LE PIANTE E L'ORTO
Le piante (fig. 1) sono organismi autotrofi, cioè si
producono da sole il nutrimento mediante la fotosintesi
clorofilliana. Le piante si possono suddividere in due grandi
gruppi:
• piante semplici non hanno né fiori né semi;
• piante complesse hanno fiori e semi.
Le piante semplici furono le prime a comparire sulla Terra.
Sono chiamate così perché si riproducono, ancora oggi, in
modo primitivo. Queste piante sono alghe, muschi e felci.
Le piante complesse sono formate da tre parti importanti:
radici, fusto e foglie.
Le radici fissano la pianta al terreno e prendono da esso il
nutrimento.
Il fusto sostiene la pianta ed ha la funzione di trasportare
e distribuire le sostanze nutritive. Collega le radici alle
foglie mediante canali chiamati vasi, che trasportano le
sostanze nutritive in tutte le parti della pianta.
Infine, le foglie, contengono clorofilla una sostanza
fondamentale che permette alla pianta di fabbricare il
nutrimento mediante la fotosintesi clorofilliana (fig.2).
LA FOTOSINTESI
CLOROFILLIANA
Fig. 2
Fig. 1
Le piante producono il loro nutrimento catturando
l'energia emanata dal sole mediante le proprie foglie. Il
meccanismo di assorbimento si realizza poiché, sulle
foglie, esiste una sostanza capace di assorbire le
radiazioni solari: un pigmento verde che prende il nome di
clorofilla. Chimicamente la clorofilla é costituita da
carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto e magnesio ed é
concentrata nei cloroplasti, localizzati nelle parti verdi
della pianta e, in particolare, nelle foglie. Il nome di
fotosintesi è un nome composto: sintesi = formazione di
composti + foto = in presenza di luce
E in effetti la fotosintesi è un processo chimico che, per
reazione di due sostanze inorganiche quali l'acqua e
l'anidride carbonica, da luogo ad un gas, l'ossigeno, e ad
un zucchero, il glucosio. La luce del sole è l'agente capace
di attivare tale processo chimico. Come si può
comprendere l'ossigeno dell'aria può essere considerato
un importante sottoprodotto della fotosintesi e questo ci
fa pensare a quanto siano importanti le piante per
l'equilibrio vitale del nostro pianeta e a quanto sia
disastroso il disboscamento di sempre più vasti territori.
La fotosintesi, infatti, purifica l'aria, sottraendo
l'anidride carbonica, dannosa a tutti i viventi, e
arricchendola di ossigeno. Il destino dello zucchero,
invece, é legato alla capacità che le cellule vegetali hanno
di immagazzinarlo sotto forma di amido, per poi
utilizzarlo quale fonte di energia per compiere le proprie
attività vitali (respirazione).
SISTEMATICA DELLE PIANTE
Fig. 3
Dando un'occhiata a questo schema, possiamo vedere com'è organizzata la sistematica degli
organismi vegetali a grandi linee. La primissima divisione degli organismi vegetali e' tra:
 Tallofite: organismi molto primitivi e semplici, senza fusto, foglie o radici, come le alghe;
 Briofite: organismi leggermente più complessi, con foglie e fusto poco specializzati e privi di
radici vere e proprie;
 Cormofite: piante con cormo, cioè provviste di radici, fusto e foglie specializzati
Tra le troviamo le Epatiche che sono quelle strane e piccole forme vegetali composte da lamelle
striscianti a ventaglio, che portano sulla faccia superiore come dei piccoli bicchieri e sulla faccia
inferiore dei fasci di rizoidi (non sono radici) somiglianti a capelli. I muschi, li conosciamo tutti, si
sono specializzati in diversissime forme, ed hanno colonizzato moltissimi ambienti, ma a causa della
loro primitività sono legati spesso a ben determinate condizioni di umidità e luce.
