina di giorni, filtrare ed utilizzare il miele a cucchiaini
(massima dose 5 volte al giorno).
Latte di aglio
(rimedio utile in caso di febbre e laringite in bambini)
Pelare e tagliare fine 3 spicchi di aglio freschi, mettere in un tegame insieme a
250 ml. di latte, cuocere a fuoco basso per 20 minuti, filtrare, lasciare
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raffreddare e conservare in frigo fino a 3 giorni; si assumono 2 cucchiai ogni
4 ore.
Aloe
E' una pianta grassa che spesso si trova comunemente nelle nostre case, si
utilizzano la polpa interna ed il succo.
Rinfresca, è un antimicotico, cura l'acne, l'herpes, le rughe, il mughetto,
ecc.
Gelatina di Aloe
Lavare bene le foglie e tagliare a pezzi di 5 cm., tagliarle a metà, mettere
direttamente sulla parte da curare oppure raschiare la gelatina ed
utilizzarla.
BASILICO
Discreto potere stimolante e eccitante;
Contro la digestione difficile;
L' infuso preparato con il basilico serve per fare gargarismi in caso di
alito cattivo.
Calendula
Pianta molto comune nei nostri giardini, ha fiori gialli o arancioni.
Ha funzione antidepressiva, antimicotica, antinfiammatoria, ecc.
Infuso di calendula
Far bollire 125 gr. di acqua, quando bolle mettere tre fiori di calendula per 10
minuti e bere l'infuso che ne risulta (3 tazze al giorno).
Camomilla
Ha proprietà calmanti, antisettica, digestiva, antinfiammatoria, ecc.
Impacco di camomilla
Prendere una manciata di fiori secchi di camomilla, metterli in un contenitore,
versare poca acqua bollente fino a formare una pappina, far raffreddare,
mettere il composto in una tela di cotone e applicare sugli occhi stanchi ed
arrossati per 15 minuti.
Biancospino
Pianta molto comune, si utilizzano le bacche rosse.
Abbassa la pressione, rafforza il cure, calma il sistema nervoso, ecc.
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Liquore al biancospino
Raccogliere le foglie ed i fiori del biancospino, lavarli, lasciarli asciugare,
mettere in un contenitore di vetro, coprire con del brandy, chiudere e lasciare
riposare per 15 giorni, filtrare e versare in una bottiglia, assumerne 2 cucchiai
al giorno.
Elicriso
FAMIGLIA: Asteracae (Compositae)
NOMI COMUNI: Costo bianco, semprevivu, zipro, fior di roch,
canapicchia, brotamo.
LA DROGA: Le sommità fiorite.
QUANDO SI RACCOGLIE: Le sommità fiorite si raccolgono in giugnoagosto, all'inizio della fioritura, tagliando i rami per 10 cm circa ed
evitando la porzione legnosa inferiore.
PROPRIETÀ: Tossifughe, espettoranti, antiinfiammatorie, analgesiche,
antireumatiche.
PRINCIPI ATTIVI: Olio essenziale (pinene, eugenolo, linalolo), acido
caffeico, flavonoidi.
COME SI USA LA DROGA
L'elicriso, pianta aromatica prettamente italiana e mediterranea, è utile
per sedare gli eccessi di tosse, in particolare la pertosse, favorire
l'eliminazione del catarro bronchiale, attenuare gli eccessi di asma e le
infiammazioni di origine allergica della mucosa nasale.
Sono stati anche riscontrati utili effetti nel caso di mal di testa e di
emicrania, nonché nell'artrite e nelle forme reumatiche acute.
Per uso esterno l'Elicriso ha la proprietà di agire beneficamente sulla
psoriasi e sugli eczemi, lenire le ustioni, curare gli eritemi solari e aiutare
la regressione dei geloni e degli edemi dovuti a stasi della circolazione
degli arti inferiori e delle infiammazioni delle emorroidi.
USO INTERNO
Le sommità fiorite: come tossifugo, espettorante, antiasmatico,
antinevralgico.
Decotto: 2 grammi in 100 ml di acqua. Due-tre tazzine al giorno.
USO ESTERNO
Le sommità fiorite: Per prevenire e curare le scottature solare, per gli
eczemi e la psoriasi, per gli edemi delle gambe.
Decotto: 6 grammi in 100 ml di acqua. Fare lavaggi, applicare compresse
imbevute di decotto sulle parti interessate per 15 minuti.
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Tintura oleosa: 20 grammi in 100 ml di olio d'oliva o di semi (a macero
per 10 giorni). Diluire dieci volte con olio e applicare sulla pelle senza
frizionare.
USO COSMETICO
Una manciatina di sommità fiorite infuse nella acqua del bagno giova alle
pelli delicate e irritate dagli agenti atmosferici.
Finocchio
Viene utilizzato molto in cucina, si utilizzano sopratutto i semi e le foglie.
Ha proprietà antispasmodiche, favorisce la produzione di latte in gravidanza,
si utilizza in caso di coliche, ritenzione idrica ed edemi, ecc.
Iperico
Erba diffusa, sulle foglioline è presente l'olio di iperico.
Viene utilizzata in caso di emicrania, lombalgie, ottimo antinfiammatorio,
herpes, nevralgie,antidepressivo ecc.
Malva
FAMIGLIA: Malvaceae
NOMI COMUNI: Arma, riondella, miloghia, nardebba, parmuzza.
LA DROGA: Le foglie e i fiori.
QUANDO SI RACCOGLIE: Le foglie si raccolgono da giugno a
settembre, recidendole senza il picciolo; i fiori nello stesso periodo,
recidendoli in bocciolo o appena aperti.
PROPRIETÀ: Emollienti, lenitive, antiinfiammatorie, leggermente
lassative, espettoranti.
PRINCIPI ATTIVI: Mucillagini antociani (malvina), acido clorogenico e
caffeico, potassio.
COME SI USA LA DROGA
Questa è la Malva maggiormente impiegata per preparazioni
farmaceutiche. Le foglie e i fiori hanno all'incirca le stesse proprietà e
possono, nei trattamenti domestici, venire impiegati separatamente o in
miscela a seconda della disponibilità.
Per uso interno , i preparati di Malva silvestre sono emollienti della
bocca, della gola, espettoranti nel caso di bronchiti e catarri ostinati,
antiinfiammatori, regolatori e antispasmodici dell'intestino; per la loro
azione sicura e dolce, sono particolarmente adatti al delicato organismo
dei bambini e degli anziani.
Per uso esterno, l'applicazione più comune è quella in gargarismi e
sciacqui, utili nelle stomatiti, afte, ascessi dentari, e in clisteri, usati per
costipazioni e infiammazioni intestinali. Le radici della Malva silvestre
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sono reputate leggermente analgesiche e risolventi di foruncoli e
paterecci; inoltre si strofinano tradizionalmente sulle gengive per pulire i
denti.
USO INTERNO
I fiori e le foglie: Per le tossi, i raffreddori, le costipazioni e le
infiammazioni intestinali.
Infuso: 3 grammi in 100 ml di acqua. Una tazzina a piccoli sorsi due - tre
volte al giorno.
USO ESTERNO
I fiori e le foglie: Per le infiammazioni delle mucose della bocca e della
gola, gengive fragili, nevralgie dentarie, pelli arrossate, foruncoli, pruriti.
Infuso: 5 grammi in 100 ml di acqua. Fare sciacqui, gargarismi, lavaggi,
applicare compresse imbevute di Infuso più volte al giorno.
USO COSMETICO
Bagni emollienti e idratanti si ottengono aggiungendo all'acqua decotti di
fiori e foglie.
Olio di iperico
Raccogliere i fiori, metterli in un contenitore e coprire con olio leggero e
puro, pestare i fiori in modo che ne fuoriesca l'olio, mettere in un contenitore ,
coprire con altro olio , agitare e coprire con circa due cm. di olio, far riposare
per 20 giorni.
Rosmarino
Pianta comune, viene utilizzata molto in cucina ma anche in medicina.
Ha proprietà antidepressive, migliora la circolazione, aiuta la digestione,
blocca la caduta dei capelli e facilità la ricrescita, ecc.
Aceto di rosmarino
Mettere 25 gr. di rosmarino in 1 l. di aceto di mele, lasciare riposare per 2
settimane, filtrare e mettere in una bottiglia.
Usare 2 cucchiai di aceto come risciacquo dopo lo shampo, massaggiare il
cuoio per circa 20 minuti e risciacquare.
Salvia
Pianta comune, viene utilizzata molto in cucina ma anche in medicina.
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Ha proprietà astringenti, stimola il sistema nervoso, ottimo ricostituente, buon
antidepressivo, si utilizza per risciacqui, mal di gola, ecc.
Foglie di tarassaco
Erba comune utilizzata per le sue varie proprietà.
Ottimo diuretico, buon ricostituente, attenua la ritenzione idrica, ecc.
Tiglio
E' un albero molto comune nei parchi, si utilizzano i fiori.
Ha proprietà calmanti, rafforza il sistemo nervoso, buon digestivo, ecc.
Ortica
Pianta comune utilizzata anche come base per tessuto.
Ha proprietà ricostituenti, astringenti, nutrienti, diuretiche, cura la ritenzione
Ortica: un rimedio per diarrea, emorragie, orticaria, psoriasi, punture di
insetti, reumatismi e sciatica
L’ ortica (Urtica dioica) è all’ insaputa di molti un’ erba con moltissime
proprietà medicinali. Oltre ad essere un buonissimo ingrediente per sfiziosi
risotti, in fitoterapia viene largamente utilizzata per le cure primaverili di
depurazione dell’ organismo, per curare diarrea ed enterite, emorragie,
menopausa, orticaria, psoriasi, punture di api e di vespe, reumatismi, sciatica
e sangue dal naso. Ecco come…
CURE DI PRIMAVERA E DEPURAZIONE
- Preparate il decotto facendo bollire per 10 minuti in un litro d’ acqua 50
grammi di pianta intera e bevetene 2-3 tazzine al giorno per almeno 20 giorni.
- Preparate il decotto facendo bollire per 4 minuti in un litro d’ acqua 50
grammi di radici e foglie. Bevetene 4-6 tazze al giorno per 20 giorni.
- Usate l’ infuso indicato per la diarrea a bevetene una tazza al giorno.
RIMEDI NATURALI DIARREA ED ENTERITE
- Spremete con una garza una buona quantità di foglie fresche e bevete fino a
6-7 cucchiai al giorno del succo.
- Fate l’ infuso con 50 grammi di foglie e fiori in un litro d’ acqua bollente per
10 minuti; bevetene un cucchiaio ogni 3 ore.
- Preparate la tintura lasciando a macero per 5 giorni 200 grammi di foglie e
fiori in un litro di alcol a 20°, filtrate, imbottigliate e assumetene 2-4
cucchiaini al giorno.
RIMEDI NATURALI DISTURBI MENOPAUSA
Pestate nel mortaio parecchie foglie fresche, strizzatele attraverso una garza e
bevete 100 ml di succo al giorno.
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RIMEDI NATURALI ORTICARIA
Preparate il decotto facendo bollire per 15 minuti in un litro d’ acqua 50
grammi di pianta intera e bevetene 3 tazze durante la giornata.
RIMEDI NATURALI PSORIASI
Preparate il decotto facendo bollire per 5 minuti in un litro d’ acqua 80
grammi di fusti e foglie secchi, lasciate riposare per 15 minuti e imbevete
delle compresse di garza da tenere in posizione per almeno un’ ora. Ripetete
più volte al giorno.
