12/04/2011
I denti rappresentano il
tessuto più duro e resistente
del corpo umano, pertanto
resistono meglio di altri resti
scheletrici allo scorrere del
tempo e vengono, in genere,
rinvenuti anche tra resti male
conservati.
Simona Minozzi
Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica
Dipartimento di Oncologia, dei Trapianti e delle Nuove Tecnologie in Medicina
Università di Pisa
Università di Pisa,
Divisione di Paleopatologia,
Storia della Medicina e Bioetica,
Fortunatamente, i denti rappresentano anche uno dei più
importanti serbatoi di notizie sull’individuo a cui appartengono:
2
Vocaboli utili parlando di denti:
dentatura anteriore = incisivi e canini
ƒ
aspetti biodemografici (età alla morte e
sesso)
dentatura posteriore = premolari e molari
ƒ
episodi di stress nutrizionali o di malattia
subiti (ipoplasia dello smalto)
dentatura post-canini = premolari e molari
ƒ
abitudini alimentari
ƒ
condizioni generali di vita e di salute
(igiene orale, affezioni dentoalveolari)
ƒ
inquadramento genetico
ƒ
variabilità popolazionistica
ƒ
eventuali attività funzionali (uso dei denti
in attività non alimentari)
ƒ
condizionamenti culturali
ƒ
fenomeni adattativi (dimorfismo sessuale,
specializzazioni)
ƒ
indicatori filogenetici e tassonomici
Università di Pisa,
Divisione di Paleopatologia,
Storia della Medicina e Bioetica,
3
Università di Pisa,
Divisione di Paleopatologia,
Storia della Medicina e Bioetica,
4
1
12/04/2011
SUPERFICI DEL DENTE ED ORIENTAMENTO
SUPERFICI DEL DENTE ED ORIENTAMENTO
Il lato vestibolare del dente è quello verso l’esterno della bocca, più
vicino alle labbra (detto anche labiale per i denti anteriori e buccale
per i denti posteriori);
La superficie mesiale è la parte del dente più vicina alla linea mediana.
La superficie distale è la parte del dente più lontana dalla linea
mediana ed è opposta alla superficie mesiale.
il lato linguale è rivolto verso la cavità orale, verso la lingua;
la superficie occlusale è la
superficie che va a contatto
con il dente antagonista,
per incisivi e canini è detta
superficie incisale.
Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica,
5
La dentizione umana è
caratterizzata da denti
decidui nell’età infantile, che
vengono completamente
sostituiti da quelli permanenti,
attorno agli 11-12 anni di età.
Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica,
6
DENTI DECIDUI
I denti decidui sono 20
10 per ogni arcata:
4 incisivi,
2 canini
4 molari.
Tavole di sviluppo ed eruzione dentaria in
relazione all’età. In grigio i denti decidui.
Da Ubelaker (1989), modificato.
S.Minozzi, Università di Pisa
7
Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica
8
2
12/04/2011
DENTI DEFINITIVI
La funzione delle diverse tipologie di denti
I denti permanenti di un soggetto
adulto sono 32, 16 per ciascuna
arcata:
4 incisivi (2 centrali e 2 laterali)
2 canini,
4 premolari
6 molari.
La formula dentaria, uguale anche per scimmie del vecchio
mondo, antropomorfe e ominidi (moderni e fossili) è
2,1 ,2,3.
Rispetto al mammifero ancestrale (3,1 ,4,3) c’ è stata una
riduzione di 1 incisivo e 2 premolari. I premolari adiacenti
al canino sono probabilmente scomparsi in sequenza , così
che i premolari rimasti sono generalmente chiamati P3 e
P4, riflettendo la perdita dei primi due.
Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e
Bioetica
9
10
STRUTTURA DEL DENTE E
DELL’ALVEOLO
La morfologia dei denti è geneticamente determinata e,
dopo il termine dell’accrescimento, non cambia nel corso
della vita.