Dal lato opposto, invece, le Cormofite, piante a struttura più complessa, più moderne e di successo,
si sono differenziate molto più profondamente, e in diverse "fasi". La prima profonda
differenziazione in cui si possono dividere è tra piante "a spora" (Pteridofite, le felci) e piante con
semi e fiori (Fanerogame o Spermatofite), successivamente le Fanerogame, a loro volta di maggior
successo e più moderne delle Pteridofite, si sono divise in Gimnosperme (piante con semi "nudi") e
Angiosperme (con fiori e frutti). Dobbiamo aspettare una successiva evoluzione e differenziazione
di queste ultime in Dicotiledoni e Monocotiledoni per arrivare alle piante carnivore (che sono
dicotiledoni più o meno arcaiche a seconda del genere).
I FIORI
I fiori sono molto importanti perché producono semi, i quali danno vita ad una nuova pianta.
E’ proprio nel fiore che avviene la fecondazione tramite il polline (elemento maschile) e l’ovulo
(elemento femminile).
Gli organismi maschili della pianta sono gli stami (1) che producono il polline. L’organo femminile è
il pistillo (2) dove si trova l’ovario (3) che contiene ovuli.
La fecondazione avviene quando il polline di una pianta viene portato dal vento o da un insetto (4)
e viene depositato sul pistillo di un’altra della stessa specie.
Il
polline
dal
pistillo
scende
fino
all’ovario
e
qui
si
unisce
agli
ovuli.
L’ovario (5) inizia a maturare e lentamente si trasforma in frutto (6), mentre gli ovuli fecondati
diventano semi. (7) Il frutto contiene i semi e quando il frutto è maturo, cade a terra in modo
che i semi possano germogliare e dare vita ad una nuova pianta.
Fig. 4
LA RIPRODUZIONE
La riproduzione della piante è un’avventura affascinante, sia se è fatta con un semino, sia per
innesto. L’unica cosa che cambia è la complessità del sistema e la probabilità di riuscita (ossia una
nuova pianta) che potrebbe demoralizzare il novello giardiniere.
La riproduzione può avvenire per via asessuata (agamica) o sessuata (gamica). Nel primo caso si
utilizza il seme, nell'altro rientrano la divisione dei cespi, la talea, la margotta e l’innesto.
Si definisce riproduzione vegetativa una forma di riproduzione asessuata riscontrabile nelle piante.
Molte piante hanno la capacità di dare origine ad un nuovo individuo a partire dalla trasformazione e
sviluppo di una struttura o organo preesistente, sia in modo spontaneo (attraverso stoloni, rizomi,
tuberi ecc.) che attraverso l'assistenza di mezzi artificiali (talea, margotta ed altri mezzi di
propagazione).
La riproduzione vegetativa permette alle piante di propagarsi velocemente su vasti territori grazie
al bassissimo livello di mortalità dei nuovi germogli (che possono contare, temporaneamente o talora
permanentemente, sui supporti nutritivi forniti dalla pianta madre) ed alla maggiore efficienza
mostrata rispetto alle ben più complesse e dispendiose forme di riproduzione sessuale; talvolta può
svolgere un ruolo essenziale nella sopravvivenza di popolazioni vegetali risiedenti in ambienti
climaticamente sfavorevoli alla sopravvivenza dei semi o che pregiudichino il corretto
completamento del ciclo riproduttivo (es. nelle Briofite e nelle Felci).
Tra le piante monocotiledoni (Liliaceae, Alliaceae, Amaryllidaceae, Iridaceae) caratteristico è il
bulbo.Il bulbo è un organo di propagazione vegetativa (agamica, non sessuale) che svolge anche una
funzione di resistenza permettendo il superamento di condizioni climatico-ambientali sfavorevoli
(freddo, siccità, ecc.). Per la creazione di quest'organo sotterraneo, le piante bulbose vengono
incluse assieme alle tuberose e alle rizomatose nella categoria biologica delle geofite.
