IL FIORE L’argomento può essere affrontato in ogni momento del curriculum scolastico. Nella scuola dell’infanzia e nei primi tre anni della scuola primaria, il fiore rappresenta un elemento che è presente nelle conoscenze dei bambini e che può essere fatto «riscoprire» nella sua complessità. Questo elemento permette di imparare a classificare per forme e colori, a riconoscere piante della stessa famiglia osservando le forme dei fiori. Il profumo e la sua possibile estrazione con semplici tecniche permette di scoprire come questa odorosa caratteristica sia utilizzata dall’uomo a fini cosmetici. E’ in questi anni che si possono osservare le parti che lo compongono per conoscerle e riconoscerle delineando strutture di attrazione degli insetti ed altre destinate a diventare semi e frutti. Negli ultimi due anni della scuola primaria, il bambino inizia ad avere capacità di astrarre. Alle conoscenze concrete, sensoriali si può affiancare lo studio del fiore come struttura riproduttiva della pianta. I due diversi apparati maschile e femminile sono di semplice osservazione. In fiori dove gli stami sono molto grandi (tipo Lilium sp.) è possibile far vedere come avviene l’impollinazione. Inoltre la progressiva maturazione di infiorescenze tipo la margherita, può aiutare ad introdurre il valore evolutivo di una prolungata maturità del fiore che porta ad un successo riproduttivo. Il fiore è l’organo esclusivo delle angiosperme che contiene l’apparato riproduttore della pianta. Nasce da un apice del rametto, un germoglio, le cui foglie hanno perso la capacità fotosintetica e si sono ovviamente modificate, questa modifica è denominata “induzione fiorale” o “induzione autogena”, avviene quando il germoglio è ancora di dimensioni microscopiche all’interno della gemma sotto lo stimolo di fattori ormonali ed ambientali. Questo fenomeno precede la fioritura da poche settimane a circa un anno. Generalmente il fiore è collegato al ramo o al gambo per mezzo di un peduncolo e all’apice termina con una parte allargata detta ricettacolo, nel caso il fiore fosse direttamente attaccato al ramo viene nominato “sessile”. Su di esso sono inserite numerose appendici specializzate, formate da foglie modificate (antofilli). A seconda della loro specializzazione gli antofilli sono sterili o fertili PEDUNCOLO, situato appena sotto il fiore, con funzione di sostegno del fiore, a seconda della posizione che ha sulla pianta il fiore si definisce diffrentemente. RICETTACOLO O TALAMO, parte dell'asse fiorale su cui si innestano le parti fiorali. PERIANZIO, la parte del fiore formata da i petali e dalle strutture verdi che si trovano subito sotto. In molti fiori è formato da: -CALICE, formato da sepali (antofilli poco modificati) di colore perlopiù verde, è il verticillo più esterno del fiore. -COROLLA, formata da petali (antofilli modificati), è il secondo verticillo del PERIANZIO. ANDROCEO, è l'organo maschile del fiore, esso è formato dagli stami. Ciascuno STAME è composto da: -FILAMENTO, sostiene l'antera -ANTERA, parte fertile comprende quattro sacche polliniche separate quando l'antera è giovane, unite quando l'antera ha raggiunto la maturazione, si apriranno per far uscire il polline. I granuli di POLLINE hanno forma arrotondata o ovale grande da 2 a 250 micron. GINECEO, formato dai carpelli è l'organo femminile del fiore. Il carpello è una foglia modificata che nelle GIMNOSPERME rimane aperto mentre nelle ANGIOSPERME si chiude a formare l'ovario ed è costituito da: OVARIO, recipiente costituito dalla base della foglia carpellare che racchiude la cavità ovarica, in base alla sua posizione rispetto agli stami può essere SUPERO o INFERO. -STILO, parte superiore dell'ovario -STIMMA, parte apicale della foglia carpellare, generalmente di numero corrispondente agli stili. OVULO, corpuscolo di forma ovoidale, si forma sulla PLACENTA detta NUCELLA per mezzo del funicolo, viene raggiunto e fecondato dal polline tramite il budello pollinico. Il fiore può essere: ERMAFRODITO, se possiede sia gineceo che androceo, FEMMINILE, se manca l'androceo, MASCHILE, se manca il gineceo. Un altro fiore interessante: silene (Silene latifolia), una pianta che fiorisce da maggio a novembre. Come potete vedere nelle figure sottostanti, questo fiore ha il calice a fiaschetta da cui sporge una corona di petali bianchi. Questa specie è dioica, vale a dire che gli organi maschili e femminili stanno su piante separate, quindi in una pianta troverete fiori con il pistillo, in un'altra troverete fiori con gli stami. I fiori maschili hanno il calice stretto e da essi sporgono delle antere, quelli femminili hanno il calice rigonfio per via dell'ovario e da