Consorzio CST Terra di Lavoro Centro Servizi Territoriali per lo Sviluppo dell’Amministrazione Elettronica e della Società dell’informazione e della Conoscenza nella provincia di Caserta “COPERNICO: Progetto di e-government per migliorare sia l'organizzazione interna dei singoli enti che l'erogazione di servizi di base e avanzati ai cittadini ed alle altre P.A.” PROGETTO ESECUTIVO ALLEGATO AL CAPITOLATO TECNICO AMMINISTRATIVO Indice Premessa ........................................................................................................................ .......... pag Capitolo I – IL CST TERRA DI LAVORO – la sua storia .................................................................................................... pag Capitolo II - IL PROGETTO CLUSTER E LA RETE DELL’UNIONE DEI COMUNI SUD-OVEST .............................. pag Capitolo III - L’analisi della domanda dei servizi richiesti dai Comuni e dalle loro forme associative ........................... pag . . . . Capitolo IV – L’analisi della tipologia di servizi che si intende erogare, nel primo triennio/quinquennio, ai propri soci e della loro integrazione pag con quelli già in uso, avendo cura di dettagliare, per ciascun servizio . previsto, la dimensione ed il profilo dell’utenza potenziale ....................................................................... Capitolo V - L’analisi dei servizi a valore aggiunto che si intende assicurare, sulla base di intese documentate, per razionalizzare e semplificare il rapporto tra ciascun Comune e le altre Pubbliche Amministrazioni, centrali, regionali e locali ......................... Capitolo VI – Una descrizione dettagliata delle modalità con cui si intende garantire l’interoperabilità dei servizi e l’allineamento delle banche dati ...................................... pag . Capitolo VII – L’indicazione dei benefici attesi, per ciascun servizio, da parte di ciascuna amministrazione aderente. - riduzione degli oneri burocratico/amministrativi e dei costi relativi ai contratti per l’acquisizione e la fornitura di beni e servizi ICT - riorganizzazione dei singoli Enti soci e conseguente riduzione di costi e/o pag . incremento nella qualità e nella completezza dei servizi utilizzati - disponibilità sopravvenuta di risorse umane, nei singoli Comuni, a seguito del conferimento di attività, funzioni e servizi al centro servizi - disponibilità di nuovi servizi per l’amministrazione, i cittadini e le imprese. pag Capitolo VIII – La previsione dei costi e dei ricavi nel primo triennio di . funzionamento. 8.1 Descrizione analitica dei costi del personale, delle consulenze, degli investimenti in tecnologie, della spesa corrente per l’acquisto di beni e servizi, dei costi generali............................................................................................... 8.2 Il totale dei ricavi per anno: - ricavi da Comuni e altri Enti partecipanti per corrispettivi di offerte di servizi; - ricavi da contributi finanziari (da Regione, Provincia, Comune etc.) - altri ricavi. pag . pag . Capitolo IX – La pianificazione triennale dei flussi di cassa; pag . Capitolo X – I meccanismi di partecipazione e controllo previsti per la gestione pag .......................................... . 9.1 La sicurezza dei sistemi informativi ................................................................ 9.2 L’intervento ................................................................................................ 9.3 ulteriori elementi di analisi .............................................................................. 9.4 Politica per la sicurezza delle informazioni....................................................... pag . pag . pag . pag . Capitolo XI –I poteri delegati all’Ente Capofila e il ruolo assegnato alla pag rappresentanza dei Comuni. . .......................................... Capitolo XII - La determinazione delle modalità di gestione degli eventuali contenziosi, i meccanismi di recesso da parte degli Enti associati e di adesione da parte di Enti non associati. .............................................................................................. 11.1 Premessa ............................................................................................................. 11.2............................................................................................... Capitolo XIII – Proposta del piano di monitoraggio. ..................................................................................... Capitolo XIV - Sostenibilità .................................................................................................... 12.1 Introduzione ........................................................................................................ 12.2 Modello di business ............................................................................... 12.3 Autosostenibilità del modello ………………………………………………… Capitolo XV – Figure professionali e gruppo di lavoro multidisciplinare ....................... 13.1............................................................................................ pag . pag . pag . pag . pag . pag . pag . Pag . pag . pag . 13.2 Il gruppo di lavoro multidisciplinare .................................................................. 13.3 Risorse inoccupate coinvolte .............................................................................. pag . pag . Premessa Il progetto “COPERNICO: Progetto di e-government per migliorare sia l'organizzazione interna dei singoli enti che l'erogazione di servizi di base e avanzati ai cittadini ed alle altre P.A.”, intende promuovere investimenti diretti a: · stimolare e supportare l’innovazione nella PA, attraverso il potenziamento delle infrastrutture, la diffusione nonché il sostegno al corretto uso, e la promozione della larga banda nelle aree a bassa penetrazione · migliorare il supporto ai processi decisionali ed alla gestione del territorio attraverso lo sviluppo di strumenti operativi di governance utili per la messa a sistema delle diverse metodologie di organizzazione. - sviluppare la rete di servizi informatici e telematici delle PP.AA. in ambito regionale, - favorire l’interoperabilità intra-ente in grado di garantire sia la cooperazione tra i numerosi applicativi presenti in un ente sia l’allineamento delle banche dati degli stessi EE.LL., - favorire l’interoperabilità inter-ente in grado di garantire la cooperazione applicativa tra diversi EE.LL., - attivare tutti gli strumenti necessari per la gestione elettronica dei documenti (protocollo informatico, firma digitale, archiviazione e conservazione a norma, processi di dematerializzazione), - attivare una porta di dominio, al fine di erogare servizi agli utenti della P.A. (cittadini ed imprese); - attivare i processi di e-procurement, in grado di garantire la razionalizzazione ed il controllo della spesa. Il nome “Copernico” è stato attribuito al progetto per sottolineare la “rivoluzione” che intende operare nel settore dell’e-government in provincia di Caserta poiché aggregare ai Comuni del Consorzio CST Terra di Lavoro quelli facenti parte del progetto CLUSTER, che aveva come capofila il Comune di Roccaromana, e quelli dell’Unione dei Comuni Sud-Ovest (CSO), consacrando il Consorzio CST Terra di Lavoro come catalizzatore della domanda di servizi di e-gov e strumento di governo del territorio della provincia di Caserta. Fulcro del progetto, infatti, sarà l’ammodernamento sostanziale delle modalità operative degli EE.LL. consorziati e consorziandi attraverso l’acquisizione di hardware e software di nuova generazione nonché di servizi informatici e telematici in grado di far sviluppare loro servizi di egov altamente innovativi. In tal modo si prevede, non solo di rendere la gestione amministrativa più efficace ed efficiente, ma anche di aprirla al mercato dei servizi di e-government il tutto in perfetta armonia con il dettato del POR Campania 2007-2013. La strategia di sviluppo della Regione Campania, infatti, trova concreta attuazione nei sette Assi prioritari del POR Campania FESR 2007-2013. Nella declinazione dei sette Assi prioritari del POR FESR trovano corrispondenza le dieci priorità tematiche del Quadro Strategico Nazionale. L’Asse 5 – Società dell’informazione - riguarda le azioni a favore della diffusione della Società dell’Informazione, sia in termini infrastrutturali, che per l’erogazione di servizi innovativi a vantaggio della cittadinanza e del tessuto produttivo. Le pubbliche amministrazioni operano in contesti dinamici in cui i bisogni degli utenti e dei servizi cambiano continuamente, obbligandole a modificare costantemente la loro attività e la loro offerta. L’obiettivo è di recuperare i divari tecnologici e infrastrutturali, ad avviare singole azioni di miglioramento, oltre che di sviluppare e potenziare le capacità di adattamento e di governo dei cambiamenti utilizzando e condividendo le migliori esperienze attraverso la diffusione della pratica del riuso. Le nuove tecnologie, soprattutto quelle legate alle TIC, favoriscono un decentramento di potere che ha aumentato il coinvolgimento partecipativo della persona. La centralità del cittadino è la chiave per ripensare l’organizzazione, in termini di efficienza ed efficacia; la missione, in funzione della trasparenza e dell’equità; le risorse, non solo come voce di spesa, ma come valore qualificante l’impegno regionale. Solo investendo in progetti inclusivi, replicabili e scalari è possibile rendere condivisi i cambiamenti digitali ed eleggere tutti i cittadini a protagonisti attivi dell’equità, della trasparenza, dell’efficienza. Ciò presuppone e impone una progressiva e continua apertura dell’Amministrazione Pubblica attraverso una semplificazione del linguaggio, dei processi e degli strumenti di accesso e di informazione. Contemporaneamente si concretizza in una gestione coordinata, sinergica e ottimizzata degli archivi e delle basi di dati utilizzate per offrire servizi al cittadino, gestire e monitorare il territorio, dall’anagrafe ai tributi, dall’assistenza alle imprese al controllo della spesa pubblica, al turismo. La sfida è quella di coniugare il massimo di semplicità per i cittadini e le imprese con un’efficace tutela degli interessi pubblici e dei diritti fondamentali. In particolare, l’obiettivo operativo 5.1 - E-GOVERNMENT ED E-INCLUSION mira a potenziare le infrastrutture per lo sviluppo della Società dell’Informazione e della conoscenza, abbattendo il divario digitale di tipo infrastrutturale, sociale, fisico e geografico, anche mediante azioni di sistema volte a favorire il miglioramento della partecipazione della cittadinanza ai processi decisionali ed amministrativi, mediante l’utilizzo di tecnologie che favoriscano anche i fenomeni di inclusione e riducano i gap sociali. E tali ambiziosi risultati non si potrebbero raggiungere senza unire e valorizzare a livello provinciale tutte le preziose esperienze maturate nell’e-government dal CST Terra di Lavoro, dal progetto CLUSTER e dall’Unione dei Comuni Sud-Ovest. Si badi, non si tratta del mero “incameramento” da parte del CST Terra di Lavoro delle deliberazioni di Giunta dei Comuni afferenti il progetto CLUSTER e l’Unione Comuni Sud Ovest, ma con questo progetto si mette in atto una vera e propria strategia territoriale di rafforzamento e condivisione di buone prassi sperimentate nonché si realizzano effettivamente economie di scala ed efficienza nell’allocazione delle risorse a disposizione degli Enti Locali a vantaggio dei cittadini. In pratica, si coglie l’occasione dell’avviso pubblico emanato dalla Regione Campania per strutturare sul territorio il CST e mettere a frutto le esperienze del progetto CLUSTER e del CSO; infatti si prevede, sfruttando l’opportunità offerta dal D.D. n.226/2009, di inglobare ed unificare il cluster con il CST Terra di Lavoro, con la possibilità di raggiungere diversi e più performanti obiettivi quali la realizzazione di economie di scala, la riduzione dei costi operativi e la possibilità di ampliare la piattaforma dei servizi disponibili, come meglio illustrato nel seguito del progetto. La necessità della creazione di una struttura di riferimento redazionale localizzata sul territorio di competenza del cluster è parte integrante del processo di unificazione e potrà costituire un importante modello di riferimento nell’ulteriore sviluppo del CST, arricchendo in modo significativo l’offerta dei servizi del CST stesso nei confronti degli Enti Locali che ne fanno parte. Una siffatta previsione trova la sua naturale giustificazione sia come esito della positiva sperimentazione avvenuta nel corso dell’attuazione del progetto “Cluster di Rete Intercomunale” che per la preziosa funzione che essa potrà avere rispetto ad un’aggregazione territoriale composta da piccole comunità locali, disseminate in un territorio molto vaso, orograficamente poco agevole e notevolmente distante dai maggiori centri di riferimento provinciali ed interprovinciali. Tale struttura di servizio, da intendersi come presidio territoriale del più ampio organismo tecnico di assistenza che avrà sede presso il CST Terra di lavoro, potrà utilizzare, con le opportune revisioni ed aggiornamenti, la dotazione logistica/strutturale già in uso a suo tempo e potrà contare su metodologie e strategie di lavoro abbondantemente consolidate. Allo stesso modo, grazie alla realizzazione di questo progetto, presso la sede del Comune di Grazzanise, facente parte dell’Unione dei Comuni Sud Ovest, si attiverà un altro presidio territoriale del CST per coordinare gli interventi su quei territori e garantire una pronta assistenza tecnica ai Comuni dell’Unione CSO. CAPITOLO I Il CST Terra di Lavoro – la sua storia La Regione Campania, d’intesa con gli Enti locali, ha avviato il progetto Centri di Servizio Territoriali per l’e-government nei piccoli e medi Comuni (APQ SI del 20 Dicembre 2004) attraverso la costituzione di 7 CST, localizzati nei territori delle Province di Napoli, Salerno, Caserta, Benevento e di Avellino. Con D.D. n.153 del 04/04/2007 è stato approvato il progetto “CST - Centro Servizi Territoriale per lo Sviluppo dell’Amministrazione Elettronica e della Società dell’informazione e della Conoscenza nella provincia di Caserta”, presentato alla Regione Campania ai sensi del Decreto Dirigenziale della Regione Campania n.356 del 26 luglio 2006. In data 25/06/2007, pertanto, è stato costituito il Consorzio “CST - Centro Servizi Territoriale per lo Sviluppo dell’Amministrazione Elettronica e della Società dell’informazione e della Conoscenza nella provincia di Caserta”, in acronimo “CST Terra di Lavoro”. Finalità generali del CONSORZIO “CST TERRA DI LAVORO”. I Centro Servizi Territoriali sono strutture di servizio sovra-comunali, partecipate e controllate da Province e Comuni con particolare riferimento ai piccoli Comuni, finalizzate all’avvio ed alla erogazione di servizi di natura gestionale, tecnologica, ed operativa, con l’obiettivo di rendere possibili: agli stessi piccoli Comuni, economie di gestione nel ricorso alle ICT ed un miglioramento complessivo dei processi e dei servizi di supporto all’azione amministrativa (cosiddetto backoffice); alle Pubbliche amministrazioni che interagiscono con i piccoli Comuni modalità di cooperazione amministrativa e di scambio informativo più agevoli e affidabili, attraverso la intermediazione del CST; ai territori amministrati dai piccoli Comuni, ai cittadini e alle imprese residenti in essi, la fruizione di servizi, veicolati dai piccoli Comuni. Il “CST TERRA DI LAVORO - Centro Servizi Territoriale per lo Sviluppo dell’Amministrazione Elettronica e della Società dell’informazione e della Conoscenza nella provincia di Caserta” persegue le finalità sopra descritte attraverso un modello che risponde ai seguenti principi: rappresentare un’espressione di autogoverno e di cooperazione tra piccoli Comuni coinvolti; valorizzare i modelli di cooperazione istituzionale tra i livelli di governo regionale, provinciale e comunale; garantire l’inclusione “cooperativa” delle esperienze associative intercomunali in essere che abbiano già sviluppato gestioni associate di funzioni e servizi di piccoli Comuni; promuovere le realtà sociali economiche e culturali nei territori amministrati dai piccoli Comuni; essere funzionale al perseguimento degli obiettivi e degli interessi dei piccoli Comuni. Nella fase di costituzione e avvio del CST sono stati di particolare rilevanza quei soggetti istituzionali, ovvero la Regione Campania e la Provincia di Caserta che, titolari della funzione di programmazione sul territorio, possono insieme ai singoli Comuni, far convergere gli obiettivi di sviluppo locale con quelli del CST. Il ruolo della Regione Campania La Regione ha rivestito, nel processo di costituzione e avvio del CST, da un lato il ruolo di promotore e facilitatore, dall’altro quello di supervisore e di monitoraggio. In particolare, in questa fase di inizio attività essa: definisce e promuove un modello unico regionale e condiviso di CST in grado di garantire, per quanto possibile, omogeneità territoriale dei processi, dei servizi e degli SLA, l’interoperabilità e la collaborazione interistituzionale; attua azioni di razionalizzazione e semplificazione dei processi individuando e condividendo le aree di intervento nell’ambito delle quali l’azione del CST può risultare migliorativa; realizza le sinergie e coinvolge il CST nelle interazioni fra le istituzioni; sostiene il CST, razionalizzando e allocando opportunamente le risorse finanziarie disponibili, condividendo risorse informative, strumentali e infrastrutturali, attuando progetti formativi; facilita l’integrazione del CST in un più ampio contesto di iniziative di innovazione e sostiene i meccanismi virtuosi di riuso delle soluzioni progettuali; definisce politiche di sostegno adottando gli atti normativi idonei ad assicurare sostenibilità finanziaria ed il corretto funzionamento dei processi; realizza e condivide sistemi informativi per la programmazione, la progettazione ed il monitoraggio degli interventi sullo sviluppo locale; verifica e monitora l’avanzamento progettuale sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista economico-finanziario; rileva e indirizza opportunamente le criticità emerse dall’analisi dello stato di avanzamento progettuale. … omissis CAPITOLO II IL PROGETTO CLUSTER DI RETE INTERCOMUNALE E LA RETE DELL’UNIONE DEI COMUNI SUD-OVEST In linea con quanto previsto dal Piano Strategico sulla Società dell’Informazione, adottato dalla Regione Campania con delibera n. 7132 del 21/12/2001, che costituisce il riferimento attuativo della misura 6.2 nell’ambito dell’Azione C, i comuni raggruppati nella “Conubarzione Casertana”, nell’”Agro Aversano” e nell’ “Alto Casertano” individuarono la necessità di mettere a disposizione dei cittadini di una vasta area un ambiente telematico efficace e di semplice utilizzo per favorire la comunicazione fra soggetti diversi: cittadini e loro associazioni, Enti Pubblici e società che ne sono emanazione, aziende che operano nei vari settori di mercato, operatori dell’informazione, et alii, al fine di contribuire a garantire, nei fatti, il diritto alla cittadinanza telematica di tutti. Con il verbale del 28/10/2002, i Comuni aderenti al progetto “Cluster di rete intercomunale” sono stati così individuati: ALTO CASERTANO Comuni di Roccaromana (capofila dell’intera aggregazione), Ailano, Alvignano, Baia e Latina, Caianello, Calvi Risorta, Caiazzo, Camigliano, Capriati al Volturno, Carinola, Castel Campagnano, Castel di Sasso, Castello Matese, Castel Morrone, Ciorlano, Conca della Campania, Dragoni, Falciano del Massico, Fontegreca, Formicola, Gallo Matese, Giano Vetusto, Gioia Sannitica, Letino, Liberi, Mignano Monte Lungo, Piana di Monte Verna, Pietramelara, Pietravairano, Pontelatone, Prata Sannita, Pratella, Presenzano, Raviscanina, Rocca d’Evandro, Rocchetta e Croce, Ruviano, S. Gregorio Matese, S.Angelo d’Alife, San Pietro Infine, Vairano Patenora, Valle Agricola, Piedimonte Matese, S. Potito Sannitico, Galluccio. AGRO AVERSANO Aversa, Carinaro, Casaluce, Casapesenna, Cesa, Frignano, Gricignano d’Aversa, Lusciano, Parete, San Cipriano d’Aversa, San Marcellino, San Tammaro, Teverola, Trentola Ducenta, Villa di Briano, Villa Titerno. CONURBAZIONE CASERTANA Marcianise, Arienzo, Capodrise, Capua, Casagiove, Casapulla, Caserta, Cervino, Curti, Macerata Campania, Maddaloni, Portico di Caserta, Recale, S. Felice a Cancello, S. Marco Evangelista, S. Nicola la Strada, S. Prisco, S. Maria a Vico, S. Maria Capua Vetere, Valle di Maddaloni. Con la convenzione stipulata in data 13/11/2002 fra la Regione Campania (AGC – Ricerca Scientifica) e il Comune di Roccaromana, in qualità di ente capofila dei comuni raggruppati nella “Conubarzione Casertana”, nell’ “Agro Aversano” e nell’ “Alto Casertano”, è iniziata la fase di attuazione del progetto denominato “La rete intercomunale”. La convenzione prevedeva un finanziamento complessivo per la realizzazione del progetto pari a Euro 790.000,00, a valere sulla Misura 6.2 Azione C del P.O.R. Campania 2000-2006, come indicato nella Deliberazione n. 3348/2002 (BURC n° 42/2002) della Giunta Regionale della Campania, riguardante Area Generale di Coordinamento Ricerca scientifica statistica sistemi informativi ed informatica – “Presa d’atto della selezione dei progetti-idea relativi alla Misura 6.2 Azione C ed integrazione al budget di spesa prevista.” A seguito della predisposizione del progetto esecutivo e della stipula della convenzione con il soggetto attuatore, avvenuta in data 7/2/2003, è cominciata la fase operativa e di realizzazione del progetto, successivamente interrotta per inadempienza da parte del soggetto attuatore. Il progetto è stato successivamente ripreso (giugno 2007), a seguito della chiusura del contenzioso fra la Committente e l’attuatore, e si è proceduto all’individuazione di un nuovo soggetto attuatore definendo, nel contempo, nuovi e più moderni contenuti progettuali. Si è preso atto, infatti, che il tempo trascorso fra le due fasi operative del progetto, per quanto riguarda il progresso tecnologico e la qualità e disponibilità di strumenti ed infrastrutture, ha comportato profonde trasformazioni nel mondo reale che, allo stato dell’arte, hanno imposto radicali trasformazioni nella progettazione e realizzazione dei sistemi e delle soluzioni destinate a migliorare la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese. È cambiato, infatti, il modo di dialogare con gli utenti e fra le amministrazioni, costringendo a ripensare la “visione” complessiva delle soluzioni, in un’ottica che privilegia la partecipazione e contribuisce a ridurre in modo sostanziale e non formale, il cosiddetto “digital divide”. La rimodulazione del progetto e la realizzazione di una “nuova rete intercomunale” non è stata interpretata come una soluzione di ripiego ma come un’opportunità, che traeva effettivo vantaggio dai progressi tecnologici, dalle nuove e diverse disponibilità offerte dal mercato, dalle sinergie con i progetti (nel frattempo) realizzati o in itinere, per rendere disponibili soluzioni realmente in linea con le motivazioni originali e le aspettative del territorio interessato dal progetto. Il risultato è stato la realizzazione e l’avvio in esercizio di un progetto in grado di erogare servizi integrati di e-Government alla comunità, che favorisce la ottimizzazione dei carichi di lavoro ed il miglioramento dei livelli di servizio, da impulso all’interazione con gli utenti e con le imprese operanti sul territorio, migliora il livello di accessibilità alle informazioni tra le pubbliche amministrazioni favorendo la diffusione fra gli Enti coinvolti di una visione comune del servizio e una standardizzazione delle informazioni gestite, permette l'estensione e l'arricchimento delle funzioni di accesso e consultazione del patrimonio storico, culturale e territoriale già sviluppate e favorisce la partecipazione della cittadinanza alle attività dell'Amministrazione in tali settori, in un’ottica di promozione e valorizzazione territoriale. Il portale www.retedicomunicasertani.it, ed i servizi messi a disposizione, sono stati erogati attraverso centri afferenti alle strutture dei comuni partecipanti al progetto. Tali strutture, che sono stati i primi beneficiari dei servizi, svolgono una funzione di erogazione di servizi prodotti direttamente o forniti da altri enti e organismi. Il progetto ha inoltre sperimentato strumenti di flessibilità organizzativa attraverso la creazione di un centro polifunzionale. Questi si configurano come centri presidiati ed attrezzati che potranno fungere da supporto per migliorare ed ottimizzare l’interazione con i cittadini e le imprese, anche stimolando meccanismi di partecipazione attiva in un’ottica di e-democracy, per iniziative di promozione imprenditoriale e del territorio, di integrazione sistemistica dei diversi sistemi informatici. Esso ha inoltre tenuto conto del potenziale di integrazione territoriale e/o progettuale degli interventi da promuovere, in particolare alla capacità delle proposte di intervento di porsi in una linea di continuità o di complementarietà con altre iniziative, già realizzate, in corso di realizzazione o programmate nelle aree oggetto di intervento, in una logica di rafforzamento delle ricadute dei processi di trasformazione in atto. Nell’ambito del progetto, inoltre, è stata predisposta l’infrastruttura tecnologica necessaria all’erogazione dei servizi, compresi gli strumenti atti a garantire la sicurezza dei dati e delle transazioni. Con opportuna lungimiranza, inoltre, il progetto ha previsto l’adozione di soluzioni flessibili e scalabili in grado di essere facilmente trasportabili ed installabili all’interno del CST della Provincia di Caserta e, più in generale, il rispetto dei seguenti vincoli: adottare soluzioni in linea con il “Piano Strategico sulla Società dell’Informazione nella Regione Campania” sviluppato dall’Assessorato all’Università e Ricerca Scientifica ed all’Innovazione Tecnologica; architettura web based, Three-Tier, che privilegi la suddivisione fisica del livello di presentazione da quello database piena compatibilità con il “Sistema Pubblico di Interoperabilità e Cooperazione della Regione Campania (SPICCA)” rispetto dei requisiti di accessibilità stabiliti nel DM 8 luglio 2005 "Requisiti tecnici e i diversi livelli per l'accessibilità agli strumenti informatici" (G.U. n. 183 dell'8 agosto 2005) garanzia dell’applicazione di ogni prescrizione in materia di protezione dei dati, in ottemperanza al decreto legislativo N. 196/2003 e successive modifiche (comunemente conosciuto come decreto della privacy) Stato dell’arte e prospettive Uno degli elementi più significativi per la realizzazione del progetto è stata la creazione di una struttura operativa di “gestione e supporto”, denominata anche “redazione”, responsabile di tutte le attività da effettuarsi a diretto contatto del territorio, in sintonia con le diverse fasi del progetto. A titolo indicativo, e non esaustivo, tra le attività svolte dalla struttura operativa locale di gestione e supporto si evidenziano: il censimento delle disponibilità di infrastrutture e servizi dei Comuni; la raccolta e la preparazione dei contenuti del portale; le attività di “animazione” della rete virtuale; il servizio telefonico ai cittadini e alle imprese; l’aggiornamento dei contenuti del portale; la predisposizione di sondaggi; la raccolta della documentazione e la sperimentazione dei servizi afferenti alla gestione degli ambiti sociali; le azioni di affiancamento/formazione del personale degli enti locali coinvolti. La redazione ha svolto un ruolo fondamentale ed è stata, in particolare, il primo luogo al quale il cittadino (o, allo stesso modo, un Ente o una PA) ha fatto riferimento per soddisfare un determinato bisogno legato al quotidiano rapporto con la Pubblica Amministrazione, ad altri Enti e viceversa. La redazione ha svolto una funzione di “contact center” per l’ascolto ed è la rielaborazione delle problematiche poste dell’utenza con relativo reporting delle stesse da restituire alle PA referenti. Con la realizzazione del progetto, e la sua conclusione contrattuale, tale ruolo centrale di contatto e raccordo con gli attori del territorio, di spinta proattiva e di governo, doveva ricadere, in termini di responsabilità, in capo ai comuni aderenti all’iniziativa, così come gli oneri di gestione tecnica del sistema e delle infrastrutture. Le ben note difficoltà, da parte dei Comuni, nel reperire risorse economiche da destinare a tale scopo, in congiunzione con il recepimento degli indirizzi strategici suggeriti dalla Regione Campania in tema di ottimizzazione delle modalità di erogazione dei servizi da parte degli Enti Locali, nell’ottica della razionalizzazione della spesa e del raggiungimento di economie di scala, suggerisce di rivedere il modello redazionale del cluster e la struttura di gestione operativa dei sistemi e delle infrastrutture. Più in particolare, si ritiene utile, sfruttando l’opportunità offerta dal D.D. n.226/2009, di inglobare ed unificare il cluster con il CST Terra di Lavoro, con la possibilità di raggiungere diversi e più performanti obiettivi quali la realizzazione di economie di scala, la riduzione dei costi operativi e la possibilità di ampliare la piattaforma dei servizi disponibili, come meglio illustrato nel seguito del progetto. La necessità della creazione di una struttura di riferimento redazionale localizzata sul territorio di competenza del cluster è parte integrante del processo di unificazione e potrà costituire un importante modello di riferimento nell’ulteriore sviluppo del CST, arricchendo in modo significativo l’offerta dei servizi del CST stesso nei confronti degli Enti Locali che ne fanno parte. Una siffatta previsione trova la sua naturale giustificazione sia come esito della positiva sperimentazione avvenuta nel corso dell’attuazione del progetto “Cluster di Rete Intercomunale” che per la preziosa funzione che essa potrà avere rispetto ad un’aggregazione territoriale composta da piccole comunità locali, disseminate in un territorio molto vaso, orograficamente poco agevole e notevolmente distante dai maggiori centri di riferimento provinciali ed interprovinciali. Tale struttura di servizio, da intendersi come presidio territoriale del più ampio organismo tecnico di assistenza che avrà sede presso il CST Terra di lavoro, potrà utilizzare, con le opportune revisioni ed aggiornamenti, la dotazione logistica/strutturale già in uso a suo tempo e potrà contare su metodologie e strategie di lavoro abbondantemente consolidate. L’UNIONE DEI COMUNI SUD-OVEST L'Unione della “C.S.O.” è composta dai Comuni di Cancello Arnone, Capodrise, Castel Volturno, Cellole, Francolise, Grazzanise, Marcianise, Mondragone, S. Maria La Fossa, Sessa Aurunca. E’ compito dell’Unione promuovere , d’intesa con la Regione Campania e la Provincia di Caserta, la progressiva ed integrale attuazione del programma di e – government approvato da tutti i Comuni facenti parte del “ C.S.O. “, compresa la gestione della stessa, nonché l’attuazione e la gestione di tutte le altre attività da esso nascenti e conseguenti, ed ogni altra attività deliberata dagli Organi dell’Unione. L’Unione, con riguardo alle proprie attribuzioni, rappresenta le comunità di coloro che risiedono nel territorio che la delimita , di cui concorre a curare gli interessi e promuovere lo sviluppo, tenendo conto delle rispettive vocazioni e peculiarità dei singoli Comuni aderenti. Sono obiettivi prioritari dell’Unione : a) - realizzazione di una Rete di interconnessione tra gli Enti da federare alla Rete Regionale vista come sottoinsieme della Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione; b) – definizione di uno standard comune per la cooperazione applicativa. c) – definizione di un modello comune di approccio per servizi ai cittadini, Portale d’Ente, basato su: 1) sportello unico per imprese e cittadini su uno standard comune. 2) gestione tributi omogenea in riferimento alle necessità informative e di servizio dei cittadini. 3) gestione coordinata per i sistemi informativi territoriali. 4) presenza Internet coordinata su standard compatibili. d) - realizzazione di un Portale territoriale come fondamento della politica di sviluppo dell’area e per la migliore pianificazione d’uso del territorio disponibile. e) – realizzazione di tutto quanto previsto nel piano nazionale d’azione per l’e-government e nei suoi successivi ampliamenti. f) - programmi di formazione. g) – attuazione e gestione di tutte le altre attività. Al presente progetto COPERNICO hanno aderito i seguenti Comuni dell’Unione dei Comuni Sud Ovest: Cellole, Cancello e Arnone, Francolise, Grazzanise e Santa Maria La Fossa. CAPITOLO III L’analisi della domanda dei servizi richiesti dai Comuni e dalle loro forme associative. L’analisi della domanda dei servizi richiesti dai Comuni consorziati è stata già condotta nell’autunno 2008 al fine di monitorare lo stato di attivazione dell’e-government presso i soci stessi al fine di poter meglio tarare il portafoglio dei servizi per l’anno 2009. L’attenzione posta al contesto pone subito in risalto l’attività di analisi della domanda nelle varie fasi di operatività del progetto caratterizzato come ricorsivo e in continuo miglioramento. La prospettiva di analisi privilegiata è diacronica, non si ferma infatti a un momento di rivelazione e analisi dei dati ma si inquadra nella logica unitaria e intersettoriale delle esperienze condotte fino a questo momento dai comuni CST Terra di Lavoro. I Comuni aderenti all’indagine sono stati 25, la cui popolazione residente risulta suddivisa come segue: Comune Caserta San Nicola la Strada San Felice a Cancello Casagiove Sant'Arpino Gricignano di Aversa Cesa Villa di Briano Alife Casapesenna Caiazzo Alvignano San Tammaro Capua Roccamonfina Rocca D'Evandro % Residenti 75.208 18.724 16.769 14.821 13.900 8.903 7.460 5.703 7.164 6.629 5.879 4.950 4.400 19.041 3.807 3.720 23,6111% 5,8783% 5,2645% 4,6530% 4,3638% 2,7950% 2,3420% 1,7904% 2,2491% 2,0811% 1,8457% 1,5540% 1,3814% 5,9778% 1,1952% 1,1679% Calvi Risorta Caianello Castel Campagnano Castello del Matese Ailano Raviscanina Castel di Sasso Tora e Piccilli Francolise San Pietro Infine totale abitanti provincia Provincia di Caserta 5.938 1.758 1.632 1.476 1.466 1.352 1.199 1.068 4.918 1.011 238.896 1,8642% 0,5519% 0,5124% 0,4634% 0,4602% 0,4245% 0,3764% 0,3353% 1,5440% 0,3174% 75,0000% 25,0000% 100,0000% Praticamente tutti i Comuni aderenti al Progetto hanno partecipato all’indagine (24 enti su 25). Si tratta di un risultato notevole, che attesta di per sé come l’adesione al CST da parte degli enti non sia formale, tanto più se si considera il limitato tempo a disposizione e il periodo particolarmente in cui si è svolta: a ridosso dei mesi estivi del 2008. L’elevata partecipazione all’indagine assegna un alto grado di significatività ai dati ricavati, anche se non tutti gli enti hanno risposto a tutte le domande del questionario. Appunto per valutare il livello di significatività delle risposte alle singole domande, sono state calcolate per ciascuna la percentuale degli enti che hanno risposto alla domanda rispetto al totale degli enti aderenti. b. Metodologia di analisi dei dati raccolti Per la rilevazione analitica dei fabbisogni di servizio delle Amministrazioni aderenti che possono essere soddisfatti da una corrispondente offerta da parte del CST si è proceduto inviando presso gli enti dei consulenti appositamente formati per assistere gli operatori comunali nella compilazione dello strumento di rilevazione dati: il questionario. Tale scelta è stata dettata dalla volontà di non lasciare i funzionari comunali soli nella realizzazione di una questionario lungo e che richiedeva informazioni particolarmente dettagliate e la partecipazione dei dipendenti di vari uffici. L’affiancamento nella compilazione del consulente ha inoltre permesso di tastare “dal vivo” il polso dei bisogni dei comuni e innalzare il livello di consapevolezza nell’adesione al Cst. Durante il lavoro dei consulenti di somministrazione dei questionari sono stati infatti annotati i commenti spontanei, ritenendo questi altamente significativi per definire il portafoglio dei servizi e la sua sostenibilità economica tenuto conto della rimodulazione del quadro economico del progetto. Per coerenza sostanziale, l’analisi della domanda si porrà come un riferimento circolare e costante e proseguirà nelle successive fasi del progetto, puntando su un miglioramento qualitativo dei processi innovativi. Omissis… 1. I destinatari della rilevazione Parte rilevante nella ricerca sul campo portata avanti in questa fase che ha coinvolto i dipendenti di 24 comuni, si concentra sull’individuazione dei ruoli critici dell’innovazione ovvero quelle figure chiave che all’interno di un’organizzazione si fanno portatrici del cambiamento. Questo perché si parte dalla consapevolezza che introdurre un nuovo hardware o un nuovo software all’interno di una organizzazione come quella comunale a poco serve se non accompagnato dal lavoro di diffusione e integrazione della nuova tecnologia svolta dall’individuo che presenta la maggiore propensione all’innovazione. Parallelamente una ricerca simile si sta conducendo per individuare i profili di diffusione dei servizi del Cst. Tali figure dovranno ricoprire un ruolo più ampio di quello di “referenti dei servizi di frontoffice”. Spetterà a loro infatti il ruolo di “agente dell’innovazione” non solo di hardware e software ma anche gestionale, riconoscibili nei ruoli critici qui elencati [Corti E., Gestione dell’Innovazione, Esi, 2004]: - Coordinatore, - Gatekeeper, - Gatekeeper tecnologico, - Generatore di idee, - Solutore di problemi, - Opinion leader, - Sponsor, - Orchestratore. Naturalmente, va considerato che nei piccoli Comuni si rilevano spesso delle carenze oppure si ritrovano individui che, dovendosi fare carico di responsabilità differenti, mostrano uno spettro più ampio di comportamenti. 