RIMEDI NATURALI PUNTURE DI API E VESPE
Togliete il pungiglione e frizionate con foglie fresche leggermente pestate.
RIMEDI NATURALI REUMATISMI
Fate bollire per 10 minuti in un litro d’ acqua 40 grammi di foglie, lasciate
riposare il decotto per 5 minuti e bevetene 2 tazze al giorno per 10 giorni.
Ripetete la cura ogni 2 mesi.
RIMEDI NATURALI PERDITA DI SANGUE DAL NASO
Pestate nel mortaio una manciata di foglie fresche e strizzatele attraverso una
garza. Imbevete nel succo un batuffolo di cotone e infilatelo nel naso per
fermare il sangue.
RIMEDI NATURALI SCIATICA
Sfregate delicatamente la parte interessata con ortiche fresche, poi
massaggiate con vino bianco o aceto.
Pimpinella:
un
rimedio
naturale
emorragie,emorroidi, ferite e scottature
per
diarrea,
menopausa,
La pimpinella maggiore (Sanguisorba officinalis) è un’ erba di campo che ha
fiori di un delicato color lilla. In pochi sanno che questa pianta è un valido
rimedio per diarrea, menopausa, emorragie, emorroidi, ferite e scottature.
RIMEDIO NATURALE EMORRAGIE
Preparate l’ infuso lasciando 40 grammi di parti aeree di pimpinella in un litro
d’ acqua bollente per 10 minuti e bevetelo tutto in giornata.
RIMEDIO NATURALE EMORROIDI
Preparate l’ infuso lasciando 30 grammi di parti aeree di pimpinella in un litro
d’ acqua bollente per 10 minuti, filtrate e bevetene un cucchiaio a distanza di
ogni quarto d’ ora.
RIMEDI NATURALI FERITE
Due soluzioni naturali:
- Se le ferite non sanguinano, pestate una manciata di foglie fresche di
pimpinella e applicatele interponendo una garza e tenendo in posizione per
un’ ora, poi rinnovate la medicazione.
- Se le ferite sanguinano, preparate il decotto facendo bollire 50 grammi di
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parti aeree della pianta di pimpinella in un litro d’ acqua bollente per 5 minuti
e usate per lavaggi e impacchi da tenere in posizione e rinnovare ogni 2-3 ore.
RIMEDIO NATURALE SCOTTATURE
Sbucciate le radici fresche di pimpinella, affettatele e applicatele sulla parte
colpita.
Il Berberis vulgaris, conosciuto con il nome di Crespino
Caratteristiche: È un arbusto alto da uno a tre metri con grosse radici brune
all'esterno e gialle internamente; la pianta è molto ramificata con rami spinosi.
Le foglie sono ellittiche, si restringono alla base in un corto picciolo, sono
ottuse o arrotondate all'apice; la consistenza è quasi coriacea, la superficie è
glabra e lucida, il margine è dentellato. Le foglie sono alterne sui rami lunghi
oppure sono riunite in fascetti su dei rametti molto corti, alla base di ognuno
dei quali è presente una spina composta di tre-sette aculei molto pungenti.
I fiori sono raggruppati in numero di 15-20 su racemi penduli inseriti
all'ascella dei rametti sopraccitati; hanno sei sepali gialli tanto simili ai sei
petali da far apparire il fiore come doppio.
Il frutto è una bacca ellissoidale lunga 1 cm, di colore rosso e lungamente
persistente sulla pianta, che contiene due-tre semi dal guscio corneo.
Habitat: Cresce nelle zone aride montane, ai margini dei boschi, nelle siepi,
nei pascoli.1000-2000 m. I frutti maturano in settembre -ottobre.
Proprietà farmaceutiche: Amaricanti, toniche, astringenti, febbrifughe,
depurative, diuretiche. Droga usata: corteccia delle radici, foglie e frutti.
Uso in cucina: In autunno si raccolgono i frutti maturi da utilizzare freschi,
essiccati o per preparare marmellate e sciroppi dal sapore leggermente
acidulo.
Uso Primaverile Momento di risveglio e di rinascita, la primavera ci coglie
spesso "impreparati". Usciamo da un lungo inverno intossicati da mesi di
eccessi alimentari, da una vita sedentaria. Da qui l'esigenza di ripulirci,
disintossicando il corpo attraverso gli emuntori naturali (fegato, reni,
intestino, pelle e polmoni) e di riprendere nuova energia arricchendo
l'alimentazione con sostanze antiossidanti che sono in grado di combattere i
dannosi radicali liberi.
Il Berberis vulgaris, conosciuto con il nome di Crespino, e' una pianta
montana che racchiude nel suo fitocomplesso sostanze dalla duplice azione:
sono sia disintossicanti sia antiossidanti. Tra i principi attivi presenti nel
Crispino figura infatti la berberina, sostanza che risulta essere molto indicata
per stimolare la funzionalita' epatica, abbassare la pressione arteriosa,
rilassare la muscolatura, come antimalarico.
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L'iperico o Erba di San Gìovanni
(Hypericum perforatum L.) è specie comune dalla zona mediterranea fino alla
zona montana, ai margini dei campi, nelle forre umide; il fiore è giallo con
fioritura estiva. Si usano in particolare le foglie come antisettico per piaghe,
scottature e contro le infiammazioni dei bronchi e delle vie urinarie.
La Ginestra minore (Genista tinctoria L.) è frequente nei boschi (faggete,
abetine, cerrete) e in cespuglieti e pascoli a quote elevate; il fiore è giallo
intenso.
I semi contengono citisina, un alcaioide tossico, che in leggere quantità
conferisce alla pianta proprietà diuretiche, purgative e cardiotoniche. Un
tempo veniva usata dai tintori per colorare di verde i tessuti.
Il Tarassaco comune - Soffione (lingua locale albanese) (Taraxacum
officinale W.) è presente nei boschi di abete e faggio, ma soprattutto in prati,
cespuglieti e presso ruderi; il fiore è giallo carico. La sua radice viene
utilizzata in medicina per le proprietà diuretiche, depurative e toniche. Spesso
è coltivata come vero e proprio ortaggio e consumato come insalata.
La Cornetta dondolina (Coronilla emerus L.) si ritrova nei querceti
(roverelleto, cerreta), nella macchia mediterranea, nella lecceta, nei
cespuglieti e negli incolti. Il fiore è giallastro, in caratteristiche ombrelle.
Come proprietà officinali è un ottimo cardiotonico; molto spesso coltivata per
ornamento.
La Ginestra odorosa (Spartium junceum L.) dal fiore giallo intensamente
profumato, forma popolamenti largamente estesi soprattutto nella fascia
mediterranea (lecceta); grazie all'elevata capacità di colonizzare ambienti
scoperti, essa è frequentemente utilizzata come specie preparatoria dei
rimboschimenti e consolidatrice di pendii franosi. Ha proprietà diuretiche ed
ipotensive. I rami, per la loro flessibilità, sono utilizzati nelle pratiche
agricole come legacci e, attraverso un lungo procedimento di lavorazione,
anche come filato per tessuti.
Il Biancospino comune - Kromumbihse e Murriza (lingua locale albanese)
(Crataegus monogyna J.) è una specie arbustiva frequente nei cespuglieti e
nelle radure dei boschi a diverse quote (macchia, roverelleto, abetina,
cerreta). Il fiore è bianco, molto odoroso. La pianta, sin dall'antichità, è
sottoposta a svariati usi officinali essendo astringente, febbrifuga, sedativa ed
ipotensiva. Spesso è coltivata per ornamento.
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La Borragine comune - Gluha Lops e Vraina (lingua locale albanese)
(Borago officinalis L.) è presente negli incolti e negli ambienti ruderali della
fascia mediterranea; ha fiore bianco. È depurativa, diuretica, emolliente,
lassativa e sudorifera. Le foglie ancora tenere vengono utilizzate nella
preparazione di minestre.
Il Ginepro comune - Dilenja (lingua locale albanese) (Juniperus communis
L.) è un arbusto frequente dal piano mediterraneo a quello subalpino, nella
lecceta e nei boschi di abete e faggio, in cespugli ed incolti; il frutto è di
colore violaceo: viene impiegato nella preparazione del gin e in medicina
come diuretico, tonico, stimolante e depurativo.
Il Millefoglio montano (Achillea millefolium L.) è specie rarissima, presente
nelle formazioni di pino loricato o faggio, in boscaglie ed incolti dei piano
montano; il fiore è bianco-rossastro. Ha proprietà emostatiche, vulnerarie,
antisettiche, antispasmodiche, cicatrizzanti e diuretiche. La leggenda narra
che il centauro Chirone curò le ferite di Achille, eroe della mitologia greca,
con applicazioni di millefoglio. Attualmente è molto usata come
aromatizzante in liquoreria.
La Fumaria comune (Fumaria officinatis L.) è molto frequente dalla
macchia al piano montano, in coltivi e presso i ruderi. Il fiore è rosso; ha
proprietà antiflogistiche, antieczematose, diuretiche, ipostenizzanti e toniche.
Il Verbasco tasso (Verbascum thapsus L.) si trova in boschi di abete e faggio,
negli incolti e in vicinanza di ruderi; il fiore è bianco-giallastro. È officinale
dalle proprietà cicatrizzanti, calmanti, espettoranti, sudorifere, emollienti,
antispasmodiche e sedative.
Il Poligano bistorta (Polygonum bistorta L.) è diffusa nei cespuglieti dei
piano montano e subalpino. Il fiore è roseo; dal rizoma si ricava il tannino
usato per la concia delle pelli. È astringente, antidiarroica, emolliente,
risolvente, tonica e vulneraria.
La Pervinca Minore (Vinca minor L.) è presente nelle abetine e faggete del
piano montano; il fiore è violetto. È coltivata per ornamento.
Ha proprietà diuretiche, ipotensive, digestive, decongestionanti, astringenti ed
antidiabetiche.
L'Alloro – Lauro Dbafna (lingua locale albanese) (Laurus nobilis L.)
sempreverde, è tipico della macchia mediterranea, si trova in boscaglie e
cespuglieti. Il fiore è giallo ed odoroso. Molto spesso viene coltivata per
ornamento. È officinale dalle proprietà antisettiche, sedative, stimolanti,
sudorifere e carminative. Le foglie sono usate in cucina come aromatizzanti.
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Il Ginestrino (Lotus comiculatus L.) si ritrova nei boschi di cerro, abete e
faggio, negli incolti e nei pascoli; il fiore è giallo-rosso. È coltivato come
foraggio. Ha proprietà antispasmodiche e sedative. E' specie protetta.
L'Asfodelo montano (Asphodelus albus M.) è presente nei pascoli montani e
in boschi di cerro, abete e faggio; il fiore è bianco, in vistosa pannocchia.
Ha ottime proprietà diuretiche; i tuberi contengono amido, utilizzato nella
preparazione di bevande alcooliche e di colle. È officinale protetta.
La Genziana maggiore (Gentiana lutea L.) è frequente nelle formazioni di
pino loricato e nei pascoli; il fiore è giallo. È officinale velenosa, ma gli
estratti dal rizoma, in quantità limitate, possiedono proprietà aperitive,
febbrifughe, stomachiche, toniche e vermifughe.
