Consorzio CST Terra di Lavoro
Centro Servizi Territoriali per lo Sviluppo dell’Amministrazione
Elettronica e della Società dell’informazione e della Conoscenza nella
provincia di Caserta
“COPERNICO:
Progetto di e-government per migliorare sia
l'organizzazione interna dei singoli enti che
l'erogazione di servizi di base e avanzati ai
cittadini ed alle altre P.A.”
PROGETTO ESECUTIVO
ALLEGATO AL CAPITOLATO TECNICO AMMINISTRATIVO
Indice
Premessa
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Capitolo I – IL CST TERRA DI LAVORO – la sua storia
....................................................................................................
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Capitolo II - IL PROGETTO CLUSTER E LA RETE
DELL’UNIONE DEI COMUNI SUD-OVEST ..............................
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Capitolo III - L’analisi della domanda dei servizi richiesti dai Comuni
e dalle loro forme associative ...........................
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Capitolo IV – L’analisi della tipologia di servizi che si intende erogare,
nel primo triennio/quinquennio, ai propri soci e della loro integrazione pag
con quelli già in uso, avendo cura di dettagliare, per ciascun servizio
.
previsto, la dimensione ed il profilo dell’utenza potenziale
.......................................................................
Capitolo V - L’analisi dei servizi a valore aggiunto che si intende assicurare, sulla
base di intese documentate, per razionalizzare e semplificare il rapporto tra
ciascun Comune e le altre Pubbliche Amministrazioni, centrali, regionali e locali
.........................
Capitolo VI – Una descrizione dettagliata delle modalità con cui si intende
garantire l’interoperabilità dei servizi e l’allineamento delle banche dati
......................................
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Capitolo VII – L’indicazione dei benefici attesi, per ciascun servizio, da parte di
ciascuna amministrazione aderente.
- riduzione degli oneri burocratico/amministrativi e dei costi relativi ai contratti
per l’acquisizione e la fornitura di beni e servizi ICT
- riorganizzazione dei singoli Enti soci e conseguente riduzione di costi e/o pag
.
incremento nella qualità e nella completezza dei servizi utilizzati
- disponibilità sopravvenuta di risorse umane, nei singoli Comuni, a seguito del
conferimento di attività, funzioni e servizi al centro servizi
- disponibilità di nuovi servizi per l’amministrazione, i cittadini e le imprese.
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Capitolo VIII – La previsione dei costi e dei ricavi nel primo triennio di .
funzionamento.
8.1 Descrizione analitica dei costi del personale, delle consulenze, degli
investimenti in tecnologie, della spesa corrente per l’acquisto di beni e
servizi, dei costi
generali...............................................................................................
8.2 Il totale dei ricavi per anno:
- ricavi da Comuni e altri Enti partecipanti per corrispettivi di offerte di servizi;
- ricavi da contributi finanziari (da Regione, Provincia, Comune etc.)
- altri ricavi.
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Capitolo IX – La pianificazione triennale dei flussi di cassa;
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Capitolo X – I meccanismi di partecipazione e controllo previsti per la gestione pag
..........................................
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9.1 La sicurezza dei sistemi informativi ................................................................
9.2 L’intervento ................................................................................................
9.3 ulteriori elementi di analisi ..............................................................................
9.4 Politica per la sicurezza delle informazioni.......................................................
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Capitolo XI –I poteri delegati all’Ente Capofila e il ruolo assegnato alla
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rappresentanza dei Comuni.
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Capitolo XII - La determinazione delle modalità di gestione degli eventuali
contenziosi, i meccanismi di recesso da parte degli Enti associati e di adesione da
parte di Enti non associati.
..............................................................................................
11.1 Premessa
.............................................................................................................
11.2...............................................................................................
Capitolo XIII – Proposta del piano di monitoraggio.
.....................................................................................
Capitolo XIV - Sostenibilità
....................................................................................................
12.1 Introduzione
........................................................................................................
12.2 Modello di business ...............................................................................
12.3 Autosostenibilità del modello
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Capitolo XV – Figure professionali e gruppo di lavoro multidisciplinare
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13.1............................................................................................
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13.2 Il gruppo di lavoro multidisciplinare
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13.3 Risorse inoccupate coinvolte
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Premessa
Il progetto “COPERNICO: Progetto di e-government per migliorare sia l'organizzazione interna dei
singoli enti che l'erogazione di servizi di base e avanzati ai cittadini ed alle altre P.A.”, intende
promuovere investimenti diretti a:
· stimolare e supportare l’innovazione nella PA, attraverso il potenziamento delle infrastrutture, la
diffusione nonché il sostegno al corretto uso, e la promozione della larga banda nelle aree a bassa
penetrazione
· migliorare il supporto ai processi decisionali ed alla gestione del territorio attraverso lo sviluppo di
strumenti operativi di governance utili per la messa a sistema delle diverse metodologie di
organizzazione.
- sviluppare la rete di servizi informatici e telematici delle PP.AA. in ambito regionale,
- favorire l’interoperabilità intra-ente in grado di garantire sia la cooperazione tra i numerosi
applicativi presenti in un ente sia l’allineamento delle banche dati degli stessi EE.LL.,
- favorire l’interoperabilità inter-ente in grado di garantire la cooperazione applicativa tra diversi
EE.LL.,
- attivare tutti gli strumenti necessari per la gestione elettronica dei documenti (protocollo
informatico, firma digitale, archiviazione e conservazione a norma, processi di
dematerializzazione),
- attivare una porta di dominio, al fine di erogare servizi agli utenti della P.A. (cittadini ed imprese);
- attivare i processi di e-procurement, in grado di garantire la razionalizzazione ed il controllo della
spesa.
Il nome “Copernico” è stato attribuito al progetto per sottolineare la “rivoluzione” che intende
operare nel settore dell’e-government in provincia di Caserta poiché aggregare ai Comuni del
Consorzio CST Terra di Lavoro quelli facenti parte del progetto CLUSTER, che aveva come
capofila il Comune di Roccaromana, e quelli dell’Unione dei Comuni Sud-Ovest (CSO),
consacrando il Consorzio CST Terra di Lavoro come catalizzatore della domanda di servizi di e-gov
e strumento di governo del territorio della provincia di Caserta.
Fulcro del progetto, infatti, sarà l’ammodernamento sostanziale delle modalità operative degli
EE.LL. consorziati e consorziandi attraverso l’acquisizione di hardware e software di nuova
generazione nonché di servizi informatici e telematici in grado di far sviluppare loro servizi di egov altamente innovativi.
In tal modo si prevede, non solo di rendere la gestione amministrativa più efficace ed efficiente, ma
anche di aprirla al mercato dei servizi di e-government il tutto in perfetta armonia con il dettato del
POR Campania 2007-2013.
La strategia di sviluppo della Regione Campania, infatti, trova concreta attuazione nei sette Assi
prioritari del POR Campania FESR 2007-2013. Nella declinazione dei sette Assi prioritari del POR
FESR trovano corrispondenza le dieci priorità tematiche del Quadro Strategico Nazionale.
L’Asse 5 – Società dell’informazione - riguarda le azioni a favore della diffusione della Società
dell’Informazione, sia in termini infrastrutturali, che per l’erogazione di servizi innovativi a
vantaggio della cittadinanza e del tessuto produttivo.
Le pubbliche amministrazioni operano in contesti dinamici in cui i bisogni degli utenti e dei servizi
cambiano continuamente, obbligandole a modificare costantemente la loro attività e la loro offerta.
L’obiettivo è di recuperare i divari tecnologici e infrastrutturali, ad avviare singole azioni di
miglioramento, oltre che di sviluppare e potenziare le capacità di adattamento e di governo dei
cambiamenti utilizzando e condividendo le migliori esperienze attraverso la diffusione della pratica
del riuso.
Le nuove tecnologie, soprattutto quelle legate alle TIC, favoriscono un decentramento di potere che
ha aumentato il coinvolgimento partecipativo della persona.
La centralità del cittadino è la chiave per ripensare l’organizzazione, in termini di efficienza ed
efficacia; la missione, in funzione della trasparenza e dell’equità; le risorse, non solo come voce di
spesa, ma come valore qualificante l’impegno regionale.
Solo investendo in progetti inclusivi, replicabili e scalari è possibile rendere condivisi i
cambiamenti digitali ed eleggere tutti i cittadini a protagonisti attivi dell’equità, della trasparenza,
dell’efficienza.
Ciò presuppone e impone una progressiva e continua apertura dell’Amministrazione Pubblica
attraverso una semplificazione del linguaggio, dei processi e degli strumenti di accesso e di
informazione.
Contemporaneamente si concretizza in una gestione coordinata, sinergica e ottimizzata degli archivi
e delle basi di dati utilizzate per offrire servizi al cittadino, gestire e monitorare il territorio,
dall’anagrafe ai tributi, dall’assistenza alle imprese al controllo della spesa pubblica, al turismo.
La sfida è quella di coniugare il massimo di semplicità per i cittadini e le imprese con un’efficace
tutela degli interessi pubblici e dei diritti fondamentali.
In particolare, l’obiettivo operativo 5.1 - E-GOVERNMENT ED E-INCLUSION mira a
potenziare le infrastrutture per lo sviluppo della Società dell’Informazione e della conoscenza,
abbattendo il divario digitale di tipo infrastrutturale, sociale, fisico e geografico, anche mediante
azioni di sistema volte a favorire il miglioramento della partecipazione della cittadinanza ai processi
decisionali ed amministrativi, mediante l’utilizzo di tecnologie che favoriscano anche i fenomeni di
inclusione e riducano i gap sociali.
E tali ambiziosi risultati non si potrebbero raggiungere senza unire e valorizzare a livello
provinciale tutte le preziose esperienze maturate nell’e-government dal CST Terra di Lavoro, dal
progetto CLUSTER e dall’Unione dei Comuni Sud-Ovest.
Si badi, non si tratta del mero “incameramento” da parte del CST Terra di Lavoro delle
deliberazioni di Giunta dei Comuni afferenti il progetto CLUSTER e l’Unione Comuni Sud Ovest,
ma con questo progetto si mette in atto una vera e propria strategia territoriale di rafforzamento e
condivisione di buone prassi sperimentate nonché si realizzano effettivamente economie di scala ed
efficienza nell’allocazione delle risorse a disposizione degli Enti Locali a vantaggio dei cittadini.
In pratica, si coglie l’occasione dell’avviso pubblico emanato dalla Regione Campania per
strutturare sul territorio il CST e mettere a frutto le esperienze del progetto CLUSTER e del CSO;
infatti si prevede, sfruttando l’opportunità offerta dal D.D. n.226/2009, di inglobare ed unificare il
cluster con il CST Terra di Lavoro, con la possibilità di raggiungere diversi e più performanti
obiettivi quali la realizzazione di economie di scala, la riduzione dei costi operativi e la possibilità
di ampliare la piattaforma dei servizi disponibili, come meglio illustrato nel seguito del progetto.
La necessità della creazione di una struttura di riferimento redazionale localizzata sul territorio
di competenza del cluster è parte integrante del processo di unificazione e potrà costituire un
importante modello di riferimento nell’ulteriore sviluppo del CST, arricchendo in modo
significativo l’offerta dei servizi del CST stesso nei confronti degli Enti Locali che ne fanno
parte.
Una siffatta previsione trova la sua naturale giustificazione sia come esito della positiva
sperimentazione avvenuta nel corso dell’attuazione del progetto “Cluster di Rete Intercomunale”
che per la preziosa funzione che essa potrà avere rispetto ad un’aggregazione territoriale composta
da piccole comunità locali, disseminate in un territorio molto vaso, orograficamente poco agevole e
notevolmente distante dai maggiori centri di riferimento provinciali ed interprovinciali.
Tale struttura di servizio, da intendersi come presidio territoriale del più ampio organismo tecnico
di assistenza che avrà sede presso il CST Terra di lavoro, potrà utilizzare, con le opportune revisioni
ed aggiornamenti, la dotazione logistica/strutturale già in uso a suo tempo e potrà contare su
metodologie e strategie di lavoro abbondantemente consolidate.
Allo stesso modo, grazie alla realizzazione di questo progetto, presso la sede del Comune di
Grazzanise, facente parte dell’Unione dei Comuni Sud Ovest, si attiverà un altro presidio territoriale
del CST per coordinare gli interventi su quei territori e garantire una pronta assistenza tecnica ai
Comuni dell’Unione CSO.
CAPITOLO I
Il CST Terra di Lavoro – la sua storia
La Regione Campania, d’intesa con gli Enti locali, ha avviato il progetto Centri di Servizio
Territoriali per l’e-government nei piccoli e medi Comuni (APQ SI del 20 Dicembre 2004)
attraverso la costituzione di 7 CST, localizzati nei territori delle Province di Napoli, Salerno,
Caserta, Benevento e di Avellino.
Con D.D. n.153 del 04/04/2007 è stato approvato il progetto “CST - Centro Servizi Territoriale per
lo Sviluppo dell’Amministrazione Elettronica e della Società dell’informazione e della Conoscenza
nella provincia di Caserta”, presentato alla Regione Campania ai sensi del Decreto Dirigenziale
della Regione Campania n.356 del 26 luglio 2006.
In data 25/06/2007, pertanto, è stato costituito il Consorzio “CST - Centro Servizi Territoriale per lo
Sviluppo dell’Amministrazione Elettronica e della Società dell’informazione e della Conoscenza
nella provincia di Caserta”, in acronimo “CST Terra di Lavoro”.
Finalità generali del CONSORZIO “CST TERRA DI LAVORO”.
I Centro Servizi Territoriali sono strutture di servizio sovra-comunali, partecipate e controllate da
Province e Comuni con particolare riferimento ai piccoli Comuni, finalizzate all’avvio ed alla
erogazione di servizi di natura gestionale, tecnologica, ed operativa, con l’obiettivo di rendere
possibili:

agli stessi piccoli Comuni, economie di gestione nel ricorso alle ICT ed un miglioramento
complessivo dei processi e dei servizi di supporto all’azione amministrativa (cosiddetto backoffice);

alle Pubbliche amministrazioni che interagiscono con i piccoli Comuni modalità di
cooperazione amministrativa e di scambio informativo più agevoli e affidabili, attraverso la
intermediazione del CST;

ai territori amministrati dai piccoli Comuni, ai cittadini e alle imprese residenti in essi, la
fruizione di servizi, veicolati dai piccoli Comuni.
Il “CST TERRA DI LAVORO - Centro Servizi Territoriale per lo Sviluppo dell’Amministrazione
Elettronica e della Società dell’informazione e della Conoscenza nella provincia di Caserta”
persegue le finalità sopra descritte attraverso un modello che risponde ai seguenti principi:

rappresentare un’espressione di autogoverno e di cooperazione tra piccoli Comuni coinvolti;

valorizzare i modelli di cooperazione istituzionale tra i livelli di governo regionale, provinciale e
comunale;

garantire l’inclusione “cooperativa” delle esperienze associative intercomunali in essere che
abbiano già sviluppato gestioni associate di funzioni e servizi di piccoli Comuni;

promuovere le realtà sociali economiche e culturali nei territori amministrati dai piccoli
Comuni;
 essere funzionale al perseguimento degli obiettivi e degli interessi dei piccoli Comuni.
Nella fase di costituzione e avvio del CST sono stati di particolare rilevanza quei soggetti
istituzionali, ovvero la Regione Campania e la Provincia di Caserta che, titolari della funzione di
programmazione sul territorio, possono insieme ai singoli Comuni, far convergere gli obiettivi di
sviluppo locale con quelli del CST.
Il ruolo della Regione Campania
La Regione ha rivestito, nel processo di costituzione e avvio del CST, da un lato il ruolo di
promotore e facilitatore, dall’altro quello di supervisore e di monitoraggio. In particolare, in questa
fase di inizio attività essa:

definisce e promuove un modello unico regionale e condiviso di CST in grado di garantire, per
quanto possibile, omogeneità territoriale dei processi, dei servizi e degli SLA, l’interoperabilità
e la collaborazione interistituzionale;

attua azioni di razionalizzazione e semplificazione dei processi individuando e condividendo le
aree di intervento nell’ambito delle quali l’azione del CST può risultare migliorativa;

realizza le sinergie e coinvolge il CST nelle interazioni fra le istituzioni;

sostiene il CST, razionalizzando e allocando opportunamente le risorse finanziarie disponibili,
condividendo risorse informative, strumentali e infrastrutturali, attuando progetti formativi;

facilita l’integrazione del CST in un più ampio contesto di iniziative di innovazione e sostiene i
meccanismi virtuosi di riuso delle soluzioni progettuali;

definisce politiche di sostegno adottando gli atti normativi idonei ad assicurare sostenibilità
finanziaria ed il corretto funzionamento dei processi;

realizza e condivide sistemi informativi per la programmazione, la progettazione ed il
monitoraggio degli interventi sullo sviluppo locale;

verifica e monitora l’avanzamento progettuale sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista
economico-finanziario;

rileva e indirizza opportunamente le criticità emerse dall’analisi dello stato di avanzamento
progettuale.
… omissis
CAPITOLO II
IL PROGETTO CLUSTER DI RETE INTERCOMUNALE
E LA RETE DELL’UNIONE DEI COMUNI SUD-OVEST
In linea con quanto previsto dal Piano Strategico sulla Società dell’Informazione, adottato dalla
Regione Campania con delibera n. 7132 del 21/12/2001, che costituisce il riferimento attuativo
della misura 6.2 nell’ambito dell’Azione C, i comuni raggruppati nella “Conubarzione Casertana”,
nell’”Agro Aversano” e nell’ “Alto Casertano” individuarono la necessità di mettere a disposizione
dei cittadini di una vasta area un ambiente telematico efficace e di semplice utilizzo per favorire la
comunicazione fra soggetti diversi: cittadini e loro associazioni, Enti Pubblici e società che ne sono
emanazione, aziende che operano nei vari settori di mercato, operatori dell’informazione, et alii, al
fine di contribuire a garantire, nei fatti, il diritto alla cittadinanza telematica di tutti.
Con il verbale del 28/10/2002, i Comuni aderenti al progetto “Cluster di rete intercomunale” sono
stati così individuati:
ALTO CASERTANO
Comuni di Roccaromana (capofila dell’intera aggregazione), Ailano, Alvignano, Baia e Latina,
Caianello, Calvi Risorta, Caiazzo, Camigliano, Capriati al Volturno, Carinola, Castel Campagnano,
Castel di Sasso, Castello Matese, Castel Morrone, Ciorlano, Conca della Campania, Dragoni,
Falciano del Massico, Fontegreca, Formicola, Gallo Matese, Giano Vetusto, Gioia Sannitica,
Letino, Liberi, Mignano Monte Lungo, Piana di Monte Verna, Pietramelara, Pietravairano,
Pontelatone, Prata Sannita, Pratella, Presenzano, Raviscanina, Rocca d’Evandro, Rocchetta e Croce,
Ruviano, S. Gregorio Matese, S.Angelo d’Alife, San Pietro Infine, Vairano Patenora, Valle
Agricola, Piedimonte Matese, S. Potito Sannitico, Galluccio.
AGRO AVERSANO
Aversa, Carinaro, Casaluce, Casapesenna, Cesa, Frignano, Gricignano d’Aversa, Lusciano, Parete,
San Cipriano d’Aversa, San Marcellino, San Tammaro, Teverola, Trentola Ducenta, Villa di
Briano, Villa Titerno.
CONURBAZIONE CASERTANA
Marcianise, Arienzo, Capodrise, Capua, Casagiove, Casapulla, Caserta, Cervino, Curti, Macerata
Campania, Maddaloni, Portico di Caserta, Recale, S. Felice a Cancello, S. Marco Evangelista, S.
Nicola la Strada, S. Prisco, S. Maria a Vico, S. Maria Capua Vetere, Valle di Maddaloni.
Con la convenzione stipulata in data 13/11/2002 fra la Regione Campania (AGC – Ricerca
Scientifica) e il Comune di Roccaromana, in qualità di ente capofila dei comuni raggruppati nella
“Conubarzione Casertana”, nell’ “Agro Aversano” e nell’ “Alto Casertano”, è iniziata la fase di
attuazione del progetto denominato “La rete intercomunale”.
La convenzione prevedeva un finanziamento complessivo per la realizzazione del progetto pari a
Euro 790.000,00, a valere sulla Misura 6.2 Azione C del P.O.R. Campania 2000-2006, come
indicato nella Deliberazione n. 3348/2002 (BURC n° 42/2002) della Giunta Regionale della
Campania, riguardante Area Generale di Coordinamento Ricerca scientifica statistica sistemi
informativi ed informatica – “Presa d’atto della selezione dei progetti-idea relativi alla Misura 6.2
Azione C ed integrazione al budget di spesa prevista.”
A seguito della predisposizione del progetto esecutivo e della stipula della convenzione con il
soggetto attuatore, avvenuta in data 7/2/2003, è cominciata la fase operativa e di realizzazione del
progetto, successivamente interrotta per inadempienza da parte del soggetto attuatore. Il progetto è
stato successivamente ripreso (giugno 2007), a seguito della chiusura del contenzioso fra la
Committente e l’attuatore, e si è proceduto all’individuazione di un nuovo soggetto attuatore
definendo, nel contempo, nuovi e più moderni contenuti progettuali.
Si è preso atto, infatti, che il tempo trascorso fra le due fasi operative del progetto, per quanto
riguarda il progresso tecnologico e la qualità e disponibilità di strumenti ed infrastrutture, ha
comportato profonde trasformazioni nel mondo reale che, allo stato dell’arte, hanno imposto
radicali trasformazioni nella progettazione e realizzazione dei sistemi e delle soluzioni destinate a
migliorare la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese. È cambiato, infatti, il modo di dialogare
con gli utenti e fra le amministrazioni, costringendo a ripensare la “visione” complessiva delle
soluzioni, in un’ottica che privilegia la partecipazione e contribuisce a ridurre in modo sostanziale e
non formale, il cosiddetto “digital divide”.
La rimodulazione del progetto e la realizzazione di una “nuova rete intercomunale” non è stata
interpretata come una soluzione di ripiego ma come un’opportunità, che traeva effettivo vantaggio
dai progressi tecnologici, dalle nuove e diverse disponibilità offerte dal mercato, dalle sinergie con i
progetti (nel frattempo) realizzati o in itinere, per rendere disponibili soluzioni realmente in linea
con le motivazioni originali e le aspettative del territorio interessato dal progetto.
Il risultato è stato la realizzazione e l’avvio in esercizio di un progetto in grado di erogare servizi
integrati di e-Government alla comunità, che favorisce la ottimizzazione dei carichi di lavoro ed il
miglioramento dei livelli di servizio, da impulso all’interazione con gli utenti e con le imprese
operanti sul territorio, migliora il livello di accessibilità alle informazioni tra le pubbliche
amministrazioni favorendo la diffusione fra gli Enti coinvolti di una visione comune del servizio e
una standardizzazione delle informazioni gestite, permette l'estensione e l'arricchimento delle
funzioni di accesso e consultazione del patrimonio storico, culturale e territoriale già sviluppate e
favorisce la partecipazione della cittadinanza alle attività dell'Amministrazione in tali settori, in
un’ottica di promozione e valorizzazione territoriale.
Il portale www.retedicomunicasertani.it, ed i servizi messi a disposizione, sono stati erogati
attraverso centri afferenti alle strutture dei comuni partecipanti al progetto. Tali strutture, che sono
stati i primi beneficiari dei servizi, svolgono una funzione di erogazione di servizi prodotti
direttamente o forniti da altri enti e organismi.
Il progetto ha inoltre sperimentato strumenti di flessibilità organizzativa attraverso la creazione di
un centro polifunzionale. Questi si configurano come centri presidiati ed attrezzati che potranno
fungere da supporto per migliorare ed ottimizzare l’interazione con i cittadini e le imprese, anche
stimolando meccanismi di partecipazione attiva in un’ottica di e-democracy, per iniziative di
promozione imprenditoriale e del territorio, di integrazione sistemistica dei diversi sistemi
informatici.
Esso ha inoltre tenuto conto del potenziale di integrazione territoriale e/o progettuale degli
interventi da promuovere, in particolare alla capacità delle proposte di intervento di porsi in una
linea di continuità o di complementarietà con altre iniziative, già realizzate, in corso di realizzazione
o programmate nelle aree oggetto di intervento, in una logica di rafforzamento delle ricadute dei
processi di trasformazione in atto.
Nell’ambito del progetto, inoltre, è stata predisposta l’infrastruttura tecnologica necessaria
all’erogazione dei servizi, compresi gli strumenti atti a garantire la sicurezza dei dati e delle
transazioni.
Con opportuna lungimiranza, inoltre, il progetto ha previsto l’adozione di soluzioni flessibili e
scalabili in grado di essere facilmente trasportabili ed installabili all’interno del CST della Provincia
di Caserta e, più in generale, il rispetto dei seguenti vincoli:
 adottare soluzioni in linea con il “Piano Strategico sulla Società dell’Informazione nella
Regione Campania” sviluppato dall’Assessorato all’Università e Ricerca Scientifica ed
all’Innovazione Tecnologica;

architettura web based, Three-Tier, che privilegi la suddivisione fisica del livello di
presentazione da quello database

piena compatibilità con il “Sistema Pubblico di Interoperabilità e Cooperazione della
Regione Campania (SPICCA)”

rispetto dei requisiti di accessibilità stabiliti nel DM 8 luglio 2005 "Requisiti tecnici e i
diversi livelli per l'accessibilità agli strumenti informatici" (G.U. n. 183 dell'8 agosto
2005)