2. Risultati, commenti e valutazioni I risultati danno una fotografia aggiornata che contribuisce a inquadrare più precisamente un panorama già “abitato” da tempo. Di seguito i risultati del questionario sono confrontati in alcuni casi con i dati del secondo rapporto sull’Ict della Pubblica Amministrazione Locale redatto da AiTech-Assinform [http://www.aitechassinform.it/comunita/default.asp] e con i dati Istat nell’ambito della ricerca “Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle Pubbliche Amministrazioni Locali” per offrire un metro di paragone tra la situazione dei comuni aderenti al Cst, la situazione dei comuni campani e quella nazionale [http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20060703_00/]. a. Sezione: Anagrafica del Comune Va riferito che per 23 enti che hanno indicato se appartengono o meno a un’aggregazione con altri Comuni sono risultate prevalenti le Comunità Montane e le Unioni di comuni (si veda tabella sotto). La lettura dei risultati deve considerare che le tradizionali forme associative si dispongono lungo un continuum di crescente integrazione delle attività e dei processi decisionali, in cui è possibile riconoscere due differenti categorie di partnership: - le soluzioni di natura contrattuale che rappresentano la modalità meno vincolante: a tale classe appartengono i protocolli di intesa, le convenzioni e gli accordi di programma; - le soluzioni miste che danno vita a forme strutturate e durature, senza pregiudicare l’autonomia dei singoli partecipanti: ad essa si riconducono l’esercizio associato di funzioni, i consorzi, le Unioni di Comuni, le Comunità montane; - la forma più forte ed istituzionale, riconducibile alla riduzione del numero di enti mediante la fusione in un solo Comune. Tabella 3 - Appartenenza a forme associative preesistenti (22 comuni) F.A. Numero di comuni appartenenti alle forme associative* Comunità montane 11 Unioni di Comuni 7 Nessuna 8 *Il totale è superiore a 23 perché alcuni comuni hanno dichiarato di appartenere a più Forme Associative. b. Sezione: Organizzazione interna La seconda sezione del questionario intende tracciare un quadro dell’organizzazione interna dei comuni. Considerato il numero dei dipendenti comunali, risultati 1.385 (per 22 comuni), appare particolarmente negativo il discorso relativo alle dotazioni organiche, in particolare per quel che riguarda l’esistenza di “specifiche unità organizzative” (domande b.2 b.3 b.5 ): sui 22 (su 24) Comuni che hanno risposto a queste domande (88% degli aderenti) solo 8 (36,36 % degli enti che hanno risposto alla domanda) hanno incaricato un responsabile per i servizi di informatica e 3 (13,63 %) dispongono di un ufficio o Servizio di Informatica autonomo. Se confrontiamo quest’ultimo dato con la rivelazione sperimentale effettuata dall’Istat nell’ambito della ricerca citata, vediamo che è nettamente inferiore alla media nazionale (16,2%). Sono 5 (22,72 %) gli enti che dispongono di un Ufficio o di un Servizio di Statistica. Per la maggior parte, gli enti dichiarano di gestire attività connesse con le ICT “In Economia” o con “Affidamento a fornitore esterno” (domanda c.1). c. Sezione: Servizi erogati dalle forme associative intercomunali Per quanto riguarda i servizi erogati dalle forme associative, non notiamo un particolare riscontro in termini di servizi. Il Consorzio CST “Terra di Lavoro” genera sicuramente nei comuni la maggior parte delle aspettative in termini di servizi erogati ai comuni associati. d. Sezione: Telefonia e connettività A questa sezione hanno risposto 19 comuni su 24. Significativo il dato secondo il quale solo 4 comuni hanno acquistato un centralino da oltre cinque anni. La maggior parte dei comuni risulta quindi avere un hardware soddisfacente. Invece, rispetto ai servizi di telefonia fissa, per l’ 89,47 per cento dei comuni (17) il fornitore è Telecom, per cui presumibilmente non è stata attivata la Convenzione Consip per l’affidamento dei servizi di telefonia fissa e connettività IP, in favore delle Amministrazioni Pubbliche, ai sensi dell’articolo 26, Legge 23 dicembre 1999 n. 488 e dell’articolo 58, Legge 23 dicembre 2000 n. 388, in particolare il Lotto A2 – Servizi di telefonia fissa e connettività IP in favore delle “Amministrazioni Locali”. La convenzione è stata attivata il 18 settembre 2006 ed è scaduta il 17 settembre 2008. Lo stesso dicasi per i servizi di connettività il cui fornitore è Telecom nel 94,73% dei casi (18). Notiamo, al riguardo, che la dimensione dalla banda è uguale o inferiore ai due Mb al secondo risultando quindi bassa. Per i servizi di telefonia mobile (domande a.3 e a.4), il fornitore è Tim in 6 casi e Wind in 1 caso. I risultati dell’indagine, in particolare per quanto concerne la tipologia di connessione, sono stati elaborati a seguito dell’incontro con il R.T.I. Fastweb aggiudicatario della fornitura di hw, sw di base, impianti e arredi di cui all’appalto attivato con il D.D. n.573 del 11/01/2005 e a seguito dell’esame dell’elenco prezzi della fornitura e dei relativi schemi di rete. Al riguardo, si riportano di seguito i dati della copertura xDSL nei Comuni associati1. Tabella 4 - Copertura xDSL dei Comuni del Cst enti raggiunti da adsl enti raggiunti da hdsl 3 19 Con riferimento alla proposta di rimodulazione della fornitura, in particolare per i servizi di connettività, si evidenziano sin da subito le motivazioni di carattere generale per favorire l’adesione al Sistema Pubblico di Connettività (SPC)2 , intendendo assicurare l’integrazione e lo scambio di dati tra amministrazioni statali, regionali e locali, sulla base di standard comuni e condivisi e in modalità sicura. Note: 1 I dati riportati sono quelli dichiarati e/o stimati e, naturalmente. saranno oggetto di una verifica più approfondita in fase di attivazione. 2 L’Spc è istituito e disciplinato dal Decreto legislativo del 28 febbraio 2005, numero 42http://www.cnipa.gov.it/site/_files/DECRETO%20LEGISLATIVO%2028%20febbraio%202005. pdf . Sotto il profilo dell’architettura il SPC si può considerare costituito da più ambiti omogenei che coinvolgono differenti soggetti. Un ambito è costituito dal dominio interno alla singola amministrazione, considerato una “Intranet”, che connette tutte le sedi della stessa distribuite sul territorio; ad es. un Comune che deve collegare diverse sedi e/o uffici. Un altro ambito di interconnessione connette tra loro le singole amministrazioni, indicato come “Infranet”, sia assegnate allo stesso fornitore, che a fornitori diversi, tramite la rete di interconnessione Qualified eXchange Network (QXN) che ha compiti simili a quelli di un Internet eXchange Point, al fine di garantire la funzionalità del sistema nel suo complesso. Infine un ambito di interazione tra le singole amministrazioni consiste nella possibilità delle singole amministrazioni di interagire con utenti o servizi presenti su “Internet”. In riferimento, infatti, alla gara che ha riguardato la fornitura delle componenti del SPC relative ai servizi di connettività e sicurezza indetta dal Cnipa, risultano evidenti i vantaggi nella attivazione di tali servizi3 . e. Sezione: Dotazioni informatiche I comuni che hanno risposto alla quinta sezione del questionario sono 22 (88%). Tabella 5 - Risorse hardware disponibili Comuni con dotazioni informatiche Server PC fissi 34 888 * Calcolato sul totale delle risposte PC portatili 32 Dai risultati emerge che le dotazioni informatiche disponibili tra server, pc fissi e pc portatili sono in totale 954 (domanda a.1). Se consideriamo il numero dei dipendenti comunali, se ne deduce che il 69% per cento dei dipendenti ha a disposizione un proprio Pc. Un dato superiore alle rivelazioni Istat: infatti il 67,4 per cento dei dipendenti comunali in Italia ha un computer. Sotto un profilo più generale, tuttavia, lo stato di informatizzazione dell’ente rivela la coesistenza tra vecchio e nuovo, dove le nuove modalità operative, più agili e avanzate, affiancano quelle tradizionali, senza però riuscire ancora a sostituirle rimanendo intimamente legato a prassi e culture che rimangono incompatibili con forme veloci di cambiamento. Un’esperienza esplicativa in proposito riguarda l’utilizzo della posta elettronica (domanda b.1). Sono 13 gli enti che utilizzano il servizio di posta elettronica. L’innovazione tecnologica viene quindi usata ma limitatamente al progetto di innovazione nel quale è stata inserita. Il suo uso non viene allargato all’intera vita amministrativa incontrando la resistenza culturale al cambiamento delle abitudini consolidate. Nonostante la diffusione di strumenti, sistemi e servizi innovativi dal punto di vista strumentale - la diffusione dei dispositivi di base ha raggiunto tutti gli uffici come si diceva - una notevole quantità di attività amministrativa interna è svolta ancora con modalità tradizionali e con impiego di rilevanti risorse umane (cfr. sezione 2 “organizzazione interna”, citata). Non a caso, solo 10 dei comuni presi in esame dichiarano (domanda d.1) di possedere un software per il Sic (sistema informativo comunale) con banche dati integrate (sistema in ogni caso quasi del tutto assente anche a livello nazionale). Rispetto alle aree non servite dal Sic, le percentuale di informatizzazione raggiunte sono in media con quelle dei comuni italiani indicate dall’Istat . Dai dati relativi ai 22 comuni che hanno risposto alla domanda, risulta che i servizi più informatizzati sono: - demografici (anagrafe, stato civile, elettorale) - gestione del personale – funzionalità delle buste paga - contabilità - tributi. Solo in alcuni casi è presente un’informatizzazione dell’Ufficio Tecnico/LL.PP. Nota: 3 In termini di convenienza generale si consideri che la gara (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale CE n. S91 del 12/5/2005 e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, parte II, n. 110 del 13/5/2005) è stata aggiudicata con un ribasso del 46% rispetto alla base di gara che altro non era che il prezzo medio che la PA ha speso nell’ultimo anno. Possono fruire dei servizi oggetto della gara amministrazioni ed enti locali aderenti o meno alla RUPA. I servizi di connettività oggetto della gara sono ampiamente differenziati allo scopo di consentire alle singole amministrazioni la possibilità di soddisfare al meglio ogni loro specifica esigenza. I servizi di Connettività, per le PAL che decidono di aderire al SPC si suddividono in: servizi di trasporto, servizi di supporto, Voice Over IP (V0IP), interoperabilità di base, manutenzione e assistenza e si suddividono in servizi Indispensabili - di cui le pal sono tenute ad avvalersi almeno per le connessioni all’Infranet, secondo i propri fabbisogni (ovvero i servizi di trasporto, supporto, manutenzione e assistenza)– e servizi Opzionali - di cui le pal hanno la facoltà di avvalersi secondo i propri fabbisogni (ovvero i servizi di interoperabilità di base, posta elettronica, trasporto protocolli proprietari; interoperabilità di base - Data Center, VoIP). I servizi di trasporto permettono alle amministrazioni di usufruire di tutte le funzionalità tipiche delle reti IP. A tal fine viene assicurato il trasporto di tutti i protocolli e delle applicazioni veicolabili su IP secondo le diverse Classi di Servizio definite nel Capitolato Tecnico della gara. I servizi permettono a ogni amministrazione l’accesso e la comunicazione IP nei tre ambiti previsti dal SPC: Intranet, Infrante e Internet. servizi di trasporto potranno essere offerti secondo le seguenti modalità, ognuna delle quali sarà caratterizzata da differenti parametri funzionali e prestazionali. “Aways-on”: mediante tecnologie che consentono accessi permanenti (ad esempio xDSL, SDH, etc.); “Dial-up”: mediante tecnologie che consentono accessi a commutazione di circuito PSTN, ISDN; “Wireless”: mediante tecnologie che consentono accessi basati su trasmissioni in radio frequenza. f. Sezione. Spesa per l’informatica La spesa complessiva in ambito Ict con fondi propri dei Comuni negli ultimi tre anni dopo aver avuto un picco nel 2004 ha avuto una fase di stasi nel 2005 e di ripresa nel 2006 come si vede nella tabella sotto riferita ai 12 su 24 (50%) comuni che hanno risposto alla domanda a.1. Tabella 6 - Spesa con fondi propri dei Comuni Tipologia 2004 2005 2006 Hardware e software di 71.846,00 61.521,00 876.776,00* base Software applicativo / 65.864,00 96.591,00 61.940,00 gestionale Manutenzione hw e sw 42.600,00 53.843,00 66.301,00 Connettività 15.428,00 15.296,00 24.758,00 Formazione del 13.000,00 14.400,00 15.500,00 personale Consulenze 00,00 00,00 00,00 Totale € 208.738,00 € 241.651,00 €1.045.275,00 *Nel totale delle spese Hardware e Software di base per il 2006 sono conteggiati anche i finanziamenti del POR Campania 2000-2006 per il solo Comune di Caserta. g. Sezione: Il comune fruitore ed erogatore di servizi on line Alla sezione relativa ai servizi on line ha risposto il 100 per cento dei comuni. Tra i servizi disponibili su internet maggiormente utilizzati (domanda a.1) c’è il collegamento a Siatel, l’anagrafe tributaria (80%), all’Inps (58,33%), e al sistema Ina-Saia per le interconnessione anagrafica (75%). Tabella 7 - Servizi on-line utilizzati Servizi N. Comuni INPS INAIL SIATEL / Anagrafe Tributaria SISTER / Catasto ACI-PRA / Registro automobilistico Cassa Depositi e Prestiti INA-SAIA / Interconnessione delle anagrafi ISTATEL / Statistica ufficiale Gazzetta Ufficiale Normeinrete CERVED / CCIAA / Registro imprese Sito web della Regione Sito web della Provincia di Caserta Altro 14 5 19 11 11 13 18 9 7 7 1 11 9 2 Per quello che attiene invece alla erogazione di servizi on-line vediamo che non tutti i comuni sono presenti su internet, 19 su 24 con un proprio sito. Dati superiori alla media nazionale (79,16%). Ad erogare attivamente servizi on-line sono 3 comuni (12,5%)4 . Alla domanda relativa (domanda b.4) ai problemi legati all’erogazione la maggior parte dei comuni indica che il servizio è gestito da soggetti esterni non controllabili dal Comune. Sotto un profilo generale, è evidente che l’analisi dell’utilizzo delle tecnologie ICT nel processo di ammodernamento dell’amministrazione richiama due categorie di azioni: - le azioni di informatizzazione dirette a migliorare la efficienza operativa interna (servizi di eAdministration); - le azioni dirette a informatizzare l’erogazione dei servizi ai cittadini e alle imprese che spesso implicano una integrazione tra i servizi di diverse amministrazioni (servizi di e-Government) Per quanto riguarda le azioni di informatizzazione del primo tipo, il funzionamento interno delle amministrazione, pur registrando buoni risultati, è ancora da migliorare. Nota : 4 Al riguardo, seguiamo la suddivisione proposta dalla Commissione Europea sui livelli di interattività: Presenza di modulistica; Servizi interattivi (invio di informazioni per l’avvio di procedimenti online); Servizi transattivi e con procedimenti di autenticazione. Per le azioni di informatizzazione del secondo tipo è chiaro che è la Rete il canale preferenziale per l’interazione tra pubblica amministrazione e i suoi utenti. Su questo il Codice dell’Amministrazione Digitale (D.Lgs. n. 159 del 4 aprile 2006 e s.i.) è molto chiaro: “lo Stato, le Regioni e le autonomie locali assicurano la disponibilità, la gestione, l’accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dell’informazione in modalità digitale e si organizzano e agiscono a tale fine utilizzando con le modalità più appropriate le tecnologie dell’informazione e della comunicazione”. Ricordiamo che Front Office e Back Office sono le strutture digitali che rimpiazzano quelle dell’ufficio tradizionale. È quindi necessario che i sistemi di front office interagiscano con sistemi di back office molteplici ed eterogenei (per architettura, per piattaforma tecnologica, per fornitore, per distribuzione nei progetti, ecc..). h. Sezioni: Gestione documentale e Interoperabilità e interscambio I dati delle rilevazioni su questo fronte risultano in parte falsati dall’obbligo di legge. Infatti, visto che si tratta di un servizio reso obbligatorio dal D.P.R. 445/2000 quale comune può dichiarare spontaneamente di essere fuori legge? La situazione riscontrata dai nostri consulenti nella stragrande maggioranza dei comuni, il protocollo informatico c’è ma ci sono forti resistenze e difficoltà al suo uso. Le medesime considerazioni valgono anche per quanto attiene ai dati sull’interoperabilità e l’interscambio, in particolare per quanto riguarda l’anagrafe e i corrispondenti obblighi di popolamento dell’Ina (Indice Nazionale delle Anagrafi istituito presso il Ministero dell’Interno con legge 28/02/2001 n.26) e di collegamento al SAIA (Sistema di Accesso e Interscambio Anagrafico) come appurato nel corso di recenti indagini. i. Sezioni: Formazione ICT e progetti di innovazione A questa sezione hanno risposto 24 comuni. Soltanto 4 comuni hanno dichiarato di avere partecipato a iniziative di formazione in materia Ict negli ultimi tre anni. Confrontando il dato con le rilevazioni Istat che, com’è noto, si riferiscono all’anno 2005 e considerano solo le attività organizzate direttamente dalle amministrazioni e non quelle organizzate da enti sovraordinati (es. la Regione) o forme associative. I dati indicati dall’Istat in ogni caso indicano che il 20 per cento dei comuni in Italia ha attivato corsi di formazione Ict per i propri dipendenti, percentuale che scende al 16,6 per cento nel caso dei comuni del CST Terra di Lavoro. Al riguardo, quindi, considerate le dimensioni dei comuni del campione di indagine, se ne deduce che esiste una propensione alla gestione associata della formazione per le presumibili economie di scala. j. Sezione: Motivazioni dell’adesione al Cst In questa sezione del questionario (dodicesima) possiamo ritrovare conferma delle osservazioni fin qui fatte, in primis, del ruolo del CST quale “consulente di fiducia”, professionale, che supporta gli enti nelle attività che devono svolgere e nell’ideare, avviare e gestire i programmi di innovazione. Dall’analisi delle motivazioni espresse dell’adesione al CST (si veda Tabella sotto) risulta fortemente avvertita l’esigenza di supporto nel processo di cambiamento ormai avviato, rispetto al quale si è consapevoli di non disporre delle risorse necessarie per gestirlo in completa autonomia. Tabella 8 - Motivazioni di carattere generale Sopperire alle proprie carenze in materia di: Ridurre costi dei servizi ICT n 12 % 64 n 22 Aumentare Numero e qualità Servizi erogati Scelta dotazioni strumentali Governo risorse strumentali Redazione e gestione progetti di innovazion e gestione fornitori gestione disponibilità econ. per innovazione amministrati va % n 100 11 % 50 n 5 n 12 n 9 n 14 % 23 % 55 % 41 % 64 reper imen to fonti finan ziam ento n 18 % 8 2 * Calcolata sul numero dei Comuni che hanno risposto. N.B. sono state consentite più risposte Quanto ai fabbisogni dichiarati, questi sono classificati per servizi e per “tipologia di fabbisogni” (domanda b.1) secondo quanto riportato nella sintesi seguente. Il 68% (15) richiede supporti nell’ambito dei Servizi di Informatica in particolare tramite Gestione della piattaforma tecnologica in asp e sotto forma di Assistenza contrattuale nel rapporto con il fornitore della soluzione applicativa. Il 55% (12) sollecita di essere supportato nell’ambito degli Acquisti di servizi ICT (telefonia compresa), mediante soprattutto l’assistenza contrattuale. Il 55% (12) manifesta l’esigenza di interventi nell’ambito della Illuminazione Pubblica e del Risparmio Energetico sotto forma di assistenza contrattuale nel rapporto con il fornitore. Il 50% dei Comuni (11) richiede interventi in relazione al Sito Web. Il 32% dei Comuni (7) richiede un intervento specifico per l’avvio dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP). Il 23% dei Comuni (5) richiede un intervento specifico per la fornitura di una piattaforma di Marketing Territoriale ed anche per la gestione del territorio attraverso il sostegno nell’ambito dell’ Ufficio tecnico / LLPP, viabilità. Il 18% (4) richiede l’attivazione del servizio “Protocollo Informatico” con una adeguata formazione per il personale addetto. In data 6 ottobre 2009, inoltre, si è svolta una riunione di coordinamento tra i rappresentanti dei Comuni consorziati e di quelli facenti parte del progetto Cluster con capofila il Comune di Roccaromana al fine di verificare le possibile sinergie e i servizi di base ed avanzati da inserire, Comune per Comune, nel presente progetto. Nel corso di detta riunione è stato somministrato un questionario aggiornato di rilevamento dei fabbisogni sopravvenuti nel corso del periodo novembre 2008 – ottobre 2009 al fine di rendere il presente progetto pienamente rispondente alle reali esigenze di ogni territorio comunale. Le risultanze di tale rilevazione sono evidenziate nelle schede dei servizi allegati. CAPITOLO IV L’analisi della tipologia di servizi che si intende erogare, nel primo triennio/quinquennio, ai propri soci e della loro integrazione con quelli già in uso, dettagliando, per ciascun servizio previsto, la dimensione ed il profilo dell’utenza potenziale. Premessa. Questo capitolo si divide in tre sezioni: la prima “la situazione attuale del CST Terra di Lavoro: il CED e i servizi già attivi”, la seconda “servizi da erogare nel primo triennio” e la terza “servizi da erogare nel quinquennio”. Nel dettaglio, la prima sezione illustra la configurazione attuale del CED e della rete del CST e lo scenario futuro seguente l’implementazione della nuova dotazione hardware acquistata con i fondi richiesti alla Regione Campania. Qui viene anche descritto l’attuale portafoglio dei servizi del CST. La seconda sezione descrive i servizi di base che costituiscono oggetto del finanziamento regionale attraverso la realizzazione del progetto COPERNICO. La seconda sezione, invece, propone il programma di investimenti di lungo periodo finalizzati all’attivazione di servizi avanzati a valere su ulteriori finanziamenti da richiedere alla Regione, al Governo e-o alla Commissione Europea su eventuali futuri bandi. LA SITUAZIONE ATTUALE DEL CST TERRA DI LAVORO: IL CED E I SERVIZI GIÀ ATTIVI Descrizione dei locali Il sito del Centro Servizi Territoriale per lo Sviluppo dell’Amministrazione Elettronica e della Società dell’informazione e della Conoscenza nella provincia di Caserta è collocato al primo piano dello stabile ubicato in Caserta in viale Lincoln,area ex. Saint Gobain Nelle figure successive sono mostrati i dettagli della planimetria del piano ospitante i locali della CST, essi sono stati forniti dalla provincia in comodato d'uso gratuito. Al piano vi si accede attraverso gli ingressi principali del palazzo posti al piano -2 ed al piano terra. Figura 1 cartografia raffigurante il primo piano del palazzo che accoglie le sale del CST Figura 2 dettaglio della planimetria in cui sono raffigurate le sole stanze che accolgono il CST Figura 3 leggenda dei principali simboli presenti nelle precedenti cartografie Le sale predisposte per ospitare il CST sono, come dalla cartografia mostrata in Figura 1, di facile raggiungibilità ed accesso e distanti da possibili sorgenti di interferenze elettriche. La struttura ospitante prevede, come si osserva dalla Figura 2 i seguenti ambienti: Centro di Elaborazioni Dati (CED): ambiente di oltre 30 mq. destinato ad ospitare apparecchiature informatiche e di connettività locale e remota. Due locali adibiti a zona ufficio, ognuno dei quali atti ad ospitare almeno sei postazioni di lavoro. Una sala riunioni utilizzabile sia dall'area amministrativa che dall'area tecnica. Un atrio di accoglienza. Servizi Igienici, non mostrati in figura (gli stessi utilizzati dai dipendenti della provincia). Impianto di condizionamento Tutte le sale sono fornite di adeguato impianto di condizionamento che permette di mantenere la temperature e l’umidità dell’ambiente entro limiti prefissati e dare allo stesso tempo una soddisfacente movimentazione d’aria, per tutti gli ambienti è garantito il benessere microclimatico così come previsto dalle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Impianto Elettrico L’impianto elettrico del Centro Servizi Territoriale per lo Sviluppo dell’Amministrazione Elettronica e della Società dell’informazione e della Conoscenza nella provincia di Caserta è stato progettato secondo le norme vigenti e in modo da prendere in esame l’esecuzione di: Sottoquadro macchine, sotto quattro condizionamento; Linea di alimentazione del quadro elettrico generale nonché di quelle per il collegamento alle varie utenze ed al sottoquadro; Composizione del singolo ufficio nonché del locale CED; Impianto di terra generale. La sala CED: descrizione dei componenti Nel presente paragrafo si discute delle macchine a disposizione del sistema informatico della CST Stato dell'arte L’architettura globale prevede: una server farm; una dmz; una intranet; due firewall, uno interno e uno perimetrale; un dispositivo di centro stella; un dispositivo di interconnessione WAN; I locali sono dotati di cablaggio strutturato garantendo in tal modo: l'affidabilità di tutti i componenti, attivi e passivi; la rispondenza agli standard internazionali e nazionali, in particolare EN 50173-1, EN 50173-1/EC e correlate; la rispondenza alle normative vigenti, in particolare Legge n° 186 del 1-3-1968, D.P.R. n° 547 del 27-4-1968, Legge n° 791 del 18-10-1977 , Legge n. 46 del 5-3-1990 , D.P.R. n° 447 del 20-2-1992 , D.P.R. n° 626 del 1994, Norme CEI relative a tutti i fascicoli interessati agli impianti di progetto, con particolare riferimento alle norme 64-8, 64-9, 11-1, 11-8, 11-11 e relative varianti,tabelle CEI - U.N.E.L. (Unificazioni), prescrizioni ENEL/SIP/VV-F/ecc. garanzia di prestazioni almeno di categoria 5 enhanced; flessibilità, robustezza ed espansibilità; compatibilità con i più diffusi standard e protocolli; Le canalizzazioni sono realizzate in modo da minimizzare l’impatto sull’estetica degli edifici/locali. Analogamente, le prese sono state collocate nei locali cercando di preservarne il più possibile l’estetica. Componenti hardware installati presso il Centro Stella L'elenco dei calcolatori che compongono la sala CED è il seguente: 10 macchine server HP ProLiant DL380 doppio processore Intel Xeon QUAD CORE 2.0 GHz 8Mb cache, 4 GB ram, doppia scheda di rete Gigabit Ethernet – Controller raid 256 Mb cache supporto raid 0/1/5 - 4 dischi da 36 GB SAS 15000 rpm 1 macchina server HP ProLiant DL580 quadri processore Intel Xeon QUAD CORE 1.6 GHz 4Mb cache, doppia scheda di rete Gigabit Ethernet – Controller raid 512 Mb cache supporto raid 0/1/5 - 2 dischi da 36 GB SAS 15000 rpm - 4 dischi da 146 GB SAS 10000 rpm Le componenti sopra menzionate sono posizionate all'interno di rack. In particolare sono presenti due rack che ospitano le precedenti macchine. Il rack Servizi-1 è destinato ad accogliere i server presenti sulla rete di front-end1 Il rack Servizi-2 è destinato ad accogliere i server presenti sulla rete di back-end2 Descrizione degli apparati di rete L’elenco dei dispositivi di rete preposti alla connettività dei nodi del CST è il seguente: 2 router Cisco 2800 o un router per Internet o un router per VPN 1 switch L2 AT-8000S/24. Presenta una switch fabric3 di 12,8 Gbps e permette di configurare fino a 256 VLAN. 1 switch L3 AT-8624T/2M. Permette di implementare le VLAN (di tipo statiche). Tale modello è equipaggiato con 24 porte 10/100BaseTX più 2 slot attivi di tipo SFP per l'inserimento di moduli Gigabit. 2 firewall in alta affidabilità Proventia M30. Essi sono configurati in “Routing Mode” e in alta affidabilità attraverso il processo di configurazione guidato di ISS Le componenti sopra menzionate sono posizionate all'interno di un rack. Il rack network è destinato ad accogliere quindi dispositivi attivi di rete quali switch, firewall, router. Requisiti di sicurezza anti – intrusione e controllo degli accessi La struttura ospitante la sala CED nella provincia di Caserta, dal momento che essa fruisce servizi che richiedono la memorizzazione di dati la cui alterazione non deve assolutamente essere effettuata senza alcun controllo, risulta protetta da una porta blindata e consente l'accesso solo a personale autorizzato. Componenti hardware installati presso gli uffici L'elenco delle macchine allocati negli uffici è il seguente 10 Workstation mono processore Intel QUAD CORE 2.6 GHz 4 stampanti 1 plotter 1 Rete di Front-end: è quella che si affaccia direttamente al mondo esterno al CST. Rete di Back-end: è quella che permette la connessione tra il centro stella e i singoli comuni, non è visibile al mondo esterno al CST. 3 Switch fabric: è il insieme dell'hardware e del software che permette il movimento dei dati tra 2 nodi della stessa rete 2 Deployment dei servizi - situazione Attuale Nella figura successiva è mostrato un diagramma di deployment che raffigura la dislocazione dei servizi sulle macchine disponibili Figura 4 Diagramma dei servizi dispiegati sulle macchine della sala CED del CST terra di lavoro Il diagramma di deployment raffigura le macchine così come sono dislocate all'interno della sala CED. Le macchine server sono tutti uguali eccetto la macchina CSTdbms01(macchina quadriprocessore). Attualmente i servizi sono dislocati su 7 delle 11 macchine, pertanto ad oggi esistono 4 macchine (php01, php02, java01, java02) inutilizzate a disposizione per eventuali utilizzi futuri. Due sono le macchine di front end che ospitano rispettivamente il servizio di protocollo informatico e un server http. Il servizio di protocollo informatico avrà il suo back end dispiegato sulla macchina dbms02. La macchina dbms01 ad oggi possiede la funzionalità espressamente di backup server attraverso l'applicativo Symantec backup exec, questa macchina ospita inoltre un servizio di Remote Managment Monitoring. La macchina mgmt01 ospita 3 servizi (posta, DNS, DHCP) mentre le macchine back01 e back02 espongono il servizio Active Direcotory ad oggi non ancora completamente configurato. Quest'ultimo servizio permette di raggruppare in maniera logica le risorse che sono presenti all'interno della struttura IT. Anche se fisicamente distanti, le risorse vengono organizzate in maniera tale da poter essere gestite da un unico punto centralizzato che è appunto, Active Directory. Nodi periferici Per poter completare la descrizione globale dell'infrastruttura hardware del CST è doveroso menzionare anche l'attuale presenza di 23 nodi periferici degli Enti consorziati al CST. Essi sono costituiti da 10 macchine server, 13 macchine da ufficio, e da un certo numero di apparati di rete che permettono la realizzazione del sistema di networking così come dettagliato nei paragrafo successivo. Dal momento che i servizi che il CST ha messo in piedi, e che intende ampliare con l'attuale progetto, sono erogati essenzialmente in modalità ASP, in vista di una riorganizzazione/ottimizzazione del sua parco macchine inizialmente 6 delle 10 macchine server presenti presso gli Enti periferici saranno sostituite da macchine da ufficio. In questo modo avverrà una redistribuzione del parco macchine in modo da rafforzare la sala CED da un lato e offrire server per quei comuni che vogliono mettere in piedi una propria piattaforma di cooperazione dall'altro. Deployment dei servizi - Futuri La piattaforma globale dei servizi, così come è stata pensata all'interno di questo progetto prevede inevitabilmente una espansione della sala CED del consorzio ed una riorganizzazione della deployment dei servizi sui nodi. Nella figura successiva è mostrato quello che dovrebbe essere il diagramma di deployment che evidenzia la coesistenza dei vecchi servizi applicativi e infrastrutturali con i nuovi. In particolare è stato evidenziato con il colore “arancione” il generico nodo aggiuntivo, con il colore “rosa” il generico componente deployato sul nodo. Un'osservazione che è necessario fare è che alcuni dei nomi attuali delle macchine che ospitano servizi potrebbe risultare inadeguato per i futuri servizi che su di essa saranno configurati, è ovvio che i nomi delle macchine saranno rivisti in funzione dei servizi ospitati, nel diagramma sono stati lasciati i nomi vecchi solo per facilitare il confronto con il diagramma di deployment del paragrafo precedente(ad esempio la macchina CSTPhp01 ospita i servizi SIT). Fatta questa premessa, quello che si può osservare è che rispetto alla situazione attuale sarà potenziato il Web server andando a configurare un cluster per esso. Saranno configurati poi, apposite macchine sia per i servizi territoriali che per i servizi di back Office erogabili in modalità ASP direttamente dal CST. Al fine di gestire correttamente il sistema di protocollo informatico e i servizi territoriali, è stata poi pensata la configurazione di un db server SQL server 2008 su di una macchina di nuova generazione con processore ad 8 core. Per quanto riguarda la cooperazione applicativa, oltre alla presenza di un Nodo Aggregatore, di un Idp che sarà deployato su di una macchina che già ospita altri servizi (CSTMgmt01), si prevede anche la presenza di un cluster che dovrà ospitare una certo numero di Ndom, per quei comuni che decideranno di delegare al CST la gestione della loro piattaforma di cooperazione applicativa. Infine, per future richieste di carico computazionale e prevista, come accennato nel paragrafo precedente una riorganizzazione delle attuali macchine server a disposizione dei comuni consorziati. Esse attualmente sono usate impropriamente come client di servizi ASP, con questa riorganizzazione si farà in modo che le macchine sostituite con computer da ufficio andranno a confluire nel potenziale parco macchine disponibile per la sala CED, queste macchine sono state individuate nel diagramma successivo come MacchinaServerRiservaX (con X=1,2,3..). Figura 5 Diagramma di deployment dei servizi globali offerti dal consorzio CST Disaster recovery La soluzione progettata per garantire dati e parziale continuità di servizio per gli applicativi mission critical prevede, in pratica, che i servizi e i dati considerati importanti vengano ridondati sul 'sito secondario' del Cluster di Rocca Romana per far si che, in caso di disastro (terremoto, inondazione, attacco terroristico, ecc...), tale da rendere inutilizzabili i sistemi informativi del sito primario presso il CST Terra di Lavoro, sia possibile attivare le attività sul sito secondario al più presto e con la minima perdita di dati possibile. In particolare è stata prevista una replica sincrona che garantisca la specularità dei dati presenti sui due siti considerando ultimata una transazione solo quando i dati sono scritti sia sulla postazione locale che su quella remota. In caso di evento disastroso sulla sede principale, le operazioni sul sito di Disaster Recovery potranno essere riavviate molto rapidamente (basso RTO4 e RPO5 praticamente nullo). Al fine di garantire un tale servizio è stata pensata una organizzazione delle risorse disponibili in modo che le macchine che saranno disponibili presso il cluster di Rocca Romana abbiano dati allineati ai valori reali presenti presso le macchine del CST e siano in grado di erogare servizi mission critical Figura 6 Prospettiva di massima dell'organizzazione in merito al Disaster recovery Nella figura precedente si osserva che per entrambi i siti sono presenti server per gestire il Backup. Per il cluster sono previste anche 3 macchine server per gli applicativi mission critical Networking La rete del CST è suddivisa in segmenti, che nella figura precedente sono rappresentati da cerchietti in giallo numerati. 