Anatomia dell'apparato genitale femminile Apparato genitale femminile L’apparato genitale femminile è costituito da un insieme di organi che hanno il compito di produrre le cellule germinali femminili (o cellule uovo od ovociti), di permetterne l’incontro con le cellule germinali maschili (o spermatozoi) ai fini della fecondazione, di accogliere il prodotto del concepimento durante la gravidanza e di espellerlo all’esterno, al termine di essa. A livello dell’apparato genitale femminile, inoltre, si svolgono importanti funzioni endocrine che stabiliscono le condizioni idonee affinché le varie parti possano adempiere ai loro compiti. L’apparato genitale femminile svolge le proprie funzioni gametogeniche ed endocrine nel periodo che va dalla pubertà alla menopausa (periodo fertile) secondo cicli che sono regolati da influenze ormonali (cicli mestruali). Come per l’apparato genitale maschile, quello femminile è costituito dalle gonadi, dalle vie genitali e dagli organi genitali esterni . Le gonadi femminili sono le ovaie. Le vie genitali comprendono: Tube uterine (o salpingi o trombe di Falloppio od ovidutti). Utero. Vagina. 1 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile Gli organi genitali esterni comprendono: Monte di Venere. Grandi labbra. Piccole labbra (o ninfe). Clitoride. Bulbi del vestibolo. Vestibolo della vagina con l’imene e le ghiandole vestibolari maggiori (di Bartolino) e minori. Ovaie Le ovaie sono le gonadi femminili e svolgono il duplice compito di produrre le cellule germinali femminili od oociti (funzione gametogenica) e di secernere gli ormoni estrogeno e progesterone, oltre ad una piccola quantità di androgeni (funzione endocrina). Le ovaie sono organi pari, situati di contro alla parete laterale del piccolo bacino. Hanno forma e grandezza di una grossa mandorla, con il maggior asse verticale disposto su un piano pressoché sagittale. Durante il periodo fertile un ovaio ha altezza di 3,5 cm, larghezza di 2 cm e 2 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile spessore di 1 cm. L’ovaio delle pluripare è più grossa di quella delle nullipare; nelle bambine l’organo risulta più piccolo come pure si riduce, per sclerosi, nella vecchiaia. Vi si possono distinguere: Due facce, di cui: Una mediale, che volge verso la cavità pelvica; Una laterale, che è in rapporto con la parete. Due margini, di cui: Uno anteriore (o mesovarico) in quanto è connesso con la pagina posteriore del legamento largo tramite, appunto, il mesovario; questo margine è anche denominato ilo dell’ovaio ; Uno posteriore, che è libero. 3 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile Due poli, di cui: Uno superiore (o tubarico), che è unito all’infundibolo della tuba uterina ad opera della fimbria ovarica; Uno inferiore (o uterino), più assottigliato del precedente, che è unito all’utero dal legamento utero-ovarico. L’ovaio ha consistenza piuttosto dura. Il suo aspetto varia secondo le fasi della vita sessuale: prima della pubertà si presenta liscia e regolare; durante il periodo fertile la superficie appare di colorito grigio-rossastro e notevolmente irregolare per la sporgenza di follicoli in via di maturazione o di corpi lutei. Col progredire dell’età compaiono numerose cicatrici, esito del processo di atresia follicolare e della regressione di corpi lutei. Dopo la menopausa l’ovaio tende a diventare atrofica, acquista una consistenza quasi lignea e dopo i 70 anni ritorna liscia per atrofia delle stesse cicatrici. L’ovaio ha una posizione relativamente variabile in quanto può seguire gli spostamenti dell’utero, sia in corso di gravidanza che a seguito di gravidanze pregresse. Tuttavia, nella sua posizione abituale, l’ovaio è disposta in maniera che la sua faccia laterale corrisponde ad una depressione della parete postero-laterale della piccola pelvi, che prende il nome di fossetta ovarica di Krause . Tale fossetta è delimitata da organi che sollevano il peritoneo e col loro rilievo rappresentano il margine della fossetta; questi organi sono: in dietro l’uretere, in avanti l’inserzione del legamento largo alla parete laterale della pelvi, in alto i vasi iliaci esterni e in basso l’origine delle arterie ombelicale e uterina in un tronco comune. La fossetta ovarica è situata 20-25 mm al davanti dell’articolazione sacro-iliaca e 15 mm circa al di sotto dello stretto superiore. Lateralmente rispetto al peritoneo parietale che tappezza la fossetta ovarica si trovano, nell’ambiente adiposo della sottosierosa, alcuni linfonodi, i vasi e il nervo otturatori e, più profondamente, il muscolo otturatorio interno rivestito dalla propria fascia. 