16/06/2014 I denti rappresentano il tessuto più duro e resistente del corpo umano, pertanto resistono meglio di altri resti scheletrici allo scorrere del tempo e vengono, in genere, rinvenuti anche tra resti male conservati. Simona Minozzi Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica Dipartimento di Oncologia, dei Trapianti e delle Nuove Tecnologie in Medicina Università di Pisa Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica, Fortunatamente, i denti rappresentano anche uno dei più importanti serbatoi di notizie sull’individuo a cui appartengono: 2 Vocaboli utili parlando di denti: dentatura anteriore = i ncisivi e cani ni aspetti biodemografici (età alla morte e sesso) dentatura posteriore = premolari e molari episodi di stress nutrizionali o di malattia subiti (ipoplasia dello smalto) dentatura post-canini = premolari e molari abitudini alimentari condizioni generali di vita e di salute (igiene orale, affezioni dentoalveolari) inquadramento genetico variabilità popolazionistica eventuali attività funzionali (uso dei denti in attività non alimentari) condizionamenti culturali fenomeni adattativi (dimorfismo sessuale, specializzazioni) indicatori filogenetici e tassonomici Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica, 3 Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica, 4 1 16/06/2014 SUPERFICI DEL DENTE ED ORIENTAMENTO SUPERFICI DEL DENTE ED ORIENTAMENTO Il lato vestibolare del dente è quello verso l’esterno della bocca, più vicino alle labbra (detto anche labiale per i denti anteriori e buccale per i denti posteriori); La superficie mesiale è la parte del dente più vicina alla linea mediana. La superficie distale è la parte del dente più lontana dalla linea mediana ed è opposta alla superficie mesiale. il lato linguale è rivolto verso la cavità orale, verso la lingua; la superficie occlusale è la superficie che va a contatto con il dente antagonista, per incisivi e canini è detta superficie incisale. Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica, 5 La dentizione umana è caratterizzata da denti decidui nell’età infantile, che vengono completamente sostituiti da quelli permanenti, attorno agli 11-12 anni di età. Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica, 6 DENTI DECIDUI I denti decidui sono 20 10 per ogni arcata: 4 incisivi, 2 canini 4 molari. Tavole di sviluppo ed eruzione dentaria in relazione all’età. In grigio i denti decidui. Da Ubelaker (1989), modificato. S.Minozzi, Università di Pisa 7 Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica 8 2 16/06/2014 DENTI DEFINITIVI La funzione delle diverse tipologie di denti I denti permanenti di un soggetto adulto sono 32, 16 per ciascuna arcata: 4 incisivi (2 centrali e 2 laterali) 2 canini, 4 premolari 6 molari. La formula dentaria, uguale anche per scimmie del vecchio mondo, antropomorfe e ominidi (moderni e fossili) è 2,1,2,3. Rispetto al mammifero ancestrale (3,1,4,3) c’è stata una riduzione di 1 incisivo e 2 premolari. I premolari adiacenti al canino sono probabilmente scomparsi in sequenza , così che i premolari rimasti sono generalmente chiamati P3 e P4, riflettendo la perdita dei primi due. Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica 9 10 STRUTTURA DEL DENTE E DELL’ALVEOLO La morfologia dei denti è geneticamente determinata e, dopo il termine dell’accrescimento, non cambia nel corso della vita. I denti, al contrario delle ossa, non possiedono capacità riparative (ad eccezione della dentina) Il dente si di vi de i n due parti , la corona, li bera nella bocca, e la radi ce, i nseri ta nell’ alveolo; i l punto di gi unzi one è chi amato colletto. La maggi or parte del tessuto dentari o è rappresentata dalla denti na che è ri vesti ta da smalto, nella corona, e dal cemento, nella radi ce. Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica 11 S. Minozzi Università di Pisa 3 16/06/2014 Ricostruzione delle condizioni di salute e della qualità della vita All’ i nterno del dente si trova la polpa dentari a, costi tui ta da tessuti molli contenenti nervi e vasi sangui gni . Studio delle affezioni dentoalveolari Le radi ci dentari e sono i nseri te nell’ osso mascellare e mandi bolare all’ i nterno di cavi tà chi amate alveoli , a cui sono fortemente ancorate attraverso i legamenti peri odontali . ALIMENTAZIONE IGIENE ORALE ETA’ ATTIVITA’ LAVORATIVE SVOLTE CON LA DENTATURA Carie Ascessi Parodontopatie Perdite in vita Tartaro Malposizioni ed anomalie Usura Ipoplasia dello smalto S. Minozzi Università di Pisa CARIE DIFESE IMMUNITARIE STRESS NUTRIZIONALE e/o DI MALATTIA CARICO PATOGENO AMBIENTALE S. Minozzi Università di Pisa La carie non interessa i tessuti molli del dente (la polpa): pulpiti e parodontiti apicali di origine dentaria non costituiscono forme di carie ma ne rappresentano, piuttosto, una complicanza. La parola cari e deri va dal lati no cari osus ("decadente", "marci o"). La cari e dentari a è una malatti a degenerati va dei tessuti duri del dente (smalto, denti na), che ori gi na dalla superfi ci e e procede i n profondi tà fi no alla polpa dentale. La carie è causata dai batteri commensali che vivono nella bocca e convivono con l'individuo in fine equilibrio. L’alterazione di questo equilibrio scatena il potenziale patogeno dei batteri con l'insorgenza della carie. La carie pertanto è una patologia infettiva di tipo opportunista. Il problema eziologico della carie pertanto richiede la specificazione delle condizioni nelle quali i batteri divengono dannosi, più che l’ identificazione dei batteri implicati. An image from 1300s (A.D.) England depicting a dentist extracting a tooth with forceps. Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica 15 4 16/06/2014 Streptococcus mutans superficie del dente Pelli cola sali vare glicoprotei ca funzi oni protetti ve: potere tampone con sali di calci o; anti corpi e cellule bi anche del sangue, anti abrasi one glucosio, componente dei residui alimentari Flora mi crobi ca ( Streptococcus mutans, S. mi lleri, S. miti or, S. sangui s e Acti nomyces, Lactobaci llus) placca batteri ca, l’ accumulo i sola i l dente dall’ azi one protettri ce della sali va ed i l metaboli smo aci do batteri co i ni zi a a sci ogliere i mi nerali del dente se i l pH scende sotto i l valore cri ti co di 5.5. La radi ce è pi ù vulnerabi le poi ché i l cemento i ni zi a la demi nerali zzazi one ad un pH di 6.7 DENTINA: enzi mi e sostanze tossi che prodotte dai batteri cari ogeni si di ffondono attraverso i tubuli che sono di rettamente collegati alle strutture vascolo-nervose presenti nella polpa attraverso gli odontoblasti , i cui prolungamenti ci toplasmati ci si trovano nei tubuli denti nali PULPITE di latazi one delle arteri e, > volume polpa, flogosi . ISCHEMIA della polpa e NECROSI aci do latti co o formi co sci ogli e i tessuti duri del dente (per esempi o l'i drossi opati te dello smalto) Di mi nuzi one del pH Progressi va demi nerali zzazi one dello smalto dentale In genere, la cari e progredi sce lentamente, alternando fasi di di struzi one atti va a fasi di arresto, cosi cché per di struggere un dente possono anche essere necessari di versi anni . Occlusale La carie porta alla sostituzione di un tessuto differenziato e funzionalmente orientato con uno indifferenziato e privo di funzione e dà luogo a piccoli fenomeni riparativi (dentina terziaria) Interprossimale Linguale L’ infiltrazione della carie, attraverso la dentina fino al canale del dente, permette la propagazione dell’ infezione batterica ai tessuti alveolari fino ad indurre ascessi e culminare nella perdita del dente. Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e 20 Bioetica 5 16/06/2014 Fattori che influenzano l’attacco cariogeno e la sua diffusione: Fattori che influenzano l’attacco cariogeno e la sua diffusione: •la composi zi one e l’ alterazi one della flora batteri ca orale (tartaro, placca batteri ca) •le abi tudi ni ali mentari (l'eccessivo consumo di carboi drati e di ci bi dolci aumenta i l ri schi o di cari e, gli zuccheri sempli ci sono i pi ù cari ogeni). •l’ i giene orale •le alterazi oni del flusso sali vare, si a quelle di ti po quanti tati vo, si a quelle di ti po quali tati vo (pH, alterazi one delle concentrazi oni dei componenti della sali va). La saliva combatte la cari e tamponando l'aci di tà della bocca, e ha funzi one si a mi crobi cida che i mmuni taria; •le malatti e peri odontali •l’ esposi zi one della superfi ci e dentari a all’ ambi ente orale (soprattutto quelle non protette dallo smalto, come colletto e radi