4 RTO: Recovery Time Objective 5 RPO: Recovery Point Objective Figura 7 schema di principio raffigurante il sistema di connettività del CST i. Segmento 1 Collega il router Internet al router PE (Provider Edge) sito nel POP di Fastweb ii. Segmento 2 Questo segmento serve per connettere ciascuno router CPE (Customer Premise Equipment) VPN ai corrispettivi router PE (Perimetral Equipment) siti nei POP di Fastweb di pertinenza iii. Segmento 3 Per questo segmento sono disponibili 16 indirizzi pubblici tra il router Internet e i 2 firewall Proventia M30. iv. Segmento 4 Collega il router VPN ai firewall attraverso unaVLAN dedicata al fine di raccogliere tutto il traffico proveniente dai nodi periferici e diretto a Internet o ad un altro segmento presente nel Centro Stella. v. Segmento 5 Ospita i server e dovranno essere raggiunti da Internet come il server Web o di posta elettronica vi. Segmento 6 Ospita il server che dovranno offrire servizi agli altri segmenti (database,Login ecc.) vii. Segmento 7 Questo segmento ospita i client presenti all'interno dei locali del CST Segmento 13 Questo segmento sarà dedicato ad eventuali connessioni SPC SERVIZI DA EROGARE NEL PRIMO TRIENNIO (oggetto della presenta gara d’appalto) 4.1 AREA SERVIZI DI BASE TERRITORIALI 4.1.1. LE FINALITA’ E GLI OBIETTIVI La richiesta di finanziamento per lo sviluppo di Servizi Territoriali nasce dall’intenzione, da parte del CST, di favorire l’uso dell'informazione geografica da parte di tutte le realtà pubbliche e private operanti nel contesto territoriale mediante l’utilizzo della rete internet. L’iniziativa consentirà di dotare il CST Terra di Lavoro di una base dati che contiene un vasto patrimonio di informazioni, la cui consultazione è in grado di guidare vantaggiosamente le attività di governo del territorio sotto il profilo politico, tecnico ed amministrativo, nonché una efficace erogazione di servizi per i cittadini, per le imprese e per gli Enti. Le funzionalità del Centro Servizi si baseranno sulla erogazione di servizi mediante il WEB e WEBGIS con servizi web oriented consultabili sul sito www.terradilavorocst.com. In questo modo si rafforzerà il ruolo e l'azione di coordinamento e di sviluppo proprio del CST rendendo sinergiche ed efficaci le proprie azioni; le stesse consentiranno alle varie Amministrazioni di poter usufruire di informazioni tecnico-urbanistiche-cartografiche e di informazioni in campo ambientale utili per la pianificazione, il controllo ed il governo del territorio. La provenienza e la sorgente delle informazioni, che saranno sia di tipo alfanumerico che di tipo cartografico, saranno di varia natura: se è vero che il CST si pone come nodo centrale di raccolta delle informazioni da fruire mediante uno strumento interattivo quale il GIS, le informazioni dovranno pervenire: dagli uffici tecnici comunali (per quanto riguarda i piani regolatori, i piani particolareggiati, le Norme tecniche di attuazione dei piani e della zonizzazione, i dati relativi ai Permessi di Costruire e alle DIA , ecc…), dall’Agenzia del Territorio (per quanto riguarda i dati del Catasto Censuario e la cartografia Catastale), dalla Conservatoria (per i dati riguardanti le note di pubblicità immobiliare) dalla Regione ( per dati quali la Carta Tecnica regionale) La provenienza da fonti diverse implica inevitabilmente interagire con strumenti informativi diversi e quindi il CST da un lato studierà l’integrazione tra banche dati diverse e dall’altro fornirà strumenti di back-office per la gestione dei procedimenti tecnici-amministrativi a quei Comuni che ad oggi non utilizzano procedure informatizzate per la gestione delle attività. Alla fine dell’iter progettuale il CST disporrà di strumenti atti a : 1. Creare integrazione/interoperabilità delle banche dati alfanumeriche e catastali anche geograficamente distribuite sul Territorio per livello di competenza a supporto dello sviluppo degli sportelli catastali. 2. Creare procedure per gli Uffici Comunali di consultazione delle banche dati catastali ai fini della certificazione urbanistica e delle opportunità localizzative. 3. Creare integrazione/interoperabilità delle banche dati degli uffici tecnici comunali a supporto della gestione dei procedimenti tecnico amministrativi. 4. Gestire (con la relativa consultazione da parte degli utenti) servizi di mappa contenenti le aree protette, le cartografie di base, l’uso del suolo. 4.1.2. PIATTAFORMA E DESCRIZIONE SERVIZI TERRITORIALI 4.1.2.1 La piattaforma La piattaforma può essere utilizzata per fornire e scambiare documentazione e dati con gli Enti locali e altri Enti istituzionali poiché il sistema garantisce la interoperabilità e soddisfa il modello tecnico-organizzativo del sistema d’interscambio che parte dal presupposto di creare meccanismi di collaborazione nell’uso dell’informazione territoriale, fra le diverse Istituzioni interessate. Ciò vuol dire che le Istituzioni (in orizzontale e in verticale) potranno usufruire dei contenuti informativi del sistema per perseguire i propri scopi. L’interconnessione tra gli enti può essere garantita progettando una architettura che preveda la funzione di cooperazione applicativa che avviene tramite un canale di interscambio basato su standard aperti (Web Services, XML, SOAP) per il passaggio dei messaggi. Un esempio di tale cooperazione è riportata nel capitolo sulla interoperabilità e cooperazione applicativa. Lo schema logico per costrtuire il sistema per l’erogazione di servizi territoriali è il seguente: UFFICI COMUNE 1 SERVIZI UTENZA ESTERNA SERVIZI AI COMUNI Fonti date esterne CST Settore Urbanistica SERVIZI AI CITTADINI – IMPRESE SCAMBIO DATI XML/SOAP Utenti Esterni DB RDBMS dati cartografici + base dati alfanumerici Territoriali UFFICI COMUNE n XML/SOAP SCAMBIO DATI SERVER Settore Urbanistica SERVIZI AI COMUNI Se definiamo Servizi-CST: l’insieme dei servizi mecessari per accedere al DB del CST e che forniscono le funzionalità di base per l’erogazione dei servizi agli utenti Applicazioni comunali: le applicazioni ad uso degli uffici di urbanistica per scambiare dati territoriali con il CST Applicazioni d’uso generale: le applicazioni atte a fornire un servizio (reso disponibile dai Servizi-CST) agli utilizzatori finali e forniscono l’interfaccia agli utenti per accedere alle informazioni lo schema di interazione tra servizi, applicazioni e utenti è il seguente: DB-CST Servizi-CST Applicazioni Comunali Applicazioni d’Uso Generale DB-COMUNE Utenti: Enti, Cittadini, Imprese, professionisti, ... Per realizzare quanto detto è necessario procedere: Installazione di istanze delle applicazioni comunali. Installazione di server dedicati presso il CST. I server possono essere due: il primo funzionerà come “application e data server” e conterrà le applicazioni, i database alfanumerici contenenti i dati di interesse e il software di integrazione-scambio affinchè il CST possa diventare il nodo di ricezione dati da fonti esterne, di archiviazione presso i propri batabase e di invio di pacchetti di aggiornamento dati ai Comuni. Il secondo server conterrà il DB geospaziale e l’applicazione GIS. L’architettura si baserà su tecnologia Microsoft: dal punto di vista dell’infrastruttura dei servers, viene proposta la soluzione Windows Server System, con RDBMS SQLSERVER. Il CST potrà integrare al DB geografico che ospiterà la cartografia, altre tabelle ai fini della creazione di una banca dati del patrimonio immobiliare (Fabbricati e Terreni) sovracomunale da sovrapporre alla cartografia aggiornata; tale banca-dati sarà costruita a partire dalle informazioni derivanti dai sistemi comunali. Dall’incrocio delle due basi dati (alfanumerica e cartografica) e con l’integrazione dei dati reperiti presso l’Agenzia del Territorio e presso l’Agenzia delle Entrate si potrà avviare telematicamente il rinvio ai Comuni dei dati catastali integrati di informazioni derivate dall’aerofotogrammetria ai fini del controllo del Territorio. Per poter accedere facilmente a partire dal WEBGIS alle informazioni correlate di tipo afanumerico/documentale (ad esempio i DOCFA - documenti di accatastamento presentati all’Agenzia del Territorio) è necessario progettare una componente di integrazione che consenta l’incrocio dei dati geografici georeferenziati e i dati alfanumerici e documentali. Tale componente offrirà i servizi di integrazione come evidenziato in figura: Il cuore dell’integratore è costituito da un workflow engine che riceve richieste di servizio attraverso degli adapters. Tali richieste, che provengono dal mondo esterno attraverso web services o interfacce legacy, possono riguardare richieste di dati da prelevare o attivazioni di processi per l’aggiornamento dei dati stessi. Il motore di workflow prende in carico le richieste e per ciascuna di esse fa partire un processo elaborativo che può essere complesso e riguardare molteplici sorgenti di dati. L’accesso alle sorgenti di dati (in lettura o aggiornamento) avviene tramite adapters e consente l’interazione con basi di dati e sistemi come il documentale o il GIS. Un esempio di utilizzo è ad esempio la ricerca a partire da un fabbricato georeferenziato individuato su una mappa GIS di tutti i documenti correlati (DIA, DOCFA, …). La realizzazione dell’applicazione GIS avverrà anche guardando a soluzione inserite nella Bacheca del Riuso Regionale. 4.1.2.2 Utenti e servizi Utenti del sistema, oltre che gli uffici competenti dei Comuni, saranno cittadini, imprenditori e professionisti presenti sul Territorio e operatori degli altri Enti Territoriali e Nazionali che interagiscono sia in relazione agli immobili (fabbricati e terreni) che in relazione alle attività produttive. Oltre alla gestione informatizzata interna al CST e enti locali e ai servizi di scambio tra P.A., il sistema deve consentire al CST e ai Comuni associati di porsi come erogatore di servizi nei confronti dei seguenti segmenti di utenza: Area Cittadini Area Imprese Ai Comuni verrà fornito un sistema che sarà di supporto per: gli operatori dell’ente locale (utenti interni) che potranno accedere ai software di gestione e alle informazioni territoriali di interesse nell’ambito degli specifici procedimenti amministrativi in essere presso l’Ente (edilizia, catasto, ...); i cittadini, professionisti, imprese (utenti esterni) che, mediante connessione WEB, potranno accedere ad informazioni utili alla predisposizione di atti o, ancora, accedere a procedure operative di predisposizione di atti; Al fine di erogare i servizi che verranno dettagliati in seguito in questo paragrafo, è’ prevista la realizzazione di: Software di gestione dell’Anagrafe Immobiliare e del Catasto con piattaforma di interscambio con l’Agenzia del Territorio Software per la creazione e la gestione del fascicolo del fabbricato relativamente a informazioni provenienti da fonti dati certificate (Agenzia del Territorio, Conservatoria, …) Procedure di gestione dei flussi relativi ai procedimenti tecnico amministrativi degli uffici tecnici comunali. Digitalizzazione dei piani regolatori e georeferenziazione per l’inserimento nel GIS per i Comuni che hanno i piani soltanto in formato cartaceo. Sviluppo del Sistema Informativo Territoriale Cartografico (GIS) con procedure di gestione per: 1. emissione automatica di visure catastali, 2. emissione automatica di visure fiscali 3. emissione automatica di certificati di destinazione urbanistica Il GIS verrà progettato in modo da poter essere interrogato su “elementi fondamentali” del Territorio Comunale che sono i fabbricati e i terreni per restituire informazioni e documenti del tipo: DOCFA (documenti di accatastamento presentati all’Agenzia del Territorio), NOTE di trascrizione (compra-vendita immobiliare) pervenute in conservatoria con l’adempimento unico ai fini ICI Planimetrie utilizzabili ai fini TARSU Appartenza a zone del piano regolatore (oppure del PIP, del P.P., ecc.) ai fini dell’istruttoria dei Permessi di Costruire/DIA Norme tecniche di attuazione con la specificazione e il dettaglio della zonizzazione Appartenenza a zone vincolate (SIC, vincoli idrogeologici, ZPS, …) ai fini dell’istruttoria dei Permessi di Costruire/DIA e della richiesta delle relative autorizzazioni agli Enti preposti Fascicolo “Permesso di Costruire/DIA” relativo ai fabbricati A fronte di tali applicazioni i servizi offerti dal CST e dai Comuni all’utenza “Cittadini” e “Imprese” sono elencati e descritti di seguito. 1. Consultazione catasto censuario Permette di effettuare visure catastali sia fabbricati che terreni. Il servizio è utile per ottenere informazioni sul valore di rendità dell’immobile in caso di catasto fabbricati. A partire da tale valore il servizio calcolerà il valore dell’immobile e la base imponibile ai fini ICI. Per quanto riguarda il catasto censuario “Terreni” la visura catastale darà informazioni sulla estensione del terreno e dul tipo di coltura. L’utente potrà ricercare l’informazione o mediante la selezione di un “oggetto” cartografico posizionato su mappa georeferenziata o mediante form di ricerca alfanumerica che richiede la chiave catastale (foglio, numero, particella). 2. Consultazione cartografia catastale Permette la visualizzazione dei fogli e mappali. Il servizio è utile ai professionisti e imprese per verificare, mediante confronto con il layer dei piani regolatori, quali zone sono edificabili e in quale area ricadono (Z.T.O.). La visualizzazione delle zone di interesse avviene attraverso GIS attivando il layer catastale. E’ possibile anche fare il download di porzioni fi fogli catastali 3. CONSULTAZIONE PIANI REGOLATORI Il servizio rende disponibile le informazioni riguardanti: rete principale delle infrastrutturezonizzazione del territorio comunale - indicazione degli spazi destinati a spazi d'uso pubblico - indicazione delle aree destinate a fabbricati d'uso pubblico. Il servizio restituisce sia gli elaborati allegati ai Piani Regolatori sia gli strumenti più dettagliati (per i Comuni che li hanno predisposti) quali Piano Particolareggiato (P.P.) - Piano per l'Edilizia Economica Popolare (P.E.E.P.) - Piano per Insediamenti Produttivi (P.I.P.) - Piano di Recupero (P.d.R.) 4. Visure planimetrie Permette di ottenere, a partire da un immobile, la planimetria. Tale informazione non può essere resa pubblica ma è utile a livello di front-end comunale per dare informazioni al cittadino sul valore di superficie effettivo per il pagamento della TARSU. Si potrà ottenere la cartografia sia attraverso GIS con la selezione “oggetto fabbricato” georeferenziato sia mediante form di ricerca alfanumerica che richiede la chiave catastale (foglio, numero, subalterno del fabbricato). 5. STATISTICHE PATRIMONIO IMMOBILIARE Permette di ottenere informazioni aggregate sui dati dell’anagrafe immobiliare. L’utente può verificare ad esempio quali e quanti terreni hanno un tipo di coltura (utili ai fini dello sviluppo di filiere), le società immobiliari possono ottenere informazioni riguardanti quali e quante tipologie di immobili (ville, edilizia popolare, …) sono presenti in un Comune e così via. Un form permetterà di selezionare il tipo di statiscica desiderata: n° e tipologia di fabbricati di un Comune, n° di fabbricati per strada, n° e tipologia di terreni/colture, … 6. Visure vincoli paesaggistici e ambientali Permette la visualizzazione del layer vincoli. Il servizio è utile ai professionisti e imprese per verificare, mediante confronto con il layer catastale, quali zone sono soggetti a vincoli per richiedere i nulla-osta agli Enti competenti in caso di nuove costruzioni e/o ampliamento di strutture. 7. Consultazione stradari Permette di consultare la viabilità e i nodi di trasporto. Utile ai fini di nuovi insediamenti produttivi. Inoltre il servizio mediante form di ricerca permette l’individuazione di un immobile su carta georeferenziata ricercando indirizzo e civico. Sarà implementata l’interrogazione (del tutto trasparente per l’utente) a banche dati esterne quali mapper Yahoo o TeleAtlas. 8. Dichiarazione inizio attività DIA Permette di inoltrare una DIA in modo telematico. Il sistema comunale prenderà in carico la domanda per attivare i processi utili alla evasione della pratica. Sotto questo servizio rientra anche la possibilità di inviare documentazione di integrazione qualora richiesta. 9. Concessione edilizia per nuove opere Permette di creare una pratica informatizzata di Permesso di Costruire e inoltrarla anche per via telematica. Il sistema comunale prenderà in carico la pratica e attiverà il flusso procedurale fino al rilascio del Permesso. Verrà gestito anche il servizio di richiesta ed inoltro di eventuali integrazioni. 10. Autorizzazione edilizia Permette di inoltrare una pratica informatizzata per interventi di ampliamento di edifici ad uso artigianale e industriale per via telematica. Il sistema comunale prenderà in carico la pratica e attiverà il flusso procedurale fino al rilascio della autorizzazione. 11. Comunicazione fine lavori Servizio che prende in carico la comunicazione da parte del direttore dei lavori/cittadino richiedente di avvenuta conclusione dei lavori. Il servizio attiverà il prossimo step che è la richiesta di accatastamento nel caso di nuova costruzione. 12. Consultazione catasto terreni/ortofoto Servizio che pemette il confronto tra ortofoto e la catografia catastale “Terreni”. Utile per evidenziare la morfologia del Territorio e le particelle catastali ancora non edificate ai fini di nuovi insediamenti produttivi. 13. Richiesta Certificato di destinazione d’uso Servizio che prende in carico la richiesta telematica di rilascio del “Certificato di destinazione d’uso”. Questo documento e' obbligatorio se la persona interessata intende avviare in tale unita' immobiliare un'attività commerciale, artigianale o professionale. Attraverso il portale del CST verrà presentata la form con il modello di richiesta o un modulo di richiesta scaricabile. 14. Richiesta stralci di mappa Attraverso rappresentazione cartografica è possibile richiedere “Stralcio planimetrico del foglio di mappa” per poterlo allegare alle pratiche DIA e “Permessi di costruire” . Il servizio dopo aver attivato la ricerca del foglio e numero catastale di interesse individua la zona utile per creare lo stralcio di mappa che potrà così essere stampato o salvato in digitale ed allegato alle domande/pratiche. I servizi sopra elencati sono utili sia ai cittadini che alle imprese. Nell’elenco dei servizi allegato al progetto si troverà la suddivione di tali servizi per aree “eventi della vita”. 4.1.3 ORGANIZZAZIONE TERRITORIALI LOGICA DELLA REALIZZAZIONE AZIONE 1: Progettazione e realizzazione del Sistema Informativo CST OBIETTIVO GENERALE Obiettivo di tale Azione è la progettazione/realizzazione della infrastruttura e della piattaforma hardware/software che tenga conto delle necessità immediate ma anche SERVIZI degli obiettivi a medio-lungo termine che metta in rete i Comuni, la Provincia, Regione, altri Enti (Agenzia del Territorio, Conservatoria...). ATTIVITA’ Progettazione/implementazione EE.LL./CST/A.d.T/Altri Enti della piattaforma di interscambio dati Progettazione/realizzazione dei servizi, del GIS e dei web-services per l’interoperabilità tra sistemi informativi e banche dati ai fini urbanistici Rilascio del software, testing, start up dei servizi terrritoriali, affiancamento e formazione RISULTATI L’attività produrrà l’infrastruttura di comunicazione e scambio sia tra gli Enti del CST, sia con altri Enti istituzionali, intesi sia come Enti Locali sia come enti che entrano nel processo di conservazione e trattamento dei dati territoriali. La Piattaforma risultante sarà completa dei moduli software di competenza del Centro Servizi Territoriale per il trattamento dei dati e l’erogazione dei servizi. Inoltre al termine dell’attività sarà disponibile il GIS nelle sue funzionalità, con particolare riferimento all’interoperabilità con le banche dati a sostegno dei servizi. Verranno realizzati tutti i processi e i servizi elencati nel paragrafo precedente. Dopo la fase di testing la rete sarà disponibile per il completamento delle banche dati e nel contempo potrà essere utilizzata per la fase di Start Up. Risultati misurabili: numero di servizi realizzati e attivati AZIONE 2 – Progettazione e realizzazione delle componenti Comunali OBIETTIVO GENERALE Dotare i Comuni di procedure informatiche e modulistica condivisa, omogeneizzando i processi e le modalità di trattamento dei dati. ATTIVITA’ Progettazione delle procedure informatiche per il trattamento dei dati e la gestione dei flussi degli iter tecnico-amministrativi comunali Realizzazione dei moduli software RISULTATI L’attività produrrà software specialistico dedicato agli Uffici Tecnici comunali. Il software dovrà essere aderente alle esigenze e dovrà prevedere la possibilità di ricevere telematicamente le pratiche edilizie e le denuncie di inizio attività e la possibilità di trasmettere telematicamente autorizzazioni e certificazioni. Risultati misurabili: numero dipendenti utilizzatori del software AZIONE 3 - Realizzazione delle Banche Dati OBIETTIVO GENERALE L’obiettivo generale dell’azione è l’implementazione delle banche dati e la creazione di un patrimonio informativo risultante dalla sintesi delle basi di dati certificate che gli enti rendono disponibili. L’obiettivo può essere suddiviso nei seguenti subobiettivi 1. Ottenere archivi normalizzati secondo regole e indici certi. 2. Ottenere basi di dati cartografiche secondo tematismi di interesse per gli EE.LL., le imprese, i professionisti. ATTIVITA’ Inserimento cartografia tematica Realizzazione della banca dati Anagrafe Immobiliare e integrazione banche dati presenti negli EE.LL. Trattamento ed inserimento Piani regolatori e Strumenti Urbanistici nella base di dati RISULTATI L’attività è il nucleo dell’intero percorso, poiché renderà disponibili le banche dati che danno un significato reale ai servizi. Al termine dell’attività, infatti, il sistema sarà completo ed immediatamente fruibile in termini di navigazione tra le informazioni geograficamente distribuite, i metadati messi a disposizione dal GIS e i documenti. Risultati misurabili: numero e tipologia di informazioni raggiungibili dagli utenti. 4.1.4. Crono programma Il cronoprogramma per lo sviluppo dei servizi territoriali è riportato di seguito ed è su base mensile 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Progettazione e realizzazione del Sistema X X X X X X X X Informativo CST Progettazione/realizzazione X X X X X Componenti Comunali Realizzazione banche dati X X X X X X Start-up servizi territoriali 11 12 13 14 15 16 17 18 X X X X X X X X X X X 4.2 AREA SERVIZI DI BASE: ANAGREFE E TRIBUTI Servizi di amministrazione e gestione Registrazione e profilazione utente Per usufruire dei servizi offerti sarà necessario registrarsi al sistema e, preliminarmente, attivare i necessari meccanismi di autenticazione. Superata questa fase, in cui l’utente avrà accesso ad un insieme di servizi “di default”, la registrazione potrà essere completata grazie ad un potente strumento di profilazione, che consente di individuare la tipologia d’utenza, determinandone caratteristiche, classi di appartenenza e soprattutto preferenze. L’individuazione esatta della platea cui ci si riferisce, e delle sue esigenze, consente di affinare e focalizzare gli strumenti ed i metodi di comunicazione, divenendo sempre più efficaci nel fornire informazione e servizi, anche in forma personalizzata. L’accesso al sistema è sempre possibile per gli utenti non registrati, anche detti anonimi, in particolare per i contenuti informativi pubblici, ma l’accesso ai servizi è normalmente riservato esclusivamente agli utenti registrati. Per accedere ad alcune tipologie di servizi on line è necessario che l’utente sia “identificabile digitalmente”. configurazione dei minisiti comunali Il servizio prevede la realizzazione, e la successiva integrazione, del minisito avente le stesse caratteristiche del portale (sia in struttura sia in layout) con la sola differenziazione del testo di riferimento del relativo comune. configurazione newsletter La gestione redazionale della newsletter è legata principalmente alla selezione delle notizie e all’invio delle stesse in formato elettronico a chi ne abbia fatto richiesta in fase di registrazione ai servizi. Servizi di back-office news E’ uno strumento che permette di divulgare, via e-mail, informazioni sia di tipo generico che specialistico agli utenti che ne fanno richiesta. La gestione redazionale si occuperà della gestione delle news organizzando i contenuti secondo la struttura grafica, la modalità di presentazione ed il settore di riferimento, in modo da permettere agli utenti di reperire in modo semplice e diretto tutte e sole le notizie di specifico interesse. eventi La gestione redazionale si occuperà della pubblicazione di un particolare evento (religioso, sportivo, scolastico, ecc.) in modo da informare e coinvolgere l’utenza indicando data, luogo ecc. gestione utente La redazione, dal profilo utente scaturito dalla fase di registrazione dal portale, potrà definire i ruoli dei vari utenti a partire dai quali è possibile gestire le autorizzazioni e le non autorizzazioni per i servizi richiesti (newsletter, sondaggi, ect.). gestione ambiti I Piani Sociali di Zona (PdZ) sono lo strumento fondamentale per definire e costruire il sistema integrato di interventi e servizi sociali. Il processo di costruzione dei PdZ parte dal territorio e si sviluppa sia attraverso il lavoro dei Comitati di Distretto, per la parte politica, sia attraverso il lavoro di tavoli tecnici e tematici cui partecipano non solo le istituzioni (in particolare Regione, Province, Comuni, Aziende USL, alcune amministrazioni statali), ma anche le IPAB, il mondo della cooperazione sociale e del volontariato, le organizzazioni sindacali e varie forme di associazionismo. La gestione delle informazioni relative agli ambiti territoriali, darà la possibilità ai vari comuni non solo di poter condividere documentazione, modelli, bandi etc. con un reale e chiaro snellimento e velocizzazione delle procedure ma anche e soprattutto mette a disposizione degli utenti una serie di servizi atti ad effettuare le operazioni di consultazione e di gestione degli ambiti sociali cui appartengono i comuni della rete di comuni casertani. Le funzionalità previste sono: Ambito Sociale del comune di appartenenza dal quale è possibile accedere alle informazioni relative al piano di zona relativo Ambiti Sociali dal quale è possibile accedere all’area di consultazione e gestione degli ambiti sociali definiti. gestione archiviazione documenti Il servizio di Archiviazione permette la creazione e la gestione di archivi di documenti digitali messo a disposizione per particolari categorie di utenti. Lo scopo principale dell’applicazione è quello di raccogliere, preservare e distribuire documenti in formato digitale. Questi possono essere testo, tabelle, immagini, registrazioni audio e/o video, ecc; materiale comunale: regolamenti, bandi di gara, statuti ecc. Mediante tale servizio è possibile: A. Gestire documentazione comunale o qualsiasi altra tipologia di documentazione digitale; B. Possibilità di effettuare ricerca sia semplice che avanzata offrendo la possibilità di ricercare: C. nei metadati (nome autore, titolo documento, data di inserimento, etc) D. all’interno del testo dei documenti stessi E. Funzionalità di navigazione nell’archivio, con filtro automatico sulla visualizzazione o meno di documenti riservati a determinate tipologie di utenza F. Procedura di archiviazione eseguibile dall’autore dei documenti tramite un’interfaccia user friendly; Il servizio di Archiviazione è riservato solo alle tipologie di utenti che sono riconosciuti dal sistema appartenenti al gruppo di utenza che può accedere all’area riservata e usufruire dello strumento in esame. gestione sondaggi. La redazione propone e pubblica tematiche attraverso i quali è possibile ottenere informazioni riguardanti le opinioni dei vari utenti relativamente ad aspetti ed argomenti della vita delle comunità locali; essi sono utili per fare velocemente il punto della situazione, raccogliere proposte o pareri su iniziative sociali, economiche e di interesse collettivo. Gli utenti “abilitati” possono partecipare attivamente ad ognuno di essi e successivamente vederne i risultati e discuterne sul forum. La sezione sondaggi all’interno del Portale si divide in due macro funzionalità: A. Consultazione dei sondaggi; B. Gestione dei sondaggi. Per entrambe le funzionalità esitono le seguenti regole: A. L’accesso previsto solo in modalità Utente Autenticato; B. Area di interesse dal Sondaggio C. Visibilità del sondaggio Servizi front-office servizi al cittadino In tale sezione viene messo mette a disposizione degli utenti una serie di servizi applicativi, disponibili sia nella versione ‘accessibile’(= grafica adatta a utenti ipovedenti) che in quella ‘normale’. I servizi di tipo informativo rappresentano un primo stadio d’interazione tra il cittadino e l’ente. Il cittadino in tal modo richiede informazioni direttamente al Portale, l’ufficio non è direttamente coinvolto nella risposta e l’informazione ricevuta è certificata dal fatto che i dati sono stati prelevati direttamente dalla banca dati. I servizi di seguito elencati daranno la possibilità ai cittadini di ottenere informazioni ed in particolare di poter generare e stampare autocertificazioni (non modificabili dall’utente) in modo semplice. Servizio di accesso all’archivio Anagrafica per i seguenti servizi di consultazione: o o o o o o o o o di nascita di cittadinanza di esistenza in vita di morte di residenza di stato civile di stato di famiglia di posizione rispetto agli obblighi militari di diritti politici Servizio di accesso all’archivio dei tributi ICI per i seguenti servizi di consultazione: o storico delle denunce. Per consultare la situazione delle denunce dell’utente; o situazione degli immobili per l’anno specificato o pagamenti effettuati o inviare il documento firmato elettronicamente o provvedimenti di liquidazione ed accertamenti in corso che l’Amministrazione ha emesso nei confronti del cittadino; Servizio di accesso all’archivio dei tributi TARSU per i seguenti servizi di consultazione: o o o o o storico delle denunce. Per consultare la situazione delle denunce dell’utente; occupazione TARSU (immobili, descrizione, superficie, utilizzo, ecc.) pagamenti effettuati importo dovuto/versato provvedimenti di liquidazione ed accertamenti in corso che l’Amministrazione ha emesso nei confronti del cittadino; videoconferenza La videoconferenza è un'applicazione che permette non solo di avviare una conferenza-web audio\video in tempo reale con altri utenti connessi, ma in più offre le seguenti funzionalità: A. lavagna condivisa : è una finestra condivisa visibile da tutti gli utenti, nella quale è possibile caricare come sfondo i file messi in condivisione, utilizzare il pannello di controllo della lavagna per inserire testo, figure come, rettangoli ,cerchi e frecce. Le modifiche apportate alla lavagna verranno visualizzate in tempo reale da tutti gli utenti che partecipano alla conferenza. B. chat : è una finestra che permette agli utenti di comunicare utilizzando una chat testuale. C. condivisione file tra utenti della conferenza: si possono condividere file con altri utenti, inserirli come sfondo della lavagna o effettuarne il download. D. partecipazione degli utenti a sondaggi: durante le conferenze si possono lanciare o rispondere a sondaggi in tempo reale. E. Registrazione di una conferenza: un utente può registrare una conferenza a cui partecipa, per poterla poi visualizzare in differita. E’ un’area d'accesso dove un utente ha a disposizione una conferenza per comunicare con altri utenti della stessa area. E’ possibile utilizzare due tipi di conferenza: videoconferenze : gli utenti di quest'area possono interagire tra loro attraverso una comunicazione audio/video in tempo reale. Vengono visualizzati contemporaneamente tutti gli utenti collegati alla videoconferenza con una webcam e un microfono ( fino ad un massimo di 16 utenti ). Audioconferenze ( auditorium ): a differenza della videoconferenza, in quest'area viene visualizzato solo un utente che avvia la comunicazione, gli altri utenti hanno un'approccio passivo alla comunicazione. In qualsiasi momento un utente può chiedere il controllo della comunicazione. Inoltre ad ogni conferenza possono essere associati due diversi tipi di permessi: Conferenza pubblica: alla conferenza pubblica hanno accesso tutti gli utenti connessi all'applicazione indipendentemente dall'organizzazione. Conferenza privata: ogni conferenza privata può essere associata a una o più organizzazioni, a questa stanza avranno accesso solo gli utenti che fanno parte di tali organizzazioni. forum Il forum è uno strumento di social network che consente l’interazione diretta tra fornitore di informazioni, servizi e utenza. La redazione ha la possibilità di creare vari argomenti di discussione (anche proposti da utenti) , moderare i messaggi che gli utenti inviano ai forum, gestire gli accessi e curarne l’aspetto. blog È un modo per stare (virtualmente) insieme agli altri e per esprimere liberamente la propria creatività, la propria opinione sui più svariati argomenti. La redazione si occuperà della gestione del Blog circoscrivendo l’area di intervento alla pubblicazione di informazioni di pubblico interesse che le PA hanno necessità di pubblicizzare o far conoscere al maggior numero di persone. borsa lavoro E’ possibile adempiere per via telematica agli obblighi di legge previsti per le segnalazioni ai Centri per l'Impiego delle comunicazioni obbligatorie (cessazioni, nuove assunzioni, proroghe, trasformazioni) effettuate dalle imprese o dai consulenti del lavoro, che ricevono mandato dall'azienda. Tale servizio favorisce la comunicazione telematica delle comunicazioni obbligatorie verso i Centri per l'Impiego garantendo sicurezza e validità giuridica delle informazioni inviate. Inoltre, offre uno spazio virtuale agli utenti sia per “comprare” certe professionalità, che “vendere” le proprie competenze. La borsa lavoro è infatti dedicata all’incontro domanda-offerta di lavoro on-line e mette a disposizione degli utenti una serie di servizi in rete per facilitare l’occupazione nel mercato del lavoro locale, nazionale e comunitario. I servizi a disposizione si rivolgono sia a lavoratori e imprese, che a quegli organismi (pubblici e privati) che svolgono attività di mediazione tra chi cerca e chi offre lavoro. bacheca elettronica È uno strumento informatico equivalente ad una tradizionale bacheca a disposizione in un luogo pubblico. All’interno dell’area riservata costituisce un potente strumento a disposizione degli enti per pubblicare avvisi e messaggi atti a favorire, in modo asincrono, la collaborazione fra essi. Ogni messaggio viene moderato dalla redazione che ha la facoltà anche di modificare ed eliminare i vari messaggi oltre che di pubblicarne di nuovi on line. sondaggi I sondaggi sono strumenti statistici attraverso i quali è possibile ottenere informazioni riguardanti le opinioni dei vari utenti relativamente ad aspetti ed argomenti della vita delle comunità locali; essi sono utili per fare velocemente il punto della situazione, raccogliere proposte o pareri su iniziative sociali, economiche e di interesse collettivo. Le tematiche dei sondaggi possono essere proposte anche dai singoli cittadini, fruitori della piattaforma. In questo caso le proposte saranno attentamente valutate e vagliate dalla redazione prima di essere pubblicate. La redazione si occuperà della gestione dei sondaggi solo relativamente alla segnalazione delle problematiche o proposte oggetto degli stessi, demandando al gestore della piattaforma informatica sia la competenza in termini di gestione dell’aspetto tecnologico che il compito di quantizzare e valutare statisticamente i dati. contatti con la redazione I servizi che saranno presenti in questa sezione sono destinati a fornire un insieme appropriato di strumenti atto a