garanzia dell’applicazione di ogni prescrizione in materia di protezione dei dati, in
ottemperanza al decreto legislativo N. 196/2003 e successive modifiche (comunemente
conosciuto come decreto della privacy)
Stato dell’arte e prospettive
Uno degli elementi più significativi per la realizzazione del progetto è stata la creazione di una
struttura operativa di “gestione e supporto”, denominata anche “redazione”, responsabile di tutte le
attività da effettuarsi a diretto contatto del territorio, in sintonia con le diverse fasi del progetto. A
titolo indicativo, e non esaustivo, tra le attività svolte dalla struttura operativa locale di gestione e
supporto si evidenziano:
 il censimento delle disponibilità di infrastrutture e servizi dei Comuni;
 la raccolta e la preparazione dei contenuti del portale;
 le attività di “animazione” della rete virtuale;
 il servizio telefonico ai cittadini e alle imprese;
 l’aggiornamento dei contenuti del portale;
 la predisposizione di sondaggi;
 la raccolta della documentazione e la sperimentazione dei servizi afferenti alla gestione degli
ambiti sociali;
 le azioni di affiancamento/formazione del personale degli enti locali coinvolti.
La redazione ha svolto un ruolo fondamentale ed è stata, in particolare, il primo luogo al quale il
cittadino (o, allo stesso modo, un Ente o una PA) ha fatto riferimento per soddisfare un determinato
bisogno legato al quotidiano rapporto con la Pubblica Amministrazione, ad altri Enti e viceversa. La
redazione ha svolto una funzione di “contact center” per l’ascolto ed è la rielaborazione delle
problematiche poste dell’utenza con relativo reporting delle stesse da restituire alle PA referenti.
Con la realizzazione del progetto, e la sua conclusione contrattuale, tale ruolo centrale di contatto e
raccordo con gli attori del territorio, di spinta proattiva e di governo, doveva ricadere, in termini di
responsabilità, in capo ai comuni aderenti all’iniziativa, così come gli oneri di gestione tecnica del
sistema e delle infrastrutture.
Le ben note difficoltà, da parte dei Comuni, nel reperire risorse economiche da destinare a tale
scopo, in congiunzione con il recepimento degli indirizzi strategici suggeriti dalla Regione
Campania in tema di ottimizzazione delle modalità di erogazione dei servizi da parte degli Enti
Locali, nell’ottica della razionalizzazione della spesa e del raggiungimento di economie di scala,
suggerisce di rivedere il modello redazionale del cluster e la struttura di gestione operativa dei
sistemi e delle infrastrutture.
Più in particolare, si ritiene utile, sfruttando l’opportunità offerta dal D.D. n.226/2009, di inglobare
ed unificare il cluster con il CST Terra di Lavoro, con la possibilità di raggiungere diversi e più
performanti obiettivi quali la realizzazione di economie di scala, la riduzione dei costi operativi e la
possibilità di ampliare la piattaforma dei servizi disponibili, come meglio illustrato nel seguito del
progetto.
La necessità della creazione di una struttura di riferimento redazionale localizzata sul territorio
di competenza del cluster è parte integrante del processo di unificazione e potrà costituire un
importante modello di riferimento nell’ulteriore sviluppo del CST, arricchendo in modo
significativo l’offerta dei servizi del CST stesso nei confronti degli Enti Locali che ne fanno
parte.
Una siffatta previsione trova la sua naturale giustificazione sia come esito della positiva
sperimentazione avvenuta nel corso dell’attuazione del progetto “Cluster di Rete Intercomunale”
che per la preziosa funzione che essa potrà avere rispetto ad un’aggregazione territoriale composta
da piccole comunità locali, disseminate in un territorio molto vaso, orograficamente poco agevole e
notevolmente distante dai maggiori centri di riferimento provinciali ed interprovinciali.
Tale struttura di servizio, da intendersi come presidio territoriale del più ampio organismo tecnico
di assistenza che avrà sede presso il CST Terra di lavoro, potrà utilizzare, con le opportune revisioni
ed aggiornamenti, la dotazione logistica/strutturale già in uso a suo tempo e potrà contare su
metodologie e strategie di lavoro abbondantemente consolidate.
L’UNIONE DEI COMUNI SUD-OVEST
L'Unione della “C.S.O.” è composta dai Comuni di Cancello Arnone, Capodrise, Castel Volturno,
Cellole, Francolise, Grazzanise, Marcianise, Mondragone, S. Maria La Fossa, Sessa Aurunca.
E’ compito dell’Unione promuovere , d’intesa con la Regione Campania e la Provincia di Caserta,
la progressiva ed integrale attuazione del programma di e – government approvato da tutti i Comuni
facenti parte del “ C.S.O. “, compresa la gestione della stessa, nonché l’attuazione e la gestione di
tutte le altre attività da esso nascenti e conseguenti, ed ogni altra attività deliberata dagli Organi
dell’Unione.
L’Unione, con riguardo alle proprie attribuzioni, rappresenta le comunità di coloro che risiedono nel
territorio che la delimita , di cui concorre a curare gli interessi e promuovere lo sviluppo, tenendo
conto delle rispettive vocazioni e peculiarità dei singoli Comuni aderenti.
Sono obiettivi prioritari dell’Unione :
a) - realizzazione di una Rete di interconnessione tra gli Enti da federare alla Rete Regionale vista
come sottoinsieme della Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione;
b) – definizione di uno standard comune per la cooperazione applicativa.
c) – definizione di un modello comune di approccio per servizi ai cittadini, Portale d’Ente, basato
su:
1) sportello unico per imprese e cittadini su uno standard comune.
2) gestione tributi omogenea in riferimento alle necessità informative e di servizio dei cittadini.
3) gestione coordinata per i sistemi informativi territoriali.
4) presenza Internet coordinata su standard compatibili.
d) - realizzazione di un Portale territoriale come fondamento della politica di sviluppo dell’area e
per la migliore pianificazione d’uso del territorio disponibile.
e) – realizzazione di tutto quanto previsto nel piano nazionale d’azione per l’e-government e nei
suoi successivi ampliamenti.
f) - programmi di formazione.
g) – attuazione e gestione di tutte le altre attività.
Al presente progetto COPERNICO hanno aderito i seguenti Comuni
dell’Unione dei Comuni Sud Ovest: Cellole, Cancello e Arnone,
Francolise, Grazzanise e Santa Maria La Fossa.
CAPITOLO III
L’analisi della domanda dei servizi richiesti dai Comuni e dalle loro
forme associative.
L’analisi della domanda dei servizi richiesti dai Comuni consorziati è stata già condotta
nell’autunno 2008 al fine di monitorare lo stato di attivazione dell’e-government presso i soci stessi
al fine di poter meglio tarare il portafoglio dei servizi per l’anno 2009.
L’attenzione posta al contesto pone subito in risalto l’attività di analisi della domanda nelle varie
fasi di operatività del progetto caratterizzato come ricorsivo e in continuo miglioramento.
La prospettiva di analisi privilegiata è diacronica, non si ferma infatti a un momento di rivelazione e
analisi dei dati ma si inquadra nella logica unitaria e intersettoriale delle esperienze condotte fino a
questo momento dai comuni CST Terra di Lavoro.
I Comuni aderenti all’indagine sono stati 25, la cui popolazione residente risulta suddivisa come
segue:
Comune
Caserta
San Nicola la Strada
San Felice a Cancello
Casagiove
Sant'Arpino
Gricignano di Aversa
Cesa
Villa di Briano
Alife
Casapesenna
Caiazzo
Alvignano
San Tammaro
Capua
Roccamonfina
Rocca D'Evandro
%
Residenti
75.208
18.724
16.769
14.821
13.900
8.903
7.460
5.703
7.164
6.629
5.879
4.950
4.400
19.041
3.807
3.720
23,6111%
5,8783%
5,2645%
4,6530%
4,3638%
2,7950%
2,3420%
1,7904%
2,2491%
2,0811%
1,8457%
1,5540%
1,3814%
5,9778%
1,1952%
1,1679%
Calvi Risorta
Caianello
Castel Campagnano
Castello del Matese
Ailano
Raviscanina
Castel di Sasso
Tora e Piccilli
Francolise
San Pietro Infine
totale abitanti provincia
Provincia di Caserta
5.938
1.758
1.632
1.476
1.466
1.352
1.199
1.068
4.918
1.011
238.896
1,8642%
0,5519%
0,5124%
0,4634%
0,4602%
0,4245%
0,3764%
0,3353%
1,5440%
0,3174%
75,0000%
25,0000%
100,0000%
Praticamente tutti i Comuni aderenti al Progetto hanno partecipato all’indagine (24 enti su 25). Si
tratta di un risultato notevole, che attesta di per sé come l’adesione al CST da parte degli enti non
sia formale, tanto più se si considera il limitato tempo a disposizione e il periodo particolarmente in
cui si è svolta: a ridosso dei mesi estivi del 2008.
L’elevata partecipazione all’indagine assegna un alto grado di significatività ai dati ricavati, anche
se non tutti gli enti hanno risposto a tutte le domande del questionario.
Appunto per valutare il livello di significatività delle risposte alle singole domande, sono state
calcolate per ciascuna la percentuale degli enti che hanno risposto alla domanda rispetto al totale
degli enti aderenti.
b. Metodologia di analisi dei dati raccolti
Per la rilevazione analitica dei fabbisogni di servizio delle Amministrazioni aderenti che possono
essere soddisfatti da una corrispondente offerta da parte del CST si è proceduto inviando presso gli
enti dei consulenti appositamente formati per assistere gli operatori comunali nella compilazione
dello strumento di rilevazione dati: il questionario.
Tale scelta è stata dettata dalla volontà di non lasciare i funzionari comunali soli nella realizzazione
di una questionario lungo e che richiedeva informazioni particolarmente dettagliate e la
partecipazione dei dipendenti di vari uffici. L’affiancamento nella compilazione del consulente ha
inoltre permesso di tastare “dal vivo” il polso dei bisogni dei comuni e innalzare il livello di
consapevolezza nell’adesione al Cst. Durante il lavoro dei consulenti di somministrazione dei
questionari sono stati infatti annotati i commenti spontanei, ritenendo questi altamente significativi
per definire il portafoglio dei servizi e la sua sostenibilità economica tenuto conto della
rimodulazione del quadro economico del progetto.
Per coerenza sostanziale, l’analisi della domanda si porrà come un riferimento circolare e costante e
proseguirà nelle successive fasi del progetto, puntando su un miglioramento qualitativo dei processi
innovativi.
Omissis…
1. I destinatari della rilevazione
Parte rilevante nella ricerca sul campo portata avanti in questa fase che ha coinvolto i dipendenti di
24 comuni, si concentra sull’individuazione dei ruoli critici dell’innovazione ovvero quelle figure
chiave che all’interno di un’organizzazione si fanno portatrici del cambiamento.
Questo perché si parte dalla consapevolezza che introdurre un nuovo hardware o un nuovo software
all’interno di una organizzazione come quella comunale a poco serve se non accompagnato dal
lavoro di diffusione e integrazione della nuova tecnologia svolta dall’individuo che presenta la
maggiore propensione all’innovazione.
Parallelamente una ricerca simile si sta conducendo per individuare i profili di diffusione dei servizi
del Cst. Tali figure dovranno ricoprire un ruolo più ampio di quello di “referenti dei servizi di frontoffice”. Spetterà a loro infatti il ruolo di “agente dell’innovazione” non solo di hardware e software
ma anche gestionale, riconoscibili nei ruoli critici qui elencati [Corti E., Gestione dell’Innovazione,
Esi, 2004]:
- Coordinatore,
- Gatekeeper,
- Gatekeeper tecnologico,
- Generatore di idee,
- Solutore di problemi,
- Opinion leader,
- Sponsor,
- Orchestratore.
Naturalmente, va considerato che nei piccoli Comuni si rilevano spesso delle carenze oppure si
ritrovano individui che, dovendosi fare carico di responsabilità differenti, mostrano uno spettro più
ampio di comportamenti.
2. Risultati, commenti e valutazioni
I risultati danno una fotografia aggiornata che contribuisce a inquadrare più precisamente un
panorama già “abitato” da tempo.
Di seguito i risultati del questionario sono confrontati in alcuni casi con i dati del secondo rapporto
sull’Ict della Pubblica Amministrazione Locale redatto da AiTech-Assinform [http://www.aitechassinform.it/comunita/default.asp] e con i dati Istat nell’ambito della ricerca “Le tecnologie
dell’informazione e della comunicazione nelle Pubbliche Amministrazioni Locali” per offrire un
metro di paragone tra la situazione dei comuni aderenti al Cst, la situazione dei comuni campani e
quella nazionale
[http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20060703_00/].
a. Sezione: Anagrafica del Comune
Va riferito che per 23 enti che hanno indicato se appartengono o meno a un’aggregazione con altri
Comuni sono risultate prevalenti le Comunità Montane e le Unioni di comuni (si veda tabella sotto).
La lettura dei risultati deve considerare che le tradizionali forme associative si dispongono lungo un
continuum di crescente integrazione delle attività e dei processi decisionali, in cui è possibile
riconoscere due differenti categorie di partnership:
- le soluzioni di natura contrattuale che rappresentano la modalità meno vincolante:
a tale classe appartengono i protocolli di intesa, le convenzioni e gli accordi di programma;
- le soluzioni miste che danno vita a forme strutturate e durature, senza pregiudicare l’autonomia dei
singoli partecipanti: ad essa si riconducono l’esercizio associato di funzioni, i consorzi, le Unioni di
Comuni, le Comunità montane;
- la forma più forte ed istituzionale, riconducibile alla riduzione del numero di enti mediante la
fusione in un solo Comune.
Tabella 3 - Appartenenza a forme associative preesistenti (22 comuni)
F.A.
Numero di comuni appartenenti alle forme
associative*
Comunità montane
11
Unioni di Comuni
7
Nessuna
8
*Il totale è superiore a 23 perché alcuni comuni hanno dichiarato di appartenere a più Forme
Associative.
b. Sezione: Organizzazione interna
La seconda sezione del questionario intende tracciare un quadro dell’organizzazione interna dei
comuni. Considerato il numero dei dipendenti comunali, risultati 1.385 (per 22 comuni), appare
particolarmente negativo il discorso relativo alle dotazioni organiche, in particolare per quel che
riguarda l’esistenza di “specifiche unità organizzative” (domande b.2 b.3 b.5 ): sui 22 (su 24)
Comuni che hanno risposto a queste
domande (88% degli aderenti) solo 8 (36,36 % degli enti che hanno risposto alla domanda) hanno
incaricato un responsabile per i servizi di informatica e 3 (13,63 %) dispongono di un ufficio o
Servizio di Informatica autonomo.
Se confrontiamo quest’ultimo dato con la rivelazione sperimentale effettuata dall’Istat nell’ambito
della ricerca citata, vediamo che è nettamente inferiore alla media nazionale (16,2%).
Sono 5 (22,72 %) gli enti che dispongono di un Ufficio o di un Servizio di Statistica.
Per la maggior parte, gli enti dichiarano di gestire attività connesse con le ICT “In Economia” o con
“Affidamento a fornitore esterno” (domanda c.1).
c. Sezione: Servizi erogati dalle forme associative intercomunali
Per quanto riguarda i servizi erogati dalle forme associative, non notiamo un particolare riscontro in
termini di servizi. Il Consorzio CST “Terra di Lavoro” genera sicuramente nei comuni la maggior
parte delle aspettative in termini di servizi erogati ai comuni associati.
d. Sezione: Telefonia e connettività
A questa sezione hanno risposto 19 comuni su 24. Significativo il dato secondo il quale solo 4
comuni hanno acquistato un centralino da oltre cinque anni. La maggior parte dei comuni risulta
quindi avere un hardware soddisfacente. Invece, rispetto ai servizi di telefonia fissa, per l’ 89,47 per
cento dei comuni (17) il fornitore è Telecom, per cui presumibilmente non è stata attivata la
Convenzione Consip per l’affidamento
dei servizi di telefonia fissa e connettività IP, in favore delle Amministrazioni Pubbliche, ai sensi
dell’articolo 26, Legge 23 dicembre 1999 n. 488 e dell’articolo 58, Legge 23 dicembre 2000 n. 388,
in particolare il Lotto A2 – Servizi di telefonia fissa e connettività IP in favore delle
“Amministrazioni Locali”. La convenzione è stata attivata il 18 settembre 2006 ed è scaduta il 17
settembre 2008. Lo stesso dicasi per
i servizi di connettività il cui fornitore è Telecom nel 94,73% dei casi (18). Notiamo, al riguardo,
che la dimensione dalla banda è uguale o inferiore ai due Mb al secondo risultando quindi bassa.
Per i servizi di telefonia mobile (domande a.3 e a.4), il fornitore è Tim in 6 casi e Wind in 1 caso.
I risultati dell’indagine, in particolare per quanto concerne la tipologia di connessione, sono stati
elaborati a seguito dell’incontro con il R.T.I. Fastweb aggiudicatario della fornitura di hw, sw di
base, impianti e arredi di cui all’appalto attivato con il D.D. n.573 del 11/01/2005 e a seguito
dell’esame dell’elenco prezzi della fornitura e dei relativi schemi di rete.
Al riguardo, si riportano di seguito i dati della copertura xDSL nei Comuni associati1.
Tabella 4 - Copertura xDSL dei Comuni del Cst
enti raggiunti da adsl
enti raggiunti da hdsl
3
19
Con riferimento alla proposta di rimodulazione della fornitura, in particolare per i servizi di
connettività, si evidenziano sin da subito le motivazioni di carattere generale per favorire l’adesione
al Sistema Pubblico di Connettività (SPC)2 , intendendo assicurare l’integrazione e lo scambio di
dati tra amministrazioni statali, regionali e locali, sulla base di standard comuni e condivisi e in
modalità sicura.
Note:
1 I dati riportati sono quelli dichiarati e/o stimati e, naturalmente. saranno oggetto di una verifica
più approfondita in fase di attivazione.
2 L’Spc è istituito e disciplinato dal Decreto legislativo del 28 febbraio 2005, numero
42http://www.cnipa.gov.it/site/_files/DECRETO%20LEGISLATIVO%2028%20febbraio%202005.
pdf .
Sotto il profilo dell’architettura il SPC si può considerare costituito da più ambiti omogenei che
coinvolgono differenti soggetti. Un ambito è costituito dal dominio interno alla singola
amministrazione, considerato una “Intranet”, che connette tutte le sedi della stessa distribuite sul
territorio; ad es. un Comune che deve collegare diverse sedi e/o uffici.
Un altro ambito di interconnessione connette tra loro le singole amministrazioni, indicato come
“Infranet”, sia assegnate allo stesso fornitore, che a fornitori diversi, tramite la rete di
interconnessione Qualified eXchange Network (QXN) che ha compiti simili a quelli di un Internet
eXchange Point, al fine di garantire la funzionalità del sistema nel suo complesso.
Infine un ambito di interazione tra le singole amministrazioni consiste nella possibilità delle singole
amministrazioni di interagire con utenti o servizi presenti su “Internet”.
In riferimento, infatti, alla gara che ha riguardato la fornitura delle componenti del SPC relative ai
servizi di connettività e sicurezza indetta dal Cnipa, risultano evidenti i vantaggi nella attivazione di
tali servizi3 .
e. Sezione: Dotazioni informatiche
I comuni che hanno risposto alla quinta sezione del questionario sono 22 (88%).
Tabella 5 - Risorse hardware disponibili
Comuni con dotazioni informatiche
Server
PC fissi
34
888
* Calcolato sul totale delle risposte
PC portatili
32
Dai risultati emerge che le dotazioni informatiche disponibili tra server, pc fissi e pc portatili sono
in totale 954 (domanda a.1). Se consideriamo il numero dei dipendenti comunali, se ne deduce che
il 69% per cento dei dipendenti ha a disposizione un proprio Pc. Un dato superiore alle rivelazioni
Istat: infatti il 67,4 per cento dei dipendenti comunali in Italia ha un computer.
Sotto un profilo più generale, tuttavia, lo stato di informatizzazione dell’ente rivela la coesistenza
tra vecchio e nuovo, dove le nuove modalità operative, più agili e avanzate, affiancano quelle
tradizionali, senza però riuscire ancora a sostituirle rimanendo intimamente legato a prassi e culture
che rimangono incompatibili con forme veloci di cambiamento.
Un’esperienza esplicativa in proposito riguarda l’utilizzo della posta elettronica (domanda b.1).
Sono 13 gli enti che utilizzano il servizio di posta elettronica. L’innovazione tecnologica viene
quindi usata ma limitatamente al progetto di innovazione nel quale è stata inserita. Il suo uso non
viene allargato all’intera vita amministrativa incontrando la resistenza culturale al cambiamento
delle abitudini consolidate.
Nonostante la diffusione di strumenti, sistemi e servizi innovativi dal punto di vista strumentale - la
diffusione dei dispositivi di base ha raggiunto tutti gli uffici come si diceva - una notevole quantità
di attività amministrativa interna è svolta ancora con modalità tradizionali e con impiego di rilevanti
risorse umane (cfr. sezione 2 “organizzazione interna”, citata). Non a caso, solo 10 dei comuni presi
in esame dichiarano
(domanda d.1) di possedere un software per il Sic (sistema informativo comunale) con banche dati
integrate (sistema in ogni caso quasi del tutto assente anche a livello nazionale).
Rispetto alle aree non servite dal Sic, le percentuale di informatizzazione raggiunte sono in media
con quelle dei comuni italiani indicate dall’Istat .
Dai dati relativi ai 22 comuni che hanno risposto alla domanda, risulta che i servizi più
informatizzati sono:
- demografici (anagrafe, stato civile, elettorale)
- gestione del personale
– funzionalità delle buste paga
- contabilità
- tributi.
Solo in alcuni casi è presente un’informatizzazione dell’Ufficio Tecnico/LL.PP.
Nota:
3 In termini di convenienza generale si consideri che la gara (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale CE
n. S91 del 12/5/2005 e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, parte II, n. 110 del
13/5/2005) è stata aggiudicata con un ribasso del 46% rispetto alla base di gara che altro non era che
il prezzo medio che la PA ha speso nell’ultimo anno. Possono fruire dei servizi oggetto della gara
amministrazioni ed enti locali aderenti o meno alla RUPA. I servizi di connettività oggetto della
gara sono ampiamente differenziati allo scopo di consentire alle singole amministrazioni la
possibilità di soddisfare al meglio ogni loro specifica esigenza. I servizi di Connettività, per le PAL
che decidono di aderire al SPC si suddividono in: servizi di trasporto, servizi di supporto, Voice
Over IP (V0IP), interoperabilità di base, manutenzione e assistenza e si suddividono in servizi
Indispensabili - di cui le pal sono tenute ad avvalersi almeno per le connessioni all’Infranet,
secondo i propri fabbisogni (ovvero i servizi di trasporto, supporto, manutenzione e assistenza)– e
servizi Opzionali - di cui le pal hanno la facoltà di avvalersi secondo i propri fabbisogni (ovvero i
servizi di interoperabilità di base, posta elettronica, trasporto protocolli proprietari; interoperabilità
di base - Data Center, VoIP). I servizi di trasporto permettono alle amministrazioni di usufruire di
tutte le funzionalità tipiche delle reti IP. A tal fine viene assicurato il trasporto di tutti i protocolli e
delle applicazioni veicolabili su IP secondo le diverse Classi di Servizio definite nel Capitolato
Tecnico della gara. I servizi permettono a ogni amministrazione l’accesso e la comunicazione IP nei
tre ambiti previsti dal SPC: Intranet, Infrante e Internet. servizi di trasporto potranno essere offerti
secondo le seguenti modalità, ognuna delle quali sarà caratterizzata da differenti parametri
funzionali e prestazionali.
“Aways-on”: mediante tecnologie che consentono accessi permanenti (ad esempio xDSL, SDH,
etc.); “Dial-up”: mediante tecnologie che consentono accessi a commutazione di circuito PSTN,
ISDN; “Wireless”: mediante tecnologie che consentono accessi basati su trasmissioni in radio
frequenza.
f. Sezione. Spesa per l’informatica
La spesa complessiva in ambito Ict con fondi propri dei Comuni negli ultimi tre anni dopo aver
avuto un picco nel 2004 ha avuto una fase di stasi nel 2005 e di ripresa nel 2006 come si vede nella
tabella sotto riferita ai 12 su 24 (50%) comuni che hanno risposto alla domanda a.1.
Tabella 6 - Spesa con fondi propri dei Comuni
Tipologia
2004
2005
2006
Hardware e software di 71.846,00
61.521,00
876.776,00*
base
Software applicativo / 65.864,00
96.591,00
61.940,00
gestionale
Manutenzione hw e sw 42.600,00
53.843,00
66.301,00
Connettività
15.428,00
15.296,00
24.758,00
Formazione del
13.000,00
14.400,00
15.500,00
personale
Consulenze
00,00
00,00
00,00
Totale
€ 208.738,00
€ 241.651,00
€1.045.275,00
*Nel totale delle spese Hardware e Software di base per il 2006 sono conteggiati anche i
finanziamenti del POR Campania 2000-2006 per il solo Comune di Caserta.
g. Sezione: Il comune fruitore ed erogatore di servizi on line
Alla sezione relativa ai servizi on line ha risposto il 100 per cento dei comuni. Tra i servizi
disponibili su internet maggiormente utilizzati (domanda a.1) c’è il collegamento a Siatel,
l’anagrafe tributaria (80%), all’Inps (58,33%), e al sistema Ina-Saia per le interconnessione
anagrafica (75%).
Tabella 7 - Servizi on-line utilizzati
Servizi
N. Comuni
INPS
INAIL
SIATEL / Anagrafe Tributaria
SISTER / Catasto
ACI-PRA / Registro automobilistico
Cassa Depositi e Prestiti
INA-SAIA / Interconnessione delle anagrafi
ISTATEL / Statistica ufficiale
Gazzetta Ufficiale
Normeinrete
CERVED / CCIAA / Registro imprese
Sito web della Regione
Sito web della Provincia di Caserta
Altro
14
5
19
11
11
13
18
9
7
7
1
11
9
2
Per quello che attiene invece alla erogazione di servizi on-line vediamo che non tutti i comuni sono
presenti su internet, 19 su 24 con un proprio sito. Dati superiori alla media nazionale (79,16%).
Ad erogare attivamente servizi on-line sono 3 comuni (12,5%)4 .
Alla domanda relativa (domanda b.4) ai problemi legati all’erogazione la maggior parte dei comuni
indica che il servizio è gestito da soggetti esterni non controllabili dal Comune.
Sotto un profilo generale, è evidente che l’analisi dell’utilizzo delle tecnologie ICT nel processo di
ammodernamento dell’amministrazione richiama due categorie di azioni:
- le azioni di informatizzazione dirette a migliorare la efficienza operativa interna (servizi di eAdministration);
- le azioni dirette a informatizzare l’erogazione dei servizi ai cittadini e alle imprese che spesso
implicano una integrazione tra i servizi di diverse amministrazioni (servizi di e-Government)
Per quanto riguarda le azioni di informatizzazione del primo tipo, il funzionamento interno delle
amministrazione, pur registrando buoni risultati, è ancora da migliorare.
Nota :
4 Al riguardo, seguiamo la suddivisione proposta dalla Commissione Europea sui livelli di
interattività: Presenza di modulistica; Servizi interattivi (invio di informazioni per l’avvio di
procedimenti online); Servizi transattivi e con procedimenti di autenticazione.
Per le azioni di informatizzazione del secondo tipo è chiaro che è la Rete il canale preferenziale per
l’interazione tra pubblica amministrazione e i suoi utenti. Su questo il Codice dell’Amministrazione
Digitale (D.Lgs. n. 159 del 4 aprile 2006 e s.i.) è molto chiaro: “lo Stato, le Regioni e le autonomie
locali assicurano la disponibilità, la gestione, l’accesso, la trasmissione, la conservazione e la
fruibilità dell’informazione
in modalità digitale e si organizzano e agiscono a tale fine utilizzando con le modalità più
appropriate le tecnologie dell’informazione e della comunicazione”.
Ricordiamo che Front Office e Back Office sono le strutture digitali che rimpiazzano quelle
dell’ufficio tradizionale. È quindi necessario che i sistemi di front office interagiscano con sistemi
di back office molteplici ed eterogenei (per architettura, per piattaforma tecnologica, per fornitore,
per distribuzione nei progetti, ecc..).
h. Sezioni: Gestione documentale e Interoperabilità e interscambio
I dati delle rilevazioni su questo fronte risultano in parte falsati dall’obbligo di legge.
Infatti, visto che si tratta di un servizio reso obbligatorio dal D.P.R. 445/2000 quale comune può
dichiarare spontaneamente di essere fuori legge? La situazione riscontrata dai nostri consulenti nella
stragrande maggioranza dei comuni, il protocollo informatico c’è ma ci sono forti resistenze e
difficoltà al suo uso.
Le medesime considerazioni valgono anche per quanto attiene ai dati sull’interoperabilità e
l’interscambio, in particolare per quanto riguarda l’anagrafe e i corrispondenti obblighi di
popolamento dell’Ina (Indice Nazionale delle Anagrafi istituito presso il Ministero dell’Interno con
legge 28/02/2001 n.26) e di collegamento al SAIA (Sistema di Accesso e Interscambio Anagrafico)
come appurato nel corso di recenti indagini.
i. Sezioni: Formazione ICT e progetti di innovazione
A questa sezione hanno risposto 24 comuni. Soltanto 4 comuni hanno dichiarato di avere
partecipato a iniziative di formazione in materia Ict negli ultimi tre anni.
Confrontando il dato con le rilevazioni Istat che, com’è noto, si riferiscono all’anno 2005 e
considerano solo le attività organizzate direttamente dalle amministrazioni e non quelle organizzate
da enti sovraordinati (es. la Regione) o forme associative.
I dati indicati dall’Istat in ogni caso indicano che il 20 per cento dei comuni in Italia ha attivato
corsi di formazione Ict per i propri dipendenti, percentuale che scende al 16,6 per cento nel caso dei
comuni del CST Terra di Lavoro.
Al riguardo, quindi, considerate le dimensioni dei comuni del campione di indagine, se ne deduce
che esiste una propensione alla gestione associata della formazione per le presumibili economie di
scala.
j. Sezione: Motivazioni dell’adesione al Cst
In questa sezione del questionario (dodicesima) possiamo ritrovare conferma delle osservazioni fin
qui fatte, in primis, del ruolo del CST quale “consulente di fiducia”, professionale, che supporta gli
enti nelle attività che devono svolgere e nell’ideare, avviare e gestire i programmi di innovazione.
Dall’analisi delle motivazioni espresse dell’adesione al CST (si veda Tabella sotto) risulta
fortemente avvertita l’esigenza di supporto nel processo di cambiamento ormai avviato, rispetto al
quale si è consapevoli di non disporre delle risorse necessarie per gestirlo in completa autonomia.
Tabella 8 - Motivazioni di carattere generale
Sopperire alle proprie carenze in materia di:
Ridurre
costi dei
servizi ICT
n
12
%
64
n
22
Aumentare
Numero e
qualità
Servizi
erogati
Scelta
dotazioni
strumentali
Governo
risorse
strumentali
Redazione
e gestione
progetti di
innovazion
e
gestione
fornitori
gestione
disponibilità
econ. per
innovazione
amministrati
va
%
n
100 11
%
50
n
5
n
12
n
9
n
14
%
23
%
55
%
41
%
64
reper
imen
to
fonti
finan
ziam
ento
n
18
%
8
2
* Calcolata sul numero dei Comuni che hanno risposto. N.B. sono state consentite più risposte
Quanto ai fabbisogni dichiarati, questi sono classificati per servizi e per “tipologia di fabbisogni”
(domanda b.1) secondo quanto riportato nella sintesi seguente.
Il 68% (15) richiede supporti nell’ambito dei Servizi di Informatica in particolare tramite Gestione
della piattaforma tecnologica in asp e sotto forma di Assistenza contrattuale nel rapporto con il
fornitore della soluzione applicativa.
Il 55% (12) sollecita di essere supportato nell’ambito degli Acquisti di servizi ICT (telefonia
compresa), mediante soprattutto l’assistenza contrattuale.
Il 55% (12) manifesta l’esigenza di interventi nell’ambito della Illuminazione Pubblica e del
Risparmio Energetico sotto forma di assistenza contrattuale nel rapporto con il fornitore.
Il 50% dei Comuni (11) richiede interventi in relazione al Sito Web.
Il 32% dei Comuni (7) richiede un intervento specifico per l’avvio dell’Ufficio Relazioni con il
Pubblico (URP).
Il 23% dei Comuni (5) richiede un intervento specifico per la fornitura di una piattaforma di
Marketing Territoriale ed anche per la gestione del territorio attraverso il sostegno nell’ambito dell’
Ufficio tecnico / LLPP, viabilità.
Il 18% (4) richiede l’attivazione del servizio “Protocollo Informatico” con una adeguata formazione
per il personale addetto.
In data 6 ottobre 2009, inoltre, si è svolta una riunione di coordinamento tra i rappresentanti dei
Comuni consorziati e di quelli facenti parte del progetto Cluster con capofila il Comune di
Roccaromana al fine di verificare le possibile sinergie e i servizi di base ed avanzati da inserire,
Comune per Comune, nel presente progetto. Nel corso di detta riunione è stato somministrato un
questionario aggiornato di rilevamento dei fabbisogni sopravvenuti nel corso del periodo novembre
2008 – ottobre 2009 al fine di rendere il presente progetto pienamente rispondente alle reali
esigenze di ogni territorio comunale.
Le risultanze di tale rilevazione sono evidenziate nelle schede dei servizi allegati.
CAPITOLO IV
L’analisi della tipologia di servizi che si intende erogare, nel primo
triennio/quinquennio, ai propri soci e della loro integrazione con quelli
già in uso, dettagliando, per ciascun servizio previsto, la dimensione ed
il profilo dell’utenza potenziale.
Premessa.
Questo capitolo si divide in tre sezioni: la prima “la situazione attuale del CST Terra di Lavoro: il
CED e i servizi già attivi”, la seconda “servizi da erogare nel primo triennio” e la terza “servizi da
erogare nel quinquennio”.
Nel dettaglio, la prima sezione illustra la configurazione attuale del CED e della rete del CST e lo
scenario futuro seguente l’implementazione della nuova dotazione hardware acquistata con i fondi
richiesti alla Regione Campania. Qui viene anche descritto l’attuale portafoglio dei servizi del CST.
La seconda sezione descrive i servizi di base che costituiscono oggetto del finanziamento regionale
attraverso la realizzazione del progetto COPERNICO.
La seconda sezione, invece, propone il programma di investimenti di lungo periodo finalizzati
all’attivazione di servizi avanzati a valere su ulteriori finanziamenti da richiedere alla Regione, al
Governo e-o alla Commissione Europea su eventuali futuri bandi.
LA SITUAZIONE ATTUALE DEL CST TERRA DI LAVORO:
IL CED E I SERVIZI GIÀ ATTIVI
Descrizione dei locali
Il sito del Centro Servizi Territoriale per lo Sviluppo dell’Amministrazione Elettronica e della
Società dell’informazione e della Conoscenza nella provincia di Caserta è collocato al primo
piano dello stabile ubicato in Caserta in viale Lincoln,area ex. Saint Gobain Nelle figure
successive sono mostrati i dettagli della planimetria del piano ospitante i locali della CST, essi
sono stati forniti dalla provincia in comodato d'uso gratuito. Al piano vi si accede attraverso gli
ingressi principali del palazzo posti al piano -2 ed al piano terra.
Figura 1 cartografia raffigurante il primo piano del palazzo che accoglie le sale del CST
Figura 2 dettaglio della planimetria in cui sono raffigurate le sole stanze che accolgono il CST
Figura 3 leggenda dei principali simboli presenti nelle precedenti cartografie
Le sale predisposte per ospitare il CST sono, come dalla cartografia mostrata in Figura 1, di
facile raggiungibilità ed accesso e distanti da possibili sorgenti di interferenze elettriche.
La struttura ospitante prevede, come si osserva dalla Figura 2 i seguenti ambienti:
 Centro di Elaborazioni Dati (CED): ambiente di oltre 30 mq. destinato ad ospitare
apparecchiature informatiche e di connettività locale e remota.
 Due locali adibiti a zona ufficio, ognuno dei quali atti ad ospitare almeno sei postazioni
di lavoro.
 Una sala riunioni utilizzabile sia dall'area amministrativa che dall'area tecnica.
 Un atrio di accoglienza.
 Servizi Igienici, non mostrati in figura (gli stessi utilizzati dai dipendenti della
provincia).
Impianto di condizionamento
Tutte le sale sono fornite di adeguato impianto di condizionamento che permette di mantenere la
temperature e l’umidità dell’ambiente entro limiti prefissati e dare allo stesso tempo una
soddisfacente movimentazione d’aria, per tutti gli ambienti è garantito il benessere
microclimatico così come previsto dalle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di
lavoro.
Impianto Elettrico
L’impianto elettrico del Centro Servizi Territoriale per lo Sviluppo dell’Amministrazione
Elettronica e della Società dell’informazione e della Conoscenza nella provincia di Caserta è
stato progettato secondo le norme vigenti e in modo da prendere in esame l’esecuzione di:
 Sottoquadro macchine, sotto quattro condizionamento;
 Linea di alimentazione del quadro elettrico generale nonché di quelle per il collegamento
alle varie utenze ed al sottoquadro;
 Composizione del singolo ufficio nonché del locale CED;
 Impianto di terra generale.
La sala CED: descrizione dei componenti
Nel presente paragrafo si discute delle macchine a disposizione del sistema informatico della
CST
Stato dell'arte
L’architettura globale prevede:
 una server farm;
 una dmz;
 una intranet;
 due firewall, uno interno e uno perimetrale;
 un dispositivo di centro stella;
 un dispositivo di interconnessione WAN;
I locali sono dotati di cablaggio strutturato garantendo in tal modo:
 l'affidabilità di tutti i componenti, attivi e passivi;
 la rispondenza agli standard internazionali e nazionali, in particolare EN 50173-1, EN
50173-1/EC e correlate;
 la rispondenza alle normative vigenti, in particolare Legge n° 186 del 1-3-1968, D.P.R. n°
547 del 27-4-1968, Legge n° 791 del 18-10-1977 , Legge n. 46 del 5-3-1990 , D.P.R. n° 447
del 20-2-1992 , D.P.R. n° 626 del 1994, Norme CEI relative a tutti i fascicoli interessati agli
impianti di progetto, con particolare riferimento alle norme 64-8, 64-9, 11-1, 11-8, 11-11 e
relative varianti,tabelle CEI - U.N.E.L. (Unificazioni), prescrizioni ENEL/SIP/VV-F/ecc.
 garanzia di prestazioni almeno di categoria 5 enhanced;
 flessibilità, robustezza ed espansibilità;
 compatibilità con i più diffusi standard e protocolli;
Le canalizzazioni sono realizzate in modo da minimizzare l’impatto sull’estetica degli
edifici/locali. Analogamente, le prese sono state collocate nei locali cercando di preservarne il
più possibile l’estetica.
Componenti hardware installati presso il Centro Stella
L'elenco dei calcolatori che compongono la sala CED è il seguente:
10 macchine server HP ProLiant DL380 doppio processore Intel Xeon QUAD CORE 2.0
GHz 8Mb cache, 4 GB ram, doppia scheda di rete Gigabit Ethernet – Controller raid 256 Mb
cache supporto raid 0/1/5 - 4 dischi da 36 GB SAS 15000 rpm
1 macchina server HP ProLiant DL580 quadri processore Intel Xeon QUAD CORE
1.6
GHz 4Mb cache, doppia scheda di rete Gigabit Ethernet – Controller raid 512 Mb cache
supporto raid 0/1/5 - 2 dischi da 36 GB SAS 15000 rpm - 4 dischi da 146 GB SAS 10000 rpm
Le componenti sopra menzionate sono posizionate all'interno di rack. In particolare sono
presenti due rack che ospitano le precedenti macchine.
 Il rack Servizi-1 è destinato ad accogliere i server presenti sulla rete di front-end1
 Il rack Servizi-2 è destinato ad accogliere i server presenti sulla rete di back-end2
Descrizione degli apparati di rete
L’elenco dei dispositivi di rete preposti alla connettività dei nodi del CST è il seguente:

2 router Cisco 2800
o un router per Internet
o un router per VPN

1 switch L2 AT-8000S/24. Presenta una switch fabric3 di 12,8 Gbps e permette
di configurare fino a 256 VLAN.
1 switch L3 AT-8624T/2M. Permette di implementare le VLAN (di tipo
statiche). Tale modello è equipaggiato con 24 porte 10/100BaseTX più 2 slot
attivi di tipo SFP per l'inserimento di moduli Gigabit.
2 firewall in alta affidabilità Proventia M30. Essi sono configurati in “Routing
Mode” e in alta affidabilità attraverso il processo di configurazione guidato di
ISS