4 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile Nelle multipare l’ovaio assume spesso una posizione più bassa e posteriore e va ad occupare la fossetta sottoovarica di Claudius, limitata al davanti dall’uretere, in dietro dalla parete pelvica posteriore e in basso e medialmente dal legamento utero-sacrale. L’ovaio non è ricoperto dal peritoneo viscerale, ma da un epitelio particolare detto epitel io ovarico (o germinativo) che ha la stessa origine embriologica dal rivestimento della cavità celomatica primitiva (come il peritoneo). Questo epitelio è definito erroneamente “germinativo” in quanto in passato si riteneva che esso desse origine ai gameti durante l’ontogenesi. In realtà le cellule germinali hanno origine al di fuori della gonade, nell’entoderma del sacco vitellino, e migrano in essa durante lo sviluppo. Sulla faccia interna o mediale dell’ovaio si applicano, per parte della sua estensione, la porzione ascendente della tromba uterina e il relativo mesosalpinge che formano, con il peritoneo parietale della fossetta ovarica, una specie di tasca peritoneale, la cosiddetta borsa ovarica. Tale borsa è interrotta in avanti dall’inserzione del mesovario sul margine anteriore dell’ovaio e viene così suddivisa in due compartimenti: uno mediale, compreso tra la faccia mediale dell’ovaio e la tuba con il suo mesosalpinge e comunicante medialmente e in dietro con la cavità peritoneale; uno laterale, più ampio, compreso tra la faccia laterale dell’ovaio e la parete della fossetta ovarica e aperto anch’esso in dietro verso la cavità peritoneale. 5 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile 6 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile Mezzi di fissità dell'ovaio I mezzi di fissità dell'ovaio sono rappresentati da 4 legamenti: il legamento sospensore o lombo-ovarico, l’utero-ovarico, il mesovarico e il tubo-ovarico. Il legamento sospensore dell’ovaio è formato dai vasi ovarici, provenienti dalla regione lombare e accompagnati da fibre connettivali e muscolari lisce. Il peritoneo viene sollevato da queste formazioni in una piega a livello dello stretto superiore dove essa incrocia i vasi iliaci esterni poco al davanti dell’articolazione sacro-iliaca. Il legamento prosegue quindi in basso e in dietro terminando all’estremità superiore del margine mesovarico dell’ovaio dopo aver formato il tratto più esterno del margine superiore del legamento largo, nel piccolo spazio compreso tra la tuba uterina e la parete pelvica. Il legamento utero-ovarico unisce il polo inferiore dell’ovaio all’angolo supero-laterale dell’utero, dove s’impianta al di sotto e dietro la tuba. È costituito da connettivo e cellule muscolari lisce. Decorre nello spessore del legamento largo da cui solleva la pagina posteriore determinando la formazione della cosiddetta ala posteriore. Il legamento mesovarico è un corto legamento peritoneale che si stacca dalla pagina posteriore del legamento largo dell’utero e raggiunge il margine anteriore dell’ovaio. È formato da due foglietti peritoneali fra i quali decorrono i vasi e i nervi ovarici. A livello dell’ilo i due foglietti si separano, divergono verso le due facce dell’ovaio, ma dopo un breve tratto il mesotelio peritoneale si arresta bruscamente lungo la linea di Farre-Waldeyer e continua con l’epitelio che riveste la superficie ovarica. Il legamento tubo-ovarico non rappresenta un vero mezzo di fissità; esso unisce il polo superiore dell’ovaio alla superficie esterna del padiglione della tuba uterina, in corrispondenza della fimbria ovarica. 7 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile Vasi e nervi dell'ovaio L’ovaio ha una duplice fonte di irrorazione: l’arteria genitale (ovarica) e il ramo ovarico dell’arteria uterina. L’arteria genitale ovarica nasce dall’aorta addominale, a livello della 2 a vertebra lombare; a destra, passa al davanti della vena cava inferiore e, d’ambo i lati, incrocia l’uretere e quindi il tratto iniziale dei vasi iliaci esterni, contenuta nel legamento sospensore. Raggiunge l’estremità superiore dell’ovaio, penetrando nel mesovario, dove decorre inosculandosi (= unendosi) con il ramo ovarico dell’arteria uterina, col quale forma un’arcata da cui nascono i rami che penetrano nell’ilo e si distribuiscono al parenchima ovarico. Il ramo ovarico nasce dall’arteria uterina a livello dell’angolo laterale dell’utero e, seguendo il legamento utero-ovarico, raggiunge il mesovario per anastomizzarsi con l’arteria ovarica. Le vene formano un ricco plesso in corrispondenza della zona midollare, contribuendo alla costituzione del cosiddetto bulbo dell’ovaio e fanno capo medialmente alla vena uterina e lateralmente alle vene ovariche le quali sono dapprima unite in un plesso pampiniforme, che risale verso l’addome nel legamento sospensore, poi si riducono in un tronco unico che, a destra, sbocca nella vena cava inferiore e a sinistra nella vena renale. I linfatici efferenti dell’ovaio fanno capo ai linfonodi preaortici e paraaortici. I nervi giungono all’ovaio tramite i vasi arteriosi attorno ai quali formano un ricco plesso. Il plesso utero-ovarico, emanazione del plesso celiaco, accompagna l’arteria genitale; fibre nervose, provenienti dal plesso pelvico, seguono il ramo ovarico dell’arteria uterina. Dalle ricche reti nervose della midollare emanano fibre che, o seguendo i vasi o isolate, si portano alla corticale: si tratta di fibre mieliniche adrenergiche e colinergiche, destinate per lo più all’innervazione vaso-motoria. Si ritiene che le fibre nervose