ISTITUTO COMPRENSIVO “G. LEOPARDI”
Scuola Primaria “N. Stigliani”
Se c’è di mezzo la
pubblicità…
Classi quarte A e B
Ins. Caterina Genovese
Dai comandi e divieti … alle regole
Percorso di Educazione Linguistica e di Educazione alla Cittadinanza
comandi
La regolazione
interpersonale
divieti
pubblicità
Che cos’è un comando e che cos’ è un divieto?
La discussione :
Maestra:- Che cos’è, secondo voi, un comando e che cos’è un divieto?
Anita:-
Un comando è una cosa che ti chiedono di fare; un divieto è una cosa che ti proibiscono di
fare.
Giovanna:- Secondo me, un comando è quasi come un ordine; un divieto ti fa capire che
non devi fare qualcosa.
Sirya:-
Io penso che un comando è quando ti chiedono di fare qualcosa, invece un divieto è
qualcosa che non puoi toccare o mangiare…….cioè non devi fare.
Francesca:- Allora, un comando è un ordine che devi osservare; un divieto è un ordine a
non fare.
Maestra:- Dunque state dicendo che non c’è differenza tra le due cose.
Anita:-
Il comando è un ordine al positivo (fare quella cosa); il divieto è un ordine al negativo (non
fare quella cosa)
Maestra:- Possiamo concludere dicendo che sia il comando che il divieto rappresentano una
prescrizione, un obbligo per chi lo riceve..
Di cosa parlano
i comandi e i divieti
che riceviamo?
Richiesta di collaborazione in famiglia;
Igiene;
Studio;
Regolamentazione tempi TV;
Regolamentazione sonno;
Abbigliamento;
Alimentazione;
Sollecitazione all’assunzione di
comportamenti corretti e rispettosi.
Le forme del comando
-Pulisciti i piedi prima di entrare! (ordine netto)
- Chiara, vestiti! Le tue sorelle sono già pronte! (ordine attenuato)
- Puoi abbassare il volume, per favore? (invito, richiesta)
- Studia, altrimenti, non vai a scuola di ballo! (minaccia)
- E’ meglio che tu faccia la doccia, sei tutto sudato! (consiglio, suggerimento)
- Va, vai cu Rusina, dalle na mane a enghie l’acqua, ca quella puvredda nun s’ la fire
( suggerimento)
[Va, vai con Rosina, dalle una mano a riempire il secchio, che non ce la fa].
- Non toccare il gatto che è molto furbo e ti graffia (divieto).
- Più veloce, più veloce, gambe, gambe! (ordine netto, frase nominale).
- Federica, le chiavi della macchina! (ordine netto, frase nominale)
La discussione :
Francesca:- Per ogni comando e/ o divieto c’è sempre un emittente e un ricevente.
Eleonora:- I comandi e i divieti rappresentano le parole che escono di bocca agli adulti, per
questo è necessario inserire la punteggiatura del discorso diretto.
Syria:-
Il modo del verbo del divieto è l’infinito, mentre quello del comando, solitamente, è
l’imperativo.
Alessia:- Talvolta, però, si usa la forma impersonale del verbo, per apparire meno severi,
meno diretti, o il presente indicativo o congiuntivo.
Saverio P:- I comandi sono ordini netti.
Emanuele:- Ma possono anche assumere la forma di un consiglio, di un suggerimento, di un
invito a fare qualcosa.
Mario:- In qualsiasi forma sono espressi, comandi e divieti servono ad indirizzare, a regolare
i nostri comportamenti.
Marwa:- Le parole sono sempre accompagnate da gesti, sguardi, espressioni del volto,
intonazione della voce.
Osservazione e decodifica della pubblicità
Chiara S.:- La pubblicità può essere espressa attraverso canali diversi: manifesti , spot
(televisivi o radiofonici) e regolano, influenzano, indirizzano i nostri
comportamenti.
Alessia:- Ogni pubblicità persegue uno scopo.
Chiara D.:- Esistono varie tipologie di pubblicità: 1] la pubblicità per persuadere
e indurci ad acquistare un prodotto; 2] la pubblicità per sensibilizzare ed
educare (pubblicità progresso) verso comportamenti corretti;
3] la pubblicità che serve ad informare su iniziative, manifestazioni ecc.
Michele:- Tutti i manifesti pubblicitari sono costituiti da un’immagine, da uno slogan e
da tante informazioni utili(indirizzo, telefono, servizi, posta elettronica).
Valentina:- La pubblicità viene costruita, talvolta, con frasi nominali, altre volte
utilizzando un paragone o attraverso significati doppi delle parole o
richiamando alla mente altre immagini.