I denti, al contrario delle ossa, non possiedono capacità
riparative (ad eccezione della dentina)
Il dente si divide in due parti, la
corona, libera nella bocca, e la
radice, inserita nell’alveolo; il
punto di giunzione è chiamato
colletto.
La maggior parte del tessuto
dentario è rappresentata dalla
dentina che è rivestita da
smalto, nella corona, e dal
cemento, nella radice.
Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica
11
S. Minozzi Università di Pisa
3
12/04/2011
Ricostruzione delle condizioni di salute e della qualità della vita
All’interno del dente si
trova la polpa dentaria,
costituita da tessuti molli
contenenti nervi e vasi
sanguigni.
Studio delle affezioni
dentoalveolari
Le radici dentarie sono
inserite nell’osso
mascellare e mandibolare
all’interno di cavità
chiamate alveoli, a cui sono
fortemente ancorate
attraverso i legamenti
periodontali.
ALIMENTAZIONE
IGIENE ORALE
ETA’
ATTIVITA’
LAVORATIVE
SVOLTE CON LA
DENTATURA
Carie
Ascessi
Parodontopatie
Perdite in vita
Tartaro
Malposizioni ed
anomalie
Usura
Ipoplasia dello
smalto
S. Minozzi Università di Pisa
CARIE
DIFESE
IMMUNITARIE
STRESS
NUTRIZIONALE
e/o DI MALATTIA
CARICO
PATOGENO
AMBIENTALE
S. Minozzi Università di Pisa
La carie non interessa i tessuti molli del
dente (la polpa): pulpiti e parodontiti apicali
di origine dentaria non costituiscono forme di
carie ma ne rappresentano, piuttosto, una
complicanza.
La parola carie deriva dal latino cariosus
("decadente", "marcio").
La carie dentaria è una malattia degenerativa
dei tessuti duri del dente (smalto, dentina),
che origina dalla superficie e procede in
profondità fino alla polpa dentale.
La carie è causata dai batteri commensali che
vivono nella bocca e convivono con l'individuo
in fine equilibrio. L’alterazione di questo
equilibrio scatena il potenziale patogeno dei
batteri con l'insorgenza della carie.
La carie pertanto è una patologia infettiva di
tipo opportunista.
Il problema eziologico della carie pertanto
richiede la specificazione delle condizioni
nelle quali i batteri divengono dannosi, più che
l’identificazione dei batteri implicati.
An image from 1300s (A.D.) England
depicting a dentist extracting a tooth
with forceps.
Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica
15
4
12/04/2011
superficie del dente
Pellicola salivare glicoproteica
funzioni protettive: potere
tampone con sali di calcio;
anticorpi e cellule bianche del
sangue, antiabrasione
Streptococcus mutans
glucosio,
componente dei residui
alimentari
Flora microbica
(Streptococcus mutans, S.
milleri, S. mitior, S. sanguis e
Actinomyces, Lactobacillus)
placca batterica,
l’accumulo isola il dente dall’azione protettrice
della saliva ed il metabolismo acido batterico
inizia a sciogliere i minerali del dente se il pH
scende sotto il valore critico di 5.5.
La radice è più vulnerabile poiché il cemento
inizia la demineralizzazione ad un pH di 6.7
DENTINA:
enzimi e sostanze tossiche
prodotte dai batteri cariogeni si
diffondono attraverso i tubuli che
sono direttamente collegati alle
strutture vascolo-nervose
presenti nella polpa attraverso gli
odontoblasti, i cui prolungamenti
citoplasmatici si trovano nei tubuli
dentinali
PULPITE
dilatazione delle arterie, > volume
polpa, flogosi.
ISCHEMIA della polpa e
NECROSI
L’infiltrazione della carie, attraverso la dentina fino al canale del dente, permette la
propagazione dell’infezione batterica ai tessuti alveolari fino ad indurre ascessi e
culminare nella perdita del dente.
acido lattico o formico
scioglie i tessuti duri del
dente (per esempio
l'idrossiopatite dello
smalto)
Diminuzione del pH
Progressiva demineralizzazione
dello smalto dentale
In genere, la carie progredisce lentamente, alternando fasi di distruzione
attiva a fasi di arresto, cosicché per distruggere un dente possono anche
essere necessari diversi anni.