che decorrono indipendenti dai vasi possano avere un significato sensitivo e forse anche effettore. Fibre nervose sono reperibili attorno a follicoli cavitari, ma non nel contesto della granulosa e nei setti tra le cellule luteiniche. Tube uterine (o salpingi o trombe di Falloppio od ovidutti) 8 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile Le tube uterine (o salpingi o trombe di Falloppio od ovidutti) sono organi tubulari che, dal polo superiore dell’ovaio, si portano agli angoli supero-laterali dell’utero, al limite tra fondo e corpo, sboccando nella cavità uterina. Le tube hanno la funzione di accogliere l’uovo al momento dell’ovulazione, di creare le condizioni ambientali adatte per la fecondazione dell’uovo stesso, di condurre l’uovo fecondato all’utero perché possa impiantarvisi. Poiché la fecondazione si verifica nel terzo laterale delle tube, queste danno passaggio agli spermatozoi che sono risaliti attraverso le vie genitali. La tuba uterina ha una lunghezza media di circa 12 cm e il suo calibro è notevolmente variabile nei diversi tratti. Si distinguono, infatti, varie porzioni che andando in direzione latero-mediale e cioè dall’ovaio verso l’utero, sono: la porzione infundibolare (o padiglione), quella ampollare, quella istmica e quella uterina (o interstiziale o intramurale). La porzione infundibolare (o padiglione), si presenta sottoforma di un largo imbuto a parete frastagliata, perché formata da 10-15 linguette della lunghezza di 1 cm circa, dette fimbrie , che fluttuano libere nella cavità peritoneale. Una di queste, la fimbria ovarica , è in rapporto con l’estremità tubarica dell’ovaio cui è fissata per mezzo del legamento tubo-ovarico . L’infundibolo presenta una certa mobilità e le fimbrie, muovendosi sulla superficie dell’ovaio, sono in grado di raccogliere la cellula uovo quando essa viene espulsa a seguito della deiscenza follicolare. In corrispondenza della superficie interna della fimbria ovarica si trova un solco longitudinale che è diretto verso l’ ostio addominale della tuba che si apre nella cavità addominale. L’ostio addominale corrisponde alla parte più profonda dell’infundibolo e si presenta come un orifizio assai ristretto (2-3 mm di diametro) che immette nella cavità dell’ampolla. La porzione ampollare fa seguito all’infundibolo; rappresenta il tratto più lungo (7-8 cm) e tortuoso della tuba. La porzione ampollare forma all’inizio un’ansa ( ans a tubarica ) aperta in basso e medialmente che corrisponde al polo superiore dell’ovaio che contorna; si porta verso il basso decorrendo sulla faccia mediale dell’ovaio, in prossimità del margine mesovarico e parallelamente ad esso. Questo tratto della tuba ha decorso pressoché verticale e concorre con il mesosalpinge a formare la parete mediale, incompleta, della borsa ovarica. 9 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile Al limite tra parete laterale della pelvi e pavimento pelvico, la porzione ampollare della tuba cambia direzione e, formando un angolo quasi retto aperto medialmente, si fa orizzontale per decorrere lungo il margine superiore del legamento largo in direzione dell’utero. Il tratto ampollare della tuba può entrare in rapporto con anse del tenue e, a sinistra, con il colon pelvico. La porzione istmica inizia a poca distanza dall’utero, è lunga 3-4 cm e si distingue dalla porzione ampollare perché il suo decorso si fa rettilineo, il calibro tende a diminuire e la consistenza aumenta. Decorre quindi rettilinea sino al margine laterale dell’utero, presso l’angolo superiore, al limite tra corpo e fondo, dove continua con l’ultimo tratto dell’ovidutto. La porzione uterina (o interstiziale o intramurale), molto breve, attraversa la parete dell’utero e sbocca nella cavità uterina per mezzo di un ostio uterino avente diametro di circa 1 cm. Se si considera la tuba nel suo insieme, quindi, essa, iniziando a livello del polo superiore dell’ovaio, forma un’ansa, scende poi verticalmente in direzione del pavimento pelvico e diviene orizzontale sino al suo sbocco nella cavità dell’utero. Il suo diametro diminuisce nella stessa direzione. Lungo tutto il suo decorso extramurale è rivestita da peritoneo ed è sottesa da un meso peritoneale, il mesosalpinge, che proviene dalla pagina posteriore del legamento largo. Il mesosalpinge è formato da due foglietti peritoneali accollati, tra i quali decorrono i vasi e i nervi diretti all’organo. Il mesosalpinge permette una certa mobilità alla tuba, soprattutto nelle porzioni infundibolare e ampollare. Spostamenti della tuba si possono verificare in alcune condizioni fisiologiche e patologiche: nella gravidanza, per esempio, la tuba segue l’innalzamento dell’utero sino alla cavità addominale. Per quanto riguarda la configurazione interna, la superficie della tuba è molto irregolare per la presenza di pieghe tubariche che sono formate dalla tonaca mucosa e hanno un decorso parallelo a quello dell’asse maggiore dell’organo. Queste pieghe, che iniziano come 2-3 creste 10 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile appiattite nella porzione