“LA CROCIATA DEI BARONI GUIDATA DAL CONTE DI CHAMPAGNE” PROF. MARCELLO PACIFICO Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne Indice 1 L’AVVIO DELLA CROCIATA DEI BARONI E LA SCONFITTA NELLA PIANA DI GAZA -------------- 3 2 LA ROTTURA DELLA TREGUA DI GIAFFA E L’INTERVENTO DI FEDERICO II ----------------------- 7 3 LE DIVISIONI NELL’ORIENTE MUSULMANO E LA CONCLUSIONE DELLA CROCIATA ---------- 12 BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 17 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 2 di 17 Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne 1 L’avvio della crociata dei baroni e la sconfitta nella piana di Gaza Nell’agosto 1239,1 qualche mese prima della scadenza naturale della pace di Giaffa, parte quella spedizione crociata per la Terra santa, chiamata in senso dispregiativo da Filippo da Novara «il passaggio dei baroni».2 Dal porto di Marsiglia entrano nel mar Mediterraneo le navi degli uomini di Tibaldo conte di Champagne e re di Navarra, di Ugo IV duca di Borgogna, di Pietro Mauclerc conte di Bretagna, di Giovanni di Braine conte di Macon, di Guido IV conte di Nevers e Foréz, di Amerigo VI di Montfort conestabile del regno di Francia. Da Brindisi, invece, parte Enrico conte di Bar-le-Duc.3 La cavalleria di Tedeschi e Italici è coinvolta nella lotta tra papato e impero, quella degli Iberici nella reconquista, i cavalieri inglesi, gli unici che possono partecipare alla crociata numerosi, invece, preferiscono raccogliere l’invito dell’imperatore a rinviare di un anno la partenza. Nel frattempo, Federico II rinnova con il nuovo sultano di Egitto le consuete amichevoli relazioni diplomatiche intessute con il padre al-Kâmil. Il sovrano normanno-svevo ha a cuore la sicurezza del regno di Gerusalemme, la pace nella regione mediorientale e le relazioni pacifiche sviluppate in tutto lo spazio euro-mediterraneo tra cristianità e islam, e per questa ragione non può trascurare anche la sicurezza del suo regno siciliano che è indissolubilmente legato all’impero e alla Terra santa. La designazione di Corrado IV come erede a Gerusalemme, a Palermo e a Roma indica chiaramente la volontà di tenere unite queste tre corone perché si possa realizzare il progetto di riforma della pace e la funzione salvifica della regalità, come indicata nelle Sacre scritture, nel manifesto di Gerusalemme e nel proemio del Liber Augustalis, un codice scritto da un 1 Riccardo di San Germano, 171; Gesta sanctae memoriae Ludovici regis Franciae, 328-332. ilippo da Novara, 213. 3 Ex Philippi Mousket historia regum francorum, 817. 2F Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 3 di 17 Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne imperatore per un regno. I papi del Duecento avevano cercato, invano, di tenere separati i tre regni per evitare facili incomprensioni ed avevano, pure, preteso dal sovrano una particolare attenzione all’uso delle parole ogni qual volta gli affari dell’impero si mischiavano a quelli siciliani o gerosolimitani, come quando Innocenzo III aveva chiesto allo Svevo di non assegnare al figlio Enrico le corone di Sicilia e dell’impero, o Gregorio IX gli precisava che Riccardo Filangieri era balivo imperiale e non dell’impero in Terra santa. La scomunica della primavera del 1239 libera il sovrano normanno-svevo da ogni scrupolo: se da una parte, Federico II si affretta ad assicurarsi il favore degli Ospedalieri confermando i loro beni nell’impero, dall’altra, approfitta dei dissidi con la chiesa per concedere a tutti i sudditi dei regni di Gerusalemme, di Sicilia, di Sardegna e dell’impero il diritto a frequentare il nuovo Studio di Napoli, negandone l’accesso ai cittadini ribelli di Milano, di Brescia, di Piacenza, di Alessandria, di Bologna, di Fidenza, di Ravenna, Treviso e ai fedeli di un papa definito scismatico e caduto in errore.4 Dopo