Riproduzione gamica  La semina
E' un modo solo in apparenza più semplice per propagare le piante. Il
seme racchiude al suo interno la pianta in miniatura (foglie, fusto,
radici) : è l’embrione completo di elementi nutritivi e protettivi.
Per la riuscita della semina, sia in semenzaio sia in piena terra, si
dovranno avere semi di buona qualità e germinabilità; inoltre il
terriccio che dovrà accoglierlo dovrà essere non compatto, leggero e
molto fertile, ben drenato ed umido. Infine l’ambiente circostante
dovrà avere condizioni d'illuminazione adeguate, fondamentali dal
momento della germinazione in poi.
La semina in semenzaio è più semplice, quella in piena terra un po’ più
complessa ma solo perché si dovrà porre maggiore attenzione alla
lavorazione preliminare del terreno, alla precedente coltivazione fatta sulla stessa parcella
(rotazione) ed alla divisione della porzione in piccole zone a semina omogenea.
Interrare il seme ad una profondità differente secondo le dimensioni dello stesso : si va da un
leggerissimo strato per i semi più piccoli (basilico) a tre volte le dimensioni per i semi più grandi
(fava).
Esistono tre tecniche di semina :
 a spaglio (uniformemente nel perimetro scelto);
 a buchette o postarella (tante piccole aree dedicate);
 a file (come per le buchette ma organizzata in filari).
Se la semina è fatta bene, dopo un certo periodo (variabile da specie a specie) spunteranno le nuove
piantine ; si dovrà a questo punto garantire luce ed umidità sufficienti e, dopo pochi giorni, si dovrà
procedere al diradamento, vale a dire all’eliminazione di una parte delle piantine appena nate. Dopo
tutta la fatica... ma aria, acqua nutrimento e soprattutto spazio deve essere dato in quantità
abbastanza generosa ai nuovi nati, per cui va eliminato il sovraffollamento.
Ultima operazione per le piante nate in vasetti, è il trapianto a dimora in piena terra.
RICORDA: Prima di seminare bisogna
seguire precise fasi, di lavorazione che
permettono
alle
piante
di crescere in modo migliore: rompere il
terreno, strappare le erbacce, vangare,
concimare utilizzando fertilizzanti o
letame.
Riproduzione agamica  La Talea
La talea è una di quelle operazioni di giardinaggio che può dare moltissime soddisfazioni.
Letteralmente rappresenta la "speranza" di far emettere radici ad un pezzo di una pianta, sia esso
rappresentato da radice, foglia, ramo, fusto. Le condizioni per la riuscita di una talea sono tante,
ecco perché gli insuccessi non sono pochi .
Prima di tutto, sebbene la talea possa essere applicata a quasi tutte le specie, non tutti i materiali
vegetali saranno idonei: es. è impossibile far emettere radici alle foglie di rosa, ma sarà possibile
riprodurre ficus e begonie da questa parte vegetale.
Condizioni per il successo: sufficiente calore, umidità e luce rappresentano elementi chiave, ma
anche avere "porzioni vegetali" sane e ben preparate sono elementi importanti. Infine da non
trascurare l’epoca scelta per il “taleggio”, generalmente tarda estate o inizio primavera.
Prima di affidare al terreno la nostra porzione di pianta, è utile cospargerla di ormone radicante
per stimolare l’emissione di radici. Non è tossico, ne basta una modesta quantità ed è di facile
reperibilità nei vivai ad un costo contenuto.
Ultimo suggerimento : non appena la talea avrà emesso radici, non dimenticate di invasare subito il
nuovo esemplare in vaso o a dimora in piena terra, prestando particolare attenzione alle radichette
appena nate : sono delicatissime.
Riproduzione agamica  La Margotta
La margotta altro non è che una talea ancora attaccata alla pianta madre: verrà staccata solo dopo
l'emissione delle radici.