intramurale, si fanno più alte e ramificate nella porzione istmica e soprattutto ampollare, dove il lume acquisisce una configurazione labirintica. Le pieghe continuano anche nell’infundibolo sviluppandosi sulla superficie interna delle fimbrie. Vasi e nervi delle tube uterine La tuba uterina possiede un ricco corredo vascolare, specie nella parte infundibolare. Il sangue vi giunge per mezzo dei rami tubarici delle arterie uterina e ovarica, che si anastomizzano tra loro, dando origine ad un’arcata arteriosa decorrente nel mesosalpinge, lungo il margine aderente della tuba. Da questa arcata nascono i rami arteriosi diretti verso la parete tubarica. Le vene provenienti dalla tuba, dopo aver costituito anch’essi un’arcata simile a quella arteriosa, fanno capo medialmente alla vena uterina e lateralmente alla vena ovarica. Alcune piccole vene, seguendo il legamento rotondo dell’utero, raggiungono la vena epigastrica inferiore. I vasi linfatici iniziano con ampi capillari di calibro irregolare situati nelle pliche mucose; si raccolgono in reti nello spessore della parete da cui originano tronchi che, assieme a quelli provenienti dall’ovaio e dal fondo dell’utero, fanno capo ai linfonodi para- e preaortici. I nervi pervengono alla tuba dai plessi utero-vaginale e utero-ovarico, tramite i corrispondenti vasi. Sono destinati soprattutto alla muscolatura liscia della parete, ma sottili rami penetrano anche nello spessore della tonaca propria delle pliche. Utero L'utero è l’organo della gestazione, ha cioè la funzione di accogliere l’uovo fecondato e di consentirne lo sviluppo. È un organo impari, cavo, che in alto riceve lo sbocco delle tube uterine e in basso si apre nella cavità vaginale. Le sue pareti sono spesse e contengono una sviluppata muscolatura liscia le cui contrazioni determinano, al termine della gravidanza, l’espulsione del feto. Nella nullipara (donna che non ha avuto figli), l’utero ha nell’insieme una lunghezza di 6-7 cm, una larghezza massima nella sua parte superiore di 3,5-4 cm e uno spessore di 2,5 cm. Il peso è di 40-50 g. Questi valori si modificano notevolmente nelle multipare, in cui l’organo acquisisce peso e dimensioni maggiori. Ha forma grossolanamente di una pera un poco appiattita da avanti in dietro. 11 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile L’utero è un unico organo ma bisogna distinguere due parti che presentano struttura, funzioni e malattie diverse: una parte espansa in alto, il corpo dell’utero, ed una parte ristretta in basso, il collo dell’utero , rivolta verso la vagina che su di essa si inserisce. Le parti in cui la vagina termina ed inizia la parte vaginale del collo sono chiamati fornici; si considerano un fornice anteriore, un fornice posteriore e due fornici laterali. L’inserzione della vagina sul collo avviene secondo un piano obliquo in basso e in avanti, in modo che mentre la porzione sopravaginale è più estesa anteriormente, quella vaginale lo è posteriormente. Tra corpo e collo c’è un leggero restringimento, l’istmo, più evidente nelle nullipare e sulle facce anteriore e laterali dell’organo; l’istmo corrisponde internamente all’ orifizio uterino interno tramite cui corpo e collo dell’utero comunicano. Il fondo dell’utero, invece, è la parte superiore del corpo, arrotondata, che sporge oltre un piano passante per il punto di entrata delle tube. L’utero è situato pressoché al centro della piccola pelvi; normalmente l’orifizio uterino esterno si trova all’altezza del margine superiore della sinfisi pubica, in un piano frontale passante per le spine ischiatiche; rispetto alla colonna vertebrale, corrisponde alla 1 a -2 a vertebra coccigea. Mentre il collo, per le sue connessioni con la vescica e la vagina e per quelle che, tramite quest’ultima, contrae con il pavimento pelvico, è abbastanza fisso, il corpo gode invece di grande mobilità, subendo spostamenti in rapporto, per esempio, al grado di riempimento della vescica e del retto, al grado di distensione e agli spostamenti delle anse intestinali. Normalmente l’utero si trova in posizione di antiverso-flessione, cioè l’organo, nel suo insieme, è inclinato in avanti rispetto all’asse della vagina con un angolo di circa 90-100° e l’asse del 12 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile corpo è flesso su quello del collo con un angolo aperto anteriormente di 120-170°. Per quanto riguarda i rapporti dell’utero occorre distinguere una parte sopravaginale, comprendente il corpo e parte del collo, e una parte intravaginale data dalla porzione inferiore del collo. Per quanto riguarda la parte sopravaginale: La faccia anteriore della parte sopravaginale è in rapporto con la vescica tramite il cavo vescicouterino che è normalmente virtuale. La faccia posteriore della porzione sopravaginale dell’utero è in rapporto con il retto mediante il cavo rettouterino di Douglas che è normalmente occupato da anse dell’intestino tenue. I margini laterali della porzione sopravaginale dell’utero danno in gran parte attacco ai legamenti larghi e, in corrispondenza del collo, sotto la base