Te Verde (the - green tea - Camellia sinensis )
Denomin.botan.: Cammelia sinensis L. O.Kuntze, Thea sinensis L., Thea
viridis, Carne//la thea - fam. Teacee
Sinonimi: Té o te verde, tè vergine
Nomi stranieri: ingl. - Green tea, Tea bush, Common (Chinese) tea; fr. - Thé
vert, Théier; ted. - Teestrauch, Chinesischer Tee; sp. - Camelia, Te; indiano Cha, Chai; cinese - Ming, Ch’a; giappon. - Cha-yeh
Parti usate: foglie fresche essiccate ad alta temperatura (Green tea)
Solvente di estrazione: idroalcolico - Titolo: 80% polifenoli
La camellia sinensis, conosciuta come thè verde, è un arbusto sempreverde
originario del sud Yunnan (var. sinensis) e della provincia di Assam in India
(var. assamica), il thè è coltivato in Cina da tempi remoti. Cresce bene su
terreni acidi ben drenati, da 500 a 2000 m di altitudine, in zone tropicali o
sub-tropicali con adeguate precipitazioni piovose (200 cm!anno). Il thè verde
si ottiene trattando le foglie fresche col vapore o essiccandole ad alta
temperatura: si ottiene così una disattivazione degli enzimi e la conseguente
stabilizzazione e preservazione della frazione polifenolica, che nel thè nero
viene invece perduta.
thè verde estratto secco
COMPOSIZIONE: - polifenoli: tannini idrolizzabili - i ,4,6-trigalloil glucosio
e i -galloil-esaidrossi-4,6-difenoil-glucosio; ac. fenolici - ac. clorogenico,
caffeico e gallico; flavonoidi (catechina polifenoli) - O-eterosidi di flavonoli e
flavanoni, C-eterosidi di flavoni, flavan-3-oli: (-)-epicatecolo, (-)epigallocatecolo (EGC) e loro esteri gallici (EGCG): monoesteri in 3, diesteri
in 3,3’, 3,4’, 3,5’, (-)-epiafzelechina;
Dimeri flavanici - proantocianidoli (procianidoli B2-4, prodelfinidolo B e
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analoghi), teasinensine, assa mica i ne; - basi xantiniche: caffeina, teofillina,
teobromina
Indicazioni del Thè verde(thegreen tea - Camellia sinensis ):
Rafforza il sistema immunitario, aiuta contro i radicali liberi, dona energia,
previene i processi di invecchiamento, cellulite, abbassa il colesterolo,
indicato nelle diete dimagranti
Il thè verde brucia le calorie di troppo, contrasta gli effetti deleteri dei
radicali liberi nelle strutture biologiche ; è un inibitore naturale dei processi di
ossidazione, per cui previene la formazione di radicali liberi.
Il fitocomplesso del Thè verde è da tempo noto per la sua azione lipolitica,
dovuta in particolare alle basi xantiniche, capaci di inibire le fosfodiesterasi, e
ai flavonoidi, in grado di inibire le catecol O-metiltransferasi (COMT), tale
sinergia potenziando l’attività delle catecolamine. Numerose evidenze
epidemiologiche hanno mostrato inoltre una significativa diminuzione
dell’incidenza di numerose malattie degenerative (in particolare del sistema
cardiovascolare, malattie infiammatorie e malattie tumorali) nelle popolazioni
che fanno un notevole consumo di thè verde come bevanda. Responsabile di
queste azioni è l’insieme dei polifenoli, di cui è particolarmente ricco il thè
verde. E’ dimostrato che i gallati di epicatecolo e epigallocatecolo (EGCG)
sono in grado di ridurre la colesterolemia e si comportano come eliminatori di
radicali liberi, funzionando in particolare come disattivatori di numerosi
mutageni chimici: per interazione col citocromo P-450 microsomiale epatico
(responsabile dell’attivazione dei precarcinogeni), reagendo inoltre
direttamente con alcuni mutageni formando prodotti atossici, facilmente
eliminabili, con i più comuni agenti cancerogeni (nitrosammine, idrocarburi
policiclici, aflatossine), potenziando l’attività dei sistemi antiossidanti di
difesa dell’organismo: glutatione ,perossidasi e catalasi. EGCG è inoltre in
grado di bloccare l’angiogenesi, fondamentale per lo sviluppo tumorale.
È un potente antiossidante, abbassa il colesterolo, rafforza il sistema
immunitario, protegge dalla carie dentaria, nei casi di stanchezza e
depressione, dona energia, mantiene la pelle ed i capelli sani, preventivo dei
processi di invecchiamento, dell'arteriosclerosi, , aiuta il metabolismo delle
ossa e dei tessuti, assicura un buon funzionamento del fegato, dei reni, riduce
l'assorbimento degli zuccheri, mantiene costante il ritmo cardiaco, protegge
dalle infezioni digestive e respiratorie, abbassa la pressione sanguigna,
previene le malattie cardiovascolari, facilita la digestione, rassoda la pelle,
aiuta nel mal di testa, nell'esaurimento, nei dolori reumatici, rende innocui
certi veleni ambientali, abbassa il rischio di infarto, previene le malattie
epatiche, ha una azione distensiva sul sistema nervoso ,efficace contro la
diarrea ed il bacillo del colera e della salmonella, regola il flusso biliare,
indicata in chi soffre di acidità di stomaco, iperacidità gastrica, nei bruciori e
nelle eruttazioni, previene in ragione di 10 tazze al giorno il cancro dello
stomaco, esofago, intestino, fegato, polmone, mammella e pelle, aiuta nei
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papillomi, ( in questi casi consultare sempre il proprio medico curante)
protegge dalle radiazioni e dallo stronzio 90, riduce la peristalsi intestinale, ha
una leggera azione astringente, riduce le reazioni infiammatorie da raggi
ultravioletti, , riduce gli effetti collaterali da chemioterapia, ( sentire sempre il
proprio medico curante), accelera tutti i processi di guarigione, previene
l'alito cattivo, indicato nella osteoporosi, per chi soffre di diabete in quanto è
ipoglicemizzante indicato nelle diete dimagranti, ha un leggero effetto
diuretico, ed è quindi indicato in chi soffre di disfunzioni renali
Note e avvertenze:
Nessuna controindicazione sul thè verde ci è nota.
Il Peperoncino piccante il Capsicum annus.
La parte attiva della pianta è costituita dal frutto che contiene la capsaicina,
una sostanza oleosa e rubefacente la quale è responsabile del suo sapore
piccante. Dal punto di vista chimico nel peperoncino è possibile isolare:
sostanze azotate, capsacina, oleoresina, capsantina, un colorante carotenoide
rosso, quercitina, esperidina, eridietrina, lecitina, vitamine C, PP, B1, B2, K2,
A, E sali minerali acido malonico e citroflavonoidi. Senza entrare nel merito
dei mirabili effetti delle vitamine e dei sali minerali contenuti nel prodotto è
bene ricordare l'azione vasodilatatrice ed emodinamica. Il peperoncino risulta
particolarmente efficace nello stimolare la vitalità dei tessuti ed attivare il
circolo venoso e capillare. Sono tuttavia in corso studi che evidenziano
l'effetto antistaminico del frutto e ne propongono l'uso in alcune patologie
allergiche e nell'asma.
Tralasciando l'impiego ragionato sistematico che può essere prescritto da un
medico Fitoterapista, vediamo come possiamo gestirlo nella nostra
alimentazione quotidiana.
La regola principale deve essere la moderazione.
Piccole quantità, distribuite regolarmente nell'arco della giornata, possono
essere assunte, in concomitanza dei pasti (meglio se al principio, cioè con il
primo piatto).
Chi fa una colazione abbondante e robusta può assumere una modesta
quantità di peperoncino già al mattino. Purtroppo noi italiani siamo abituati al
thè o caffè bevuto di corsa, magari in piedi. Salvo poi il cappuccio con
brioche al bar per il piacere del momento.
Non si può certo pretendere di fare tutte le mattine una colazione come al
buffet di un albergo europeo da un certo numero di stelle in su, però alzarsi un
attimo prima del solito, preparare una colazione sostanziosa, magari con latte,
cereali, yogurt o (perché no? panino con salame come facevano i nostri
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nonni), sedersi comodamente e gustarla con calma, adempiere ai bisogni
fisiologici del proprio corpo concedendosi tutto il tempo necessario, lavarsi i
denti ! e poi uscire, sicuramente aiuta ad affrontare la giornata con una marcia
in più.
A queste condizioni un pizzico di peperoncino piccante (in polvere o, se è la
stagione giusta, fresco sminuzzato) aiuta il nostro corpo a funzionare al top.
Quale migliore additivo naturale?
A mezzogiorno, nel panino mangiato al bar (sempre con calma, è meglio, e
sempre vario, con verdure formaggio magro e, almeno due volte la settimana,
pesce) o sul piatto di spaghetti per chi ha più tempo, una bella spolverata di
peperoncino aiuta senz'altro lo stomaco a lavorare meglio, l'intestino a
mobilizzarsi, il circolo sanguigno che fa capo alla vena porta (che va al
fegato) a darsi una scrollatina.
La sera, se mangiate cibi solidi usate pure il peperoncino piccante, ma evitate
assolutamente di versarlo in minestre brodose e calde.
Questo particolare ci ricorda un'altra importante raccomandazione. Non
respirare polvere di peroncino. Evitate accuratamente di farlo. Può provocare
un broncospamo anche grave. Attenzione quindi!!!
Tutti sanno che se si tocca il peperoncino con le mani occorre evitare di
toccarsi le mucose. Quelle degli occhi e del naso, ma anche le cosiddette
pseudomucose dell'apparato genitale. Non succede niente, è vero, non si
muore, ma è meglio non provarlo!
- Il peperoncino piccante è anche detto diavolicchio (un buon diavolo, ci
pare), comunque anche il diavolo appartiene alla sacralità;
- l'accostamento tra piante gentili e generose, come il pomodoro, la
melanzana, la zucchina, lo stesso peperone dolce che coltiviamo nei nostri
orti, con il peperoncino piccante, insidioso e pronto a morderti, a pungerti con
la sua piccantezza , gli fa guadagnare un rispetto quasi sacro.
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Dimagrire, perdere peso, ……….. salute.
Dimagrire, diversamente a quanto si crede, non é solo un 'esigenza estetica.
Dimagrire significa salute! L’approssimarsi della bella stagione aumenta il
desiderio di mostrarsi scevri dai chili di troppo e si ha voglia di smaltire i
grassi e/o Kg in eccesso accumulati nel periodo invernale. Tutti si affannano a
dare suggerimenti e consigli e, in molti casi , si propende per un fai da te
senza che sia suffragato da nessuna giustificazione scientifica es. dieta
dissociata, dieta del minestrone ecc. ERRATO!!!
ATTENZIONE:Se ci sono simili problemi non esitate : andate da uno
specialista medico : si rischia di meno e soprattutto si evitano pericoli per la
salute:
Si deve dimagrire per combattere l'obesità, non per perdere qualche chilo di
troppo. Per obesità si intende eccesso di massa grassa. Più del 30% della
popolazione occidentale ne soffre. I fattori che portano all' obesità sono
molteplici (non li analizzeremo in questa sede).
Quali sono le malattie più frequenti nelle persone obese:
I disturbi e le malattie che colpiscono le persone obese sono svariati.
Vediamo i principali:
· Malattie cardiovascolari
· Ipertensione
· Diabete
· Tumori
· Dislipidemia
Malattie cardiovascolari
Una statistica ha messo in evidenza che nei soggetti obesi, il rischio di eventi
cardiovascolari è maggiore che nelle persone non soggette a sovrappeso.