favorire la comunicazione rapida far la redazione del portale e gli utenti finali (o delle amministrazioni). Saranno presenti, di conseguenza, sia tutte le informazioni per contattare la redazione in modo tradizionale (telefono, posta, fax, ecc.) sia gli strumenti tipici del web, come le e-mail, strumenti di instant messaging, e ulteriori servizi collegati a quanto verrà esposto nel paragrafo successivo. Recupero elusione ed evasione fiscale L’obiettivo del Sistema è fornire un sistema per l’integrazione, la visualizzazione e l’utilizzo di tutti i dati fisici e territoriali negli applicativi di back-office, al fine di fornire sia funzioni a supporto dell’attività di accertamento svolta dai comuni, sia funzioni utili al cittadino contribuente, come la consultazione dei dati di calcolo on-line dei tributi. E’ richiesto l’utilizzo di un modulo GIS che consenta di mettere in correlazione ed integrare automaticamente le informazioni disponibili, siano esse di natura fiscale o territoriale, in una rappresentazione cartografica. I benefici introdotti dall’applicativo dovranno essere: A. integrazione e scambio dei dati tra diversi settori della stessa amministrazione o di amministrazioni differenti; B. disponibilità di un valido strumento di supporto decisionale per la pianificazione e il controllo dei tributi e del territorio; C. conoscenza effettiva del territorio amministrato e dei soggetti passivi risultante dall’integrazione e correlazione delle informazioni di carattere fiscale e territoriale; D. flessibilità per l’analisi e il confronto dei dati, per l’individuazione di posizioni anomale, dati mancanti, errati o di bonifica delle banche esistenti; E. offerta di strumenti avanzati al servizio del cittadino come il calcolo dei tributi e il pagamento on-line degli stessi; Sicurezza Urbana Tale servizio è stato pensato per rispondere, con moderni strumenti, alla crescente domanda di sicurezza che proviene dal Cittadino. Gli Enti Locali, attraverso i comandi di Polizia Urbana, devono garantire una risposta concreta ad una crescente e non differenziata domanda di sicurezza dei cittadini, riconoscendo la sicurezza quale bene pubblico da garantire tra le finalità trasversali dell'ente. Con l’adozione di tale servizio l’Ente attiva politiche di promozione della sicurezza dei cittadini privilegiando strategie partecipative della comunità e dei soggetti istituzionali che vi operano. Nell’ottica di una moderna politica di sicurezza urbana, il progetto assume la veste di un insieme di azioni positive e concrete che, lungi dall'esaurirsi in un elenco, costituiscono nello stesso tempo un impegno puntuale per l'Amministrazione Comunale. Servizi di back-office Gestione Area finanziaria: Sono previsti una serie di applicazioni che automaticamente calcolano/elaborano risultati in merito alla: Contabilità Finanziaria: consente la gestione completa degli adempimenti finanziari aggiornata al Nuovo Testo Unico degli Enti Locali D.Lgs. 267/2000 e successive modificazioni. Contabilità Iva con la possibilità di avere le contabilità iva separate per servizi ed indicazione dei diversi codici attività. Contabilità Irpef con la possibilità di effettuare riepiloghi per codice tributo, tipo ritenute e creditori. Stampa della certificazione fiscale e modelli CUD e la generazione mandati per il versamento delle ritenute d’acconto Dichiarazione previdenziali e fiscali con la possibilità di produrre le dichiarazioni per il modello Unico, il 770 semplificato/ordinario ed Emens Gestione Tesoreria per il controllo dei flussi di cassa, dei sospesi e relative stampe del giornale di cassa e del conto del tesoriere Verifica degli Equilibri come previsto dall’articolo 193 del testo unico sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio Rendicontazione composta dalla Rideterminazione dei residui, la gestione del patto di stabilità e la relazione tecnica del conto del bilancio Contabilità Mutui, Economato Contabilità Economica Patrimoniale, Certificati al Bilancio di Previsione ed al Conto Consuntivo (omologati), Contabilità Clienti Fornitori, Patrimonio. Gestione Servizi Demografici: Vengono supportate le diverse attività degli Uffici preposti, riducendo il carico di lavoro e migliorando l'affidabilità delle registrazioni e la qualità degli atti. L'automazione del sotto sistema relativo ai Servizi Demografici, viene effettuata con un insieme di procedure altamente integrate per la gestione di Anagrafe, A.I.R.E., Stato Civile, Elettorale, Statistiche, Leva scolastica e Militare, Interscambio dati con gli Enti centrali e locali, tale da realizzare il conseguimento di obbiettivi e risultati ai quali l'Amministrazione attribuisce primaria importanza nel piano di informatizzazione. Rappresenta per l’Ente la struttura di base sulla quale costruire progetti di e-government realmente efficaci ed in grado di consentire l’accesso telematico dei cittadini ai servizi erogati on-line e/o attraverso terminali self-service. Le funzionalità previste sono: Possibilità di avere informazioni (anche via web) sulla popolazione nella sua collocazione sul territorio e secondo le caratteristiche richieste (fascia di età, sesso, professione, titolo di studio, cittadinanza, ecc.). Possibilità di avere un quadro globale delle attività presenti sul territorio comunale. Offre la possibilità di integrare e scambiare i dati con i principali applicativi del Comune (tributi, commercio, edilizia, servizi sociali, rette e trasporto scolastico, delibere e protocollo informatico, ecc…). Possibilità di abilitare la consultazione da parte di altri operatori interni ed esterni (Forze dell’Ordine, Vigili Urbani, ecc…) . Consente la gestione remota del sistema demografico con connessione in rete geografica da n delegazioni comunali, con possibilità di discriminare le funzionalità. Possibilità di attivazione di Totem per l’autocertificazione. Archiviazione storica di tutte la variazioni anagrafiche intercorse con conseguente rilascio di certificazione storica e conseguente possibilità di richiedere al Ministero dell’Interno l’autorizzazione per l’abbandono del cartaceo. Gestione rilascio delle carte di identità elettronica. Gestione guidata per la validazione dei codici fiscali; gestione del SIATEL. Popolamento e aggiornamento dell’INA. Integrazione del sistema XML-SAIA v.2 (invio delle comunicazioni anagrafiche AP5 e Servizio di Consultazione Anagrafica tra comuni ed enti). Gestione completa dell’A.I.R.E. ed integrazione con il software ANAG-AIRE. Integrazione con il software ISI-ISTATEL per l’invio telematico delle statistiche demografiche all’ISTAT. Integrazione del sistema ARCO-WEB dell’I.N.P.S. Export dati per enti esterni: ASL, Questura, Motorizzazione civile, INPS, RAI, Distretto Militare. Possibilità di estrarre statistiche della popolazione sia secondo criteri prestabiliti sia sulla base di parametri definiti dall’utente. Gestione di anagrafi parallele (irreperibili, anagrafe temporanea, persone in soggiorno, cittadini non residenti cui viene rilasciata la carta di identità, ecc..). Gestione del rilascio e monitoraggio delle attestazioni di soggiorno regolare e permanente per i cittadini comunitari. Gestione censimento della popolazione. Possibilità di esportare dati verso altri sistemi applicativi. Digitalizzazione ed archiviazione dei modelli AP/5, AP/6, Cartellini delle carte di identità, foto dei cittadini. Gestione Vigilanza Anagrafica Gestione Segreteria: Gestione messi, casa comunale ed albo pretorio Gestione completa degli atti amministrativi (Delibere e Determine) Protocollo Informatico (con modulo di acquisizione ottica) Gestione del Personale: Paghe Rilevazione Presenza, Gestione Economica del Dipendente Gestione Cimiteriali sia amministrativo che cartografico Edilizia Privata: gestione pratiche edilizie, catasto, catasto incendi, certificato destinazione urbanistica, certificato di agibilità ed anagrafe immobiliare Servizi di front-office Obiettivo principale consiste nel soddisfacimento della esigenze di cittadinanza ed imprese operanti sul territorio, tramite la consultazione ed interrogazione dei servizi on-line,. Ad alcuni Servizi è consentito un accesso pubblico, mentre ad altri si può accedere solo a seguito di registrazione ed autenticazione. L’autenticazione avviene tramite riconoscimento di una smart card (carte di identità elettronica o carta servizi) o di utente e password preventivamente rilasciati dall’Ente. Area Demografici consultazione anagrafica (dati anagrafici e di stato civile del cittadino e foglio di famiglia. consultazione liste elettorali richiesta certificati originali consultazione consistenza elettorale compilazione modulo di cambio residenza Area Tributi consultazione tributi dettaglio pratica o immobili dettaglio pagamenti effettuati violazioni ruoli discarichi rimborsi rateazioni compilazione modulo di denuncia Tarsu compilazione modulo di denuncia Ici Area contabile consultazione bilancio di previsione consultazione conto consuntivo fatture fornitori (i fornitori, previo rilascio di password, possono consultare lo stato di avanzamento delle proprie fatture) Area Personale cedolino paghe consultazione Timbrature consultazione monte ore ferie richiesta ferie e permessi Area segreteria consultazione albo pretorio consultazione delibere possibilità di ricerca full-text delle delibere e visualizzazione in formato pdf consultazione protocollo 4.2.2. ORGANIZZAZIONE LOGICA DELLA REALIZZAZIONE SERVIZI DI ANAGRAFE INTEGRATA E TRIBUTI AZIONE 1: Progettazione e realizzazione del Sistema Informativo CST OBIETTIVO GENERALE Obiettivo di tale Azione è la progettazione/realizzazione della infrastruttura e della piattaforma hardware/software che tenga conto delle necessità immediate ma anche degli obiettivi a medio-lungo termine che metta in rete i Comuni, la Provincia, Regione, altri Enti (Agenzia del Territorio, Conservatoria...). ATTIVITA’ Progettazione/implementazione EE.LL./CST/A.d.T/Altri Enti della piattaforma di interscambio dati Progettazione/realizzazione dei servizi e dei web-services per l’interoperabilità tra sistemi informativi e banche dati ai fini urbanistici Rilascio del software, testing, start up dei servizi terrritoriali, affiancamento e formazione RISULTATI L’attività produrrà l’infrastruttura di comunicazione e scambio sia tra gli Enti del CST, sia con altri Enti istituzionali, intesi sia come Enti Locali sia come enti che entrano nel processo di conservazione e trattamento dei dati territoriali. La Piattaforma risultante sarà completa dei moduli software di competenza del Centro Servizi Territoriale per il trattamento dei dati e l’erogazione dei servizi. Inoltre al termine dell’attività sarà disponibile l’anagrafe integrata e il servizio tributi nelle loro funzionalità, con particolare riferimento all’interoperabilità con le banche dati a sostegno dei servizi. Verranno realizzati tutti i processi e i servizi elencati nel paragrafo precedente. Dopo la fase di testing la rete sarà disponibile per il completamento delle banche dati e nel contempo potrà essere utilizzata per la fase di Start Up. Risultati misurabili: numero di servizi realizzati e attivati AZIONE 2 – Progettazione e realizzazione delle componenti Comunali OBIETTIVO GENERALE Dotare i Comuni di procedure informatiche e modulistica condivisa, omogeneizzando i processi e le modalità di trattamento dei dati. ATTIVITA’ Progettazione delle procedure informatiche per il trattamento dei dati e la gestione dei flussi degli iter amministrativi comunali Realizzazione dei moduli software RISULTATI L’attività produrrà software specialistico dedicato agli Uffici Anagrafe e Tributi comunali. Il software dovrà essere aderente alle esigenze e dovrà prevedere la possibilità di ricevere telematicamente le pratiche e la possibilità di trasmettere telematicamente autorizzazioni e certificazioni. Risultati misurabili: numero dipendenti utilizzatori del software AZIONE 3 - Realizzazione delle Banche Dati OBIETTIVO GENERALE L’obiettivo generale dell’azione è l’implementazione delle banche dati e la creazione di un patrimonio informativo risultante dalla sintesi delle basi di dati certificate che gli enti rendono disponibili. L’obiettivo può essere suddiviso nei seguenti subobiettivi 3. Ottenere archivi normalizzati secondo regole e indici certi. 4. Ottenere basi di dati anagrafici e tributari secondo tematismi di interesse per gli EE.LL., le imprese, i professionisti. ATTIVITA’ Realizzazione della banca dati Anagrafe e Tributi e integrazione banche dati presenti negli EE.LL. RISULTATI L’attività è il nucleo dell’intero percorso, poiché renderà disponibili le banche dati che danno un significato reale ai servizi. Al termine dell’attività, infatti, il sistema sarà completo ed immediatamente fruibile in termini di navigazione tra le informazioni geograficamente distribuite, i metadati messi a disposizione e i documenti. Risultati misurabili: numero e tipologia di informazioni raggiungibili dagli utenti. 4.1.5. Crono programma Il cronoprogramma per lo sviluppo dei servizi territoriali è riportato di seguito ed è su base mensile 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Progettazione e realizzazione del Sistema X X X X X X X X CST Progettazione/realizzazione X X X X X Componenti Comunali Realizzazione banche dati X X X X X X Start-up servizi territoriali 11 12 13 14 15 16 17 18 X X X X X X X X X X X SERVIZI DA EROGARE NEL PRIMO QUINQUENNIO Omissis …. CAPITOLO V L’analisi dei servizi a valore aggiunto che si intende assicurare, sulla base di intese documentate, per razionalizzare e semplificare il rapporto tra ciascun Comune e le altre Pubbliche Amministrazioni, centrali, regionali e locali. Il progetto COPERNICO, come si è esplicitato nel precedente capitolo V, prevede l’implementazione di tutti servizi di base nei Comuni costituenti l’aggregazione proponente il medesimo progetto. Pertanto non si è ritenuto necessario effettuare preliminari intese per razionalizzare e semplificare il rapporto tra ciascun Comune e le altre Pubbliche Amministrazioni, centrali, regionali e locali CAPITOLO VI Una descrizione dettagliata delle modalità con cui si intende garantire l’interoperabilità dei servizi e l’allineamento delle banche dati. 6.1 L’interoperabilità e la sua storia Da quando esistono i computer esiste anche un linguaggio che ha una incredibile capacità: quella di rappresentare qualunque tipo di informazione utilizzando un alfabeto fatto di soli due caratteri. Questo è il linguaggio binario che come sappiamo è costituito solo ed esclusivamente di 0 e di 1. Da quando sono state inventate le reti ed il protocollo IP (Internet Protocol) le informazioni rappresentate in binario possono essere trasferite da una macchina all’altra a grande velocità, ed è per questo motivo che oggi, con un singolo oggetto, possiamo vedere dei filmati, ascoltare la musica, leggere e scrivere dei documenti, anche se questi si trovano su una macchina diversa da quella che stiamo usando a centinaia o migliaia di kilometri di distanza. E’ proprio grazie alla fantastica capacità di rappresentazione di questo semplice alfabeto di 0 e di 1 che oggi assistiamo ad un crescente sviluppo del mercato dei media digitali. Ora, per capire il concetto di “interoperabilità” e perché questo concetto è cosi importante nel nostro presente e nel nostro futuro, è necessaria una riflessione. Se non si è studiato Francese e si prova a leggere un testo in questa lingua, si riesce sicuramente a distinguere le lettere dell’alfabeto che compongono il testo, ma questo non consente di capire il significato del testo stesso. Questo succede anche agli apparecchi digitali. Tutti comunicano con lo stesso alfabeto, ma non è detto che parlino la stessa lingua. Ora è chiaro che, se un apparato che trasmette non parla la stessa lingua di un apparato che riceve, la trasmissione non andrà a buon fine con il risultato sperato. Dunque quando una certa famiglia di apparati è stata realizzata in modo che tutti gli apparati “parlino la stessa lingua” si dice che gli apparati sono “interoperabili”. Realizzare servizi IP interoperabili vuol dire fare in modo che esistano delle normative, osservate dai vari attori dei mercati di riferimento, atte a consentire che gli apparati ed i servizi impiegati di sistemi estesi funzionino correttamente anche se realizzati da aziende diverse. Sappiamo che la televisione analogica tradizionale in Italia funziona secondo uno standard chiamato PAL. Tutti coloro che trasmettono lo fanno secondo questo standard e tutti i produttori costruiscono televisori, lettori dvd, videoregistratori etc… secondo lo stesso standard. Il risultato è che noi possiamo scegliere un televisore della marca che ci pare con un lettore DVD di marca diversa per guardare tutti i film e i canali televisivi che ci vengono in mente. Grazie al fatto che tutto è “interoperabile” siamo sicuri che tutti i pezzi del sistema funzioneranno insieme in modo corretto anche se realizzati da diversi costruttori. I servizi IP non hanno ancora una regolamentazione ed una normativa di interoperabilità. Dunque ciascun fornitore di servizi può realizzare ogni componente dei suoi sistemi come crede per proporle al mercato. La Commissione europea ha adottato una nuova comunicazione in cui invita all'interoperabilita' tra le autorita' nazionali e regionali nell'ambito dell'UE, al fine di promuovere la libera circolazione dei cittadini e delle imprese nel mercato interno. Secondo la Commissione, la mancanza di interoperabilita' tra i vari livelli di governo in Europa costituisce un ostacolo determinante all'istituzione di servizi di eGovernment a livello europeo. La comunicazione e' intesa a incoraggiare gli Stati membri e il settore industriale a cooperare per fare in modo che tale ostacolo possa essere superato. "L'interoperabilita' e' indispensabile per lavorare insieme nell'ambito del mercato interno eù contribuira' a fare dell'Europa un luogo stimolante per vivere, lavorare e investire" ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Günter Verheugen. Viviane Reding, commissario della Societa' dell'informazione e dei media, ha aggiunto: "Il nostro obiettivo generale dev'essere un eGovernment che offra vantaggi concreti ai cittadini e alle imprese, accessibile a tutti in tutta l'UE". La comunicazione individua un'esigenza in termini di interoperabilita' a tre diversi livelli: l'interoperabilita' delle procedure amministrative riguardanti eventi della vita privata (quali nascite e matrimoni) e delle procedure relative alle imprese (creazione di un'impresa o pagamento delle tasse; l'interoperabilita' "semantica", che consente di uniformare documenti quali per esempio i certificati di nascita in modo che i vari livelli amministrativi possano "capire" le reciproche informazioni, e l'interoperabilita' tecnica, ossia la standardizzazione dei sistemi informatici in modo da facilitare la comunicazione. Dalla comunicazione emerge la volonta' della Commissione di cooperare con gli Stati membri per stabilire le priorita', definire orientamenti in ambito politico e raccomandazioni di natura tecnica e promuovere la standardizzazione. Iniziative piu' concrete volte ad accrescere l'interoperabilita' saranno inoltre inserite nel prossimo piano d'azione della Commissione in materia di eGovernment. Nell'iniziativa i2010 del commissario Reding l'interoperabilita' e' presentata come una delle quattro maggiori sfide per la creazione di un unico spazio europeo dell'informazione e come un elemento fondamentale di servizi pubblici basati sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC). Il commissario ha assicurato che l'interoperabilita' dei servizi pubblici elettronici costituira' una delle maggiori priorita' dell'agenda dell'UE. In Italia, fin dalla sua costituzione l’Autorità per l’Informatica nella P.A. individuava nella realizzazione di una rete unitaria in grado di interconnettere tutte le amministrazioni interessate all’applicazione del D. L.vo 39/93, il primo e più importante progetto intersettoriale da realizzare ai sensi della previsione contenuta nell’art. 7 della normativa citata. All’inizio degli anni ’90 le 52 Amministrazioni centrali dello Stato, destinatarie della normativa contenuta nel D. L.vo 39/1993, si avvalevano di 75 diversi sistemi distribuiti sul territorio attraverso 3250 reti dipartimentali con circa 100.000 postazioni di lavoro informatizzate. La struttura per la trasmissione dei dati era rappresentata da 20 reti virtuali (facenti capo al sistema pubblico di connettività ITAPAC) e da 50 reti private, dedicate, estese sul territorio, di proprietà, queste ultime, delle diverse amministrazioni interessate. Una evoluzione disordinata e non coordinata, difficile finanche da individuare e censire, con evidenti difficoltà di comunicazione a causa di differenze architetturali, di protocolli applicativi, di specifiche tecniche utilizzate (le cosiddette legacy) che impedivano o comunque limitavano il dialogo fra le amministrazioni ed il trasferimento di dati su supporto informatico. Alcune amministrazioni centrali si avvalevano, poi, per soddisfare il proprio fabbisogno comunicativo, di reti distinte, realizzate e gestite da soggetti privati diversi che operavano con differenti presupposti tecnici, con protocolli non omogenei, con specifiche tecniche particolari. Lo stesso flusso comunicativo tra i diversi uffici delle amministrazioni era, quindi, estremamente settorializzato e parcellizzato con evidenti duplicazioni di attività, e di centri di spesa. Il primo esempio di collegamento in rete tra amministrazioni centrali, nel periodo di riferimento, era rappresentato dalla RIPA ( Rete informatica della pubblica amministrazione), detta anche rete dei tre Enti, in quanto nata nella sua configurazione originale dal bisogno di realizzare l’indispensabile scambio informatico di dati e notizie tra il Ministero delle Finanze, l’INPS e l’INAIL , per la gestione di procedimenti che richiedevano uno stretto rapporto di collaborazione, tra i predetti soggetti. Rete realizzata, peraltro, con tecnologie superate ed a costi gestionali elevati. Un sistema estremamente diseconomico e poco efficiente che non consentiva di sfruttare possibili economie di scala e che escludeva la pubblica amministrazione in genere dalla possibilità di avvalersi dei benefici di un progresso tecnologico in fase di continua implementazione. Pressoché totale era inoltre la dipendenza delle singole amministrazioni dai soggetti fornitori o gestori dei sistemi, a causa della scarsa diffusione di una cultura informatica e della mancanza di personale tecnico preparato, nonché della previsione di un ruolo specifico per tale personale. In tale contesto la creazione di un sistema unitario di connettività informatica da realizzare prioritariamente veniva giustamente posta dal legislatore come la base per impostare un progetto coerente di innovazione tecnologica uniforme per tutte le amministrazioni pubbliche, per realizzare il supporto necessario ad una reale cooperazione tra soggetti pubblici, per lo snellimento delle procedure, il miglioramento della tempistica, l’adeguamento al livello di informatizzazione delle imprese private e , in buona parte anche dei cittadini, degli utenti dei servizi amministrativi. Già la legge delega, alla base della riforma della organizzazione amministrativa e della stessa istituzione dell’AIPA ( legge 421 del 1992) all’art. 2, comma 1, lettera mm, nell’attribuire alla istituenda Autorità per l’informatica le funzioni di coordinamento e pianificazione degli investimenti, espressamente finalizzava l’azione del nuovo soggetto all’obiettivo dell’interconnessione dei sistemi informatici pubblici, prius logico sul piano tecnico informatico, della stessa possibilità di un reale ed efficace svolgimento dei compiti e delle funzioni conferite. Tale esigenza, veniva, significativamente ripresa nel decreto legislativo 29/1993, di pochi giorni antecedente quello istitutivo dell’Autorità, attuativo della parte di delega concernente la riorganizzazione dell’amministrazione e il nuovo rapporto di lavoro del personale. L’art. 1, comma 1, lettera a, del citato decreto contrassegna, infatti, in maniera inequivocabile gli sviluppi della futura informatizzazione della pubblica amministrazione, prevedendo l’adeguamento dei servizi da rendere al cittadino agli standards degli altri paesi dell’Unione Europea attraverso un’adozione generalizzata e “coordinata” delle nuove tecnologie informatiche e indicando, proprio nell’interconnessione dei sistemi informatici, il criterio fondamentale per la razionalizzazione organizzativa dell’amministrazione. Successivamente, nella sede propria, il D.L.vo 39 del 1993 chiarisce che lo sviluppo dei sistemi informatici pubblici risponde al prioritario criterio dell’integrazione ed interconnessione ed è finalizzato al miglioramento dei servizi, alla trasparenza dell’azione al potenziamento dei supporti conoscitivi per le decisioni pubbliche, al contenimento dei costi. Da tale quadro normativo, poi ulteriormente approfondito e sviluppato, si evidenzia, allora, un chiaro rapporto di strumentalità necessaria tra la realizzazione concreta degli obiettivi delle riforma organizzativa e la realizzazione di un sistema pubblico unitario di interconnessione fra tutte le amministrazioni centrali per automatizzare ed integrare le diverse fasi in cui si articola l’attività procedimentalizzata (protocollazione, istruttoria, emanazione e archiviazione degli atti) accrescendo, in tal modo, i livelli di efficacia, efficienza ed economicità dell’azione pubblica e, garantendo la necessaria trasparenza e conoscibilità al cittadino di tutte le fasi dell’attività, riempiendo, quindi, di contenuti sostanziali le disposizioni contenute nella Legge 241 del 1990. Come anticipato, già nel dicembre del 1993, cioè pochi mesi dopo la sua istituzione, l’AIPA elaborava un primo documento (“sistema informativo per la pubblica amministrazione: la rete”) nel quale, a grandi linee, venivano tratteggiate le principali caratteristiche della RUPA e definite le tappe indispensabili per i successivi approfondimenti necessari per avviare la fase operativa. Per tutto il 1994 l’Autorità è stata, coerentemente, impegnata nella indispensabile attività di rilevazione, censimento e valutazione dello stato delle reti di telecomunicazione esistenti in tutte le amministrazioni centrali, e nel successivo studio e formulazione di un complesso modello di traffico dal quale desumere le indispensabili stime di carico per delineare i parametri e la tipologia della futura rete unitaria. Un’attività estremamente complessa giacchè, all’epoca, nella maggior parte dei casi le stesse amministrazioni, a causa della frammentarietà dei centri di responsabilità e di spesa non avevano contezza della loro potenzialità informatica, né, per mancanza di cultura e professionalità adeguate, erano in grado di stimare e predefinire i propri fabbisogni di comunicazione, e di elaborare una programmazione di largo respiro, in cui l’informatica, da semplice strumento di semplificazione del lavoro quotidiano (office-automation), divenisse realmente fondamentale risorsa per un nuovo e più moderno modo di amministrare. Notevole, quindi, in questa fase, è stato il ruolo di supporto svolto dall’AIPA e di stimolo, nei confronti delle diverse amministrazioni centrali e dei responsabili dei sistemi informativi automatizzati, nuova figura organizzativa prevista dal D. L.vo 39/93 istituita, peraltro, con reticenze e ritardi dai diversi Enti destinatari della normativa. L’ampiezza, la complessità e l’articolazione delle problematiche, non solo tecniche, ma anche giuridiche, economiche, finanziarie e organizzative insite nella realizzazione della RUPA, quali evidenziate a seguito della complessa attività istruttoria svolta, inducevano l’AIPA ad elaborare e trasmettere al Governo, per il necessario seguito di competenza, un ulteriore e più approfondito documento (la rete unitaria delle P.A. una infrastruttura di tecnologie e servizi telematici) nel maggio 1995, contenente già la definizione degli elementi generali e architetturali della RUPA. Il progetto rete unitaria veniva, altresì, inserito nel piano triennale per l’informatica pubblica 19951997 quale intervento prioritario per il perseguimento degli obiettivi di efficienza, miglioramento dei servizi, potenziamento dei supporti conoscitivi e contenimento dei costi dell’azione amministrativa. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, preso atto che la realizzazione della RUPA rappresentava un momento essenziale del processo di ammodernamento dell’amministrazione pubblica, che l’obiettivo era coerente con le previsione del D.L.vo 39/93 e in linea con i contenuti del documento di programmazione finanziaria per il triennio 1996/98, predisponeva un’apposita direttiva (approvata dal Consiglio dei Ministri il 5/9/95 e pubblicata sulla G.U. del 21 novembre stesso anno) nella quale, accogliendo e facendo proprie le proposte dell’Autorità per l’informatica fissava in modo puntuale, le finalità della rete unitaria, le aree di intervento, le modalità e le fasi di realizzazione, indicando precise scadenze temporali, anche intermedie. All’AIPA veniva demandato il compito di redigere, in tempi brevi (31 gennaio 1996) un dettagliato studio di fattibilità concernente gli aspetti relativi alla interconnessione e all’interoperabilità fra le reti delle diverse amministrazioni centrali, studio per il quale l’Autorità era facoltizzata ad avvalersi degli organi tecnici dell’amministrazione delle Poste e Telecomunicazioni, all’epoca la struttura pubblica maggiormente specializzata nel settore e, in grado, quindi, di fornire un valido contributo allo studio e alla ricerca delle soluzioni tecniche più idonee in relazione alle diverse problematiche evidenziate. Con la medesima direttiva veniva, altresì, istituito un apposito Comitato di Ministri con il compito di esaminare prioritariamente le proposte dell’Autorità allorchè fosse necessaria l’emanazione di atti di competenza del Governo, o assumere idonee iniziative legislative. Successivamente alla conclusione dello studio di fattibilità ciascuna amministrazione centrale dello Stato, entro il mese di giugno 1996, era invitata a redigere uno o più specifici progetti per l’adeguamento dei propri sistemi informativi allo scopo di utilizzare al meglio le potenzialità della RUPA, nonché appositi piani e studi per la realizzazione dei software operativi necessari per l’operatività dei nuovi servizi. La migrazione delle reti esistenti all’interno della rete unitaria avrebbe dovuto essere attivata e realizzata nel biennio 1998-1999. Forte era, dunque, l’impegno del Governo all’adozione rapida e preferenziale di tutte le iniziative di competenza necessarie a garantire, in tempi ragionevolmente brevi, l’attuazione dei contenuti della direttiva, ben delineato e cadenzato il percorso per il raggiungimento degli obiettivi. Nel rispetto dei tempi previsti, il 1° febbraio 1996, l’AIPA, utilizzando anche il complesso lavoro istruttorio già svolto, in collaborazione con gli organi tecnici del Ministero delle Poste, con l’ausilio di contributi chiesti ad aziende private, e del lavoro di esperti e consulenti interni ed esterni, concludeva lo studio di fattibilità e lo trasmetteva al Governo. Tale studio si presenta come un documento completo e complesso estremamente articolato e puntuale nella esplicitazione dei problemi e nella individuazione di diverse soluzioni praticabili, in termini tecnici, giuridici e organizzativi. Sintetizzando i contenuti del predetto studio, emerge il seguente quadro. a) da un punto di vista generale la RUPA viene configurata come “rete di reti”. Scelta tecnica fondamentale è infatti, quella, per certi aspetti necessitata, di mantenere la piena autonomia dei singoli “domini informatici” alle diverse amministrazioni interessate, intendendo per dominio l’insieme delle risorse hardware, software, procedure dati e servizi che ricadono sotto la competenza esclusiva di un determinato ente. La RUPA nasce, quindi, con l’obiettivo di interconnettere e mettere in condizioni di interoperare tali domini attraverso una serie di accessi ad una rete virtuale. La rete unitaria rappresenta, quindi, una dorsale dotata di più router o nodi in grado di instradare messaggi. Tale configurazione tiene conto delle difficoltà tecniche in precedenza evidenziate e, soprattutto, dell’esigenza di mantenere l’autonomia organizzativa e di spesa di ciascuna amministrazione, di salvaguardare gli investimenti effettuati e favorire una più ampia concorrenzialità nel mercato delle comunicazioni, consentendo, per quanto attiene alla gestione dei propri domini, a ciascun ente la massima libertà contrattuale, nel rispetto della vigente normativa nazionale e comunitaria. Altra fondamentale scelta architetturale di carattere generale consiste nel prevedere per ciascuna amministrazione un unico accesso alla rete unitaria, a livello centrale. La soluzione alternativa consistente nella creazione di una struttura in grado di consentire, cioè, a qualsiasi ufficio periferico un accesso diretto alla RUPA, seppure tecnicamente fattibile e in grado di garantire maggiore flessibilità ed economicità in termini di utilizzo della banda trasmissiva, viene ritenuta non praticabile per i considerevoli problemi organizzativi e di gestione dei servizi e della sicurezza, gravando ciascun ufficio di compiti tecnici difficili da svolgere e, tutto sommato, distanti dalla primarie finalità istituzionali. Fortemente innovativa per la prassi sino allora seguita, è, altresì, la decisione di non realizzare exnovo una struttura fisica da acquisire in proprietà, come accade nella realizzazione di reti dedicate, ma di configurare il nuovo sistema di interconnessione come acquisizione di servizi specifici offerti da uno o più fornitori, assicurando, in tal modo, maggiore flessibilità operativa all’interno di un sistema con meno vincoli, più aperto all’evoluzione tecnica del settore, evitando, soprattutto, il forte investimento iniziale per l’acquisizione di strutture destinate, col tempo, a divenire obsolete. Sotto tale aspetto l’architettura proposta per la rete unitaria può essere avvicinata al modello di Internet, all’epoca, peraltro, in fase appena iniziale e ben lontano dall’attuale importanza e diffusione. Rispetto ad Internet la RUPA rappresenta, però, una rete gestita, controllata e monitorata, condizioni, queste ultime, indispensabili per garantire sicurezza, affidabilità, rapidità di collegamento e standards di efficienza ed efficacia diffusi ed uguali per tutti gli utenti del servizio. Fondamentale, per i successivi sviluppi del sistema, è, altresì, la scelta, condizionata dalla diversa situazione di mercato all’epoca esistente di configurare la rete unitaria come supporto alla sola trasmissione di dati e di non estendere il servizio, quindi, anche alla trasmissione vocale e al sistema di telefonia, all’epoca, peraltro, ancora caratterizzato da un monopolio in favore del concessionario pubblico. Il nucleo centrale dello studio di fattibilità concerne, come è ovvio, l’individuazione delle norme, delle specifiche tecniche e dei protocolli applicativi necessari per il miglior funzionamento della rete, materia, quest’ultima, estremamente delicata, atteso che il progresso tecnico nella informatica, se da una parte rappresenta opportunità di sviluppo sempre maggiori, pone dall’altra la necessità di scelte ponderate per evitare il duplice rischio di seguire percorsi eccessivamente innovativi e non consolidati, poi abbandonati dal mercato, o, di orientarsi verso l’acquisizione di prodotti in grado di fronteggiare l’attuale fabbisogno comunicativo, rappresentato dalla erogazioni di servizi elementari, ma non in grado, in prosieguo, di garantire il necessario supporto a più evolute e sofisticate applicazioni. Senza entrare nel merito delle scelte effettuate, con valutazioni fin troppo semplicistiche, alla luce del senno di poi, va sottolineata l’accuratezza dei confronti effettuati, la ricca bibliografia consultata, i significativi raffronti con lo stato dell’informatica pubblica negli altri Paesi dell’Unione europea e in quelli tecnologicamente più avanzati. Confronto, quest’ultimo, dal quale emerge una situazione non così distante da quella italiana e, soprattutto, il contemporaneo avvio di iniziative analoghe alla RUPA per finalità, obiettivi e scelte tecnico-operative. Sotto tale aspetto la scelta, quale standard per il servizio di interoperabilità dei protocolli IP di ultima generazione, appare estremamente significativa, e in linea con i successivi