AMNESTY INTERNATIONAL SEZIONE ITALIANA ACQUISTA ONLINE > 13 DUEMILA AMNESTY INTERNATIONAL RAPPORTO 2013 LA SITUAZIONE DEI DIRITTI UMANI NEL MONDO AFRICA SUBSAHARIANA CAMERUN 2_AFRICA SUBSAHARIANA_amnesty 2013 09/05/13 14:44 Pagina 45 AFRICA SUBSAHARIANA CAMERUN REPUBBLICA DEL CAMERUN Capo di stato: Paul Biya Capo del governo: Philémon Yang Come negli anni precedenti, le autorità hanno continuato a limitare le attività degli oppositori politici e dei giornalisti. Persone sospettate di relazioni omosessuali sono state detenute e alcune condannate a pene carcerarie. Attivisti impegnati nella difesa dei diritti delle persone Lgbti hanno subito vessazioni e abusi. Le autorità non sono intervenute per proteggere le persone dagli attacchi. Nelle carceri le condizioni erano difficili, in alcuni casi tali da rappresentare un rischio per la vita dei detenuti. CONTESTO A novembre, il presidente Biya ha celebrato i 30 anni al potere. Le azioni di protesta da parte dei gruppi d’opposizione, legate all’anniversario, sono state disperse dalla polizia antisommossa. La corruzione è rimasta pervasiva e gli sforzi del governo per affrontare la problematica sono risultati poco efficaci. A settembre, un ex ministro di gabinetto è stato condannato a 25 anni di carcere per appropriazione indebita di fondi pubblici pari a 29 milioni di dollari Usa. A settembre, Amnesty International ha inviato un memorandum al governo in cui ha sottolineato le sue preoccupazioni in tema di diritti umani. VESSAZIONE DI OPPOSITORI POLITICI Le autorità hanno continuato a servirsi del sistema di giustizia penale per vessare e ridurre al silenzio gruppi d’opposizione politica. A fine anno non era ancora iniziato il processo a carico di diverse decine di membri del Consiglio nazionale dei camerunesi del sud (Southern Cameroons National Council – Scnc), arrestate nel 2008 e accusate di aver tenuto raduni illegali e di non aver esibito le carte d’identità. Gli accusati erano comparsi in tribunale più di 30 volte ma il processo era stato sempre aggiornato a causa dell’incapacità della pubblica accusa di convocare i testimoni o per l’assenza di funzionari giudiziari, compresi i giudici che dovevano presiedere la corte. Tre membri dell’Scnc, Felix Ngalim, Ebeneza Akwanga e Makam Adamu, sono stati arrestati ad aprile e accusati di secessione e rivoluzione, reati previsti dal codice penale, in relazione alla loro appartenenza e alle attività legate all’Scnc. A maggio, membri della polizia di sorveglianza territoriale sono stati accusati 45 2_AFRICA SUBSAHARIANA_amnesty 2013 09/05/13 14:44 Pagina 46 RAPPORTO 2013 di aver condotto Felix Ngalim, detenuto nel carcere di Kondengui, nella capitale Yaoundé, nei loro uffici situati in città e di averlo percosso con un manganello, a quanto pare provocandogli ferite sotto la pianta dei piedi, alle gambe e in altre parti del corpo. Il 28 maggio, è stato trasferito nel carcere centrale di Bamenda, capitale della provincia del Nord-Ovest. È poi comparso davanti all’Alta corte di Bamenda il 5 e 17 giugno e nuovamente il 3 luglio; ogni udienza è stata aggiornata con la motivazione che i testimoni della pubblica accusa non erano disponibili per deporre. Secondo le notizie ricevute, Ebeneza Akwanga è evaso dal carcere di Kondengui ed è fuggito dal Camerun a maggio. Felix Ngalim ha ottenuto la libertà provvisoria il 4 dicembre e a fine anno era in attesa di processo. A dicembre, Dieudonné Enoh Meyomesse, un autore critico verso il presidente Biya, è stato ritenuto colpevole di rapina armata e condannato a sette anni di carcere al termine di un processo iniquo, celebrato da un tribunale militare di Yaoundé. È considerato prigioniero di coscienza. Assieme a diversi altri coimputati, anch’essi condannati dai due ai nove anni di carcere, era stato arrestato nel novembre 2011. Voci critiche verso il governo hanno espresso il timore che alcuni procedimenti per corruzione fossero volti a prendere di mira persone che erano in disaccordo con l’esecutivo. Titus Edzoa e Michel Thierry Atangana, che dovevano scontare una pena a 15 anni di carcere per corruzione, sono stati processati per nuovi capi d’imputazione e condannati a 20 anni di reclusione a ottobre. Come nel 1997, il processo a loro carico del 2012 è stato iniquo ed è parso avere motivazioni politiche. Paul Eric Kingué, incarcerato per il suo presunto coinvolgimento nei disordini del febbraio 2008 e per corruzione, è stato condannato all’ergastolo a febbraio, a seguito di procedimenti iniqui per accuse di corruzione. La corte d’appello ha annullato la sentenza ma ha celebrato un nuovo processo e a novembre lo ha condannato a 10 anni di carcere. DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI I difensori dei diritti umani e i loro familiari hanno ricevuto minacce di morte o sono stati presi di mira da persone da loro ritenute agenti o sostenitori del governo. Il 27 marzo, funzionari governativi hanno impedito ad attivisti per i diritti delle persone Lgbti di Yaoundé di tenere un seminario finanziato dall’Eu sui diritti delle minoranze sessuali. L’azione faceva seguito a una violenta interruzione del seminario da parte dei membri di un gruppo che