Riproduzione agamica  L’innesto
Metodo "professionale" ed abbastanza difficile per ottenere nuovi soggetti per via non sessuale. Di
fatto, si tratta di prendere due piante, anche non della stessa specie, di cui una fornisce la parte
radicale (portinnesto) e l’altra la parte aerea (marza o nesto) comprendente le gemme in sviluppo o
dormienti.
Facendo combaciare, con opportune tecniche, le due parti, si favorisce la naturale inclinazione delle
piante a "saldarsi", ottenendo un nuovo esemplare che sommi i caratteri migliori dei due "genitori",
di cui uno ha fornito "le gambe", l’altro "la testa". In questo modo, gli specialisti del settore, hanno
migliorato parecchie specie, rendendole più forti e resistenti alle malattie, più produttive, con i
fiori più belli o più profumati.
L’ORTO e la CONCIMAZIONE
La prima cosa da fare, per coltivare un orto, è la concimazione, cioè aggiungere delle sostanze
organiche al terreno. Per fare ciò si può usare il letame o altri concimi come il sovescio, la composta
o i terricciati.
Il terreno non deve essere né troppo compatto né troppo sciolto e bisogna lavorarlo molto
frequentemente altrimenti indurisce a causa delle variazioni climatiche e, di conseguenza, diventa
incoltivabile. Una volta che le piantine sono cresciute bisogna curarle costantemente strappando
erbacce e prelevando i sassi più evidenti. Molto spesso l’inverno distrugge le coltivazioni gelando le
piante. Per evitare che questo avvenga bisogna utilizzare le serre.
Le piante traggono nutrimento da due fonti:
1. aria, dalla quale assorbono il gas anidride carbonica (CO2) che con la clorofilla e l’energia del
viene trasformata in zucchero.
2. suolo, da cui si ricavano i sali minerali nutrienti per mezzo delle radici. Tra queste sostanze ci
sono gli elementi: azoto (N), fosforo (P), potassio (K), calcio (Ca) e magnesio (Mg).
I terreni, pur ricchi di minerali e materiale organico, dopo diversi cicli di coltivazione, restano
impoveriti delle sostanze che le piante hanno loro sottratto. Di qui l’esigenza di rimettere nel
terreno queste sostanze, per non far perdere loro la fertilità, attraverso la concimazione.
Oltre a soddisfare le esigenze fisiologiche delle piante, con una corretta concimazione si ha anche
una maggiore resa produttiva, e quindi un vantaggio economico.
Gli elementi principali che le piante devono trovare nel terreno sono:
 l’azoto (N): stimola l’accrescimento e favorisce lo
sviluppo delle foglie
 il fosforo (P): è un elemento equilibratore, irrobustisce
i tessuti, migliora la resistenza alle avversità
ambientali e all’attacco dei parassiti
 il potassio (K): favorisce l’accumulo delle sostanze di
riserva nel fusto, nelle radici e nei frutti.
Occorrono anche piccolissime quantità di altri elementi, come
calcio (Ca), ferro (Fe), magnesio (Mg), ecc. normalmente presenti nei terreni o nei concimi
stessi.
I CONCIMI
I concimi possono essere organici o minerali, sono numerosi e si possono classificare come segue:
 NATURALI O ORGANICI:
ANIMALI
VEGETALI
MISTI
molto ricchi di azoto un pò
meno di potassio e fosforo
letame
concime ricco di sostante
umificanti
Foglie e residui vegetali vari
migliorano la tenacità dei
terreni e fertilizzano il suolo
materiali vegetali, animali e
chimici
liquame
colaticcio
polline
rifiuti organici
sangue secco
crisalidi, ecc.
tutti molto ricchi ecc.
Steli
Erbe palustri
Alghe
Sovescio
Vinacce
sansa di olive
cenere di legna ecc.