sviluppi del mercato. Con riferimento alle problematiche economico-giuridiche lo studio di fattibilità e l’avvio della RUPA vengono a collocarsi in un periodo contraddistinto dall’avvio del processo di liberalizzazione dei servizi di telecomunicazione. Il D.L.vo 103 del 17 marzo 1995 recepisce, infatti, sia pure con ritardo, nell’ordinamento italiano, il contenuto della direttiva 90/388 della CEE, relativa alla concorrenza nei mercati dei servizi di telecomunicazione. Il successivo D.P.R. 4 settembre 1995, n. 420, contiene la determinazione delle caratteristiche delle modalità di svolgimento dei predetti servizi. Un quadro in crescente ed univoca evoluzione verso una liberalizzazione definitiva e totale, destinato a concludersi con la successiva direttiva comunitaria 96/19 del 13 marzo 1996 che sancisce, a partire dal 1° gennaio 1998, l’abolizione dei diritti esclusivi e speciali relativi anche alla fornitura dei servizi di telefonia vocale, fissa e mobile. Nel medesimo periodo giunge, altresì, a conclusione il recepimento nell’ordinamento italiano della normativa comunitaria sugli appalti di servizi (D.L.vo 157/1995) che impone, di regola, il ricorso a procedure concorsuali pubbliche per l’individuazione di fornitori privati, normativa indubbiamente applicabile anche ai servizi di trasporto e di interoperabilità in cui si sostanzia la RUPA. All’interno di tale quadro normativo le modalità per l’individuazione dei fornitori dei servizi connessi con la rete unitaria poneva, peraltro, problematiche affatto particolari. Occorreva, infatti, garantire, da un lato, la massima trasparenza e concorrenzialità, all’interno, tuttavia, di un settore in cui esistevano, comunque, forti monopoli di fatto e situazioni consolidate, e, tenendo conto che l’esigenza di realizzare un sistema unitario omogeneo di connessione imponeva di garantire, per un certo periodo di tempo, una necessaria esclusiva ai vincitori delle gare, al fine di ammortizzare gli investimenti iniziali effettuati. La soluzione individuata nello studio di fattibilità consiste nella stipula di contratti quadro per il trasporto e l’ interoperabilità gestiti dall’AIPA, e la successiva adesione, con tempi e modalità sufficientemente certi da parte delle diverse amministrazioni obbligate, nella consapevolezza, peraltro, che tale istituto, era all’epoca previsto solo in via straordinaria ( art. 44 comma 18 della legge 724/1924), e che, quindi, era necessaria una specifica autorizzazione legislativa per la sua concreta praticabilità. La durata dei contratti quadro (cinque anni) con possibilità, alla scadenza, di successivi rinnovi annuali, veniva prospettata come idonea a garantire, da una parte, adeguati ritorni economici e, dall’altra a consentire, alla scadenza, la possibilità di future scelte economicamente più efficienti e vantaggiose,interrogando nuovamente un mercato in continua evoluzione. Lo studio suggerisce, altresì, opportunamente, di avviare, prima della scadenza del prescritto periodo quinquennale, le procedure preselettive per l’individuazione di un secondo, eventuale, gestore. Sempre con riferimento agli aspetti concernenti la tutela della concorrenza e la trasparenza dell’azione amministrativa lo studio di fattibilità, pur nella considerazione che l’integrazione verticale fra le aziende fornitrici dei servizi di trasporto e di interoperabilità potrebbe, nel lungo periodo, garantire maggior efficienza e contenimento dei costi, esclude tale possibilità e suggerisce l’effettuazione di due distinte gare al fine di evitare la concentrazione in un unico soggetto di un eccessivo potere di mercato con effetti potenzialmente discriminatori. Per ampliare le possibilità di partecipare alla gara pubblica per l’aggiudicazione dei servizi a parità di condizioni, viene ritenuta indispensabile l’emanazione di una norma che garantisca a tutti i potenziali interessati il diritto ad ottenere la disponibilità delle reti esistenti alle stesse condizioni all’epoca praticate al concessionario della rete pubblica di telefonia, soggetto che altrimenti, per la posizione di indubbio vantaggio sarebbe, in pratica risultato l’unico effettivo concorrente. Con le stesse finalità di trasparenza gestionale e di monitoraggio di costi sostenuti, veniva ulteriormente sottolineata l’esigenza di prevedere nel bando di gara, e nel successivo contratto, una clausola relativa all’obbligo per il soggetto o il raggruppamento vincitore, di costituire un’apposita società con il compito esclusivo di fornire i servizi connessi con la RUPA, in modo tale da assicurare la facile leggibilità di bilanci, che avrebbero dovuto prevedere quale esclusiva voce di entrata i compensi corrisposti dalle amministrazioni. Una previsione opportuna, inoltre, per monitorare in ciascun periodo di riferimento l’utile realizzato dalle imprese, sì da attivare un meccanismo revisionale in presenza di arricchimenti derivanti da economie di scala, per trasferire all’amministrazione i vantaggi connessi con l’evoluzione del mercato. Dalla lettura dei bilanci, inoltre,sarebbero risultati ben evidenziati i costi sostenuti per la disponibilità delle reti, laddove , viceversa, per i soggetti già proprietari o concessionari di reti trasmissive, il bilancio avrebbe evidenziato solo una commessa interna, l’utilizzo di risorse patrimoniali proprie dell’Ente. La creazione di apposite società dedicate rappresentava, altresì, strumento idoneo per valutare l’impatto dell’affidamento in esclusiva dei servizi connessi alla RUPA nel mercato delle comunicazioni attraverso un controllo globale sulla intera attività di gestione del fornitore, compresa l’acquisizione di servizi e attività intermedie, che per la loro rilevanza avrebbero potuto alterare la concorrenza. Si ipotizza la possibilità di imporre al fornitore procedure concorsuali per eventuali subforniture o, comunque, un opportuno invito a diversificare le commesse. d. Proseguendo nella disamina degli argomenti trattati nello studio di fattibilità, la configurazione della RUPA come rete gestita pone, allora, la necessità della costituzione di un centro tecnico pubblico, incaricato della gestione, monitoraggio e controllo dei servizi di trasporto e di interoperabilità, con particolare riferimento alle problematiche concernenti la sicurezza del processo comunicativo. Il predetto centro dovrebbe interoperare e interagire con l’AIPA, con i fornitori dei servizi e con le amministrazioni interessate per supportarlo nella fondamentale attività di individuazione dei fabbisogni e nella elaborazione di progetti strategici di sviluppo necessari all’interconnessione dei singoli domini con quello della RUPA. Quale possibile configurazione giuridica del predetto organismo, scartata per la complessità organizzativa l’ipotesi della creazione di una S.p.A. pubblica, viene avanzata prioritariamente la proposta di creare una sorta di agenzia tecnica da collocare alle dirette dipendenze dell’Autorità per l’Informatica. Ciò allo scopo, anche, di potenziare il ruolo e l’importanza dell’AIPA dotandola di una struttura tecnica di eccellenza in grado di collaborare, non solo alla gestione della RUPA, ma anche ai fondamentali compiti di pianificazione e coordinamento. L’inserimento del centro nella struttura organizzativa dell’AIPA appare, inoltre, tale da evitare ogni possibile conflitto di competenza. Lo studio individua dettagliatamente compiti, funzioni, dotazioni di personale, struttura organizzativa, procedure operative e costi di funzionamento del nuovo organismo di cui si propone l’istituzione. L’ultima parte dello studio è dedicata alla individuazione del più idoneo meccanismo di tariffazione. Le proposte sono nel senso di enucleare un canone fisso indipendente, cioè, dal numero delle adesioni quale compenso per la messa a disposizione di una banda trasmissiva opportunamente dimensionata e nella contemporanea disaggregazione dei diversi servizi offerti in unità elementari, ciascuna con un costo unitario specifico al fine di consentire, a ciascun ente, di diversificare le proprie richieste, in relazione ai propri fabbisogni, alle proprie potenzialità, alla capacità di spesa e agli equilibri di bilancio. Particolare attenzione viene, poi, dedicata alla revisione prezzi, che dovrebbe operare ad esclusivo vantaggio dell’amministrazione ed essere ancorata, sia all’andamento decrescente dei prezzi, sia alle eventuali economie di scala, sia anche alla rilevazione di un utile eccessivo nei bilanci dei fornitori. Ricevuto lo studio di fattibilità, il Governo, in tempi brevi, avviava l’attività necessaria per le modifiche normative richieste. Con l’articolo 15 della legge 59/96 (delega per il conferimento di funzioni e compiti alla Regione, per la riforma della P.A. centrale e la semplificazione amministrativa) viene attribuito all’AIPA il compito di stipulare, previa gara pubblica comunitaria, uno o più contratti quadro relativi all’acquisizione dei servizi di trasporto e di interoperabilità. Contestualmente viene sancito l’obbligo per le amministrazioni centrali destinatarie del D.L.vo 39/93 di aderire alla predette convenzioni, completata l’attività preliminare di adeguamento dei propri sistemi e di stima dei fabbisogni informatici. Le altre amministrazioni e in particolare gli enti locali sono facoltizzati e non obbligati ad aderire alle convenzioni RUPA. Il comma 2 del citato articolo, contiene, inoltre, significativamente, la prima disciplina normativa generale sulla validità dei documenti elaborati con supporti informatici e dei contratti stipulati per via telematica, demandando ad un successivo regolamento (D.P.R. 513 del 1997), l’individuazione di specifiche tecniche e criteri operativi. Nelle intenzioni del legislatore, quindi, la realizzazione della RUPA avrebbe dovuto procedere di pari passo con il completamento della normativa sopra citata, in modo tale da consentire la sperimentazione di procedure applicative per l’innovazione dell’attività amministrativa creando, contestualmente, gli indispensabili supporti sia giuridici che tecnici. Il centro tecnico veniva istituito con l’art. 17, comma 19, della Legge 127/1997, quale struttura specialistica di eccellenza dotata di autonomia organizzativa e funzionale, alle dirette dipendenze dell’AIPA, con il compito di svolgere le attività di assistenza, gestione e monitoraggio, controllo ed evoluzione della RUPA e di assistere le amministrazioni destinatarie della normativa in tutte le attività necessarie per una tempestiva adesione alle convenzioni. Con successivo D.P.R. 522 del 23/12/1997 venivano poi disciplinati in dettaglio i compiti, l’organizzazione, il funzionamento del Centro e la dotazione di personale. I finanziamenti necessari per l’avvio della rete unitaria venivano disposti con il D.L. 307 del 1996, convertito nella Legge 30 luglio 1996, n. 400. A tal fine veniva stanziata la somma complessiva di 180 miliardi per il triennio 1996/99 da destinare al completamento delle attività preliminari, al pagamento a regime dei corrispettivi contrattuali, e al finanziamento di una serie di progetti intersettoriali, necessari a creare le condizioni per il miglior utilizzo delle cooperazioni applicative rese possibili dalla RUPA. Completato il quadro normativo e finanziario di riferimento l’AIPA avviava, allora, la complessa attività preparatoria per la gara finalizzata all’aggiudicazione dei servizi di trasporto e di interoperabilità. Lo studio di fattibilità veniva, quindi, trasformato in un capitolato di gara e completato con uno schema di contratto quadro, nonché da una direttiva generale concernente le modalità di svolgimento della procedura concorsuale. Venivano, inoltre, predisposti una serie complessa di allegati tecnici concernenti il livello di prestazione dei servizi e l’elenco delle prestazioni unitarie, da completare con i singoli prezzi che ciascun partecipante si impegnava ad offrire. Conclusivamente per sintetizzare le scelte fondamentali operate per la realizzazione della rete unitaria, scelte coerenti con lo studio di fattibilità, supportate da adeguati interventi normativi e trasfuse nell’articolato contrattuale, la RUPA viene configurata come dorsale in grado di interconnettere e far interagire i domini informatici di ciascuna amministrazione, attraverso di regola un unico accesso centrale per ciascun ente. Obiettivo da realizzare attraverso una rete gestita, cioè l’acquisizione, previa gara comunitaria, dei servizi di trasporto e interoperabilità. Una rete virtuale costantemente monitorata e controllata da un soggetto pubblico dotato di elevate competenze tecniche in grado di garantire elevati e costanti standards di affidabilità e sicurezza. Sotto l’aspetto giuridico lo strumento utilizzato è quello del contratto quadro con successivo obbligo di adesione da parte delle amministrazioni centrali dello Stato libere, peraltro, di dimensionare il livello di prestazioni alla reale entità dei fabbisogni comunicativi, alle capacità tecniche raggiunte, alle decisioni di spesa. Con riferimento alla evoluzione dell’assetto istituzionale ed organizzativo, inizia, nel periodo di riferimento un processo che vede la perdita di importanza dell’AIPA all’interno del sistema di governo dell’informatica pubblica ed il tentativo di attribuire un ruolo centrale in materia alla presidenza del Consiglio dei Ministri ed al Ministero per al Funzione pubblica. Significativa in tal senso è il contenuto del Piano di e- government presentato il 22 giugno 2000 che pone l’Aipa in una posizione di evidente sussidiarietà nei confronti del predetto Ministero. Presso il Ministro della funzione pubblica, con due successivi. D.P.C.M. (emessi rispettivamente in data 25 settembre e 2 ottobre 2000),vengono istituiti l’Unità permanete per l’elaborazione delle strategie in materia di informatica pubblica e l’Ufficio per l’informatizzazione delle reti telematiche pubbliche, strutture cui vengono assegnati compiti e funzioni in precedenza svolti dall’AIPA. Successivamente l’art. 24, comma 6, della legge 340 del 2000, colloca il centro tecnico non più presso l’AIPA, ma alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e, successivamente, all’interno del nuovo dipartimento per l’innovazione e le tecnologie, struttura tecnica di supporto, quest’ultima, del nuovo Ministero omonimo, istituito con D.P.C.M. 27/9/2001. Il predetto processo giunge a conclusione con l’art. 27, comma 10, della legge n. 3 del 15 gennaio 2003 (collegato ordinamentale in materia di P.A. alla finanziaria del 2002), che prevede la soppressione dell’Autorità per l’informatica e del Centro tecnico e la contemporanea istituzione della Agenzia Nazionale per l’innovazione tecnologica. 6.2 Riferimenti [RIF1] SPICCA - PDD Architettura Software Regione Campania [RIF2] SPCoop-AccordoServizio_v1.0_20051014 Centro Nazionale per Informatica nella Pubblica Amministrazione [RIF3] SPCoop-Modalità di Qualificazione della Porta di Dominio_v1.0 Centro Nazionale per Informatica nella Pubblica Amministrazione [RIF4] Guida alla realizzazione della cooperazione applicativa in SPICCA Regione Campania [RIF5] SPCoop-PortaDominio_v1.0_20051014 Centro Nazionale per Informatica nella Pubblica Amministrazione [RIF6] SPCoop-Struttura Accordo di servizio e Accordo di cooperazione_v1.0 Centro Nazionale per Informatica nella Pubblica Amministrazione 6.3 Introduzione Scopo del presente documento è definire le specifiche del progetto in merito alla cooperazione applicativa secondo quanto definito in [RIF5]. Tutto quanto non esplicitamente descritto nel presente documento riguardo la interoperabilità applicativa, dovrà essere concordato tra le parti ed inserito nelle revisioni successive del documento. 6.3.1 Introduzione al concetto di interoperabilità e cooperazione applicativa Con i termini interoperabilità e cooperazione applicativa ci riferiamo ad una specifica capacità di due o più sistemi informativi connessi in rete. Ovvero la capacità che essi devono avere, affinché l’applicazione, operante in ciascun sistema, sia in grado di disporre automaticamente, per le proprie finalità applicative, dei dati che sono producibili e/o acquisibili solo attraverso il processo elaborativo delle applicazioni operanti negli altri sistemi informativi. In particolare, l‘interoperabilità attiene alla capacità di due o più sistemi informativi di scambiarsi informazioni e di attivare, a suddetto scopo, processi elaborativi nelle rispettive applicazioni. Ciascun sistema informativo può differenziarsi in genere dall’altro per le scelte implementative (e.g. linguaggio di programmazione e formato dei dati). In tal caso, un approccio che può garantire interoperabilità è ad esempio l’adozione di uno stesso formato di interscambio dei dati e di un protocollo di comunicazione condiviso. La cooperazione applicativa attiene alla capacità di uno o più sistemi informativi di avvalersi, ciascuno nella propria logica applicativa, dell’interscambio automatico di informazioni con gli altri sistemi, per le proprie finalità applicative. In altre parole, un’applicazione nel corso del suo processo elaborativo può far cosi uso di un’informazione elaborata da un’altra applicazione (e.g. un applicativo sanitario può “richiedere” i dati anagrafici al programma di anagrafe civile del comune di residenza del cittadino). La cooperazione applicativa in rete ha luogo quando ciò avviene in modo automatico. L’interoperabilità è quindi un prerequisito essenziale per la cooperazione applicativa. Le soluzioni per tali scopi mirano all’integrazione di nuove funzionalità, che mantengono comunque quelle autonomamente operanti nelle applicazioni già esistenti, con il pieno riuso dei relativi sistemi informativi. L’integrazione comporta l’attivazione di infrastrutture principalmente di tipo logico (software) per l’interoperabilità, nonché l’estensione delle funzioni dell’applicazione esistente per il trattamento dei dati oggetto di scambio con le applicazioni operanti negli altri sistemi informativi, secondo le specifiche finalità della cooperazione applicativa. Le soluzioni per tale integrazione devono ammettere altresì l’eterogeneità delle caratteristiche tecniche e funzionali delle applicazioni già esistenti e dei relativi sistemi informativi. Garantire l’interoperabilità e la cooperazione applicativa tra i sistemi informativi delle Pubbliche Amministrazioni (PPAA), operanti a livello centrale, regionale e locale, è diventato quindi un requisito di primaria importanza al fine di realizzare il pieno ed efficace sviluppo dell’egovernment. Ciò risponde a due esigenze principali: integrare i processi automatizzati di back-office per l’erogazione di servizi interni (da una PA all’altra) ed esterni (dalle PPAA verso i cittadini); erogare servizi finali integrati in rete al cittadino in modo trasparente ed unitario. In altre parole, l’obiettivo è garantire al cittadino la possibilità di rivolgersi ad un unico sportello (on-line) per la fruizione di un servizio, senza avere la percezione del coinvolgimento di più amministrazioni nell’erogazione del servizio richiesto, ove ciò sia necessario (secondo il modello di servizi di e-government “one-stop”). Per far fronte a queste esigenze, il CST Terra di Lavoro sì pone come volano aggregatore per tutte le PPAA aderenti favorendo in questo modo un approccio cooperativo. 6.4 Specifiche Architetturali I requisiti architetturali sono quelli relativi all’architettura software del sistema in oggetto. In questa sezione vengono illustrati i paradigmi architetturali scelti, i vari componenti del sistema e le relazioni tra di essi. Precondizioni all’interoperabilità Volendo garantire la cooperazione applicativa sarà necessario assicurare: l’adozione degli standard adottati dal sistema SPICCA in merito alla struttura dei messaggi scambiati , alla sicurezza , al tracciamento, alla identificazione digitale dei soggetti, la sezione inerente la sicurezza della piattaforma verrà discussa in un paragrafo successivo. la disponibilità di una Porta di Dominio, cosi come definita dal CNIPA nell’ambito di SPCoop, individuato come l’unico punto di scambio tra le PA. Paradigma architetturale all’interoperabilità adoperato dal CST Terra di Lavoro Uno stile architetturale deve specificare un insieme di regole per il disegno dei componenti, per la definizione delle relative interfacce e per la definizione delle modalità di interazione tra essi. SOA è uno stile architetturale basato sul concetto di servizio, che rappresenta quindi l'elemento strutturale su cui le applicazioni vengono sviluppate. Esso rappresenta, in prima analisi, una funzionalità di business realizzata tramite un componente che rispetta un'interfaccia. SOA definisce una serie di proprietà che i servizi devono soddisfare per essere realmente riusabili e facilmente integrabili in ambiente eterogeneo. Le caratteristiche distintive di una architettura orientata ai servizi sono le seguenti: I Servizi devono essere ricercabili e recuperabili dinamicamente. Chi necessita di un servizio deve essere in grado di ricercarlo sulla base dell'interfaccia e di chiamarlo a tempo di esecuzione. Questo tipo di meccanismo permette un forte disaccoppiamento tra chi richiede la funzionalità e chi la fornisce, permettendo inoltre di cambiare l'entità che esegue il servizio a tempo di esecuzione in maniera trasparente rispetto al chiamante. I Servizi devono essere auto contenuti e modulari. Per essere realmente riusabili, è importante che i servizi non siano legati al contesto o allo stato di altri servizi. I Servizi devono definire delle interfacce esplicite e indipendenti dall'implementazione, deve essere possibile invocare servizi in maniera indipendente dal linguaggio e dalla piattaforma. Questo si può ottenere definendo delle interfacce che possono essere invocate tramite protocolli compresi da tutti. I Servizi devono essere debolmente accoppiati (loosely coupled). L'accoppiamento si riferisce al numero di dipendenze tra i moduli. Ogni tipo di architettura ben definita è orientata ad avere accoppiamento debole, in pratica un numero di dipendenze tra le entità basso e ben controllato. Un sistema formato da componenti fortemente accoppiati è più rigido e difficilmente modificabile. I Servizi devono avere preferibilmente un'interfaccia a "grana grossa" (coarse-grained). Un servizio che corrisponda ad un'unica chiamata e un'unica esecuzione complessa ha in genere dei vantaggi rispetto a una serie di chiamate a tanti servizi più piccoli. In questo modo infatti vengono fatte meno chiamate remote (tipicamente poco efficienti), non c'è bisogno di trovare un sistema per mantenere lo stato tra più chiamate ed è più semplice gestire problematiche legate al fallimento della comunicazione remota. Comunque può essere sensato definire servizi "piccoli" soprattutto se questi servizi possono essere utilizzati per essere composti in altri servizi. I Servizi devono essere componibili. Dal punto di vista SOA le applicazioni sono aggregazione di servizi. E' quindi importante disegnarne le interfacce in modo che corrispondano a funzioni di business riusabili, ovvero a servizi indipendenti e autocontenuti. La composizione di servizi per la produzione di applicazioni o di servizi più complessi viene indicata con il termine Service Orchestration. Una architettura SOA è quindi una architettura software che definisce un modo di descrivere i componenti con caratteristiche ben specifiche orientate al riutilizzo e all'integrazione. E' importante notare che a livello implementativo la tecnologia utilizzata per lo sviluppo dei servizi non è determinante finché vengono rispettate queste caratteristiche. Per ottenere questi requisiti, le applicazioni SOA definiscono dei ruoli: Service Requester : l'entità che richiede il servizio; può essere un modulo di un'applicazione o un altro servizio. Service Provider: l'entità che fornisce il servizio e che ne espone l'interfaccia. Service Contract: definisce il formato per la richiesta di un servizio e della relativa risposta. Service Broker: direttorio in rete dei servizi consultabili. Poiché i servizi devono essere ricercati e recuperati dinamicamente, il Service Contract deve essere pubblicato su un Service Broker dal Service Provider. Il Service Requester deve richiedere al Service Broker il Contract relativo al servizio richiesto, che utilizzerà per eseguire il servizio tramite un protocollo di trasporto. Service Broker Chiede il service contract Service Requester Si registra Esegu e Service Provider Figura 8 Ricerca ed invocazione dei servizi. Architettura della piattaforma che realizza il SID su CA Nel momento in cui un centro servizi come il CST Terra di Lavoro, viene individuato snodo per la realizzazione di sistemi di cooperazione applicativa è necessaria una piattaforma specificamente progettata per l’utilizzo in tali contesti, che permetta da un lato un utilizzo ottimale delle risorse e dall’altro supporti molteplici differenti modelli di deployment per far fronte alle differenti esigenze di carico. La piattoforma dovrà essere basata su un’architettura multi-tier altamente scalabile e configurabile che permetterà da un lato l’ottimizzazione di risorse condivise, parametro importantissimo in contesti datacenter, e dall’altro la semplice adattabilità a mutate esigenze di carico. L'architettura sarà basata su di un paradigma 3-tier, essa disporrà di : Front-End: rappresenta la parte che interagisce con l'utente, dando ad esso la possibilità di accedere al sistema e fruire dei servizi Strato Logico: realizza la logica applicativa consentendo la soluzione dei problemi di business e lo svolgimento del servizio vero e proprio Back-end: realizza l'accesso ai dati archiviati nel generico "resource data" L'architettura della figura successiva mostra, astrattamente, quella che dovrebbe essere l'organizzazione di base che permetterebbe la realizzazione della piattaforma per la cooperazione. In particolare lo strato interno (backend) rappresenta le banche dati ed i relativi gestori che sono dislocate sulle macchine degli enti che partecipano alla cooperazione. Il componente identificato con "and a terra", rappresenta astrattamente il meccanismo che permette la fruizione dei dati che attualmente sono gestiti attraverso applicativi proprietari ed eterogenei tra loro, esso adopererà la tecnologia più opportuna che andrà valutata caso per caso. Il middle tier conterrà tutta la logica che permette la cooperazione, in particolare il componente Enterprise Service Bus, affinché il servizio sia erogato correttamente dovrà far uso di applicativi già in possesso degli enti, quali protocollo informatico o sistema di gestione di flusso documentale, dovrà pertanto essere previsto anche l’interfacciamento con tali applicativi. Sul lato "presentazione" sicuramente il portale dovrà permettere la fruizione del servizio solo a coloro che saranno in possesso delle credenziali idonee, gestite da moduli appositi all'interno del Identity Provider. Figura 9 Paradigma Architetturale adoperato per la cooperazione Vediamo nel dettaglio alcuni dei principali componenti mostrati nel diagramma dei componenti precedente Enterprise Service Bus Un enterprise service bus (ESB) dovrà essere una infrastruttura di integrazione tra servizi, tipicamente event-driven, basata su un motore di messaging multiprotocollo. Il modello di integrazione basato su bus costituisce la base per la realizzazione di SOA. Le componenti di un ESB per la realizzazione di infrastrutture avanzate provvedono a dotare la piattaforma delle funzionalità di: Workflow e Orchestration per il coordinamento degli scambi e la realizzazione di servizi complessi a partire da quelli elementari Routing e Transformation per l'instradamento e adattamento dei messaggi Security. ESB sopporterà diversi paradigmi di comunicazione (request/reply sincrona e asincrona, publish/subscribe, send-and-forget) in modo da adottare rapidamente sul bus nuove entità cooperanti, minimizzando l'impatto di integrazione. Dovranno essere previsti alcuni importanti servizi di base resi disponibili a tutte le applicazioni ospitate sul BUS ESB, tra cui, Business Intelligence Service Business Intelligence Services La soluzione dovrà prevedere una piattaforma di business intelligence che opera direttamente sulle applicazioni, senza necessità di creazione di repository ad-hoc. Tuttavia, qualora le esigenze operative lo richiedessero, dovrà essere possibile una migrazione verso repository dedicati con impatti minimi o inesistenti. Interfaccia di front end dei servizi Essenzialmente consiste nel portale del CST terra di lavoro che gestirà l'accesso degli utenti e la fruizione dei servizi in cooperazione che richiedono l'interazione umana Adapter Come si osserva dal diagramma precedente al fine di mettere in piedi un sistema funzionante di cooperazione applicativa sarà necessario esporre i dati gestiti dagli applicativi di back Office in uso presso le singole Amministrazione. Al fine di raggiungere questo obiettivo sarà necessario sviluppare dei moduli, chiamati Adapter, che trasferiscano in modo idoneo le informazioni dal back end. Modulo di identificazione utenti In una visione di integrazione di servizi, un fattore particolarmente critico riguarda la gestione della sicurezza, per cui l’identificazione dei soggetti operanti costituisce un elemento cruciale nell’intera architettura. La soluzione Dovrà essere incentrata intorno al concetto di identità federata e SSO, basata su standard riconosciuti quali OpenID e SAML ecc.. Deployment della piattaforma Il CST Terra di Lavoro ha aggregato 32 comuni del casertano. Una parte di questi comuni sono membri già consorziati del CST e per questo sono già organizzativamente e tecnologicamente connessi, in particolare la connettività è garantita da una rete VPN MPLS. Per i nuovi comuni che entreranno nella rete del CST Terra di Lavoro dovrà essere prevista una qualsivoglia forma di connettività con il CST, da osservare che condizione necessaria affinché l'Ente possa realizzare una piattaforma di cooperazione conforme a SPICCA è disporre di un sistema di connessione SPC, pertanto per quelle realtà che sono strutturalmente impossibilitate a disporre di un tale sistema di connettività sarà necessario pensare ad un deployment del nodo di dominio presso le macchine del CST, questo è uno scenario per cui seppure il nodo appartenga amministrativamente all' Ente sarà fisicamente dispiegato sulle macchine della sala CED della creazione Figura 10 visione di insieme sull’attuale stato dell’ aggregazione del CST Terra di Lavoro La piattaforma di cooperazione sarà installata nella sala CED del CST ospitata presso i palazzi della Provincia di Caserta, all'interno di questo scenario è previsto anche una forte collaborazione con il CSO, realtà attiva nel casertano da diversi anni, che ha già a sua disposizione un pacchetto bene collaudato di servizi. Alcuni di essi, saranno esposti in cooperazione dal CSO, per cui rese disponibili saranno utilizzati dalla CST per mettere a punto servizi complessi non attualmente in proprio possesso. La cooperazione applicativa per il CST Rappresentando il CST un'aggregazione di comuni, il deployment dei domini dovrà essere messo a punto in funzione della disponibilità, da parte dei singoli Enti coinvolti, di risorse hardware sufficienti a gestire la piattaforma middleware. A tal fine è previsto, per tutti quei comuni che presentano idonee risorse, il deployment delle Porte di Dominio presso le loro sedi, mentre per quegli Enti che non dispongono delle sufficienti risorse di calcolo sarà il CST ad ospitare fisicamente la piattaforma di Porta di Dominio che amministrativamente appartiene all' Ente. Presso la struttura del CST sarà inoltre presente il servizio di Identity Provider, a cui è delegata l'operazione di identificazione e autenticazione così come previsto dalle specifiche SPICCA. Pertanto una vista di quella che può essere considerata la piattaforma per la cooperazione ipotizzata, aderente a SPICCA, è rappresentata nella seguente figura Figura 11 deployment dei nodi SPICCA per la cooperazione dell'aggregazione. Nella figura precedente sono raffigurati nodi rappresentanti il generico comune dell’aggregazione, logicamente esistono alcuni comuni che gestiranno autonomamente la propria PDD (raffigurati nel diagramma come "Comune X", "Comune X2", etc), mentre altri comuni delegheranno al CST la gestione del proprio nodo di dominio (raffigurati nel diagramma come "Comune K1", "Comune K2", etc), I singoli nodi applicativi (NDom), implementaranno tutti: Le funzioni di Porta di dominio L’interfaccia al Sistema Informativo Locale dell’Ente (Connettori o Proxy applicativi) Le due funzioni di spedizione e ricezione messaggi implicano che la porta sia in grado di: Ricevere e pre-elaborare i messaggi in arrivo per il Sistema Informativo Locale (Adapters) Creare i messaggi da spedire verso l’esterno; Fornire servizi di supporto alla cooperazione (es. log dello stato della comunicazione ) e gestire funzionalità di sicurezza; Protocollazione, ecc La piattaforma per la interoperabilità sarà dispiegata sulle macchine in dotazione al CST Terra di Lavoro. Come dapprima accennato il sistema informativo che ospiterà il Nag (Nodo Aggregatore) sarà quello del CST, la figura successiva dettaglia lo scenario architetturale descritto, in essa si evidenzia come possa esistere contemporaneamente sia un Ente che vorrà venirsi ospitato all'interno delle macchine del CST la propria porta di dominio sia un Ente che invece vorrà gestire la porta di dominio sulle proprie macchine, tutti gli Enti dovranno però prevedere Adapter idonei alla fruizione delle proprie banche dati. Figura 12 Deployment dei componenti sulle macchine dei SIC degli enti aggregati, visione di dettaglio Si osserva dalla figura che è presente anche un registro dei servizi necessario per la corretta realizzazione di una qualsiasi “ Architettura Orientata ai Servizi”, tale registro sarà quello SICA così come previsto da SPICCA. I sistemi operativi operanti su tali macchine saranno del tipo linux Debian/CentOS. 6.5 Specifiche di Sicurezza Il modello adottato da SPICCA è quello dell'identità federata, meccanismo basato su standard internazionali, che consente a sistemi di Identity Management Federato realizzati da produttori differenti di poter interoperare. Le entità che espongono i servizi applicativi - in modo protetto - vengono denominate Service Provider (SP). Il loro obiettivo è quello di controllare l'accesso alle risorse esposte, in modo da garantirne l'utilizzo solo da utenti autenticati/autorizzati. Le entità che espongono le funzionalità di autenticazione utente sono denominate Identity Provider (IdP). Il loro scopo è quello di fornire le necessarie informazioni di autenticazione ai SP, in modo da abilitare le richieste di servizio degli utenti. L'Identità Federata si può quindi definire come l'insieme di tecnologie, standard ed accordi che permettono ad un insieme di SP di accettare come validi gli identificatori utente gestiti da un altro insieme (non necessariamente distinto) di Identity Provider. Una tale comunità di provider (SP ed IdP) viene tipicamente denominata federazione (federation) o circle of trust. Un tale approccio implementa implicitamente il Single Sign On (SSO), ovvero la possibilità per un utente di autenticarsi presso il suo Identity Provider di riferimento e, successivamente, di accedere ai servizi esposti da tutti i Service Provider della Federazione. Questo approccio comporta però la presenza di accordi di trust tra provider e l'adozione di uno standard comune per lo scambio delle credenziali o asserzioni. L'Identità Federata sarà realizzata sia in ambienti web based che in ambienti basati su scambi di messaggi in formato XML e web service (Document Based). Nel primo caso l'utente accederà, mediante browser, ad un sito web esposto da un partner, inserendo nell'header della richiesta anche le informazioni di autenticazione / attributo (secondo il protocollo ed il formato concordato). Il sito web prevederà un meccanismo di protezione che filtrerà le richieste ricevute e verificherà l'identità ed il livello di autorizzazione dell'utente mediante i meccanismi specificati dallo standard adottato (SAML). In questo caso si parla di Web-based Single Sign-On (SSO), in particolare, di Federated SSO (F-SSO). Nel secondo caso, i partner comunicheranno tra loro mediante documenti XML per richiedere ed esporre servizi (mediante webservices/busta e-Gov). In questo caso l'Identità Federata è realizzata inserendo degli opportuni Token di Sicurezza all'interno dell'Header dei messaggi SOAP (SAML, certificati X.509, Login/Password, ecc.) secondo quanto descritto dallo standard Web Services Security (WS-Security). In questo caso si parla di Web Services Security Management. Dal momento che ogni Ente deve erogare sia le funzionalità di SP, in quanto erogatore di servizi, sia quelle di IdP, in quanto si deve occupare dell' autenticazione e della gestione dei propri utenti (di livello Regionale, ovvero che devono poter accedere ai servizi erogati nell'ambito della Federazione) il CST Terra di Lavoro è interessato a mettere in piedi sia un SP che un IdP. Le componenti che dal CST dovranno essere considerate al fine di implementare correttamente un IdP sono: 1. Asserzioni: sono dichiarazioni relative ad un siggetto, sia esso una persona fisica o un computer. Le assertion possono essere di 3 tipi diversi: a. di autenticazione: servono ad attestare che in un determinato istante un utente è stato autenticato da un Identity Provider, fornendo anche dettagli sul metodo utilizzato per autenticarsi; b. di attributo: attestano degli attributi relativi al soggetto a cui si riferiscono (ad es. dettagli specifici dell'utente, come la nazionalità o il tipo di carta di credito); c. di autorizzazione: attestano le operazioni che un utente può compiere (per esempio autorizzazioni all'acquisto di un bene). 