del legamento largo, si mettono in rapporto con l’arteria uterina incrociata dall’uretere. Il fondo uterino, infine, è in rapporto con anse del tenue. Per quanto riguarda la parte intravaginale: La porzione intravaginale del collo presenta un’obliquità diversa da quella della vagina ed 13 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile entra perciò in contatto con la sua faccia posteriore. In avanti, la vagina separa il muso di tinca rispetto agli ureteri e al trigono vescicale. Lateralmente, sempre con l’interposizione della parete vaginale, il collo uterino si trova in rapporto con la parte più declive del parametrio, con il muscolo elevatore dell’ano e con i rami vescico-vaginali dell’arteria uterina. Nel corpo dell’utero si distinguono: Una faccia anteriore (ovescicale) che guarda in basso e che, con l’interposizione del cavo peritoneale vescico-uterino , riposa sulla vescica. Una faccia posteriore (ointestinale) notevolmente convessa che guarda in dietro e in alto, è rivestita dal peritoneo ed è in rapporto con la faccia anteriore del retto. Due margini laterali, destro e sinistro, arrotondati, dai quali si dipartono i legamenti larghi. Un margine superiore che delimita il fondo ed è pressoché rettilineo e sottile nelle nullipare, grosso e convesso nelle multipare. - 14 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile Due angoli supero-laterali o(tubarici), a livello dei quali sboccano le tube uterine, mentre subito al di sotto e al davanti di esse originano i legamenti rotondi d ell’utero e un poco in dietro i legamenti utero-ovarici . Nelle nullipare la cavità del corpo ha forma di una stretta fessura triangolare, con i margini superiore e laterali convessi che sporgono verso la cavità, restringendola. Le pareti anteriore e posteriore sono lisce, pianeggianti e a contatto tra loro. Nelle multipare la cavità è più ampia e i margini rettilinei. L’orifizio uterino interno, stretto nelle nullipare (3-4 mm di diametro), diviene notevolmente più ampio dopo uno o più parti. 15 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile IlUna collo dell’utero del rispetto specie corpo. nelle al corpo Vimultipare, si vaginale distinguono: ecirca hacorrisponde forma esso pressoché corrisponde adella circa cilindrica; la metà a circa della prima un terzo lunghezza della dell’organo, pubertà totale èquesto dell’utero; dato notevolmente il dall’istmo. notevole in seguito, sviluppato sviluppo sopravaginale, che fa seguito al corpo, separata dacome -parte porzione cervice oportio ),esterno. che sporge in vagina un muso di tinca rappresenta un terzo lunghezza totale del collo. ee Ilche muso di tinca ha la forma di un cono tronco con apice arrotondato, nel cui mezzo sisviluppato trova l’orifi zio uterino tramite fessura multipare mucoso) cui trasversale, sporge l’orifizio ilesterno collo spesso dell’utero tende limitata a(o dall’orifizio divenire sbocca da due rotondeggiante in labbri, uterino vagina. di cui L’orifizio l’anteriore elongitudinali slabbrato. uterino èpubertà più esterno Uno grosso zaffo ha nelle di la muco forma nullipare; (tappo di una nelle La del collo uterino è rappresentata dal canale cervicale orifizi ristretto può modificarsi uterini, ininterna corrispondenza interno e divenire ed esterno. cilindrica dei due Questo orifizi o conica uterini canale a base interno è fusiforme, inferiore. ed esterno. cioè più Nelle ampio che multipare è nella delimitato parte la sua dai media forma due Le della pareti mucosa anteriore detti e posteriore del canale cervicale si presentano irregolari per sollevamenti pliche palmate, fibre muscolari lisce. Due pieghe longitudinali, più sviluppate le nelle nullipare, dovute a fasci sottostanti di delle pliche palmate colonne ,principali anteriore secondari, configurazione percorrono, e diretti posteriore spostate arboriforme per lo del rispettivamente più canale. trasversalmente. denominata Da queste un po’ Nell’insieme, pliche a destra e a le sinistra pliche nascono, della palmate linea da assumono mediana, ambo i lati, la una rilievi faccia della vita .Ilalbero collo dell’utero rispetto specie del corpo. nelle al corpo Vi multipare, si distinguono: e ha corrisponde forma esso pressoché corrisponde a circa cilindrica; la metà a circa della prima un terzo lunghezza della dell’organo, totale è dell’utero; dato notevolmente il notevole in seguito, sviluppo sopravaginale, che fa seguito altotale corpo, separata dacome questo -parte Una porzione vaginale cervice oportio ),esterno. che sporge in un muso tinca rappresenta circa unesterno. terzo della lunghezza del collo. ee Ilche muso di tinca ha lacollo forma di tronco con apice arrotondato, nel cui mezzo trova l’orifi zio uterino tramite fessura multipare mucoso) cui trasversale, sporge l’orifizio ilesterno collo spesso dell’utero tende limitata a(o dall’orifizio divenire sbocca daun due rotondeggiante in labbri, uterino vagina. di L’orifizio e inferiore. slabbrato. uterino èvagina più esterno Uno grosso zaffo hanelle di laèdall’istmo. muco forma nullipare; (tappo di nelle La uterino ècono