Diapositiva 1

annuncio pubblicitario
IL FIORE
L’argomento può essere affrontato in ogni momento del curriculum scolastico.
Nella scuola dell’infanzia e nei primi tre anni della scuola primaria, il fiore
rappresenta un elemento che è presente nelle conoscenze dei bambini e che
può essere fatto «riscoprire» nella sua complessità. Questo elemento
permette di imparare a classificare per forme e colori, a riconoscere piante
della stessa famiglia osservando le forme dei fiori. Il profumo e la sua possibile
estrazione con semplici tecniche permette di scoprire come questa odorosa
caratteristica sia utilizzata dall’uomo a fini cosmetici. E’ in questi anni che si
possono osservare le parti che lo compongono per conoscerle e riconoscerle
delineando strutture di attrazione degli insetti ed altre destinate a diventare
semi e frutti.
Negli ultimi due anni della scuola primaria, il bambino inizia ad avere
capacità di astrarre. Alle conoscenze concrete, sensoriali si può affiancare lo
studio del fiore come struttura riproduttiva della pianta. I due diversi apparati
maschile e femminile sono di semplice osservazione. In fiori dove gli stami
sono molto grandi (tipo Lilium sp.) è possibile far vedere come avviene
l’impollinazione. Inoltre la progressiva maturazione di infiorescenze tipo la
margherita, può aiutare ad introdurre il valore evolutivo di una prolungata
maturità del fiore che porta ad un successo riproduttivo.
Il fiore è l’organo esclusivo delle angiosperme che contiene l’apparato riproduttore
della pianta. Nasce da un apice del rametto, un germoglio, le cui foglie hanno perso
la capacità fotosintetica e si sono ovviamente modificate, questa modifica è
denominata “induzione fiorale” o “induzione autogena”, avviene quando il
germoglio è ancora di dimensioni microscopiche all’interno della gemma sotto lo
stimolo di fattori ormonali ed ambientali. Questo fenomeno precede la fioritura da
poche settimane a circa un anno.
Generalmente il fiore è collegato al ramo o al gambo per mezzo di un
peduncolo e all’apice termina con una parte allargata detta ricettacolo,
nel caso il fiore fosse direttamente attaccato al ramo viene nominato
“sessile”. Su di esso sono inserite numerose appendici specializzate,
formate da foglie modificate (antofilli).
A seconda della loro specializzazione gli antofilli sono
sterili
o
fertili
PEDUNCOLO, situato appena sotto il fiore, con
funzione di sostegno del fiore, a seconda della
posizione che ha sulla pianta il fiore si definisce
diffrentemente.
RICETTACOLO O TALAMO, parte dell'asse
fiorale su cui si innestano le parti fiorali.
PERIANZIO, la parte del fiore formata da i
petali e dalle strutture verdi che si trovano
subito sotto. In molti fiori è formato da:
-CALICE, formato da sepali (antofilli poco
modificati) di colore perlopiù verde, è il
verticillo più esterno del fiore.
-COROLLA, formata da petali (antofilli
modificati), è il secondo verticillo del
PERIANZIO.
ANDROCEO, è l'organo maschile del
fiore, esso è formato dagli stami.
Ciascuno STAME è composto da:
-FILAMENTO, sostiene l'antera
-ANTERA, parte fertile comprende
quattro sacche polliniche separate
quando l'antera è giovane, unite quando
l'antera ha raggiunto la maturazione, si
apriranno per far uscire il polline.
I granuli di POLLINE hanno forma
arrotondata o ovale grande da 2 a 250
micron.
GINECEO, formato dai carpelli è l'organo
femminile del fiore. Il carpello è una foglia
modificata che nelle GIMNOSPERME rimane
aperto mentre nelle ANGIOSPERME si chiude a
formare l'ovario ed è costituito da:
OVARIO, recipiente costituito dalla base della
foglia carpellare che racchiude la cavità
ovarica, in base alla sua posizione rispetto agli
stami può essere SUPERO o INFERO.
-STILO, parte superiore dell'ovario
-STIMMA, parte apicale della foglia carpellare,
generalmente di numero corrispondente agli
stili.
OVULO, corpuscolo di forma ovoidale, si forma
sulla PLACENTA detta NUCELLA per mezzo del
funicolo, viene raggiunto e fecondato dal
polline tramite il budello pollinico.
Il fiore può essere:
ERMAFRODITO, se possiede sia gineceo che androceo,
FEMMINILE, se manca l'androceo,
MASCHILE, se manca il gineceo.
Un altro fiore interessante: silene (Silene latifolia), una pianta che fiorisce
da maggio a novembre. Come potete vedere nelle figure sottostanti,
questo fiore ha il calice a fiaschetta da cui sporge una corona di petali
bianchi.
Questa specie è dioica, vale a dire che gli organi maschili e femminili
stanno su piante separate, quindi in una pianta troverete fiori con il pistillo,
in un'altra troverete fiori con gli stami. I fiori maschili hanno il calice stretto
e da essi sporgono delle antere, quelli femminili hanno il calice rigonfio per
via dell'ovario e da essi sporgono degli stigmi.