Occlusale
La carie porta alla sostituzione
di un tessuto differenziato e
funzionalmente orientato
con uno indifferenziato e privo
di funzione e dà luogo a piccoli
fenomeni riparativi (dentina
terziaria)
Interprossimale
Linguale
20
Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica
5
12/04/2011
Fattori che influenzano
l’attacco cariogeno e la sua
diffusione:
Fattori che influenzano
l’attacco cariogeno e la sua
diffusione:
•la composizione e l’alterazione della
flora batterica orale (tartaro, placca
batterica)
•le abitudini alimentari (l'eccessivo
consumo di carboidrati e di cibi dolci
aumenta il rischio di carie, gli zuccheri
semplici sono i più cariogeni).
•l’igiene orale
•le alterazioni del flusso salivare, sia
quelle di tipo quantitativo, sia quelle di
tipo qualitativo (pH, alterazione delle
concentrazioni dei componenti della
saliva). La saliva combatte la carie
tamponando l'acidità della bocca, e ha
funzione sia microbicida che
immunitaria;
•le malattie periodontali
•l’esposizione della superficie dentaria
all’ambiente orale (soprattutto quelle
non protette dallo smalto, come colletto
e radice), usura dentaria, morfologia
della corona
Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica
Fattori che influenzano l’attacco cariogeno e la sua
diffusione:
•un’arcata dentaria disarmonica (denti storti),
che facilita il deposito della placca cariogena
•difetti di sviluppo dello smalto dentale
•alcuni disturbi sistemici o metabolici
•l’età
•l’ereditarietà
Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica
ABITUDINI ALIMENTARI E CARIE
+ carie
- carie
Cacciatori-raccoglitori
uomini (-)
> Consumo carne
agricoltori
donne (+)
> consumo cereali
status sociale ed incidenza della carie
> status (-carie)
> Consumo carne
< status (+carie)
> consumo cereali
> Consumo carboidrati
Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica
> carie
S. Minozzi Università di Pisa
6
12/04/2011
Variazioni delle frequenze di carie in relazione al consumo di zuccheri
MASCHI
FEMMINE
20
Frequenze CARIE - TCM
TOTALI
15
10
5
0
O. Curato
Isola Sacra
L. Feroniae
Quadrella
Frequenze CARIE - s u individuo
maschi
100
femmine
80
tot
60
40
20
0
S. Minozzi Università di Pisa
S. Minozzi Università di Pisa
O. Curato
Isola Sacra
L. Feroniae
Quadrella
Il primo stadio dell’infiammazione
colpisce le gengive (gengivite) per poi
estendersi ai tessuti sottostanti,
come mucose, legamenti ed osso
alveolare (periodontite).
Periodonto o parodonto: insieme
di tessuti di sostegno che
circondano il dente (gengive,
mucose, legamenti peridontali
(alveolo-dentale) e osso
alveolare).
L’indebolimento dei legamenti che
trattengono il dente provoca tasche
gengivali che espongono la radice del
dente e favoriscono l’accumulo di
placca batterica che può dare origine
ad ascessi ed a retrazione delle
gengive e dell’osso alveolare.
Queste infiammazioni, di cui la più
conosciuta è la piorrea, sono
abbastanza diffuse dopo i 30 anni di
età.