quasi un mese di navigazione, il 1 settembre 1239, a causa di una violenta tempesta scoppiata a largo della costa meridionale cipriota - a due giorni di distanza dalle coste palestinesi -, la flotta approda direttamente ad Acri dopo aver perso diverse imbarcazioni tra le isole maggiori del Mediterraneo.5 Non appena sbarcano i più di 1.000 cavalieri,6 i capi militari si riuniscono in una curia a cui partecipa il clero dei regni di Cipro e di Gerusalemme e, tra i baroni d’Oltremare, il solo Giovanni d’Ibelin, signore di Arsur. La campagna militare dei pellegrini inizia nell’autunno 1239: l’esercito, composto da 4.000 cavalieri, passa per la roccaforte di Athlît dove si ammala e muore il nobile Roberto Malet, e guadagna il giorno successivo Giaffa dove staziona qualche giorno; il 7 novembre 1239, dopo che i 14 novembre 1239, su richiesta dei maestri G. d’Antiochia e T. da Cremona e degli studenti di Napoli, cfr.: Il registro di Cancelleria del 1239-1240, 146-147. 5 Continuation de Guillaume de Tyr, 527-529; Runciman, Storia delle Crociate, II, 867; Grousset, Histoire des croisades…, III, 373. 6 Filippo da Novara, 211. 4 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 4 di 17 Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne nobili Pietro Mauclerc e Rodolfo di Nesle, alla testa di 200 cavalieri, in una sortita improvvisa catturano alcuni uomini dell’emiro Rukn al-Dîn,7 attirandoli in un’imboscata, i pellegrini riprendono il cammino per Ascalona. Una volta raggiunta la città l’esercito si divide contro il parere del re di Navarra e dei maestri degli Ordini secolari, perché alcuni cavalieri vogliono proseguire il cammino per l’Egitto.8 La domenica del 13 novembre 1239, 600 cavalieri al comando dei signori Ugo di Borgogna, Enrico di Bar, Amerigo di Montfort, Giovanni di Arsur con i nobili Gerardo di Aubeville, Roberto di Boves, Matteo di Marly, Guido di Mauvoisin superano nella piana di Gaza il ruscello che separa il regno di Gerusalemme da quello d’Egitto, e attaccano la guarnigione musulmana subendo una clamorosa sconfitta. Pochi pellegrini riescono a tornare ad Ascalona e a sfuggire alle lame dei 2.000 cavalieri di Rukn al-Dîn, rimasti in agguato nelle colline: muoiono il conte Enrico di Bar, Simone di Clermont, Giovanni di Barres, Riccardo di Beaumont;9 sono catturati Amerigo di Montfort, Etienne di Sevinghen, Guglielmo di Senlis, Gilles di Arsies, Pietro de Valeni e Filippo di Nanteuil che dalla prigione egiziana accusa di tradimento i frati-cavalieri perché hanno lasciato soli i pellegrini.10 I cronisti arabi con entusiasmo riprendono l’evento e ci tengono a precisare che oltre 600 prigionieri cristiani sfilano in una città del Cairo parata in festa. Gli storici delle crociate aggiungono qualche numero: 1.200 uomini morti per R. Grousset, 33 cavalieri e 500 fanti per J. Richard.11 I superstiti si riuniscono all’esercito del re di Navarra e del conte di Bretagna, e da Giaffa guadagnano Acri.12 Dopo la sconfitta, i pellegrini accettano di spostare nella Siria il campo delle operazioni militari, non certo perché il principe musulmano promette di convertirsi alla fede cristiana come vorrebbe Filippo da Novara, ripreso da R. Grousset per giustificare l’alleanza dei Franchi con chi, soltanto qualche anno prima, era stato descritto come 7 Le Roc, Rokum, Roiz della Montagna nelle fonti latine, turco ricco e potente, buon cavaliere ed ardito, cfr.: Continuation de Guillaume de Tyr, 537-538. 8 Delaville Le Roulx, Les Hospitaliers en Terre sainte et à Chipre, 185. 9 Lettera alla signora di Montfort e al principe di Cornovaglia del 1240, cfr.: Matthei Parisiensis, IV, 25-26. 10 Continuation de Guillaume de Tyr, 532-546; Les chansons de croisade, 223. 11 Grousset, Histoire des croisades…, III, 381; Richard, Histoire des croisades, 333. 12 Continuation de Guillaume de Tyr, 546-551. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 5 di 17 Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne il campione della jihâd quando aveva sbaragliato i cavalieri d’Oltremare.13 I crociati si spostano nel castrum del Monte dei Pellegrini, che sovrasta Tripoli, per unirsi alle forze di Hamâh, ma prima di attaccare decidono di fermarsi perché Aleppo è governata in quel momento dalla principessa reggente Dayfa Khâtûn, ‘la Signora di Damasco’ delle fonti arabe, la sorella di al-Kâmil e zia proprio del sultano egiziano; ritornano, pertanto, a Tripoli dove sono accolti dal principe di Antiochia, Boemondo V, fedele dell’imperatore,14 e rientrano ad Acri per il Natale,15 lasciando alla cronaca della storia il solo ricordo di una sonora sconfitta militare nella piana di Gaza, subita per di più da un presidio militare, ritenuto poco difeso.16 13 Filippo da Novara, 214; Grousset, Histoire des croisades…, III, 383-385. Muore il conte di Macon. 15 Ivi, 215-217; Estoire, 415-416. 16 Mille uomini, cfr.: Ivi, 414-415; Filippo da Novara, 211-215. 14 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 6 di 17 Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne 2 La rottura della tregua di Giaffa e l’intervento di Federico II La divisione dell’esercito crociato, l’imprudenza di Amerigo di Montfort e di Enrico di Bar,17 l’invidia da parte di alcuni nobili per i successi avuti dal solo barone Pietro di Bretagna sconvolgono i piani della campagna militare progettata ad Acri da re Tibaldo sul modello di quella federiciana e rompono la pace tra Cristiani e Musulmani vigente dalla tregua di Giaffa, ancora rispettata dai frati-cavalieri degli Ordini secolari e dai baroni d’Oltremare. Gli stessi cronisti musulmani incolpano i cavalieri cristiani venuti dall’Occidente di aver violato i patti stabiliti e assolvono la cavalleria francigena e degli Ordini secolari,18 Il principe di Kerak, al-Nâsir Dâwûd,19 approfitta del tradimento della pace di Giaffa per attaccare le mura di Gerusalemme, ricostruite dai castellani imperiali, e presentarsi, come aveva fatto il Saladino, agli occhi dei fedeli musulmani come il campione della jihâd così da legittimare l’arresto del principe al-Sâlih Ayyûb e il cambio di potere al trono di Damasco, e non per punire i pellegrini per l’attacco contro Gaza o contro una carovana, come finora è stato ritenuto.20 Dopo un assedio di 21 giorni, il 7 dicembre 1239,21 il principe musulmano occupa la cinta muraria esterna della Città santa risparmiando i suoi difensori, il 13 dicembre 1239, ottiene la resa degli ultimi 20 cavalieri rimasti a suo presidio sotto il capitano imperiale22 nella piccola cittadella attorno alla Torre 17 E di Riccardo de Montecalvo, e di Anselmo de Insula (Lille), cfr.: Gesta sanctae memoriae Ludovici regis Franciae, 328-332. 18 BDC-Chroniques Arabes, 439-440. 19 Nazardino o Zephedino delle fonti franche. 20 Runciman, Storia delle Crociate, II, 870; Riley-Smith, Les croisades, 180-181. 21 9 del djoumâda primo dell’anno 637 dell’Egira. 22 Riccardo di Strasburgo. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 7 di 17 Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne di Davide, che smantella insieme con le altre difese.23 La commozione è grande nell’islam per la ripresa dell’al-Quds. Nel nuovo anno, Federico II è informato da un messaggero inviato da Riccardo Filangieri24 sull’arrivo dei pellegrini ad Acri, sull’atteggiamento del clero e della nobiltà d’Oltremare, sulla decisione di muovere verso Ascalona, e si mostra preoccupato della piega che hanno preso gli eventi. L’imperatore ordina a un funzionario siciliano25 di fornire i vettovagliamenti necessari ai pellegrini in partenza, al secreto di Messina di dare al fidato Gualtiero de Fisaulo quanto necessario per la scorta di un messo imperiale in Siria affinché impartisca le istruzioni