2. Protocolli: definiscono i meccanismi richiesta/risposta alla base dello scambio delle asserzioni SAML; CONSORZIO CST TERRA DI LAVORO - Sede legale: c/o Provincia di Caserta, Viale Lamberti, area ex Saint Gobain, piano 1 81100 – CASERTA - Tel 0823/1848301, fax 0823/1848398 – C.F./P.I. 03361310612 3. Bindings: indicano come scambiare asserzioni SAML, basandosi su meccanismi di trasporto standard (ad es. SOAP su HTTP, HTTP Redirect, HTTP POST, http Artifact, ecc.); 4. Profili: danno indicazioni su come comporre scambi di asserzioni per ottenere una determinata funzionalità (ad es. Web-SSO); 5. Sicurezza informatica - Single Sign On Il servizio prevede la realizzazione di una soluzione per la sicurezza informatica dei dati e delle applicazioni; in particolare dovranno essere garantite le funzioni di Autenticazione Autorizzazione Crittografia L’autenticazione indica il fatto che gli utenti si debbano identificare con una serie nota di credenziali (autenticazione forte e autenticazione debole), ad esempio nome utente e password, e/o con dispositivi hardware (smartcard). Per autorizzazione, invece, si intende l’assegnazione di determinati livelli di accesso al sistema che si riflettono in ben identificate capacità operative sul sistema da parte dell’utente correttamente identificato. La sicurezza dei dati, deve essere garantita sia durante la fase di trasporto a livello di link tra client e server, che tra sottosistemi applicativi che durante la fase di giacenza a livello di archiviazione nei Data Base. In sintesi, devono essere previste le seguenti caratteristiche: Controllo costante dell’erogazione e delle prestazioni del servizio mediante strumenti di supervisione accessibili via web dal personale abilitato; Utilizzo di sistemi di crittografia di tipo SSL a 128 bit o superiore per lo scambio di dati sensibili; Sistema di validazione e profilazione di tutti gli utenti, attraverso meccanismi di Single Sign On. Identificazione degli uffici/operatori coinvolti nello scambio dei flussi informativi e degli utenti abilitati all'accesso ai servizi tramite l’utilizzo di certificati digitali (firma digitale). La politica di protezione delle applicazioni si basa sui ruoli degli utenti; la granularità del livello di protezione applicativa può essere definita a livello di singola azione. I soggetti dal punto di vista della protezione sono individui o ruoli definiti e storicizzati nel tempo. L'accesso ai dati, infine, potrà avvenire solo attraverso l'applicazione, purché i server di database siano protetti da un sistema di firewall e da regole di routing che non ne consentano la visibilità dall'esterno della rete. Solo attraverso la garanzia che esclusivamente i server applicativi vengono abilitati all’accesso ai server di database, permette l’impossibilità di fare interrogazioni arbitrarie e potenzialmente pericolose da parte di personale non autorizzato. 6.6 Carta dei servizi in cooperazione Nel dettagliare le funzionalità dei servizi saranno utilizzate specifiche semi formali prettamente attraverso la modellazione UML. Servizio Cambio di Residenza Il servizio di cambio di residenza, sarà un servizio offerto ai cittadini dell'aggregazione costituita dalla CST Terra di Lavoro, esso permetterà agli utenti forniti di appositi credenziali la possibilità di richiedere CONSORZIO CST TERRA DI LAVORO - Sede legale: c/o Provincia di Caserta, Viale Lamberti, area ex Saint Gobain, piano 1 81100 – CASERTA - Tel 0823/1848301, fax 0823/1848398 – C.F./P.I. 03361310612 operazioni di modifica ai propri dati anagrafici relativi alla residenza. Al fine di mettere a punto correttamente il servizio sarà necessario definire un accordo di cooperazione che prevederà il seguente “Dominio di Cooperazione”: 1. Comuni aggregati al CST Terra di Lavoro 2. ASL 3. Regione Campania Accordo di Servizio: Specifiche semi-formali Casi d’uso d’alto livello Le principali funzionalità che questo servizio dovrà prevedere sono le seguenti: Cambio Indirizzo: a seguito del cambio di residenza del cittadino residente nel comune interno al territorio comunale Emigrazione: a seguito del cambio di residenza di un cittadino residente nel comune uscente dal territorio comunale, viene pubblicato l'evento Emigrazione. Immigrazione: a seguito dell'ottenimento della residenza da parte di un cittadino proveniente da altro comune Italiano o Stato Estero, viene pubblicato l'evento Immigrazione. Visualizza Stato Pratica: a seguito dell'avvio della pratica sarà possibile verificare a che punto essa si trova Figura 13 principali casi d'uso per il servizio Anagrafico Analisi funzionale - Variazione anagrafica CONSORZIO CST TERRA DI LAVORO - Sede legale: c/o Provincia di Caserta, Viale Lamberti, area ex Saint Gobain, piano 1 81100 – CASERTA - Tel 0823/1848301, fax 0823/1848398 – C.F./P.I. 03361310612 Precondizioni Il processo di registrazione del trasferimento o di variazione dei dati anagrafici del cittadino deve essere stato completato ed i dati anagrafici relativi devono essere registrati nel sistema anagrafico del comune. Flusso principale Il comune rileva la registrazione di un trasferimento o della variazione dei dati anagrafici di un cittadino nel proprio territorio effettuando interrogazioni periodiche del proprio sistema anagrafico. La rilevazione può essere di tre tipi: o cambio di indirizzo di un cittadino già residente che rimane all'interno del territorio comunale; o cambio di residenza di un cittadino residente nel comune che si trasferisce in altro comune italiano o stato estero; o acquisizione della residenza nel comune di un cittadino proveniente da altro comune italiano o stato estero; A seguito di questa rilevazione il comune provvede a raccogliere i dati rilevanti e costruisce il messaggio che viene pubblicato come evento del seguente tipo: o nel primo caso CambioIndirizzo; o nel secondo caso Emigrazione o nel terzo caso Immigrazione; o nel quarto caso VariazioneDatiAnagrafici. L'A.S.L. competente per territorio (quella in cui il comune pubblicante è inserito) o quella in cui l'assistito è domiciliato riceve la notifica dell'evento. In funzione del tipo dell'evento procede come segue: o CambioIndirizzo: aggiorna nel proprio anagrafe i dati di residenza dell'assistito. o Immigrazione: se il cittadino è già presente nel proprio anagrafe (può essere un'immigrazione da un comune inserito nel territorio dell'A.S.L., oppure il cittadino può già avere già fatto richiesta del medico) aggiorna nel proprio anagrafe i dati di residenza dell'assistito; altrimenti registra il cittadino nel proprio anagrafe come cittadino assistibile e pubblica l'evento NuovoAssistibile. o Emigrazione: se il comune di nuova residenza è inserito nel territorio di competenza della A.S.L. aggiorna nel proprio anagrafe i dati di residenza dell'assistito; se il comune di nuova residenza non è nel territorio di competenza della A.S.L. (vale anche nel caso di emigrazione all'estero di un cittadino straniero) verifica se l'assistito è registrato nel proprio anagrafe (potrebbe già essere stato cancellato a seguito della ricezione dell'evento NuovoAssistito da altra A.S.L.). Se è presente cancella l'assistito dal proprio anagrafe e pubblica l'evento Cancellazione, altrimenti ignora l'evento. La Regione riceve la notifica dell'evento di trasferimento (CambioIndirizzo, Emigrazione o Immigrazione) dal comune. Provvede a registrare i dati di tale evento in un proprio sistema informativo per renderli disponibile a propri eventuali processi (ad esempio di controllo e rilevazione statistica) non rilevanti in questo contesto. Eccezioni CONSORZIO CST TERRA DI LAVORO - Sede legale: c/o Provincia di Caserta, Viale Lamberti, area ex Saint Gobain, piano 1 81100 – CASERTA - Tel 0823/1848301, fax 0823/1848398 – C.F./P.I. 03361310612 Nel caso di CambioIndirizzo, VariazioneDatiAnagrafici, se l’A.S.L. rileva che il cittadino oggetto dell’evento non è nel proprio anagrafe, registra il cittadino nel proprio anagrafe come cittadino assistibile e pubblica l’evento NuovoAssistibile. Figura 14 diagramma di sequenza raffigurante le fasi del servizio Postcondizioni Le banche dati di Comune, ASL, Regione risulteranno allineate. Servizi di Aggiornamento della Componente Catastale per i Comuni. Al fine di mettere la corretta erogazione dei servizi SIT ai Cittadini e alle maiuscoli iniziali imprese sarà necessario mettere in piedi una infrastruttura di cooperazione tra l'ente CST, collettore di servizi, e l’Agenzia del Territorio. A tal fine nel paragrafo successivo sono dettagliati a grandi linee i principali moduli che realizzano questa attività. CONSORZIO CST TERRA DI LAVORO - Sede legale: c/o Provincia di Caserta, Viale Lamberti, area ex Saint Gobain, piano 1 81100 – CASERTA - Tel 0823/1848301, fax 0823/1848398 – C.F./P.I. 03361310612 Accordo di Servizio: Specifiche semi-formali Il servizio e le sue funzionalità saranno descritte attraverso una rappresentazione semi formale. Casi d’uso d’alto livello Essenzialmente questo servizio infrastrutturale permette il continuo aggiornamento delle banche dati comunale, esso è costituito da 2 funzionalità principali una di impacchettamento della richiesta/risposta ed uno della notifica di risposta Figura 15 Servizio infrastrutturale di richiesta aggiornamento dati Vista funzionale di base dei Servizi Il flusso per l’ “Invio dati Catasto ai Comuni” è schematizzato nella figura seguente: Il CST provvederà ad acquisire i dati alla Agenzia della Territorio andando a poi gestire questi dati prelevati in modo centralizzato nel proprio database territoriale, eventuali richieste operate da parte comune attraverso l'utilizzo di opportuni Web Service che permetteranno l'aggiornamento delle informazioni. La strutturazione dei moduli principali che compongono il servizio è rappresentato nella immagine successiva. CONSORZIO CST TERRA DI LAVORO - Sede legale: c/o Provincia di Caserta, Viale Lamberti, area ex Saint Gobain, piano 1 81100 – CASERTA - Tel 0823/1848301, fax 0823/1848398 – C.F./P.I. 03361310612 Dati catastali Agenzia del Territorio Moduli di acquisizione dati DB CM CST Infrastruttura di comunicazione WebServices/SOAP Trasferimento dati catasto DB Comunale Comune Si noti che l’infrastruttura di comunicazione si poggia sul protocollo SOAP e utilizzerà i seguenti servizi e repository da implementare: QES (Queue Envelope Service): Questo servizio (componente server) si occupa “dell’imballaggio” del pacchetto dati destinato all’aggiornamento della banca dati del Comune di destinazione. Il servizio riconosce il soggetto (in questo caso, il Comune) di destinazione, crea un file XML con le intestazioni necessarie alla catalogazione del pacchetto, notifica al sistema l’avvenuta operazione. UQC (Update Queue Container) Contenitore per i pacchetti di aggiornamento. Tale contenitore è reso disponibile al DUWS al fine evadere le richieste di un client. Questo contenitore, oltre ad archiviare il pacchetti di aggiornamento, mantiene traccia di tutto ciò che avviene (inserimento di nuovi pacchetti, avvenuta trasmissione dei pacchetti ai destinatari, rimozione dei pacchetti dalla coda etc.) al fine di costruire una cronistoria dei processi di aggiornamento dei dati. DUWS (Data Update Web Service) Il servizio rende disponibili gli aggiornamenti notificando al richiedente se esistono o non esistono aggiornamenti relativi alla richiesta. CONSORZIO CST TERRA DI LAVORO - Sede legale: c/o Provincia di Caserta, Viale Lamberti, area ex Saint Gobain, piano 1 81100 – CASERTA - Tel 0823/1848301, fax 0823/1848398 – C.F./P.I. 03361310612 Precondizioni Il client che accede al servizio deve possedere e idonee credenziali per accedere al servizio Flusso principale La richiesta proveniente da un client (identificato ed autenticato) viene inoltrata attraverso il canale di comunicazione al servizio di aggiornamento, rappresentato da un’applicazione WebService che, attraverso una porta di comunicazione messa a sua disposizione dal WebServer, espone le funzioni specifiche al client e colloquia con esso tramite XML attraverso il protocollo SOAP. Il DUWS una volta ottenuta risposta di avvenuta transazione (se il client ha ottenuto gli aggiornamenti) archivia le informazioni sulla transazione ed elimina il pacchetto dati dalla UQC. Postcondizioni I dati presso l’Ente che ha richiesto il servizio saranno correttamente allineati con quelle dell’Agenzia Servizi online messi in cooperazione Una parte dei servizi offerti sul front-office saranno messi in cooperazione applicativa attraverso la piattaforma di Porta di Dominio. In particolare i servizi proposti in cooperazione saranno: Accordo di Servizio: Specifiche semi-formali Il servizio e le sue funzionalità saranno descritte attraverso una rappresentazione semi formale, in particolare saranno evidenziati i principali casi d'uso relativi alle funzionalità che gli Enti offrono ai cittadini. CONSORZIO CST TERRA DI LAVORO - Sede legale: c/o Provincia di Caserta, Viale Lamberti, area ex Saint Gobain, piano 1 81100 – CASERTA - Tel 0823/1848301, fax 0823/1848398 – C.F./P.I. 03361310612 Casi d’uso per i servizi al cittadino Figura 16 Servizio di accesso agli archivi comunali Servizi di consultazione per la banca dati anagrafica Saranno disponibili i seguenti servizi di consultazione: o o o o o o o o certificato di nascita certificato di cittadinanza certificato di morte certificato di residenza stato civile stato di famiglia posizione rispetto agli obblighi militari certificato sui diritti politici Servizio di consultazione per tributi ICI e TARSU o storico delle denunce. Per consultare la situazione delle denunce dell’utente; o pagamenti effettuati CONSORZIO CST TERRA DI LAVORO - Sede legale: c/o Provincia di Caserta, Viale Lamberti, area ex Saint Gobain, piano 1 81100 – CASERTA - Tel 0823/1848301, fax 0823/1848398 – C.F./P.I. 03361310612 o provvedimenti di liquidazione ed accertamenti in corso che l’Amministrazione ha emesso nei confronti del cittadino; Analisi funzionale dettagliata del servizio Precondizioni L'attore che fluisce del servizio, il cittadino, dovrà dotarsi di apposite credenziali per accedere ai servizi on-line offerti dall’ Ente. Flusso principale I servizi evidenziati attraverso i precedenti casi d'uso saranno erogati tutti allo stesso modo, attraverso il portale del CST, le principali fasi riguardanti la fruizione di questi servizi sono: o accesso al portale o processo di autenticazione o fruizione del servizio - Figura 17 Scenario raffigurante la sequenza delle macro operazioni per la fruizione del generico servizio CONSORZIO CST TERRA DI LAVORO - Sede legale: c/o Provincia di Caserta, Viale Lamberti, area ex Saint Gobain, piano 1 81100 – CASERTA - Tel 0823/1848301, fax 0823/1848398 – C.F./P.I. 03361310612 Postcondizioni Il documento sarà pronto per la stampa, disponibile sullo schermo del cittadino Collaudo dei servizi di cooperazione Al fine di valutare efficacemente i servizi di cooperazione applicativa implementati, in collaborazione con il CSO sarà portata avanti una fase di testing e di collaudo finale dei Servizi. Questa fase prevederà una campagna di test in cui saranno valutati almeno tre diversi scenari di utilizzo del servizio, per questi tre scenari saranno messi in piedi test di integrazione e test di carico. 6.7 Elenco degli acronimi AAA .....................Autenticazione, Autorizzazione e Accounting AA.PP .................Amministrazioni Pubbliche CSO ....................Comuni di Caserta Sud Ovest CNIPA ..................Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione IPA .......................Indice Pubblica Amministrazione FTP .....................File Transfer Protocol J2EE ...................Java 2 Enterprise Edition PA .......................Pubblica Amministrazione PDD .....................Porta di Dominio PPAA ...................Pubbliche Amministrazioni SICA…………….. Servizi di Interconnessione e Cooperazione Applicativa SID su CA……… Sistema Informatico Distribuito basato sul Paradigma Della Cooperazione Applicativa SIL………………. Sistema Informativo Locale SIC………………..Sistema Informativo Comunale SMTP ..................Simple Mail Transfer Protocol SOA ....................Serice Oriented Architecture. SOAP ..................Simple Object Access Protocol UDDI ...................Universal Description Discovery and integration WSDL .................Web Service Description language WS ......................Notazione usata all’interno di questo documento per indicare brevemente la tecnologia dei Web Services XML ....................eXtended Mark-Up Language UML ....................Unified Modeling Language IL CRONO PROGRAMMA CONSORZIO CST TERRA DI LAVORO - Sede legale: c/o Provincia di Caserta, Viale Lamberti, area ex Saint Gobain, piano 1 81100 – CASERTA - Tel 0823/1848301, fax 0823/1848398 – C.F./P.I. 03361310612 WBS 1 2 3 4 5 6 7 8 Attività M1 M2 M3 M4 Adempimenti amministrativi Predisposizione impianti HW e network Installazione sw di base presso CST Configurazione PDD e ESB Integrazione back end applicazioni comuni Configurazione dati e servizi dei comuni Definizione e implementazioni processi base Definizione e implementazioni processi complessi M5 M6 M7 M8 M9 M10 M11 M12 M13 M14 M15 M16 M17 M18 Kickoff Integrazione Configurazione Implementazione CONSORZIO CST TERRA DI LAVORO - Sede legale: c/o Provincia di Caserta, Viale Lamberti, area ex Saint Gobain, piano 1 81100 – CASERTA - Tel 0823/1848301, fax 0823/1848398 – C.F./P.I. 03361310612 CAPITOLO VII L’indicazione dei benefici attesi, per ciascun servizio, da parte di ciascuna amministrazione aderente, in termini di: - riduzione degli oneri burocratico/amministrativi e dei costi relativi ai contratti per l’acquisizione e la fornitura di beni e servizi ICT - riorganizzazione dei singoli Enti soci e conseguente riduzione di costi e/o incremento nella qualità e nella completezza dei servizi utilizzati - disponibilità sopravvenuta di risorse umane, nei singoli Comuni, a seguito del conferimento di attività, funzioni e servizi al centro servizi - disponibilità di nuovi servizi per l’amministrazione, i cittadini e le imprese. Servizi di back office In questa categoria sono compresi i servizi che verranno messi a disposizione degli enti partecipanti all’aggregazione e finalizzati alla creazione di una piattaforma unificata di back office, con il chiaro obiettivo di semplificare gli standard di erogazione dei servizi di base ed agevolare l’implementazione dei servizi avanzati, con particolare riguardo all’ottimizzazione e reingegnerizzazione dei processi organizzativi e alla dematerializzazione. È evidente, infatti, che se è certamente possibile realizzare meccanismi (più o meno complessi) di integrazione di sottosistemi eterogenei, è altrettanto evidente che una uniformità degli strumenti di back office non solo semplifica e accelera la disponibilità di nuovi servizi ma ne permette una più agevole ed efficiente gestione operativa. Le arre di copertura funzionale relative ai servizi di back office sono illustrate nel seguito. Gestione area finanziaria Sono previsti moduli e applicazioni in merito a: Contabilità Finanziaria: consente la gestione completa degli adempimenti finanziari aggiornata al Nuovo Testo Unico degli Enti Locali D.Lgs. 267/2000 e successive modificazioni Contabilità Iva con la possibilità di avere le contabilità iva separate per servizi ed indicazione dei diversi codici attività Contabilità Irpef con la possibilità di effettuare riepiloghi per codice tributo, tipo ritenute e creditori. Stampa della certificazione fiscale e modelli CUD e la generazione mandati per il versamento delle ritenute d’acconto Dichiarazione previdenziali e fiscali con la possibilità di produrre le dichiarazioni per il modello Unico, il 770 semplificato/ordinario ed Emens Gestione Tesoreria per il controllo dei flussi di cassa, dei sospesi e relative stampe del giornale di cassa e del conto del tesoriere Verifica degli Equilibri come previsto dall’articolo 193 del testo unico sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio Rendicontazione composta dalla Rideterminazione dei residui, la gestione del patto di stabilità e la relazione tecnica del conto del bilancio Contabilità Mutui, Economato Contabilità Economica Patrimoniale Certificati al Bilancio di Previsione ed al Conto Consuntivo (omologati) Contabilità Clienti Fornitori Patrimonio Recupero elusione ed evasione fiscale Gestione Servizi Demografici Dovranno essere supportate le diverse attività degli Uffici preposti, riducendo il carico di lavoro e migliorando l'affidabilità delle registrazioni e la qualità degli atti. L'automazione del sotto sistema relativo ai Servizi Demografici, dovrà prevedere un insieme di procedure altamente integrate per la gestione di Anagrafe, A.I.R.E., Stato Civile, Elettorale, Statistiche, Leva scolastica e Militare, Interscambio dati con gli Enti centrali e locali, tale da realizzare il conseguimento di obbiettivi e risultati ai quali l'aggregazione attribuisce primaria importanza nel piano di progetto. Rappresenta la struttura di base sulla quale costruire progetti di e-government realmente efficaci ed in grado di consentire l’accesso telematico dei cittadini ai servizi erogati on-line e/o attraverso terminali selfservice. Le funzionalità da realizzare riguardano: Possibilità di avere informazioni (anche via web) sulla popolazione nella sua collocazione sul territorio e secondo le caratteristiche richieste (fascia di età, sesso, professione, titolo di studio, cittadinanza, ecc.). Possibilità di avere un quadro globale delle attività presenti sul territorio comunale. Possibilità di integrare e scambiare i dati con i principali applicativi del Comune (tributi, commercio, edilizia, servizi sociali, rette e trasporto scolastico, delibere e protocollo informatico, ecc…). Possibilità di abilitare la consultazione da parte di altri operatori interni ed esterni (Forze dell’Ordine, Vigili Urbani, ecc…) . Consentire la gestione remota del sistema demografico con connessione in rete geografica da n delegazioni comunali, con possibilità di discriminare le funzionalità. Possibilità di attivazione di Totem per l’autocertificazione. Archiviazione storica di tutte la variazioni anagrafiche intercorse con conseguente rilascio di certificazione storica e conseguente possibilità di richiedere al Ministero dell’Interno l’autorizzazione per l’abbandono del cartaceo. Gestione rilascio delle carte di identità elettronica. Gestione guidata per la validazione dei codici fiscali; gestione del SIATEL. Popolamento e aggiornamento dell’INA. Integrazione del sistema XML-SAIA v.2 (invio delle comunicazioni anagrafiche AP5 e Servizio di Consultazione Anagrafica tra comuni ed enti). Gestione completa dell’A.I.R.E. ed integrazione con il software ANAG-AIRE. Integrazione con il software ISI-ISTATEL per l’invio telematico delle statistiche demografiche all’ISTAT. Integrazione del sistema ARCO-WEB dell’I.N.P.S. Disponibilità dei dati per enti esterni: ASL, Questura, Motorizzazione civile, INPS, RAI, Distretto Militare. Possibilità di estrarre statistiche della popolazione sia secondo criteri prestabiliti sia sulla base di parametri definiti dall’utente. Gestione di anagrafi parallele (irreperibili, anagrafe temporanea, persone in soggiorno, cittadini non residenti cui viene rilasciata la carta di identità, ecc..). Gestione del rilascio e monitoraggio delle attestazioni di soggiorno regolare e permanente per i cittadini comunitari. Gestione censimento della popolazione. Possibilità di esportare dati verso altri sistemi applicativi. Digitalizzazione ed archiviazione dei modelli AP/5, AP/6, Cartellini delle carte di identità, foto dei cittadini. Gestione Vigilanza Anagrafica. Gestione sicurezza dei cittadini mediante politiche di promozione della sicurezza dei cittadini privilegiando strategie partecipative della comunità e dei soggetti istituzionali che vi operano. Gestione Segreteria Gestione messi, casa comunale ed albo pretorio Gestione completa degli atti amministrativi (Delibere e Determine) Protocollo Informatico (con modulo di acquisizione ottica) Processo di de-materializzazione dei fascicoli del personale in servizio secondo le procedure previste in materia o/e dei fogli famiglia Gestione del Personale Paghe Rilevazione Presenza, Gestione Economica del Dipendente Gestione Cimiteriali Gestione sepolture Gestione cartografica cimiteriale Gestione delle traslazioni Gestione Morosità Edilizia Privata gestione pratiche edilizie catasto catasto incendi certificato destinazione urbanistica certificato di agibilità ed anagrafe immobiliare Servizi di intranet per gli enti dell’aggregazione In questa categoria sono presenti i servizi per gli operatori interni dei comuni aderenti all’aggregazione. Tramite Login e Password assegnate, essi potranno accedere all’area riservata, all’interno della quale, in funzione delle proprie credenziali di accesso, potranno interrogare banche dati e visualizzarne i risultati, consultare contenuti di carattere istituzionale e riservato, accedere agli strumenti e ai servizi di community, utilizzare i servizi di back office e, per i soli utenti “amministratori”, gestire i servizi del portale. Una delle sezioni istituzionali della Intranet dovrà essere rivolta alla gestione delle attività interne di supporto al progetto. Questa sezione costituisce un canale di comunicazione permanente fra tutti gli attori coinvolti nel progetto, con pubblicazione on line di informazioni di utilità generale finalizzata a favorire l’accumulo, l’archiviazione e la condivisione della conoscenza attraverso l’utilizzo di funzionalità di supporto alla gestione dei documenti. Servizi di community In quest’area sono compresi l’insieme di strumenti che costituiscono la piattaforma collaborativa per gli Enti aderenti all’aggregazione. Essi consentiranno l’avvio e il consolidamento della rete dei comuni, facilitando la condivisione di conoscenze ed esperienze, agevolando i meccanismi di comunicazione multilaterale, sia sincrona che asincrona, mediante una gestione centralizzata, attraverso l’utilizzo della struttura di gestione, o diffusa, tramite contatto diretto fra ente ed ente. Gli strumenti previsti sono Forum, Newsletter, Contatti, Bacheca elettronica e Conferenze in rete. Gestione ambiti I Piani Sociali di Zona (PdZ) sono lo strumento fondamentale per definire e costruire il sistema integrato di interventi e servizi sociali. Il processo di costruzione dei PdZ parte dal territorio e si sviluppa sia attraverso il lavoro dei Comitati di Distretto, per la parte politica, sia attraverso il lavoro di tavoli tecnici e tematici cui partecipano non solo le istituzioni (in particolare Regione, Province, Comuni, Aziende USL, alcune amministrazioni statali), ma anche le IPAB, il mondo della cooperazione sociale e del volontariato, le organizzazioni sindacali e varie forme di associazionismo. La gestione delle informazioni relative agli ambiti territoriali darà la possibilità ai vari comuni non solo di poter condividere documentazione, modelli, bandi etc., con un reale e chiaro snellimento e velocizzazione delle procedure, ma anche e soprattutto dovrà mettere a disposizione degli utenti una serie di servizi atti ad effettuare le operazioni di consultazione e di gestione degli ambiti sociali cui appartengono i comuni dell’aggregazione. Le funzionalità previste sono: Ambito Sociale del comune di appartenenza dal quale è possibile accedere alle informazioni relative al piano di zona relativo Ambiti Sociali dal quale è possibile accedere all’area di consultazione e gestione degli ambiti sociali definiti. Gestione archiviazione documenti e de materializzazione Il servizio di Archiviazione dovrà permettere la creazione e la gestione di archivi di documenti digitali messo a disposizione per particolari categorie di utenti. Lo scopo principale dell’applicazione è quello di raccogliere, preservare e distribuire documenti in formato digitale. Questi possono essere testo, tabelle, immagini, registrazioni audio e/o video, ecc; materiale comunale: regolamenti, bandi di gara, statuti ecc. Mediante tale servizio dovrà essere possibile: Gestire documentazione comunale o qualsiasi altra tipologia di documentazione digitale Effettuare ricerca sia semplice che avanzata offrendo la possibilità di ricercare: a. nei metadati (nome autore, titolo documento, data di inserimento, etc.) b. all’interno del testo dei documenti stessi Funzionalità di navigazione nell’archivio, con filtro automatico sulla visualizzazione o meno di documenti riservati a determinate tipologie di utenza Procedura di archiviazione eseguibile dall’autore dei documenti tramite un’interfaccia user-friendly Archiviare e classificare, tramite procedure completamente automatizzate, tutti i documenti prodotti dalle amministrazioni facenti parte dell’aggregazione Avere a disposizione strumenti avanzati per il recupero degli archivi cartacei pregressi, a partire da funzionalità di scannerizzazione, OCR/ICR, ecc. Strumenti per il governo del territorio Strumenti per l’e-democracy Un progetto di e-democracy non può certamente prescindere dalla definizione di un quadro esplicito di regole della partecipazione, che identifichi i ruoli dei soggetti coinvolti, le modalità di svolgimento, gli obiettivi ed i risultati attesi dal coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale. Tali modalità di svolgimento del processo di e-democracy hanno una valenza di tipo generale e sono quindi applicabili a tutte le politiche relative agli ambiti di competenza degli Enti coinvolti. Una volta individuata la politica sociale su cui saranno coinvolti i cittadini con lo scopo di far concretamente emergere le loro istanze e proposte, il vero e proprio valore aggiunto dell’edemocracy, andranno successivamente definite le diverse fasi inerenti il suo ciclo di vita. Il passo successivo consiste nella definizione delle modalità partecipative dei cittadini. La scelta è fra due opzioni, caratterizzate dalla diversa incidenza qualitativa e quantitativa della partecipazione sull’iter istituzionale del processo politico in esame: un percorso di tipo lineare, che segue l’intero processo di definizione di una specifica politica locale e prevede il coinvolgimento dei cittadini nel corso dell’intero procedimento un percorso di tipo trasversale che segue una o più fasi del ciclo di una o più politiche locali, anche fra loro collegate, su cui sono coinvolti i cittadini. Momento centrale nella definizione del processo partecipativo è l’individuazione della fase del ciclo di vita della politica su cui andrà ad incidere il processo di e-democracy e andranno definite le regole inerenti la partecipazione riguardanti: il grado di apertura, ovvero i criteri di ammissione di esclusione dei partecipanti le regole, e cioè il modo in cui si potrà intervenire, inteso come spazio/tempo a seconda del contesto e del canale di comunicazione prescelto gli standard di tempestività nella pubblicazione dei documenti, in particolare il ritardo max di pubblicazione da parte dei partecipanti (attori pubblici e privati) gli standard di comportamento richiesti agli attori pubblici. Si prevede di realizzare una piattaforma tecnologica in grado di supportare la definizione flessibile delle regole generali della procedura di intervento grazie alle quali i cittadini potranno essere coinvolti nei processi decisionali della Pubblica Amministrazione. Il supporto tecnologico per garantire tale coinvolgimento dovrà essere basato su una piattaforma multicanale, basata su telefonia fissa e mobile, Internet e altri canali eventualmente disponibili, al fine di consentire la partecipazione di tipo consultivo, nonché quella di tipo propositivo, sia di tipo “debole” che di tipo “forte”. Servizi di front-office al cittadino e alle imprese In questa tipologia di servizi sono compresi sia i servizi tipici dell’e-government, secondo la classificazione per “eventi della vita” che gli strumenti innovativi di ascolto e partecipazione attiva per l’e-democracy e il governo del territorio. Fermo restando la necessità di garantire sicurezza e privacy, tramite opportuni meccanismi di autenticazione, per tutti i servizi di natura individuale, l’obiettivo generale è quello di fare in modo che la gran parte delle attività di back office delle amministrazioni che fanno parte dell’aggregazione siano fruibili on-line. Facendo riferimento ai livelli di interazione definiti a livello di UE, riepilogati nella tabella seguente, l’effettivo livello di interazione per ogni ente dell’aggregazione sarà determinato dalle caratteristiche del back office disponibile, e dalla sua integrabilità e/o sostituibilità. Livelli di interazione Livello 1 Disponibili on-line solo informazioni sulle procedure Livello 2 Interazione ad “una via” (per esempio download di moduli) Livello 3 Interazione a “due vie” (per esempio possibilità di avviare on-line la procedura) Livello 4 Esecuzione on-line dell’intera procedura (incluso il pagamento – ove applicabile) La disponibilità di servizi on-line va intesa, per quanto riguarda l’interoperabilità e la cooperazione applicativa fra le amministrazioni, come disponibilità di servizi accedibili attraverso porte di dominio. Servizi di e-government I servizi on-line che potranno essere resi disponibili attraverso il back office unificato riguarderanno, a titolo di esempio non esaustivo: AREA DEMOGRAFICI a. servizio di autocertificazione telematica il cittadino, attraverso le sue credenziali di accesso, viene riconosciuto dal sistema ed in maniera automatica vengono riportati i suoi dati anagrafici, necessari per l’autocertificazione richiesta b. consultazione anagrafica vengono visualizzati i dati anagrafici e di stato civile del cittadino ed eventualmente il foglio di famiglia. Questo servizio può essere rilasciato sia per il cittadino ‘comune’ (in tal caso saranno visualizzati solo i propri dati) sia alle Forze dell’Ordine che saranno autorizzate ad interrogare la banca dati nella sua interezza c. consultazione liste elettorali servizio per gli enti autorizzati, previo rilascio di password, che possono consultare le liste elettorali. d. richiesta certificati originali possibilità di richiedere via web certificati in originale. L’utente compila il modulo di richiesta indicando il richiedente e l’intestatario e recapito dove dovrà essere inviato il certificato in originale e. consultazione consistenza elettorale f. compilazione modulo di cambio residenza il cittadino, autenticato e riconosciuto, ha la possibilità di compilare il modulo di comunicazione di cambio di residenza. Questo modulo potrà essere stampato, e contemporaneamente sarà mandato automaticamente al Comune ed ad uno o più indirizzi di posta elettronica dell’Ente. AREA TRIBUTI a. consultazione tributi I cittadini autenticati potranno accedere via web alla consultazione della propria situazione tributaria (anno corrente, anni pregressi, situazione versamenti ecc.) b. visualizzazione schede contribuente con: dettaglio pratica o immobili, dettaglio pagamenti effettuati, violazioni, ruoli, discarichi, rimborsi, rateazioni, compilazione modulo di denuncia Tarsu, compilazione modulo di denuncia Ici AREA CONTABILE a. consultazione bilancio di previsione b. consultazione conto consuntivo c. fatture fornitori i fornitori, previo rilascio di password, potranno consultare lo stato di