Ipertensione
Uno studio condotto in USA ha messo in evidenza che la prevalemza di
ipertensione nelle persone obese è maggiore di circa 3 volte rispetto alle
persone che non soffrono di obesità.
Diabete
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Esiste una relazione tra obesità e diabete. Circa il 92% delle persone con
diabete è obeso. In un gruppo di donne di età tra i 30 e i 50 anni si é mostrato
come il rischio di diabete è maggiore di 40 volte per le donne obese.
Conclusioni
Qui abbiamo parlato brevemente di alcuni studi statistici atti a dimostrare
come il peso corporeo influisca sulla nostra salute. Ovviamente l' obesità
influisce negativamente anche sulla psiche del soggetto obeso. Per esempio,
basti pensare alle attività fisiche a cui deve rinunciare un ragazzo obeso, per
quando riguarda una giovane donna alle rinunce per la scelta dell'
abbigliamento... per dirne alcuni. Dimagrire non significa quindi solo bellezza
estetica, ma anche, e sopratutto, stare bene!
Le erbe depurative
Comprendono quelle erbe che stimolano l'organismo per espellere le sostanze
tossiche. In questo senso le piante depurative comprendono i diuretici, i
lassativi e i sudoriferi.
Bardana timo carciofo e vite
1-Bardana
Arctium lappa L.- Famiglia Asteraceae
E' una pianta erbacea biennale a foglie basali molto grandi nel primo anno di vegetazione fra le quali, nel
secondo anno, spunta il fusto floreale alto fino a 2 m. Cresce in tutta Italia dal mare alla regione montana
fino a 1700 m.; si trova vicino alle case, in tutte le zone soleggiate. Le radici si raccolgono nell'autunno del
primo anno di vegetazione o nella primavera del secondo anno prima che si formi il fusto floreale. Le foglie
si raccolgono in maggio-luglio prima della fioritura della pianta
In quest'umilissima pianta si è verificata l'azione diuretica e depurativa
generale, ma anche l'azione stimolante sul fegato e sulla cistifellea e la
proprietà di diminuire il tasso di zucchero nel sangue; quindi può essere usata,
sotto il controllo medico, come coadiuvante, dalle persone affette da diabete.
La bardana è' nota per la proprietà disinfettante e antisettica su alcuni batteri
patogeni della pelle e per le applicazioni contro l'acne e la foruncolosi. Le
foglie vengono anche consumate in alcune insalate cotte come complemento
alimentare.
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Altri nomi:
Lappola
Parti usate:
foglie, radici,
rizoma, semi e
frutti
Principi attivi:
olio
essenziale,
inulina,
mucillagini,
lappatina,
fitosteroli e
acido
clorogenico
(dalla nota
azione
bioattivante
cutanea)
Proprietà:
diuretica,
diaforetica,
depurativa,
ipoglicemizzant
e,
antiforuncolosi,
antiacneica,
antiseborroica,
antisettica
uso interno
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Radici Come diuretico e depurativo.
Infuso: 4 g in 100 ml d'acqua. Una tazza la mattina a digiuno. Tintura vinosa:
4 g in 100 ml di vino bianco (a macero per 5 giorni).
In bicchierini.
uso esterno
Radici
Per acne, foruncolosi, eczema, varici Decotto: 10 g in 100 ml d'acqua. Fare
lavaggi e applicare compresse.
Foglie fresche
Per capelli grassi Succo: fare frizioni quotidiane.
2-Timo
Thymus vulgaris L. - Lamiacee
E' un piccolo arbusto, alto 20-30 cm, legnoso nella parte
inferiore, il fusto è abbondantemente ramificato con piccole
foglie. E' comunemente coltivato negli orti, cresce qua e là in
luoghi soleggiati e aridi d'Italia dal mare alle regioni
montane, fra rocce e ghiaie, si raccoglie in maggio-luglio,
recidendo i fusti fioriti 5-10 cm al di sotto dei fiori.
E' consuetudine pensare al timo come condimento alimentare
per le sue caratteristiche aromatiche e antisettiche che nei cibi
ne prolunga la loro conservazione. Non è da sottovalutare però
la sua proprietà medicinale che ne fa uno dei migliori antisettici
naturali utile per disinfettare apparato respiratorio e
intestino. Combatte le fermentazioni e infezioni intestinali e
per la sua proprietà balsamica è fluidificante catarrale, benefico
per pertosse e asma.
Tisane e sciroppi di timo tonificano l'organismo, stimolano
l'appetito e la digestione, il funzionamento del fegato,
combattono le malattie da raffreddamento. Per uso esterno è
uno stimolante della circolazione periferica e disinfettante della
pelle. Contro l'alito cattivo sono efficaci gli sciacqui.
Parti usate: l'intera pianta fiorita
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Principi attivi: olio essenziale (timolo,
carvacrolo), tannini, resine, saponine, fenolacidi,
flavonoidi
Proprietà: aromatizzante, antisettica,
depurativa, balsamica, digestivo, tossifugo,
revulsivo, anticatarrale, stimolante, diuretico,
purificante
uso cosmetico
Per un'azione defatigante del viso. Una manciata di timo in un catino d'acqua
bollente, per brevi suffumigi, tenendo ben chiusi gli occhi per evitare
arrossamenti.
uso interno
Fiori
Per fermentazioni e affezioni
catarrali dell'apparato respiratorio
Infuso: 1-1,5 g in 100 ml d'acqua.
Due-tre tazze al giorno (dolcificate
con miele).
Tintura vinosa: 2,5 g in 100 ml di
vino bianco (a macero per 5 giorni).
A bicchierini.
ususo esterno
Fiori
Per detergere piaghe e ferite, per purificare bocca e gola. Infuso: 5 g in
100 ml d'acqua. Fare lavaggi, sciacqui gargarismi
3-Vite
Vitis vinifera L. - Famiglia Vitaceae
E' un arbusto rampicante, alto fino a 20-30 metri. Diffuso in tutta
Italia è per lo più coltivato. In autunno si raccolgono le foglie
quando sono rosse, i frutti a maturazione in agosto-settembre.
Le proprietà dell'uva sono note a tutti; le proprietà terapeutiche delle
foglie sono un ottimo astringente adatto a combattere i disturbi della circolazione,
vene varicose, emorroidi e mestruazioni abbondanti. I viticci sono reputati ottimo depurativo del
sangue, adatto a sofferenti di gotta e artrosi. Il succo che cola a primavera dalle ferite della
potatura è ritenuto dai contadini il migliore dei colliri.
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Dai vinaccioli dell'uva si ricava un olio ricco d'acido linoleico (vit.F) con una parte d'
insaponificabile che è un valido rassodante cutaneo. L'olio di vinaccioli è pregiato sia per
l'uso alimentare sia farmaceutico e cosmetico ed è raccomandato come olio dietetico. Di
recente sono stati estratti dalla sottile scorza che riveste i vinaccioli dei composti che sono
usati in campo dietetico-farmaceutico-cosmetico come "antiradicalici", che agiscono
combattendo processi ossidativi deleteri per i tessuti prolungandone quindi le buone
condizioni.
Decotti d'uva passa sono emollienti per la tosse e le infiammazioni
di gola.
Dall'uva si ottengono vini e distillati alcolici. L'aceto di vino è
aromatizzante e dissetante, rinfrescante e astringente intestinale;
poche gocce su di una zolletta di zucchero fanno passare il
singhiozzo; l'aceto si impiega anche per lavare piaghe, ferite e fare
impacchi sulle contusioni. Un buon bicchiere di vino vecchio, caldo,
zuccherato ed aromatizzato con cannella e chiodi di garofano è un
ottimo coadiuvante nel raffreddore o influenza. Ampeloterapia è il
termine che definisce "la cura dell'uva", essa è consigliata nelle
affezioni cardio-renali, agli uricemici, agli obesi, nella stitichezza
cronica, ai deboli, convalescenti, anemici, sofferenti di fegato e
nell'arteriosclerosi.
Parti usate: frutti, semi (vinaccioli) e foglie
Principi attivi: acidi organici, flavonoidi.
tannini, zuccheri
Proprietà: aromatizzante, depurativo, nutritivo,
stimolante, antiinfiammatorio, diuretico, vaso
protettore
uso cosmetico
Una manciata di fiori infusi nell'acqua molto calda del bagno (oppure il
decotto) esercita un effetto addolcente, decongestionante, idratante. Le mani
screpolate traggono giovamento dall'immersione, per 10 minuti, nel decotto.
uso interno
Foglie
Per disturbi circolatori
Decotto: 4 g in 100 ml d'acqua. Duetre tazze al giorno.
uso esterno
Foglie
Per i geloni e i vasi superficiali dilatati
Decotto: 8 g in 100 ml d'acqua. Fare impacchi sulle zone interessate.
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Attenzione: prima di cogliere le foglie di vite, accertarsi che non abbiano
subito trattamento con prodotti chimici.
4-Carciofo
Cynaria scolimus L. - Famiglia Asteraceae
E' una pianta erbacea con un robusto rizoma da cui sorgono le foglie basali
i fusti fin
E' ampiamente coltivato in tutta Italia, in special modo nella regione mediterraranee.a-ran
Nell'impiego erboristico e medicinale del carciofo non si usa la parte commestibile floreal
vera e propria che in cucina è scartata. E' nota la proprietà di stimolare la diuresi, abbass
colesterolo nel sangue, favorire la secrezione della bile e renderla più fluida, proteggere e
fegato. Questa somma di proprietà ha anche, indirettamente, un buon effetto estetico in qu
depurativa contribuisce a mantenere la pelle sana e luminosa. Le radici sono utili come
igestivo e diuretico.
digestivo e diuretico.
uso cosmetico
Il decotto di carciofo ha dimostrato un'azione bioattivante cutanea attraverso
applicazioni esterne, per rinormalizzare pelli gialle con foruncoletti dei
soggetti epatici.
uso interno
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Foglie
Come diuretico, depurativo, epatoprotettore
Decotto: 2 g in 100 ml d'acqua. Una tazza 2-3 volte al giorno.
Tintura: 20 g in 100 ml d'alcool di 60° (a macero per 5 giorni). Un cucchiaino
dopo i pasti.
Rizoma
Come diuretico e aperitivo
Decotto: 2 g in 100 ml d'acqua. Una tazzina prima dei pasti.
Tintura vinosa: 2 g in 100 ml di vino (a macero per 10 giorni). Un bicchierino
prima dei pasti.
5 Alloro
Laurus nobilis L. - Famiglia Lauracee
E' una pianta sempreverde le cui dimensioni variano da piccolo arbusto ad
albero alto fino a 10 m; cresce spontanea nei boschi e nelle macchie della
regione mediterranea, mentre in altre zone è coltivata. Le foglie si
raccolgono tutto l'anno, ma le migliori sono quelle che nascono a luglioagosto. I frutti si raccolgono maturi in ottobre-novembre. E' noto nella buona
cucina per le sue caratteristiche aromatiche.
L'infuso di foglie d'alloro a dosi moderate è un'ottimo stimolante generale
dell'organismo: purifica il tubo digerente e favorisce l'eliminazione dei
gas intestinali. Possiede anche un'azione espettorante ed antireumatica. Le
preparazioni ottenute con i frutti sono adatte per l'uso esterno. Le foglie e
l'essenza hanno la capacità di allontanare gli scarafaggi.