Le componenti sopra menzionate sono posizionate all'interno di un rack.
Il rack network è destinato ad accogliere quindi dispositivi attivi di rete quali switch, firewall,
router.
Requisiti di sicurezza anti – intrusione e controllo degli accessi
La struttura ospitante la sala CED nella provincia di Caserta, dal momento che essa fruisce
servizi che richiedono la memorizzazione di dati la cui alterazione non deve assolutamente
essere effettuata senza alcun controllo, risulta protetta da una porta blindata e consente
l'accesso solo a personale autorizzato.
Componenti hardware installati presso gli uffici
L'elenco delle macchine allocati negli uffici è il seguente
 10 Workstation mono processore Intel QUAD CORE 2.6 GHz
 4 stampanti
 1 plotter
1
Rete di Front-end: è quella che si affaccia direttamente al mondo esterno al CST.
Rete di Back-end: è quella che permette la connessione tra il centro stella e i singoli comuni, non è visibile al mondo
esterno al CST.
3
Switch fabric: è il insieme dell'hardware e del software che permette il movimento dei dati tra 2 nodi della stessa
rete
2
Deployment dei servizi - situazione Attuale
Nella figura successiva è mostrato un diagramma di deployment che raffigura la dislocazione dei
servizi sulle macchine disponibili
Figura 4 Diagramma dei servizi dispiegati sulle macchine della sala CED del CST terra di lavoro
Il diagramma di deployment raffigura le macchine così come sono dislocate all'interno della sala
CED. Le macchine server sono tutti uguali eccetto la macchina CSTdbms01(macchina
quadriprocessore). Attualmente i servizi sono dislocati su 7 delle 11 macchine, pertanto ad oggi
esistono 4 macchine (php01, php02, java01, java02) inutilizzate a disposizione per eventuali utilizzi
futuri. Due sono le macchine di front end che ospitano rispettivamente il servizio di protocollo
informatico e un server http. Il servizio di protocollo informatico avrà il suo back end dispiegato
sulla macchina dbms02. La macchina dbms01 ad oggi possiede la funzionalità espressamente di
backup server attraverso l'applicativo Symantec backup exec, questa macchina ospita inoltre un
servizio di Remote Managment Monitoring. La macchina mgmt01 ospita 3 servizi (posta, DNS,
DHCP) mentre le macchine back01 e back02 espongono il servizio Active Direcotory ad oggi non
ancora completamente configurato. Quest'ultimo servizio permette di raggruppare in maniera logica
le risorse che sono presenti all'interno della struttura IT. Anche se fisicamente distanti, le risorse
vengono organizzate in maniera tale da poter essere gestite da un unico punto centralizzato che è
appunto, Active Directory.
Nodi periferici
Per poter completare la descrizione globale dell'infrastruttura hardware del CST è doveroso
menzionare anche l'attuale presenza di 23 nodi periferici degli Enti consorziati al CST. Essi sono
costituiti da 10 macchine server, 13 macchine da ufficio, e da un certo numero di apparati di rete
che permettono la realizzazione del sistema di networking così come dettagliato nei paragrafo
successivo. Dal momento che i servizi che il CST ha messo in piedi, e che intende ampliare con
l'attuale progetto, sono erogati essenzialmente in modalità ASP, in vista di una
riorganizzazione/ottimizzazione del sua parco macchine inizialmente 6 delle 10 macchine server
presenti presso gli Enti periferici saranno sostituite da macchine da ufficio. In questo modo avverrà
una redistribuzione del parco macchine in modo da rafforzare la sala CED da un lato e offrire
server per quei comuni che vogliono mettere in piedi una propria piattaforma di cooperazione
dall'altro.
Deployment dei servizi - Futuri
La piattaforma globale dei servizi, così come è stata pensata all'interno di questo progetto prevede
inevitabilmente una espansione della sala CED del consorzio ed una riorganizzazione della
deployment dei servizi sui nodi. Nella figura successiva è mostrato quello che dovrebbe essere il
diagramma di deployment che evidenzia la coesistenza dei vecchi servizi applicativi e
infrastrutturali con i nuovi. In particolare è stato evidenziato con il colore “arancione” il generico
nodo aggiuntivo, con il colore “rosa” il generico componente deployato sul nodo. Un'osservazione
che è necessario fare è che alcuni dei nomi attuali delle macchine che ospitano servizi potrebbe
risultare inadeguato per i futuri servizi che su di essa saranno configurati, è ovvio che i nomi delle
macchine saranno rivisti in funzione dei servizi ospitati, nel diagramma sono stati lasciati i nomi
vecchi solo per facilitare il confronto con il diagramma di deployment del paragrafo precedente(ad
esempio la macchina CSTPhp01 ospita i servizi SIT). Fatta questa premessa, quello che si può
osservare è che rispetto alla situazione attuale sarà potenziato il Web server andando a configurare
un cluster per esso. Saranno configurati poi, apposite macchine sia per i servizi territoriali che per i
servizi di back Office erogabili in modalità ASP direttamente dal CST. Al fine di gestire
correttamente il sistema di protocollo informatico e i servizi territoriali, è stata poi pensata la
configurazione di un db server SQL server 2008 su di una macchina di nuova generazione con
processore ad 8 core. Per quanto riguarda la cooperazione applicativa, oltre alla presenza di un
Nodo Aggregatore, di un Idp che sarà deployato su di una macchina che già ospita altri servizi
(CSTMgmt01), si prevede anche la presenza di un cluster che dovrà ospitare una certo numero di
Ndom, per quei comuni che decideranno di delegare al CST la gestione della loro piattaforma di
cooperazione applicativa. Infine, per future richieste di carico computazionale e prevista, come
accennato nel paragrafo precedente una riorganizzazione delle attuali macchine server a
disposizione dei comuni consorziati. Esse attualmente sono usate impropriamente come client di
servizi ASP, con questa riorganizzazione si farà in modo che le macchine sostituite con computer
da ufficio andranno a confluire nel potenziale parco macchine disponibile per la sala CED, queste
macchine sono state individuate nel diagramma successivo come MacchinaServerRiservaX (con
X=1,2,3..).
Figura 5 Diagramma di deployment dei servizi globali offerti dal consorzio CST
Disaster recovery
La soluzione progettata per garantire dati e parziale continuità di servizio per gli applicativi
mission critical prevede, in pratica, che i servizi e i dati considerati importanti vengano ridondati sul
'sito secondario' del Cluster di Rocca Romana per far si che, in caso di disastro (terremoto,
inondazione, attacco terroristico, ecc...), tale da rendere inutilizzabili i sistemi informativi del sito
primario presso il CST Terra di Lavoro, sia possibile attivare le attività sul sito secondario al più
presto e con la minima perdita di dati possibile. In particolare è stata prevista una replica sincrona
che garantisca la specularità dei dati presenti sui due siti considerando ultimata una transazione solo
quando i dati sono scritti sia sulla postazione locale che su quella remota. In caso di evento
disastroso sulla sede principale, le operazioni sul sito di Disaster Recovery potranno essere riavviate
molto rapidamente (basso RTO4 e RPO5 praticamente nullo).
Al fine di garantire un tale servizio è stata pensata una organizzazione delle risorse disponibili in
modo che le macchine che saranno disponibili presso il cluster di Rocca Romana abbiano dati
allineati ai valori reali presenti presso le macchine del CST e siano in grado di erogare servizi
mission critical
Figura 6 Prospettiva di massima dell'organizzazione in merito al Disaster recovery
Nella figura precedente si osserva che per entrambi i siti sono presenti server per gestire il Backup.
Per il cluster sono previste anche 3 macchine server per gli applicativi mission critical
Networking
La rete del CST è suddivisa in segmenti, che nella figura precedente sono rappresentati da cerchietti
in giallo numerati.
4
RTO: Recovery Time Objective
5
RPO: Recovery Point Objective
Figura 7 schema di principio raffigurante il sistema di connettività del CST
i.
Segmento 1
Collega il router Internet al router PE (Provider Edge) sito nel POP di Fastweb
ii.
Segmento 2
Questo segmento serve per connettere ciascuno router CPE (Customer Premise Equipment) VPN ai
corrispettivi router PE (Perimetral Equipment) siti nei POP di Fastweb di pertinenza
iii.
Segmento 3
Per questo segmento sono disponibili 16 indirizzi pubblici tra il router Internet e i 2 firewall
Proventia M30.
iv.
Segmento 4
Collega il router VPN ai firewall attraverso unaVLAN dedicata al fine di raccogliere tutto il traffico
proveniente dai nodi periferici e diretto a Internet o ad un altro segmento presente nel Centro Stella.
v.
Segmento 5
Ospita i server e dovranno essere raggiunti da Internet come il server Web o di posta elettronica
vi.
Segmento 6
Ospita il server che dovranno offrire servizi agli altri segmenti (database,Login ecc.)
vii.
Segmento 7
Questo segmento ospita i client presenti all'interno dei locali del CST
Segmento 13
Questo segmento sarà dedicato ad eventuali connessioni SPC
SERVIZI DA EROGARE NEL PRIMO TRIENNIO
(oggetto della presenta gara d’appalto)
4.1 AREA SERVIZI DI BASE TERRITORIALI
4.1.1. LE FINALITA’ E GLI OBIETTIVI
La richiesta di finanziamento per lo sviluppo di Servizi Territoriali nasce dall’intenzione, da parte
del CST, di favorire l’uso dell'informazione geografica da parte di tutte le realtà pubbliche e private
operanti nel contesto territoriale mediante l’utilizzo della rete internet. L’iniziativa consentirà di
dotare il CST Terra di Lavoro di una base dati che contiene un vasto patrimonio di informazioni, la
cui consultazione è in grado di guidare vantaggiosamente le attività di governo del territorio sotto il
profilo politico, tecnico ed amministrativo, nonché una efficace erogazione di servizi per i cittadini,
per le imprese e per gli Enti.
Le funzionalità del Centro Servizi si baseranno sulla erogazione di servizi mediante il WEB e
WEBGIS con servizi web oriented consultabili sul sito www.terradilavorocst.com.
In questo modo si rafforzerà il ruolo e l'azione di coordinamento e di sviluppo proprio del CST
rendendo sinergiche ed efficaci le proprie azioni; le stesse consentiranno alle varie Amministrazioni
di poter usufruire di informazioni tecnico-urbanistiche-cartografiche e di informazioni in campo
ambientale utili per la pianificazione, il controllo ed il governo del territorio.
La provenienza e la sorgente delle informazioni, che saranno sia di tipo alfanumerico che di tipo
cartografico, saranno di varia natura: se è vero che il CST si pone come nodo centrale di raccolta
delle informazioni da fruire mediante uno strumento interattivo quale il GIS, le informazioni
dovranno pervenire:
 dagli uffici tecnici comunali (per quanto riguarda i piani regolatori, i piani particolareggiati,
le Norme tecniche di attuazione dei piani e della zonizzazione, i dati relativi ai Permessi di
Costruire e alle DIA , ecc…),
 dall’Agenzia del Territorio (per quanto riguarda i dati del Catasto Censuario e la cartografia
Catastale),
 dalla Conservatoria (per i dati riguardanti le note di pubblicità immobiliare)
 dalla Regione ( per dati quali la Carta Tecnica regionale)
La provenienza da fonti diverse implica inevitabilmente interagire con strumenti informativi diversi
e quindi il CST da un lato studierà l’integrazione tra banche dati diverse e dall’altro fornirà
strumenti di back-office per la gestione dei procedimenti tecnici-amministrativi a quei Comuni che
ad oggi non utilizzano procedure informatizzate per la gestione delle attività.
Alla fine dell’iter progettuale il CST disporrà di strumenti atti a :
1.
Creare integrazione/interoperabilità delle banche dati alfanumeriche e catastali
anche geograficamente distribuite sul Territorio per livello di competenza a
supporto dello sviluppo degli sportelli catastali.
2.
Creare procedure per gli Uffici Comunali di consultazione delle banche dati
catastali ai fini della certificazione urbanistica e delle opportunità localizzative.
3.
Creare integrazione/interoperabilità delle banche dati degli uffici tecnici comunali
a supporto della gestione dei procedimenti tecnico amministrativi.
4.
Gestire (con la relativa consultazione da parte degli utenti) servizi di mappa
contenenti le aree protette, le cartografie di base, l’uso del suolo.
4.1.2. PIATTAFORMA E DESCRIZIONE SERVIZI TERRITORIALI
4.1.2.1 La piattaforma
La piattaforma può essere utilizzata per fornire e scambiare documentazione e dati con gli Enti
locali e altri Enti istituzionali poiché il sistema garantisce la interoperabilità e soddisfa il modello
tecnico-organizzativo del sistema d’interscambio che parte dal presupposto di creare meccanismi
di collaborazione nell’uso dell’informazione territoriale, fra le diverse Istituzioni interessate.
Ciò vuol dire che le Istituzioni (in orizzontale e in verticale) potranno usufruire dei contenuti
informativi del sistema per perseguire i propri scopi.
L’interconnessione tra gli enti può essere garantita progettando una architettura che preveda la
funzione di cooperazione applicativa che avviene tramite un canale di interscambio basato su
standard aperti (Web Services, XML, SOAP) per il passaggio dei messaggi.
Un esempio di tale cooperazione è riportata nel capitolo sulla interoperabilità e cooperazione applicativa.
Lo schema logico per costrtuire il sistema per l’erogazione di servizi territoriali è il seguente:
UFFICI COMUNE 1
SERVIZI UTENZA ESTERNA
SERVIZI AI COMUNI
Fonti date
esterne
CST
Settore Urbanistica
SERVIZI AI CITTADINI – IMPRESE
SCAMBIO DATI
XML/SOAP
Utenti Esterni
DB
RDBMS
dati cartografici
+
base dati alfanumerici Territoriali
UFFICI COMUNE n
XML/SOAP
SCAMBIO DATI
SERVER
Settore Urbanistica
SERVIZI AI COMUNI
Se definiamo
 Servizi-CST: l’insieme dei servizi mecessari per accedere al DB del CST e che forniscono
le funzionalità di base per l’erogazione dei servizi agli utenti
 Applicazioni comunali: le applicazioni ad uso degli uffici di urbanistica per scambiare dati
territoriali con il CST
 Applicazioni d’uso generale: le applicazioni atte a fornire un servizio (reso disponibile dai
Servizi-CST) agli utilizzatori finali e forniscono l’interfaccia agli utenti per accedere alle
informazioni
lo schema di interazione tra servizi, applicazioni e utenti è il seguente:
DB-CST
Servizi-CST
Applicazioni Comunali
Applicazioni d’Uso Generale
DB-COMUNE
Utenti: Enti, Cittadini,
Imprese,
professionisti, ...
Per realizzare quanto detto è necessario procedere:
 Installazione di istanze delle applicazioni comunali.

Installazione di server dedicati presso il CST. I server possono essere due: il primo
funzionerà come “application e data server” e conterrà le applicazioni, i database
alfanumerici contenenti i dati di interesse e il software di integrazione-scambio affinchè il
CST possa diventare il nodo di ricezione dati da fonti esterne, di archiviazione presso i
propri batabase e di invio di pacchetti di aggiornamento dati ai Comuni. Il secondo server
conterrà il DB geospaziale e l’applicazione GIS.
L’architettura si baserà su tecnologia Microsoft: dal punto di vista dell’infrastruttura dei servers,
viene proposta la soluzione Windows Server System, con RDBMS SQLSERVER.
Il CST potrà integrare al DB geografico che ospiterà la cartografia, altre tabelle ai fini della
creazione di una banca dati del patrimonio immobiliare (Fabbricati e Terreni) sovracomunale da
sovrapporre alla cartografia aggiornata; tale banca-dati sarà costruita a partire dalle informazioni
derivanti dai sistemi comunali.
Dall’incrocio delle due basi dati (alfanumerica e cartografica) e con l’integrazione dei dati reperiti
presso l’Agenzia del Territorio e presso l’Agenzia delle Entrate si potrà avviare telematicamente il
rinvio ai Comuni dei dati catastali integrati di informazioni derivate dall’aerofotogrammetria ai fini
del controllo del Territorio.
Per poter accedere facilmente a partire dal WEBGIS alle informazioni correlate di tipo
afanumerico/documentale (ad esempio i DOCFA - documenti di accatastamento presentati
all’Agenzia del Territorio) è necessario progettare una componente di integrazione che consenta
l’incrocio dei dati geografici georeferenziati e i dati alfanumerici e documentali. Tale componente
offrirà i servizi di integrazione come evidenziato in figura:
Il cuore dell’integratore è costituito da un workflow engine che riceve richieste di servizio
attraverso degli adapters. Tali richieste, che provengono dal mondo esterno attraverso web services
o interfacce legacy, possono riguardare richieste di dati da prelevare o attivazioni di processi per
l’aggiornamento dei dati stessi.
Il motore di workflow prende in carico le richieste e per ciascuna di esse fa partire un processo
elaborativo che può essere complesso e riguardare molteplici sorgenti di dati.
L’accesso alle sorgenti di dati (in lettura o aggiornamento) avviene tramite adapters e consente
l’interazione con basi di dati e sistemi come il documentale o il GIS. Un esempio di utilizzo è ad
esempio la ricerca a partire da un fabbricato georeferenziato individuato su una mappa GIS di tutti
i documenti correlati (DIA, DOCFA, …).
La realizzazione dell’applicazione GIS avverrà anche guardando a soluzione inserite nella Bacheca
del Riuso Regionale.
4.1.2.2 Utenti e servizi
Utenti del sistema, oltre che gli uffici competenti dei Comuni, saranno cittadini, imprenditori
e professionisti presenti sul Territorio e operatori degli altri Enti Territoriali e Nazionali che
interagiscono sia in relazione agli immobili (fabbricati e terreni) che in relazione alle attività
produttive.
Oltre alla gestione informatizzata interna al CST e enti locali e ai servizi di scambio tra P.A., il
sistema deve consentire al CST e ai Comuni associati di porsi come erogatore di servizi nei
confronti dei seguenti segmenti di utenza:

Area Cittadini

Area Imprese
Ai Comuni verrà fornito un sistema che sarà di supporto per:

gli operatori dell’ente locale (utenti interni) che potranno accedere ai software di gestione e
alle informazioni territoriali di interesse nell’ambito degli specifici procedimenti amministrativi
in essere presso l’Ente (edilizia, catasto, ...);

i cittadini, professionisti, imprese (utenti esterni) che, mediante connessione WEB, potranno
accedere ad informazioni utili alla predisposizione di atti o, ancora, accedere a procedure
operative di predisposizione di atti;
Al fine di erogare i servizi che verranno dettagliati in seguito in questo paragrafo, è’ prevista
la realizzazione di:
 Software di gestione dell’Anagrafe Immobiliare e del Catasto con piattaforma di interscambio
con l’Agenzia del Territorio
 Software per la creazione e la gestione del fascicolo del fabbricato relativamente a informazioni
provenienti da fonti dati certificate (Agenzia del Territorio, Conservatoria, …)
 Procedure di gestione dei flussi relativi ai procedimenti tecnico amministrativi degli uffici tecnici
comunali.
 Digitalizzazione dei piani regolatori e georeferenziazione per l’inserimento nel GIS per i Comuni
che hanno i piani soltanto in formato cartaceo.
 Sviluppo del Sistema Informativo Territoriale Cartografico (GIS) con procedure di gestione per:
1. emissione automatica di visure catastali,
2. emissione automatica di visure fiscali
3. emissione automatica di certificati di destinazione urbanistica
Il GIS verrà progettato in modo da poter essere interrogato su “elementi fondamentali”
del Territorio Comunale che sono i fabbricati e i terreni per restituire informazioni e
documenti del tipo:
 DOCFA (documenti di accatastamento presentati all’Agenzia del Territorio),
 NOTE di trascrizione (compra-vendita immobiliare) pervenute in conservatoria con
l’adempimento unico ai fini ICI
 Planimetrie utilizzabili ai fini TARSU
 Appartenza a zone del piano regolatore (oppure del PIP, del P.P., ecc.) ai fini
dell’istruttoria dei Permessi di Costruire/DIA
 Norme tecniche di attuazione con la specificazione e il dettaglio della zonizzazione
 Appartenenza a zone vincolate (SIC, vincoli idrogeologici, ZPS, …) ai fini
dell’istruttoria dei Permessi di Costruire/DIA e della richiesta delle relative
autorizzazioni agli Enti preposti
 Fascicolo “Permesso di Costruire/DIA” relativo ai fabbricati
A fronte di tali applicazioni i servizi offerti dal CST e dai Comuni all’utenza “Cittadini” e
“Imprese” sono elencati e descritti di seguito.
1. Consultazione catasto censuario
Permette di effettuare visure catastali sia fabbricati che terreni. Il servizio è utile per ottenere
informazioni sul valore di rendità dell’immobile in caso di catasto fabbricati. A partire da
tale valore il servizio calcolerà il valore dell’immobile e la base imponibile ai fini ICI.
Per quanto riguarda il catasto censuario “Terreni” la visura catastale darà informazioni sulla
estensione del terreno e dul tipo di coltura.
L’utente potrà ricercare l’informazione o mediante la selezione di un “oggetto” cartografico
posizionato su mappa georeferenziata o mediante form di ricerca alfanumerica che richiede
la chiave catastale (foglio, numero, particella).
2. Consultazione cartografia catastale
Permette la visualizzazione dei fogli e mappali. Il servizio è utile ai professionisti e imprese
per verificare, mediante confronto con il layer dei piani regolatori, quali zone sono
edificabili e in quale area ricadono (Z.T.O.).
La visualizzazione delle zone di interesse avviene attraverso GIS attivando il layer catastale.
E’ possibile anche fare il download di porzioni fi fogli catastali
3. CONSULTAZIONE PIANI REGOLATORI
Il servizio rende disponibile le informazioni riguardanti: rete principale delle infrastrutturezonizzazione del territorio comunale - indicazione degli spazi destinati a spazi d'uso
pubblico - indicazione delle aree destinate a fabbricati d'uso pubblico. Il servizio restituisce
sia gli elaborati allegati ai Piani Regolatori sia gli strumenti più dettagliati (per i Comuni che
li hanno predisposti) quali Piano Particolareggiato (P.P.) - Piano per l'Edilizia Economica
Popolare (P.E.E.P.) - Piano per Insediamenti Produttivi (P.I.P.) - Piano di Recupero (P.d.R.)
4. Visure planimetrie
Permette di ottenere, a partire da un immobile, la planimetria. Tale informazione non può
essere resa pubblica ma è utile a livello di front-end comunale per dare informazioni al
cittadino sul valore di superficie effettivo per il pagamento della TARSU. Si potrà ottenere
la cartografia sia attraverso GIS con la selezione “oggetto fabbricato” georeferenziato sia
mediante form di ricerca alfanumerica che richiede la chiave catastale (foglio, numero,
subalterno del fabbricato).
5. STATISTICHE PATRIMONIO IMMOBILIARE
Permette di ottenere informazioni aggregate sui dati dell’anagrafe immobiliare. L’utente può
verificare ad esempio quali e quanti terreni hanno un tipo di coltura (utili ai fini dello
sviluppo di filiere), le società immobiliari possono ottenere informazioni riguardanti quali e
quante tipologie di immobili (ville, edilizia popolare, …) sono presenti in un Comune e così
via.
Un form permetterà di selezionare il tipo di statiscica desiderata: n° e tipologia di fabbricati
di un Comune, n° di fabbricati per strada, n° e tipologia di terreni/colture, …
6. Visure vincoli paesaggistici e ambientali
Permette la visualizzazione del layer vincoli. Il servizio è utile ai professionisti e imprese per
verificare, mediante confronto con il layer catastale, quali zone sono soggetti a vincoli per
richiedere i nulla-osta agli Enti competenti in caso di nuove costruzioni e/o ampliamento di
strutture.
7. Consultazione stradari
Permette di consultare la viabilità e i nodi di trasporto. Utile ai fini di nuovi insediamenti
produttivi. Inoltre il servizio mediante form di ricerca permette l’individuazione di un
immobile su carta georeferenziata ricercando indirizzo e civico. Sarà implementata
l’interrogazione (del tutto trasparente per l’utente) a banche dati esterne quali mapper Yahoo
o TeleAtlas.
8. Dichiarazione inizio attività DIA
Permette di inoltrare una DIA in modo telematico. Il sistema comunale prenderà in carico la
domanda per attivare i processi utili alla evasione della pratica. Sotto questo servizio rientra
anche la possibilità di inviare documentazione di integrazione qualora richiesta.
9. Concessione edilizia per nuove opere
Permette di creare una pratica informatizzata di Permesso di Costruire e inoltrarla anche per
via telematica. Il sistema comunale prenderà in carico la pratica e attiverà il flusso
procedurale fino al rilascio del Permesso. Verrà gestito anche il servizio di richiesta ed
inoltro di eventuali integrazioni.
10. Autorizzazione edilizia
Permette di inoltrare una pratica informatizzata per interventi di ampliamento di edifici ad
uso artigianale e industriale per via telematica. Il sistema comunale prenderà in carico la
pratica e attiverà il flusso procedurale fino al rilascio della autorizzazione.
11. Comunicazione fine lavori
Servizio che prende in carico la comunicazione da parte del direttore dei lavori/cittadino
richiedente di avvenuta conclusione dei lavori. Il servizio attiverà il prossimo step che è la
richiesta di accatastamento nel caso di nuova costruzione.
12. Consultazione catasto terreni/ortofoto
Servizio che pemette il confronto tra ortofoto e la catografia catastale “Terreni”. Utile per
evidenziare la morfologia del Territorio e le particelle catastali ancora non edificate ai fini di
nuovi insediamenti produttivi.
13. Richiesta Certificato di destinazione d’uso
Servizio che prende in carico la richiesta telematica di rilascio del “Certificato di
destinazione d’uso”. Questo documento e' obbligatorio se la persona interessata intende
avviare in tale unita' immobiliare un'attività commerciale, artigianale o professionale.
Attraverso il portale del CST verrà presentata la form con il modello di richiesta o un
modulo di richiesta scaricabile.
14. Richiesta stralci di mappa
Attraverso rappresentazione cartografica è possibile richiedere “Stralcio planimetrico del
foglio di mappa” per poterlo allegare alle pratiche DIA e “Permessi di costruire” .
Il servizio dopo aver attivato la ricerca del foglio e numero catastale di interesse individua la
zona utile per creare lo stralcio di mappa che potrà così essere stampato o salvato in digitale
ed allegato alle domande/pratiche.
I servizi sopra elencati sono utili sia ai cittadini che alle imprese. Nell’elenco dei servizi allegato
al progetto si troverà la suddivione di tali servizi per aree “eventi della vita”.
4.1.3 ORGANIZZAZIONE
TERRITORIALI
LOGICA
DELLA
REALIZZAZIONE
AZIONE 1: Progettazione e realizzazione del Sistema Informativo CST
OBIETTIVO GENERALE
Obiettivo di tale Azione è la progettazione/realizzazione della infrastruttura e della
piattaforma hardware/software che tenga conto delle necessità immediate ma anche
SERVIZI
degli obiettivi a medio-lungo termine che metta in rete i Comuni, la Provincia,
Regione, altri Enti (Agenzia del Territorio, Conservatoria...).
ATTIVITA’
 Progettazione/implementazione
EE.LL./CST/A.d.T/Altri Enti
della
piattaforma
di
interscambio
dati
 Progettazione/realizzazione dei servizi, del GIS e dei web-services per
l’interoperabilità tra sistemi informativi e banche dati ai fini urbanistici
 Rilascio del software, testing, start up dei servizi terrritoriali, affiancamento e
formazione
RISULTATI
L’attività produrrà l’infrastruttura di comunicazione e scambio sia tra gli Enti del
CST, sia con altri Enti istituzionali, intesi sia come Enti Locali sia come enti che
entrano nel processo di conservazione e trattamento dei dati territoriali.
La Piattaforma risultante sarà completa dei moduli software di competenza del
Centro Servizi Territoriale per il trattamento dei dati e l’erogazione dei servizi.
Inoltre al termine dell’attività sarà disponibile il GIS nelle sue funzionalità, con
particolare riferimento all’interoperabilità con le banche dati a sostegno dei servizi.
Verranno realizzati tutti i processi e i servizi elencati nel paragrafo precedente.
Dopo la fase di testing la rete sarà disponibile per il completamento delle banche dati
e nel contempo potrà essere utilizzata per la fase di Start Up.
Risultati misurabili: numero di servizi realizzati e attivati
AZIONE 2 – Progettazione e realizzazione delle componenti Comunali
OBIETTIVO GENERALE
Dotare i Comuni di procedure informatiche e modulistica condivisa, omogeneizzando
i processi e le modalità di trattamento dei dati.
ATTIVITA’
 Progettazione delle procedure informatiche per il trattamento dei dati e la gestione
dei flussi degli iter tecnico-amministrativi comunali
 Realizzazione dei moduli software
RISULTATI
L’attività produrrà software specialistico dedicato agli Uffici Tecnici comunali.
Il software dovrà essere aderente alle esigenze e dovrà prevedere la possibilità di
ricevere telematicamente le pratiche edilizie e le denuncie di inizio attività e la
possibilità di trasmettere telematicamente autorizzazioni e certificazioni.
Risultati misurabili: numero dipendenti utilizzatori del software
AZIONE 3 - Realizzazione delle Banche Dati
OBIETTIVO GENERALE
L’obiettivo generale dell’azione è l’implementazione delle banche dati e la creazione
di un patrimonio informativo risultante dalla sintesi delle basi di dati certificate che
gli enti rendono disponibili. L’obiettivo può essere suddiviso nei seguenti subobiettivi
1. Ottenere archivi normalizzati secondo regole e indici certi.
2. Ottenere basi di dati cartografiche secondo tematismi di interesse per gli EE.LL.,
le imprese, i professionisti.
ATTIVITA’
 Inserimento cartografia tematica
 Realizzazione della banca dati Anagrafe Immobiliare e integrazione banche dati
presenti negli EE.LL.
 Trattamento ed inserimento Piani regolatori e Strumenti Urbanistici nella base di
dati
RISULTATI
L’attività è il nucleo dell’intero percorso, poiché renderà disponibili le banche dati
che danno un significato reale ai servizi. Al termine dell’attività, infatti, il sistema
sarà completo ed immediatamente fruibile in termini di navigazione tra le
informazioni geograficamente distribuite, i metadati messi a disposizione dal GIS e i
documenti.
Risultati misurabili: numero e tipologia di informazioni raggiungibili dagli utenti.
4.1.4. Crono programma
Il cronoprogramma per lo sviluppo dei servizi territoriali è riportato di seguito ed è su base mensile
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Progettazione e
realizzazione del Sistema
X X X X X X X X
Informativo CST
Progettazione/realizzazione
X X X X X
Componenti Comunali
Realizzazione banche dati
X X X X X X
Start-up servizi territoriali
11
12
13
14
15
16
17
18
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
4.2 AREA SERVIZI DI BASE: ANAGREFE E TRIBUTI
Servizi di amministrazione e gestione

Registrazione e profilazione utente
Per usufruire dei servizi offerti sarà necessario registrarsi al sistema e, preliminarmente,
attivare i necessari meccanismi di autenticazione. Superata questa fase, in cui l’utente
avrà accesso ad un insieme di servizi “di default”, la registrazione potrà essere completata
grazie ad un potente strumento di profilazione, che consente di individuare la tipologia
d’utenza, determinandone caratteristiche, classi di appartenenza e soprattutto preferenze.
L’individuazione esatta della platea cui ci si riferisce, e delle sue esigenze, consente di
affinare e focalizzare gli strumenti ed i metodi di comunicazione, divenendo sempre più
efficaci nel fornire informazione e servizi, anche in forma personalizzata.
L’accesso al sistema è sempre possibile per gli utenti non registrati, anche detti anonimi, in
particolare per i contenuti informativi pubblici, ma l’accesso ai servizi è normalmente riservato
esclusivamente agli utenti registrati.
Per accedere ad alcune tipologie di servizi on line è necessario che l’utente sia “identificabile
digitalmente”.

configurazione dei minisiti comunali
Il servizio prevede la realizzazione, e la successiva integrazione, del minisito avente le stesse
caratteristiche del portale (sia in struttura sia in layout) con la sola differenziazione del testo di
riferimento del relativo comune.

configurazione newsletter
La gestione redazionale della newsletter è legata principalmente alla selezione delle notizie e
all’invio delle stesse in formato elettronico a chi ne abbia fatto richiesta in fase di registrazione
ai servizi.
Servizi di back-office

news
E’ uno strumento che permette di divulgare, via e-mail, informazioni sia di tipo generico che
specialistico agli utenti che ne fanno richiesta. La gestione redazionale si occuperà della
gestione delle news organizzando i contenuti secondo la struttura grafica, la modalità di
presentazione ed il settore di riferimento, in modo da permettere agli utenti di reperire in modo
semplice e diretto tutte e sole le notizie di specifico interesse.

eventi
La gestione redazionale si occuperà della pubblicazione di un particolare evento (religioso,
sportivo, scolastico, ecc.) in modo da informare e coinvolgere l’utenza indicando data, luogo
ecc.

gestione utente
La redazione, dal profilo utente scaturito dalla fase di registrazione dal portale, potrà definire i
ruoli dei vari utenti a partire dai quali è possibile gestire le autorizzazioni e le non autorizzazioni
per i servizi richiesti (newsletter, sondaggi, ect.).

gestione ambiti
I Piani Sociali di Zona (PdZ) sono lo strumento fondamentale per definire e costruire il sistema
integrato di interventi e servizi sociali. Il processo di costruzione dei PdZ parte dal territorio e si
sviluppa sia attraverso il lavoro dei Comitati di Distretto, per la parte politica, sia attraverso il
lavoro di tavoli tecnici e tematici cui partecipano non solo le istituzioni (in particolare Regione,
Province, Comuni, Aziende USL, alcune amministrazioni statali), ma anche le IPAB, il mondo
della cooperazione sociale e del volontariato, le organizzazioni sindacali e varie forme di
associazionismo. La gestione delle informazioni relative agli ambiti territoriali, darà la
possibilità ai vari comuni non solo di poter condividere documentazione, modelli, bandi etc. con
un reale e chiaro snellimento e velocizzazione delle procedure ma anche e soprattutto mette a
disposizione degli utenti una serie di servizi atti ad effettuare le operazioni di consultazione e di
gestione degli ambiti sociali cui appartengono i comuni della rete di comuni casertani. Le
funzionalità previste sono:



Ambito Sociale del comune di appartenenza dal quale è possibile accedere alle
informazioni relative al piano di zona relativo
Ambiti Sociali dal quale è possibile accedere all’area di consultazione e gestione degli
ambiti sociali definiti.
gestione archiviazione documenti
Il servizio di Archiviazione permette la creazione e la gestione di archivi di documenti digitali
messo a disposizione per particolari categorie di utenti. Lo scopo principale dell’applicazione è
quello di raccogliere, preservare e distribuire documenti in formato digitale. Questi possono
essere testo, tabelle, immagini, registrazioni audio e/o video, ecc; materiale comunale:
regolamenti, bandi di gara, statuti ecc.
Mediante tale servizio è possibile:
A. Gestire documentazione comunale o qualsiasi altra tipologia di documentazione
digitale;
B. Possibilità di effettuare ricerca sia semplice che avanzata offrendo la possibilità di
ricercare:
C. nei metadati (nome autore, titolo documento, data di inserimento, etc)
D. all’interno del testo dei documenti stessi
E. Funzionalità di navigazione nell’archivio, con filtro automatico sulla visualizzazione
o meno di documenti riservati a determinate tipologie di utenza
F. Procedura di archiviazione eseguibile dall’autore dei documenti tramite
un’interfaccia user friendly;
Il servizio di Archiviazione è riservato solo alle tipologie di utenti che sono riconosciuti dal sistema
appartenenti al gruppo di utenza che può accedere all’area riservata e usufruire dello strumento in
esame.

gestione sondaggi.
La redazione propone e pubblica tematiche attraverso i quali è possibile ottenere informazioni
riguardanti le opinioni dei vari utenti relativamente ad aspetti ed argomenti della vita delle
comunità locali; essi sono utili per fare velocemente il punto della situazione, raccogliere
proposte o pareri su iniziative sociali, economiche e di interesse collettivo.
Gli utenti “abilitati” possono partecipare attivamente ad ognuno di essi e successivamente
vederne i risultati e discuterne sul forum.
La sezione sondaggi all’interno del Portale si divide in due macro funzionalità:
A. Consultazione dei sondaggi;
B. Gestione dei sondaggi.
Per entrambe le funzionalità esitono le seguenti regole:
A. L’accesso previsto solo in modalità Utente Autenticato;
B. Area di interesse dal Sondaggio
C. Visibilità del sondaggio
Servizi front-office

servizi al cittadino
In tale sezione viene messo mette a disposizione degli utenti una serie di servizi applicativi,
disponibili sia nella versione ‘accessibile’(= grafica adatta a utenti ipovedenti) che in quella
‘normale’. I servizi di tipo informativo rappresentano un primo stadio d’interazione tra il
cittadino e l’ente. Il cittadino in tal modo richiede informazioni direttamente al Portale, l’ufficio
non è direttamente coinvolto nella risposta e l’informazione ricevuta è certificata dal fatto che i
dati sono stati prelevati direttamente dalla banca dati. I servizi di seguito elencati daranno la
possibilità ai cittadini di ottenere informazioni ed in particolare di poter generare e stampare
autocertificazioni (non modificabili dall’utente) in modo semplice.
Servizio di accesso all’archivio Anagrafica per i seguenti servizi di consultazione:
o
o
o
o
o
o
o
o
o
di nascita
di cittadinanza
di esistenza in vita
di morte
di residenza
di stato civile
di stato di famiglia
di posizione rispetto agli obblighi militari
di diritti politici
Servizio di accesso all’archivio dei tributi ICI per i seguenti servizi di consultazione:
o storico delle denunce. Per consultare la situazione delle denunce dell’utente;
o situazione degli immobili per l’anno specificato
o pagamenti effettuati
o inviare il documento firmato elettronicamente
o provvedimenti di liquidazione ed accertamenti in corso che l’Amministrazione ha
emesso nei confronti del cittadino;
Servizio di accesso all’archivio dei tributi TARSU per i seguenti servizi di consultazione:
o
o
o
o
o

storico delle denunce. Per consultare la situazione delle denunce dell’utente;
occupazione TARSU (immobili, descrizione, superficie, utilizzo, ecc.)
pagamenti effettuati
importo dovuto/versato
provvedimenti di liquidazione ed accertamenti in corso che l’Amministrazione ha
emesso nei confronti del cittadino;
videoconferenza
La videoconferenza è un'applicazione che permette non solo di avviare una conferenza-web
audio\video in tempo reale con altri utenti connessi, ma in più offre le seguenti funzionalità:
A. lavagna condivisa : è una finestra condivisa visibile da tutti gli utenti, nella quale è
possibile caricare come sfondo i file messi in condivisione, utilizzare il pannello di
controllo della lavagna per inserire testo, figure come, rettangoli ,cerchi e frecce. Le
modifiche apportate alla lavagna verranno visualizzate in tempo reale da tutti gli
utenti che partecipano alla conferenza.
B. chat : è una finestra che permette agli utenti di comunicare utilizzando una chat
testuale.
C. condivisione file tra utenti della conferenza: si possono condividere file con altri
utenti, inserirli come sfondo della lavagna o effettuarne il download.
D. partecipazione degli utenti a sondaggi: durante le conferenze si possono lanciare o
rispondere a sondaggi in tempo reale.
E. Registrazione di una conferenza: un utente può registrare una conferenza a cui
partecipa, per poterla poi visualizzare in differita.
E’ un’area d'accesso dove un utente ha a disposizione una conferenza per comunicare con altri
utenti della stessa area. E’ possibile utilizzare due tipi di conferenza:
 videoconferenze : gli utenti di quest'area possono interagire tra loro attraverso una
comunicazione
audio/video
in
tempo
reale.
Vengono
visualizzati
contemporaneamente tutti gli utenti collegati alla videoconferenza con una webcam e
un microfono ( fino ad un massimo di 16 utenti ).
 Audioconferenze ( auditorium ): a differenza della videoconferenza, in quest'area
viene visualizzato solo un utente che avvia la comunicazione, gli altri utenti hanno
un'approccio passivo alla comunicazione. In qualsiasi momento un utente può
chiedere il controllo della comunicazione.
Inoltre ad ogni conferenza possono essere associati due diversi tipi di permessi:

Conferenza pubblica: alla conferenza pubblica hanno accesso tutti gli utenti
connessi all'applicazione indipendentemente dall'organizzazione.