Il concime organico più conosciuto è il letame, costituito dalle deiezioni solide e liquide di animali
bovini ed equini, mescolati alla paglia della lettiera. Il letame non è subito adatto per l’uso, ma deve
"maturare" per circa 6 mesi 0 in concimaia.
 I CONCIMI MINERALI O CHIMICI contengono, in un piccolo volume, quantità notevoli degli
elementi più importanti e necessari alla nutrizione delle piante.
 I CONCIMI SEMPLICI si dividono in azotati, fosfatici e potassici e contengono un solo
elemento fertilizzante. Vi sono poi i concimi binari che contengono 2 elementi, e i ternari che li
contengono tutti. La scelta del concime deve essere fatta tenendo presente quali azioni
esercitano sulle piante i diversi fertilizzati.
Lo spargimento dei concimi può avvenire a pieno campo, o localizzato.
Le forme particolari di concimazione sono:
 la fertirrigazione: somministrazione di fertilizzante sciolto nell’acqua d’irrigazione:
 la concimazione fogliare che si fa irrorando la parte aerea delle piante con soluzioni diluite di
sali minerali.
 il sovescio è un’antica pratica agricola, che consiste nell’interramento mediante aratura di
piante erbacee. Le leguminose sono le piante più adatte perché arricchiscono il terreno di azoto:
utilissimi per i campi sono il sovescio di trifoglio, di pisello, di lupino ecc.
IL COMPOSTAGGIO
Il compost, detto anche terricciato o composta, è il risultato della decomposizione e
dell'umificazione di un misto di materie organiche (come ad esempio residui di potatura, scarti di
cucina, letame, liquame o i rifiuti del giardinaggio come foglie ed erba sfalciata) da parte di macro e
microrganismi in condizioni particolari: presenza di ossigeno ed equilibrio tra gli elementi chimici
della materia coinvolta nella trasformazione.
Il compost può essere utilizzato come fertilizzante su prati o prima dell'aratura. Il suo utilizzo, con
l'apporto di sostanza organica migliora la struttura del suolo e la biodisponibilità di elementi
nutritivi (azoto).
LOTTA
ANTIPARASSITARIA
I parassiti sono di due classi: animali e vegetali.
Appartengono al primo gruppo alcune migliaia, o forse più, di insetti che popolano i nostri giardini:
altri sono insetti utili, sia perché aiutano la pianta (es. l'ape che favorisce l'impollinazione) altri
perchè combattono gli insetti nocivi (es. il ragno che con la sua tela cattura la dorifora, flagello
delle patate, o la coccinella che fa strage di afidi).
I parassiti vegetali sono essenzialmente rappresentati da funghi che si depositano sulla pianta e ne
sottraggono la linfa.
I parassiti vegetali ed animali sovente conducono alla morte della pianta, o per cause dirette o
indirettamente, in quanto si è costretti ad eliminare l'esemplare infetto per non infestare altre
piante. Da ciò si evince che la lotta ai parassiti, qualunque sia la loro origine, dovrà essere
tempestiva e soprattutto efficiente.
Le malattie da parassiti vegetali sono anche dette crittogamiche, dal nome della classe cui
appartengono i funghi microscopici che si depositano su radici, fusto, foglie, fiori, insomma su ogni
millimetro quadro della vostra pianta !
DORIFORA
Le dorifore, coleotteri simili a coccinelle attaccano le piante
appartenenti alla famiglia solanacee. Le foglie sono divorate dalle
larve di forma globosa e di colore rosso-arancio; anche gli adulti,
insetti gialli, alati e striati di nero si nutrono delle foglie. Le dorifore
possono provocare gravi danni alle coltivazioni di patate.
MOSCA BIANCA
Sulla pagina inferiore delle foglie si notano piccoli insetti di colore
bianco con formazione di fumaggine in caso di forte attacco.
AFIDI
Comunemente chiamati pidocchi, sono sicuramente tra i fitofagi più
comuni, pungono foglie e germogli succhiando la linfa e causando il
loro
accartocciamento.