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Uso esterno
Foglie
Per i piedi stanchi e sudati
Infuso: una piccola manciata di foglie nell'acqua caldissima per un pediluvio.
Fare lavaggi, oppure applicare le compresse imbevute di decotto sulle parti
arrossate.
Frutti
Per reumatismi e contusioni
Tintura oleosa: 20 g in 100 ml di olio di semi o di oliva (a macero per cinque
giorni). Frizionare con un cotone imbevuto di tintura le parti dolenti
ERBE AFRODISIACHE
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Ovvero: Come Accendere il desiderio attraverso il sapiente uso delle erbe.
Premessa IMORTANTE a quanto di seguito riportato è: Le erbe sono un
ottimo coadiuvante, non abusarne , e sopratutto nei casi gravi e/o di
malattie interpellare sempre ed esclusivamente il medico.- cfr Dr Pietro
Mazzuca www.mazzucapietro.com
Ne indichiamo alcune
1. Cacao euforizzante per provocare piacevoli giramenti di testa
2. Calendula la credenza popolare dice: favorisce il concepimento di un
figlio maschio ma solo se si mangia a pranzo e poi ...... si
consuma....Non è vero ma ci credo……..
La Cannella o Cinnamomum zeylanicum
Proviene dalle piantagioni di cannella di Ceylon, dall'India orientale, dalle
Antille, da Giava e dal Madagascar.
Le sue proprietà terapeutiche sono innumerevoli anche se generalmente viene
considerata un ottimo ingrediente nella preparazione di dolci o come
componente aromatica di alcune formule farmaceutiche. Pochi conoscono
invece le eccezionali proprietà afrodisiache di questa "corteccia" che può
essere usata nei casi più ribelli di astenia sessuale.
E' chiaro che quando si parla genericamente di impotenza o di mancanza di
entusiasmo amoroso, ci si riferisce sempre a problemi derivanti da fattori
transitori, legati a momentanei cali d'energia, sia di origine fisica che psichica.
L'impotenza patologica, derivante da fattori endocrini o meccanici che
colpiscono l'apparato sessuale non possono trarre giovamento da un
trattamento fitoterapico.
Al contrario, certe "debacle" improvvise o certi ricorrenti periodi di
"freddezza" possono essere efficacemente superati con l'uso di preparati a
base di Cannella di Ceylon.
E' bene sempre tenere presente che, anche nell'uso dei prodotti naturali, il
buon senso e la misura sono elementi importanti per il buon funzionamento
della terapia. Ogni abuso può avere effetti nettamente contrari allo scopo
prefisso.
Con la Cannella quindi due sono le più conosciute "pozioni" da preparare per
avere successo in amore o per indurre un partner svogliato a ritrovare la sua
carica erotica.
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3. Cardo contro l’inappetenza è un buon “ipertensore” con azione
stimolante dei surrenali e vasocostrittore periferico.
4.
EUGENIA - Eugenia Caryphillata
L'Eugenia, più comunemente conosciuta come garofano, cresce nelle isole
Molucche, nelle Antille e nel Madagascar.
E' molto usata in cucina ma possiede proprietà antalgiche, cicatrizzanti, e
antisettiche. Viene infatti molto usato dai dentisti.
Ma le sue proprietà (e sono molteplici) si inseriscono brillantemente in un
discorso legato ai problemi dell'amore e del sesso.
Ha certamente un effetto tonico generale e, non essendo tossico, può essere
usato tranquillamente. Anzi, è un potente antisettico tanto che, quando nelle
isole Molucche gli olandesi distrussero tutti gli alberi di Eugenia, il paese fu
devastato da parecchie epidemie fino allora sconosciute.
Ma veniamo al nostro argomento e vediamo come usare l'Eugenia soprattutto
per sedurre una persona che ci interessa particolarmente ma che si dimostra
un po' fredda e restia.
Si chiamano "Diavoletti o pastiglie afrodisiache di Napoli" e vanno preparate
da un esperto erborista, ma hanno un effetto sorprendente se offerte ad una
persona troppo riservata e scostante.
5. Ginseng Pianta arcinota
Il Ginseng è una radice proveniente dall'Estremo Oriente dove viene
considerato una panacea per tutti i disturbi legati alla debolezza o
all'esaurimento fisico e, di conseguenza alla frigidità sessuale e all'impotenza.
E' eccezionale per combattere l'invecchiamento e i disturbi del sistema
neurovegetativo e del metabolismo cellulare.
La sua preparazione non può essere casalinga, infatti è reperibile in farmacia
o in erboristeria sotto varie forme quali l'elisir tonico, l'estratto concentrato,
liofilizzato in bustine o in vasetto.
Si può trovare anche in varie preparazioni abbinato con altre erbe medicinali,
o con pappa reale e rappresenta una vera sferzata d'energia e una potente
difesa del sistema immunitario. Ne consegue una azione d'urto contro ogni
tipo di debolezza e principalmente per quella che attacca la sfera emotiva e
sessuale.
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In Italia esiste un'erba, che cresce spontanea nei prati, che viene paragonata al
Ginseng e che può essere usata come stimolante ed afrodisiaco sia in decotto
sia in estratto fluido o in tintura. E' conosciuta col nome di Panace o
Heracleum spondykium e presenta le stesse proprietà del Ginseng. In decotto,
in dose di 15 grammi per litro d'acqua, può essere assunto in dose di tre
bicchieri al giorno.
Entrambi questi rimedi, proprio per la loro efficacia, vanno usati con
prudenza soprattutto nei soggetti molto tesi o nervosi in quanto possono
provocare un eccesso di eccitazione.
Se ne consiglia un uso dilazionato nel tempo, con periodi di sospensione
fra un ciclo di trattamenti e l'altro.
MUIRA PUAMA (Prycopetalum olacoides),
Il Muira Puama o Marapuama (detta anche volgarmente il Viagra naturale) è
una pianta tipica del Brasile molto conosciuta per i suoi effetti afrodisiaci.
Le antiche tribù autoctone attribuivano a questa pianta fantastiche proprietà,
chiamandola erba dell’amore ed usandola in molte cerimonie propiziatorie
all’accoppiamento.
Di questa singolare pianta, il Muira Puama vengono utilizzate le radici, dove
si trovano in quantità notevoli molte sostanze di natura resinose ed un
particolare alcaloide.
Quest’ultimo ha potenti proprietà vasodilatatorie che conferiscono al Muira
Puama una spiccata azione afrodisiaca.
Il suo uso è indicato in molti casi di impotenza sessuale, ma anche nella
diminuzione della libido e nei casi di astenia psichica.
Molti studi hanno dimostrato che un ciclo di assunzione di due/tre settimane,
rispettando la dose consigliata, migliora lo stato erettile in generale, le
funzioni sessuali, il vigore ed il desiderio sia nell’uomo che nella donna.
Ottimo come stimolante nervoso.
Usata nei casi di impotenza, diminuzione della libido, astenia psichica,
stanchezza fisica ed intellettuale.
Agirebbe sui sistemi “catecolaminergici” del sistema nervoso centrale ed i
suoi princìpi attivi funzionerebbero da precursori dei neurosteroidi cerebrali.
Sia i sistemi catecolaminergici cerebrali che i neurosteroidi sono tra i
principali responsabili del desiderio sessuale oltre che dell’aspetto di
gratificazione propria che deriva dal compimento dell’atto. La loro azione
benefica non si ferma però qui, poiché catecolamine e steroidi sovrintendono
al determinante ruolo di generare la sensazione di energia e vitalità fisica
complessiva:ne deriva un' azione rivitalizzante generale che ha positivi
influssi sullo stato generale.
La cosa straordinaria è che sembra assodato che stimola i centri nervosi
spinali responsabili dell’erezione maschile, e può anche, se assunta dalla
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donna, provocare un inturgidimento dei genitali femminili (in particolare del
clitoride) con conseguente aumento del desiderio e del piacere. Ottimo
euforizzante. Stimola i centri del midollo spinale responsabili dell'erezione
nel maschio e dell'inturgidimento dei genitali nella femmina.
E’ bene sottolineare che i principi attivi responsabili dei benefici apportati
dalla radice e dalla corteccia di Muira Puama non sono solubili in acqua e non
sono normalmente attaccabili dal nostro sistema digerente. Per la dissoluzione
e la completa estrazione dei numerosi composti volatili, degli oli essenziali,
dei terpeni, delle gomme e delle resine è infatti necessario utilizzare
trattamenti ad alta temperatura per almeno venti minuti (per un tempo ancora
superiore se viene utilizzato l’alcol come solvente).
Pur non essendo ancora ben conosciuto il reale meccanismo d’azione dei
principi attivi contenuti nella corteccia e nella radice di Muira Puama, si
pensa che gli effetti più noti siano dovuti alla sua capacità di funzionare come
tonico a livello nervoso, muscolare e circolatorio. Ulteriori applicazioni degli
estratti di Muira Puama riguardano l’attenuazione dei sintomi della
dismenorrea (mestruazioni dolorose), della sindrome premestruale e della
depressione.
NOCE
Di origine orientale il Noce o Juglans Regia possiede forti proprietà
afrodisiache e rappresenta un potente rimedio contro ogni forma di astenia.
Molte volte la mancanza di appetito sessuale deriva da una scarsa tonicità del
sistema nervoso che provoca una sorta di disinteresse verso la vita e una
forma di chiusura a tutto ciò che richiede entusiasmo ed iniziativa.
Secondo una antica ricetta indiana, succo di mallo e polvere di foglie,
impastati con burro, zucchero candito e miele, sembra poter rendere virilità
anche ad un uomo vecchissimo. Una ricetta più attuale ma altrettanto efficace
è la seguente:
Lasciar macerare per tre mesi in un litro di acquavite 500 grammi di malto di
noce. Dopo tre mesi filtrare e mescolare a tre litri di vino, al quale si
aggiungerà zucchero a piacere.
Questo liquore, ottimo al gusto, ha proprietà tonificanti sul sistema nervoso e
favorisce il funzionamento dell'apparato digerente che, assai spesso,
costituisce una causa determinante di certi stati di astenia e sonnolenza.
Di più semplice preparazione, ma altrettanto efficace il "Vino tonico" che si
ottiene lasciando macerare per otto giorni 50 grammi di foglie fresche di noce
in un litro di vino. Berne un bicchierino da liquore prima dei pasti.
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6 Peperoncino rosso
la spezia più potente detta anche pericolo. Quando non esiste altro rimedio
per stimolare l’eccitazione...
7. SANTOREGGIA
Caratteristiche
Pianta cespitosa con fusto eretto, ramificato. Ha foglie strette, lineari, acute di
colore verde chiaro con lieve peluria. I fiori sono bianchi, rosati o lilla,
piccoli, formanti spighe. La fioritura avviene in estate. La pianta può
raggiungere i 50 centimetri di altezza.
Habitat
Pianta coltivata negli orti, si rinviene nelle regioni dell’Italia centro
settentrionale fino all’alta collina.
Raccolta
Apprezzata pianta aromatica, della santoreggia si utilizzano le parti aeree
della pianta essiccate in mazzi lenti.
Avvertenze
Nessuna in particolare.
Proprietà
E' considerata una delle erbe afrodisiache più rinomate. E' uno stimolante
dell'intelletto e delle cortico-surrenali.
E' risaputo che,molto spesso,certe defaillances di tipo fisico sono da attribuirsi
ad una mancanza di stimoli a livello intellettivo.