Conferenza privata: ogni conferenza privata può essere associata a una o più
organizzazioni, a questa stanza avranno accesso solo gli utenti che fanno parte di tali
organizzazioni.
forum
Il forum è uno strumento di social network che consente l’interazione diretta tra fornitore di
informazioni, servizi e utenza. La redazione ha la possibilità di creare vari argomenti di
discussione (anche proposti da utenti) , moderare i messaggi che gli utenti inviano ai forum,
gestire gli accessi e curarne l’aspetto.

blog
È un modo per stare (virtualmente) insieme agli altri e per esprimere liberamente la propria
creatività, la propria opinione sui più svariati argomenti.
La redazione si occuperà della gestione del Blog circoscrivendo l’area di intervento alla
pubblicazione di informazioni di pubblico interesse che le PA hanno necessità di pubblicizzare
o far conoscere al maggior numero di persone.

borsa lavoro
E’ possibile adempiere per via telematica agli obblighi di legge previsti per le segnalazioni ai
Centri per l'Impiego delle comunicazioni obbligatorie (cessazioni, nuove assunzioni,
proroghe, trasformazioni) effettuate dalle imprese o dai consulenti del lavoro, che
ricevono mandato dall'azienda. Tale servizio favorisce la comunicazione telematica delle
comunicazioni obbligatorie verso i Centri per l'Impiego garantendo sicurezza e validità
giuridica delle informazioni inviate. Inoltre, offre uno spazio virtuale agli utenti sia per
“comprare” certe professionalità, che “vendere” le proprie competenze. La borsa lavoro è infatti
dedicata all’incontro domanda-offerta di lavoro on-line e mette a disposizione degli utenti una
serie di servizi in rete per facilitare l’occupazione nel mercato del lavoro locale, nazionale e
comunitario. I servizi a disposizione si rivolgono sia a lavoratori e imprese, che a quegli
organismi (pubblici e privati) che svolgono attività di mediazione tra chi cerca e chi offre
lavoro.

bacheca elettronica
È uno strumento informatico equivalente ad una tradizionale bacheca a disposizione in un luogo
pubblico. All’interno dell’area riservata costituisce un potente strumento a disposizione degli
enti per pubblicare avvisi e messaggi atti a favorire, in modo asincrono, la collaborazione fra
essi. Ogni messaggio viene moderato dalla redazione che ha la facoltà anche di modificare ed
eliminare i vari messaggi oltre che di pubblicarne di nuovi on line.

sondaggi
I sondaggi sono strumenti statistici attraverso i quali è possibile ottenere informazioni
riguardanti le opinioni dei vari utenti relativamente ad aspetti ed argomenti della vita delle
comunità locali; essi sono utili per fare velocemente il punto della situazione, raccogliere
proposte o pareri su iniziative sociali, economiche e di interesse collettivo.
Le tematiche dei sondaggi possono essere proposte anche dai singoli cittadini, fruitori della
piattaforma. In questo caso le proposte saranno attentamente valutate e vagliate dalla redazione
prima di essere pubblicate.
La redazione si occuperà della gestione dei sondaggi solo relativamente alla segnalazione delle
problematiche o proposte oggetto degli stessi, demandando al gestore della piattaforma
informatica sia la competenza in termini di gestione dell’aspetto tecnologico che il compito di
quantizzare e valutare statisticamente i dati.

contatti con la redazione
I servizi che saranno presenti in questa sezione sono destinati a fornire un insieme appropriato
di strumenti atto a favorire la comunicazione rapida far la redazione del portale e gli utenti finali
(o delle amministrazioni).
Saranno presenti, di conseguenza, sia tutte le informazioni per contattare la redazione in modo
tradizionale (telefono, posta, fax, ecc.) sia gli strumenti tipici del web, come le e-mail, strumenti
di instant messaging, e ulteriori servizi collegati a quanto verrà esposto nel paragrafo
successivo.

Recupero elusione ed evasione fiscale
L’obiettivo del Sistema è fornire un sistema per l’integrazione, la visualizzazione e l’utilizzo di tutti
i dati fisici e territoriali negli applicativi di back-office, al fine di fornire sia funzioni a supporto
dell’attività di accertamento svolta dai comuni, sia funzioni utili al cittadino contribuente, come la
consultazione dei dati di calcolo on-line dei tributi. E’ richiesto l’utilizzo di un modulo GIS che
consenta di mettere in correlazione ed integrare automaticamente le informazioni disponibili, siano
esse di natura fiscale o territoriale, in una rappresentazione cartografica. I benefici introdotti
dall’applicativo dovranno essere:
A. integrazione e scambio dei dati tra diversi settori della stessa amministrazione o di
amministrazioni differenti;
B. disponibilità di un valido strumento di supporto decisionale per la pianificazione e il
controllo dei tributi e del territorio;
C. conoscenza effettiva del territorio amministrato e dei soggetti passivi risultante
dall’integrazione e correlazione delle informazioni di carattere fiscale e territoriale;
D. flessibilità per l’analisi e il confronto dei dati, per l’individuazione di posizioni
anomale, dati mancanti, errati o di bonifica delle banche esistenti;
E. offerta di strumenti avanzati al servizio del cittadino come il calcolo dei tributi e il
pagamento on-line degli stessi;

Sicurezza Urbana
Tale servizio è stato pensato per rispondere, con moderni strumenti, alla crescente domanda di
sicurezza che proviene dal Cittadino. Gli Enti Locali, attraverso i comandi di Polizia Urbana,
devono garantire una risposta concreta ad una crescente e non differenziata domanda di sicurezza
dei cittadini, riconoscendo la sicurezza quale bene pubblico da garantire tra le finalità trasversali
dell'ente. Con l’adozione di tale servizio l’Ente attiva politiche di promozione della sicurezza dei
cittadini privilegiando strategie partecipative della comunità e dei soggetti istituzionali che vi
operano. Nell’ottica di una moderna politica di sicurezza urbana, il progetto assume la veste di un
insieme di azioni positive e concrete che, lungi dall'esaurirsi in un elenco, costituiscono nello stesso
tempo un impegno puntuale per l'Amministrazione Comunale.
Servizi di back-office
Gestione Area finanziaria:
Sono previsti una serie di applicazioni che automaticamente calcolano/elaborano risultati in
merito alla:












Contabilità Finanziaria: consente la gestione completa degli adempimenti finanziari aggiornata al
Nuovo Testo Unico degli Enti Locali D.Lgs. 267/2000 e successive modificazioni.
Contabilità Iva con la possibilità di avere le contabilità iva separate per servizi ed indicazione dei
diversi codici attività.
Contabilità Irpef con la possibilità di effettuare riepiloghi per codice tributo, tipo ritenute e
creditori. Stampa della certificazione fiscale e modelli CUD e la generazione mandati per il
versamento delle ritenute d’acconto
Dichiarazione previdenziali e fiscali con la possibilità di produrre le dichiarazioni per il modello
Unico, il 770 semplificato/ordinario ed Emens
Gestione Tesoreria per il controllo dei flussi di cassa, dei sospesi e relative stampe del giornale di
cassa e del conto del tesoriere
Verifica degli Equilibri come previsto dall’articolo 193 del testo unico sulla salvaguardia degli
equilibri di bilancio
Rendicontazione composta dalla Rideterminazione dei residui, la gestione del patto di stabilità e
la relazione tecnica del conto del bilancio
Contabilità Mutui, Economato
Contabilità Economica Patrimoniale,
Certificati al Bilancio di Previsione ed al Conto Consuntivo (omologati),
Contabilità Clienti Fornitori,
Patrimonio.
Gestione Servizi Demografici:
Vengono supportate le diverse attività degli Uffici preposti, riducendo il carico di lavoro e
migliorando l'affidabilità delle registrazioni e la qualità degli atti. L'automazione del sotto
sistema relativo ai Servizi Demografici, viene effettuata con un insieme di procedure
altamente integrate per la gestione di Anagrafe, A.I.R.E., Stato Civile, Elettorale, Statistiche,
Leva scolastica e Militare, Interscambio dati con gli Enti centrali e locali, tale da realizzare il
conseguimento di obbiettivi e risultati ai quali l'Amministrazione attribuisce primaria
importanza nel piano di informatizzazione. Rappresenta per l’Ente la struttura di base sulla
quale costruire progetti di e-government realmente efficaci ed in grado di consentire l’accesso
telematico dei cittadini ai servizi erogati on-line e/o attraverso terminali self-service. Le
funzionalità previste sono:





Possibilità di avere informazioni (anche via web) sulla popolazione nella sua collocazione
sul territorio e secondo le caratteristiche richieste (fascia di età, sesso, professione, titolo di
studio, cittadinanza, ecc.).
Possibilità di avere un quadro globale delle attività presenti sul territorio comunale.
Offre la possibilità di integrare e scambiare i dati con i principali applicativi del Comune
(tributi, commercio, edilizia, servizi sociali, rette e trasporto scolastico, delibere e protocollo
informatico, ecc…).
Possibilità di abilitare la consultazione da parte di altri operatori interni ed esterni (Forze dell’Ordine,
Vigili Urbani, ecc…) .
Consente la gestione remota del sistema demografico con connessione in rete geografica da n
delegazioni comunali, con possibilità di discriminare le funzionalità.

Possibilità di attivazione di Totem per l’autocertificazione.

Archiviazione storica di tutte la variazioni anagrafiche intercorse con conseguente rilascio di
certificazione storica e conseguente possibilità di richiedere al Ministero dell’Interno
l’autorizzazione per l’abbandono del cartaceo.
Gestione rilascio delle carte di identità elettronica.
Gestione guidata per la validazione dei codici fiscali; gestione del SIATEL.
Popolamento e aggiornamento dell’INA.
Integrazione del sistema XML-SAIA v.2 (invio delle comunicazioni anagrafiche AP5 e
Servizio di Consultazione Anagrafica tra comuni ed enti).
Gestione completa dell’A.I.R.E. ed integrazione con il software ANAG-AIRE.
Integrazione con il software ISI-ISTATEL per l’invio telematico delle statistiche
demografiche all’ISTAT.
Integrazione del sistema ARCO-WEB dell’I.N.P.S.
Export dati per enti esterni: ASL, Questura, Motorizzazione civile, INPS, RAI, Distretto
Militare.
Possibilità di estrarre statistiche della popolazione sia secondo criteri prestabiliti sia sulla
base di parametri definiti dall’utente.
Gestione di anagrafi parallele (irreperibili, anagrafe temporanea, persone in soggiorno,
cittadini non residenti cui viene rilasciata la carta di identità, ecc..).
Gestione del rilascio e monitoraggio delle attestazioni di soggiorno regolare e permanente
per i cittadini comunitari.
Gestione censimento della popolazione.
Possibilità di esportare dati verso altri sistemi applicativi.
Digitalizzazione ed archiviazione dei modelli AP/5, AP/6, Cartellini delle carte di identità,
foto dei cittadini.
Gestione Vigilanza Anagrafica















Gestione Segreteria:



Gestione messi, casa comunale ed albo pretorio
Gestione completa degli atti amministrativi (Delibere e Determine)
Protocollo Informatico (con modulo di acquisizione ottica)
Gestione del Personale:


Paghe
Rilevazione Presenza, Gestione Economica del Dipendente
Gestione Cimiteriali sia amministrativo che cartografico
Edilizia Privata: gestione pratiche edilizie, catasto, catasto incendi, certificato destinazione
urbanistica, certificato di agibilità ed anagrafe immobiliare
Servizi di front-office
Obiettivo principale consiste nel soddisfacimento della esigenze di cittadinanza ed imprese operanti
sul territorio, tramite la consultazione ed interrogazione dei servizi on-line,. Ad alcuni Servizi è
consentito un accesso pubblico, mentre ad altri si può accedere solo a seguito di registrazione ed
autenticazione. L’autenticazione avviene tramite riconoscimento di una smart card (carte di identità
elettronica o carta servizi) o di utente e password preventivamente rilasciati dall’Ente.
Area Demografici





consultazione anagrafica (dati anagrafici e di stato civile del cittadino e foglio di famiglia.
consultazione liste elettorali
richiesta certificati originali
consultazione consistenza elettorale
compilazione modulo di cambio residenza
Area Tributi










consultazione tributi
dettaglio pratica o immobili
dettaglio pagamenti effettuati
violazioni
ruoli
discarichi
rimborsi
rateazioni
compilazione modulo di denuncia Tarsu
compilazione modulo di denuncia Ici
Area contabile



consultazione bilancio di previsione
consultazione conto consuntivo
fatture fornitori (i fornitori, previo rilascio di password, possono consultare lo stato di
avanzamento delle proprie fatture)
Area Personale




cedolino paghe
consultazione Timbrature
consultazione monte ore ferie
richiesta ferie e permessi
Area segreteria




consultazione albo pretorio
consultazione delibere
possibilità di ricerca full-text delle delibere e visualizzazione in formato pdf
consultazione protocollo
4.2.2. ORGANIZZAZIONE LOGICA DELLA REALIZZAZIONE SERVIZI DI
ANAGRAFE INTEGRATA E TRIBUTI
AZIONE 1: Progettazione e realizzazione del Sistema Informativo CST
OBIETTIVO GENERALE
Obiettivo di tale Azione è la progettazione/realizzazione della infrastruttura e della
piattaforma hardware/software che tenga conto delle necessità immediate ma anche
degli obiettivi a medio-lungo termine che metta in rete i Comuni, la Provincia,
Regione, altri Enti (Agenzia del Territorio, Conservatoria...).
ATTIVITA’
 Progettazione/implementazione
EE.LL./CST/A.d.T/Altri Enti
della
piattaforma
di
interscambio
dati
 Progettazione/realizzazione dei servizi e dei web-services per l’interoperabilità tra
sistemi informativi e banche dati ai fini urbanistici
 Rilascio del software, testing, start up dei servizi terrritoriali, affiancamento e
formazione
RISULTATI
L’attività produrrà l’infrastruttura di comunicazione e scambio sia tra gli Enti del
CST, sia con altri Enti istituzionali, intesi sia come Enti Locali sia come enti che
entrano nel processo di conservazione e trattamento dei dati territoriali.
La Piattaforma risultante sarà completa dei moduli software di competenza del
Centro Servizi Territoriale per il trattamento dei dati e l’erogazione dei servizi.
Inoltre al termine dell’attività sarà disponibile l’anagrafe integrata e il servizio tributi
nelle loro funzionalità, con particolare riferimento all’interoperabilità con le banche
dati a sostegno dei servizi. Verranno realizzati tutti i processi e i servizi elencati nel
paragrafo precedente.
Dopo la fase di testing la rete sarà disponibile per il completamento delle banche dati
e nel contempo potrà essere utilizzata per la fase di Start Up.
Risultati misurabili: numero di servizi realizzati e attivati
AZIONE 2 – Progettazione e realizzazione delle componenti Comunali
OBIETTIVO GENERALE
Dotare i Comuni di procedure informatiche e modulistica condivisa, omogeneizzando
i processi e le modalità di trattamento dei dati.
ATTIVITA’
 Progettazione delle procedure informatiche per il trattamento dei dati e la gestione
dei flussi degli iter amministrativi comunali
 Realizzazione dei moduli software
RISULTATI
L’attività produrrà software specialistico dedicato agli Uffici Anagrafe e Tributi
comunali.
Il software dovrà essere aderente alle esigenze e dovrà prevedere la possibilità di
ricevere telematicamente le pratiche e la possibilità di trasmettere telematicamente
autorizzazioni e certificazioni.
Risultati misurabili: numero dipendenti utilizzatori del software
AZIONE 3 - Realizzazione delle Banche Dati
OBIETTIVO GENERALE
L’obiettivo generale dell’azione è l’implementazione delle banche dati e la creazione
di un patrimonio informativo risultante dalla sintesi delle basi di dati certificate che
gli enti rendono disponibili. L’obiettivo può essere suddiviso nei seguenti subobiettivi
3. Ottenere archivi normalizzati secondo regole e indici certi.
4. Ottenere basi di dati anagrafici e tributari secondo tematismi di interesse per gli
EE.LL., le imprese, i professionisti.
ATTIVITA’
 Realizzazione della banca dati Anagrafe e Tributi e integrazione banche dati
presenti negli EE.LL.
RISULTATI
L’attività è il nucleo dell’intero percorso, poiché renderà disponibili le banche dati
che danno un significato reale ai servizi. Al termine dell’attività, infatti, il sistema
sarà completo ed immediatamente fruibile in termini di navigazione tra le
informazioni geograficamente distribuite, i metadati messi a disposizione e i
documenti.
Risultati misurabili: numero e tipologia di informazioni raggiungibili dagli utenti.
4.1.5. Crono programma
Il cronoprogramma per lo sviluppo dei servizi territoriali è riportato di seguito ed è su base mensile
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Progettazione e
realizzazione del Sistema
X X X X X X X X
CST
Progettazione/realizzazione
X X X X X
Componenti Comunali
Realizzazione banche dati
X X X X X X
Start-up servizi territoriali
11
12
13
14
15
16
17
18
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
SERVIZI DA EROGARE NEL PRIMO QUINQUENNIO
Omissis ….
CAPITOLO V
L’analisi dei servizi a valore aggiunto che si intende assicurare, sulla
base di intese documentate, per razionalizzare e semplificare il
rapporto tra ciascun Comune e le altre Pubbliche Amministrazioni,
centrali, regionali e locali.
Il progetto COPERNICO, come si è esplicitato nel precedente capitolo
V, prevede l’implementazione di tutti servizi di base nei Comuni
costituenti l’aggregazione proponente il medesimo progetto.
Pertanto non si è ritenuto necessario effettuare preliminari intese per
razionalizzare e semplificare il rapporto tra ciascun Comune e le altre
Pubbliche Amministrazioni, centrali, regionali e locali
CAPITOLO VI
Una descrizione dettagliata delle modalità con cui si intende garantire
l’interoperabilità dei servizi e l’allineamento delle banche dati.
6.1 L’interoperabilità e la sua storia
Da quando esistono i computer esiste anche un linguaggio che ha una incredibile capacità: quella di
rappresentare qualunque tipo di informazione utilizzando un alfabeto fatto di soli due caratteri.
Questo è il linguaggio binario che come sappiamo è costituito solo ed esclusivamente di 0 e di 1.
Da quando sono state inventate le reti ed il protocollo IP (Internet Protocol) le informazioni
rappresentate in binario possono essere trasferite da una macchina all’altra a grande velocità, ed è
per questo motivo che oggi, con un singolo oggetto, possiamo vedere dei filmati, ascoltare la
musica, leggere e scrivere dei documenti, anche se questi si trovano su una macchina diversa da
quella che stiamo usando a centinaia o migliaia di kilometri di distanza.
E’ proprio grazie alla fantastica capacità di rappresentazione di questo semplice alfabeto di 0 e di 1
che oggi assistiamo ad un crescente sviluppo del mercato dei media digitali.
Ora, per capire il concetto di “interoperabilità” e perché questo concetto è cosi importante nel nostro
presente e nel nostro futuro, è necessaria una riflessione. Se non si è studiato Francese e si prova a
leggere un testo in questa lingua, si riesce sicuramente a distinguere le lettere dell’alfabeto che
compongono il testo, ma questo non consente di capire il significato del testo stesso.
Questo succede anche agli apparecchi digitali. Tutti comunicano con lo stesso alfabeto, ma non è
detto che parlino la stessa lingua. Ora è chiaro che, se un apparato che trasmette non parla la stessa
lingua di un apparato che riceve, la trasmissione non andrà a buon fine con il risultato sperato.
Dunque quando una certa famiglia di apparati è stata realizzata in modo che tutti gli apparati
“parlino la stessa lingua” si dice che gli apparati sono “interoperabili”.
Realizzare servizi IP interoperabili vuol dire fare in modo che esistano delle normative, osservate
dai vari attori dei mercati di riferimento, atte a consentire che gli apparati ed i servizi impiegati di
sistemi estesi funzionino correttamente anche se realizzati da aziende diverse.
Sappiamo che la televisione analogica tradizionale in Italia funziona secondo uno standard chiamato
PAL.
Tutti coloro che trasmettono lo fanno secondo questo standard e tutti i produttori costruiscono
televisori, lettori dvd, videoregistratori etc… secondo lo stesso standard. Il risultato è che noi
possiamo scegliere un televisore della marca che ci pare con un lettore DVD di marca diversa per
guardare tutti i film e i canali televisivi che ci vengono in mente. Grazie al fatto che tutto è
“interoperabile” siamo sicuri che tutti i pezzi del sistema funzioneranno insieme in modo corretto
anche se realizzati da diversi costruttori.
I servizi IP non hanno ancora una regolamentazione ed una normativa di interoperabilità.
Dunque ciascun fornitore di servizi può realizzare ogni componente dei suoi sistemi come crede per
proporle al mercato.
La Commissione europea ha adottato una nuova comunicazione in cui invita all'interoperabilita'
tra le autorita' nazionali e regionali nell'ambito dell'UE, al fine di promuovere la libera
circolazione dei cittadini e delle imprese nel mercato interno.
Secondo la Commissione, la mancanza di interoperabilita' tra i vari livelli di governo in Europa
costituisce un ostacolo determinante all'istituzione di servizi di eGovernment a livello europeo.
La comunicazione e' intesa a incoraggiare gli Stati membri e il settore industriale a cooperare per
fare in modo che tale ostacolo possa essere superato.
"L'interoperabilita' e' indispensabile per lavorare insieme nell'ambito del mercato interno eù
contribuira' a fare dell'Europa un luogo stimolante per vivere, lavorare e investire" ha dichiarato il
vicepresidente della Commissione Günter Verheugen.
Viviane Reding, commissario della Societa' dell'informazione e dei media, ha aggiunto: "Il nostro
obiettivo generale dev'essere un eGovernment che offra vantaggi concreti ai cittadini e alle imprese,
accessibile a tutti in tutta l'UE".
La comunicazione individua un'esigenza in termini di interoperabilita' a tre diversi livelli:
l'interoperabilita' delle procedure amministrative riguardanti eventi della vita privata (quali nascite e
matrimoni) e delle procedure relative alle imprese (creazione di un'impresa o pagamento delle tasse;
l'interoperabilita' "semantica", che consente di uniformare documenti quali per esempio i certificati
di nascita in modo che i vari livelli amministrativi possano "capire" le reciproche informazioni, e
l'interoperabilita' tecnica, ossia la standardizzazione dei sistemi informatici in modo da facilitare la
comunicazione.
Dalla comunicazione emerge la volonta' della Commissione di cooperare con gli Stati membri per
stabilire le priorita', definire orientamenti in ambito politico e raccomandazioni di natura tecnica e
promuovere la standardizzazione.
Iniziative piu' concrete volte ad accrescere l'interoperabilita' saranno inoltre inserite nel prossimo
piano d'azione della Commissione in materia di eGovernment.
Nell'iniziativa i2010 del commissario Reding l'interoperabilita' e' presentata come una delle
quattro maggiori sfide per la creazione di un unico spazio europeo dell'informazione e come
un elemento fondamentale di servizi pubblici basati sulle tecnologie dell'informazione e della
comunicazione
(TIC).
Il commissario ha assicurato che l'interoperabilita' dei servizi pubblici elettronici costituira' una
delle maggiori priorita' dell'agenda dell'UE.
In Italia, fin dalla sua costituzione l’Autorità per l’Informatica nella P.A. individuava nella
realizzazione di una rete unitaria in grado di interconnettere tutte le amministrazioni interessate
all’applicazione del D. L.vo 39/93, il primo e più importante progetto intersettoriale da realizzare ai
sensi della previsione contenuta nell’art. 7 della normativa citata.
All’inizio degli anni ’90 le 52 Amministrazioni centrali dello Stato, destinatarie della normativa
contenuta nel D. L.vo 39/1993, si avvalevano di 75 diversi sistemi distribuiti sul territorio attraverso
3250 reti dipartimentali con circa 100.000 postazioni di lavoro informatizzate.
La struttura per la trasmissione dei dati era rappresentata da 20 reti virtuali (facenti capo al sistema
pubblico di connettività ITAPAC) e da 50 reti private, dedicate, estese sul territorio, di proprietà,
queste ultime, delle diverse amministrazioni interessate. Una evoluzione disordinata e non
coordinata, difficile finanche da individuare e censire, con evidenti difficoltà di comunicazione a
causa di differenze architetturali, di protocolli applicativi, di specifiche tecniche utilizzate (le
cosiddette legacy) che impedivano o comunque limitavano il dialogo fra le amministrazioni ed il
trasferimento di dati su supporto informatico.
Alcune amministrazioni centrali si avvalevano, poi, per soddisfare il proprio fabbisogno
comunicativo, di reti distinte, realizzate e gestite da soggetti privati diversi che operavano con
differenti presupposti tecnici, con protocolli non omogenei, con specifiche tecniche particolari. Lo
stesso flusso comunicativo tra i diversi uffici delle amministrazioni era, quindi, estremamente
settorializzato e parcellizzato con evidenti duplicazioni di attività, e di centri di spesa.
Il primo esempio di collegamento in rete tra amministrazioni centrali, nel periodo di riferimento, era
rappresentato dalla RIPA ( Rete informatica della pubblica amministrazione), detta anche rete dei
tre Enti, in quanto nata nella sua configurazione originale dal bisogno di realizzare l’indispensabile
scambio informatico di dati e notizie tra il Ministero delle Finanze, l’INPS e l’INAIL , per la
gestione di procedimenti che richiedevano uno stretto rapporto di collaborazione, tra i predetti
soggetti. Rete realizzata, peraltro, con tecnologie superate ed a costi gestionali elevati.
Un sistema estremamente diseconomico e poco efficiente che non consentiva di sfruttare possibili
economie di scala e che escludeva la pubblica amministrazione in genere dalla possibilità di
avvalersi dei benefici di un progresso tecnologico in fase di continua implementazione. Pressoché
totale era inoltre la dipendenza delle singole amministrazioni dai soggetti fornitori o gestori dei
sistemi, a causa della scarsa diffusione di una cultura informatica e della mancanza di personale
tecnico preparato, nonché della previsione di un ruolo specifico per tale personale.
In tale contesto la creazione di un sistema unitario di connettività informatica da realizzare
prioritariamente veniva giustamente posta dal legislatore come la base per impostare un progetto
coerente di innovazione tecnologica uniforme per tutte le amministrazioni pubbliche, per realizzare
il supporto necessario ad una reale cooperazione tra soggetti pubblici, per lo snellimento delle
procedure, il miglioramento della tempistica, l’adeguamento al livello di informatizzazione delle
imprese private e , in buona parte anche dei cittadini, degli utenti dei servizi amministrativi.
Già la legge delega, alla base della riforma della organizzazione amministrativa e della stessa
istituzione dell’AIPA ( legge 421 del 1992) all’art. 2, comma 1, lettera mm, nell’attribuire alla
istituenda Autorità per l’informatica le funzioni di coordinamento e pianificazione degli
investimenti, espressamente finalizzava l’azione del nuovo soggetto all’obiettivo
dell’interconnessione dei sistemi informatici pubblici, prius logico sul piano tecnico informatico,
della stessa possibilità di un reale ed efficace svolgimento dei compiti e delle funzioni conferite.
Tale esigenza, veniva, significativamente ripresa nel decreto legislativo 29/1993, di pochi giorni
antecedente quello istitutivo dell’Autorità, attuativo della parte di delega concernente la
riorganizzazione dell’amministrazione e il nuovo rapporto di lavoro del personale. L’art. 1, comma
1, lettera a, del citato decreto contrassegna, infatti, in maniera inequivocabile gli sviluppi della
futura informatizzazione della pubblica amministrazione, prevedendo l’adeguamento dei servizi da
rendere al cittadino agli standards degli altri paesi dell’Unione Europea attraverso un’adozione
generalizzata e “coordinata” delle nuove tecnologie informatiche e indicando, proprio
nell’interconnessione dei sistemi informatici, il criterio fondamentale per la razionalizzazione
organizzativa dell’amministrazione.
Successivamente, nella sede propria, il D.L.vo 39 del 1993 chiarisce che lo sviluppo dei sistemi
informatici pubblici risponde al prioritario criterio dell’integrazione ed interconnessione ed è
finalizzato al miglioramento dei servizi, alla trasparenza dell’azione al potenziamento dei supporti
conoscitivi per le decisioni pubbliche, al contenimento dei costi. Da tale quadro normativo, poi
ulteriormente approfondito e sviluppato, si evidenzia, allora, un chiaro rapporto di strumentalità
necessaria tra la realizzazione concreta degli obiettivi delle riforma organizzativa e la realizzazione
di un sistema pubblico unitario di interconnessione fra tutte le amministrazioni centrali per
automatizzare ed integrare le diverse fasi in cui si articola l’attività procedimentalizzata
(protocollazione, istruttoria, emanazione e archiviazione degli atti) accrescendo, in tal modo, i
livelli di efficacia, efficienza ed economicità dell’azione pubblica e, garantendo la necessaria
trasparenza e conoscibilità al cittadino di tutte le fasi dell’attività, riempiendo, quindi, di contenuti
sostanziali le disposizioni contenute nella Legge 241 del 1990.
Come anticipato, già nel dicembre del 1993, cioè pochi mesi dopo la sua istituzione, l’AIPA
elaborava un primo documento (“sistema informativo per la pubblica amministrazione: la rete”) nel
quale, a grandi linee, venivano tratteggiate le principali caratteristiche della RUPA e definite le
tappe indispensabili per i successivi approfondimenti necessari per avviare la fase operativa.
Per tutto il 1994 l’Autorità è stata, coerentemente, impegnata nella indispensabile attività di
rilevazione, censimento e valutazione dello stato delle reti di telecomunicazione esistenti in tutte le
amministrazioni centrali, e nel successivo studio e formulazione di un complesso modello di traffico
dal quale desumere le indispensabili stime di carico per delineare i parametri e la tipologia della
futura rete unitaria.
Un’attività estremamente complessa giacchè, all’epoca, nella maggior parte dei casi le stesse
amministrazioni, a causa della frammentarietà dei centri di responsabilità e di spesa non avevano
contezza della loro potenzialità informatica, né, per mancanza di cultura e professionalità adeguate,
erano in grado di stimare e predefinire i propri fabbisogni di comunicazione, e di elaborare una
programmazione di largo respiro, in cui l’informatica, da semplice strumento di semplificazione del
lavoro quotidiano (office-automation), divenisse realmente fondamentale risorsa per un nuovo e
più moderno modo di amministrare.
Notevole, quindi, in questa fase, è stato il ruolo di supporto svolto dall’AIPA e di stimolo, nei
confronti delle diverse amministrazioni centrali e dei responsabili dei sistemi informativi
automatizzati, nuova figura organizzativa prevista dal D. L.vo 39/93 istituita, peraltro, con reticenze
e ritardi dai diversi Enti destinatari della normativa.
L’ampiezza, la complessità e l’articolazione delle problematiche, non solo tecniche, ma anche
giuridiche, economiche, finanziarie e organizzative insite nella realizzazione della RUPA, quali
evidenziate a seguito della complessa attività istruttoria svolta, inducevano l’AIPA ad elaborare e
trasmettere al Governo, per il necessario seguito di competenza, un ulteriore e più approfondito
documento (la rete unitaria delle P.A. una infrastruttura di tecnologie e servizi telematici) nel
maggio 1995, contenente già la definizione degli elementi generali e architetturali della RUPA.
Il progetto rete unitaria veniva, altresì, inserito nel piano triennale per l’informatica pubblica 19951997 quale intervento prioritario per il perseguimento degli obiettivi di efficienza, miglioramento
dei servizi, potenziamento dei supporti conoscitivi e contenimento dei costi dell’azione
amministrativa.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, preso atto che la realizzazione della RUPA rappresentava
un momento essenziale del processo di ammodernamento dell’amministrazione pubblica, che
l’obiettivo era coerente con le previsione del D.L.vo 39/93 e in linea con i contenuti del documento
di programmazione finanziaria per il triennio 1996/98, predisponeva un’apposita direttiva
(approvata dal Consiglio dei Ministri il 5/9/95 e pubblicata sulla G.U. del 21 novembre stesso anno)
nella quale, accogliendo e facendo proprie le proposte dell’Autorità per l’informatica fissava in
modo puntuale, le finalità della rete unitaria, le aree di intervento, le modalità e le fasi di
realizzazione, indicando precise scadenze temporali, anche intermedie.
All’AIPA veniva demandato il compito di redigere, in tempi brevi (31 gennaio 1996) un dettagliato
studio di fattibilità concernente gli aspetti relativi alla interconnessione e all’interoperabilità fra le
reti delle diverse amministrazioni centrali, studio per il quale l’Autorità era facoltizzata ad avvalersi
degli organi tecnici dell’amministrazione delle Poste e Telecomunicazioni, all’epoca la struttura
pubblica maggiormente specializzata nel settore e, in grado, quindi, di fornire un valido contributo
allo studio e alla ricerca delle soluzioni tecniche più idonee in relazione alle diverse problematiche
evidenziate.
Con la medesima direttiva veniva, altresì, istituito un apposito Comitato di Ministri con il compito
di esaminare prioritariamente le proposte dell’Autorità allorchè fosse necessaria l’emanazione di
atti di competenza del Governo, o assumere idonee iniziative legislative.
Successivamente alla conclusione dello studio di fattibilità ciascuna amministrazione centrale dello
Stato, entro il mese di giugno 1996, era invitata a redigere uno o più specifici progetti per
l’adeguamento dei propri sistemi informativi allo scopo di utilizzare al meglio le potenzialità della
RUPA, nonché appositi piani e studi per la realizzazione dei software operativi necessari per
l’operatività dei nuovi servizi.
La migrazione delle reti esistenti all’interno della rete unitaria avrebbe dovuto essere attivata e
realizzata nel biennio 1998-1999.
Forte era, dunque, l’impegno del Governo all’adozione rapida e preferenziale di tutte le iniziative di
competenza necessarie a garantire, in tempi ragionevolmente brevi, l’attuazione dei contenuti della
direttiva, ben delineato e cadenzato il percorso per il raggiungimento degli obiettivi.
Nel rispetto dei tempi previsti, il 1° febbraio 1996, l’AIPA, utilizzando anche il complesso lavoro
istruttorio già svolto, in collaborazione con gli organi tecnici del Ministero delle Poste, con l’ausilio
di contributi chiesti ad aziende private, e del lavoro di esperti e consulenti interni ed esterni,
concludeva lo studio di fattibilità e lo trasmetteva al Governo.
Tale studio si presenta come un documento completo e complesso estremamente articolato e
puntuale nella esplicitazione dei problemi e nella individuazione di diverse soluzioni praticabili, in
termini tecnici, giuridici e organizzativi.
Sintetizzando i contenuti del predetto studio, emerge il seguente quadro.
a) da un punto di vista generale la RUPA viene configurata come “rete di reti”. Scelta tecnica
fondamentale è infatti, quella, per certi aspetti necessitata, di mantenere la piena autonomia dei
singoli “domini informatici” alle diverse amministrazioni interessate, intendendo per dominio
l’insieme delle risorse hardware, software, procedure dati e servizi che ricadono sotto la
competenza esclusiva di un determinato ente.
La RUPA nasce, quindi, con l’obiettivo di interconnettere e mettere in condizioni di interoperare
tali domini attraverso una serie di accessi ad una rete virtuale.
La rete unitaria rappresenta, quindi, una dorsale dotata di più router o nodi in grado di instradare
messaggi. Tale configurazione tiene conto delle difficoltà tecniche in precedenza evidenziate e,
soprattutto, dell’esigenza di mantenere l’autonomia organizzativa e di spesa di ciascuna
amministrazione, di salvaguardare gli investimenti effettuati e favorire una più ampia
concorrenzialità nel mercato delle comunicazioni, consentendo, per quanto attiene alla gestione dei
propri domini, a ciascun ente la massima libertà contrattuale, nel rispetto della vigente normativa
nazionale e comunitaria.
Altra fondamentale scelta architetturale di carattere generale consiste nel prevedere per ciascuna
amministrazione un unico accesso alla rete unitaria, a livello centrale. La soluzione alternativa
consistente nella creazione di una struttura in grado di consentire, cioè, a qualsiasi ufficio periferico
un accesso diretto alla RUPA, seppure tecnicamente fattibile e in grado di garantire maggiore
flessibilità ed economicità in termini di utilizzo della banda trasmissiva, viene ritenuta non
praticabile per i considerevoli problemi organizzativi e di gestione dei servizi e della sicurezza,
gravando ciascun ufficio di compiti tecnici difficili da svolgere e, tutto sommato, distanti dalla
primarie finalità istituzionali.
Fortemente innovativa per la prassi sino allora seguita, è, altresì, la decisione di non realizzare exnovo una struttura fisica da acquisire in proprietà, come accade nella realizzazione di reti dedicate,
ma di configurare il nuovo sistema di interconnessione come acquisizione di servizi specifici offerti
da uno o più fornitori, assicurando, in tal modo, maggiore flessibilità operativa all’interno di un
sistema con meno vincoli, più aperto all’evoluzione tecnica del settore, evitando, soprattutto, il forte
investimento iniziale per l’acquisizione di strutture destinate, col tempo, a divenire obsolete.
Sotto tale aspetto l’architettura proposta per la rete unitaria può essere avvicinata al modello di
Internet, all’epoca, peraltro, in fase appena iniziale e ben lontano dall’attuale importanza e
diffusione. Rispetto ad Internet la RUPA rappresenta, però, una rete gestita, controllata e
monitorata, condizioni, queste ultime, indispensabili per garantire sicurezza, affidabilità, rapidità di
collegamento e standards di efficienza ed efficacia diffusi ed uguali per tutti gli utenti del servizio.
Fondamentale, per i successivi sviluppi del sistema, è, altresì, la scelta, condizionata dalla diversa
situazione di mercato all’epoca esistente di configurare la rete unitaria come supporto alla sola
trasmissione di dati e di non estendere il servizio, quindi, anche alla trasmissione vocale e al sistema
di telefonia, all’epoca, peraltro, ancora caratterizzato da un monopolio in favore del concessionario
pubblico.
Il nucleo centrale dello studio di fattibilità concerne, come è ovvio, l’individuazione delle norme,
delle specifiche tecniche e dei protocolli applicativi necessari per il miglior funzionamento della
rete, materia, quest’ultima, estremamente delicata, atteso che il progresso tecnico nella informatica,
se da una parte rappresenta opportunità di sviluppo sempre maggiori, pone dall’altra la necessità di
scelte ponderate per evitare il duplice rischio di seguire percorsi eccessivamente innovativi e non
consolidati, poi abbandonati dal mercato, o, di orientarsi verso l’acquisizione di prodotti in grado di
fronteggiare l’attuale fabbisogno comunicativo, rappresentato dalla erogazioni di servizi elementari,
ma non in grado, in prosieguo, di garantire il necessario supporto a più evolute e sofisticate
applicazioni.
Senza entrare nel merito delle scelte effettuate, con valutazioni fin troppo semplicistiche, alla luce
del senno di poi, va sottolineata l’accuratezza dei confronti effettuati, la ricca bibliografia
consultata, i significativi raffronti con lo stato dell’informatica pubblica negli altri Paesi
dell’Unione europea e in quelli tecnologicamente più avanzati. Confronto, quest’ultimo, dal quale
emerge una situazione non così distante da quella italiana e, soprattutto, il contemporaneo avvio di
iniziative analoghe alla RUPA per finalità, obiettivi e scelte tecnico-operative.
Sotto tale aspetto la scelta, quale standard per il servizio di interoperabilità dei protocolli IP di
ultima generazione, appare estremamente significativa, e in linea con i successivi sviluppi del
mercato.
Con riferimento alle problematiche economico-giuridiche lo studio di fattibilità e l’avvio della
RUPA vengono a collocarsi in un periodo contraddistinto dall’avvio del processo di liberalizzazione
dei servizi di telecomunicazione. Il D.L.vo 103 del 17 marzo 1995 recepisce, infatti, sia pure con
ritardo, nell’ordinamento italiano, il contenuto della direttiva 90/388 della CEE, relativa alla
concorrenza nei mercati dei servizi di telecomunicazione. Il successivo D.P.R. 4 settembre 1995, n.
420, contiene la determinazione delle caratteristiche delle modalità di svolgimento dei predetti
servizi.
Un quadro in crescente ed univoca evoluzione verso una liberalizzazione definitiva e totale,
destinato a concludersi con la successiva direttiva comunitaria 96/19 del 13 marzo 1996 che
sancisce, a partire dal 1° gennaio 1998, l’abolizione dei diritti esclusivi e speciali relativi anche alla
fornitura dei servizi di telefonia vocale, fissa e mobile.
Nel medesimo periodo giunge, altresì, a conclusione il recepimento nell’ordinamento italiano della
normativa comunitaria sugli appalti di servizi (D.L.vo 157/1995) che impone, di regola, il ricorso a
procedure concorsuali pubbliche per l’individuazione di fornitori privati, normativa indubbiamente
applicabile anche ai servizi di trasporto e di interoperabilità in cui si sostanzia la RUPA.
All’interno di tale quadro normativo le modalità per l’individuazione dei fornitori dei servizi
connessi con la rete unitaria poneva, peraltro, problematiche affatto particolari. Occorreva, infatti,
garantire, da un lato, la massima trasparenza e concorrenzialità, all’interno, tuttavia, di un settore in
cui esistevano, comunque, forti monopoli di fatto e situazioni consolidate, e, tenendo conto che
l’esigenza di realizzare un sistema unitario omogeneo di connessione imponeva di garantire, per un
certo periodo di tempo, una necessaria esclusiva ai vincitori delle gare, al fine di ammortizzare gli
investimenti iniziali effettuati.
La soluzione individuata nello studio di fattibilità consiste nella stipula di contratti quadro per il
trasporto e l’ interoperabilità gestiti dall’AIPA, e la successiva adesione, con tempi e modalità
sufficientemente certi da parte delle diverse amministrazioni obbligate, nella consapevolezza,
peraltro, che tale istituto, era all’epoca previsto solo in via straordinaria ( art. 44 comma 18 della
legge 724/1924), e che, quindi, era necessaria una specifica autorizzazione legislativa per la sua
concreta praticabilità.
La durata dei contratti quadro (cinque anni) con possibilità, alla scadenza, di successivi rinnovi
annuali, veniva prospettata come idonea a garantire, da una parte, adeguati ritorni economici e,
dall’altra a consentire, alla scadenza, la possibilità di future scelte economicamente più efficienti e
vantaggiose,interrogando nuovamente un mercato in continua evoluzione.
Lo studio suggerisce, altresì, opportunamente, di avviare, prima della scadenza del prescritto
periodo quinquennale, le procedure preselettive per l’individuazione di un secondo, eventuale,
gestore.
Sempre con riferimento agli aspetti concernenti la tutela della concorrenza e la trasparenza
dell’azione amministrativa lo studio di fattibilità, pur nella considerazione che l’integrazione
verticale fra le aziende fornitrici dei servizi di trasporto e di interoperabilità potrebbe, nel lungo
periodo, garantire maggior efficienza e contenimento dei costi, esclude tale possibilità e suggerisce
l’effettuazione di due distinte gare al fine di evitare la concentrazione in un unico soggetto di un
eccessivo potere di mercato con effetti potenzialmente discriminatori.
Per ampliare le possibilità di partecipare alla gara pubblica per l’aggiudicazione dei servizi a parità
di condizioni, viene ritenuta indispensabile l’emanazione di una norma che garantisca a tutti i
potenziali interessati il diritto ad ottenere la disponibilità delle reti esistenti alle stesse condizioni
all’epoca praticate al concessionario della rete pubblica di telefonia, soggetto che altrimenti, per la
posizione di indubbio vantaggio sarebbe, in pratica risultato l’unico effettivo concorrente.
Con le stesse finalità di trasparenza gestionale e di monitoraggio di costi sostenuti, veniva
ulteriormente sottolineata l’esigenza di prevedere nel bando di gara, e nel successivo contratto, una
clausola relativa all’obbligo per il soggetto o il raggruppamento vincitore, di costituire un’apposita
società con il compito esclusivo di fornire i servizi connessi con la RUPA, in modo tale da
assicurare la facile leggibilità di bilanci, che avrebbero dovuto prevedere quale esclusiva voce di
entrata i compensi corrisposti dalle amministrazioni.
Una previsione opportuna, inoltre, per monitorare in ciascun periodo di riferimento l’utile realizzato
dalle imprese, sì da attivare un meccanismo revisionale in presenza di arricchimenti derivanti da
economie di scala, per trasferire all’amministrazione i vantaggi connessi con l’evoluzione del
mercato.
Dalla lettura dei bilanci, inoltre,sarebbero risultati ben evidenziati i costi sostenuti per la
disponibilità delle reti, laddove , viceversa, per i soggetti già proprietari o concessionari di reti
trasmissive, il bilancio avrebbe evidenziato solo una commessa interna, l’utilizzo di risorse
patrimoniali proprie dell’Ente.
La creazione di apposite società dedicate rappresentava, altresì, strumento idoneo per valutare
l’impatto dell’affidamento in esclusiva dei servizi connessi alla RUPA nel mercato delle
comunicazioni attraverso un controllo globale sulla intera attività di gestione del fornitore,
compresa l’acquisizione di servizi e attività intermedie, che per la loro rilevanza avrebbero potuto
alterare la concorrenza. Si ipotizza la possibilità di imporre al fornitore procedure concorsuali per
eventuali subforniture o, comunque, un opportuno invito a diversificare le commesse.
d. Proseguendo nella disamina degli argomenti trattati nello studio di fattibilità, la configurazione
della RUPA come rete gestita pone, allora, la necessità della costituzione di un centro tecnico
pubblico, incaricato della gestione, monitoraggio e controllo dei servizi di trasporto e di
interoperabilità, con particolare riferimento alle problematiche concernenti la sicurezza del processo
comunicativo.
Il predetto centro dovrebbe interoperare e interagire con l’AIPA, con i fornitori dei servizi e con le
amministrazioni interessate per supportarlo nella fondamentale attività di individuazione dei
fabbisogni e nella elaborazione di progetti strategici di sviluppo necessari all’interconnessione dei
singoli domini con quello della RUPA. Quale possibile configurazione giuridica del predetto
organismo, scartata per la complessità organizzativa l’ipotesi della creazione di una S.p.A. pubblica,
viene avanzata prioritariamente la proposta di creare una sorta di agenzia tecnica da collocare alle
dirette dipendenze dell’Autorità per l’Informatica.
Ciò allo scopo, anche, di potenziare il ruolo e l’importanza dell’AIPA dotandola di una struttura
tecnica di eccellenza in grado di collaborare, non solo alla gestione della RUPA, ma anche ai
fondamentali compiti di pianificazione e coordinamento. L’inserimento del centro nella struttura
organizzativa dell’AIPA appare, inoltre, tale da evitare ogni possibile conflitto di competenza.
Lo studio individua dettagliatamente compiti, funzioni, dotazioni di personale, struttura
organizzativa, procedure operative e costi di funzionamento del nuovo organismo di cui si propone
l’istituzione.
L’ultima parte dello studio è dedicata alla individuazione del più idoneo meccanismo di
tariffazione. Le proposte sono nel senso di enucleare un canone fisso indipendente, cioè, dal numero
delle adesioni quale compenso per la messa a disposizione di una banda trasmissiva
opportunamente dimensionata e nella contemporanea disaggregazione dei diversi servizi offerti in
unità elementari, ciascuna con un costo unitario specifico al fine di consentire, a ciascun ente, di
diversificare le proprie richieste, in relazione ai propri fabbisogni, alle proprie potenzialità, alla
capacità di spesa e agli equilibri di bilancio. Particolare attenzione viene, poi, dedicata alla revisione
prezzi, che dovrebbe operare ad esclusivo vantaggio dell’amministrazione ed essere ancorata, sia
all’andamento decrescente dei prezzi, sia alle eventuali economie di scala, sia anche alla rilevazione
di un utile eccessivo nei bilanci dei fornitori.
Ricevuto lo studio di fattibilità, il Governo, in tempi brevi, avviava l’attività necessaria per le
modifiche normative richieste.
Con l’articolo 15 della legge 59/96 (delega per il conferimento di funzioni e compiti alla Regione,
per la riforma della P.A. centrale e la semplificazione amministrativa) viene attribuito all’AIPA il
compito di stipulare, previa gara pubblica comunitaria, uno o più contratti quadro relativi
all’acquisizione dei servizi di trasporto e di interoperabilità. Contestualmente viene sancito
l’obbligo per le amministrazioni centrali destinatarie del D.L.vo 39/93 di aderire alla predette
convenzioni, completata l’attività preliminare di adeguamento dei propri sistemi e di stima dei
fabbisogni informatici. Le altre amministrazioni e in particolare gli enti locali sono facoltizzati e
non obbligati ad aderire alle convenzioni RUPA.
Il comma 2 del citato articolo, contiene, inoltre, significativamente, la prima disciplina normativa
generale sulla validità dei documenti elaborati con supporti informatici e dei contratti stipulati per
via telematica, demandando ad un successivo regolamento (D.P.R. 513 del 1997), l’individuazione
di specifiche tecniche e criteri operativi.
Nelle intenzioni del legislatore, quindi, la realizzazione della RUPA avrebbe dovuto procedere di
pari passo con il completamento della normativa sopra citata, in modo tale da consentire la
sperimentazione di procedure applicative per l’innovazione dell’attività amministrativa creando,
contestualmente, gli indispensabili supporti sia giuridici che tecnici.
Il centro tecnico veniva istituito con l’art. 17, comma 19, della Legge 127/1997, quale struttura
specialistica di eccellenza dotata di autonomia organizzativa e funzionale, alle dirette dipendenze
dell’AIPA, con il compito di svolgere le attività di assistenza, gestione e monitoraggio, controllo ed
evoluzione della RUPA e di assistere le amministrazioni destinatarie della normativa in tutte le
attività necessarie per una tempestiva adesione alle convenzioni. Con successivo D.P.R. 522 del
23/12/1997 venivano poi disciplinati in dettaglio i compiti, l’organizzazione, il funzionamento del
Centro e la dotazione di personale.
I finanziamenti necessari per l’avvio della rete unitaria venivano disposti con il D.L. 307 del 1996,
convertito nella Legge 30 luglio 1996, n. 400. A tal fine veniva stanziata la somma complessiva di
180 miliardi per il triennio 1996/99 da destinare al completamento delle attività preliminari, al
pagamento a regime dei corrispettivi contrattuali, e al finanziamento di una serie di progetti
intersettoriali, necessari a creare le condizioni per il miglior utilizzo delle cooperazioni applicative
rese possibili dalla RUPA.
Completato il quadro normativo e finanziario di riferimento l’AIPA avviava, allora, la complessa
attività preparatoria per la gara finalizzata all’aggiudicazione dei servizi di trasporto e di
interoperabilità.
Lo studio di fattibilità veniva, quindi, trasformato in un capitolato di gara e completato con uno
schema di contratto quadro, nonché da una direttiva generale concernente le modalità di
svolgimento della procedura concorsuale. Venivano, inoltre, predisposti una serie complessa di
allegati tecnici concernenti il livello di prestazione dei servizi e l’elenco delle prestazioni unitarie,
da completare con i singoli prezzi che ciascun partecipante si impegnava ad offrire.
Conclusivamente per sintetizzare le scelte fondamentali operate per la realizzazione della rete
unitaria, scelte coerenti con lo studio di fattibilità, supportate da adeguati interventi normativi e
trasfuse nell’articolato contrattuale, la RUPA viene configurata come dorsale in grado di
interconnettere e far interagire i domini informatici di ciascuna amministrazione, attraverso di
regola un unico accesso centrale per ciascun ente. Obiettivo da realizzare attraverso una rete
gestita, cioè l’acquisizione, previa gara comunitaria, dei servizi di trasporto e interoperabilità. Una
rete virtuale costantemente monitorata e controllata da un soggetto pubblico dotato di elevate
competenze tecniche in grado di garantire elevati e costanti standards di affidabilità e sicurezza.
Sotto l’aspetto giuridico lo strumento utilizzato è quello del contratto quadro con successivo
obbligo di adesione da parte delle amministrazioni centrali dello Stato libere, peraltro, di
dimensionare il livello di prestazioni alla reale entità dei fabbisogni comunicativi, alle capacità
tecniche raggiunte, alle decisioni di spesa.
Con riferimento alla evoluzione dell’assetto istituzionale ed organizzativo, inizia, nel periodo di
riferimento un processo che vede la perdita di importanza dell’AIPA all’interno del sistema di
governo dell’informatica pubblica ed il tentativo di attribuire un ruolo centrale in materia alla
presidenza del Consiglio dei Ministri ed al Ministero per al Funzione pubblica.
Significativa in tal senso è il contenuto del Piano di e- government presentato il 22 giugno 2000
che pone l’Aipa in una posizione di evidente sussidiarietà nei confronti del predetto Ministero.
Presso il Ministro della funzione pubblica, con due successivi. D.P.C.M. (emessi rispettivamente in
data 25 settembre e 2 ottobre 2000),vengono istituiti l’Unità permanete per l’elaborazione delle
strategie in materia di informatica pubblica e l’Ufficio per l’informatizzazione delle reti telematiche
pubbliche, strutture cui vengono assegnati compiti e funzioni in precedenza svolti dall’AIPA.
Successivamente l’art. 24, comma 6, della legge 340 del 2000, colloca il centro tecnico non più
presso l’AIPA, ma alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e,
successivamente, all’interno del nuovo dipartimento per l’innovazione e le tecnologie, struttura
tecnica di supporto, quest’ultima, del nuovo Ministero omonimo, istituito con D.P.C.M. 27/9/2001.
Il predetto processo giunge a conclusione con l’art. 27, comma 10, della legge n. 3 del 15 gennaio
2003 (collegato ordinamentale in materia di P.A. alla finanziaria del 2002), che prevede la
soppressione dell’Autorità per l’informatica e del Centro tecnico e la contemporanea istituzione
della Agenzia Nazionale per l’innovazione tecnologica.
6.2 Riferimenti
[RIF1] SPICCA - PDD Architettura Software
Regione Campania
[RIF2] SPCoop-AccordoServizio_v1.0_20051014
Centro Nazionale per
Informatica nella Pubblica
Amministrazione
[RIF3] SPCoop-Modalità di Qualificazione della Porta di
Dominio_v1.0
Centro Nazionale per
Informatica nella Pubblica
Amministrazione
[RIF4] Guida alla realizzazione della cooperazione applicativa in
SPICCA
Regione Campania
[RIF5] SPCoop-PortaDominio_v1.0_20051014
Centro Nazionale per
Informatica nella Pubblica
Amministrazione
[RIF6] SPCoop-Struttura Accordo di servizio e Accordo di
cooperazione_v1.0
Centro Nazionale per
Informatica nella Pubblica
Amministrazione
6.3 Introduzione
Scopo del presente documento è definire le specifiche del progetto in merito alla cooperazione
applicativa secondo quanto definito in [RIF5].
Tutto quanto non esplicitamente descritto nel presente documento riguardo la interoperabilità
applicativa, dovrà essere concordato tra le parti ed inserito nelle revisioni successive del
documento.
6.3.1 Introduzione al concetto di interoperabilità e cooperazione
applicativa
Con i termini interoperabilità e cooperazione applicativa ci riferiamo ad una specifica capacità di
due o più sistemi informativi connessi in rete. Ovvero la capacità che essi devono avere, affinché
l’applicazione, operante in ciascun sistema, sia in grado di disporre automaticamente, per le proprie
finalità applicative, dei dati che sono producibili e/o acquisibili solo attraverso il processo
elaborativo delle applicazioni operanti negli altri sistemi informativi.
In particolare, l‘interoperabilità attiene alla capacità di due o più sistemi informativi di scambiarsi
informazioni e di attivare, a suddetto scopo, processi elaborativi nelle rispettive applicazioni.
Ciascun sistema informativo può differenziarsi in genere dall’altro per le scelte implementative (e.g.
linguaggio di programmazione e formato dei dati).
In tal caso, un approccio che può garantire interoperabilità è ad esempio l’adozione di uno stesso
formato di interscambio dei dati e di un protocollo di comunicazione condiviso.
La cooperazione applicativa attiene alla capacità di uno o più sistemi informativi di avvalersi,
ciascuno nella propria logica applicativa, dell’interscambio automatico di informazioni con gli altri
sistemi, per le proprie finalità applicative. In altre parole, un’applicazione nel corso del suo
processo elaborativo può far cosi uso di un’informazione elaborata da un’altra applicazione (e.g. un
applicativo sanitario può “richiedere” i dati anagrafici al programma di anagrafe civile del comune
di residenza del cittadino). La cooperazione applicativa in rete ha luogo quando ciò avviene in
modo automatico.
L’interoperabilità è quindi un prerequisito essenziale per la cooperazione applicativa.
Le soluzioni per tali scopi mirano all’integrazione di nuove funzionalità, che mantengono
comunque quelle autonomamente operanti nelle applicazioni già esistenti, con il pieno riuso dei
relativi sistemi informativi.
L’integrazione comporta l’attivazione di infrastrutture principalmente di tipo logico (software) per
l’interoperabilità, nonché l’estensione delle funzioni dell’applicazione esistente per il trattamento
dei dati oggetto di scambio con le applicazioni operanti negli altri sistemi informativi, secondo le
specifiche finalità della cooperazione applicativa. Le soluzioni per tale integrazione devono
ammettere altresì l’eterogeneità delle caratteristiche tecniche e funzionali delle applicazioni già
esistenti e dei relativi sistemi informativi.
Garantire l’interoperabilità e la cooperazione applicativa tra i sistemi informativi delle Pubbliche
Amministrazioni (PPAA), operanti a livello centrale, regionale e locale, è diventato quindi un
requisito di primaria importanza al fine di realizzare il pieno ed efficace sviluppo dell’egovernment.
Ciò risponde a due esigenze principali:
 integrare i processi automatizzati di back-office per l’erogazione di servizi interni (da una
PA all’altra) ed esterni (dalle PPAA verso i cittadini);
 erogare servizi finali integrati in rete al cittadino in modo trasparente ed unitario.
In altre parole, l’obiettivo è garantire al cittadino la possibilità di rivolgersi ad un unico sportello
(on-line) per la fruizione di un servizio, senza avere la percezione del coinvolgimento di più
amministrazioni nell’erogazione del servizio richiesto, ove ciò sia necessario (secondo il modello di
servizi di e-government “one-stop”).
Per far fronte a queste esigenze, il CST Terra di Lavoro sì pone come volano aggregatore per tutte
le PPAA aderenti favorendo in questo modo un approccio cooperativo.
6.4 Specifiche Architetturali
I requisiti architetturali sono quelli relativi all’architettura software del sistema in oggetto. In
questa sezione vengono illustrati i paradigmi architetturali scelti, i vari componenti del sistema e le
relazioni tra di essi.
Precondizioni all’interoperabilità
Volendo garantire la cooperazione applicativa sarà necessario assicurare:

l’adozione degli standard adottati dal sistema SPICCA in merito alla struttura dei
messaggi scambiati , alla sicurezza , al tracciamento, alla identificazione digitale
dei soggetti, la sezione inerente la sicurezza della piattaforma verrà discussa in un
paragrafo successivo.

la disponibilità di una Porta di Dominio, cosi come definita dal CNIPA
nell’ambito di SPCoop, individuato come l’unico punto di scambio tra le PA.
Paradigma architetturale all’interoperabilità adoperato dal CST Terra di
Lavoro
Uno stile architetturale deve specificare un insieme di regole per il disegno dei componenti, per la
definizione delle relative interfacce e per la definizione delle modalità di interazione tra essi. SOA è
uno stile architetturale basato sul concetto di servizio, che rappresenta quindi l'elemento strutturale
su cui le applicazioni vengono sviluppate. Esso rappresenta, in prima analisi, una funzionalità di
business realizzata tramite un componente che rispetta un'interfaccia. SOA definisce una serie di
proprietà che i servizi devono soddisfare per essere realmente riusabili e facilmente integrabili in
ambiente eterogeneo. Le caratteristiche distintive di una architettura orientata ai servizi sono le
seguenti:
I Servizi devono essere ricercabili e recuperabili dinamicamente. Chi necessita di un servizio deve
essere in grado di ricercarlo sulla base dell'interfaccia e di chiamarlo a tempo di esecuzione. Questo
tipo di meccanismo permette un forte disaccoppiamento tra chi richiede la funzionalità e chi la
fornisce, permettendo inoltre di cambiare l'entità che esegue il servizio a tempo di esecuzione in
maniera trasparente rispetto al chiamante.
I Servizi devono essere auto contenuti e modulari. Per essere realmente riusabili, è importante che i
servizi non siano legati al contesto o allo stato di altri servizi.
I Servizi devono definire delle interfacce esplicite e indipendenti dall'implementazione, deve essere
possibile invocare servizi in maniera indipendente dal linguaggio e dalla piattaforma. Questo si può
ottenere definendo delle interfacce che possono essere invocate tramite protocolli compresi da tutti.
I Servizi devono essere debolmente accoppiati (loosely coupled). L'accoppiamento si riferisce al
numero di dipendenze tra i moduli. Ogni tipo di architettura ben definita è orientata ad avere
accoppiamento debole, in pratica un numero di dipendenze tra le entità basso e ben controllato. Un
sistema formato da componenti fortemente accoppiati è più rigido e difficilmente modificabile.
I Servizi devono avere preferibilmente un'interfaccia a "grana grossa" (coarse-grained). Un servizio
che corrisponda ad un'unica chiamata e un'unica esecuzione complessa ha in genere dei vantaggi
rispetto a una serie di chiamate a tanti servizi più piccoli. In questo modo infatti vengono fatte meno
chiamate remote (tipicamente poco efficienti), non c'è bisogno di trovare un sistema per mantenere
lo stato tra più chiamate ed è più semplice gestire problematiche legate al fallimento della
comunicazione remota. Comunque può essere sensato definire servizi "piccoli" soprattutto se questi
servizi possono essere utilizzati per essere composti in altri servizi.
I Servizi devono essere componibili. Dal punto di vista SOA le applicazioni sono aggregazione di
servizi. E' quindi importante disegnarne le interfacce in modo che corrispondano a funzioni di
business riusabili, ovvero a servizi indipendenti e autocontenuti. La composizione di servizi per la
produzione di applicazioni o di servizi più complessi viene indicata con il termine Service
Orchestration.
Una architettura SOA è quindi una architettura software che definisce un modo di descrivere i
componenti con caratteristiche ben specifiche orientate al riutilizzo e all'integrazione. E' importante
notare che a livello implementativo la tecnologia utilizzata per lo sviluppo dei servizi non è
determinante finché vengono rispettate queste caratteristiche.
Per ottenere questi requisiti, le applicazioni SOA definiscono dei ruoli:
 Service Requester : l'entità che richiede il servizio; può essere un modulo di un'applicazione
o un altro servizio.
 Service Provider: l'entità che fornisce il servizio e che ne espone l'interfaccia.
 Service Contract: definisce il formato per la richiesta di un servizio e della relativa risposta.
 Service Broker: direttorio in rete dei servizi consultabili.
Poiché i servizi devono essere ricercati e recuperati dinamicamente, il Service Contract deve essere
pubblicato su un Service Broker dal Service Provider. Il Service Requester deve richiedere al
Service Broker il Contract relativo al servizio richiesto, che utilizzerà per eseguire il servizio
tramite un protocollo di trasporto.
Service
Broker
Chiede il
service
contract
Service
Requester
Si registra
Esegu
e
Service
Provider
Figura 8 Ricerca ed invocazione dei servizi.
Architettura della piattaforma che realizza il SID su CA
Nel momento in cui un centro servizi come il CST Terra di Lavoro, viene individuato snodo per la
realizzazione di sistemi di cooperazione applicativa è necessaria una piattaforma specificamente
progettata per l’utilizzo in tali contesti, che permetta da un lato un utilizzo ottimale delle risorse e
dall’altro supporti molteplici differenti modelli di deployment per far fronte alle differenti esigenze
di carico.
La piattoforma dovrà essere basata su un’architettura multi-tier altamente scalabile e configurabile
che permetterà da un lato l’ottimizzazione di risorse condivise, parametro importantissimo in
contesti datacenter, e dall’altro la semplice adattabilità a mutate esigenze di carico.
L'architettura sarà basata su di un paradigma 3-tier, essa disporrà di :

Front-End: rappresenta la parte che interagisce con l'utente, dando ad esso la
possibilità di accedere al sistema e fruire dei servizi

Strato Logico: realizza la logica applicativa consentendo la soluzione dei problemi di
business e lo svolgimento del servizio vero e proprio

Back-end: realizza l'accesso ai dati archiviati nel generico "resource data"
L'architettura della figura successiva mostra, astrattamente, quella che dovrebbe essere
l'organizzazione di base che permetterebbe la realizzazione della piattaforma per la cooperazione. In
particolare lo strato interno (backend) rappresenta le banche dati ed i relativi gestori che sono
dislocate sulle macchine degli enti che partecipano alla cooperazione. Il componente identificato
con "and a terra", rappresenta astrattamente il meccanismo che permette la fruizione dei dati che
attualmente sono gestiti attraverso applicativi proprietari ed eterogenei tra loro, esso adopererà la
tecnologia più opportuna che andrà valutata caso per caso. Il middle tier conterrà tutta la logica che
permette la cooperazione, in particolare il componente Enterprise Service Bus, affinché il servizio
sia erogato correttamente dovrà far uso di applicativi già in possesso degli enti, quali protocollo
informatico o sistema di gestione di flusso documentale, dovrà pertanto essere previsto anche
l’interfacciamento con tali applicativi. Sul lato "presentazione" sicuramente il portale dovrà
permettere la fruizione del servizio solo a coloro che saranno in possesso delle credenziali idonee,
gestite da moduli appositi all'interno del Identity Provider.
Figura 9 Paradigma Architetturale adoperato per la cooperazione
Vediamo nel dettaglio alcuni dei principali componenti mostrati nel diagramma dei componenti
precedente
Enterprise Service Bus
Un enterprise service bus (ESB) dovrà essere una infrastruttura di integrazione tra servizi,
tipicamente event-driven, basata su un motore di messaging multiprotocollo. Il modello di
integrazione basato su bus costituisce la base per la realizzazione di SOA. Le componenti di un
ESB per la realizzazione di infrastrutture avanzate provvedono a dotare la piattaforma delle
funzionalità di: Workflow e Orchestration per il coordinamento degli scambi e la realizzazione di
servizi complessi a partire da quelli elementari Routing e Transformation per l'instradamento e
adattamento dei messaggi Security.
ESB sopporterà diversi paradigmi di comunicazione (request/reply sincrona e asincrona,
publish/subscribe, send-and-forget) in modo da adottare rapidamente sul bus nuove entità
cooperanti, minimizzando l'impatto di integrazione. Dovranno essere previsti alcuni importanti
servizi di base resi disponibili a tutte le applicazioni ospitate sul BUS ESB, tra cui, Business
Intelligence Service
Business Intelligence Services
La soluzione dovrà prevedere una piattaforma di business intelligence che opera direttamente sulle
applicazioni, senza necessità di creazione di repository ad-hoc. Tuttavia, qualora le esigenze
operative lo richiedessero, dovrà essere possibile una migrazione verso repository dedicati con
impatti minimi o inesistenti.
Interfaccia di front end dei servizi
Essenzialmente consiste nel portale del CST terra di lavoro che gestirà l'accesso degli utenti e la
fruizione dei servizi in cooperazione che richiedono l'interazione umana
Adapter
Come si osserva dal diagramma precedente al fine di mettere in piedi un sistema funzionante di
cooperazione applicativa sarà necessario esporre i dati gestiti dagli applicativi di back Office in uso
presso le singole Amministrazione. Al fine di raggiungere questo obiettivo sarà necessario
sviluppare dei moduli, chiamati Adapter, che trasferiscano in modo idoneo le informazioni dal back
end.
Modulo di identificazione utenti
In una visione di integrazione di servizi, un fattore particolarmente critico riguarda la gestione della
sicurezza, per cui l’identificazione dei soggetti operanti costituisce un elemento cruciale nell’intera
architettura. La soluzione Dovrà essere incentrata intorno al concetto di identità federata e SSO,
basata su standard riconosciuti quali OpenID e SAML ecc..
Deployment della piattaforma
Il CST Terra di Lavoro ha aggregato 32 comuni del casertano. Una parte di questi comuni sono
membri già consorziati del CST e per questo sono già organizzativamente e tecnologicamente
connessi, in particolare la connettività è garantita da una rete VPN MPLS. Per i nuovi comuni che
entreranno nella rete del CST Terra di Lavoro dovrà essere prevista una qualsivoglia forma di
connettività con il CST, da osservare che condizione necessaria affinché l'Ente possa realizzare una
piattaforma di cooperazione conforme a SPICCA è disporre di un sistema di connessione SPC,
pertanto per quelle realtà che sono strutturalmente impossibilitate a disporre di un tale sistema di
connettività sarà necessario pensare ad un deployment del nodo di dominio presso le macchine del
CST, questo è uno scenario per cui seppure il nodo appartenga amministrativamente all' Ente sarà
fisicamente dispiegato sulle macchine della sala CED della creazione
Figura 10 visione di insieme sull’attuale stato dell’ aggregazione del CST Terra di Lavoro
La piattaforma di cooperazione sarà installata nella sala CED del CST ospitata presso i palazzi della
Provincia di Caserta, all'interno di questo scenario è previsto anche una forte collaborazione con il
CSO, realtà attiva nel casertano da diversi anni, che ha già a sua disposizione un pacchetto bene
collaudato di servizi. Alcuni di essi, saranno esposti in cooperazione dal CSO, per cui rese
disponibili saranno utilizzati dalla CST per mettere a punto servizi complessi non attualmente in
proprio possesso.
La cooperazione applicativa per il CST
Rappresentando il CST un'aggregazione di comuni, il deployment dei domini dovrà essere messo a
punto in funzione della disponibilità, da parte dei singoli Enti coinvolti, di risorse hardware
sufficienti a gestire la piattaforma middleware. A tal fine è previsto, per tutti quei comuni che
presentano idonee risorse, il deployment delle Porte di Dominio presso le loro sedi, mentre per
quegli Enti che non dispongono delle sufficienti risorse di calcolo sarà il CST ad ospitare
fisicamente la piattaforma di Porta di Dominio che amministrativamente appartiene all' Ente.
Presso la struttura del CST sarà inoltre presente il servizio di Identity Provider, a cui è delegata
l'operazione di identificazione e autenticazione così come previsto dalle specifiche SPICCA.
Pertanto una vista di quella che può essere considerata la piattaforma per la cooperazione ipotizzata,
aderente a SPICCA, è rappresentata nella seguente figura
Figura 11 deployment dei nodi SPICCA per la cooperazione dell'aggregazione.
Nella figura precedente sono raffigurati nodi rappresentanti il generico comune dell’aggregazione,
logicamente esistono alcuni comuni che gestiranno autonomamente la propria PDD (raffigurati nel
diagramma come "Comune X", "Comune X2", etc), mentre altri comuni delegheranno al CST la
gestione del proprio nodo di dominio (raffigurati nel diagramma come "Comune K1", "Comune
K2", etc),
I singoli nodi applicativi (NDom), implementaranno tutti:
 Le funzioni di Porta di dominio

L’interfaccia al Sistema Informativo Locale dell’Ente (Connettori o Proxy applicativi)
Le due funzioni di spedizione e ricezione messaggi implicano che la porta sia in grado di:
 Ricevere e pre-elaborare i messaggi in arrivo per il Sistema Informativo Locale
(Adapters)

Creare i messaggi da spedire verso l’esterno;

Fornire servizi di supporto alla cooperazione (es. log dello stato della comunicazione ) e
gestire funzionalità di sicurezza;

Protocollazione, ecc
La piattaforma per la interoperabilità sarà dispiegata sulle macchine in dotazione al CST Terra di
Lavoro. Come dapprima accennato il sistema informativo che ospiterà il Nag (Nodo Aggregatore)
sarà quello del CST, la figura successiva dettaglia lo scenario architetturale descritto, in essa si
evidenzia come possa esistere contemporaneamente sia un Ente che vorrà venirsi ospitato all'interno
delle macchine del CST la propria porta di dominio sia un Ente che invece
vorrà gestire la
porta di dominio sulle proprie macchine, tutti gli Enti dovranno però prevedere Adapter idonei alla
fruizione delle proprie banche dati.
Figura 12 Deployment dei componenti sulle macchine dei SIC degli enti aggregati, visione di dettaglio
Si osserva dalla figura che è presente anche un registro dei servizi necessario per la corretta realizzazione di
una qualsiasi “ Architettura Orientata ai Servizi”, tale registro sarà quello SICA così come previsto da
SPICCA. I sistemi operativi operanti su tali macchine saranno del tipo linux Debian/CentOS.
6.5 Specifiche di Sicurezza
Il modello adottato da SPICCA è quello dell'identità federata, meccanismo basato su standard internazionali,
che consente a sistemi di Identity Management Federato realizzati da produttori differenti di poter
interoperare. Le entità che espongono i servizi applicativi - in modo protetto - vengono denominate Service
Provider (SP). Il loro obiettivo è quello di controllare l'accesso alle risorse esposte, in modo da garantirne
l'utilizzo solo da utenti autenticati/autorizzati. Le entità che espongono le funzionalità di autenticazione
utente sono denominate Identity Provider (IdP). Il loro scopo è quello di fornire le necessarie informazioni
di autenticazione ai SP, in modo da abilitare le richieste di servizio degli utenti. L'Identità Federata si può
quindi definire come l'insieme di tecnologie, standard ed accordi che permettono ad un insieme di SP di
accettare come validi gli identificatori utente gestiti da un altro insieme (non necessariamente distinto) di
Identity Provider. Una tale comunità di provider (SP ed IdP) viene tipicamente denominata federazione
(federation) o circle of trust. Un tale approccio implementa implicitamente il Single Sign On (SSO), ovvero
la possibilità per un utente di autenticarsi presso il suo Identity Provider di riferimento e, successivamente,
di accedere ai servizi esposti da tutti i Service Provider della Federazione. Questo approccio comporta però
la presenza di accordi di trust tra provider e l'adozione di uno standard comune per lo scambio delle
credenziali o asserzioni. L'Identità Federata sarà realizzata sia in ambienti web based che in ambienti basati
su scambi di messaggi in formato XML e web service (Document Based). Nel primo caso l'utente accederà,
mediante browser, ad un sito web esposto da un partner, inserendo nell'header della richiesta anche le
informazioni di autenticazione / attributo (secondo il protocollo ed il formato concordato). Il sito web
prevederà un meccanismo di protezione che filtrerà le richieste ricevute e verificherà l'identità ed il livello di
autorizzazione dell'utente mediante i meccanismi specificati dallo standard adottato (SAML). In questo caso
si parla di Web-based Single Sign-On (SSO), in particolare, di Federated SSO (F-SSO). Nel secondo caso, i
partner comunicheranno tra loro mediante documenti XML per richiedere ed esporre servizi (mediante
webservices/busta e-Gov). In questo caso l'Identità Federata è realizzata inserendo degli opportuni Token di
Sicurezza all'interno dell'Header dei messaggi SOAP (SAML, certificati X.509, Login/Password, ecc.)
secondo quanto descritto dallo standard Web Services Security (WS-Security). In questo caso si parla di
Web Services Security Management. Dal momento che ogni Ente deve erogare sia le funzionalità di SP, in
quanto erogatore di servizi, sia quelle di IdP, in quanto si deve occupare dell' autenticazione e della gestione
dei propri utenti (di livello Regionale, ovvero che devono poter accedere ai servizi erogati nell'ambito della
Federazione) il CST Terra di Lavoro è interessato a mettere in piedi sia un SP che un IdP. Le componenti
che dal CST dovranno essere considerate al fine di implementare correttamente un IdP sono:
1. Asserzioni: sono dichiarazioni relative ad un siggetto, sia esso una persona fisica o un computer. Le
assertion possono essere di 3 tipi diversi:
a. di autenticazione: servono ad attestare che in un determinato istante un utente è stato
autenticato da un Identity Provider, fornendo anche dettagli sul metodo utilizzato per
autenticarsi;
b. di attributo: attestano degli attributi relativi al soggetto a cui si riferiscono (ad es. dettagli
specifici dell'utente, come la nazionalità o il tipo di carta di credito);
c. di autorizzazione: attestano le operazioni che un utente può compiere (per esempio
autorizzazioni all'acquisto di un bene).
2. Protocolli: definiscono i meccanismi richiesta/risposta alla base dello scambio delle asserzioni
SAML;
CONSORZIO CST TERRA DI LAVORO - Sede legale: c/o Provincia di Caserta, Viale Lamberti, area ex Saint Gobain, piano 1
81100 – CASERTA - Tel 0823/1848301, fax 0823/1848398 – C.F./P.I. 03361310612
3. Bindings: indicano come scambiare asserzioni SAML, basandosi su meccanismi di trasporto
standard (ad es. SOAP su HTTP, HTTP Redirect, HTTP POST, http Artifact, ecc.);
4. Profili: danno indicazioni su come comporre scambi di asserzioni per ottenere una determinata
funzionalità (ad es. Web-SSO);
5.
Sicurezza informatica - Single Sign On
Il servizio prevede la realizzazione di una soluzione per la sicurezza informatica dei dati e delle applicazioni;
in particolare dovranno essere garantite le funzioni di

Autenticazione

Autorizzazione

Crittografia
L’autenticazione indica il fatto che gli utenti si debbano identificare con una serie nota di credenziali
(autenticazione forte e autenticazione debole), ad esempio nome utente e password, e/o con dispositivi
hardware (smartcard).
Per autorizzazione, invece, si intende l’assegnazione di determinati livelli di accesso al sistema che si
riflettono in ben identificate capacità operative sul sistema da parte dell’utente correttamente identificato.
La sicurezza dei dati, deve essere garantita sia durante la fase di trasporto a livello di link tra client e server,
che tra sottosistemi applicativi che durante la fase di giacenza a livello di archiviazione nei Data Base.
In sintesi, devono essere previste le seguenti caratteristiche:

Controllo costante dell’erogazione e delle prestazioni del servizio mediante strumenti di
supervisione accessibili via web dal personale abilitato;

Utilizzo di sistemi di crittografia di tipo SSL a 128 bit o superiore per lo scambio di dati sensibili;

Sistema di validazione e profilazione di tutti gli utenti, attraverso meccanismi di Single Sign On.