rappresentata dal canale cervicale orifizi ristretto può modificarsi uterini, ininterna corrispondenza interno edel divenire ed cilindrica dei due Questo orifizi o conica uterini canale acui base interno èl’anteriore fusiforme, ed esterno. cioè più Nelle ampio che multipare nella delimitato parte lasidiuna sua dai media forma due 16 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile Le della pareti mucosa anteriore detti e posteriore del canale cervicale si e presentano irregolari per sollevamenti pliche fibre muscolari lisce. Due pieghe longitudinali, più sviluppate nelle nullipare, dovute a da fasci sottostanti di delle pliche palmate colonne ,principali anteriore secondari, configurazione percorrono, e diretti posteriore spostate arboriforme per lo del rispettivamente piùpalmate, canale. trasversalmente. denominata Da queste un po’ Nell’insieme, pliche aledestra longitudinali a le sinistra pliche nascono, della palmate linea assumono mediana, ambo i lati, la una rilievi faccia albero della vita 17 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile . Mezzi di fissità dell'utero L’utero è un organo molto mobile e quindi può subire notevoli spostamenti soprattutto nella parte corrispondente al corpo; peraltro, numerose formazioni concorrono a limitarne la mobilità, fissando soprattutto il collo nella sua posizione al centro della pelvi. In primo luogo, hanno importanza in questo senso le connessioni con gli organi vicini, in particolare con la vagina e, tramite questa, con il pavimento pelvico. La porzione sopravaginale del collo è inoltre unita alla vescica in avanti tramite connettivo lasso e lateralmente, per mezzo di fasci di cellule muscolari lisce, costituenti i muscoli uterovescicali. In dietro, al di sotto dell’istmo, due fasci di fibre muscolari lisce, provenienti dalla parete uterina e dalla parte superiore della vagina, i muscoli rettouterini, si portano verso il retto, decorrendo sotto le pieghe peritoneali rettouterine che delimitano lateralmente il cavo di Douglas. Questi fasci muscolari si perdono nella parete del retto e nelle guaine dei vasi pelvici e sono accompagnati da fasci fibroelastici, i legamenti uterosacrali, che proseguono verso il sacro, fissandosi al periostio della 2° e 3° vertebra sacrale. Notevole importanza ha il parametrio, cioè il connettivo sottoperitoneale che circonda la parte sopravaginale del collo e continua sia col connettivo che sta attorno agli organi vicini, sia con quello che sta alla base del legamento largo. In quest’ultima sede, il parametrio è in continuità con gli addensamenti connettivali che accompagnano e circondano i vasi uterini e vescicovaginali e che formano, per ciascun lato, un robusto sepimento trasversale che collega il margine laterale dell’utero e della vagina alla parete laterale della pelvi. Questa formazione prende il nome di legamento cardinale di Mackenrodt. In esso è possibile distinguere una porzione mediale ed una laterale, il cui limite è rappresentato dal punto in cui l’uretere è incrociato dall’arteria uterina. La porzione mediale è più robusta in quando costituita da connettivo fibroso che comprende un intricato groviglio vascolare costituito soprattutto dal plesso venoso uterovaginale; la porzione laterale, più sottile, è formata dal connettivo che accompagna i tronchi arteriosi e venosi uterini e il tronco venoso rettale medio. I vasi uterini, lateralmente, tendono ad allontanarsi dal pavimento pelvico per cui la porzione laterale ed inferiore del legamento cardinale è estremamente sottile, essendo formata solo da connettivo lasso facilmente dissociabile. Questa zona debole della porzione laterale sottostante i vasi uterini ha forma triangolare, con la base verso la parete pelvica laterale, un margine superiore leggermente concavo, corrispondente ai vasi stessi e un margine inferiore convesso, 18 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile in rapporto con il pavimento pelvico. A limitare la mobilità del corpo uterino concorrono i legamenti larghi e i legamenti rotondi che decorrono nella ali funicolari dei primi. I legamenti larghi non costituiscono effettivi mezzi di fissità per l’utero ma valgono piuttosto a mantenete l’organo solidale con le tube e le ovarie. Il legamento rotondo è un cordone costituito da tessuto fibroso denso con fibre elastiche e fasci di cellule muscolari lisce che, per ciascun lato, trae origine dall’angolo supero laterale dell’utero per portarsi nel canale inguinale che percorre. Esso termina, poco dopo la sua uscita dall’orifizio inguinale esterno, sfioccandosi presso la base delle grandi labbra e il tubercolo pubico. Vi si distinguono diverse porzioni: Uterina: corrisponde al tratto iniziale, subito al di sotto e al davanti della terminazione della tuba all’angolo supero-laterale dell’utero. Pelvica ointralegamentosa: contenuta nell’ala funicolare del legamento largo si porta alla parete antero-laterale della pelvi. Iliaca: dallo stretto superiore, si porta in alto e in avanti, incrociando i vasi iliaci esterni e il muscolo psoas, per raggiungere l’orifizio