avanzamento delle proprie fatture AREA SEGRETERIA a. consultazione albo pretorio b. consultazione delibere possibilità di ricerca full-text delle delibere e visualizzazione in formato pdf c. consultazione protocollo il cittadino può verificare lo stato della propria posta da e verso il Comune, verificarne l’avanzamento dei lavori, e la giacenza presso uno o più uffici comunali Per gli enti non dotati del back office unificato, o di parte di esso, sarà necessario costruire le opportune interfacce al fine di garantire, al minimo, le autocertificazioni (per l’area demografici) e le consultazioni (per l’area tributi). e-democracy In questo ambito dovranno essere resi disponibili strumenti e tecnologie in grado di supportare i processi di partecipazione attiva, i cui percorsi potranno essere definiti dinamicamente. Le funzionalità attese dovranno riguardare: Accessibilità, alla rete per qualunque tipo di utente Personalizzazione, delle informazioni e dei servizi in base agli interessi ed alle preferenze dell’utente ed in base alla sua posizione sul territorio Interattività, attraverso il superamento degli strumenti interattivi tradizionali verso un sistema capace di costruire l’informazione insieme all’utente Multimedialità, con contenuti audio e video oltre che testuali, iconografici e cartografici Sicurezza, tramite servizi a valore aggiunto, fruiti attraverso internet Espandibilità, con la predisposizione per nuove tecnologie e ulteriore sviluppo del servizio Di conseguenza, le tecnologie che dovranno essere messe a disposizione dovranno essere del tipo: Informativo, per esempio newsletter a tema, information e content provider, rubriche Di dialogo, risposte pubbliche a mail private, mailing list, forum pubblici, blog, conferenze virtuali Per la consultazione, questionari, sondaggi (tramite partecipazione qualificata, rispetto della privacy e raccolta dei dati in forma aggregata) Nella figura successiva è mostrata una visione complessiva dei servizi di back Office offerti tramite la piattaforma proposta. Da evidenziare come questi servizi riescono ad utilizzare in modo altamente integrato le principali banche dati presenti presso l’Ente. Figura 18 visione globale dei principali servizi di back Office offerti e le loro correlazione con le principali banche dati comunali Soluzioni tecnologiche In conformità con le indicazioni del DD n. 226 e coerentemente con le linee guida illustrate al paragrafo 2.1, per la realizzazione dei servizi previsti in progetto verranno utilizzate soluzioni a catalogo di riuso regionale e/o nazionale e prodotti open source. Questa strategia di implementazione se da un lato libera risorse economiche da destinare ai servizi tecnici e professionali necessari per la concreta realizzazione del progetto, azzerando i costi di acquisizione delle licenze software, dall’altro riutilizza a pieno investimenti e buone pratiche già concretizzate, capitalizzando il patrimonio di esperienze e conoscenze già acquisito in altri contesti. L’architettura complessiva del progetto prevede l’integrazione di diverse componenti che, facendo riferimento ai servizi illustrati nel paragrafo precedente, possono essere riepilogate in: servizi infrastrutturali per la realizzazione dei servizi appartenenti a questa categoria, si prevede l’utilizzo di componenti open source, già personalizzate nell’ambito di altri progetti o da personalizzare. In particolare per l’implementazione dell’autenticazione e la sicurezza informatica e per il single sign on si ipotizza l’uso di CAS (open source) personalizzato nell’ambito del progetto “Rete di comuni casertani” (riuso). servizi di back office per i servizi di back office la piattaforma di riferimento adottata è il “Sistema Informativo Nolano” (riuso) che garantisce la completa copertura funzionale dei servizi previsti e la disponibilità di web services, al fine di una rapida implementazione dei meccanismi di interoperabilità e cooperazione applicativa. servizi di intranet per gli enti dell’aggregazione i servizi previsti in questa sezione verranno implementati a partire dalla piattaforma di riferimento della “Rete di comuni casertani” (riuso). La soluzione è stata realizzata sia con lo sviluppo di componenti ad-hoc sia personalizzando componenti open source quali OpenCMS, JForum, Roller, OpenMeetings, Red5, Dspace. strumenti per il governo del territorio le tipologie di servizi che ricadono in questa categoria verranno implementate a partire dalle soluzioni (riuso) realizzate nell’ambito della “Rete di comuni casertani”, per l’attivazione dei servizi di e-democracy. servizi di front office per il cittadino e le imprese i servizi di e-government potranno essere erogati sia in collegamento con il backoffice unificato sia attraverso opportuni interfacciamenti con sistemi eterogenei. I servizi potranno essere realizzati facendo uso delle componenti presenti all’interno del “Sistema Informativo Nolano” e della “Rete di comuni casertani” (riuso). Attraverso il riuso di quest’ultimo progetto, inoltre, verranno attivati i servizi per la partecipazione attiva. Le soluzioni tecnologiche adottate sono illustrate in dettaglio nei paragrafi seguenti. Autenticazione e sicurezza informatica / Single Sign On Il sistema di profilazione e autenticazione dell’utenza che verrà implementato per l’accesso ai servizi si basa sul sottosistema di gestione degli utenti e dei servizi realizzato nell’ambito del progetto “Rete di comuni casertani” (riuso) che, per le autorizzazioni e il controllo degli accessi, utilizza una soluzione open source valutata positivamente da esperti di sicurezza. In particolare, si utilizzerà una soluzione sviluppata in ambiente accademico e basata sull’esperienza del sistema Kerberos, un sistema di autenticazione sviluppato dal MIT e adottato da diversi prodotti commerciali, fra cui anche Windows 2000 per l'infrastruttura Active Directory. La soluzione, denominata CAS, è un sistema di autenticazione centralizzato sviluppato come progetto Open Source presso l’Università Americana di Yale che offre un servizio di validazione delle credenziali utente. Esso è in grado di creare un ambiente di lavoro unico di tipo "single sign-on" per applicazioni web o per risorse che utilizzano le stesse. I motivi che portano alla scelta di un sistema basato sull'autenticazione singola sono la convenienza e la sicurezza, infatti, gli utenti devono fare sempre di meno e le applicazioni sono protette da qualcuno altro. La centralizzazione del servizio garantisce, inoltre, la centralizzazione dei contenuti insieme alla centralizzazione della autenticazione. Il funzionamento del sistema Cas può essere sintetizzato come segue: L'utente cerca di accedere ad una applicazione o ad una risorsa web usando l'URL della stessa. Esso viene rediretto all'URL della pagina di login del CAS su di una connessione HTTPS, passando il nome del servizio richiesto come parametro, e si trova di fronte ad una scheda contenente uno username e una password da inserire. Dopo l'inserimento dei campi richiesti il CAS tenta di autenticare l'utente. Se l'autenticazione fallisce l'applicazione a cui tentava di accedere l'utente non si accorge di nulla e questi rimane bloccato alla pagina di autenticazione del CAS. Se invece l'autenticazione viene portata a termine regolarmente l'utente viene rediretto alla risorsa che era stata richiesta in precedenza appendendo però all'URL di redirezione un così definito ticket. Cas cerca di creare inoltre un in-memory cookie definito ticketgranting cookie. Ciò a garanzia di una re-autenticazione automatica su servizi diversi che a loro volta richiedono autenticazione; infatti, il cookie indica che l'utente si è già autenticato con successo e questo gli evita di dover reinserire i suoi dati. L'applicazione richiamata dall'utente poi verifica che il ticket sia corretto e che rappresenti un utente validato chiamando la funzione "serviceValidate URL" aprendo una connessione HTTPS e passando il ticket e il nome del servizio come parametro. CAS controlla che il ticket inviato sia valido e associato con il servizio richiesto e successivamente, se la validazione ha avuto successo viene restituito al chiamante il nome utente. Nella figura seguente è riportato uno schema sintetico del funzionamento Il sistema affronta il problema della sicurezza in maniera ottimale: la password ed il nome utente circolano solamente tra il browser ed il server attraverso un canale criptato. Le re-autenticazioni seguenti sono eseguite in maniera del tutto trasparente all'utente previa accettazione da parte dello stesso di un cookie privato; solo il CAS può leggere e scrivere questo cookie che contiene solo un identificativo di sessione; l'applicazione riceve un "ticket opaco" che non contiene informazioni personali. Questo ticket circola in chiaro fino al browser (come parametro CGI), ha una breve durata di vita e non è utilizzabile da alcuna altra applicazione se non da quella che lo ha richiesto. Il sistema Cas dispone inoltre delle seguenti funzioni: Controllo costante dell’erogazione e delle prestazioni del servizio mediante strumenti di supervisione accessibili via web dal personale abilitato; Utilizzo di sistemi di crittografia di tipo SSL a 128 bit o superiore per lo scambio di dati sensibili; Sistema di validazione e profilazione di tutti gli utenti, mediante l’utilizzo di tecnologie SSL. L’accesso al servizio è controllato con chiavi di accesso. La generazione delle password rispetta i seguenti criteri di robustezza: non banale, lunghezza minima di sei caratteri, presenza di almeno due caratteri non alfabetici, obbligo di sostituzione dopo il primo accesso, ecc. Le chiavi di accesso sono assegnate individualmente e non riutilizzate. Le chiavi di accesso vengono disattivate dopo n (n<10) tentativi di accesso eseguiti con esito negativo. Le chiavi di accesso possono essere temporizzate. Le chiavi di accesso possono decadere dopo un certo periodo Sono assegnati profili di accesso che consentono il trattamento dei soli dati indispensabili. Piattaforma di back office Per la predisposizione della piattaforma di back office unificato si prevede l’utilizzo, in riuso, del “Sistema Informativo Nolano” (SIN), le cui caratteristiche funzionali sono state illustrate in precedenza. Dal punto di vista tecnologico, l'integrazione tra le banche dati del sistema informativo e idonei Web Services permette l’esportabilità di ogni funzione del sistema verso il front office, per esempio su un portale di servizi (a livello di singolo ente o aggregazione), oltre che l’esposizione di servizi accedibili, attraverso porta di dominio, da parte di altre amministrazioni. Il sistema di autenticazione intrinseco al sistema SIN dovrà essere integrato all’interno del sistema di autenticazione e di single sign on che verrà implementato a livello di aggregazione, che prevede il riconoscimento tramite smart card (carta di identità elettronica/carta servizi) o di utente e password preventivamente rilasciati. Il SIN può essere utilizzato sia in modalità client/server che thin client, su reti locali o geografiche (pubbliche e private), e può essere installato su sistemi operativi Linux e Windows, oltre ad essere indipendente dal DB. Servizi di community I servizi di community, che verranno implementati sia per il loro utilizzo in intranet fra gli enti aggregati sia per i servizi di e-democracy, saranno sviluppati a partire dalle versioni personalizzate di prodotti open source resi disponibili nell’ambito del progetto “Rete di comuni casertani” (riuso). L’accesso ai servizi è completamente integrato e gestito dal sistema di autenticazione descritto precedentemente. I componenti software open source personalizzati sono: Concetto di dominio Il modello di interoperabilità, che il CST Terra di Lavoro intende attivare, definisce le modalità e le regole di accesso e di scambio delle informazioni e di fruizione dei servizi fra gli enti, o domini informatici, che aderiscono al sistema. Per dominio informatico di un ente si intende l’insieme delle infrastrutture di rete e sistemi informativi, di dati e procedure informatiche che da un punto di vista legale afferiscono ad un soggetto giuridico titolare della sicurezza e responsabile della tutela della privacy ai fini del DLgs 30 giugno 2003 n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali”. Un dominio è quindi costituito tipicamente da una rete intranet e da un insieme di servizi informatici e di utenti che operano nell’ambito di una unica responsabilità per la sicurezza. Ogni domino informatico dovrà erogare servizi informatici fruibili sia da operatori interni ai domini (ad esempio dirigenti, sindaco, operatori uffici comunali, etc.), sia da utenti esterni ai domini (ad esempio i cittadini utenti).Un dominio può inoltre usufruire dei servizi esposti da un altro ente uscendo dai confini del proprio dominio e sfruttando i servizi a supporto dell’interoperabilità esposti su una rete internet privata di connessione fra i domini, convenzionalmente denominata extranet cst. Attraversare i confini di un dominio informatico significa quindi uscire o entrare nell’area di un altro dominio sotto la responsabilità di un soggetto chiaramente identificato per quanto attiene agli aspetti legati alla sicurezza e alla competenza del dato. I modelli architetturali adottati per la Pubblica amministrazione italiana nel quadro dell’e-government prevedono che esista un solo punto logico di ingresso ed uscita da un dominio di sicurezza, punto che in termini di astrazione concettuale abbiamo chiamato gateway applicativo (porta di accesso). I domini informatici connessi alla extranet cst dovranno quindi conformarsi a requisiti e standard predefiniti e fornire precise garanzie di sicurezza, che consentono di stabilire tra loro relazioni fiduciarie (trust). Si riporta di seguito la figura che esemplifica il modello di interoperabilità ipotizzato. Figura 19 Visione globale della struttura di cooperazione Modello di cooperazione Il sistema di cooperazione può essere analizzato attraverso una visione stratificata. Il primo livello è costituito dall’interfaccia che rappresenta il punto di contatto fra Utenti ed Enti Eroganti. Uno degli elementi principali è costituito dai portale del CST. Il Portale è il punto di accesso attraverso il quale cittadini e imprese riescono ad accedere, via Internet, ai servizi messi loro a disposizione. I servizi possono essere anche molto complessi e rappresentare un processo che coinvolge diverse amministrazioni e che per essere eseguito nella sua completezza richieda di usufruire a sua volta di molti singoli servizi delle Amministrazioni coinvolte (caso ad esempio di un portale incentrato più sugli Eventi della vita che sul singolo servizio). Il secondo livello affronta la tematica dell’interconnessione: i sistemi per la cooperazione (Nodo Aggregatore NAG). Il terzo livello descrive l’interconnessione dei servizi erogati dai diversi singoli enti (concetto di Dominio). I primi 2 livelli sono direttamente gestiti dal CST Terra di Lavoro mentre il livello più basso può eventualmente essere lasciato direttamente alla competenza dei singoli enti che compongono l'aggregazione. Il modello che realizza la cooperazione applicativa, permettendo l’elaborazione distribuita e integrando sistemi eterogenei su rete pubblica è quindi il seguente: l’applicazione che deve fornire i servizi viene esposta su una porta applicativa e viene invocata da un’altra applicazione che opera su una porta delegata. Questo consente all’applicazione che opera sulla porta delegata di invocare l’applicazione che eroga il servizio sulla porta applicativa, passando la stringa dei dati prevista e concordata fra le parti per il colloqui, e di ricevere da questa le informazioni richieste in risposta. Figura 20 visione di insieme del modello di cooperazione Il Sistema di Cooperazione Regionale SPICCA Le linee generali per la realizzazione di sistemi di cooperazione è definito dalla specifiche CNIPA. In ambito regionale, attraverso Sistema Pubblico di Interoperabilità e Cooperazione applicativa in Campania (in seguito SPICCA) si passa dall'attuale modello di interoperabilità che prevede accordi tra i singoli enti coinvolti, sia negli aspetti tecnici che organizzativi, ad un modello più generale di cooperazione applicativa che permette ad un qualsiasi servizio disponibile di essere fruibile da utenti ed Enti, garantendo contemporaneamente la misurabilità della qualità globale del servizio. Infatti, i criteri identificati per la realizzazione di SPICCA sono elementi generali e funzionali, basati su standard aperti non proprietari, che garantiscono l'autonomia nella scelta delle tecnologie realizzative ed organizzative da parte dei diversi Enti che intendono erogare dei servizi. Cooperazione tra più amministrazioni secondo SPICCA I comuni dell'aggregazione hanno di concerto deciso la messa in esercizio di un sistema di cooperazione aderente a SPICCA, il piano di progetto prevede la realizzazione di una piattaforma per l'avvio di meccanismi di cooperazione sia "tra due Amministrazioni" che “tra più Amministrazioni". Il Dominio Extranet CST, individuato nella figura precedente, sarà un Dominio di Cooperazione costituito da più insiemi di Amministrazioni che concorrono alla fornitura di Servizi Applicativi composti; per ogni servizio erogato dal Dominio, dovrà esistere un Accordo di Servizio [RIF2] che lo descrive, nel caso di servizi composti l’Accordo di Servizio va corredato di una specifica che spiega come le varie Amministrazioni componenti concorrono al servizio composto finale. Questo documento viene definito Accordo di Cooperazione [RIF6] ed è trasparente rispetto ai fruitori del servizio composto, mentre ha utilità interna al Dominio di Cooperazione. Si definisce così un modo per distinguere tra servizi la cui responsabilità ricade esclusivamente sul singolo dominio/amministrazione e servizi di più domini/amministrazioni per i quali una singola amministrazione assume delega concordata dagli altri, ecc.) la responsabilità che dovrebbe essere di tutte le Amministrazioni che erogano il servizio composto. In questo ambito si nota la differenza tra Dominio Applicativo e Dominio di Cooperazione: il primo infatti rappresenta l’insieme dei Servizi Applicativi erogati dalla singola Amministrazione in ambito SPCoop mentre il secondo rappresenta un insieme di amministrazioni che cooperano per l’automazione di un insieme di procedimenti amministrativi su di uno specifico tema. Di rilevante importanza nel modello SPICCA sono i Servizi di Interoperabilità, Cooperazione ed Accesso (SICA), che offrono una serie di servizi e componenti software infrastrutturali (non riconducibili a nessuna amministrazione specifica), il cui obiettivo è di mediare e supportare la cooperazione tra le amministrazioni. . Qualificazione della Porta di Dominio Oltre che dotarsi delle componenti infrastrutturali della Porta di Dominio, sarà necessario[RIF4] sottoporre la propria Porta di Dominio ad una serie di test di interoperabilità per verificare il corretto trattamento dei messaggi e la piena compatibilità con gli standard SPCoop [RIF3]. La verifica viene effettuata tramite una porta di dominio campione ospitata gestita dal CNIPA. La procedura di qualificazione è formalizzata come un Accordo di Servizio che sarà supportato dalle Porte di Dominio dei comuni aggregati, implementando i servizi applicativi campione previsti dall'accordo. La procedura coinvolge diversi attori: l'amministratore della porta di dominio candidata, la segreteria del servizio di qualificazione (CNIPA), il referente dell'Ente per l'Indice delle PA. Figura 21 processo di Qualificazione, passaggi fondamentali Di seguito riportiamo le Fasi del processo di Qualificazione: Richiesta di Credenziali Avvio Attività Operativa Ciclo della Qualificazione Attività di Gestione La prima fase è propedeutica all'utilizzo del "Sistema di supporto alla Qualificazione di una Porta di Dominio". Le 2 fasi successive sono legate all'operatività del sistema. Un ulteriore distinguo deve essere fatto per le operazioni relative alla Gestione del mais con iniziale sistema, inteso come attivazione, disattivazione il testo operatività del servizio. Questa attività non hanno una collocazione temporale definita ma vengono descritte in quanto parte integrante delle funzionalità del Sistema di Qualificazione. Questa attività deve essere prevista per ogni singola amministrazione che decide di erogare/fruire dei servizi attraverso Porta di Dominio. Registrazione dei servizi Per instaurare una relazione di cooperazione è necessario poter definire un Accordo di Servizio, le cui informazioni andranno registrate nel registro SICA La Registrazione del servizio è obbligatoria e comprende molteplici attività da effettuare attraverso il Servizio di Registro SICA (generale o secondari): • registrazione dei titolari dei sistemi erogatori nell’indice dei soggetti della comunità SPCoop (SICA generale), • registrazione degli accordi generali di servizio nel catalogo degli accordi (SICA generale), • registrazione degli accordi specifici di servizio nel catalogo degli accordi (SICA generale o secondario), • registrazione dei servizi da presentare nel registro dei servizi (SICA generale o secondario), • registrazione dei porti di accesso ai sistemi erogatori nella rubrica degli indirizzi (SICA generale o secondario). Forum: Jforum Newsletter, bacheca elettronica: moduli OpenCMS Blog: Roller Videconferenza: OpenMeetings, Red5 (flash server) Servizi applicativi intranet Il progetto “Rete di comuni casertani” (riuso) rende disponibili i servizi applicativi di intranet relativi alla supporto per la gestione ambiti (Piani sociali di Zona) e per l’archiviazione dei documenti e la dematerializzazione. Il servizio applicativo per la gestione ambiti è un’applicazione web based sviluppata in Java mentre il servizio di archiviazione documenti è basato sulla soluzione open source DSpace opportunamente personalizzata. Realizzato nell’ambito di un progetto del MIT (Massachusetts Institute of Technology), DSpace estende la funzionalità di archiviare documenti digitali alla funzionalità di gestione dell’intero ciclo di vita delle risorse digitali, inclusa la gestione del flusso delle varie attività necessarie. DSpace gestisce e distribuisce prodotti digitali, creati da files digitali (o bitstreams) e permette la creazione, l’indicizzazione e la ricerca di metadata associati per localizzare facilmente i prodotti ed è disegnato per garantire una conservazione a lungo termine dei materiali raccolti. Nell’ambito del progetto “Rete di comuni casertani”, la principale personalizzazione ha riguardato la semplificazione dell’interfaccia di archiviazione, funzionalità da estendere con la predisposizione di appositi strumenti software in grado di archiviare e catalogare automaticamente tutti i documenti prodotti dalle singole amministrazioni, in piena aderenza allo schema generale di funzionamento di DSpace, schematizzato nella figura seguente. Servizi di front office per il cittadino e le imprese Per l’implementazione dei servizi di e-government ai cittadini e alle imprese potranno essere utilizzate le soluzioni previste nell’ambito dei progetti di riuso “Sistema Informativo Nolano” (back office unificato) e “Rete di comuni casertani” (back office eterogeneo), in funzione delle caratteristiche del back office del singolo ente dell’aggregazione e al fine di favorire l’efficacia di implementazione dei servizi. Gli standard tecnologici di entrambi i progetti di riuso fanno riferimento al medesimo modello di interazione fra il front office e il back office ma, nell’ipotesi di indisponibilità del back office unificato, è necessaria la realizzazione degli opportuni connettori JCA in grado di garantire l’allineamento dei sistemi EIS allo standard dei web services. Con il termine EIS (Enterprise Information Systems), si identifica un sistema che fornisce un'infrastruttura di informazioni per un'applicazione Enterprise. Esempi tipici di EIS sono i sistemi legacy e, più specificamente nel caso degli enti che fanno parte dell’aggregazione, sono definiti come “Sistemi Esistenti”. Il mercato dei tool EAI (Enterprise Application Integration) è molto complesso ed offre un insieme vastissimo di famiglie di prodotti non facilmente comparabili, di difficile impiego e soprattutto totalmente dominato da soluzioni proprietarie. La specifica Java Connector Architecture (JCA), seppur orientata al solo ambito J2EE, assume in questo scenario una grande rilevanza in quanto è uno standard “aperto” nel campo dell'integrazione di EIS. Le interfacce dovranno essere sviluppate nel rispetto degli standard JCA, predisponendosi così ad una piena interoperabilità sincrona ed in tempo reale e simulando, ove non applicabile, il modello di riferimento. Comunque si operi, il primo problema che è necessario affrontare in ambito di integrazione è essenzialmente un problema di comunicazione. Sia che si adotti una visione centralizzata, sia che si operi punto-punto, il problema principale è la normalizzazione del protocollo specifico della risorsa con un'interfaccia fruibile dal chiamante. Come si è detto, il problema viene tipicamente affrontato attraverso componenti denominati genericamente adapter. Nel caso specifico di adapter destinati alla comunicazione con risorse EIS, vengono più precisamente detti Resource Adapter (RA). Il RA è un componente che espone delle interface di accesso (client API) per permettere la comunicazione con la corrispondente risorsa EIS. Il RA ha quindi un duplice scopo: fornire un'interfaccia omogenea ai client per accedere all'EIS mascherare la complessità dell'interazione con l'EIS al client Il RA può essere sincrono o asincrono. Nel caso sincrono, il client, dopo aver invocato un metodo del RA, inoltra la richiesta e si pone in attesa della relativa risposta (modello RPC). Nel caso asincrono, il client prosegue la sua elaborazione senza attendere l'arrivo della response (modello Messaging). Lo standard JCA consente unicamente l'integrazione mediante comunicazione sincrona. JCA è l'acronimo di Java Connector Architecture. Definisce un'architettura standard per uniformare l'accesso ad EIS eterogenei all'interno di applicazioni J2EE. Si focalizza sul design di Adapter software destinati a connettere applicazioni J2EE con applicazioni non-Java, risorse legacy e pacchetti applicativi. L'architettura JCA è costituita da tre elementi: le API Common Client Interface (CCI), i Resource Adapter ed i System Contracts. L'approccio JCA consente in generale di ridurre la complessità delle connessioni da gestire. Si veda ad esempio il caso in cui si hanno n Application Server che hanno la necessità di connettersi con m EIS. Approcciando il problema con una soluzione proprietaria (senza JCA), si dovrebbero sviluppare n x m connessioni punto-punto come mostrato nella figura seguente. Affrontando la medesima situazione con l'ausilio di JCA il problema viene ridimensionato passando ad una gestione di m + n connessioni risolte mediante l'installazione del RA su ogni Application Server come mostrato nella figura che segue. CAPITOLO VIII La previsione dei costi e dei ricavi nel primo triennio di funzionamento, con l’indicazione analitica dei costi del personale, delle consulenze, degli investimenti in tecnologie, della spesa corrente per l’acquisto di beni e servizi, dei costi generali. Il totale dei ricavi per anno deve essere analiticamente scomposto in: - ricavi da Comuni e altri Enti partecipanti per corrispettivi di offerte di servizi; - ricavi da contributi finanziari (da Regione, Provincia, Comune etc.) - altri ricavi. Omissis … 8.3. Dettaglio costi implementazione servizi di base (Massimali) 8.3.1. MASSIMALI DEI COSTI PER LA REALIZZAZIONE DEI SERVIZI TERRITORIALI (IVA ESCLUSA) AZIONE 1 – Progettazione e realizzazione del Sistema Informativo CST € 110.000,00 Progettazione della piattaforma di interscambio dati EE.LL./CST/A.d.T Progettazione dei servizi Realizzazione dei servizi, delle componenti GIS e dei web-services per l’interoperabilità tra sistemi informativi e tra banche dati ai fini urbanistici Rilascio Software, testing e start-up Servizi Territoriali, affiancamento e formazione € 20.000,00 AZIONE 2 – Progettazione e realizzazione delle componenti Comunali € 30.000,00 € 20.000,00 € 60.000,00 € 10.000,00 Progettazione delle procedure Informatiche per il trattamento dei dati e la gestione dei flussi Realizzazione dei moduli software comunali AZIONE 3 – Realizzazione delle Banche Dati Progettazione e realizzazione della banca dati Anagrafe Immobiliare e integrazione con altre banche dati presenti negli EE.LL. Inserimento della cartografia tematica Trattamento ed inserimento Piani regolatori e Strumenti Urbanistici € 10.000,00 € 20.000,00 € 48.000,00 € 10.000,00 € 19.000,00 € 19.000,00 Le tre Azioni compongono il Lotto Funzionale “SVILUPPO SERVIZI TERRITORIALI” per un importo totale di €188.000,00 IVA esclusa. 8.3.2. MASSIMALI DEI COSTI PER LA REALIZZAZIONE DEI SERVIZI DI ANAGRAFE INTEGRATA E TRIBUTI AZIONE 1 – Progettazione e realizzazione del Sistema CST Progettazione della piattaforma di interscambio dati EE.LL./CST/ALTRI ENTI Progettazione dei servizi Realizzazione dei servizi e dei web-services per l’interoperabilità tra sistemi informativi e tra banche dati ai fini urbanistici Rilascio Software, testing e start-up Servizi Anagrafe e Tributi, affiancamento e formazione € 108.000,00 € 20.000,00 € 20.000,00 € 60.000,00 € 8.000,00 AZIONE 2 – Progettazione e realizzazione delle componenti Comunali € 40.000,00 Progettazione delle procedure Informatiche per il trattamento dei dati e la gestione dei flussi Realizzazione dei moduli software comunali € 15.000,00 AZIONE 3 – Realizzazione delle Banche Dati Progettazione e realizzazione della banca dati Anagrafe e Tributi e integrazione con altre banche dati presenti negli EE.LL. Inserimento della cartografia tematica Trattamento ed inserimento atti amministrativi € 25.000,00 € 40.000,00 € 10.000,00 € 10.000,00 € 20.000,00 Le tre Azioni compongono il Lotto Funzionale “SVILUPPO SERVIZI ANAGRAFEE TRIBUTI” per un importo totale di €188.000,00 IVA esclusa. CAPITOLO IX La pianificazione triennale dei flussi di cassa; Omissis …. CAPITOLO X I meccanismi di partecipazione e controllo previsti per la gestione. Il progetto COPERNICO prevede i seguenti meccanismi di partecipazione e controllo per la gestione: IL COORDINAMENTO ISTITUZIONALE All’atto della deliberazione di adesione al progetto, ogni Comune ha individuato un proprio rappresentante istituzionale che parteciperà a questo organismo di coordinamento politico-strategico che darà gli indirizzi per la gestione delle diverse attività progettuali. Le riunioni si terranno con cadenza mensile e ad ognuna verrà invitato un rappresentante della Regione Campania – Assessorato alla Ricerca Scientifica. IL COORDINAMENTO TECNICO All’atto della deliberazione di adesione al progetto, ogni Comune ha individuato un proprio dipendente o consulente che parteciperà a questo organismo di coordinamento tecnico che seguirà, comune per comune, l’effettiva ed efficace implementazione dei servizi oggetto del finanziamento regionale. Le riunioni si terranno con cadenza mensile e ad ognuna verrà invitato un rappresentante della Regione Campania – Settore Ricerca Scientifica. LA REDAZIONE DI ROCCAROMANA e LA REDAZIONE DI GRAZZANISE Il progetto Copernico mira ad unire e valorizzare a livello provinciale tutte le preziose esperienze maturate nell’e-government dal CST Terra di Lavoro, dal progetto CLUSTER e dall’Unione dei Comuni Sud-Ovest. Si badi, non si tratta del mero “incameramento” da parte del CST Terra di Lavoro delle deliberazioni di Giunta dei Comuni afferenti il progetto CLUSTER e l’Unione Comuni Sud Ovest, ma con questo progetto si mette in atto una vera e propria strategia territoriale di rafforzamento e condivisione di buone prassi sperimentate nonché si realizzano effettivamente economie di scala ed efficienza nell’allocazione delle risorse a disposizione degli Enti Locali a vantaggio dei cittadini. In pratica, si coglie l’occasione dell’avviso pubblico emanato dalla Regione Campania per strutturare sul territorio il CST e mettere a frutto le esperienze del progetto CLUSTER e del CSO; infatti si prevede, sfruttando l’opportunità offerta dal D.D. n.226/2009, di inglobare ed unificare il cluster con il CST Terra di Lavoro, con la possibilità di raggiungere diversi e più performanti obiettivi quali la realizzazione di economie di scala, la riduzione dei costi operativi e la possibilità di ampliare la piattaforma dei servizi disponibili, come meglio illustrato nel seguito del progetto. La necessità della creazione di una struttura di riferimento redazionale localizzata sul territorio di competenza del cluster è parte integrante del processo di unificazione e potrà costituire un importante modello di riferimento nell’ulteriore sviluppo del CST, arricchendo in modo significativo l’offerta dei servizi del CST stesso nei confronti degli Enti Locali che ne fanno parte. Una siffatta previsione trova la sua naturale giustificazione sia come esito della positiva sperimentazione avvenuta nel corso dell’attuazione del progetto “Cluster di Rete Intercomunale” che per la preziosa funzione che essa potrà avere rispetto ad un’aggregazione territoriale composta da piccole comunità locali, disseminate in un territorio molto vaso, orograficamente poco agevole e notevolmente distante dai maggiori centri di riferimento provinciali ed interprovinciali. Tale struttura di servizio, da intendersi come presidio territoriale del più ampio organismo tecnico di assistenza che avrà sede presso il CST Terra di lavoro, potrà utilizzare, con le opportune revisioni ed aggiornamenti, la dotazione logistica/strutturale già in uso a suo tempo e potrà contare su metodologie e strategie di lavoro abbondantemente consolidate. Allo stesso modo, grazie alla realizzazione di questo progetto, presso la sede del Comune di Grazzanise, facente parte dell’Unione dei Comuni Sud Ovest, si attiverà un altro presidio territoriale del CST per coordinare gli interventi su quei territori e garantire una pronta assistenza tecnica ai Comuni dell’Unione CSO. CAPITOLO XI I poteri delegati all’Ente Capofila e il ruolo assegnato alla rappresentanza dei Comuni. Il ruolo della del CST Terra di Lavoro. Il CST Terra di lavoro è un interlocutore istituzionale con funzioni e servizi tecnico-amministrativi che, in via sussidiaria, e d’intesa con i Comuni interessati, può svolgere un notevole ruolo in sostituzione dei piccoli Comuni, così come previsto anche dall’art. 31 del TUEL. Tale ruolo del CST deve essere garantito a tutti i Comuni consorziati; al tempo stesso, però, la possibilità di partecipare alla progettazione e l’avvio di questo nuovo progetto rappresenta per il CST un’opportunità per: Poter ampliare la rosa dei Comuni de degli EE.LL. che beneficiano dei propri servizi di e-gov; rinnovare l’offerta di servizi ai Comuni e alle loro forme associative; valorizzare la capacità di fare “rete”; agevolare il rapporto con la Regione Campania; adottare e coordinare le opportune politiche di sviluppo locale; definire e formalizzare con i Comuni dei applicativa; modelli di cooperazione amministrativa ed condividere sistemi e soluzioni applicative, nonché risorse economiche e strumentali; attuare azioni di semplificazione dei processi, valorizzando le aree di intervento nell’ambito delle quali l’azione del CST può risultare migliorativa; fornire supporto tecnico-amministrativo e gestione associata. In relazione al ruolo del CST, esso vede il presente progetto come elemento fondamentale per perseguire, dando maggior vigore alle azioni attuative, alcuni dei principali obiettivi fissati in sede di programmazione delle politiche di sviluppo del territorio casertano: offrire servizi al “sistema pubblico locale” una base di conoscenza scientifica e tecnologica di alto livello anche attraverso il know-how tecnologico acquisito con la strutturazione del portale della Provincia di Caserta, piattaforma di servizi on line basandosi sui dettami principali dei paradigmi dell'"eGovernment" e della "e-Democracy" (sono in fase di implementazione un’ampia gamma di servizi informativi e interattivi); organizzare importanti sinergie e network di collaborazioni al fine di realizzare, in prospettiva, un Polo di Eccellenza Tecnologico – servizi di nuova generazione; facilitare l’incontro tra mondo della pubblica amministrazione, della ricerca e mondo produttivo; individuare i cluster tecnologici-progettuali già presenti o