Gli afidi, inoltre, attraverso le loro punture possono trasmettere
pericolose virosi ai vegetali.
AGROTIDI
Le piante giovani sono recise appena sopra il colletto da larve di lepidottero,
di colore grigio, scuro che vivono nel terreno ed hanno attività notturna.
LARVE DI DITTERI
Sulla parte ipogea di carote, aglio, porro e cipolla si osservano gallerie in
genere aperte, di colore bruno rossastro. Le foglie appassiscono. Causa
di ciò sono le larve di ditteri, dal caratteristico colore bianco-giallastro.
LARVE DI MAGGIOLINO
Insetto le cui larve e adulti attaccano rispettivamente le radici e la
parte aerea di molti ortaggi. La lotta si basa su rotazioni e esche.
PERONOSPORA
È un fungo microscopico che produce sulle foglie delle
macchie biancastre e poi seccume. Fusto con macchie di
seccume bruno che interessa i tessuti sottostanti. Sui frutti
immaturi macchie irregolari, acquose, grigie, brune e cuoiose; i
frutti marciscono!
CAVOLAIA
Farfalla dalle ali bianche punteggiate di nero. Le sue larve si
cibano delle foglie dei cavoli e di molte crucifere erodendole
fino alle nervature.
TRIPIDI
Suggono la linfa dagli apici vegetativi, dalle foglie e dai frutti di
diversi ortaggi.
LUMACHE
Si nutrono di foglie e di germogli,
provocando gravi danni alle piante.
GRILLOTALPA
Grosso insetto che attraverso cunicoli scavati nel terreno giunge
a rodere radici e colletto di molti ortaggi causandone la morte.
Esce preferibilmente la notte. La lotta si basa sull’impiego di esche avvelenate.
FORMICHE
Le formiche possono provocare danni ai seminativi. Favoriscono
la diffusione di afidi.
MAL BIANCO
Un fungo microscopico attacca le foglie che appaiono
ricoperte da un feltro farinoso e biancastro con susseguente
ingiallimento e avvizzimento.
ATTREZZI AGRICOLI
1 La vanga è l'attrezzo "primaverile" per eccellenza; praticamente si usa
una volta l'anno per rivoltare e frantumare le zolle e interrare il letame; la
vangatura viene per una profondità di 30 cm, cioè la lunghezza della
vanga.
2
Il rastrello è usato nella fase successiva alla vangatura per lievitare
il terreno, comporre le aiuole in una struttura regolare, ammucchiare
erba e sassi di risulta; è usato anche per coprire i solchi, sminuzzando
bene la terra.
3
La zappa è usata dopo la semina per dissodare il terreno,
ogni volta che si inerba o si incrosta per effetto della siccità: in
particolare è utile per la pulizia dei corridoi che separano le aiuole;
facili segni delle infestanti.
4
Il sarchiello è un' attrezzo per la sarchiatura dei
piccoli spazi tra le colture, al fine di estirpare le
infestanti, frantumare la crosta, ammorbidire il terreno in superficie, favorire la
circolazione dell'aria e limitare l'evaporazione.
5
La forca è infine l'attrezzo più "autunnale" fra tutti il rapporto
della forca con l'orto è piuttosto fugace e sostanzialmente limitato alle
operazione di “letamazione” svolte in autunno; viene usate per ammucchiare il
letame sulle aiuole, dove sarà lasciato fino alla primavera successiva; la forca
per il letame è fornita di quattro denti e si distingue dal forcone che ha due soli
denti ed è usato per ammucchiare il fieno.
6
La cesoia è utilizzata per la potatura; talvolta si pota per
assecondare delle determinate necessità estetiche, più spesso per
assicurare salute e forza alle nostre piante. Tanti sono i metodi, tanti
sono i periodi dell’anno in cui si esegue in base al tipo di pianta.