necessarie ai pellegrini,26 e al camerario della magna curia27 di mettere a disposizione cavalli ed ogni bene.28 Matteo Paris riferisce di una minacciosa lettera dell’imperatore indirizzata al principe di Kerak, in cui si richiede l’immediata restituzione delle terre conquistate e s’intima ai Musulmani di trattare con onore i prigionieri cristiani per non incorrere nella vendetta delle aquile imperiali, nell’indignazione dei Romani e nelle spade irrorate dal sangue degli Orientali.29 Il cronista filoimperiale, esalta il carattere di propaganda della lettera che sembra lontana dalla consueta diplomazia imperiale, ma intende mettere in risalto la fiducia, la simpatia e la speranza, nutrite nell’opinione pubblica del tempo, per l’unico sovrano in grado di garantire la sicurezza dei Luoghi santi.30 23 Annales S. Rudberti Salisburgenses, 787; Ex annalibus Dunstaplensibus, 509; Annales Lundenses, 208; AlMaqrîzî, X, 323-324; Abou’l-Feda, 117-118. Sulla presa di Gerusalemme, cfr.: Painter, The Crusade of Theobald of Champagne and Richard of Cornwall, 472, 477; Richard, Le royaume latin de Jérusalem, 251; Idem, Saint Louis, 167; Idem, Histoire des croisades, 334. Errato l’attacco riportato allo sbarco di Tibaldo (Estoire, 529; Grousset, Histoire des croisades, III, 374-375). 24 Alberto da Nocera. 25 Alessandro de Enrico. 26 Arezzo, 14 gennaio 1240, cfr.: Il registro di Cancelleria del 1239-1240, I, 423. 27 Riccardo de Pulcaro. 28 Città di Castello, 25 gennaio 1240, cfr.: HB, 5/2, 693-694. 29 Matthei Parisiensis, IV, 25-26. 30 Ivi, 29-30. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 8 di 17 Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne Mentre il principe al-Nâsir Dâwûd, genero del defunto sultano al-Kâmil, risponde prontamente a Federico II chiedendo maggiori rassicurazioni sull’integrità del suo territorio,31 una serie di ordini partono dalla cancelleria imperiale per sostenere con rinnovato impegno l’azione del pellegrini, per evitare nuovi spiacevoli risvolti e per garantire il massimo sostegno logistico alla crociata. L’imperatore incarica il funzionario Alessandro de Enrico di spedire a Tiro una nave con 2.000 salme di frumento e lo stipendio dei milites del Filangieri, definito «legato nelle parti transmarine del sacro impero, balivo del regno di Gerusalemme, maresciallo e fedele nostro»,32 di richiedere ai pellegrini il pagamento anticipato di un terzo del noleggio per il viaggio orientale su navi mercantili e galee imperiali,33 e di preparare la partenza di una seconda nave, carica di frumento, per il mese successivo.34 Guglielmo de Anglone, addetto al monitoraggio del flusso dei crociati in Sicilia e in Puglia, nell’organizzare il successivo passaggio estivo per la Terra santa, riceve le lodi del sovrano normanno-svevo per aver dato in custodia a Filippo de Zunculo le armi dei pellegrini ospitati nel regno e per aver impedito la vendita di cavalcature.35 Il balivo di Brindisi, invece, agevola la missione del notaio regio Gualtiero di Capua, giunto dall’Oltremare, per ottenere dal papa una dispensa matrimoniale.36 Il regno di Sicilia collega l’Europa alla Terra santa nella visione di un impero euro-mediterraneo dove ogni regno, nella sua peculiarità, contribuisce al progetto federiciano di riforma della pace; ed è investito dal continuo flusso di uomini e di merci tra le due sponde del Mediterraneo, al di là delle crociate partite per l’Oriente o dell’interdetto scagliato dal papa nelle terre visitate dall’imperatore. Il sovrano normanno-svevo, anche se scomunicato, non può trascurare i bisogni dei Luoghi santi, tanto più evidenti dopo il disastro avvenuto alle porte 31 1240, cfr.: RRH, I, 286; RRH, II, 535. Foligno, 8 febbraio 1240, cfr.: Ivi, 739-740; Il registro di Cancelleria del 1239-1240, II, 532-533; B. Vetere, Brindisi, Otranto, in Atti delle X giornate normanno-sveve, Bari 1993, 441. 