si definisce antilgbti, conosciuto come Raggruppamento della gioventù camerunese. Membri delle forze di sicurezza avevano in precedenza arrestato Stéphane Koche, l’organizzatore del seminario, e lo avevano trattenuto per diverse ore. A gennaio, l’attivista per i diritti umani Maximilienne Ngo Mbe è stata minacciata di stupro da uomini che sostenevano essere membri delle forze di sicurezza. Sua nipote è stata rapita e stuprata da uomini che le hanno detto che l’aggressione era una conseguenza delle attività antigovernative di sua zia. 46 2_AFRICA SUBSAHARIANA_amnesty 2013 09/05/13 14:44 Pagina 47 AFRICA SUBSAHARIANA Gli avvocati Michel Togue e Alice Nkom sono stati minacciati di violenza per aver rappresentato persone accusate di rapporti omosessuali. Anche i loro familiari hanno ricevuto minacce. Le autorità non sono intervenute per condannare questi atti o per fornire una qualche protezione. LIBERTÀ D’ESPRESSIONE – GIORNALISTI Diversi giornalisti sono stati perseguiti nel corso dell’anno. I giornalisti televisivi Alex Gustave Azebaze, Thierry Ngogang e Anani Rabier Bindji, arrestati nel giugno 2008 assieme al docente universitario Manassé Aboya, erano ancora in attesa di processo, accusati di complicità in possesso di un documento riservato senza autorizzazione e in commenti faziosi. Si ritiene che le accuse abbiano motivazioni politiche. I quattro uomini erano stati arrestati dopo che avevano espresso critiche contro un’iniziativa governativa anticorruzione e contro l’arresto di due editorialisti durante un dibattito televisivo. DIRITTI DELLE PERSONE LESBICHE, GAY, BISESSUALI, TRANSGENDER E INTERSESSUATE Sono continuati gli atti di violenza, gli arresti arbitrari e i provvedimenti di detenzione, così come altre violazioni dei diritti umani, per motivi legati al reale o percepito orientamento sessuale. Le autorità non sono intervenute per proteggere le vittime di aggressioni e di altri abusi da parte di attori non statali. Franky Ndome Ndome, che, assieme a Jonas Nsinga Kimie, stava scontando una condanna a cinque anni di carcere per comportamento omosessuale, è stato percosso e altrimenti maltrattato a giugno, dalle guardie carcerarie nel penitenziario di Kondengui. I due uomini sarebbero stati anche ripetutamente aggrediti dai compagni di cella. Le autorità non hanno intrapreso alcun provvedimento nei confronti dei responsabili o per proteggere i due uomini dalla violenza. Tre donne, Martine Solange Abessolo, Esther Aboa Belinga e Léonie Marie Djula, sono state arrestate il 14 febbraio ad Ambam, nella provincia Meridionale. Sono state accusate di essere lesbiche dopo che, stando alle notizie, il marito di Léonie Djula aveva raccontato alle autorità che sua moglie era stata adescata dalle altre due donne per una relazione omosessuale. Martine Abessolo e Esther Belinga sono in seguito comparse davanti al tribunale di prima istanza di Ambam, per rispondere dell’accusa di relazioni omosessuali e di diffamazione nei confronti di Léonie Djula. Il 20 febbraio, hanno ottenuto la libertà provvisoria e hanno presentato ricorso contro le irregolarità del loro arresto. A fine anno, la corte d’appello di Ebolowa non aveva ancora pronunciato un verdetto. Il 17 dicembre, la corte d’appello ha confermato il verdetto di condanna nei confronti di Jean-Claude Roger Mbede per attività omosessuale. Era stato condannato a tre anni di carcere. CONDIZIONI CARCERARIE Le condizioni nelle due carceri principali del Camerun, a Yaoundé e a Douala, erano difficili ed equiparabili a trattamento crudele, disumano o degradante, in alcuni casi ri47 2_AFRICA SUBSAHARIANA_amnesty 2013 09/05/13 14:44 Pagina 48 RAPPORTO 2013 schiose per la vita dei detenuti. I prigionieri con disabilità mentale non avevano accesso a cure mediche psichiatriche. A fine anno, entrambe le carceri contenevano cinque volte la capienza per la quale erano state create. PENA DI MORTE Le informazioni fornite dal governo indicavano che all’inizio dell’anno i prigionieri nel braccio della morte erano 102. La commissione nazionale camerunese sui diritti umani e le libertà ha raccomandato al governo di abolire la pena di morte. MISSIONI DI AMNESTY INTERNATIONAL Delegati di Amnesty International hanno visitato il Camerun a dicembre. CENTRAFRICANA, REPUBBLICA REPUBBLICA CENTRAFRICANA Capo di stato: François Bozizé Capo del governo: Faustin Archange Touadéra La popolazione della Repubblica Centrafricana (Central African Republic – Car) è rimasta esposta a grave rischio di abusi e violenze, a causa dei numerosi gruppi armati ancora attivi, nonostante diverse dichiarazioni secondo cui avevano messo fine ai combattimenti. Molti civili sono stati uccisi, rapiti, maltrattati o vittime di stupro e di altre forme di violenza sessuale. La maggior parte dei perpetratori ha goduto della più completa impunità. CONTESTO La Comunità economica degli stati dell’Africa centrale (Economic Community of Central Africa States – Eccas) ha deciso che la Missione di consolidamento della pace nella Repubblica Centrafricana (Mission for the consolidation of peace in Central African Republic – Micopax) sarebbe terminata a dicembre 2013. Diverse centinaia di soldati francesi 48