addominale del canale inguinale. - 19 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile Inguinale: contenuta nel tragitto inguinale, dove viene accolta in una sottile guaina fornitale dalla fascia trasversale e corrispondente alla tonaca vaginale comune del funicolo spermatico. Fibre muscolari striate provenienti dal muscolo cremastere ci si applicano nella porzione terminale. Preinguinale: corrispondente al breve tratto che, al di fuori dell’orifizio inguinale sottocutaneo, si dissocia in corrispondenza della radice delle grandi labbra e del monte di Venere. Peritoneo dell'utero L’utero è in gran parte rivestito dal peritoneo che, a questo livello, prende il nome di perimetrio. Il peritoneo che, provenendo dalla parete addominale anteriore, riveste la cupola e la faccia posteriore della vescica, si riflette da quest’ultima sulla faccia anteriore dell’utero, a livello dell’istmo, delimitando tra i due organi uno spazio detto cavo vescicouterino . Proseguendo dalla faccia anteriore dell’utero, il peritoneo ne riveste il fondo e quindi la faccia posteriore del corpo e la parete posteriore della porzione sopravaginale del collo, sino al fornice vaginale posteriore. Di qui, passando sul pavimento pelvico, raggiunge l’intestino retto e la parete posteriore della pelvi, formando una profonda tasca o cavo rettouterino di Douglas . Questo rappresenta la parte più declive della cavità peritoneale e il suo fondo è limitato lateralmente dalle pieghe rettouterine che il peritoneo forma nel rivestire i corrispondenti legamenti. Il cavo di Douglas è esplorabile attraverso il fornice vaginale posteriore, cui corrisponde. Lateralmente all’utero, le due pagine peritoneali che hanno rivestito la faccia anteriore e posteriore dell’utero si riuniscono lungo i margini laterali di esso, formando, per ciascun lato, una plica, il legamento largo dell’utero, disposto trasversalmente su un piano obliquo dall’alto in basso e dall’avanti in dietro e che, lateralmente, raggiunge la parete laterale della pelvi, risolvendosi di nuovo nelle due pagine che lo costituiscono. Di queste, quella anteriore continua con il peritoneo che riveste la porzione anteriore della parete laterale della pelvi, quella posteriore con il peritoneo della porzione posteriore di detta parete. 20 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile Inferiormente, in corrispondenza della base, le due lamine peritoneali che formano il legamento largo si separano sicchè, in sezione sagittale, il legamento ha forma triangolare con base in basso; la pagina anteriore continua con il peritoneo della porzione anteriore e laterale del pavimento pelvico, lateralmente alla vescica, quella posteriore con il peritoneo che, lateralmente e al di dietro dell’utero, ricopre il pavimento pelvico, per risalire ai lati del retto sulla parete pelvica posterolaterale. Attraverso la base, penetrano nel legamento largo dal di dietro e lateralmente i vasi uterini e vaginali e l’uretere, accompagnati da robuste guaine fibrose; essi vengono a essere contenuti in un ambiente di connettivo ricco di cellule adipose che forma, assieme a quello che avvolge, al di sotto del peritoneo, la porzione sopravaginale del collo, il cosiddetto parametrio. In alto, a partire dall’angolo supero-laterale dell’utero, sino al contorno dello stretto superiore, le due pagine peritoneali del legamento largo sono riunite a formare il suo margine superiore o libero, al di sotto del quale decorre la tuba uterina, cui legamento largo forma una specie di meso, detto mesosalpinge. Dal legamento si staccanoali secondarie, sottoforma di lamine a doppia parete. Un’ala anteriore o funicolare, derivata dalla pagina anteriore, avvolge il legamento rotondo, che è diretto verso l’orifizio addominale del canale inguinale. Un’ala posteriore oovarica emana dalla pagina posteriore ed è rappresentata da una porzione mediale, che comprende il legamento utero-ovarico, una centrale, più sviluppata, il mesovario, che si porta all’ilo ovarico e a livello della linea di Farre-Waldeyer continua con l’epitelio ovarico, e una laterale che dall’ovaio raggiunge la fimbria ovarica della tuba. In conclusione, il peritoneo avvolge completamente il fondo e il corpo dell’utero e inoltre gran parte della faccia posteriore del collo. Sono prive di rivestimento sieroso, invece, la faccia anteriore e quelle laterali del collo. Vasi e nervi dell'utero 21 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile L’utero è irrorato dall’arteria uterina che origina dall’arteria ombelicale oppure, direttamente, dal tronco anteriore dell’arteria ipogastrica. L’arteria uterina, nel discendere lungo la parete laterale della piccola pelvi, si accompagna all’uretere, dal quale poi si separa, incrociandolo dall’alto e dall’avanti quando, fattasi pressoché orizzontale, decorre diretta e medialmente nella base del legamento largo, per raggiungere la porzione sopravaginale del collo. Da qui, dopo aver fornito il ramo cervicovaginale che provvede all’irrorazione del collo e della parete anteriore della vagina e, in parte, a quella