Identificazione degli uffici/operatori coinvolti nello scambio dei flussi informativi e degli utenti
abilitati all'accesso ai servizi tramite l’utilizzo di certificati digitali (firma digitale).
La politica di protezione delle applicazioni si basa sui ruoli degli utenti; la granularità del livello di
protezione applicativa può essere definita a livello di singola azione. I soggetti dal punto di vista della
protezione sono individui o ruoli definiti e storicizzati nel tempo. L'accesso ai dati, infine, potrà avvenire
solo attraverso l'applicazione, purché i server di database siano protetti da un sistema di firewall e da regole
di routing che non ne consentano la visibilità dall'esterno della rete. Solo attraverso la garanzia che
esclusivamente i server applicativi vengono abilitati all’accesso ai server di database, permette
l’impossibilità di fare interrogazioni arbitrarie e potenzialmente pericolose da parte di personale non
autorizzato.
6.6 Carta dei servizi in cooperazione
Nel dettagliare le funzionalità dei servizi saranno utilizzate specifiche semi formali prettamente attraverso la
modellazione UML.
Servizio Cambio di Residenza
Il servizio di cambio di residenza, sarà un servizio offerto ai cittadini dell'aggregazione costituita dalla CST
Terra di Lavoro, esso permetterà agli utenti forniti di appositi credenziali la possibilità di richiedere
CONSORZIO CST TERRA DI LAVORO - Sede legale: c/o Provincia di Caserta, Viale Lamberti, area ex Saint Gobain, piano 1
81100 – CASERTA - Tel 0823/1848301, fax 0823/1848398 – C.F./P.I. 03361310612
operazioni di modifica ai propri dati anagrafici relativi alla residenza. Al fine di mettere a punto
correttamente il servizio sarà necessario definire un accordo di cooperazione che prevederà il seguente
“Dominio di Cooperazione”:
1. Comuni aggregati al CST Terra di Lavoro
2. ASL
3. Regione Campania
Accordo di Servizio: Specifiche semi-formali
Casi d’uso d’alto livello
Le principali funzionalità che questo servizio dovrà prevedere sono le seguenti:
 Cambio Indirizzo: a seguito del cambio di residenza del cittadino residente nel comune interno al
territorio comunale
 Emigrazione: a seguito del cambio di residenza di un cittadino residente nel comune uscente dal
territorio comunale, viene pubblicato l'evento Emigrazione.
 Immigrazione: a seguito dell'ottenimento della residenza da parte di un cittadino proveniente da
altro comune Italiano o Stato Estero, viene pubblicato l'evento Immigrazione.
 Visualizza Stato Pratica: a seguito dell'avvio della pratica sarà possibile verificare a che punto essa
si trova
Figura 13 principali casi d'uso per il servizio Anagrafico
Analisi funzionale - Variazione anagrafica
CONSORZIO CST TERRA DI LAVORO - Sede legale: c/o Provincia di Caserta, Viale Lamberti, area ex Saint Gobain, piano 1
81100 – CASERTA - Tel 0823/1848301, fax 0823/1848398 – C.F./P.I. 03361310612
Precondizioni
Il processo di registrazione del trasferimento o di variazione dei dati anagrafici del cittadino deve essere
stato completato ed i dati anagrafici relativi devono essere registrati nel sistema anagrafico del comune.
Flusso principale




Il comune rileva la registrazione di un trasferimento o della variazione dei dati anagrafici di un
cittadino nel proprio territorio effettuando interrogazioni periodiche del proprio sistema anagrafico.
La rilevazione può essere di tre tipi:
o cambio di indirizzo di un cittadino già residente che rimane all'interno del territorio
comunale;
o cambio di residenza di un cittadino residente nel comune che si trasferisce in altro comune
italiano o stato estero;
o acquisizione della residenza nel comune di un cittadino proveniente da altro comune italiano
o stato estero;
A seguito di questa rilevazione il comune provvede a raccogliere i dati rilevanti e costruisce il
messaggio che viene pubblicato come evento del seguente tipo:
o nel primo caso CambioIndirizzo;
o nel secondo caso Emigrazione
o nel terzo caso Immigrazione;
o nel quarto caso VariazioneDatiAnagrafici.
L'A.S.L. competente per territorio (quella in cui il comune pubblicante è inserito) o quella in cui
l'assistito è domiciliato riceve la notifica dell'evento. In funzione del tipo dell'evento procede come
segue:
o CambioIndirizzo: aggiorna nel proprio anagrafe i dati di residenza dell'assistito.
o Immigrazione: se il cittadino è già presente nel proprio anagrafe (può essere
un'immigrazione da un comune inserito nel territorio dell'A.S.L., oppure il cittadino può già
avere già fatto richiesta del medico) aggiorna nel proprio anagrafe i dati di residenza
dell'assistito; altrimenti registra il cittadino nel proprio anagrafe come cittadino assistibile e
pubblica l'evento NuovoAssistibile.
o Emigrazione: se il comune di nuova residenza è inserito nel territorio di competenza della
A.S.L. aggiorna nel proprio anagrafe i dati di residenza dell'assistito; se il comune di nuova
residenza non è nel territorio di competenza della A.S.L. (vale anche nel caso di emigrazione
all'estero di un cittadino straniero) verifica se l'assistito è registrato nel proprio anagrafe
(potrebbe già essere stato cancellato a seguito della ricezione dell'evento NuovoAssistito da
altra A.S.L.). Se è presente cancella l'assistito dal proprio anagrafe e pubblica l'evento
Cancellazione, altrimenti ignora l'evento.
La Regione riceve la notifica dell'evento di trasferimento (CambioIndirizzo, Emigrazione o
Immigrazione) dal comune. Provvede a registrare i dati di tale evento in un proprio sistema
informativo per renderli disponibile a propri eventuali processi (ad esempio di controllo e rilevazione
statistica) non rilevanti in questo contesto.
Eccezioni
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Nel caso di CambioIndirizzo, VariazioneDatiAnagrafici, se l’A.S.L. rileva che il cittadino oggetto
dell’evento non è nel proprio anagrafe, registra il cittadino nel proprio anagrafe come cittadino assistibile e
pubblica l’evento NuovoAssistibile.
Figura 14 diagramma di sequenza raffigurante le fasi del servizio
Postcondizioni
Le banche dati di Comune, ASL, Regione risulteranno allineate.
Servizi di Aggiornamento della Componente Catastale per i Comuni.
Al fine di mettere la corretta erogazione dei servizi SIT ai Cittadini e alle maiuscoli iniziali imprese sarà
necessario mettere in piedi una infrastruttura di cooperazione tra l'ente CST, collettore di servizi, e l’Agenzia
del Territorio. A tal fine nel paragrafo successivo sono dettagliati a grandi linee i principali moduli che
realizzano questa attività.
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Accordo di Servizio: Specifiche semi-formali
Il servizio e le sue funzionalità saranno descritte attraverso una rappresentazione semi formale.
Casi d’uso d’alto livello
Essenzialmente questo servizio infrastrutturale permette il continuo aggiornamento delle banche dati
comunale, esso è costituito da 2 funzionalità principali una di impacchettamento della richiesta/risposta ed
uno della notifica di risposta
Figura 15 Servizio infrastrutturale di richiesta aggiornamento dati
Vista funzionale di base dei Servizi
Il flusso per l’ “Invio dati Catasto ai Comuni” è schematizzato nella figura seguente: Il CST provvederà ad
acquisire i dati alla Agenzia della Territorio andando a poi gestire questi dati prelevati in modo centralizzato
nel proprio database territoriale, eventuali richieste operate da parte comune attraverso l'utilizzo di opportuni
Web Service che permetteranno l'aggiornamento delle informazioni. La strutturazione dei moduli principali
che compongono il servizio è rappresentato nella immagine successiva.
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Dati catastali Agenzia del Territorio
Moduli di acquisizione dati
DB
CM
CST
Infrastruttura di comunicazione
WebServices/SOAP
Trasferimento dati catasto
DB
Comunale
Comune
Si noti che l’infrastruttura di comunicazione si poggia sul protocollo SOAP e utilizzerà i seguenti servizi e
repository da implementare:

QES (Queue Envelope Service):
Questo servizio (componente server) si occupa “dell’imballaggio” del pacchetto dati destinato
all’aggiornamento della banca dati del Comune di destinazione.
Il servizio riconosce il soggetto (in questo caso, il Comune) di destinazione, crea un file XML con le
intestazioni necessarie alla catalogazione del pacchetto, notifica al sistema l’avvenuta operazione.

UQC (Update Queue Container)
Contenitore per i pacchetti di aggiornamento.
Tale contenitore è reso disponibile al DUWS al fine evadere le richieste di un client. Questo contenitore,
oltre ad archiviare il pacchetti di aggiornamento, mantiene traccia di tutto ciò che avviene (inserimento
di nuovi pacchetti, avvenuta trasmissione dei pacchetti ai destinatari, rimozione dei pacchetti dalla coda
etc.) al fine di costruire una cronistoria dei processi di aggiornamento dei dati.

DUWS (Data Update Web Service)
Il servizio rende disponibili gli aggiornamenti notificando al richiedente se esistono o non esistono
aggiornamenti relativi alla richiesta.
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Precondizioni
Il client che accede al servizio deve possedere e idonee credenziali per accedere al servizio
Flusso principale
La richiesta proveniente da un client (identificato ed autenticato) viene inoltrata attraverso il canale di
comunicazione al servizio di aggiornamento, rappresentato da un’applicazione WebService che,
attraverso una porta di comunicazione messa a sua disposizione dal WebServer, espone le funzioni
specifiche al client e colloquia con esso tramite XML attraverso il protocollo SOAP. Il DUWS una volta
ottenuta risposta di avvenuta transazione (se il client ha ottenuto gli aggiornamenti) archivia le
informazioni sulla transazione ed elimina il pacchetto dati dalla UQC.
Postcondizioni
I dati presso l’Ente che ha richiesto il servizio saranno correttamente allineati con quelle dell’Agenzia
Servizi online messi in cooperazione
Una parte dei servizi offerti sul front-office saranno messi in cooperazione applicativa attraverso la
piattaforma di Porta di Dominio. In particolare i servizi proposti in cooperazione saranno:
Accordo di Servizio: Specifiche semi-formali
Il servizio e le sue funzionalità saranno descritte attraverso una rappresentazione semi formale, in particolare
saranno evidenziati i principali casi d'uso relativi alle funzionalità che gli Enti offrono ai cittadini.
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Casi d’uso per i servizi al cittadino
Figura 16 Servizio di accesso agli archivi comunali
Servizi di consultazione per la banca dati anagrafica
Saranno disponibili i seguenti servizi di consultazione:
o
o
o
o
o
o
o
o
certificato di nascita
certificato di cittadinanza
certificato di morte
certificato di residenza
stato civile
stato di famiglia
posizione rispetto agli obblighi militari
certificato sui diritti politici
Servizio di consultazione per tributi ICI e TARSU
o storico delle denunce. Per consultare la situazione delle denunce dell’utente;
o pagamenti effettuati
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o provvedimenti di liquidazione ed accertamenti in corso che l’Amministrazione ha emesso nei
confronti del cittadino;
Analisi funzionale dettagliata del servizio
Precondizioni
L'attore che fluisce del servizio, il cittadino, dovrà dotarsi di apposite credenziali per accedere ai
servizi on-line offerti dall’ Ente.
Flusso principale
I servizi evidenziati attraverso i precedenti casi d'uso saranno erogati tutti allo stesso modo, attraverso
il portale del CST, le principali fasi riguardanti la fruizione di questi servizi sono:
o accesso al portale
o processo di autenticazione
o fruizione del servizio
-
Figura 17 Scenario raffigurante la sequenza delle macro operazioni per la fruizione del generico servizio
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Postcondizioni
Il documento sarà pronto per la stampa, disponibile sullo schermo del cittadino
Collaudo dei servizi di cooperazione
Al fine di valutare efficacemente i servizi di cooperazione applicativa implementati, in collaborazione con il
CSO sarà portata avanti una fase di testing e di collaudo finale dei Servizi. Questa fase prevederà una
campagna di test in cui saranno valutati almeno tre diversi scenari di utilizzo del servizio, per questi tre
scenari saranno messi in piedi test di integrazione e test di carico.
6.7 Elenco degli acronimi
AAA .....................Autenticazione, Autorizzazione e Accounting
AA.PP .................Amministrazioni Pubbliche
CSO ....................Comuni di Caserta Sud Ovest
CNIPA ..................Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione
IPA .......................Indice Pubblica Amministrazione
FTP .....................File Transfer Protocol
J2EE ...................Java 2 Enterprise Edition
PA .......................Pubblica Amministrazione
PDD .....................Porta di Dominio
PPAA ...................Pubbliche Amministrazioni
SICA…………….. Servizi di Interconnessione e Cooperazione Applicativa
SID su CA……… Sistema Informatico Distribuito basato sul Paradigma Della Cooperazione Applicativa
SIL………………. Sistema Informativo Locale
SIC………………..Sistema Informativo Comunale
SMTP ..................Simple Mail Transfer Protocol
SOA ....................Serice Oriented Architecture.
SOAP ..................Simple Object Access Protocol
UDDI ...................Universal Description Discovery and integration
WSDL .................Web Service Description language
WS ......................Notazione usata all’interno di questo documento per indicare brevemente la tecnologia dei
Web Services
XML ....................eXtended Mark-Up Language
UML ....................Unified Modeling Language
IL CRONO PROGRAMMA
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WBS
1
2
3
4
5
6
7
8
Attività
M1 M2 M3 M4
Adempimenti
amministrativi
Predisposizione
impianti HW e
network
Installazione sw
di base presso
CST
Configurazione
PDD e ESB
Integrazione
back end
applicazioni
comuni
Configurazione
dati e servizi dei
comuni
Definizione e
implementazioni
processi base
Definizione e
implementazioni
processi
complessi
M5
M6 M7 M8
M9
M10 M11 M12
M13
M14 M15 M16 M17 M18
Kickoff
Integrazione
Configurazione
Implementazione
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CAPITOLO VII
L’indicazione dei benefici attesi, per ciascun servizio, da parte di
ciascuna amministrazione aderente, in termini di:
- riduzione degli oneri burocratico/amministrativi e dei costi relativi ai
contratti per l’acquisizione e la fornitura di beni e servizi ICT
- riorganizzazione dei singoli Enti soci e conseguente riduzione di costi
e/o incremento nella qualità e nella completezza dei servizi utilizzati
- disponibilità sopravvenuta di risorse umane, nei singoli Comuni, a
seguito del conferimento di attività, funzioni e servizi al centro servizi
- disponibilità di nuovi servizi per l’amministrazione, i cittadini e le
imprese.
Servizi di back office
In questa categoria sono compresi i servizi che verranno messi a disposizione degli enti partecipanti
all’aggregazione e finalizzati alla creazione di una piattaforma unificata di back office, con il chiaro
obiettivo di semplificare gli standard di erogazione dei servizi di base ed agevolare
l’implementazione dei servizi avanzati, con particolare riguardo all’ottimizzazione e reingegnerizzazione dei processi organizzativi e alla dematerializzazione.
È evidente, infatti, che se è certamente possibile realizzare meccanismi (più o meno complessi) di
integrazione di sottosistemi eterogenei, è altrettanto evidente che una uniformità degli strumenti di
back office non solo semplifica e accelera la disponibilità di nuovi servizi ma ne permette una più
agevole ed efficiente gestione operativa.
Le arre di copertura funzionale relative ai servizi di back office sono illustrate nel seguito.
Gestione area finanziaria
Sono previsti moduli e applicazioni in merito a:

Contabilità Finanziaria: consente la gestione completa degli adempimenti finanziari
aggiornata al Nuovo Testo Unico degli Enti Locali D.Lgs. 267/2000 e successive
modificazioni

Contabilità Iva con la possibilità di avere le contabilità iva separate per servizi ed
indicazione dei diversi codici attività

Contabilità Irpef con la possibilità di effettuare riepiloghi per codice tributo, tipo ritenute
e creditori. Stampa della certificazione fiscale e modelli CUD e la generazione mandati
per il versamento delle ritenute d’acconto

Dichiarazione previdenziali e fiscali con la possibilità di produrre le dichiarazioni per il
modello Unico, il 770 semplificato/ordinario ed Emens

Gestione Tesoreria per il controllo dei flussi di cassa, dei sospesi e relative stampe del
giornale di cassa e del conto del tesoriere

Verifica degli Equilibri come previsto dall’articolo 193 del testo unico sulla salvaguardia
degli equilibri di bilancio

Rendicontazione composta dalla Rideterminazione dei residui, la gestione del patto di
stabilità e la relazione tecnica del conto del bilancio

Contabilità Mutui, Economato

Contabilità Economica Patrimoniale

Certificati al Bilancio di Previsione ed al Conto Consuntivo (omologati)

Contabilità Clienti Fornitori

Patrimonio

Recupero elusione ed evasione fiscale
Gestione Servizi Demografici
Dovranno essere supportate le diverse attività degli Uffici preposti, riducendo il carico di lavoro e
migliorando l'affidabilità delle registrazioni e la qualità degli atti. L'automazione del sotto sistema
relativo ai Servizi Demografici, dovrà prevedere un insieme di procedure altamente integrate per la
gestione di Anagrafe, A.I.R.E., Stato Civile, Elettorale, Statistiche, Leva scolastica e Militare,
Interscambio dati con gli Enti centrali e locali, tale da realizzare il conseguimento di obbiettivi e
risultati ai quali l'aggregazione attribuisce primaria importanza nel piano di progetto. Rappresenta la
struttura di base sulla quale costruire progetti di e-government realmente efficaci ed in grado di
consentire l’accesso telematico dei cittadini ai servizi erogati on-line e/o attraverso terminali selfservice. Le funzionalità da realizzare riguardano:

Possibilità di avere informazioni (anche via web) sulla popolazione nella sua
collocazione sul territorio e secondo le caratteristiche richieste (fascia di età, sesso,
professione, titolo di studio, cittadinanza, ecc.).

Possibilità di avere un quadro globale delle attività presenti sul territorio comunale.

Possibilità di integrare e scambiare i dati con i principali applicativi del Comune (tributi,
commercio, edilizia, servizi sociali, rette e trasporto scolastico, delibere e protocollo
informatico, ecc…).

Possibilità di abilitare la consultazione da parte di altri operatori interni ed esterni (Forze
dell’Ordine, Vigili Urbani, ecc…) .

Consentire la gestione remota del sistema demografico con connessione in rete
geografica da n delegazioni comunali, con possibilità di discriminare le funzionalità.

Possibilità di attivazione di Totem per l’autocertificazione.

Archiviazione storica di tutte la variazioni anagrafiche intercorse con conseguente
rilascio di certificazione storica e conseguente possibilità di richiedere al Ministero
dell’Interno l’autorizzazione per l’abbandono del cartaceo.

Gestione rilascio delle carte di identità elettronica.

Gestione guidata per la validazione dei codici fiscali; gestione del SIATEL.

Popolamento e aggiornamento dell’INA.

Integrazione del sistema XML-SAIA v.2 (invio delle comunicazioni anagrafiche AP5 e
Servizio di Consultazione Anagrafica tra comuni ed enti).

Gestione completa dell’A.I.R.E. ed integrazione con il software ANAG-AIRE.

Integrazione con il software ISI-ISTATEL per l’invio telematico delle statistiche
demografiche all’ISTAT.

Integrazione del sistema ARCO-WEB dell’I.N.P.S.

Disponibilità dei dati per enti esterni: ASL, Questura, Motorizzazione civile, INPS, RAI,
Distretto Militare.

Possibilità di estrarre statistiche della popolazione sia secondo criteri prestabiliti sia sulla
base di parametri definiti dall’utente.

Gestione di anagrafi parallele (irreperibili, anagrafe temporanea, persone in soggiorno,
cittadini non residenti cui viene rilasciata la carta di identità, ecc..).

Gestione del rilascio e monitoraggio delle attestazioni di soggiorno regolare e
permanente per i cittadini comunitari.

Gestione censimento della popolazione.

Possibilità di esportare dati verso altri sistemi applicativi.

Digitalizzazione ed archiviazione dei modelli AP/5, AP/6, Cartellini delle carte di
identità, foto dei cittadini.

Gestione Vigilanza Anagrafica.

Gestione sicurezza dei cittadini mediante politiche di promozione della sicurezza dei
cittadini privilegiando strategie partecipative della comunità e dei soggetti istituzionali
che vi operano.
Gestione Segreteria

Gestione messi, casa comunale ed albo pretorio

Gestione completa degli atti amministrativi (Delibere e Determine)

Protocollo Informatico (con modulo di acquisizione ottica)

Processo di de-materializzazione dei fascicoli del personale in servizio secondo le
procedure previste in materia o/e dei fogli famiglia
Gestione del Personale

Paghe

Rilevazione Presenza, Gestione Economica del Dipendente
Gestione Cimiteriali

Gestione sepolture

Gestione cartografica cimiteriale

Gestione delle traslazioni

Gestione Morosità
Edilizia Privata

gestione pratiche edilizie

catasto

catasto incendi

certificato destinazione urbanistica

certificato di agibilità ed anagrafe immobiliare
Servizi di intranet per gli enti dell’aggregazione
In questa categoria sono presenti i servizi per gli operatori interni dei comuni aderenti
all’aggregazione. Tramite Login e Password assegnate, essi potranno accedere all’area riservata,
all’interno della quale, in funzione delle proprie credenziali di accesso, potranno interrogare banche
dati e visualizzarne i risultati, consultare contenuti di carattere istituzionale e riservato, accedere
agli strumenti e ai servizi di community, utilizzare i servizi di back office e, per i soli utenti
“amministratori”, gestire i servizi del portale.
Una delle sezioni istituzionali della Intranet dovrà essere rivolta alla gestione delle attività interne di
supporto al progetto. Questa sezione costituisce un canale di comunicazione permanente fra tutti gli
attori coinvolti nel progetto, con pubblicazione on line di informazioni di utilità generale finalizzata
a favorire l’accumulo, l’archiviazione e la condivisione della conoscenza attraverso l’utilizzo di
funzionalità di supporto alla gestione dei documenti.
Servizi di community
In quest’area sono compresi l’insieme di strumenti che costituiscono la piattaforma collaborativa
per gli Enti aderenti all’aggregazione. Essi consentiranno l’avvio e il consolidamento della rete dei
comuni, facilitando la condivisione di conoscenze ed esperienze, agevolando i meccanismi di
comunicazione multilaterale, sia sincrona che asincrona, mediante una gestione centralizzata,
attraverso l’utilizzo della struttura di gestione, o diffusa, tramite contatto diretto fra ente ed ente.
Gli strumenti previsti sono Forum, Newsletter, Contatti, Bacheca elettronica e Conferenze in rete.
Gestione ambiti
I Piani Sociali di Zona (PdZ) sono lo strumento fondamentale per definire e costruire il sistema
integrato di interventi e servizi sociali. Il processo di costruzione dei PdZ parte dal territorio e si
sviluppa sia attraverso il lavoro dei Comitati di Distretto, per la parte politica, sia attraverso il
lavoro di tavoli tecnici e tematici cui partecipano non solo le istituzioni (in particolare Regione,
Province, Comuni, Aziende USL, alcune amministrazioni statali), ma anche le IPAB, il mondo della
cooperazione sociale e del volontariato, le organizzazioni sindacali e varie forme di
associazionismo. La gestione delle informazioni relative agli ambiti territoriali darà la possibilità ai
vari comuni non solo di poter condividere documentazione, modelli, bandi etc., con un reale e
chiaro snellimento e velocizzazione delle procedure, ma anche e soprattutto dovrà mettere a
disposizione degli utenti una serie di servizi atti ad effettuare le operazioni di consultazione e di
gestione degli ambiti sociali cui appartengono i comuni dell’aggregazione. Le funzionalità previste
sono:

Ambito Sociale del comune di appartenenza dal quale è possibile accedere alle
informazioni relative al piano di zona relativo

Ambiti Sociali dal quale è possibile accedere all’area di consultazione e gestione degli
ambiti sociali definiti.
Gestione archiviazione documenti e de materializzazione
Il servizio di Archiviazione dovrà permettere la creazione e la gestione di archivi di documenti
digitali messo a disposizione per particolari categorie di utenti. Lo scopo principale
dell’applicazione è quello di raccogliere, preservare e distribuire documenti in formato digitale.
Questi possono essere testo, tabelle, immagini, registrazioni audio e/o video, ecc; materiale
comunale: regolamenti, bandi di gara, statuti ecc.
Mediante tale servizio dovrà essere possibile:

Gestire documentazione comunale o qualsiasi altra tipologia di documentazione digitale

Effettuare ricerca sia semplice che avanzata offrendo la possibilità di ricercare:
a.
nei metadati (nome autore, titolo documento, data di inserimento, etc.)
b.
all’interno del testo dei documenti stessi

Funzionalità di navigazione nell’archivio, con filtro automatico sulla visualizzazione o
meno di documenti riservati a determinate tipologie di utenza

Procedura di archiviazione eseguibile dall’autore dei documenti tramite un’interfaccia
user-friendly

Archiviare e classificare, tramite procedure completamente automatizzate, tutti i
documenti prodotti dalle amministrazioni facenti parte dell’aggregazione

Avere a disposizione strumenti avanzati per il recupero degli archivi cartacei pregressi, a
partire da funzionalità di scannerizzazione, OCR/ICR, ecc.
Strumenti per il governo del territorio
Strumenti per l’e-democracy
Un progetto di e-democracy non può certamente prescindere dalla definizione di un quadro esplicito
di regole della partecipazione, che identifichi i ruoli dei soggetti coinvolti, le modalità di
svolgimento, gli obiettivi ed i risultati attesi dal coinvolgimento dei cittadini nel processo
decisionale. Tali modalità di svolgimento del processo di e-democracy hanno una valenza di tipo
generale e sono quindi applicabili a tutte le politiche relative agli ambiti di competenza degli Enti
coinvolti. Una volta individuata la politica sociale su cui saranno coinvolti i cittadini con lo scopo di
far concretamente emergere le loro istanze e proposte, il vero e proprio valore aggiunto dell’edemocracy, andranno successivamente definite le diverse fasi inerenti il suo ciclo di vita. Il passo
successivo consiste nella definizione delle modalità partecipative dei cittadini. La scelta è fra due
opzioni, caratterizzate dalla diversa incidenza qualitativa e quantitativa della partecipazione sull’iter
istituzionale del processo politico in esame:

un percorso di tipo lineare, che segue l’intero processo di definizione di una specifica
politica locale e prevede il coinvolgimento dei cittadini nel corso dell’intero
procedimento

un percorso di tipo trasversale che segue una o più fasi del ciclo di una o più politiche
locali, anche fra loro collegate, su cui sono coinvolti i cittadini.
Momento centrale nella definizione del processo partecipativo è l’individuazione della fase del ciclo
di vita della politica su cui andrà ad incidere il processo di e-democracy e andranno definite le
regole inerenti la partecipazione riguardanti:

il grado di apertura, ovvero i criteri di ammissione di esclusione dei partecipanti

le regole, e cioè il modo in cui si potrà intervenire, inteso come spazio/tempo a seconda
del contesto e del canale di comunicazione prescelto

gli standard di tempestività nella pubblicazione dei documenti, in particolare il ritardo
max di pubblicazione da parte dei partecipanti (attori pubblici e privati)

gli standard di comportamento richiesti agli attori pubblici.
Si prevede di realizzare una piattaforma tecnologica in grado di supportare la definizione flessibile
delle regole generali della procedura di intervento grazie alle quali i cittadini potranno essere
coinvolti nei processi decisionali della Pubblica Amministrazione. Il supporto tecnologico per
garantire tale coinvolgimento dovrà essere basato su una piattaforma multicanale, basata su
telefonia fissa e mobile, Internet e altri canali eventualmente disponibili, al fine di consentire la
partecipazione di tipo consultivo, nonché quella di tipo propositivo, sia di tipo “debole” che di tipo
“forte”.
Servizi di front-office al cittadino e alle imprese
In questa tipologia di servizi sono compresi sia i servizi tipici dell’e-government, secondo la
classificazione per “eventi della vita” che gli strumenti innovativi di ascolto e partecipazione attiva
per l’e-democracy e il governo del territorio.
Fermo restando la necessità di garantire sicurezza e privacy, tramite opportuni meccanismi di
autenticazione, per tutti i servizi di natura individuale, l’obiettivo generale è quello di fare in modo
che la gran parte delle attività di back office delle amministrazioni che fanno parte
dell’aggregazione siano fruibili on-line.
Facendo riferimento ai livelli di interazione definiti a livello di UE, riepilogati nella tabella
seguente, l’effettivo livello di interazione per ogni ente dell’aggregazione sarà determinato dalle
caratteristiche del back office disponibile, e dalla sua integrabilità e/o sostituibilità.
Livelli di interazione
Livello 1
Disponibili on-line solo informazioni sulle
procedure
Livello 2
Interazione ad “una via” (per esempio download di
moduli)
Livello 3
Interazione a “due vie” (per esempio possibilità di
avviare on-line la procedura)
Livello 4
Esecuzione on-line dell’intera procedura (incluso il
pagamento – ove applicabile)
La disponibilità di servizi on-line va intesa, per quanto riguarda l’interoperabilità e la cooperazione
applicativa fra le amministrazioni, come disponibilità di servizi accedibili attraverso porte di
dominio.
Servizi di e-government
I servizi on-line che potranno essere resi disponibili attraverso il back office unificato
riguarderanno, a titolo di esempio non esaustivo:

AREA DEMOGRAFICI
a.
servizio di autocertificazione telematica
il cittadino, attraverso le sue credenziali di accesso, viene riconosciuto dal sistema ed
in maniera automatica vengono riportati i suoi dati anagrafici, necessari per
l’autocertificazione richiesta
b.
consultazione anagrafica
vengono visualizzati i dati anagrafici e di stato civile del cittadino ed eventualmente
il foglio di famiglia. Questo servizio può essere rilasciato sia per il cittadino
‘comune’ (in tal caso saranno visualizzati solo i propri dati) sia alle Forze
dell’Ordine che saranno autorizzate ad interrogare la banca dati nella sua interezza
c.
consultazione liste elettorali
servizio per gli enti autorizzati, previo rilascio di password, che possono consultare
le liste elettorali.
d.
richiesta certificati originali
possibilità di richiedere via web certificati in originale. L’utente compila il modulo
di richiesta indicando il richiedente e l’intestatario e recapito dove dovrà essere
inviato il certificato in originale
e.
consultazione consistenza elettorale
f.
compilazione modulo di cambio residenza
il cittadino, autenticato e riconosciuto, ha la possibilità di compilare il modulo di
comunicazione di cambio di residenza. Questo modulo potrà essere stampato, e
contemporaneamente sarà mandato automaticamente al Comune ed ad uno o più
indirizzi di posta elettronica dell’Ente.