33 Viterbo, 29 febbraio 1240, cfr.: Il registro di Cancelleria del 1239-1240, II, 605-607. 34 Orte, 16 marzo 1240, cfr.: HB, 5/2, 848-850; Il registro di Cancelleria del 1239-1240, II, 700-703. Il funzionario dirotta il carico di una terza per farne dei biscotti da inviare all’ammiraglio Foggia, 15 aprile 1240, cfr.: Ivi, 794; HB, 5/2, 901. 35 Viterbo, 27 febbraio 1240, cfr.: Ivi, 770-774; Il registro di Cancelleria del 1239-1240, II, 581-584. 36 Foggia, 15 aprile 1240, cfr.: HB, 5/2, 901-902. 32 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 9 di 17 Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne dell’Egitto e cerca subito di intervenire a favore di una crociata che aveva sollecitato da tempo e che è ostacolata dalla lotta contro la chiesa. Nel regno siciliano, i funzionari regi devono rimanere vigili e sondare le intenzioni dei crociati che giungono numerosi per imbarcarsi per la Palestina senza compromettere la sicurezza dei porti, prima di fornire il supporto necessario per la traversata del Mare Magnum, mentre in Oltremare, sudditi e pellegrini sono aizzati dal legato papale a rivoltarsi contro il balivo di Gerusalemme che deve fare rispettare gli ordini giunti dalla magna curia imperiale. Nella lettera inviata in Inghilterra ai familiari, re Enrico e il principe Riccardo, aperta a tutti i principi cristiani, l’imperatore si rammarica che i pellegrini morti o prigionieri siano partiti nell’estate non attendendo il viaggio orientale suo o del figlio Corrado, che è stato ritardato perché il papa ha speso soldi ed energie per attaccare l’impero invece di soccorrere la Terra santa, e denuncia la battaglia di Gaza voluta da alcuni cavalieri crociati a dispetto della tregua vigente tra i sudditi d’Oltremare e i Musulmani. Federico II ricorda di aver messo a disposizione i porti del regno siciliano per il nuovo passaggio estivo, dopo che già da Marsiglia alcuni pellegrini sono partiti per l’Oriente, e promette di mediare la liberazione degli uomini catturati a Gaza, operazione più difficile che in passato per la morte del sultano al-Kâmil, al quale era legato da sincero affetto, ma non impossibile vista la successione del figlio al-‘Adîl II.37 Le parole dell’imperatore confermano un interesse per la crociata e per la Terra Santa, che va ben oltre il debole intervento denunciato da S. Painter, la semplice lode di E. Kantorowicz per le derrate alimentari e le infrastrutture fornite, e il timido apprezzamento di J. Richard.38 L’imperatore non parte per la Siria, ma vi destina tutte le risorse compatibili con la guerra in corso contro i Lombardi e nell’ostilità della chiesa, supplendo, nell’organizzazione dei passaggi ultramarini, all’assenza della flotta genovese-veneziana, impegnata nell’invasione del regno siciliano e nella guerra corsara 37 Foggia, 25 aprile 1240, cfr.: Ivi, HB, 920-923; RRH, I, 285; Matthei Parisiensis, IV, 26-29. Painter, The Crusade of Theobald of Champagne and Richard of Cornwall, 469; Kantorowicz, Federico II imperatore, 558-559; Richard, Histoire des croisades, 332. 38 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 10 di 17 Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne mediterranea, grazie alla flotta siciliana, pisana e marsigliese, orgogliosamente rivendicata all’impero.39 Fin dal 1216, i Marisigliesi da sudditi dell’Impero sono autorizzati a imbarcare uomini o merci del Tempio diretti nella Penisola Iberica o Siria, cfr.: RRH, I, 239. 