S. Minozzi Università di Pisa
S. Minozzi Università di Pisa
7
12/04/2011
Affezioni del periodonto ed ascessi
ASCESSO: l’infiammazione ha
distrutto e riassorbito parte
dell’alveolo e causato la perdita del
dente
PARODONTOPATIA: la retrazione
del margine alveolare ha scoperto
buona parte delle radici dei denti
S. Minozzi Università di Pisa
Affezioni del periodonto ed ascessi
Frequenze ASCESSI - su alveolo
FEMMINE
TOTALI
3
PARODONTOPATIA: la retrazione
del margine alveolare ha scoperto
buona parte delle radici dei denti
MASCHI
2,5
2
1,5
ASCESSO: l’infiammazione ha
distrutto e riassorbito parte
dell’alveolo e causato la perdita del
dente
1
0,5
0
O. Curato
Isola Sacra
L. Feroniae
Quadrella
Frequenze ASCESSI - s u individuo
CARIE destruente: la lesione ha
distrutto tutta la corona e
provocato l’infiammazione
dell’alveolo, causando un ascesso
con osteolisi e rimodellamento dei
margini alveolari; del dente, il primo
molare, è rimasta solo una radice.
30
maschi
femmine
20
tot
10
0
O. Curato
S. Minozzi Università di Pisa
Isola Sacra
L. Feroniae
Quadrella
S. Minozzi Università di Pisa
8
12/04/2011
carie
Fratture/ traumi
Placca batterica
tartaro
Eziologia dei disturbi
forte usura
del periodonto
malocclusione
Forte attività masticatoria extra-alim.
Igiene orale
Alimentazione
Ereditarietà
Età
Sistema immunitario
infiltrazione batteri
all’esterno del dente
all’interno del dente
infiammazione
dei tessuti molli
infiammazione
della polpa dentale
(pulpite)
Denti perduti in vita
Fattori che possono provocare la caduta
di un dente:
•la carie, che può arrivare a
distruggere un dente fino a farlo
cadere;
•un evento traumatico;
•una forte usura delle superfici
occlusali dei denti
•stress masticatorio
•diverse affezioni del periodonto
che possono causare una retrazione
del margine alveolare fino a
provocare l’evulsione del dente
gengivite
Infiammazione radice
(granuloma periapicale)
•fattori genetici ed età
periodontite
ascesso
Retrazione margine
alveolare
Fistola nell’osso
S. Minozzi Università di Pisa
S. Minozzi Università di Pisa
Denti perduti in vita
Quando un dente viene perduto
durante la vita, i tessuti alveolari
reagiscono rimodellando e
riassorbendo l’alveolo, fino alla
completa obliterazione, alterazioni
facilmente identificabili tra i resti
scheletrici
la perdita di tutti i molari ha provocato il
riassorbimento e l’obliterazione degli
alveoli, causando anche una riduzione
dell’osso mandibolare.
S. Minozzi Università di Pisa
9
12/04/2011
MA SCHI
La placca batterica ed il tartaro
Frequenze PERDITE IN VITA - su alveolo
FEMMINE
TARTARO: mineralizzazione della placca batterica che si deposita sulla
superficie dei denti, coadiuvata dalla presenza della saliva.
15TOTALI
10
I denti maggiormente interessati dal deposito sono quelli più vicini ai dotti
salivari (superficie linguale dei denti anteriori e superficie buccale dei molari).
Il tartaro può depositarsi sia sulla corona del dente, sia sulla radice, quando
questa è esposta a causa di disturbi periodontali.
5
0
O. Curato
Isola Sacra
L. Feroniae
Quadrella
Frequenze PERDITE IN VITA - su individuo
maschi
80
femmine
60
tot
40
20
0
S. Minozzi Università di Pisa
O. Curato
Isola Sacra
L. Feroniae
Quadrella
S. Minozzi Università di Pisa
La placca batterica ed il tartaro
Presenza di tartaro => fenomeni che promuovono la formazione della
placca batterica:
• pH della saliva (il pH alcalino favorisce il deposito e la mineralizzazione
della placca).
• consumo di carboidrati,
• bassa igiene orale,
• l’avanzare dell’età
• l’ereditarietà.
Il tartaro si conserva abbastanza
bene nei resti antichi, anche se deve
essere prestata attenzione durante
la pulizia perchè può essere
facilmente rimosso
S. Minozzi Università di Pisa
10