potenzialmente sviluppabili sul territorio; trasformare il processo di sviluppo tecnologico del territorio da progetto interno all’ente a processo continuo governato e partecipato dai Comuni aderenti; promuovere nuove iniziative innovative, strutturali ed infrastrutturali. Le finalità specifiche che il Consorzio CST Terra di Lavoro vuole conseguire, a supporto di tali obiettivi di fondo, sono: rafforzare gli interventi di e-Government sul territorio, ampliando le iniziative progettuali già messe in atto sul territorio provinciale; fornire alle amministrazioni comunali dell’aggregazione una risposta veloce e personalizzata alle richieste riguardanti l’introduzione e l’utilizzo degli strumenti tecnici e tecnologici necessari ad una loro crescita operativa; raccogliere segnalazioni e suggerimenti per individuare problematiche e prospettare possibili soluzioni, favorire il dialogo tra gli Enti comunali, tra Comune e Provincia, tra gli Enti ed i cittadini. Il CST, in qualità di soggetto istituzionale proponente l’iniziativa, si impegna a coordinare le azioni progettuali e programmatiche che COPERNICO andrà a sviluppare sul territorio, adeguando ogni intervento operativo alle esistenti ed espresse esigenze di ciascun altro soggetto aderente. Per la concreta attuazione delle predette iniziative il CST curerà, sulla base delle indicazioni provenienti dall’aggregazione dei Comuni, e di quelle eventualmente fornite dal filtro tecnico del CST, la definizione degli obiettivi strategici che si intenderanno perseguire e delle azioni da intraprendere per il conseguimento degli stessi. Gli assi operativi che caratterizzano il ruolo del CST nell’aggregazione – di particolare rilievo e indispensabile nel particolare contesto territoriale costituito come visto da Enti di ridotte dimensioni – si identificano in azioni di: ascolto, coordinamento, mediazione, networking, programmazione. Azioni di ascolto Per venire incontro alle esigenze degli Enti e per evitare incomprensioni nella fase di attuazione di servizi e attività, la Provincia prevede la creazione di momenti di ascolto, strutturati e periodici, con i seguenti obiettivi: prevenire la dispersione di informazione cui spesso si correla strettamente l’insuccesso di un progetto complesso; valorizzare le potenzialità di ciascun Ente, promuovendo il contributo di idee da parte loro per il superamento di eventuali difficoltà operative; promuovere un’azione di orientamento; attivare un’azione di rinforzo e potenziamento del metodo di lavoro e di studio che faciliti il trasferimento di conoscenze; favorire la comunicazione interistituzionale; monitorare le ricadute che le azioni del CST avranno sui Comuni. Azioni di coordinamento Le azioni di coordinamento mirano a stimolare e sostenere le iniziative coordinate dei vari soggetti facenti parte dell’aggregazione, comprendendo attività quali l'organizzazione di riunioni, la realizzazione di report, scambio e diffusione di informazioni, creazione di sistemi di comunicazione e di un gruppo operativo di progetto. Il CST svolgendo il ruolo di capofila si farà carico di: coordinare la progettazione esecutiva delle diverse attività; realizzare azioni di intervento locale finalizzate alla messa in campo di azioni relative alla domanda (fabbisogno degli Enti aderenti); garantire assistenza tecnica ai Comuni aderenti al progetto; realizzare il monitoraggio del bacino dei destinatari dell’intervento. Azioni di mediazione Il Consorzio Centro Servizi Territoriale si propone come un percorso concreto nella direzione di una convergenza mediata delle differenti esigenze del territorio. Da un lato, la crescita professionale del personale pubblico degli Enti, lo sviluppo e l’offerta di servizi sempre più innovativi; dall’altro, una domanda complessa da interpretare, frutto dei bisogni dei vari soggetti sociali: cittadini, imprese, associazioni di categoria, enti… Si entra nel Centro Servizi Territoriale perché se ne condividono le opportunità e le difficoltà, perché si sperimenta il progetto innovativo del territorio in cui si vive, attraverso l’esperienza concreta della relazione tra l’Ente Provincia, i Comuni, la Regione, i suoi servizi, i suoi cittadini. È questo il motivo per il quale l’accesso ai servizi e la loro fruizione divengono espressione concreta del diritto di cittadinanza, del senso di piena appartenenza alla società civile di accoglienza. Il CST si farà, quindi, carico di portare avanti un discorso di mediazione continua laddove si manifestassero forme di squilibri in questo complesso processo operativo. Il ruolo fondamentale del CST è garantire il riconoscimento delle singole identità locali aderenti al Consorzio “CST –Terra di Lavoro”, evitando fenomeni di mimetizzazione (forte sarà la spinta all’assunzione delle responsabilità politiche) e/o di scomparsa (verso un'omologazione umiliante per la propria identità). Il compito principale del CST è quello di permettere la gestione armoniosa delle varie appartenenze culturali/istituzionali: il contesto socio-economico di provenienza di ciascun Ente, le singole progettualità già messe in essere, le priorità di ciascuno, le esigenze politiche... Perché questo avvenga, il ponte da creare lo si immagina percorribile in due sensi. Da un lato, gli Amministratori pubblici devono conoscere e mettere in pratica i passaggi che regolano l’accesso al diritto di fruire dei servizi e del know-how del Centro, ma anche essere consapevoli dei doveri che ne sono il rovescio. Dall’altro, il CST deve contrastare discriminazioni e marginalità sociali e politiche ed al tempo stesso aprirsi alla ricerca di una pratica della convivenza con le diversità. Dinanzi a questi nuovi bisogni diventa sostanziale una politica dell’inclusione che contribuisca, tra l’altro, ad affinare le tecniche di mediazione tra valori disomogenei, spesso conflittuali, e ad attivare nuovi strumenti e soggetti che siano in grado di avvicinare gli Enti Comunali ai propri diritti, facendone comprendere l’esistenza e il senso, ma soprattutto di renderli protagonisti della nuova cittadinanza. Azioni di networking La partnership, nata con il Consorzio “CST - Centro Servizi Territoriale per lo Sviluppo dell’Amministrazione Elettronica e della Società dell’informazione e della Conoscenza nella provincia di Caserta” per la costituzione ed il funzionamento del Centro Servizi Territoriale, intende rafforzare una strategia di mainstreaming orizzontale e verticale tesa a valorizzare le buone prassi sperimentate nel corso delle attività progettuali e attuare azioni sinergiche per lo sviluppo di nuovi servizi, la diffusione e fruizione degli stessi, l'accrescimento tecnologico e formativo degli Enti, il rafforzarsi delle relazioni istituzionali con Regione Campania, Ministero per l’Innovazione Tecnologica e con tutte le altre Amministrazioni Comunali del territorio. Il CST, in quanto capofila del progetto, ha l’onere di contribuire a rafforzare e rendere permanenti le politiche di collaborazione e relazione istituzionale sperimentate e sviluppate nell’ambito del Centro. L’intervento del CST si articola in azioni di mainstreaming orizzontale rivolte ai partner della rete di partenariato ed al territorio di riferimento (altri Enti locali, imprese, associazioni di categoria, centri di ricerca, cittadini...), e in azioni di mainstreaming verticale volte a trasferire, laddove si presentasse l’opportunità, i modelli sperimentati in ambito locale. Tali azioni costituiscono, peraltro, la base di partenza delle future attività di programmazione. L’azione di networking svolte dal CST si indirizzeranno, inoltre, nella ricerca di nuove adesioni al Consorzio e nella facilitazione di collaborazioni istituzionali con soggetti esterni al territorio (Enti di ogni livello, altri CST con i quali avviare scambi di esperienze e/o servizi, …). Azioni di programmazione L’azione di programmazione da parte del CST è volta a mantenere e aggiornare gli obiettivi strategici prefissati nell’impostazione iniziale del Centro Servizi Territoriale e il quadro di insieme delle conseguenti azioni alla luce di: bisogni persistenti ed emergenti delle Amministrazioni Comunali; evoluzione del sistema amministrativo pubblico (introduzione di prodotti e processi innovativi); processi attivati e risultati ottenuti con l’entrata in funzione del Centro. Grazie alla costruzione di questa “azione di sistema”, che il CST promuoverà, è possibile avere la dimensione precisa dell’attività di programmazione e pianificazione da attuare, in termini di numero di servizi da sviluppare, dei settori interessati, del collegamento tra funzione di programmazione e attività di coordinamento.” Il ruolo dei Comuni in quanto associati nel CST I Comuni aderenti al CST si impegnano a partecipare attivamente e consapevolmente al suo funzionamento e a sostenerlo attraverso un rapporto contrattuale che specifica e vincola le diverse parti. In particolare, i Comuni aggregati nel Consorzio “CST TERRA DI LAVORO - Centro Servizi Territoriale per lo Sviluppo dell’Amministrazione Elettronica e della Società dell’informazione e della Conoscenza nella provincia di Caserta”, e, quindi, nella loro qualità di soci del CST, si impegnano a: concorrere in maniera attiva e consapevole alle politiche gestionali e alle scelte operative, attraverso la partecipazione agli organi di governo preposti; contribuire alla definizione dei prodotti e dei servizi, delle configurazioni contrattuali, dei livelli minimi di servizio, dei criteri di definizione dei prezzi e dei ricavi; controllare e valutare l’operato del CST; acquistare annualmente quota parte del portafoglio dei servizi annualmente messo a disposizione dal Consorzio; verificare e confrontare l’offerta di soluzioni e servizi sul mercato analoghi a quelli offerti dal CST; sostenere il CST riconoscendo la disponibilità a fruire, attraverso lo stesso, delle risorse professionali e strumentali funzionali ai propri compiti istituzionali ed eventualmente di un set minimo di servizi base e per un arco temporale predefinito; condividere con gli altri Comuni, attraverso il CST, le competenze, le risorse professionali e strumentali, per quanto possibile, disponibili; adottare i metodi e gli strumenti proposti dalla Regione e dal GLM, per la misurazione degli effetti del CST sull’operato dei Comuni in modo da poterne indirizzare lo sviluppo futuro. Il ruolo dei Comuni in quanto utenti dei servizi del CST Gli stessi Comuni, usufruendo dei servizi del CST e, quindi, in qualità di clienti del CST, si impegnano a: fornire tutte le informazioni necessarie a determinare e stimare la domanda di servizi (dati sul fabbisogno, condizioni contrattuali in essere, risorse strumentali e sistemi in uso…); collaborare con il CST per pervenire ad una progettazione e implementazione dei servizi che risponda agli obiettivi prefissati; concordare e sottoscrivere i livelli minimi di servizio e di assistenza richiesti; adottare le modalità per la valutazione dei livelli di servizio; effettuare il monitoraggio dell’erogazione dei servizi; riconoscere un compenso per i servizi con la consapevolezza di poter recedere senza penali in caso di disallineamento con gli accordi siglati. CAPITOLO XII La determinazione delle modalità di gestione degli eventuali contenziosi, i meccanismi di recesso da parte degli Enti associati e di adesione da parte di Enti non associati. Omissis … CAPITOLO XIII Proposta del piano di monitoraggio, con l’individuazione degli indicatori fisici che, successivamente condivisi con il responsabile dell’O.O. 5.1 Settore 02, sono ritenuti utili per la verifica dell’andamento del progetto e quindi del suo grado di realizzazione. Una volta programmato il progetto ed assicurati i finanziamenti, comincia la fase di realizzazione. È raro che un progetto si svolga esattamente come programmato e capita frequentemente che esso prenda una direzione diversa dalla programmazione. I responsabili della gestione del progetto hanno l’importante funzione di stabilire sufficienti controlli sul progetto, tali da assicurare che esso non devii dall’ottenimento degli obiettivi. Questo avviene attraverso il Monitoraggio, la sistematica e continua raccolta, analisi ed uso d’informazioni per verificare il progetto e prendere decisioni a riguardo. Il Monitoraggio di un progetto è parte integrante della gestione ordinaria. Il suo scopo è quello di fornire informazioni tali che chi gestisce possa identificare e risolvere problemi di realizzazione e verificare l’andamento del progetto in relazione al piano originario. Vi sono cinque passi principali nel disegno e nella specificazione di un sistema di monitoraggio a livello di progetto: 1. Analizzare gli obiettivi del progetto per definirlo chiaramente. Un buon Monitoraggio dipende dalla chiarezza della definizione degli obiettivi. L’Approccio del Quadro Logico aiuta ad individuare quelle azioni pensate per ottenere specifici risultati ed obiettivi. Questa sequenza logica rende la scelta degli indicatori di monitoraggio più semplice. 2. Vagliare le procedure di Realizzazione per determinare le esigenze d’informazione ai diversi livelli della struttura di gestione del progetto. Il dettaglio dell’informazione richiesta e la frequenza della stesura di Rapporti dipenderà dal livello di gestione. In questa fase, in pratica, bisogna individuare quali esigenze d’informazione si legano a quali ruoli decisionali. 3. Vagliare gli Indicatori per misurare il raggiungimento degli obiettivi. Attenzione prioritaria all’interno della squadra che gestisce la realizzazione sarà data al monitoraggio finanziario e fisico delle attività e dei risultati. Gli strumenti del monitoraggio sono i registri per paragonare sia le spese effettivamente sostenute in rapporto al budget previsto sia i progressi reali alla Tabella d’Attività. 4. Stabilire il Formato per i Rapporti in modo da fornire ai coordinatori dei diversi livelli di progetto l’accesso ad informazioni pertinenti che facilitino l’analisi. 5. Preparare un piano per la messa in atto del Monitoraggio in cui si specifichi il personale necessario, le competenze e la formazione richiesta, la chiara distribuzione di funzioni (quali la raccolta di informazioni) e responsabilità (quali chi debba stendere i Rapporti). 6.2.1 Analizzare gli Obiettivi del Progetto È possibile che tra la progettazione e la realizzazione sia trascorso del tempo, e l’ambiente in cui il progetto deve svolgersi, così come gli attori coinvolti, possono essere mutati. È dunque ragionevole iniziare la Realizzazione con un Laboratorio d’Inizio Progetto (‘Project Start-up Workshop’). Lo scopo del laboratorio è quello di riunire tutti gli attori coinvolti per rivedere i documenti del progetto e le condizioni chiave. Queste formeranno la base del sistema di Monitoraggio e di Valutazione. 6.2.2 Vagliare le Procedure di Realizzazione Il QL fornisce il quadro generale per l’identificazione delle esigenze d’informazione. È importante, però, mettere in relazione le esigenze informative con i diversi livelli della struttura che gestisce il progetto. Il dettaglio dell’informazione fornita e la frequenza dei Rapporti varieranno secondo il livello di gestione. Ad esempio, un amministratore di progetto avrà bisogno d’informazioni quotidiane, mentre un contraente avrà bisogno d’informazioni più generali riguardo ai risultati o le necessità di variazione al programma di lavoro che dovrà rivolgere all’ente realizzatore. Una revisione delle procedure di realizzazione comporta una revisione delle attività e di chi le realizzerà. A questo scopo si usa la Tabella d’Attività. Revisionando le procedure di realizzazione (chi fa cosa) in consultazione con il personale dell’istituzione partner, i ruoli, le funzioni e le responsabilità sono resi espliciti, così come le connessioni tra tipo d’informazioni e livello di gestione. Può essere utile in questa fase creare una tabella in cui elencare l’informazione: chi la usa, quale informazione è richiesta, quale siano le fonti e chi è responsabile della stesura del Rapporto. Vi sono cinque passi principali nel disegno e nella specificazione di un sistema di monitoraggio a livello di progetto: 1. Analizzare gli obiettivi del progetto per definirlo chiaramente. Un buon Monitoraggio dipende dalla chiarezza della definizione degli obiettivi. L’Approccio del Quadro Logico aiuta ad individuare quelle azioni pensate per ottenere specifici risultati ed obiettivi. Questa sequenza logica rende la scelta degli indicatori di monitoraggio più semplice. 2. Vagliare le procedure di Realizzazione per determinare le esigenze d’informazione ai diversi livelli della struttura di gestione del progetto. Il dettaglio dell’informazione richiesta e la frequenza della stesura di Rapporti dipenderà dal livello di gestione. In questa fase, in pratica, bisogna individuare quali esigenze d’informazione si legano a quali ruoli decisionali. 3. Vagliare gli Indicatori per misurare il raggiungimento degli obiettivi. Attenzione prioritaria all’interno della squadra che gestisce la realizzazione sarà data al monitoraggio finanziario e fisico delle attività e dei risultati. Gli strumenti del monitoraggio sono i registri per paragonare sia le spese effettivamente sostenute in rapporto al budget previsto sia i progressi reali alla Tabella d’Attività. 4. Stabilire il Formato per i Rapporti in modo da fornire ai coordinatori dei diversi livelli di progetto l’accesso ad informazioni pertinenti che facilitino l’analisi. 5. Preparare un piano per la messa in atto del Monitoraggio in cui si specifichi il personale necessario, le competenze e la formazione richiesta, la chiara distribuzione di funzioni (quali la raccolta di informazioni) e responsabilità (quali chi debba stendere i Rapporti). L’efficacia dei Rapporti dipende dal fatto che coloro che li usano (utenti) e coloro che li elaborano abbiano una comprensione comune della loro utilità e funzione. L’esperienza insegna che la comune comprensione è spesso minata da due punti deboli: il primo è che si presuppone che gli utenti sappiano in anticipo quello di cui hanno bisogno ed il secondo che gli utenti tendano a richiedere più informazioni di quelle di cui hanno realmente bisogno. Entrambe le situazioni si avverano solitamente nei primi momenti di un programma, quando ruoli e funzioni del personale realizzatore del progetto non sono ancora ben definiti e chiari. Queste situazioni potrebbero rimanere irrisolte nel tempo e in generale, e gli utenti spesso non sono coscienti del tipo d’informazione che è messa a loro disposizione. Il processo d’identificazione dell’informazione è un processo iterativo, poiché sia gli utenti sia l’uso dell’informazione cambia nel tempo. L’onere e la responsabilità di portare avanti una revisione continua delle esigenze dell’utente ricade sul sistema di Monitoraggio e Valutazione (M&V). Questo avviene per mezzo di: • Una presenza costante alle riunioni di programmazione e revisione in modo da rilevare le lacune o gli eccessi che rendono il processo decisionale inefficiente. • Commenti e suggerimenti da parte degli utenti sui contenuti e sul formato dei Rapporti. 6.2.3 Vagliare gli Indicatori di Revisione La selezione degli indicatori è già stata descritta nel Capitolo 3. Una scarsa specificazione degli indicatori diventa elemento di debolezza dei sistemi di M&V. Tra i problemi più comunemente rilevati nella selezione degli indicatori troviamo: • la scelta di troppi indicatori. Vi è una tendenza a sopravvalutare la quantità d’informazione necessaria per prendere una decisione e la quantità d’informazione che può essere letta ed analizzata. Troppo spesso, un manager definisce le proprie esigenze d’informazione in maniera troppo minuziosa e solo dopo si rende conto di come sia semplicemente impossibile leggere tutti i Rapporti richiesti ed assorbirne i contenuti. Le esigenze informative devono essere messe in relazione alle esigenze di gestione e la selezione degli indicatori deve riflettere questa connessione. Questo avviene selezionando un livello minimo d’informazioni necessarie. Informazioni più dettagliate sono soprattutto necessarie a livello operativo quotidiano, mentre dati aggregati e abbreviati sono piuttosto utili a livelli più alti. • la scelta d’indicatori eccessivamente complicati che implica problemi maggiori per la raccolta dei dati in termini di capacità e risorse richieste. Gli indicatori qualitativi sono un modo per rappresentare informazioni complesse in maniera sintetica. • un’eccessiva importanza data agli indicatori di progresso che forniscono informazioni insufficienti sul rendimento del progetto. Solitamente si sostiene che non è possibile misurare l’impatto di un progetto in corso. A nostro avviso, al contrario, se si usano degli indicatori-guida8 sarà possibile avere una valida indicazione del probabile raggiungimento degli obiettivi. Se i clienti sono soddisfatti dei servizi forniti dal progetto, allora è probabile che continueranno ad utilizzarli e questo comportamento si tradurrà in benefici reali di lungo periodo. La selezione degli indicatori d’impatto è un momento essenziale della progettazione e può aiutare a definire in maniera più accurata gli obiettivi e i potenziali clienti. Dovrebbe essere quindi al centro delle iniziali discussioni tra partner. 6.2.4 Documentazione I project manager ed il coordinamento istituzionale vorranno revisionare settimanalmente o bisettimanalmente i progetti e confrontarli con il budget e le attività previste. Molta parte di queste informazioni sarà di natura operativa, per uso interno alla squadra di progetto. Alcuni elementi selezionati, insieme a dati aggregati su macchinari e forniture, potranno essere considerati indicatori chiave da includere in un Rapporto di Progresso del Progetto (RPP). Non basta, però, che i dati siano correttamente raccolti per parlare di Monitoraggio di successo. L’informazione raccolta deve infatti essere poi comunicata nella forma adeguata alla persona giusta, al momento giusto. Solo allora possono essere prese decisioni di gestione per affrontare i problemi al momento appropriato ed assicurare che il progetto non incontri ostacoli. A questo scopo, devono essere fissati alcuni ‘meccanismi di comunicazione’ che generino informazione necessaria, usata in maniera efficiente e tempestiva. Due importanti meccanismi sono: • i Rapporti di Avanzamento del Progetto – ovvero i resoconti periodici (settimanali, mensili o trimestrali) dei progressi. Questi includeranno informazioni chiave derivanti dagli indicatori fisici e finanziari contenuti nel QL, nella Tabella d’Attività e nella Scheda di Spesa. Non basta che i membri della squadra affermino che ‘tutto procede secondo programma’, essi devono dimostrarlo ‘indicatori alla mano’. • Revisione del Progetto – ovvero riunioni tenute regolarmente per confrontare i progressi del progetto rispetto al programma. In questa occasione si possono presentare rapporti scritti da sottoporre a discussione o semplicemente relazionare oralmente la situazione corrente ed eventuali questioni problematiche. Revisioni troppo frequenti o drastiche possono danneggiare il progresso di un progetto e la tentazione è di rivedere continuamente il programma di base alla luce di nuove esperienze sopraggiunte. La revisione è doverosa ma se vi trovate a spendere più tempo sul programmare piuttosto che sul fare allora vi è un disequilibrio in atto: cercate di costruire su quello che è stato raggiunto piuttosto che cercare di modificare continuamente il programma. Rapporti di Avanzamento I Rapporti di Avanzamento sono solitamente scritti secondo un formato che permette il confronto tra i diversi rapporti nel tempo. I contenuti dei Rapporti dovrebbero corrispondere al QL e ai suoi prodotti: Tabella d’Attività, Budget e Scheda di Spesa. In ognuno di questi sono stabiliti degli obiettivi da raggiungere: indicatori di quantità, qualità e tempo (QQT) a livello di Risultati, di Obiettivo Specifico e di Obiettivi Generali; traguardi da raggiungere per le Attività; Stima delle Spese per la Scheda di Spesa e previsioni temporali per la Tabella d’Attività. Lo scopo dei Rapporti di Avanzamento è quello di fornire un quadro attuale della realizzazione di un progetto, valutato in base agli indicatori e ai traguardi stabiliti. La struttura di riferimento è la seguente: I dati che riguardano successi programmati si confrontano con ➥ Dati sui successi reali ottenuti, per identificare… ➥ Rilevanti deviazioni dal piano, come base per…. ➥ Identificazione di problemi ed opportunità, per identificare…. ➥ Azioni e alternative correttive. MONITORAGGIO E DOCUMENTAZIONE All’interno di questa struttura, il Rapporto dovrebbe includere: • Un riassunto della situazione corrente del progetto valutato attraverso gli indicatori per l’Obiettivo Specifico e per i Risultati. • Le principali Attività intraprese nel periodo descritto dal Rapporto, in confronto con la Tabella d’Attività stabilita. • Le spese sostenute nel periodo a cui si riferisce il Rapporto e le spese cumulate dall’inizio progetto, in confronto al budget e alla Scheda di Spesa stabilita. • Una stima del numero dei clienti serviti o dei beneficiari raggiunti durante il periodo. • I problemi correnti o previsti ed eventuale piano di soluzione. • Principali attività programmate e tabella per il periodo seguente. Il monitoraggio del progetto sarà basato su una semplice struttura di controllo e su uno strumento informatico capace di raccogliere e mantenere aggiornate tutte le informazioni relative ai diversi task, alle risorse, ai punti di verifica. Si utilizza un semplice strumento di gestione dei progetti commerciale, messo a disposizione in rete per poter aggiornato da tutte le risorse che lavorano al progetto. Il Responsabile di Progetto è il referente del CST che coordina tutte le attività di progetto garantendo il rispetto delle tempistiche di realizzazione di ciascuna area di intervento e gestendo le eventuali criticità con una visione complessiva di tutta l’organizzazione. Il responsabile di Progetto è quindi la figura di riferimento per i tre responsabili di area di intervento i quali riportano periodicamente gli Stati Avanzamento Lavori per consentire al Responsabile di Progetto di mantenere costante e dettagliato monitoraggio di tutte le attività in campo. Monitoraggio delle forniture tecnologiche Il Responsabile di Progetto si occuperà di far predisporre una serie di test di accettazione per il materiale e le realizzazioni tecnologiche e informatiche che saranno fornite dalle società che si aggiudicherà l’apposita gara ad evidenza pubblica. Questa fase è molto critica poiché si tratta di coordinare il lavoro di più soggetti, appartenenti a diverse aziende. Le diverse aree hanno impatto sia sulla possibilità di realizzare i servizi sia sui tempi previsti per il loro rilascio in produzione. Per ridurre al minimo le possibilità di problemi è necessaria una documentazione precisa e una serie di test di accettazione che possano permettere di iniziare lo sviluppo dei servizi a partire da strutture consolidate e collaudate in tutte le loro funzionalità. Il progetto esecutivo deve essere strutturato in modo da consentire di rilevare oggettivamente la rispondenza ai criteri di valutazione. Il progetto deve essere redatto in lotti funzionali, monitorabili e verificabili singolarmente ai fini del controllo dell’intervento e per una eventuale erogazione sequenziale dei finanziamenti. Capitolo XIV Sostenibilità 14.1 Introduzione Un progetto può essere definito sostenibile quando continua a produrre benefici per il gruppo scelto per un periodo di tempo esteso oltre l’assistenza da parte dei donatori. Troppo spesso nel passato i progetti sono falliti perché una serie di fattori critici non è stata presa nella necessaria considerazione. L’esperienza dimostra che la sostenibilità di lungo periodo dipende dai seguenti fattori: • Sostegno alle Politiche, ovvero la durata del sostegno da parte del governo con cui si collabora per la continuazione dei servizi forniti dal progetto dopo la fine del supporto dei donatori. • Tecnologie Appropriate, ovvero la sicurezza che si possa continuare ad utilizzare le nuove tecniche e tecnologie introdotte nel corso del progetto, che esista la disponibilità di pezzi di ricambio, che ci siano sufficienti regolamenti di sicurezza, che le tecnologie siano appropriate alle capacità locali di operazione e mantenimento, ecc. • Capacità Istituzionale e Imprenditoriale, ovvero se esista la capacità e la volontà da parte delle agenzie che realizzano il progetto di continuare a fornire i servizi al di là della presenza e l’intervento dei donatori. • Fattibilità Economica e Finanziaria, ovvero se i benefici aggiunti del progetto superino i costi e se il progetto rappresenti un investimento fruttuoso a lungo termine. • Questioni Socioculturali e di Genere che hanno influenza sulla motivazione e sulla partecipazione, ovvero il grado in cui siano stati considerati i bisogni dei gruppi destinatari e l’effetto che hanno la giusta motivazione e partecipazione sulla distribuzione di benefici a lungo termine. • Impatto Ecologico, ovvero il grado in cui il progetto protegge o danneggia l’ambiente naturale e di conseguenza supporta o ostacola il raggiungimento dei benefici di lungo periodo. Questi fattori sono valutati in termini della loro probabilità e incidenza, come i fattori esterni (usando un simile percorso). Il problema fondamentale dei CST, e più in generale di tutto l’eGovernment riguarda la sostenibilità. La cultura di business all’interno della Pubblica amministrazione è bassa, e spesso guardata con sospetto. I servizi che fanno parte dell’eGovernment, per la natura stessa di servizi generali ai cittadini e alle imprese devono essere forniti ai contribuenti in forma gratuita, oppure ad un costo limitato. Anche i servizi a regime erogati in forma digitale permettono alla pubblica amministrazione il risparmio di tempo e risorse e un possibile abbattimento dei costi rispetto allo stesso servizio erogato dallo sportello fisico. Tuttavia, questa diffidenza alla cultura del business va superata, perché un modello di business non implica necessariamente un obiettivo di profitto, ma può avere come finalità la sostenibilità di un servizio erogato al cittadino in modo efficiente ed efficace. Costruire un modello di business del CST appropriato è un compito piuttosto arduo per le diverse caratteristiche regionali e locali. Per questo, è stata pensata l’apertura di un dialogo virtuale tra i Comuni intorno al tema della sostenibilità che permetta attraverso la cooperazione di scambiare opinioni e di studiare possibili soluzioni innovative. Per assicurare la sostenibilità, la strategia di sviluppo del CST provinciale, pone al centro l’organizzazione da parte del CST di servizi ai Comuni ( servizi di carattere gestionali), e la creazione di una struttura tecnologica (il centro tecnico), in grado di erogare servizi di base anche ad altre organizzazioni presenti sul territorio. Per esempio, è perfettamente ipotizzabile che il sistema d’autenticazione, il sistema di pagamento, oppure di “hosting” dei siti-web, siano utilizzati a pagamento dalle piccole e piccolissime imprese, e da chiunque intende fornire servizi sul territorio. La sostenibilità è stata studiata sin dalla progettazione stessa del CST, in modo da assicurare la presenza di tutti gli strumenti e i servizi che permettano non solo di fornire servizi ai membri del CST, ma anche servizi che favoriscano lo sviluppo locale. Questa strategia ha un altro pregio, quello di rendere attrattivo il CST per la comunità, e di favorire lo sviluppo dell’economia locale e la coesione sociale. D’altro canto, più si coinvolgono le forze produttive e sociali nell’attività del CST e più importanti diventeranno le reti ed i siti-web dei Comuni aderenti. E’ necessario rilevare che la gestione a regime dell’attività del CST suppone la creazione di un modello di business, previsto già nella fase progettuale, anticipando l’avvio del CST dopo la prima fase di organizzazione. 14.2 Modello di Business Il presente paragrafo ha lo scopo di rappresentare un’ipotesi di modello di business per la fase di gestione ordinaria e sostenibilità economica del CST. In particolare si fa riferimento al triennio successivo a quello di impianto iniziale (definito “progettazione e avvio”). Detto modello è così configurato: Il CST sarà dotato di una struttura organizzativa i cui costi saranno considerati nello sviluppo del modello di Business che garantirà, agli enti locali associati, la continuità di esercizio del CST negli anni successivi ai quelli di realizzazione del progetto. Il soggetto gestore del CST eroga, attraverso l’infrastruttura precedentemente realizzata, i servizi per la Pubblica Amministrazione Locale, i cittadini e le imprese. I costi della gestione operativa del CST (erogazione, assitenza, manutenzione, implementazione ed aggiornamento tecnologico) saranno considerati nello sviluppo del modello di Business. Nel modello i servizi di e-gov previsti corrispondono ad un lotto minimo di servizi cui potranno aggiungersene altri in funzione delle opportunità di business che nel tempo si potranno presentare, e che via via verranno valutati. I ricavi derivanti dalla erogazione dei suddetti servizi saranno considerati nello sviluppo del modello di Business distinguendo tra: 1. Servizi che prevedono un pagamento a carico degli utenti finali (amministrazioni o cittadini/impresa). Tali servizi saranno attivati a richiesta e sono stati definiti “aggiuntivi”. 2. Servizi specialistici che saranno oggetto di analisi e progettazione avanzata condotta in cooperazione con gli enti aderenti. Tali servizi saranno attivati a richiesta e sono stati definiti “avanzati”. Il modello considera anche una voce “canoni” derivanti dall’azione di comunicazione, marketing e commerciale che il CST avvierà con l’obiettivo di creare una base di utenza stabile che acquista i servizi “di base” erogati e corrisponde un canone annuale per renderli disponibili ai cittadini. Il modello di business terrà in considerazione anche la eventuale presenza di una tipologia di servizi non strettamente legati all’e-gov ma di supporto ai processi amministrativi degli enti aderenti. Rientrano in tale tipologia la consulenza amministrativa, la consulenza legale e più in generale i servizi di consulenza organizzativa, per la formazione, nella gestione dei contratti. Il modello include anche ricavi dalla vendita ad altri enti pubblici di servizi “di base” già attivati nella fase di pre-esercizio; questi attraverso opportuni accordi di servizio possono costituire un notevole potenziale di ritorno dell’investimento avendo già realizzato le infrastrutture e configurati il servizi nella fase di pre-esercizio. NB. Per la previsione dei costi e dei ricavi nel medio-lungo periodo si veda il precedente capitolo sui flussi di cassa nel primo triennio. 14.3 AUTO-SOSTENIBILITÀ DEL MODELLO Il modello di business proposto presenta caratteristiche di autosostenibilità in quanto conferisce al CST una capacità di revenue immediata e autonoma rispetto ai finanziamenti iniziali per la realizzazione. A sostegno di tale affermazione si espongono di seguito i driver di ricavo e la loro autoconsistenza. Si può ritenere che: Gli enti locali saranno coinvolti e motivati a delegare al CST attività che ad oggi sono costose oltre che rischiose (si pensi ad esempio alla sicurezza e alla affidabilità ed alla continuità del servizio) se gestite dalle singole amministrazioni. nel triennio successivo alla fase di avvio si ritiene che le amministrazioni locali troveranno molto più conveniente pagare un canone al CST piuttosto che tornare ad una gestione autonoma dei servizi che risulterebbe molto più onerosa. Nel triennio di esercizio infine, i cittadini, ormai abituati a servizi a contenuto tecnologico avanzato, dotati di una carta di indentità elettronica, informati sulla flessibilità, facilità d’uso e comodità dei servizi di e-gov, avranno preso confidenza con servizi di base utili ed efficaci e saranno ben disposti ad utilizzare anche i servizi aggiuntivi ed avanzati contribuendo in parte alle spese di erogazione. Le infrastrutture e i servizi di base realizzati nella fase di avvio potranno essere messe a disposizione anche di ulteriori enti locali interessati a servirsene, ci riferiamo ad esempio alle Comunità Montane. Inoltre è fondato supporre che anche altri comuni che attualmente non fanno parte del CST possano essere interessati a servirsi in seguito del CST costituito ed operante. Capitolo XV Figure professionali e gruppo di lavoro multidisciplinare Omissis ….