della base vescicale, l’arteria uterina si dirige con decorso molto flessuoso verso l’alto, lungo il margine laterale del collo e del corpo che irrora per mezzo di rami collaterali. Giunta in corrispondenza dell’angolo supero-laterale dell’utero, si divide nei suoi rami terminali che sono: Le arterie del fondo dell’utero. Il ramo ovarico, che decorre al dinnanzi del legamento utero-ovarico e termina inosculandosi (= anastomizzandosi) a pieno canale con l’arteria ovarica. Il ramo tubarico che irrora la porzione mediale della tuba e si anastomizza con il ramo tubarico dell’arteria ovarica. L’arteria per il legamento rotondo, in genere sostituita da numerosi esili ramuscoli che si anastomizzano con rami per il legamento rotondo provenienti dall’arteria epigastrica inferiore. 22 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile I rami dell’arteria uterina, che si distribuiscono al corpo dell’utero, si anastomizzano abbondantemente a livello dello strato medio del miometrio (strato vascolare), dalla cui rete arteriosa traggono origine i rami diretti verso l’endometrio. Le vene, che originano dalla parete uterina, formano una ricca rete a livello dello strato vascolare del miometrio; qui presentano una parete molto sottile e sono denominate seni uterini . Le vene si raccolgono poi lungo il margine laterale dell’utero, al di sotto del peritoneo, formando, con le vene provenienti dalla vagina, il plesso utero-vaginale . Questo si scarica principalmente nelle vene uterine che, dopo aver raccolto anche vene provenienti dal plesso vescico-vaginale, formano un unico tronco che fa capo alla vena ipogastrica. Nel loro decorso alla base del legamento largo, in direzione della parete della pelvi, le vene sono contenute in un tessuto connettivo che concorre, assieme al connettivo che circonda l’arteria e i vasi linfatici, a formare il cosiddetto legamento cardinale ( di Mackenrodt ). Altre vene del plesso utero-vaginale si uniscono alle vene ovariche e assieme a queste fanno capo al plesso pampiniforme, tributario a destra della vena cava inferiore, e a sinistra della vena renale. Il plesso utero-vaginale e le vene uterine sono in ampia comunicazione con gli altri plessi venosi del piccolo bacino. I vasi linfatici dell’utero formano reti tra loro comunicanti nei diversi strati della parete e fanno capo, infine, a una rete superficiale sottosierosa. I linfatici del corpo comunicano ampiamente con quelli del collo. I vasi linfatici efferenti del corpo, seguendo i vasi ovarici, fanno capo ai linfonodi paraaortici dello stesso lato e a quelli preaortici. Tuttavia, alcuni vasi provenienti dalla parte più bassa del corpo seguono i vasi uterini raggiungendo i linfonodi ipogastrici. Sottili vasi decorrono lungo il legamento rotondo e raggiungono i linfonodi inguinali superficiali del gruppo supero-mediale. I vasi linfatici efferenti del collo accompagnano i vasi uterini e si portano in gran parte ai linfonodi ipogastrici; alcuni possono anche raggiungere un grosso linfonodo posto sul decorso dei vasi otturatori; altri, infine, provenendo dalla faccia posteriore del collo, si portano ai 23 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile linfonodi sacrali e del promontorio. I nervi dell’utero provengono essenzialmente dal plesso utero-vaginale, emanazione del plesso pelvico dell’ortosimpatico toraco-lombare. Fibre parasimpatiche raggiungono il plesso tramite i nervi sacrali, attraverso i quali e i nervi toracici dal 10° al 12° e il 1° lombare decorrono anche le fibre sensitive, provenienti dall’utero e dirette al midollo spinale. Il plesso utero-vaginale presenta un grosso ganglio, il ganglio cervicale (di Lee-Frankenhauser) cui sono annessi due piccoli gangli vescicali , in rapporto con l’uretere. Dal plesso utero-vaginale nascono fibre oltre che per l’utero, per la vagina, la vescica e l’uretere. Le fibre destinate all’utero formano un plesso alla superficie dell’organo da cui sottili fibre, in prevalenza amieliniche, penetrano nel miometrio, decorrendo assieme ai vasi e distribuendosi alla parete di questi e alla muscolatura. Filamenti nervosi raggiungono anche l’endometrio. Fonte Medicina per tutti Le informazioni di tipo sanitario contenute in queste pagine non possono in alcun modo intendersi come riferite al singolo e sostitutive dell'atto medico; per i casi personali si invita sempre a consultare il proprio Curante. I contenuti di queste pagine sono soggetti a verifica continua; tuttavia sono sempre possibili errori e/o omissioni. Il Dr. Giovanni Gallo e AWOG non sono responsabili degli effetti derivanti dall'uso di queste informazioni. Il Dott.Giovanni Gallo e AWOG riportano, oltre ad articoli originali, testi ed informazioni provenienti da altri siti non 24 / 25 Anatomia dell'apparato genitale femminile modificandone i contenuti nel rispetto delle vigenti normative, ne pubblica sempre la fonte e laddove indicato segala l'autore dell'articolo. In caso di presunta violazione del copyright vi invitiamo a contattarci e provvederemo immediatamente alla rimozione del materiale pubblicato. 25 / 25