La mancanza di fantasia o di sollecitazioni emotive giocano contro il successo
di un rapporto amoroso. Chi non riesce a trovare nel proprio "io" quelle
motivazioni che determinano una risposta positiva sul piano erotico potrà
avvalersi dell'aiuto di qualche rimedio "ad hoc"nell'ambito della natura.
In questi casi la Santoreggia agisce brillantemente proprio sul piano mentale
poiché accende la fantasia,favorisce l'immaginazione e rafforza e tonifica i
nervi e i muscoli,rendendo più potente la spinta sessuale.
5 gocce di essenza di Santoreggia su una zolletta di zucchero 4 o 5 volte al
giorno favoriscono i rapporti interpersonali, rendendoli più brillanti e
stimolanti. In tal modo si viene a creare intorno alla persona un clima di
fascino e di seduzione, una sorta di magnetismo sottile e misterioso che
favorisce la nascita di nuovi incontri d'amore.
La Santoreggia ha goduto sin dall'antichità fama di afrodisiaco, tanto che il
nome Santureja significa appunto erba del satiro. La medicina moderna ha
confermato questa tradizione, riconoscendo alla Santoreggia la proprietà di
stimolare le funzioni cerebrali e fisiche in chi ne fa uso. La Santoreggia è
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considerata quindi ancor oggi una delle erbe afrodisiache più rinomate. E' uno
stimolante dell'intelletto e delle cortico-surrenali.
E' risaputo che, a volte, certe defaillances di tipo fisico sono da attribuirsi ad
una mancanza di stimoli a livello intellettivo.
Chi non riesce a trovare nel proprio io quelle motivazioni che determinano
una risposta positiva sul piano erotico, potrà avvalersi dell' aiuto proprio della
Santoreggia che agisce brillantemente proprio sul piano mentale poiché
accende la fantasia, favorisce l'immaginazione e rafforza e tonifica i nervi ed i
muscoli, rendendo più potente la spinta sessuale.
N.B. Non improvvisate, chiedete sempre al vs medico di fiducia
Le erbe non sono innocue!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Piante Per ridurre L'inquinamento domestico
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Nelle grandi città ci si attrezza in questi giorni per ridurre il livello di
inquinamento atmosferico, ricorrendo alle targhe alterne o al blocco del
traffico.
Bisogna considerare però che lo sviluppo tecnologico e l'aumento dei consumi
energetici non influiscono solamente sull'aria che respiriamo negli ambienti
esterni, al contrario, tali sostanze nocive si concentrano in maniera più elevata
proprio nei piccoli spazi, dove viviamo e lavoriamo.
In ogni ambiente chiuso, si concentrano inoltre fonti inquinanti legate alla
presenza di oggetti d'arredamento, animali e persone: basti pesare ad esempio
alla polvere che proviene da tappeti, divani e moquette, al fumo delle sigarette,
ai peli di cani e gatti o ancora alle esalazioni prodotte da detersivi e solventi.
Per chi volesse risolvere il problema in maniera definitiva, sono in commercio
impianti di depurazione dell'aria di semplice istallazione, che possono quindi
essere utilizzati anche in ambienti privati.
Ne esistono diverse tipologie, a ventilazione o ad aspirazione: in generale,
garantiscono un ricambio d'aria continuo e costante e, per un appartamento di
media metratura, il costo si aggira intorno ai 400 euro. Per una soluzione meno
perentoria ma sicuramente efficace, è possibile ricorrere a un antidoto più
naturale. Esistono infatti diverse piante che svolgono un'azione di
assorbimento contro i principali agenti inquinanti. In particolare le piante e i
fiori tropicali, abituati in natura a svolgere un'azione assorbente attraverso
l'umidità ambientale, sono perfetti per purificare anche i piccoli spazi; si tratta
inoltre di piante particolarmente ornamentali, ideali per dare un tocco di classe
in più all'arredamento. In commercio se ne trovano diverse specie. Tra quelle
più comunemente reperibili presso vivai e fioristi, segnaliamo:
- Ficus benjamina: tra le piante d'arredamento più conosciute, è anche in
grado di purificare l'ambiente da fumo di sigaretta, gas dei fornelli, esalazioni
tossiche provenienti da smalti e vernici. Nonostante sia molto decorativa, non è
adatta però per chi non è dotato di pollice verde: si tratta infatti di una pianta
che necessita di cure costanti e mal si adatta a temperature troppo rigide o
troppo secche.
- Felce di Boston: bella e decorativa come la precedente, ha bisogno però di
meno attenzioni. Sopravvive anche in ambienti poco luminosi e sopporta la
siccità. E' tra l'altro un ottimo purificatore: fa da filtro anche contro le
radiazioni provenienti da apparecchiature elettriche.
- Spatifillo: pianta molto ornamentale, grazie ai grossi fiori bianchi a forma di
foglia, ha la particolarità di assorbire smalto e acetone: è indispensabile dunque
per chi ama dipingersi le unghie! Attenzione però: si tratta di una pianta
acquatica, che necessita quindi un'idratazione costante.
- Edera variegata: semplice e poco impegnativa, questa pianta, dalle foglie
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variegate
e cadenti, fa la sua figura in qualsiasi stanza della casa. Assorbe
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radiazioni da computer, stereo e apparecchi radiofonici in genere, oltre a essere
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Pulizia del viso
Con il cambio di stagione è particolarmente indicato fare una pulizia del viso.
Elimina le cellule morte, favorisce l’ossigenazione dei tessuti, fa penetrare
meglio un trattamento idratante/nutriente per compensare lo “stress” estivo
della pelle e la prepara a fronteggiare freddo invernale.
In un’autarchica gestione della vostra bellezza (magari dettata anche da
penuria di moneta) vi consiglio come organizzare nel vostro bagno un
trattamento viso completo: pulizia al vapore, scrub tonificante e maschera
idratante, disdegnando il lettino dell’estetista.
Fate bollire due litri d’acqua in una pentola, al momento del bollore
aggiungete 50 g di foglie d’ortica se avete la pelle impura, 50 g di fiori di
camomilla per la pelle secca/sensibile, oppure 50 g di tarassaco se avete una
pelle più matura (gli anni che passano…). Versate il tutto in una bacinella,
avvicinate il viso e coprite la testa con un asciugamano, creando una saunetta.
Resistete almeno per 5-10 minuti (chi bella vuole apparire bla bla…) dopo di
che consiglio alle più esperte di far uscire i punti neri aiutandosi con una
velina di carta (mai a mani nude, si può rischiare di prendere delle infezioni)
oppure , chi teme di non avere una buona manualità può sfregare la velina nei
punti critici, naso, mento come un leggero peeling, favorendo così la
rimozione dei punti neri.
L’acqua del suffumigio può essere usata anche come lozione tonica: bagnate
un batuffolo di cotone e con questo tamponate ritmicamente il viso, oppure
bagnate una garza grande ed applicatela direttamente sul viso.
Dopo il vapore si può fare questo scrub tonificante -indicato per le pelli
normali- composto da: 1 cucchiaino di argilla, 1 cucchiaino di yogurt, 1
cucchiaino di olio di germe di grano e un pizzico di sale fino o zucchero. Si
massaggia l’impasto ottenuto sul viso, insistendo su fronte, naso e mento, poi
si risciacqua con acqua tiepida.
Infine si passa al nutrimento della pelle con una maschera a base di panna e
miele. Mescolate in una ciotola 2 cucchiai di miele con 2 cucchiai di panna
liquida ed applicate il composto sulla pelle. Lasciate agire per almeno 20′ e
poi risciacquate alternando acqua tiepida e fredda
Maschera allo yogurt con spremuta d’ arancia
Prendete un vasetto di yogurt ,spremete ¼ di un ‘arancia, mescolateli;
distribuite in maniera uniforme sul viso, proverete una piacevole sensazione
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di freschezza e sentirete la pelle più distesa. Dopo cinque minuti risciacquate
abbondantemente. Se in questo momento vi sentite pigri e stanchi, e volete
donare un po’ d’energia alla vostra pelle ..questo è il rimedio giusto per voi.
Maschera appetitosa al miele
Prendete una mela, due cucchiai di miele, un cucchiaio di farina d’avena,
amalgamateli fino a crearne un composto. Applicatelo sulla pelle pulita,
tenetelo per 15 minuti, poi risciacquare con acqua calda.
Maschera nutritiva
Prendete due cucchiai di miele, tre cucchiai di olio d’oliva e un uovo intero.
Mescolate il tuorlo d’uovo, l’olio e il miele. Una volta amalgamati aggiungete
l’albume, chiudete tutto in un contenitore e agitate bene prima dell’
applicazione.
Maschera alla crusca
Create una miscela con due cucchiai di crusca, un cucchiaio di olio d’oliva e
un tuorlo d’uovo. Applicatela per dieci minuti, poi rimuovetela con acqua
calda.
Maschera con farina bianca
Prendete mezzo bicchiere di farina bianca e aggiungete del latte fino a
formare un impasto. Applicatelo sul viso e lasciatelo per 15-20
minuti,risciacquate con acqua calda.
BICARBONATO
Con il bicarbonato è possibile fare un’accurata pulizia del viso. Basta
scioglierne un cucchiaio scarso in un litro di camomilla e riscaldare il tutto
fino a quasi farlo bollire. Successivamente, con un asciugamano sulla testa,
basta appoggiare il viso sui vapori prodotti per almeno 10 minuti. Fatto ciò
non resta che togliere i punti neri e le impurità con un fazzoletto di cotone
pulito o con un pezzo di carta.
Maschera nutriente
Se il problema è la secchezza cutanea, frequente in estate specialmente dopo
l’esposizione al sole, molto indicata è una maschera nutriente, a base di miele,
olio ed uova.
Per prepararla, occorre mescolare due cucchiai di miele, tre cucchiai di olio
d’oliva e un tuorlo d’uovo. All’amalgama si aggiunge quindi un albume,
agitando tutto dopo averlo versato in un contenitore.
Il miele è un ingrediente naturale che ritroviamo anche in altre maschere o
trattamenti per la pelle del viso.
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Scrub per il viso al miele
Tra questi, è consigliato lo scrub per il viso al miele. E’ sufficiente
massaggiare il viso con il composto ottenuto mescolando in una tazzina un
cucchiaio di miele e un pizzico di sale e dopo qualche minuto risciacquare
con acqua fredda.
Maschera esfoliante
Se si vuole ottenere un effetto esfoliante, si possono mescolare due albumi
con della farina d’avena, applicando la maschera così ottenuta sul viso e
risciacquare dopo cinque minuti.
Cetriolo e lime per rinfrescare le pelli miste e grasse
Il cetriolo è l’ingrediente da prediligere nel caso in cui si voglia purificare e
rinfrescare allo stesso tempo la pelle del viso. Particolarmente indicata per le
pelli grasse e miste è una maschera dalle proprietà purificanti e rinfrescanti,
che si ottiene con ingredienti come lime, cetriolo e yogurt.
Dopo aver fatto bollire per pochi secondi una fetta di cetriolo e averne
ricavato una poltiglia, si aggiunge il succo di lime, appena tirato fuori dal
frigo, e lo yogurt. L’amalgama viene tenuto in posa sul viso per 10 minuti, e
si sciacqua con acqua tiepida. Al termine, si tampona il viso con un batuffolo
di cotone imbevuto di succo di lime, utile per prevenire la formazione dei
punti neri.