Esperienza da maggio a novembre:
Raccogliete dei fiori femminili di Silene a
diversi gradi di maturazione
- prendete un fiore femminile che abbia ancora
i petali;
- con una lametta, rimuovete il calice e mettete
a nudo l'ovario. Notate che i petali partono
dalla base dell'ovario e notate la mancanza
degli stami;
- sezionate longitudinalmente un ovario
rigonfio ed osservatene gli ovuli
-prendete un fiore maschile.
Con piccole forbici, apritene il calice e se
necessario rimuovete un paio di petali;
- osservate gli stami, le antere ed il polline.
Notate la mancanza dell'ovario.
Dal punto di vista evolutivo, il principale carattere
indice di primitività per i fiori è la simmetria raggiata,
realizzata con parti costituite da numerosi segmenti
disposti a spirale e attaccati singolarmente all’asse
fiorale
I ranuncoli e le magnolie presentano fiori dalla
struttura molto antica, che assomiglia a quella dei
fiori fossili rinvenuti in numerose regioni del pianeta.
al contrario, i fiori caratterizzati da una
disposizione
verticillare,
da
simmetria
bilaterale, e parti fuse o mancanti, sono
generalmente più evoluti.
Le bocche di leone, la menta, le composite e le
orchidee
sono,
invece,
tra
i
fiori
evolutivamente più avanzati.
Le diverse
colorazioni dei fiori sono dovute a due tipi di pigmenti:
quelli liposolubili (solubili nei grassi) che si trovano nei cromoplasti (plastidi
specializzati),
e quelli idrosolubili (solubili in acqua), che si trovano nei vacuoli (vescicole riempite di
soluzioni acquose).
Nei fiori blu e
porpora la colorazione è
data da pigmenti vacuolari detti antociani, che
assumono diverse gradazioni di colore secondo
il grado di acidità o basicità del terreno in cui
cresce la pianta.
rosso
Alcune tonalità di
possono essere
dovute anche alla presenza di pigmenti
liposolubili nei cloroplasti.
Il
giallo dipende, invece, da pigmenti che
prendono il nome di flavonoidi.
I fiori bianchi non devono la propria colorazione
a particolari pigmenti, ma alla presenza di
sacche d’aria microscopiche, poste fra le cellule
dei petali.
Il
profumo dei fiori è dovuto alla presenza nei petali dei
cosiddetti oli essenziali.
Dai fiori di alcune piante, ad esempio il giacinto, l’eliotropio, la mimosa, il
gelsomino, l’arancio, le rose e le viole, si ricavano essenze usate come
profumi.
Solitamente queste fragranze vengono prodotte per attirare gli insetti
impollinatori.
Per avvicinare insetti come le mosche, alcune piante liberano odori
sgradevoli e nauseanti; ad esempio, i fiori del genere Smilax emanano un
odore di carne putrefatta.
La magnolia
Il nome del genere è stato attribuito da in onore di Pierre Magnol.
Il fiore è molto primitivo, presenta molti stami e molti stigmi.
Le crucifere
Il nome Crucifere deriva dall'aspetto del fiore, che è tipicamente composto da 4 petali
e ricorda perciò una croce. I petali sono separati formando una corolla dialipetala.
Sono presenti anche 4 sepali. Una particolarità del fiore delle Brassicaceae è la
presenza di 6 stami, di cui 4 a croce come i petali e 2 esterni più corti.
Le orchidacee
I fiori hanno una tipica struttura alata, con un perigonio di tre sepali superiori
e tre petali inferiori; uno di questi, detto labello, si differenzia per formato
dagli altri in modo da attirare gli insetti impollinatori. Le dimensioni e il colore
del labello, unitamente alla forma dello sperone cavo in cui si prolunga la sua
base, mutano a seconda delle diverse specie.
L’orchidea Ophris
Si tratta del genere di orchidee più evoluto, in cui
le modificazioni del fiore, che hanno lo scopo di
attirare gli insetti pronubi, gli permettono di
raggiunge la massima specializzazione.
In particolare il labello imita nella forma e nella
pelosità l’addome delle femmine degli insetti
impollinatori (bombi, calabroni, api e vespe).
I maschi vengono in questo modo attirati dal fiore.
Le graminacee
I fiori sono privi di perianzio, e riuniti in “spighette”. Si distinguono gli stigmi
(bianchi); e le antere (gialle). Sia stigmi che antere sporgono dalle brattee che
racchiudono le spighette. Le Graminacee sono anemofile.
Le ombrellifere
E’ una famiglia di piante per lo più erbacee caratterizzata da fiori disposti in ombrella
semplice o composta.
Le ombrellifere sono in generale aromatiche, hanno foglie pennatosette o altrimenti
divise; i fiori, piccoli, posseggono calice poco appariscente
Le composite
Chiamate anche asteracee per l’estrema regolarità della struttura fiorale che è un
capolino. Da un punto di vista botanico, quello che noi vediamo come fiore “unico” è
composto per la verità da molti fiori singoli messi insieme.
La margherita
http://www.youtube.com/watch?v=PPywL5Pe
478
Scarica