39 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 11 di 17 Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne 3 Le divisioni nell’Oriente musulmano e la conclusione della crociata Nella primavera del 1240, l’Oriente musulmano si divide nuovamente perché al-Nâsir Dâwûd, preoccupato per il potere raggiunto dal sultano al-‘Adîl II e minacciato dall’imperatore Federico II, il 24 aprile 1240, decide di liberare il principe al-Sâlih Ayyûb e di aiutarlo nella rivendicazione del trono d’Egitto in cambio della promessa solenne, avvenuta nella sacra moschea della Sakhra, del governo della Siria, delle Province a Est dell’Eufrate e di una rendita di 200.000 dinari.40 Appena è informato del tradimento, il sultano di Egitto si porta a Bilbeis e chiede il sostegno dei signori di Damasco e di Homs, ma è deposto il 3 maggio 124041 dai mamelucchi ashrafiya guidati dall’emiro ‘Izz al-Dîn Aybek,42 e dagli eunuchi (huddam) comandanti della guardia (halqa). Sia il cronista al-Maqrîzî che Abou’l-feda forniscono un ritratto ambiguo dello sfortunato principe, «liberale, benevolo e troppo dedito ai piaceri», colpevole di essersi alienato il favore di tutti gli emiri paterni: ha arrestato l’influente emiro Fakhr al-Dîn e ambasciatore accreditato presso lo Svevo, ha rimosso l’emiro Suga al-Dîn ‘Omar dal governo di Qus, ha nominato lo schiavo di colore Ibn Karsûn, emiro tasdar43 affidandogli lo stesso numero di cavalieri (50) dato a emiri influenti come Rukn al-Dîn Haygawi, vincitore a Gaza e poi fuggiasco a Damasco. Il 17 maggio 1240,44 al-Sâlih Ayyûb entra al Cairo acclamato dai sudditi e dagli emiri come nuovo sultano, nomina l’emiro Mu’în al-Dîn come nuovo vizir,45 e arresta gli altri emiri ribelli dietro l’accusa di alto tradimento, trasferendoli nella Cittadella della Montagna insieme al fratello, Al-Makin ibn al-‘Amîd, 63-68; Al-Maqrîzî, X, 314-328; Abou’l-Feda, 117-118; (21 aprile) Eddé, La principauté ayyubide d’Alep, 118. Al Salîh promettere anche la mano della figlia, cfr.: Estoire, 416-419. 41 Errata la data del 19 giugno 1240 (Grousset, Histoire des croisades…, III, 371, 386). 42 Al-‘Asmar al-‘Ashraf. 43 Che sorveglia la camera del sultano. 44 Errata la data del 16 giugno 1240 (Eddé, La principauté ayyubide d’Alep, 119). 45 Fratello di Fakhr al-Dîn, cfr.: Al-Makin ibn al-‘Amîd, 68-70; Cahen, Une source pour l’histoire ayyûbite, 459460. 40 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 12 di 17 Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne «deposto per l’indegno comportamento».46 La rapidità con cui il primogenito di al-Kâmil si impossessa del potere, però, suscita le paure di al-Sâlih ‘Ismâ‘îl che, dopo essersi impadronito di Damasco, invia il principe al-Djawâd dai Cristiani per proporre un’alleanza militare anti-egiziana: per al-Maqrîzî, il nipote di al-‘Adîl47 si reca ad Acri e, contravvenendo alle aspettative del suo signore, consiglia ai baroni d’Oltremare di non accettare l’alleanza. I Franchi, invece, accettano e ottengono la consegna della terra di Sidone, di Tiberiade48 e di tutto il Sâhel, mentre i Templari ricevono le roccaforti di Shakîf (Beaufort) e di Saphet, non prima di aver soffocato nel sangue la rivolta delle guarnigioni musulmane aizzate dalla sceicco ‘Izz al-Dîn, arrestato a Damasco per aver emanato una fâtwa contro la vendita delle armi ai Cristiani e contra la pronuncia, nella khutba, del nome di al-Sâlih ‘Ismâ‘îl.49 Nell’estate del 1240, il sultano di Damasco, forte della nuova alleanza coi Cristiani, e dell’amicizia del nuovo signore di Homs,50 si sposta con l’esercito dapprima in Transgiordania, dove vince il principe al-Nâsir Dâwûd che è costretto a rifugiarsi nella fortezza di Kerak,51 poi raggiunge la località Tell al-‘Adjûl dove ordina l’invasione dell’Egitto. La forte resistenza dell’esercito egiziano e il timore degli emiri siriani di subire una crudele rappresaglia in caso di sconfitta, tuttavia, convincono il signore di Damasco a ritornare nella capitale della Siria, mentre i Cristiani si affrettano a siglare una pace con il nuovo sultano di Egitto.52 Contrariamente a quanto ritengono S. Painter e J. Riley-Smith, però, l’accordo è firmato da re Tibaldo prima del Al-Makin ibn al-‘Amîd, 61-63; Al-Maqrîzî, X, 329-330; Abou’l-Feda, 118. Al-Djawâd, dopo aver perso il Sindjâr, strappata dal suocero Badr al-dîn Lûlû di Mossul, si era recato dapprima a Gaza con cinquecento cavalieri siriani, sfuggendo a complotto ordito contro di lui e contro Rukn al-Dîn da al-‘Adîl II. 48 Nella Galilea del Nord (Gabal Amila). 