Maschera alla farina d’avena
La maschera alla farina d’avena, che si ottiene
mescolando due cucchiai di farina d’avena e un cucchiaio di bicarbonato di
sodio con un po’ d’acqua, puo’ essere utilizzata anche per detergere sia viso
che corpo.
Consigli per una corretta applicazione della maschera
E’ importante applicare la nostra maschera sulla pelle ben detersa, magari
subito dopo la doccia, quando i pori sono dilatati dal calore e pronti a ricevere
i prodotti.
Per favorire un completo assorbimento degli ingredienti, è utile applicare una
pellicola sul viso durante il tempo di posa e eliminare al termine gli eventuali
residui rimasti dopo il risciacquo con una spugnetta morbida.
Al termine della maschera, si applica il tonico e la crema idratante.
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Crema per Rinforzare le Ciglia
In questa ricerca l'elemento principale è proprio l'olio di ricino infatti è uno
dei prodotti naturali più efficaci per rinforzare le ciglia: può essere usato
anche da solo, dopo averlo profumato con olio essenziale, preferibilmente di
lavanda.
Ingredienti: 1 g di mallo di noce verde, 5 ml di olio di ricino cosmetico, 20 g
di vasellina, due o tre gocce di assenza di lavanda. Fate fondere la vasellina
emulsionatela con gli altri ingredienti, lasciate raffreddare e poi usate la crema
per spalmate le ciglia, facendo naturalmente attenzione agli occhi.
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Aglio (ipertensione, arteriosclerosi, circolazione)
Alga Kelp (obesità, cellulite, metabolismo)
Aloe vera (disintossicante, infiammazioni, antivirale)
Altea (bronchite, catarro, tosse)
Ananas (effetti diuretici, digestivi, antinfiammatori)
Artiglio del diavolo (infiammazioni, reumatismi)
Bardana (acne, eczemi, psoriasi)
Betulla (cellulite, ritenzione idrica, iperuricemia)
Calendula (regolazione ciclo mestruale, irritazioni)
Centella (cellulite, circolazione, emorroidi)
Cumino (appettito, digestione, aerofagia)
Echinacea (sistema immunitario, herpes, prostatiti)
Equiseto (effetti rimineralizzanti ed antinfiammatori)
Erba medica (appetito, anemia, convalescenza)
Eucalipto (tosse, catarro, raffreddore)
Fieno greco (convalescenze, allattamento, rachitismo)
Finocchio (digestione, aerofagia, colite)
Frassino (antinfiammatorio, diuretico, antiossidante)
Garcinia (obesità, colesterolo, trigliceridi)
Ginkgo (circolazione, radicali liberi, memoria)
Glucomannano (obesità, stitichezza, colesterolo)
Guaranà (astenia, dimagrimento, tonico antifatica)
Iperico (ansia, depressione, agitazione)
Ippocastano (cellulite, circolazione, edemi)
Malva (stitichezza, tosse e raffreddore)
Meliloto (cellulite, circolazione, flebiti)
Mirtillo nero (emorroidi, vista notturna, diarrea, couperose)
Mirtillo rosso (circolazione, diarrea, couperose)
Ortosifon (cure dimagranti, diuretico, depurativo)
Papaia (cellulite, ritenzione, digestione)
Pilosella (cellulite, ipertensione, ritenzione)
Rosa canina (vitaminizzante, difese immunitarie)
Salice (raffreddore, febbre, dolori reumatici)
Spirea ulmaria (cellulite, ritenzione, raffreddore)
Spirulina (tonico, sistema immunitario, convalescenze)
Tarassaco (cellulite, colesterolo, insufficienza epatica)
Tè
verde
(tonico
dimagrante,
antiossidante,
rimineralizzante)
Timo (tosse, catarro, bronchite, meteorismo, diarrea)
Tribulus
terrestris
(ricostituente,
accrescimento,
fortificante)
Valeriana (insonnia, palpitazioni, ansia, agitazione)
Vite (cellulite, circolazione, couperose, ematomi)
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0
Nomenclatura terapeutica
Afrodisiaco: aumenta il tono dell'eccitazione sessuale.
Antisettico: disinfettante, arresta lo sviluppo dei microbi.
Antispasmodico: diminuisce l'eccitabilità del sistema nervoso,
calmando le contrazioni muscolari e gli spasmi delle terminazioni
nervose.
Aperitivo: stimola l'appetito.
Aromatico: stimola il gusto e l'olfatto, leggermente eccitante.
Cardiotonico: tonifica il muscolo cardiaco.
Carminativo: favorisce l'eliminazione di gas dallo stomaco e
dall'intestino.
Corroborante: rinvigorente.
Depurativo: libera il sangue dalle sostanze nocive.
Diuretico: facilita l'attività renale.
Eccitante: stimolante delle funzioni vitali.
Emolliente: attenua le infiammazioni.
Energetico: accresce le forze vitali.
Eupeptico: sostanza che facilita la digestione.
Ipotensivo: abbassa la pressione arteriosa.
Nervino: tonico del sistema nervoso.
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1
Rilassante: diminuisce le contrazioni dei muscoli striati.
Rubefacente: sostanza di uso esterno che strofinata sulla pelle
richiama localmente una maggior quantità di sangue.
Stimolante: aumenta la sensibilità nervosa, dà tono al sistema
circolatorio e muscolare.
Tonico: accresce la vitalità e dà forza ed energia all'organismo.
Vasodilatatore: dilata la portata dei vasi sanguigni e aumenta
l'elasticità arteriosa e venosa.
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PAROLE INGLESI /FRANCESI IN ORDINE ALFABETICO CON LE
RELATIVE TRADUZIONI IN TEMA DI BELLEZZA – ESTETICA –
ALTRO FEMMINILE
A
Anti-aging = prodotto per la prevenzione dei danni causati
dall’invecchiamento (amer.)
B
Bleach to = schiarire
Blusher = belletto per le guance, sinonimo di fard (ingl.)
Body cream = crema per il corpo, dopo bagno/doccia (ingl.)
Body care = cura del corpo (ingl.)
Body lotion = lozione per il corpo, idratante per il corpo
(ingl.)
Body oil = olio per il corpo (ingl.)
C
Cachet = colorante per capelli; tintura temporanea (fr.)
Cream wash = crema detergente di pulizia (ingl.)
Couperose = affezione della pelle, genera macchie rossastre
(fr.)
Cleansing lotion = latte detergente
D
Day cream = crema da giorno per viso e collo (ingl.)
Deep cream = crema per la cute, agisce in profondità (ingl.)
E
Eau de toilette = acqua da toletta (fr.)
Eye liner = cosmetico per il contorno occhi (ingl.)
Eye shadow = ombretto (ingl.)
Eye contour cream = crema per il contorno occhi
(ingl.)
Emollient cream = crema emolliente (ingl.)
F
Fard = belletto per il viso che si stende con il pennello sinonimo di blusher
(fr.)
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Foam bath = bagnoschiuma (ingl.)
Foundation cream = crema base fondotinta per il viso
(ingl.)
Fragrance free = senza profumo
G
Glossy = lucidalabbra (ingl.)
H
Hand cream = crema per le mani (ingl.)
Henné = tintura naturale per capelli (der.
Ar.)
Hydrating cream = crema idratante (ingl.)
J
Jeunesse = giovinezza (fr)
L
Lifting = trattamento per l’eliminazione dei segni dell’invecchiamento (ingl.)
Lip gloss = lucidalabbra (ingl.)
Lip-stick = rossetto per labbra (ingl.)
Look = immagine
M
Make-up = trucco per il viso sinonimo di maquillage (ingl.)
Manicure = trattamento per la cura e la bellezza delle mani (fr.)
Mask = maschera di bellezza (ingl.)
Mousse = schiuma (fr.)
Maquillage = trucco per il viso sinonimo di make up
(fr.)
Moisture to = idratare
Make – up remover = struccante (ingl.)
N
Night cream = crema da notte (ingl.)
Nuance = sfumatura di colore (fr.)
Nourishing = nutriente (ingl.)
O
Oil free = caratteristica di prodotto non grasso per pelli grasse (ingl.)
P
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4
Peeling = rimozione delle impurità del viso mediante esfoliazione superficiale
della pelle (ingl.)
Poudre = cipria
(fr.)
Protective cream = crema protettiva (ingl.)
R
Rouge = rossetto (fr.)
S
Scrub = prodotto cosmetico abrasivo per la rimozione delle impurità della
cute (ingl.)
Self tanning = autoabbronzante (ingl.)
Shampoo = detergente schiumogeno per capelli (ingl.)
Skin = pelle (ingl.)
Smoothing = levigante (ingl.)
Soin = cura
S.P.F. sun protective factor = fattore di protezione solare (ingl.)
Sun protective = protezione solare
(ingl.)
Sensitive skin = pelle sensibile
(ingl.)
Sooth to = lenire
(ingl.)
Soothing cream = crema lenitiva (ingl.)
T
Tan = abbronzatura (ingl.)
Treatment = trattamento (inglese)
V
Vaporisateur = vaporizzatore (fr.)
W
Water-proof = impermeabile (ingl.)
Water resistant = resistente all’acqua (ingl.)
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Cromoterapia
ROSSO
Il rosso è uno stimolante fisico e delle emozioni, favorisce la passione,
l'ambizione e l'impulso sessuale. Aumentà la vitalità e l'energia segnala
attenzione e temperamento fiero. Utile nei problemi di obesità, emmorroidi,
stitichezza.
Rinvigorente, vitale, attivante, combatte l'esaurimento, l'artrite, sciatica e
problemi alle articolazioni inferiori.
Personalità del soggetto: protagonista, competitivo, spossante, estremista,
focalizzato, energico, fisico, sano, vitale.
ARANCIO
L'arancio è il colore di chi a bisogno di ottimismo, dell'istintualità e del
piacere dei sensi è un colore allegro, antidepressivo e rende l'ambiente felice,
anti-autoritario. Sul piano fisico favorisce la circolazione, scioglie le tensioni
in modo particolare nella schiena.
Personalità del soggetto: espansivo, costruttivo, energico, eccitabile,
socievole, estroverso, frettoloso, gioioso, sicuro.
GIALLO
Il giallo porta rilassamento dove c'è tensione nella musculatura dovuto a
nervosismo, tensione, paura, ansia e stimola la digestione. Indicato per le
persone che sentono mancanza di coinvolgimento hanno desiderio di
controllo e profonda insicurezza. Stimola l'attività mentale e porta fiducia e
sicurezzadonando gioia.
Personalità del soggetto: Porta a termine, dominante, intelletuale, coraggioso,
responsabile, insicuro, coordinato, socievole e coordiale.
VERDE
Il verde è il colore dell'amore del cuore. Aiuta ad ispirarsi e ad aprirsi ai sogni
e desideri. Ottimo per le persone iperattive senza impegno personale. Porta
stabilità ed equilibrio fisico, ottimo per la zona giorno della casa.
Personalità del soggetto: equilibrio, coscienzoso, circospetto, armonioso,
comprensivo, contento, riservato e ordinato.
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TURCHESE
Il turchese è un calmante, sollecita interesse, scioglie la tensione, rende
tolleranti, generosi e più giovani e freschi.
La personalità del soggetto turchese: calmo e sicuro, comunicativo, vacillante,
equilibrato, consapevole, ottimista, abile ma con una tendenza
all'infantilismo.
