Transistor MOS integrati

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BJT
MOS
Come non fare un circuito integrato
• I transistor non sarebbero isolati. Il substrato di Si con un certo tipo di
drogaggio (o n o p) semplicemente cortocircuita tutte le parti di transistor
con lo stesso genere di drogaggio.
• Non c'è abbastanza spazio per “collegare un filo". Ricordate che la base
deve essere molto stretta ( < 1 µm)?
• Come si fa a disegnare la sequenza di transistor sia npn che pnp in un
pezzo di Si drogato di tipo n o p?
Bisogna lavorare con dimensioni molto piccole nella direzione longitudinale.
Un altro modo che non funziona
Base
Emitter
Pro
• Abbastanza spazio per le connessioni.
• È relativamente facile produrre il drogaggio: Si inizia con un substrato pi
(p.es. con B); si diffonde del P nel Si dove si vuole la Base,
sovracompensando il B. Per fare l'emettitore, si diffonde molto B nel cristallo
e lo si converte di nuovo in p-Si
• L'ampiezza della base può essere molto piccola
Contro
• Ancora nessun isolamento tra i collettori: il substrato è il collettore di tutti i
transistor
Un altro passo avanti…
Collettore
Base
Emitter
Pro
Questo disegno garantisce buone condizioni di isolamento, perché c'è sempre
una congiunzione p-n polarizzata inversamente tra due terminali di transistor
diversi.
Contro
Ora si deve cambiare il substrato n-drogato in un drogaggio di tipo p,
(compensando con B), poi di nuovo convertire il drogaggio in tipo n, ed ancora
una volta in tipo p.
Vediamo un diagramma di profilo di diffusione…
Base
Emettitore
Collettore
Ricordate che il drogaggio deve essere Emettitore > Base > Collettore?
… e i problemi che derivano
Il log della concentrazione è
all’incirca ciò che si dovrebbe avere.
(A parte il fatto che la scala di
profondità nei moderni IC è minore).
Problemi:
• E’ piuttosto difficile produrre
giunzioni con profondità esattamente
determinate.
• Il controllo dell'ampiezza della base non è semplice.
• Non è semplice raggiungere il drogaggio necessario sovra-compensando il
drogaggio esistente tre volte. Se il substrato ha una resistività di 10 W.cm, il
collettore avrà una resistività minore (ha una maggiore concentrazione di
droganti), diciamo 5 W.cm; questo porta la base a circa 1 W.cm e l’emettitore
a circa 0.1 W.cm. Sono valori accettabili, ma vincolano il progetto.
• Ricordate: è il rapporto del drogaggio tra base ed emettitore che fornisce il
fattore di amplificazione!
Come fare un circuito integrato …
• Si inizia con un wafer drogato n (ovviamente è possibile anche partire con
un wafer drogato di tipo p). Si diffonde sopra uno strato p+.
• Sopra al wafer si pone uno strato epitassiale di Si drogato p. Lo strato
epitassiale sarà sempre il collettore del transistor.
• Quindi diffondiamo un anello chiusodi materiale n attorno all’area che
definisce il transistor, in modo che affondi nel wafer. Questo isola il transistor
dai vicini in quanto, indipendentemente dal potenziale applicato, una
giunzione p-n sarà sempre polarizzata inversamente.
• Quindi diffondiamo le regioni di base (n) e di emettitore (p) nell’epi-strato.
… e perché questo funziona
Vantaggi:
• Abbiamo solo due diffusioni "critiche“, dove è importante avere una precisa
concentrazione di drogante.
• Il transistor è nello strato epitassiale dove si ha una qualità decisamente
migliore (in termini di difetti del cristallo, livello e omogeneità del drogaggio,
vita media dei portatori minoritari, ...) che nel substrato di Si.
• Abbiamo a disposizione un livello di connessioni (lo strato p+ layer sotto il
transistor) che si può estendere a qualcos’altro, per esempio al collettore di
un altro transistor!
Monocristallo di Si
Un tipico wafer è fatto di Si di elevata purezza,
cresciuto in forma monocristallina sotto forma di
lingotto (di forma quasi cilindrica) con un diametro
massimo attuale (2006) di 40 cm.
Wafer
I lingotti vengono sezionati in wafer (fette),
attualmente sono di spessore 0.75 mm. Lo
spessore del wafer aumenta all'aumentare del
diametro del lingotto. Da lingotti di 40 cm si
riescono a produrre wafer di 30 cm di diametro.
La superficie del wafer viene sottoposta ad un
trattamento superficiale di planarizzazione e le
due facce vengono rese parallele. La planarità di
un wafer di silicio è tra le massime possibili tra le
superfici lavorate di interesse tecnologico.
wafer di silicio di 10 cm con finitura a specchio
Crescita epitassiale
Per crescita epitassiale si intende la deposizione di
sottili strati di materiale cristallino su un substrato
massivo, anch'esso cristallino, che ne indirizza la
crescita e ne determina le proprietà strutturali. Lo
spessore dello strato epitassiale può variare dalla
frazione di nanometro a centinaia di micron.
L'epitassia può definirsi omoepitassia quando il
materiale epitassiale è lo stesso del substrato
massivo, oppure eteroepitassia, quando il materiale
epitassiale è chimicamente differente dal substrato.
Le connessioni in un IC
Come connettiamo alcuni milioni di transistors (per esempio 50 000 000…) tra
loro e alla alimentazione? E senza che Ie connessioni si tocchino?
Ovviamente bisogna avere le connessioni su diversi piani (è inevitabile che si
incrocino).