essi sporgono degli stigmi. Esperienza da maggio a novembre: Raccogliete dei fiori femminili di Silene a diversi gradi di maturazione - prendete un fiore femminile che abbia ancora i petali; - con una lametta, rimuovete il calice e mettete a nudo l'ovario. Notate che i petali partono dalla base dell'ovario e notate la mancanza degli stami; - sezionate longitudinalmente un ovario rigonfio ed osservatene gli ovuli -prendete un fiore maschile. Con piccole forbici, apritene il calice e se necessario rimuovete un paio di petali; - osservate gli stami, le antere ed il polline. Notate la mancanza dell'ovario. Dal punto di vista evolutivo, il principale carattere indice di primitività per i fiori è la simmetria raggiata, realizzata con parti costituite da numerosi segmenti disposti a spirale e attaccati singolarmente all’asse fiorale I ranuncoli e le magnolie presentano fiori dalla struttura molto antica, che assomiglia a quella dei fiori fossili rinvenuti in numerose regioni del pianeta. al contrario, i fiori caratterizzati da una disposizione verticillare, da simmetria bilaterale, e parti fuse o mancanti, sono generalmente più evoluti. Le bocche di leone, la menta, le composite e le orchidee sono, invece, tra i fiori evolutivamente più avanzati. Le diverse colorazioni dei fiori sono dovute a due tipi di pigmenti: quelli liposolubili (solubili nei grassi) che si trovano nei cromoplasti (plastidi specializzati), e quelli idrosolubili (solubili in acqua), che si trovano nei vacuoli (vescicole riempite di soluzioni acquose). Nei fiori blu e porpora la colorazione è data da pigmenti vacuolari detti antociani, che assumono diverse gradazioni di colore secondo il grado di acidità o basicità del terreno in cui cresce la pianta. rosso Alcune tonalità di possono essere dovute anche alla presenza di pigmenti liposolubili nei cloroplasti. Il giallo dipende, invece, da pigmenti che prendono il nome di flavonoidi. I fiori bianchi non devono la propria colorazione a particolari pigmenti, ma alla presenza di sacche d’aria microscopiche, poste fra le cellule dei petali. Il profumo dei fiori è dovuto alla presenza nei petali dei cosiddetti oli essenziali. Dai fiori di alcune piante, ad esempio il giacinto, l’eliotropio, la mimosa, il gelsomino, l’arancio, le rose e le viole, si ricavano essenze usate come profumi. Solitamente queste fragranze vengono prodotte per attirare gli insetti impollinatori. Per avvicinare insetti come le mosche, alcune piante liberano odori sgradevoli e nauseanti; ad esempio, i fiori del genere Smilax emanano un odore di carne putrefatta. La magnolia Il nome del genere è stato attribuito da in onore di Pierre Magnol. Il fiore è molto primitivo, presenta molti stami e molti stigmi. Le crucifere Il nome Crucifere deriva dall'aspetto del fiore, che è tipicamente composto da 4 petali e ricorda perciò una croce. I petali sono separati formando una corolla dialipetala. Sono presenti anche 4 sepali. Una particolarità del fiore delle Brassicaceae è la presenza di 6 stami, di cui 4 a croce come i petali e 2 esterni più corti. Le orchidacee I fiori hanno una tipica struttura alata, con un perigonio di tre sepali superiori e tre petali inferiori; uno di questi, detto labello, si differenzia per formato dagli altri in modo da attirare gli insetti impollinatori. Le dimensioni e il colore del labello, unitamente alla forma dello sperone cavo in cui si prolunga la sua base, mutano a seconda delle diverse specie. L’orchidea Ophris Si tratta del genere di orchidee più evoluto, in cui le modificazioni del fiore, che hanno lo scopo di attirare gli insetti pronubi, gli permettono di raggiunge la massima specializzazione. In particolare il labello imita nella forma e nella pelosità l’addome delle femmine degli insetti impollinatori (bombi, calabroni, api e vespe). I maschi vengono in questo modo attirati dal fiore. Le graminacee I fiori sono privi di perianzio, e riuniti in “spighette”. Si distinguono gli stigmi (bianchi); e le antere (gialle). Sia stigmi che antere sporgono dalle brattee che racchiudono le spighette. Le Graminacee sono anemofile. Le ombrellifere E’ una famiglia di piante per lo più erbacee caratterizzata da fiori disposti in ombrella semplice o composta. Le ombrellifere sono in generale aromatiche, hanno foglie pennatosette o altrimenti divise; i fiori, piccoli, posseggono calice poco appariscente Le composite Chiamate anche asteracee per l’estrema regolarità della struttura fiorale che è un capolino. Da un punto di vista botanico, quello che noi vediamo come fiore “unico” è composto per la verità da molti fiori singoli messi insieme. La margherita http://www.youtube.com/watch?v=PPywL5Pe 478