BLU
Il blu dona pace e tranquillità, rende più facile la comunicazione
interpersonale, rilassante invitante ottimo per la meditazione e dona
equilibrio.
La personalità: Rilassato, quieto, si tira spesso indietro, insicuro, organizzato,
creativo, indolente, sensibile, inibito e onesto.
Colore adatto agli insegnanti, venditori, agli artisti e chi svolge un lavoro di
gruppo.
VIOLA
Il viola porta quiete di spirito, pace e amore, attenzione per gli altri, ottimo
per la meditazione, preghiera e aiuta la concentrazione.
La personalità del sogetto è: calmo e sicuro, comunicativo, vaccillante,
equilibrato, consapevole, sognatore, ottimista, infantile, abile.
MAGENTA
Il magenta aiuta ad alzare il livello di energia, formale e festivo, imperioso,
energico. E' consigliato non di indossarlo spesso.
Personalità: compassionevole, perspicace, cooperativo, stimolante, affettuoso,
amorevole, vigoroso e saggio.
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Colori e abbigliamento:
L'uso dei colori è molto importante anche nell'abbigliamento.
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ROSSO:
Temperamento a volte aggressivo. Chi si veste di rosso si fa senza
ombra di dubbio notare. Il rosso può essere legato anche ad aggressività
o incontinenza sessuale. Indicato per problemi circolatori (stasi, geloni,
freddolosità, ecc). Molto utile è l'uso di calzini e guanti rossi per
migliorare la circolazione periferica. Nell'impotenza maschile è
utilissimo indossare slip o costumi da bagno rossi.
ARANCIONE:
Chi lo indossa esprime gioia e affermazione del suo Io, buonumore e
altruismo. Consigliato ai reumatici e come attivatore dell'intestino
(stipsi). Per le donne che hanno difficoltà a concepire per problemi
psicologici. Ricordare che l'energia elettromagnetica dell'arancione è
sulla stessa frequenza vibratoria della catena del DNA.
GIALLO:
Chi indossa giallo si sente bene con se stesso; è infatti il colore
associato al senso di identità, all'Io, all'estroversione. denota sempre
una forte personalità. Utilizzarlo stimola la razionalità e il cervello
sinistro, migliora le funzioni gastriche e tonifica il sistema linfatico.
VERDE:
E' il colore dell'equilibrio energetico. Chi lo indossa cerca l'equilibrio e
la riflessione. Il suo effetto è rilassante e rinfrescante, quindi in caso di
emicrania o insonnia.
BLU CHIARO:
Le persone che vestono di blu chiaro tendono all' introversione e a una
certa chiusura esterna. E' il colore del temperamento flemmatico
BLU SCURO (INDACO):
Adatto a persone particolarmente tese e nervose. E' indossato da
persone riservate e molto chiuse che vogliono vivere nel loro mondo.
VIOLA:
Le tonalità più chiare esprimono sensualità, le più scure spiritualità.
Comprende il blu e il rosso (sacro e profano). E' fortemente
controindicato nelle depressioni
NERO:
Snellisce la figura. Può essere portato di sera ma evitato di giorno,
poiché blocca la penetrazione cutanea delle radiazioni
elettromagnetiche dei colori e gli scambi con l'esterno. E' un colore che
tende a devitalizzare la persona e nel caso di biancheria intima a
raffreddare la sessualità e a lungo andare di danneggiare la sfera
riproduttiva. Esalta il rosso (forza e potere), con il giallo esalta il potere
intellettuale e con il rosa il potere sociale. Il nero è da evitare in caso di
depressione.
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BIANCO:
Rivitalizza tutto l'organismo. E' un colore fresco e solare che apporta
energia.
GRIGIO:
Le persone che indossano il grigio pongono una barriera tra sé e il
mondo. Era il colore delle autorità che volevano mettere un chiaro
distacco con il "resto".
MARRONE:
La preferenza di marrone simboleggia mancanza di radici però al
contempo aiuta ad essere pratici e non dispersivi
Colori e psicologia:
La psicologia dei colori descrive il significato psicologico oggettivo delle
varie tonalità.
ROSSO:
E' il principio maschile, attivo; indica il fuoco, la gioia, la festa, l'eccitazione
sessuale, rappresenta anche il sangue e le passioni violente. Nell'alchimia
rappresenta l'uomo, il sole, lo zolfo, l'oro. Per gli Indiani d'america significa
gioia e fertilità.
Ha il significato della vita e del calore. Il sangue è rosso.
Esso provoca ischemia cutanea, perciò si usa nelle ustioni nelle malattie
esantematiche. Il rosso si associa con la circolazione sanguigna e con lo
sviluppo cellulare, ed è perciò controindicato in caso di tumore. Scalda il
corpo e stimola la produzione di sangue. Molto utile in caso di melanconia e
depressione. Stimola la liberazione di adrenalina e fa salire di poco la
pressione arteriosa. Il rosso rende loquaci, aperti, premurosi, passionali.
Molto utile nelle malattie da raffreddamento, nal mal di gola, nella tosse
cronica e nell'asma. Utilissimo per trattare paralisi parziali e totali.
GIALLO:
E' il colore che più ricorda il Sole, esprime quindi un movimento di
espansione. La scelta del giallo quindi è ricerca del nuovo, del cambiamento,
della liberazione dagli schemi. Sinonimo di vivacità, estroversione,
leggerezza, crescita e cambiamento. Stimola l'attenzione e l'apprendimento,
acuisce la mente e la concentrazione. Stimola la digestione (anoressia,
inappetenza, flatulenza, emorroidi interne, eczema). Aiuta ad eliminare le
tossine attraverso il fegato e l'intestino.
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ARANCIONE:
Nella cultura giapponese e cinese è associato all'amore a alla felicità. E' il
colore della crescita, simboleggia il sole nascente, è il colore della gioia.
Tendenzialmente aumenta la pressione arteriosa. Rappresenta la vitalità ,
quindi molto utile in caso di irrigidimenti tipo sclerosi, ateriosclerosi; rigenera
il tessuto nervoso e ricarica chi è stanco. Stimola la respirazione profonda
(asma).
VERDE:
E' il colore della Natura, del mondo vegetale. Indica immaturità. Per i buddisti
rappresenta la vita. E' un colore neutro, rilassante, favorisce la riflessione e la
calma. Disintossica e decongestiona l'organismo. E' molto utile in caso di mal
di testa, nelle nevralgie e nelle febbri.
E usato in tutte le proliferazioni anomale a livello cutaneo: verruche, nei,
tumori.
BLU:
Rappresenta l'intelletto, la verità, la fedeltà, la costanza, Il Blu è il colore della
grande profondità, il principio femminile. Per i buddisti rappresenta il Cielo.
E' purificante ed è il colore dello spazio. Induce all'introspezione, alla
sensibilità, alla calma e serenità. Molto utile in caso di stress, nervosismo,
ansia, insonnia, irritabilità e infiammazioni. Ha proprietà antisettiche,
astringenti e anestetizzanti. Si usa in tutti i sintomi che sviluppano calore e nei
dolori: mal di gola, laringiti, raucedine, febbre, spasmi, reumatismi.
BLU INDACO:
L'indaco è un grande purificatore del sangue e ha una spiccata azione sulla
mente. E' un colore molto freddo e astringente. Induce una forte
concentrazione mentale. Si usa nella cataratta. Un vestito blu rilassa chi lo
indossa. Nell'illuminazione crea spazio ed è molto rilassante.
VIOLA:
Sinonimo di intelligenza, conoscenza, devozione religiosa, santità, sobrietà,
penitenza. E' il colore con la maggior frequenza e l'energia più alte dello
spettro visibile. Rappresenta la porta dell'aldilà. E' il colore del cervello destro
(analogico). Il viola ha una grande influenza sul sistema nervoso: epilessia,
meningite, crampi, tumore, debolezza reni. E' rilassante e utilissimo nei
traumi del cranio, nell'insonnia.
BIANCO:
Rappresenta la luce, la semplicità, il sole, l'aria, l'illuminazione, la purezza,
l'innocenza, la castità, la santità, la sacralità, la redenzione. La luce bianca
contiene tutti e sette i colori dell'iride, è vitalizzante, rigenera l'organismo,
schiarisce la mente.
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GRIGIO:
E' neutro. Simboleggia la depressione, l'umiltà. Indossato pone una barriera
tra sé e gli altri. Andrebbe evitato da i paurosi
NERO:
Rappresenta l'oscurità, il vuoto, il male. E' un non-colore, cioè è assenza di
colore, e tuttavia viene utilizzato per rendere più densi altri colori. In genere si
indossa perché attira, in quanto si rimane nascosti da un velo di mistero. Pone
una barriera tra la persona e il mondo. Ha un effetto depressivo.
MARRONE:
Rappresenta il colore della Madre Terra, del legno, per cui si associa alle cose
solide e durature. La preferenza di marrone simboleggia mancanza di radici
però al contempo aiuta ad essere pratici e non dispersivi. E' ottimo come
colore nei pavimenti perché rappresenta la terra, da stabilità.
ROSA:
Rappresenta l'amore e la gentilezza. Agisce in maniera spiccata sul sistema
nervoso rilassandolo e migliorando la vista.
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1
INDICE:
Il Paese delle Erbe…………………………………………………
Introduzione ………………………………………………………
Parte prima: Piante, Droghe e principi attivi ……………………..
Parte seconda: Come riconoscere le principali famiglie vegetali ..
Parte terza: Raccolta e conservazione ……………………………
Parte quarta: Le preparazioni erboristiche ……………………….
Parte quinta: Formule e corrispondenze di base …………………
Tabelle ad uso pratico ……………………………………………
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2
pag. 1
pag. 2
pag. 5
pag. 10
pag. 17
pag. 19
pag. 25
pag. 27
BIBLIOGRAFIA
F. Mearelli – M. Scrignani: TERAPIA MODERNA CON TINTURE
MADRI GEMMODERIVATI E OLIGOELEMENTI – Edizioni Planta
Medica – ed. Maggio 1992
Marzio Predetti: L’ERBORISTA MODERNO – Studio Edizioni – ed.
Aprile 1980
Autori vari: SEGRETI E VIRTU’ DELLE PIANTE MEDICINALI –
Selezione dal Reader’s Digest ed. 1980
Umberto Boni – Gianfranco Patri: LE ERBE medicinali aromatiche
cosmetiche – Fratelli Fabbri Editori – edizioni v.
Ivano Morelli: I PRINCIPI ATTIVI DELLE PIANTE MEDICINALI –
Edagricole – ed. 1981
Francesco Perugini: LE NOSTRE PIANTE MEDICINALI – Ed. Junior –
ed. 2000
Giorgio De Maria: ERBE E PIANTE MEDICINALI – Fratelli Melita
Editori – ed. 1981
Massimo Rossi: TINTURE MADRI IN FITOTERAPIA – Studio Edizioni
– ed. 1992
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3
Walter Culicelli – Marco Sarandrea ecc.: FLORA ERNICA – Tofani Editore
– ed. 1999
Ingrid e Peter Schonfelder – LA FLORA MEDITERRANEA – De Agostini
– ed. 1986
Fernando Piterà – COMPENDIO DI GEMMOTERAPIA CLINICA – De
Ferrari ed. – 2° ed. 1996
L. Pomini – ERBORISTERIA ITALIANA – Ed. Vitalità – 1981
S. Pignatti – FLORA D’ITALIA – Edagricole
Grazie per essere arrivati in fondo
Dott.Pietro Mazzuca
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