Si copre tutto con un isolante (SiO2).
Sopra l’ossido di fanno correre dei “fili”, e dove si vuole connettere il transistor
si fa un foro nello strato di SiO2.
Ogni transistor ha bisogno di tre fori (E-B-C) e presto si presenta il problema
degli incroci.
Metallizzazione multi-level
C’è già un secondo livello nel Si, “nascosto” che abbiamo steso prima della
crescita epitassiale. Può essere utilizzato per collegare i collettori dove ciò ha
senso. (Nota: spesso i collettori sono collegati all’alimentazione)
Questo non è abbastanza: si ripete allora il processo di stesura dell’isolante e di
uno strato metallico, e poi ancora un altro etc…
Si può arrivare a 7 o più strati di connessione (o metallizzazione)
I materiali
Tra gli strati metallici abbiamo bisogno di un isolante.
Si usa molto SiO2; per i chip moderni preferiremmo usare qualcosa di meglio: in
particolare, un materiale con una costante dielettrica ε inferiore (per il SiO2 vale
circa 3.7).
Per il metallo Al viene sostituito da Cu, anche se è molto più costoso. Perchè?
La resistenza totale R di una linea di Al è determinata dalla resistività ρ = 2,7
µΩ.cm dell’Al e dalla geometria della linea. Poiché le dimensioni sono sempre
le più piccole che si può realizzare, siamo legati da ρ. Tra linee vicine, si ha una
capacità parassita C, determinata dalla geometria e dalla costante dielettrica ε
dell’isolante tra le linee.
Assieme queste determinano una costante di tempo R·C, direttamente
proporzionale a ρ·ε. Questa costante di tempo del collegamento cade nella
regione dei ps, e dà un limite superiore assoluto per la propagazione del
signale. In altre parole: il ritardo del segnale in strati di metallizzazione in Al
isolati da strati di SiO2 restringe la frequenza operativa di un IC a circa 1 GHz.
Questo andava bene prima del 1998, perchè I transistor erano comunque più
lenti, ma è un problema al giorno d’oggi (2000 +)!
Quindi bisogna usare materiali con valori di ρ e ε minori. La scelta è limitata;
per il metallo è stato scelto Cu (ρ = 1,7 µΩ.cm); per quanto riguarda il
dielettrico, il SiO2 (ε = 3,7) non è stato ancora rimpiazzato..
Un esempio
Immagini di un chip IBM avanzato con 7 strati di metallizazione, completamente
realizzato in W and Cu. A sinistra: il dielettrico tra gli strati metallici è stato tolto. In
questa scala I transistor non si vedono; si trovano sotto le “interconnessioni locali in
tungsteno” nell’immagine di destra.
Transistor MOS integrati
I transistors MOS sono completamente differenti dai BJT,
anche nel modo in cui sono integrati.nel substrato di SI.
Abbiamo una regione di source e una di drain nel Si
(drogato differentemente rispetto al substrato) con alcune
connessioni. Tra S e D c’è un sottile gate dielettrico, sul
quale c’è l’elettrodo di gate fatto dello stesso materiale
conduttore che conduce al mondo esterno.
Lo spessore del dielettrico è minore di 10 nm, la
dimensione laterale delle regioni di S, G e D è ben minore
di 1 µm.
Se integriamo diversi transistor MOS,
potrebbe sembrare che li possiamo
mettere nello stesso substrato di Si.
Un problema …
Sembra tutto a posto: i transistor sono
isolati uno dall’altro perchè una delle
giunzioni p-n tra loro è sempre
polarizzata inversamente…
In realtà dobbiamo considerare dei
“transistor parassiti”: se nello spazio
tra i transistor un filo passa sopra lo
strato isolante, può capitare che si trovi in qualche momento ad alto potenziale.
Il D del transistor di sinistra assieme al S del transistor di destra allora formano un
transistor “parassita” avendo lo strato isolante come dielettrico di gate, e il filo che
passa sopra l’isolante come elettrodo di gate. Poichè tutto è piccolo, la tensione di
soglia può essere raggiunta e troviamo un passaggio per la corrente dove non
dovrebbe esserci.
Questo è un aspetto della tecnologia dei circuiti integrato: oltre agli elementi
progettati, è possibile ritrovare transistor, resistenze, capacità e diodi parassiti.
… e la soluzione
La soluzione è rendere la tensione di soglia maggiore di qualunque
voltaggio si possa incontrare nel sistema. Per fare questo si aumenta
localmente la larghezza del dielettrico isolante.
Notiamo l’isolamento addizionale chiamato “ossido di campo”
C’è il problema addizionale che le interfacce e le superfici non sono più piatte.
Questo costituisce uno dei maggiori problemi nell’integrazione su larga-scala!
Notiamo che il Gate è, in linea di principio, un condensatore. La stessa tecnica può
essere quindi utilizzata per realizzare capacità.
I condensatori
Per realizzare grandi capacità (dell’ordine di 50 f F) servono grandi superfici
(diversi µm2) in quanto non possiamo rendere il dielettrico arbitrariamente sottile
(effetti di tunneling, breakdown precoce etc). Serve quindi uno spessore di circa 5
nm of SiO2. Se l’areadel condensatore divanta troppo grande, la scappatoia è la
terza dimensione: si arrotola il condensatore, o in giù nel substrato, o in su negli
strati sopra il Si.
Il condensatore a destra viene chiamato “trench”.
Notiamo, soprattutto, che la tecnologia integrata non è più “planare” ma tridimensionale.
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