AREA TRIBUTI
a.
consultazione tributi
I cittadini autenticati potranno accedere via web alla consultazione della propria
situazione tributaria (anno corrente, anni pregressi, situazione versamenti ecc.)
b.
visualizzazione schede contribuente con:
dettaglio pratica o immobili, dettaglio pagamenti effettuati, violazioni, ruoli,
discarichi, rimborsi, rateazioni, compilazione modulo di denuncia Tarsu,
compilazione modulo di denuncia Ici

AREA CONTABILE
a.
consultazione bilancio di previsione
b.
consultazione conto consuntivo
c.
fatture fornitori
i fornitori, previo rilascio di password, potranno consultare lo stato di avanzamento
delle proprie fatture

AREA SEGRETERIA
a.
consultazione albo pretorio
b.
consultazione delibere
possibilità di ricerca full-text delle delibere e visualizzazione in formato pdf
c.
consultazione protocollo
il cittadino può verificare lo stato della propria posta da e verso il Comune,
verificarne l’avanzamento dei lavori, e la giacenza presso uno o più uffici comunali
Per gli enti non dotati del back office unificato, o di parte di esso, sarà necessario costruire le
opportune interfacce al fine di garantire, al minimo, le autocertificazioni (per l’area demografici) e
le consultazioni (per l’area tributi).
e-democracy
In questo ambito dovranno essere resi disponibili strumenti e tecnologie in grado di supportare i
processi di partecipazione attiva, i cui percorsi potranno essere definiti dinamicamente. Le
funzionalità attese dovranno riguardare:

Accessibilità, alla rete per qualunque tipo di utente

Personalizzazione, delle informazioni e dei servizi in base agli interessi ed alle
preferenze dell’utente ed in base alla sua posizione sul territorio

Interattività, attraverso il superamento degli strumenti interattivi tradizionali verso un
sistema capace di costruire l’informazione insieme all’utente

Multimedialità, con contenuti audio e video oltre che testuali, iconografici e cartografici

Sicurezza, tramite servizi a valore aggiunto, fruiti attraverso internet

Espandibilità, con la predisposizione per nuove tecnologie e ulteriore sviluppo del
servizio
Di conseguenza, le tecnologie che dovranno essere messe a disposizione dovranno essere del tipo:

Informativo, per esempio newsletter a tema, information e content provider, rubriche

Di dialogo, risposte pubbliche a mail private, mailing list, forum pubblici, blog,
conferenze virtuali

Per la consultazione, questionari, sondaggi (tramite partecipazione qualificata, rispetto
della privacy e raccolta dei dati in forma aggregata)
Nella figura successiva è mostrata una visione complessiva dei servizi di back Office offerti
tramite la piattaforma proposta. Da evidenziare come questi servizi riescono ad utilizzare in
modo altamente integrato le principali banche dati presenti presso l’Ente.
Figura 18 visione globale dei principali servizi di back Office offerti e le loro correlazione con le
principali banche dati comunali
Soluzioni tecnologiche
In conformità con le indicazioni del DD n. 226 e coerentemente con le linee guida illustrate al
paragrafo 2.1, per la realizzazione dei servizi previsti in progetto verranno utilizzate soluzioni a
catalogo di riuso regionale e/o nazionale e prodotti open source.
Questa strategia di implementazione se da un lato libera risorse economiche da destinare ai servizi
tecnici e professionali necessari per la concreta realizzazione del progetto, azzerando i costi di
acquisizione delle licenze software, dall’altro riutilizza a pieno investimenti e buone pratiche già
concretizzate, capitalizzando il patrimonio di esperienze e conoscenze già acquisito in altri contesti.
L’architettura complessiva del progetto prevede l’integrazione di diverse componenti che, facendo
riferimento ai servizi illustrati nel paragrafo precedente, possono essere riepilogate in:

servizi infrastrutturali
per la realizzazione dei servizi appartenenti a questa categoria, si prevede l’utilizzo
di componenti open source, già personalizzate nell’ambito di altri progetti o da
personalizzare.
In particolare per l’implementazione dell’autenticazione e la sicurezza informatica e
per il single sign on si ipotizza l’uso di CAS (open source) personalizzato
nell’ambito del progetto “Rete di comuni casertani” (riuso).

servizi di back office
per i servizi di back office la piattaforma di riferimento adottata è il “Sistema
Informativo Nolano” (riuso) che garantisce la completa copertura funzionale dei
servizi previsti e la disponibilità di web services, al fine di una rapida
implementazione dei meccanismi di interoperabilità e cooperazione applicativa.

servizi di intranet per gli enti dell’aggregazione
i servizi previsti in questa sezione verranno implementati a partire dalla piattaforma
di riferimento della “Rete di comuni casertani” (riuso). La soluzione è stata
realizzata sia con lo sviluppo di componenti ad-hoc sia personalizzando componenti
open source quali OpenCMS, JForum, Roller, OpenMeetings, Red5, Dspace.

strumenti per il governo del territorio
le tipologie di servizi che ricadono in questa categoria verranno implementate a
partire dalle soluzioni (riuso) realizzate nell’ambito della “Rete di comuni casertani”,
per l’attivazione dei servizi di e-democracy.

servizi di front office per il cittadino e le imprese
i servizi di e-government potranno essere erogati sia in collegamento con il backoffice unificato sia attraverso opportuni interfacciamenti con sistemi eterogenei. I
servizi potranno essere realizzati facendo uso delle componenti presenti all’interno
del “Sistema Informativo Nolano” e della “Rete di comuni casertani” (riuso).
Attraverso il riuso di quest’ultimo progetto, inoltre, verranno attivati i servizi per la
partecipazione attiva.
Le soluzioni tecnologiche adottate sono illustrate in dettaglio nei paragrafi seguenti.
Autenticazione e sicurezza informatica / Single Sign On
Il sistema di profilazione e autenticazione dell’utenza che verrà implementato per l’accesso ai
servizi si basa sul sottosistema di gestione degli utenti e dei servizi realizzato nell’ambito del
progetto “Rete di comuni casertani” (riuso) che, per le autorizzazioni e il controllo degli accessi,
utilizza una soluzione open source valutata positivamente da esperti di sicurezza.
In particolare, si utilizzerà una soluzione sviluppata in ambiente accademico e basata
sull’esperienza del sistema Kerberos, un sistema di autenticazione sviluppato dal MIT e adottato da
diversi prodotti commerciali, fra cui anche Windows 2000 per l'infrastruttura Active Directory. La
soluzione, denominata CAS, è un sistema di autenticazione centralizzato sviluppato come progetto
Open Source presso l’Università Americana di Yale che offre un servizio di validazione delle
credenziali utente. Esso è in grado di creare un ambiente di lavoro unico di tipo "single sign-on" per
applicazioni web o per risorse che utilizzano le stesse. I motivi che portano alla scelta di un sistema
basato sull'autenticazione singola sono la convenienza e la sicurezza, infatti, gli utenti devono fare
sempre di meno e le applicazioni sono protette da qualcuno altro. La centralizzazione del servizio
garantisce, inoltre, la centralizzazione dei contenuti insieme alla centralizzazione della
autenticazione.
Il funzionamento del sistema Cas può essere sintetizzato come segue:

L'utente cerca di accedere ad una applicazione o ad una risorsa web usando l'URL della
stessa. Esso viene rediretto all'URL della pagina di login del CAS su di una connessione
HTTPS, passando il nome del servizio richiesto come parametro, e si trova di fronte ad
una scheda contenente uno username e una password da inserire.

Dopo l'inserimento dei campi richiesti il CAS tenta di autenticare l'utente. Se
l'autenticazione fallisce l'applicazione a cui tentava di accedere l'utente non si accorge di
nulla e questi rimane bloccato alla pagina di autenticazione del CAS.

Se invece l'autenticazione viene portata a termine regolarmente l'utente viene rediretto
alla risorsa che era stata richiesta in precedenza appendendo però all'URL di redirezione
un così definito ticket. Cas cerca di creare inoltre un in-memory cookie definito ticketgranting cookie. Ciò a garanzia di una re-autenticazione automatica su servizi diversi
che a loro volta richiedono autenticazione; infatti, il cookie indica che l'utente si è già
autenticato con successo e questo gli evita di dover reinserire i suoi dati.

L'applicazione richiamata dall'utente poi verifica che il ticket sia corretto e che
rappresenti un utente validato chiamando la funzione "serviceValidate URL" aprendo
una connessione HTTPS e passando il ticket e il nome del servizio come parametro.
CAS controlla che il ticket inviato sia valido e associato con il servizio richiesto e
successivamente, se la validazione ha avuto successo viene restituito al chiamante il
nome utente.
Nella figura seguente è riportato uno schema sintetico del funzionamento
Il sistema affronta il problema della sicurezza in maniera ottimale: la password ed il nome utente
circolano solamente tra il browser ed il server attraverso un canale criptato.
Le re-autenticazioni seguenti sono eseguite in maniera del tutto trasparente all'utente previa
accettazione da parte dello stesso di un cookie privato; solo il CAS può leggere e scrivere questo
cookie che contiene solo un identificativo di sessione; l'applicazione riceve un "ticket opaco" che
non contiene informazioni personali. Questo ticket circola in chiaro fino al browser (come
parametro CGI), ha una breve durata di vita e non è utilizzabile da alcuna altra applicazione se non
da quella che lo ha richiesto.
Il sistema Cas dispone inoltre delle seguenti funzioni:

Controllo costante dell’erogazione e delle prestazioni del servizio mediante strumenti di
supervisione accessibili via web dal personale abilitato;

Utilizzo di sistemi di crittografia di tipo SSL a 128 bit o superiore per lo scambio di dati
sensibili;

Sistema di validazione e profilazione di tutti gli utenti, mediante l’utilizzo di tecnologie
SSL.

L’accesso al servizio è controllato con chiavi di accesso.

La generazione delle password rispetta i seguenti criteri di robustezza: non banale,
lunghezza minima di sei caratteri, presenza di almeno due caratteri non alfabetici,
obbligo di sostituzione dopo il primo accesso, ecc.

Le chiavi di accesso sono assegnate individualmente e non riutilizzate.

Le chiavi di accesso vengono disattivate dopo n (n<10) tentativi di accesso eseguiti con
esito negativo.

Le chiavi di accesso possono essere temporizzate.

Le chiavi di accesso possono decadere dopo un certo periodo

Sono assegnati profili di accesso che consentono il trattamento dei soli dati
indispensabili.
Piattaforma di back office
Per la predisposizione della piattaforma di back office unificato si prevede l’utilizzo, in riuso, del
“Sistema Informativo Nolano” (SIN), le cui caratteristiche funzionali sono state illustrate in
precedenza.
Dal punto di vista tecnologico, l'integrazione tra le banche dati del sistema informativo e idonei
Web Services permette l’esportabilità di ogni funzione del sistema verso il front office, per esempio
su un portale di servizi (a livello di singolo ente o aggregazione), oltre che l’esposizione di servizi
accedibili, attraverso porta di dominio, da parte di altre amministrazioni.
Il sistema di autenticazione intrinseco al sistema SIN dovrà essere integrato all’interno del sistema
di autenticazione e di single sign on che verrà implementato a livello di aggregazione, che prevede
il riconoscimento tramite smart card (carta di identità elettronica/carta servizi) o di utente e
password preventivamente rilasciati.
Il SIN può essere utilizzato sia in modalità client/server che thin client, su reti locali o geografiche
(pubbliche e private), e può essere installato su sistemi operativi Linux e Windows, oltre ad essere
indipendente dal DB.
Servizi di community
I servizi di community, che verranno implementati sia per il loro utilizzo in intranet fra gli enti
aggregati sia per i servizi di e-democracy, saranno sviluppati a partire dalle versioni personalizzate
di prodotti open source resi disponibili nell’ambito del progetto “Rete di comuni casertani” (riuso).
L’accesso ai servizi è completamente integrato e gestito dal sistema di autenticazione descritto
precedentemente.
I componenti software open source personalizzati sono: Concetto di dominio
Il modello di interoperabilità, che il CST Terra di Lavoro intende attivare, definisce le modalità e le
regole di accesso e di scambio delle informazioni e di fruizione dei servizi fra gli enti, o domini
informatici, che aderiscono al sistema. Per dominio informatico di un ente si intende l’insieme delle
infrastrutture di rete e sistemi informativi, di dati e procedure informatiche che da un punto di vista legale
afferiscono ad un soggetto giuridico titolare della sicurezza e responsabile della tutela della privacy ai fini
del DLgs 30 giugno 2003 n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali”. Un dominio è
quindi costituito tipicamente da una rete intranet e da un insieme di servizi informatici e di utenti che
operano nell’ambito di una unica responsabilità per la sicurezza. Ogni domino informatico dovrà erogare
servizi informatici fruibili sia da operatori interni ai domini (ad esempio dirigenti, sindaco, operatori
uffici comunali, etc.), sia da utenti esterni ai domini (ad esempio i cittadini utenti).Un dominio può inoltre
usufruire dei servizi esposti da un altro ente uscendo dai confini del proprio dominio e sfruttando i servizi
a supporto dell’interoperabilità esposti su una rete internet privata di connessione fra i domini,
convenzionalmente denominata extranet cst.
Attraversare i confini di un dominio informatico significa quindi uscire o entrare nell’area di un
altro dominio sotto la responsabilità di un soggetto chiaramente identificato per quanto attiene agli
aspetti legati alla sicurezza e alla competenza del dato. I modelli architetturali adottati per la
Pubblica amministrazione italiana nel quadro dell’e-government prevedono che esista un solo punto
logico di ingresso ed uscita da un dominio di sicurezza, punto che in termini di astrazione
concettuale abbiamo chiamato gateway applicativo (porta di accesso). I domini informatici
connessi alla extranet cst dovranno quindi conformarsi a requisiti e standard predefiniti e fornire
precise garanzie di sicurezza, che consentono di stabilire tra loro relazioni fiduciarie (trust). Si
riporta di seguito la figura che esemplifica il modello di interoperabilità ipotizzato.
Figura 19 Visione globale della struttura di cooperazione
Modello di cooperazione
Il sistema di cooperazione può essere analizzato attraverso una visione stratificata. Il primo livello è
costituito dall’interfaccia che rappresenta il punto di contatto fra Utenti ed Enti Eroganti. Uno degli
elementi principali è costituito dai portale del CST. Il Portale è il punto di accesso attraverso il quale
cittadini e imprese riescono ad accedere, via Internet, ai servizi messi loro a disposizione. I servizi
possono essere anche molto complessi e rappresentare un processo che coinvolge diverse
amministrazioni e che per essere eseguito nella sua completezza richieda di usufruire a sua volta di molti
singoli servizi delle Amministrazioni coinvolte (caso ad esempio di un portale incentrato più sugli Eventi
della vita che sul singolo servizio).
Il secondo livello affronta la tematica dell’interconnessione: i sistemi per la cooperazione (Nodo
Aggregatore NAG). Il terzo livello descrive l’interconnessione dei servizi erogati dai diversi singoli enti
(concetto di Dominio). I primi 2 livelli sono direttamente gestiti dal CST Terra di Lavoro mentre il livello
più basso può eventualmente essere lasciato direttamente alla competenza dei singoli enti che
compongono l'aggregazione.
Il modello che realizza la cooperazione applicativa, permettendo l’elaborazione distribuita e integrando
sistemi eterogenei su rete pubblica è quindi il seguente:
l’applicazione che deve fornire i servizi viene esposta su una porta applicativa e viene invocata da
un’altra applicazione che opera su una porta delegata. Questo consente all’applicazione che opera sulla
porta delegata di invocare l’applicazione che eroga il servizio sulla porta applicativa, passando la stringa
dei dati prevista e concordata fra le parti per il colloqui, e di ricevere da questa le informazioni richieste in
risposta.
Figura 20 visione di insieme del modello di cooperazione
Il Sistema di Cooperazione Regionale SPICCA
Le linee generali per la realizzazione di sistemi di cooperazione è definito dalla specifiche CNIPA.
In ambito regionale, attraverso Sistema Pubblico di Interoperabilità e Cooperazione applicativa in
Campania
(in seguito SPICCA) si passa dall'attuale modello di interoperabilità che prevede accordi tra i
singoli enti coinvolti, sia negli aspetti tecnici che organizzativi, ad un modello più generale di
cooperazione applicativa che permette ad un qualsiasi servizio disponibile di essere fruibile da
utenti ed Enti, garantendo contemporaneamente la misurabilità della qualità globale del servizio.
Infatti, i criteri identificati per la realizzazione di SPICCA sono elementi generali e funzionali,
basati su standard aperti non proprietari, che garantiscono l'autonomia nella scelta delle tecnologie
realizzative ed organizzative da parte dei diversi Enti che intendono erogare dei servizi.
Cooperazione tra più amministrazioni secondo SPICCA
I comuni dell'aggregazione hanno di concerto deciso la messa in esercizio di un sistema di
cooperazione aderente a SPICCA, il piano di progetto prevede la realizzazione di una piattaforma
per l'avvio di meccanismi di cooperazione sia "tra due Amministrazioni" che “tra più
Amministrazioni". Il Dominio Extranet CST, individuato nella figura precedente, sarà un Dominio
di Cooperazione costituito da più insiemi di Amministrazioni che concorrono alla fornitura di
Servizi Applicativi composti; per ogni servizio erogato dal Dominio, dovrà esistere un Accordo di
Servizio [RIF2] che lo descrive, nel caso di servizi composti l’Accordo di Servizio va corredato di
una specifica che spiega come le varie Amministrazioni componenti concorrono al servizio
composto finale. Questo documento viene definito Accordo di Cooperazione [RIF6] ed è
trasparente rispetto ai fruitori del servizio composto, mentre ha utilità interna al Dominio di
Cooperazione. Si definisce così un modo per distinguere tra servizi la cui responsabilità ricade
esclusivamente sul singolo dominio/amministrazione e servizi di più domini/amministrazioni per i
quali una singola amministrazione assume delega concordata dagli altri, ecc.) la responsabilità che
dovrebbe essere di tutte le Amministrazioni che erogano il servizio composto.
In questo ambito si nota la differenza tra Dominio Applicativo e Dominio di Cooperazione:
il primo infatti rappresenta l’insieme dei Servizi Applicativi erogati dalla singola Amministrazione
in ambito SPCoop mentre il secondo rappresenta un insieme di amministrazioni che cooperano per
l’automazione di un insieme di procedimenti amministrativi su di uno specifico tema.
Di rilevante importanza nel modello SPICCA sono i Servizi di Interoperabilità, Cooperazione ed
Accesso (SICA), che offrono una serie di servizi e componenti software infrastrutturali (non
riconducibili a nessuna amministrazione specifica), il cui obiettivo è di mediare e supportare la
cooperazione tra le amministrazioni. .
Qualificazione della Porta di Dominio
Oltre che dotarsi delle componenti infrastrutturali della Porta di Dominio, sarà necessario[RIF4]
sottoporre la propria Porta di Dominio ad una serie di test di interoperabilità per verificare il
corretto trattamento dei messaggi e la piena compatibilità con gli standard SPCoop [RIF3]. La
verifica viene effettuata tramite una porta di dominio campione ospitata gestita dal CNIPA. La
procedura di qualificazione è formalizzata come un Accordo di Servizio che sarà supportato dalle
Porte di Dominio dei comuni aggregati, implementando i servizi applicativi campione previsti
dall'accordo.
La procedura coinvolge diversi attori: l'amministratore della porta di dominio candidata, la
segreteria del servizio di qualificazione (CNIPA), il referente dell'Ente per l'Indice delle PA.
Figura 21 processo di Qualificazione, passaggi fondamentali
Di seguito riportiamo le Fasi del processo di Qualificazione:
 Richiesta di Credenziali
 Avvio Attività Operativa
 Ciclo della Qualificazione
 Attività di Gestione
La prima fase è propedeutica all'utilizzo del "Sistema di supporto alla Qualificazione di una Porta di
Dominio". Le 2 fasi successive sono legate all'operatività del sistema. Un ulteriore distinguo deve
essere fatto per le operazioni relative alla Gestione del mais con iniziale sistema, inteso come
attivazione, disattivazione il testo operatività del servizio. Questa attività non hanno una
collocazione temporale definita ma vengono descritte in quanto parte integrante delle funzionalità
del Sistema di Qualificazione. Questa attività deve essere prevista per ogni singola amministrazione
che decide di erogare/fruire dei servizi attraverso Porta di Dominio.
Registrazione dei servizi
Per instaurare una relazione di cooperazione è necessario poter definire un Accordo di Servizio, le
cui informazioni andranno registrate nel registro SICA
La Registrazione del servizio è obbligatoria e comprende molteplici attività da effettuare attraverso
il Servizio di Registro SICA (generale o secondari):
• registrazione dei titolari dei sistemi erogatori nell’indice dei soggetti della comunità SPCoop
(SICA generale),
• registrazione degli accordi generali di servizio nel catalogo degli accordi (SICA generale),
• registrazione degli accordi specifici di servizio nel catalogo degli accordi (SICA generale o
secondario),
• registrazione dei servizi da presentare nel registro dei servizi (SICA generale o secondario),
• registrazione dei porti di accesso ai sistemi erogatori nella rubrica degli indirizzi (SICA generale o
secondario).

Forum: Jforum

Newsletter, bacheca elettronica: moduli OpenCMS

Blog: Roller

Videconferenza: OpenMeetings, Red5 (flash server)
Servizi applicativi intranet
Il progetto “Rete di comuni casertani” (riuso) rende disponibili i servizi applicativi di intranet
relativi alla supporto per la gestione ambiti (Piani sociali di Zona) e per l’archiviazione dei
documenti e la dematerializzazione.
Il servizio applicativo per la gestione ambiti è un’applicazione web based sviluppata in Java mentre
il servizio di archiviazione documenti è basato sulla soluzione open source DSpace opportunamente
personalizzata.
Realizzato nell’ambito di un progetto del MIT (Massachusetts Institute of Technology), DSpace
estende la funzionalità di archiviare documenti digitali alla funzionalità di gestione dell’intero ciclo
di vita delle risorse digitali, inclusa la gestione del flusso delle varie attività necessarie.
DSpace gestisce e distribuisce prodotti digitali, creati da files digitali (o bitstreams) e permette la
creazione, l’indicizzazione e la ricerca di metadata associati per localizzare facilmente i prodotti ed
è disegnato per garantire una conservazione a lungo termine dei materiali raccolti.
Nell’ambito del progetto “Rete di comuni casertani”, la principale personalizzazione ha riguardato
la semplificazione dell’interfaccia di archiviazione, funzionalità da estendere con la predisposizione
di appositi strumenti software in grado di archiviare e catalogare automaticamente tutti i documenti
prodotti dalle singole amministrazioni, in piena aderenza allo schema generale di funzionamento di
DSpace, schematizzato nella figura seguente.
Servizi di front office per il cittadino e le imprese
Per l’implementazione dei servizi di e-government ai cittadini e alle imprese potranno essere
utilizzate le soluzioni previste nell’ambito dei progetti di riuso “Sistema Informativo Nolano” (back
office unificato) e “Rete di comuni casertani” (back office eterogeneo), in funzione delle
caratteristiche del back office del singolo ente dell’aggregazione e al fine di favorire l’efficacia di
implementazione dei servizi.
Gli standard tecnologici di entrambi i progetti di riuso fanno riferimento al medesimo modello di
interazione fra il front office e il back office ma, nell’ipotesi di indisponibilità del back office
unificato, è necessaria la realizzazione degli opportuni connettori JCA in grado di garantire
l’allineamento dei sistemi EIS allo standard dei web services.
Con il termine EIS (Enterprise Information Systems), si identifica un sistema che fornisce
un'infrastruttura di informazioni per un'applicazione Enterprise. Esempi tipici di EIS sono i sistemi
legacy e, più specificamente nel caso degli enti che fanno parte dell’aggregazione, sono definiti
come “Sistemi Esistenti”. Il mercato dei tool EAI (Enterprise Application Integration) è molto
complesso ed offre un insieme vastissimo di famiglie di prodotti non facilmente comparabili, di
difficile impiego e soprattutto totalmente dominato da soluzioni proprietarie. La specifica Java
Connector Architecture (JCA), seppur orientata al solo ambito J2EE, assume in questo scenario una
grande rilevanza in quanto è uno standard “aperto” nel campo dell'integrazione di EIS.
Le interfacce dovranno essere sviluppate nel rispetto degli standard JCA, predisponendosi così ad
una piena interoperabilità sincrona ed in tempo reale e simulando, ove non applicabile, il modello di
riferimento.
Comunque si operi, il primo problema che è necessario affrontare in ambito di integrazione è
essenzialmente un problema di comunicazione. Sia che si adotti una visione centralizzata, sia che si
operi punto-punto, il problema principale è la normalizzazione del protocollo specifico della risorsa
con un'interfaccia fruibile dal chiamante. Come si è detto, il problema viene tipicamente affrontato
attraverso componenti denominati genericamente adapter. Nel caso specifico di adapter destinati
alla comunicazione con risorse EIS, vengono più precisamente detti Resource Adapter (RA). Il RA
è un componente che espone delle interface di accesso (client API) per permettere la comunicazione
con la corrispondente risorsa EIS. Il RA ha quindi un duplice scopo:

fornire un'interfaccia omogenea ai client per accedere all'EIS

mascherare la complessità dell'interazione con l'EIS al client
Il RA può essere sincrono o asincrono. Nel caso sincrono, il client, dopo aver invocato un metodo
del RA, inoltra la richiesta e si pone in attesa della relativa risposta (modello RPC).
Nel caso asincrono, il client prosegue la sua elaborazione senza attendere l'arrivo della response
(modello Messaging). Lo standard JCA consente unicamente l'integrazione mediante
comunicazione sincrona.
JCA è l'acronimo di Java Connector Architecture. Definisce un'architettura standard per uniformare
l'accesso ad EIS eterogenei all'interno di applicazioni J2EE. Si focalizza sul design di Adapter
software destinati a connettere applicazioni J2EE con applicazioni non-Java, risorse legacy e
pacchetti applicativi. L'architettura JCA è costituita da tre elementi: le API Common Client
Interface (CCI), i Resource Adapter ed i System Contracts.
L'approccio JCA consente in generale di ridurre la complessità delle connessioni da gestire. Si veda
ad esempio il caso in cui si hanno n Application Server che hanno la necessità di connettersi con m
EIS.
Approcciando il problema con una soluzione proprietaria (senza JCA), si dovrebbero sviluppare n x
m connessioni punto-punto come mostrato nella figura seguente.
Affrontando la medesima situazione con l'ausilio di JCA il problema viene ridimensionato passando
ad una gestione di m + n connessioni risolte mediante l'installazione del RA su ogni Application
Server come mostrato nella figura che segue.
CAPITOLO VIII
La previsione dei costi e dei ricavi nel primo triennio di
funzionamento, con l’indicazione analitica dei costi del personale, delle
consulenze, degli investimenti in tecnologie, della spesa corrente per
l’acquisto di beni e servizi, dei costi generali.
Il totale dei ricavi per anno deve essere analiticamente scomposto in:
- ricavi da Comuni e altri Enti partecipanti per corrispettivi di offerte
di servizi;
- ricavi da contributi finanziari (da Regione, Provincia, Comune etc.)
- altri ricavi.
Omissis …
8.3. Dettaglio costi implementazione servizi di base (Massimali)
8.3.1. MASSIMALI DEI COSTI PER LA REALIZZAZIONE DEI SERVIZI
TERRITORIALI (IVA ESCLUSA)
AZIONE 1 – Progettazione e realizzazione del Sistema Informativo
CST
€ 110.000,00
Progettazione della piattaforma di interscambio dati
EE.LL./CST/A.d.T
Progettazione dei servizi
Realizzazione dei servizi, delle componenti GIS e dei web-services per
l’interoperabilità tra sistemi informativi e tra banche dati ai fini
urbanistici
Rilascio Software, testing e start-up Servizi Territoriali, affiancamento
e formazione
€ 20.000,00
AZIONE 2 – Progettazione e realizzazione delle componenti Comunali
€ 30.000,00
€ 20.000,00
€ 60.000,00
€ 10.000,00
Progettazione delle procedure Informatiche per il trattamento dei dati e
la gestione dei flussi
Realizzazione dei moduli software comunali
AZIONE 3 – Realizzazione delle Banche Dati
Progettazione e realizzazione della banca dati Anagrafe Immobiliare e
integrazione con altre banche dati presenti negli EE.LL.
Inserimento della cartografia tematica
Trattamento ed inserimento Piani regolatori e Strumenti Urbanistici
€ 10.000,00
€ 20.000,00
€ 48.000,00
€ 10.000,00
€ 19.000,00
€ 19.000,00
Le tre Azioni compongono il Lotto Funzionale “SVILUPPO SERVIZI TERRITORIALI” per un
importo totale di €188.000,00 IVA esclusa.
8.3.2. MASSIMALI DEI COSTI PER LA REALIZZAZIONE DEI SERVIZI DI ANAGRAFE
INTEGRATA E TRIBUTI
AZIONE 1 – Progettazione e realizzazione del Sistema CST
Progettazione della piattaforma di interscambio dati
EE.LL./CST/ALTRI ENTI
Progettazione dei servizi
Realizzazione dei servizi e dei web-services per l’interoperabilità tra
sistemi informativi e tra banche dati ai fini urbanistici
Rilascio Software, testing e start-up Servizi Anagrafe e Tributi,
affiancamento e formazione
€ 108.000,00
€ 20.000,00
€ 20.000,00
€ 60.000,00
€ 8.000,00
AZIONE 2 – Progettazione e realizzazione delle componenti Comunali
€ 40.000,00
Progettazione delle procedure Informatiche per il trattamento dei dati e
la gestione dei flussi
Realizzazione dei moduli software comunali
€ 15.000,00
AZIONE 3 – Realizzazione delle Banche Dati
Progettazione e realizzazione della banca dati Anagrafe e Tributi e
integrazione con altre banche dati presenti negli EE.LL.
Inserimento della cartografia tematica
Trattamento ed inserimento atti amministrativi
€ 25.000,00
€ 40.000,00
€ 10.000,00
€ 10.000,00
€ 20.000,00
Le tre Azioni compongono il Lotto Funzionale “SVILUPPO SERVIZI ANAGRAFEE TRIBUTI”
per un importo totale di €188.000,00 IVA esclusa.
CAPITOLO IX
La pianificazione triennale dei flussi di cassa;
Omissis ….
CAPITOLO X
I meccanismi di partecipazione e controllo previsti per la gestione.
Il progetto COPERNICO prevede i seguenti meccanismi di
partecipazione e controllo per la gestione:
IL COORDINAMENTO ISTITUZIONALE
All’atto della deliberazione di adesione al progetto, ogni Comune ha
individuato un proprio rappresentante istituzionale che parteciperà a questo
organismo di coordinamento politico-strategico che darà gli indirizzi per la
gestione delle diverse attività progettuali.
Le riunioni si terranno con cadenza mensile e ad ognuna verrà invitato un
rappresentante della Regione Campania – Assessorato alla Ricerca
Scientifica.
IL COORDINAMENTO TECNICO
All’atto della deliberazione di adesione al progetto, ogni Comune ha
individuato un proprio dipendente o consulente che parteciperà a questo
organismo di coordinamento tecnico che seguirà, comune per comune,
l’effettiva ed efficace implementazione dei servizi oggetto del
finanziamento regionale.
Le riunioni si terranno con cadenza mensile e ad ognuna verrà invitato un
rappresentante della Regione Campania – Settore Ricerca Scientifica.
LA REDAZIONE DI ROCCAROMANA e LA REDAZIONE DI
GRAZZANISE
Il progetto Copernico mira ad unire e valorizzare a livello provinciale tutte le preziose esperienze
maturate nell’e-government dal CST Terra di Lavoro, dal progetto CLUSTER e dall’Unione dei
Comuni Sud-Ovest.
Si badi, non si tratta del mero “incameramento” da parte del CST Terra di Lavoro delle
deliberazioni di Giunta dei Comuni afferenti il progetto CLUSTER e l’Unione Comuni Sud Ovest,
ma con questo progetto si mette in atto una vera e propria strategia territoriale di rafforzamento e
condivisione di buone prassi sperimentate nonché si realizzano effettivamente economie di scala ed
efficienza nell’allocazione delle risorse a disposizione degli Enti Locali a vantaggio dei cittadini.
In pratica, si coglie l’occasione dell’avviso pubblico emanato dalla Regione Campania per
strutturare sul territorio il CST e mettere a frutto le esperienze del progetto CLUSTER e del CSO;
infatti si prevede, sfruttando l’opportunità offerta dal D.D. n.226/2009, di inglobare ed unificare il
cluster con il CST Terra di Lavoro, con la possibilità di raggiungere diversi e più performanti
obiettivi quali la realizzazione di economie di scala, la riduzione dei costi operativi e la possibilità
di ampliare la piattaforma dei servizi disponibili, come meglio illustrato nel seguito del progetto.
La necessità della creazione di una struttura di riferimento redazionale localizzata sul territorio
di competenza del cluster è parte integrante del processo di unificazione e potrà costituire un
importante modello di riferimento nell’ulteriore sviluppo del CST, arricchendo in modo
significativo l’offerta dei servizi del CST stesso nei confronti degli Enti Locali che ne fanno
parte.
Una siffatta previsione trova la sua naturale giustificazione sia come esito della positiva
sperimentazione avvenuta nel corso dell’attuazione del progetto “Cluster di Rete Intercomunale”
che per la preziosa funzione che essa potrà avere rispetto ad un’aggregazione territoriale composta
da piccole comunità locali, disseminate in un territorio molto vaso, orograficamente poco agevole e
notevolmente distante dai maggiori centri di riferimento provinciali ed interprovinciali.
Tale struttura di servizio, da intendersi come presidio territoriale del più ampio organismo tecnico
di assistenza che avrà sede presso il CST Terra di lavoro, potrà utilizzare, con le opportune revisioni
ed aggiornamenti, la dotazione logistica/strutturale già in uso a suo tempo e potrà contare su
metodologie e strategie di lavoro abbondantemente consolidate.
Allo stesso modo, grazie alla realizzazione di questo progetto, presso la sede del Comune di
Grazzanise, facente parte dell’Unione dei Comuni Sud Ovest, si attiverà un altro presidio territoriale
del CST per coordinare gli interventi su quei territori e garantire una pronta assistenza tecnica ai
Comuni dell’Unione CSO.
CAPITOLO XI
I poteri delegati all’Ente Capofila e il ruolo assegnato alla
rappresentanza dei Comuni.
Il ruolo della del CST Terra di Lavoro.
Il CST Terra di lavoro è un interlocutore istituzionale con funzioni e servizi tecnico-amministrativi
che, in via sussidiaria, e d’intesa con i Comuni interessati, può svolgere un notevole ruolo in
sostituzione dei piccoli Comuni, così come previsto anche dall’art. 31 del TUEL.
Tale ruolo del CST deve essere garantito a tutti i Comuni consorziati; al tempo stesso, però, la
possibilità di partecipare alla progettazione e l’avvio di questo nuovo progetto rappresenta per il
CST un’opportunità per:

Poter ampliare la rosa dei Comuni de degli EE.LL. che beneficiano dei propri servizi di e-gov;

rinnovare l’offerta di servizi ai Comuni e alle loro forme associative;

valorizzare la capacità di fare “rete”;

agevolare il rapporto con la Regione Campania;

adottare e coordinare le opportune politiche di sviluppo locale;

definire e formalizzare con i Comuni dei
applicativa;
modelli di cooperazione amministrativa ed

condividere sistemi e soluzioni applicative, nonché risorse economiche e strumentali;

attuare azioni di semplificazione dei processi, valorizzando le aree di intervento nell’ambito
delle quali l’azione del CST può risultare migliorativa;
 fornire supporto tecnico-amministrativo e gestione associata.
In relazione al ruolo del CST, esso vede il presente progetto come elemento fondamentale per
perseguire, dando maggior vigore alle azioni attuative, alcuni dei principali obiettivi fissati in sede
di programmazione delle politiche di sviluppo del territorio casertano:






offrire servizi al “sistema pubblico locale” una base di conoscenza scientifica e tecnologica di alto livello
anche attraverso il know-how tecnologico acquisito con la strutturazione del portale della Provincia di
Caserta, piattaforma di servizi on line basandosi sui dettami principali dei paradigmi dell'"eGovernment" e della "e-Democracy" (sono in fase di implementazione un’ampia gamma di servizi
informativi e interattivi);
organizzare importanti sinergie e network di collaborazioni al fine di realizzare, in prospettiva, un Polo
di Eccellenza Tecnologico – servizi di nuova generazione;
facilitare l’incontro tra mondo della pubblica amministrazione, della ricerca e mondo produttivo;
individuare i cluster tecnologici-progettuali già presenti o potenzialmente sviluppabili sul territorio;
trasformare il processo di sviluppo tecnologico del territorio da progetto interno all’ente a processo
continuo governato e partecipato dai Comuni aderenti;
promuovere nuove iniziative innovative, strutturali ed infrastrutturali.
Le finalità specifiche che il Consorzio CST Terra di Lavoro vuole conseguire, a supporto di tali
obiettivi di fondo, sono:




rafforzare gli interventi di e-Government sul territorio, ampliando le iniziative progettuali già messe in
atto sul territorio provinciale;
fornire alle amministrazioni comunali dell’aggregazione una risposta veloce e personalizzata alle
richieste riguardanti l’introduzione e l’utilizzo degli strumenti tecnici e tecnologici necessari ad una loro
crescita operativa;
raccogliere segnalazioni e suggerimenti per individuare problematiche e prospettare possibili soluzioni,
favorire il dialogo tra gli Enti comunali, tra Comune e Provincia, tra gli Enti ed i cittadini.
Il CST, in qualità di soggetto istituzionale proponente l’iniziativa, si impegna a coordinare le azioni
progettuali e programmatiche che COPERNICO andrà a sviluppare sul territorio, adeguando ogni
intervento operativo alle esistenti ed espresse esigenze di ciascun altro soggetto aderente.
Per la concreta attuazione delle predette iniziative il CST curerà, sulla base delle indicazioni
provenienti dall’aggregazione dei Comuni, e di quelle eventualmente fornite dal filtro tecnico del
CST, la definizione degli obiettivi strategici che si intenderanno perseguire e delle azioni da
intraprendere per il conseguimento degli stessi.
Gli assi operativi che caratterizzano il ruolo del CST nell’aggregazione – di particolare rilievo e
indispensabile nel particolare contesto territoriale costituito come visto da Enti di ridotte dimensioni
– si identificano in azioni di: ascolto, coordinamento, mediazione, networking, programmazione.
Azioni di ascolto
Per venire incontro alle esigenze degli Enti e per evitare incomprensioni nella fase di attuazione di
servizi e attività, la Provincia prevede la creazione di momenti di ascolto, strutturati e periodici, con
i seguenti obiettivi:

prevenire la dispersione di informazione cui spesso si correla strettamente l’insuccesso di un
progetto complesso;

valorizzare le potenzialità di ciascun Ente, promuovendo il contributo di idee da parte loro per il
superamento di eventuali difficoltà operative;

promuovere un’azione di orientamento;

attivare un’azione di rinforzo e potenziamento del metodo di lavoro e di studio che faciliti il
trasferimento di conoscenze;

favorire la comunicazione interistituzionale;

monitorare le ricadute che le azioni del CST avranno sui Comuni.
Azioni di coordinamento
Le azioni di coordinamento mirano a stimolare e sostenere le iniziative coordinate dei vari soggetti
facenti parte dell’aggregazione, comprendendo attività quali l'organizzazione di riunioni, la
realizzazione di report, scambio e diffusione di informazioni, creazione di sistemi di comunicazione
e di un gruppo operativo di progetto.
Il CST svolgendo il ruolo di capofila si farà carico di:

coordinare la progettazione esecutiva delle diverse attività;

realizzare azioni di intervento locale finalizzate alla messa in campo di azioni relative alla
domanda (fabbisogno degli Enti aderenti);

garantire assistenza tecnica ai Comuni aderenti al progetto;
 realizzare il monitoraggio del bacino dei destinatari dell’intervento.
Azioni di mediazione
Il Consorzio Centro Servizi Territoriale si propone come un percorso concreto nella direzione di
una convergenza mediata delle differenti esigenze del territorio. Da un lato, la crescita professionale
del personale pubblico degli Enti, lo sviluppo e l’offerta di servizi sempre più innovativi; dall’altro,
una domanda complessa da interpretare, frutto dei bisogni dei vari soggetti sociali: cittadini,
imprese, associazioni di categoria, enti…
Si entra nel Centro Servizi Territoriale perché se ne condividono le opportunità e le difficoltà,
perché si sperimenta il progetto innovativo del territorio in cui si vive, attraverso l’esperienza
concreta della relazione tra l’Ente Provincia, i Comuni, la Regione, i suoi servizi, i suoi cittadini. È
questo il motivo per il quale l’accesso ai servizi e la loro fruizione divengono espressione concreta
del diritto di cittadinanza, del senso di piena appartenenza alla società civile di accoglienza. Il CST
si farà, quindi, carico di portare avanti un discorso di mediazione continua laddove si
manifestassero forme di squilibri in questo complesso processo operativo.
Il ruolo fondamentale del CST è garantire il riconoscimento delle singole identità locali aderenti al
Consorzio “CST –Terra di Lavoro”, evitando fenomeni di mimetizzazione (forte sarà la spinta
all’assunzione delle responsabilità politiche) e/o di scomparsa (verso un'omologazione umiliante
per la propria identità). Il compito principale del CST è quello di permettere la gestione armoniosa
delle varie appartenenze culturali/istituzionali: il contesto socio-economico di provenienza di
ciascun Ente, le singole progettualità già messe in essere, le priorità di ciascuno, le esigenze
politiche...
Perché questo avvenga, il ponte da creare lo si immagina percorribile in due sensi. Da un lato, gli
Amministratori pubblici devono conoscere e mettere in pratica i passaggi che regolano l’accesso al
diritto di fruire dei servizi e del know-how del Centro, ma anche essere consapevoli dei doveri che
ne sono il rovescio. Dall’altro, il CST deve contrastare discriminazioni e marginalità sociali e
politiche ed al tempo stesso aprirsi alla ricerca di una pratica della convivenza con le diversità.
Dinanzi a questi nuovi bisogni diventa sostanziale una politica dell’inclusione che contribuisca, tra
l’altro, ad affinare le tecniche di mediazione tra valori disomogenei, spesso conflittuali, e ad attivare
nuovi strumenti e soggetti che siano in grado di avvicinare gli Enti Comunali ai propri diritti,
facendone comprendere l’esistenza e il senso, ma soprattutto di renderli protagonisti della nuova
cittadinanza.
Azioni di networking
La partnership, nata con il Consorzio “CST - Centro Servizi Territoriale per lo Sviluppo
dell’Amministrazione Elettronica e della Società dell’informazione e della Conoscenza nella
provincia di Caserta” per la costituzione ed il funzionamento del Centro Servizi Territoriale, intende
rafforzare una strategia di mainstreaming orizzontale e verticale tesa a valorizzare le buone prassi
sperimentate nel corso delle attività progettuali e attuare azioni sinergiche per lo sviluppo di nuovi
servizi, la diffusione e fruizione degli stessi, l'accrescimento tecnologico e formativo degli Enti, il
rafforzarsi delle relazioni istituzionali con Regione Campania, Ministero per l’Innovazione
Tecnologica e con tutte le altre Amministrazioni Comunali del territorio.
Il CST, in quanto capofila del progetto, ha l’onere di contribuire a rafforzare e rendere permanenti
le politiche di collaborazione e relazione istituzionale sperimentate e sviluppate nell’ambito del
Centro.
L’intervento del CST si articola in azioni di mainstreaming orizzontale rivolte ai partner della rete
di partenariato ed al territorio di riferimento (altri Enti locali, imprese, associazioni di categoria,
centri di ricerca, cittadini...), e in azioni di mainstreaming verticale volte a trasferire, laddove si
presentasse l’opportunità, i modelli sperimentati in ambito locale. Tali azioni costituiscono,
peraltro, la base di partenza delle future attività di programmazione.
L’azione di networking svolte dal CST si indirizzeranno, inoltre, nella ricerca di nuove adesioni al
Consorzio e nella facilitazione di collaborazioni istituzionali con soggetti esterni al territorio (Enti
di ogni livello, altri CST con i quali avviare scambi di esperienze e/o servizi, …).
Azioni di programmazione
L’azione di programmazione da parte del CST è volta a mantenere e aggiornare gli obiettivi
strategici prefissati nell’impostazione iniziale del Centro Servizi Territoriale e il quadro di insieme
delle conseguenti azioni alla luce di:

bisogni persistenti ed emergenti delle Amministrazioni Comunali;

evoluzione del sistema amministrativo pubblico (introduzione di prodotti e processi innovativi);
 processi attivati e risultati ottenuti con l’entrata in funzione del Centro.
Grazie alla costruzione di questa “azione di sistema”, che il CST promuoverà, è possibile avere la
dimensione precisa dell’attività di programmazione e pianificazione da attuare, in termini di numero
di servizi da sviluppare, dei settori interessati, del collegamento tra funzione di programmazione e
attività di coordinamento.”
Il ruolo dei Comuni in quanto associati nel CST
I Comuni aderenti al CST si impegnano a partecipare attivamente e consapevolmente al suo
funzionamento e a sostenerlo attraverso un rapporto contrattuale che specifica e vincola le diverse
parti.
In particolare, i Comuni aggregati nel Consorzio “CST TERRA DI LAVORO - Centro Servizi
Territoriale per lo Sviluppo dell’Amministrazione Elettronica e della Società dell’informazione e
della Conoscenza nella provincia di Caserta”, e, quindi, nella loro qualità di soci del CST, si
impegnano a:

concorrere in maniera attiva e consapevole alle politiche gestionali e alle scelte operative,
attraverso la partecipazione agli organi di governo preposti;

contribuire alla definizione dei prodotti e dei servizi, delle configurazioni contrattuali, dei livelli
minimi di servizio, dei criteri di definizione dei prezzi e dei ricavi;

controllare e valutare l’operato del CST;

acquistare annualmente quota parte del portafoglio dei servizi annualmente messo a
disposizione dal Consorzio;

verificare e confrontare l’offerta di soluzioni e servizi sul mercato analoghi a quelli offerti dal
CST;

sostenere il CST riconoscendo la disponibilità a fruire, attraverso lo stesso, delle risorse
professionali e strumentali funzionali ai propri compiti istituzionali ed eventualmente di un set
minimo di servizi base e per un arco temporale predefinito;

condividere con gli altri Comuni, attraverso il CST, le competenze, le risorse professionali e
strumentali, per quanto possibile, disponibili;

adottare i metodi e gli strumenti proposti dalla Regione e dal GLM, per la misurazione degli
effetti del CST sull’operato dei Comuni in modo da poterne indirizzare lo sviluppo futuro.
Il ruolo dei Comuni in quanto utenti dei servizi del CST
Gli stessi Comuni, usufruendo dei servizi del CST e, quindi, in qualità di clienti del CST, si
impegnano a:

fornire tutte le informazioni necessarie a determinare e stimare la domanda di servizi (dati sul
fabbisogno, condizioni contrattuali in essere, risorse strumentali e sistemi in uso…);

collaborare con il CST per pervenire ad una progettazione e implementazione dei servizi che
risponda agli obiettivi prefissati;

concordare e sottoscrivere i livelli minimi di servizio e di assistenza richiesti;

adottare le modalità per la valutazione dei livelli di servizio;

effettuare il monitoraggio dell’erogazione dei servizi;

riconoscere un compenso per i servizi con la consapevolezza di poter recedere senza penali in
caso di disallineamento con gli accordi siglati.
CAPITOLO XII
La determinazione delle modalità di gestione degli eventuali
contenziosi, i meccanismi di recesso da parte degli Enti associati e di
adesione da parte di Enti non associati.
Omissis …
CAPITOLO XIII
Proposta del piano di monitoraggio, con l’individuazione degli
indicatori fisici che, successivamente condivisi con il responsabile
dell’O.O. 5.1 Settore 02, sono ritenuti utili per la verifica
dell’andamento del progetto e quindi del suo grado di realizzazione.
Una volta programmato il progetto ed assicurati i finanziamenti, comincia la fase di realizzazione.
È raro che un progetto si svolga esattamente come programmato e capita frequentemente che esso
prenda una direzione diversa dalla programmazione. I responsabili della gestione del progetto
hanno l’importante funzione di stabilire sufficienti controlli sul progetto, tali da assicurare che esso
non devii dall’ottenimento degli obiettivi. Questo avviene attraverso il Monitoraggio, la sistematica
e continua raccolta, analisi ed uso d’informazioni per verificare il progetto e prendere decisioni a
riguardo.
Il Monitoraggio di un progetto è parte integrante della gestione ordinaria. Il suo scopo è quello di
fornire informazioni tali che chi gestisce possa identificare e risolvere problemi di realizzazione e
verificare l’andamento del progetto in relazione al piano originario.
Vi sono cinque passi principali nel disegno e nella specificazione di un sistema di monitoraggio a
livello di progetto:
1. Analizzare gli obiettivi del progetto per definirlo chiaramente. Un buon Monitoraggio dipende
dalla chiarezza della definizione degli obiettivi. L’Approccio del Quadro Logico aiuta ad
individuare quelle azioni pensate per ottenere specifici risultati ed obiettivi. Questa sequenza logica
rende la scelta degli indicatori di monitoraggio più semplice.
2. Vagliare le procedure di Realizzazione per determinare le esigenze d’informazione ai diversi
livelli della struttura di gestione del progetto. Il dettaglio dell’informazione richiesta e la frequenza
della stesura di Rapporti dipenderà dal livello di gestione. In questa fase, in pratica, bisogna
individuare quali esigenze d’informazione si legano a quali ruoli decisionali.
3. Vagliare gli Indicatori per misurare il raggiungimento degli obiettivi. Attenzione prioritaria
all’interno della squadra che gestisce la realizzazione sarà data al monitoraggio finanziario e fisico
delle attività e dei risultati. Gli strumenti del monitoraggio sono i registri per paragonare sia le spese
effettivamente sostenute in rapporto al budget previsto sia i progressi reali alla Tabella d’Attività.
4. Stabilire il Formato per i Rapporti in modo da fornire ai coordinatori dei diversi livelli di
progetto l’accesso ad informazioni pertinenti che facilitino l’analisi.
5. Preparare un piano per la messa in atto del Monitoraggio in cui si specifichi il personale
necessario, le competenze e la formazione richiesta, la chiara distribuzione di funzioni (quali la
raccolta di informazioni) e responsabilità (quali chi debba stendere i Rapporti).
6.2.1 Analizzare gli Obiettivi del Progetto
È possibile che tra la progettazione e la realizzazione sia trascorso del tempo, e l’ambiente in cui il
progetto deve svolgersi, così come gli attori coinvolti, possono essere mutati. È dunque ragionevole
iniziare la Realizzazione con un Laboratorio d’Inizio Progetto (‘Project Start-up Workshop’). Lo
scopo del laboratorio è quello di riunire tutti gli attori coinvolti per rivedere i documenti del
progetto e le condizioni chiave. Queste formeranno la base del sistema di Monitoraggio e di
Valutazione.
6.2.2 Vagliare le Procedure di Realizzazione
Il QL fornisce il quadro generale per l’identificazione delle esigenze d’informazione.
È importante, però, mettere in relazione le esigenze informative con i diversi livelli della struttura
che gestisce il progetto. Il dettaglio dell’informazione fornita e la frequenza dei Rapporti varieranno
secondo il livello di gestione. Ad esempio, un amministratore di progetto avrà bisogno
d’informazioni quotidiane, mentre un contraente avrà bisogno d’informazioni più generali riguardo
ai risultati o le necessità di variazione al programma di lavoro che dovrà rivolgere all’ente
realizzatore. Una revisione delle procedure di realizzazione comporta una revisione delle attività e
di chi le realizzerà. A questo scopo si usa la Tabella d’Attività.
Revisionando le procedure di realizzazione (chi fa cosa) in consultazione con il personale
dell’istituzione partner, i ruoli, le funzioni e le responsabilità sono resi espliciti, così come le
connessioni tra tipo d’informazioni e livello di gestione. Può essere utile in questa fase creare una
tabella in cui elencare l’informazione: chi la usa, quale informazione è richiesta, quale siano le fonti
e chi è responsabile della stesura del Rapporto. Vi sono cinque passi principali nel disegno e nella
specificazione di un sistema di monitoraggio a livello di progetto:
1. Analizzare gli obiettivi del progetto per definirlo chiaramente. Un buon Monitoraggio dipende
dalla chiarezza della definizione degli obiettivi. L’Approccio del Quadro Logico aiuta ad
individuare quelle azioni pensate per ottenere specifici risultati ed obiettivi. Questa sequenza logica
rende la scelta degli indicatori di monitoraggio più semplice.
2. Vagliare le procedure di Realizzazione per determinare le esigenze d’informazione ai diversi
livelli della struttura di gestione del progetto. Il dettaglio dell’informazione richiesta e la frequenza
della stesura di Rapporti dipenderà dal livello di gestione. In questa fase, in pratica, bisogna
individuare quali esigenze d’informazione si legano a quali ruoli decisionali.
3. Vagliare gli Indicatori per misurare il raggiungimento degli obiettivi. Attenzione prioritaria
all’interno della squadra che gestisce la realizzazione sarà data al monitoraggio finanziario e fisico
delle attività e dei risultati. Gli strumenti del monitoraggio sono i registri per paragonare sia le spese
effettivamente sostenute in rapporto al budget previsto sia i progressi reali alla Tabella d’Attività.
4. Stabilire il Formato per i Rapporti in modo da fornire ai coordinatori dei diversi livelli di
progetto l’accesso ad informazioni pertinenti che facilitino l’analisi.
5. Preparare un piano per la messa in atto del Monitoraggio in cui si specifichi il personale
necessario, le competenze e la formazione richiesta, la chiara distribuzione di funzioni (quali la
raccolta di informazioni) e responsabilità (quali chi debba stendere i Rapporti).
L’efficacia dei Rapporti dipende dal fatto che coloro che li usano (utenti) e coloro che li elaborano
abbiano una comprensione comune della loro utilità e funzione.
L’esperienza insegna che la comune comprensione è spesso minata da due punti deboli:
il primo è che si presuppone che gli utenti sappiano in anticipo quello di cui hanno bisogno ed il
secondo che gli utenti tendano a richiedere più informazioni di quelle di cui hanno realmente
bisogno. Entrambe le situazioni si avverano solitamente nei primi momenti di un programma,
quando ruoli e funzioni del personale realizzatore del progetto non sono ancora ben definiti e chiari.
Queste situazioni potrebbero rimanere irrisolte nel tempo e in generale, e gli utenti spesso non sono
coscienti del tipo d’informazione che è messa a loro disposizione. Il processo d’identificazione
dell’informazione è un processo iterativo, poiché sia gli utenti sia l’uso dell’informazione cambia
nel tempo. L’onere e la responsabilità di portare avanti una revisione continua delle esigenze
dell’utente ricade sul sistema di Monitoraggio e Valutazione (M&V). Questo avviene per mezzo di:
• Una presenza costante alle riunioni di programmazione e revisione in modo da rilevare le lacune o
gli eccessi che rendono il processo decisionale inefficiente.
• Commenti e suggerimenti da parte degli utenti sui contenuti e sul formato dei Rapporti.
6.2.3 Vagliare gli Indicatori di Revisione
La selezione degli indicatori è già stata descritta nel Capitolo 3. Una scarsa specificazione degli
indicatori diventa elemento di debolezza dei sistemi di M&V. Tra i problemi più comunemente
rilevati nella selezione degli indicatori troviamo:
• la scelta di troppi indicatori. Vi è una tendenza a sopravvalutare la quantità d’informazione
necessaria per prendere una decisione e la quantità d’informazione che può essere letta ed
analizzata. Troppo spesso, un manager definisce le proprie esigenze d’informazione in maniera
troppo minuziosa e solo dopo si rende conto di come sia semplicemente impossibile leggere tutti i
Rapporti richiesti ed assorbirne i contenuti.
Le esigenze informative devono essere messe in relazione alle esigenze di gestione e la selezione
degli indicatori deve riflettere questa connessione. Questo avviene selezionando un livello minimo
d’informazioni necessarie. Informazioni più dettagliate sono soprattutto necessarie a livello
operativo quotidiano, mentre dati aggregati e abbreviati sono piuttosto utili a livelli più alti.
• la scelta d’indicatori eccessivamente complicati che implica problemi maggiori per la raccolta dei
dati in termini di capacità e risorse richieste. Gli indicatori qualitativi sono un modo per
rappresentare informazioni complesse in maniera sintetica.
• un’eccessiva importanza data agli indicatori di progresso che forniscono informazioni
insufficienti sul rendimento del progetto. Solitamente si sostiene che non è possibile misurare
l’impatto di un progetto in corso. A nostro avviso, al contrario, se si usano degli indicatori-guida8
sarà possibile avere una valida indicazione del probabile raggiungimento degli obiettivi. Se i clienti
sono soddisfatti dei servizi forniti dal progetto, allora è probabile che continueranno ad utilizzarli e
questo comportamento si tradurrà in benefici reali di lungo periodo. La selezione degli indicatori
d’impatto è un momento essenziale della progettazione e può aiutare a definire in maniera più
accurata gli obiettivi e i potenziali clienti. Dovrebbe essere quindi al centro delle iniziali discussioni
tra partner.
6.2.4 Documentazione
I project manager ed il coordinamento istituzionale vorranno revisionare settimanalmente o
bisettimanalmente i progetti e confrontarli con il budget e le attività previste. Molta parte di queste
informazioni sarà di natura operativa, per uso interno alla squadra di progetto. Alcuni elementi
selezionati, insieme a dati aggregati su macchinari e forniture, potranno essere considerati indicatori
chiave da includere in un Rapporto di Progresso del Progetto (RPP).
Non basta, però, che i dati siano correttamente raccolti per parlare di Monitoraggio di successo.
L’informazione raccolta deve infatti essere poi comunicata nella forma adeguata alla persona giusta,
al momento giusto. Solo allora possono essere prese decisioni di gestione per affrontare i problemi
al momento appropriato ed assicurare che il progetto non incontri ostacoli.
A questo scopo, devono essere fissati alcuni ‘meccanismi di comunicazione’ che generino
informazione necessaria, usata in maniera efficiente e tempestiva. Due importanti meccanismi sono:
• i Rapporti di Avanzamento del Progetto – ovvero i resoconti periodici (settimanali, mensili o
trimestrali) dei progressi. Questi includeranno informazioni chiave derivanti dagli indicatori fisici e
finanziari contenuti nel QL, nella Tabella d’Attività e nella Scheda di Spesa. Non basta che i
membri della squadra affermino che ‘tutto procede secondo programma’, essi devono dimostrarlo
‘indicatori alla mano’.
• Revisione del Progetto – ovvero riunioni tenute regolarmente per confrontare i progressi del
progetto rispetto al programma. In questa occasione si possono presentare rapporti scritti da
sottoporre a discussione o semplicemente relazionare oralmente la situazione corrente ed eventuali
questioni problematiche. Revisioni troppo frequenti o drastiche possono danneggiare il progresso di
un progetto e la tentazione è di rivedere continuamente il programma di base alla luce di nuove
esperienze sopraggiunte.
La revisione è doverosa ma se vi trovate a spendere più tempo sul programmare piuttosto che sul
fare allora vi è un disequilibrio in atto: cercate di costruire su quello che è stato raggiunto piuttosto
che cercare di modificare continuamente il programma.
Rapporti di Avanzamento
I Rapporti di Avanzamento sono solitamente scritti secondo un formato che permette il confronto
tra i diversi rapporti nel tempo. I contenuti dei Rapporti dovrebbero corrispondere al QL e ai suoi
prodotti: Tabella d’Attività, Budget e Scheda di Spesa. In ognuno di questi sono stabiliti degli
obiettivi da raggiungere: indicatori di quantità, qualità e tempo (QQT) a livello di Risultati, di
Obiettivo Specifico e di Obiettivi Generali;
traguardi da raggiungere per le Attività; Stima delle Spese per la Scheda di Spesa e previsioni
temporali per la Tabella d’Attività.
Lo scopo dei Rapporti di Avanzamento è quello di fornire un quadro attuale della realizzazione di
un progetto, valutato in base agli indicatori e ai traguardi stabiliti. La struttura di riferimento è la
seguente:
I dati che riguardano successi programmati si confrontano con ➥ Dati sui successi reali ottenuti,
per identificare… ➥ Rilevanti deviazioni dal piano, come base per…. ➥ Identificazione di
problemi ed opportunità, per identificare…. ➥ Azioni e alternative correttive.
MONITORAGGIO E DOCUMENTAZIONE
All’interno di questa struttura, il Rapporto dovrebbe includere:
• Un riassunto della situazione corrente del progetto valutato attraverso gli indicatori per l’Obiettivo
Specifico e per i Risultati.
• Le principali Attività intraprese nel periodo descritto dal Rapporto, in confronto con la Tabella
d’Attività stabilita.
• Le spese sostenute nel periodo a cui si riferisce il Rapporto e le spese cumulate dall’inizio
progetto, in confronto al budget e alla Scheda di Spesa stabilita.
• Una stima del numero dei clienti serviti o dei beneficiari raggiunti durante il periodo.
• I problemi correnti o previsti ed eventuale piano di soluzione.
• Principali attività programmate e tabella per il periodo seguente.
Il monitoraggio del progetto sarà basato su una semplice struttura di controllo e su uno strumento
informatico capace di raccogliere e mantenere aggiornate tutte le informazioni relative ai diversi
task, alle risorse, ai punti di verifica. Si utilizza un semplice strumento di gestione dei progetti
commerciale, messo a disposizione in rete per poter aggiornato da tutte le risorse che lavorano al
progetto.
Il Responsabile di Progetto è il referente del CST che coordina tutte le attività di progetto
garantendo il rispetto delle tempistiche di realizzazione di ciascuna area di intervento e gestendo le
eventuali criticità con una visione complessiva di tutta l’organizzazione.
Il responsabile di Progetto è quindi la figura di riferimento per i tre responsabili di area di intervento
i quali riportano periodicamente gli Stati Avanzamento Lavori per consentire al Responsabile di
Progetto di mantenere costante e dettagliato monitoraggio di tutte le attività in campo.
Monitoraggio delle forniture tecnologiche
Il Responsabile di Progetto si occuperà di far predisporre una serie di test di accettazione per il
materiale e le realizzazioni tecnologiche e informatiche che saranno fornite dalle società che si
aggiudicherà l’apposita gara ad evidenza pubblica. Questa fase è molto critica poiché si tratta di
coordinare il lavoro di più soggetti, appartenenti a diverse aziende. Le diverse aree hanno impatto
sia sulla possibilità di realizzare i servizi sia sui tempi previsti per il loro rilascio in produzione.
Per ridurre al minimo le possibilità di problemi è necessaria una documentazione precisa e una serie
di test di accettazione che possano permettere di iniziare lo sviluppo dei servizi a partire da strutture
consolidate e collaudate in tutte le loro funzionalità.
Il progetto esecutivo deve essere strutturato in modo da consentire di rilevare oggettivamente la
rispondenza ai criteri di valutazione.
Il progetto deve essere redatto in lotti funzionali, monitorabili e verificabili singolarmente ai fini del
controllo dell’intervento e per una eventuale erogazione sequenziale dei finanziamenti.
Capitolo XIV
Sostenibilità
14.1 Introduzione
Un progetto può essere definito sostenibile quando continua a produrre benefici per il gruppo
scelto per un periodo di tempo esteso oltre l’assistenza da parte dei donatori.
Troppo spesso nel passato i progetti sono falliti perché una serie di fattori critici non è stata
presa nella necessaria considerazione. L’esperienza dimostra che la sostenibilità di lungo
periodo dipende dai seguenti fattori:
• Sostegno alle Politiche, ovvero la durata del sostegno da parte del governo con cui si
collabora per la continuazione dei servizi forniti dal progetto dopo la fine del supporto dei
donatori.
• Tecnologie Appropriate, ovvero la sicurezza che si possa continuare ad utilizzare le nuove
tecniche e tecnologie introdotte nel corso del progetto, che esista la disponibilità di pezzi di
ricambio, che ci siano sufficienti regolamenti di sicurezza, che le tecnologie siano appropriate
alle capacità locali di operazione e mantenimento, ecc.
• Capacità Istituzionale e Imprenditoriale, ovvero se esista la capacità e la volontà da parte
delle agenzie che realizzano il progetto di continuare a fornire i servizi al di là della presenza
e l’intervento dei donatori.
• Fattibilità Economica e Finanziaria, ovvero se i benefici aggiunti del progetto superino i
costi e se il progetto rappresenti un investimento fruttuoso a lungo termine.
• Questioni Socioculturali e di Genere che hanno influenza sulla motivazione e sulla
partecipazione, ovvero il grado in cui siano stati considerati i bisogni dei gruppi destinatari e
l’effetto che hanno la giusta motivazione e partecipazione sulla distribuzione di benefici a
lungo termine.
• Impatto Ecologico, ovvero il grado in cui il progetto protegge o danneggia l’ambiente
naturale e di conseguenza supporta o ostacola il raggiungimento dei benefici di lungo periodo.
Questi fattori sono valutati in termini della loro probabilità e incidenza, come i fattori esterni
(usando un simile percorso).
Il problema fondamentale dei CST, e più in generale di tutto l’eGovernment riguarda la
sostenibilità.
La cultura di business all’interno della Pubblica amministrazione è bassa, e spesso guardata
con sospetto.
I servizi che fanno parte dell’eGovernment, per la natura stessa di servizi generali ai cittadini
e alle imprese devono essere forniti ai contribuenti in forma gratuita, oppure ad un costo
limitato.
Anche i servizi a regime erogati in forma digitale permettono alla pubblica amministrazione il
risparmio di tempo e risorse e un possibile abbattimento dei costi rispetto allo stesso servizio
erogato dallo sportello fisico.
Tuttavia, questa diffidenza alla cultura del business va superata, perché un modello di
business non implica necessariamente un obiettivo di profitto, ma può avere come finalità la
sostenibilità di un servizio erogato al cittadino in modo efficiente ed efficace.
Costruire un modello di business del CST appropriato è un compito piuttosto arduo per le
diverse caratteristiche regionali e locali.
Per questo, è stata pensata l’apertura di un dialogo virtuale tra i Comuni intorno al tema della
sostenibilità che permetta attraverso la cooperazione di scambiare opinioni e di studiare
possibili soluzioni innovative.
Per assicurare la sostenibilità, la strategia di sviluppo del CST provinciale, pone al centro
l’organizzazione da parte del CST di servizi ai Comuni ( servizi di carattere gestionali), e la
creazione di una struttura tecnologica (il centro tecnico), in grado di erogare servizi di base
anche ad altre organizzazioni presenti sul territorio. Per esempio, è perfettamente ipotizzabile
che il sistema d’autenticazione, il sistema di pagamento, oppure di “hosting” dei siti-web,
siano utilizzati a pagamento dalle piccole e piccolissime imprese, e da chiunque intende
fornire servizi sul territorio.
La sostenibilità è stata studiata sin dalla progettazione stessa del CST, in modo da assicurare
la presenza di tutti gli strumenti e i servizi che permettano non solo di fornire servizi ai
membri del CST, ma anche servizi che favoriscano lo sviluppo locale.
Questa strategia ha un altro pregio, quello di rendere attrattivo il CST per la comunità, e di
favorire lo sviluppo dell’economia locale e la coesione sociale. D’altro canto, più si
coinvolgono le forze produttive e sociali nell’attività del CST e più importanti diventeranno le
reti ed i siti-web dei Comuni aderenti.
E’ necessario rilevare che la gestione a regime dell’attività del CST suppone la creazione di
un modello di business, previsto già nella fase progettuale, anticipando l’avvio del CST dopo
la prima fase di organizzazione.
14.2 Modello di Business
Il presente paragrafo ha lo scopo di rappresentare un’ipotesi di modello di business per la fase
di gestione ordinaria e sostenibilità economica del CST. In particolare si fa riferimento al
triennio successivo a quello di impianto iniziale (definito “progettazione e avvio”).
Detto modello è così configurato:



Il CST sarà dotato di una struttura organizzativa i cui costi saranno considerati nello
sviluppo del modello di Business che garantirà, agli enti locali associati, la continuità
di esercizio del CST negli anni successivi ai quelli di realizzazione del progetto.
Il soggetto gestore del CST eroga, attraverso l’infrastruttura precedentemente
realizzata, i servizi per la Pubblica Amministrazione Locale, i cittadini e le imprese. I
costi della gestione operativa del CST (erogazione, assitenza, manutenzione,
implementazione ed aggiornamento tecnologico) saranno considerati nello sviluppo
del modello di Business.
Nel modello i servizi di e-gov previsti corrispondono ad un lotto minimo di servizi cui
potranno aggiungersene altri in funzione delle opportunità di business che nel tempo si
potranno presentare, e che via via verranno valutati. I ricavi derivanti dalla erogazione
dei suddetti servizi saranno considerati nello sviluppo del modello di Business
distinguendo tra:
1. Servizi che prevedono un pagamento a carico degli utenti finali
(amministrazioni o cittadini/impresa). Tali servizi saranno attivati a richiesta e
sono stati definiti “aggiuntivi”.
2. Servizi specialistici che saranno oggetto di analisi e progettazione avanzata
condotta in cooperazione con gli enti aderenti. Tali servizi saranno attivati a
richiesta e sono stati definiti “avanzati”.

Il modello considera anche una voce “canoni” derivanti dall’azione di comunicazione,
marketing e commerciale che il CST avvierà con l’obiettivo di creare una base di
utenza stabile che acquista i servizi “di base” erogati e corrisponde un canone annuale
per renderli disponibili ai cittadini.
 Il modello di business terrà in considerazione anche la eventuale presenza di una
tipologia di servizi non strettamente legati all’e-gov ma di supporto ai processi
amministrativi degli enti aderenti. Rientrano in tale tipologia la consulenza
amministrativa, la consulenza legale e più in generale i servizi di consulenza
organizzativa, per la formazione, nella gestione dei contratti.
 Il modello include anche ricavi dalla vendita ad altri enti pubblici di servizi “di base”
già attivati nella fase di pre-esercizio; questi attraverso opportuni accordi di servizio
possono costituire un notevole potenziale di ritorno dell’investimento avendo già
realizzato le infrastrutture e configurati il servizi nella fase di pre-esercizio.
NB. Per la previsione dei costi e dei ricavi nel medio-lungo periodo si veda il
precedente capitolo sui flussi di cassa nel primo triennio.
14.3 AUTO-SOSTENIBILITÀ DEL MODELLO
Il modello di business proposto presenta caratteristiche di autosostenibilità in quanto
conferisce al CST una capacità di revenue immediata e autonoma rispetto ai finanziamenti
iniziali per la realizzazione.
A sostegno di tale affermazione si espongono di seguito i driver di ricavo e la loro
autoconsistenza.
Si può ritenere che:

Gli enti locali saranno coinvolti e motivati a delegare al CST attività che ad oggi sono
costose oltre che rischiose (si pensi ad esempio alla sicurezza e alla affidabilità ed alla
continuità del servizio) se gestite dalle singole amministrazioni.
 nel triennio successivo alla fase di avvio si ritiene che le amministrazioni locali
troveranno molto più conveniente pagare un canone al CST piuttosto che tornare ad
una gestione autonoma dei servizi che risulterebbe molto più onerosa.
 Nel triennio di esercizio infine, i cittadini, ormai abituati a servizi a contenuto
tecnologico avanzato, dotati di una carta di indentità elettronica, informati sulla
flessibilità, facilità d’uso e comodità dei servizi di e-gov, avranno preso confidenza
con servizi di base utili ed efficaci e saranno ben disposti ad utilizzare anche i servizi
aggiuntivi ed avanzati contribuendo in parte alle spese di erogazione.
Le infrastrutture e i servizi di base realizzati nella fase di avvio potranno essere messe a
disposizione anche di ulteriori enti locali interessati a servirsene, ci riferiamo ad esempio alle
Comunità Montane. Inoltre è fondato supporre che anche altri comuni che attualmente non
fanno parte del CST possano essere interessati a servirsi in seguito del CST costituito ed
operante.
Capitolo XV
Figure professionali e gruppo di lavoro multidisciplinare
Omissis ….