Le regole in bagno
Si utilizza il linguaggio pubblicitario per la formulazione delle
regole in bagno, luogo di divertimento, di conflittualità, di
confusione e di trasgressione.
fasi del lavoro:
1) Discussione per gruppi e formulazione delle regole;
2) Lettura dei testi ai compagni: approvazione e/o revisione dei lavori;
3) Illustrazione delle regole, utilizzando il linguaggio della pubblicità;
4) Campagna di sensibilizzazione al rispetto delle regole, all’interno della scuola;
5) Affissione dei manifesti prodotti , nei bagni.
i manifesti pubblicitari :
il divertimento sicuro
L’igiene
Il risparmio delle risorse
il rispetto
Lo slogan elaborato, che rappresenta la sintesi del lavoro svolto, attraverso il doppio
significato della parola “sicuro”, se da un lato vuole far riflettere sulla legittimità del
divertimento, dall’altro
ne sottolinea la natura.
Ad ogni diritto corrisponde un dovere
La seconda parte del lavoro verte sull’analisi della nostra società orizzontale o
democratica, fondata sui principi , sulle regole, sui diritti e i doveri dei cittadini.
Fasi di lavoro:
1) confronto e discussione sui diritti e sui doveri a scuola
2) definizione della parola “diritto” e della parola “dovere”
3) illustrazione dei diritti e dei doveri individuati
4) scrittura di filastrocche
5) preparazione di cartelloni da appendere in classe
Ad ogni diritto corrisponde un dovere:
L’ISTRUZIONE
Ad ogni diritto corrisponde un dovere:
LA VITA SOCIALE
Ad ogni diritto corrisponde un dovere:
LA DIGNITA’
Ad ogni diritto corrisponde un dovere:
IL RISPETTO DEI LUOGHI PUBBLICI
Ad ogni diritto corrisponde un dovere:
IL RISPETTO DELL’ISTITUZIONE
Ad ogni diritto corrisponde un dovere:
IL RISPETTO DELLE COSE PUBBLICHE
I DIRITTI DEI BAMBINI
Si allarga il discorso sui diritti fino a comprenderli tutti.
I bambini li individuano, senza avere ancora letto la Convenzione ONU (che
leggeranno dopo) perché si interrogano sui i loro bisogni, sulle loro necessità
fondamentali.
Discutono, scrivono i testi e li illustrano.
Ne scaturisce un lavoro interessantissimo.
L’attenzione si sposta , poi, sui testi letterari.
Si leggono: “L’isola degli smemorati” di B. Pitzorno ,un testo fantastico (che
diventerà un copione teatrale) e “La banda del mondo di sotto” di P. Dalmasso , un
giallo, sui bambini, i cosiddetti boskettari, di Bucarest. Quest’ultimo li renderà
consapevoli dei tanti diritti negati .
Diritto ad avere una famiglia perché ogni bambino sia
amato, educato e protetto
Diritto ad avere cibo, vestiti e un posto sicuro dove vivere
I diritti dei bambini
Diritto all’uguaglianza: ogni bambino ha il diritto a non essere
discriminato per il colore della pelle,
la religione, le sue condizioni sociali.
Diritto al gioco
Diritto ad avere una casa
Diritto ad essere protetto
Diritto alla formazione e all’istruzione
I diritti dei bambini
Diritto alla propria identità: al nome, alla cittadinanza, al
rispetto della propria cultura di appartenenza
I DIRITTI DI CITTADINANZA
articolo 3 della Costituzione
"tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali”
Diritto all’uguaglianza e alla pari dignità sociale”
Maestra:- Cosa vuol dire, secondo voi, “avere diritto all’uguaglianza e alla pari
dignità sociale”?
Oriana:- Un diritto importante per un cittadino è essere considerato uguale
rispetto agli altri, avere la stessa importanza ed essere rispettato.
Sirya:-
Il diritto al’uguaglianza è fondamentale per la serenità di tutti i cittadini,
italiani o stranieri.
Giovanna:- Io penso che sia giusto essere visti in modo uguale dalla Legge.
Sirya:-
Ma ciò non vuol dire che si è tutti uguali, ciascuno ha caratteristiche
diverse.
Giovanna:- Però nessuno deve essere considerato “diverso”.
Maestra:- Spiegatemi bene, allora,quando dite nessuno, a chi vi riferite?
Diritto all’uguaglianza e alla pari dignità sociale”
Alunni:- Nessuno si riferisce agli stranieri o ai disabili, a chi professa una religione
diversa dalla propria o parla un’altra lingua, a chi ha opinioni o gusti
diversi, a chi è di cultura diversa, a chi è povero o è anziano o è donna.
Marwa:- Pari dignità vuol dire che ognuno di noi ha un valore per la società.
Chiara:- E anche gli stessi diritti o gli stessi doveri
Emanuele:- Vuol dire che se un uomo è ricco e potente non ha più diritti di un
uomo
povero e umile
Valentina:- Gli stessi diritti sono:avere luoghi di culto dove pregare, essere curati
se ammalati, essere liberi di votare e di esprimere le proprie opinioni,
avere un lavoro per poter vivere, essere istruiti ed educati.