49 Al-Makin ibn al-‘Amîd, 71-73; Al-Maqrîzî, X, 333-334; Abou’l-Feda, 120. Al-Maqrîzî annota anche la nascita di una figlia di al-Sâlih, Khalîl al-Mansûr, e la conquista di La Mecca da parte del sultano dello Yemen. 50 Ibrahîms al-Mansûr, successo al governo del padre al-Mûdjhâhid, morto nel 1240, all’età di dodici anni, nell’anno 581 dell’Egira (1185/1186), tiranno verso i suoi sudditi, cfr.: Abou’l-Feda, 118. 51 Al-Makin ibn al-‘Amîd, 71-73; Cahen, La Syrie du Nord à l’époque des croisades, 648. 52 Falso il massacro della cavalleria franca, refuso di quello successivo del 1244 (Al-Maqrîzî, X, 341-343). 46 47 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 13 di 17 Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne tradimento dei Siriani,53 come si evince dal silenzio dei cronisti arabi sulla presenza delle truppe cristiane a Gaza, e dalla testimonianza dei cronisti cristiani, che, permette di rivalutare il ruolo giocato dal re di Navarra nella crociata. Se l’autore della Estoire54 riporta correttamente la firma dell’alleanza con il sultano di Damasco, al rientro della spedizione dei Franchi contro Hamâh,55 e conferma il pellegrinaggio di re Tibaldo a Gerusalemme, avvenuto durante il ritorno ad Acri, ma risulta poco preciso nel racconto degli eventi successivi,56 Filippo da Novara, invece, nel tentativo di sottolineare l’opposizione tra Poulains e crociati, tra promotori ed oppositori della politica orientale federiciana, dimostra come la discordia presente nel campo cristiano all’indomani del patto siglato con i Siriani porti a una soluzione positiva della crociata già prima dell’invasione dell’Egitto, grazie all’intervento proprio del crociato Tibaldo. Mentre i baroni d’Oltremare, il conte di Nevers e i Templari si spostano a Giaffa insieme al signore di Damasco e di Homs per combattere contro al-Sâlih Ayyûb, infatti, il re di Navarra, il conte di Bretagna e gli Ospedalieri siglano una pace con il signore di Kerak e il sultano di Egitto per ottenere la liberazione dei prigionieri e le stesse condizioni offerte da al-Sâlih ‘Ismâ‘îl, inclusa la consegna di Gerusalemme, dove si recano pacificamente per compiere il pellegrinaggio prima di ritornare ad Acri e di guadagnare l’Europa nell’estate del 1240.57 Il rispetto mostrato da re Tibaldo alle istruzioni impartite da Federico II, orientate sempre al rinnovo dell’amicizia con gli Ayyûbiti di Egitto spiega perché il signore di Damasco, non più certo del sostegno dei pellegrini, rinunci all’invasione delle terre bagnate dal Nilo, e toglie al principe al-Nâsir il pretesto per trattenere ancora Gerusalemme 53 Painter, The Crusade of Theobald of Champagne and Richard of Cornwall, 480-481; Riley-Smith, Les croisades, 180-181; Delaville Le Roulx, Les Hospitaliers en Terre sainte et à Chipre, 184-185; Richard, Le royaume latin de Jérusalem, 252; Idem, Saint Louis, 168; Grousset, La Storia delle crociate, 326. 54 Annales de Terre Sainte, 440; Estoire, 416-419; Continuation de Guillaume de Tyr, 551-555. 55 Nei pressi della fontana di Saphorie (Zippori), presso Saphet, citata nel 1239 da un pellegrino anonimo come proprietà del sultano, cfr.: Itinera Hierosolymitana Crucesignatorum, IV, 479-483; Grousset, Histoire des croisades…, III, 386-389. 56 Perchè nega il coinvolgimento dei Templari nella sigla dei patti, confermato da una missiva del luglio 1240 del maestro Amrando di Perigord al procuratore in Inghilterra, Roberto di Stanford, cfr.: RRH, I, 285; Matthei Parisiensis, IV, 64-65. 57 F ilippo da Novara, 217-219. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 14 di 17 Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne che è consegnata al re di Navarra.58 I Templari, comunque, continuano a mostrarsi ostili alla politica imperiale, incuranti delle dure rimostranze che ricevono dal sovrano normanno-svevo, nel febbraio 1240, per il denaro raccolto contro l’impero,59 mentre i Teutonici sono nuovamente minacciati dal papa di essere privati dell’autonomia dall’Ospedale maggiore e sono ostacolati nella conquista del Baltico, dopo che il loro maestro Corrado rientra in Europa per cercare una pace tra Federico II e la chiesa.60 A distanza di dieci anni, il nuovo scontro tra i massimi rappresentanti del potere secolare e spirituale confonde i pellegrini, contrappone i frati-cavalieri degli Ordini secolari, divide l’esercito cristiano e mette a rischio l’esito della spedizione partita dall’Occidente per rinnovare la pace di Giaffa: se i capi crociati insieme agli Ospedalieri e ai Teutonici rispettano l’autorità di Federico II, i nobili d’Oltremare e i Templari, spinti dalla Chiesa di Roma, cercano di aumentare i loro privilegi nel promuovere una politica autonoma che mina l’equilibrio raggiunto tra Cristiani e Musulmani nella regione. La missione del re di Navarra in Terra santa, pertanto, può essere considerata un trionfo diplomatico nelle condizione ostile in cui avviene, vista l’aperta lotta della chiesa contro l’imperatore e la disastrosa battaglia nelle sabbie di Gaza, e non merita lo sprezzante giudizio del cronista inglese Matteo Paris che accusa re Tibaldo di ritornare frettolosamente nella sua terra con la decima della crociata, senza verificare gli impegni assunti, per paura di confrontarsi con il principe inglese Riccardo.61 Il monaco di Sant’Albano, ostile anche nei confronti di san Luigi per la guerra tra il regno di Francia e quello d’Inghilterra, enfatizza il suo generoso campione inglese che oppone all’avido nobile francese, trascurando il fatto che il re di Navarra rientra con il conte di Bretagna quindici giorni prima dell’arrivo del conte di Cornovaglia, proprio perché è informato del prossimo arrivo del procuratore imperiale in Terra santa. Il re di Navarra onora l’impegno assunto per il servitium Christi e merita le lodi contenute nei diversi sirventesi composti per l’occasione 58 Kitâb Ghâmi‘at tawârîh d‘al ‘Aynî, 255-256. Nella lettera ad Enrico, precettore in Italia, scritta da Foligno il 6 febbraio 1240, , cfr.: HB, 5/2, 727-728. 60 11 maggio 1240, cfr.: HB, 5/2, 985-991; Epistulae, I, 666; Pacifico, I Teutonici tra Papato e Impero…, 128-129. 61 Matthei Parisiensis, IV, 79-80; Riley Smith, Breve storia delle crociate, 214. 59 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 15 di 17 Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne perché costruisce le condizioni per il felice esito della crociata organizzata da Gregorio IX e sostenuta da Federico II. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 16 di 17 Università Telematica Pegaso La crociata dei baroni guidata dal conte di champagne Bibliografia Painter S., The Crusade of Theobald of Champagne and Richard of Cornwall, in A History of the Crusade, II, 463-486Ex annalibus Oseneiensibus Richard, J., Le royaume latin de Jérusalem, Presses Universitaires de France, Paris 1953 Kantorowicz E., Kaiser Friedrich der Zweite: Ergänzungsband, Berlin 1931; trad. it. di G. Pilone Colombo, Milano 1939, 1981, 2001; trad. ingl. di E. O. Lorimer, London 1957; trad. franc. di A. Kohn, Paris 1987; trad. fr. di A. Boureau, Paris 2000 Richard J., Histoire des croisades, Paris 1996; trad. it. di M. Rey-Delqué, Roma 1997 Pacifico M., I Teutonici tra papato e Impero nel Mediterraneo al tempo di Federico II, 12151250, in «Acta Teutonica», 4/2007 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 17 di 17