ce), usura dentari a, morfologi a della corona Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica Fattori che influenzano l’attacco cariogeno e la sua diffusione: •un’ arcata dentaria disarmonica (denti storti), che facilita il deposito della placca cariogena •difetti di sviluppo dello smalto dentale •alcuni disturbi sistemici o metabolici •l’ età •l’ ereditarietà Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica ABITUDINI ALIMENTARI E CARIE + carie - carie Cacciatori-raccoglitori uomini (-) > Consumo carne agricoltori donne (+) > consumo cereali status soci ale ed i nci denza della cari e > status (-carie) > Consumo carne < status (+carie) > consumo cereali > Consumo carboidrati Università di Pisa, Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica > carie S. Minozzi Università di Pisa 6 16/06/2014 Vari azi oni delle frequenze di cari e i n relazi one al consumo di zuccheri MASCHI Frequenze CARIE - TCM FEMMINE 20 TOTALI 15 10 5 0 O. Curato Is ola Sacra L. Feroniae Quadrella Frequenze CARIE - s u i ndividuo maschi 100 f emmine 80 tot 60 40 20 0 S. Minozzi Università di Pisa S. Minozzi Università di Pisa O. C urato Is ola Sacra L. Feroniae Quadrella Il primo stadio dell’infiammazione colpisce le gengive (gengivite) per poi estendersi ai tessuti sottostanti, come mucose, legamenti ed osso alveolare (periodontite). Peri odonto o parodonto: i nsi eme di tessuti di sostegno che ci rcondano i l dente (gengi ve, mucose, legamenti peri dontali (alveolo-dentale) e osso alveolare). L’indebolimento dei legamenti che trattengono il dente provoca tasche gengivali che espongono la radice del dente e favoriscono l’accumulo di placca batterica che può dare origine ad ascessi ed a retrazione delle gengive e dell’osso alveolare. Queste infiammazioni, di cui la più conosciuta è la piorrea, sono abbastanza diffuse dopo i 30 anni di età. S. Minozzi Università di Pisa S. Minozzi Università di Pisa 7 16/06/2014 Affezioni del periodonto ed ascessi ASCESSO: l’ i nfi ammazi one ha di strutto e ri assorbi to parte dell’ alveolo e causato la perdi ta del dente PARODONTOPATIA: la retrazi one del margi ne alveolare ha scoperto buona parte delle radi ci dei denti S. Minozzi Università di Pisa Frequenze ASCES SI - s u alveolo Affezioni del periodonto ed ascessi FEMMINE TOTALI 3 PARODONTOPATIA: la retrazi one del margi ne alveolare ha scoperto buona parte delle radi ci dei denti MASCHI 2,5 2 1,5 ASCESSO: l’ i nfi ammazi one ha di strutto e ri assorbi to parte dell’ alveolo e causato la perdi ta del dente 1 0,5 0 O. Curato Is ola Sacra L. Feroniae Quadrella Frequenze AS CE SSI - s u individuo CARIE destruente: la lesi one ha di strutto tutta la corona e provocato l’ i nfi ammazi one dell’ alveolo, causando un ascesso con osteoli si e ri modellamento dei margi ni alveolari; del dente, i l pri mo molare, è ri masta solo una radi ce. 30 maschi femmine 20 tot 10 0 O. Curato S. Minozzi Università di Pisa Is ola Sacra L. Feroniae Quadrella S. Minozzi Università di Pisa 8 16/06/2014 carie Fratture/ traumi Eziologia dei disturbi forte usura del periodonto Placca batterica tartaro malocclusione Forte attività masticatoria extra-alim. infiltrazione batteri all’esterno del dente infiammazione dei tessuti molli all’interno del dente Igiene orale Alimentazione Ereditarietà Età Sistema immunitario infiammazione della polpa dentale (pulpite) gengivite Infiammazione radice (granuloma periapicale) Denti perduti in vita Fattori che possono provocare la caduta di un dente: •la cari e, che può arri vare a di struggere un dente fi no a farlo cadere; •un evento traumati co; •una forte usura delle superfi ci occlusali dei denti •stress masti catori o •di verse affezi oni del peri odonto che possono causare una retrazi one del margi ne alveolare fi no a provocare l’ evulsi one del dente •fattori geneti ci ed età periodontite ascesso Retrazione margine alveolare Fistola nell’osso S. Minozzi Università di Pisa S. Minozzi Università di Pisa Denti perduti in vita Quando un dente viene perduto durante la vita, i tessuti alveolari reagiscono rimodellando e riassorbendo l’ alveolo, fino alla completa obliterazione, alterazioni facilmente identificabili tra i resti scheletrici la perdita di tutti i molari ha provocato il riassorbimento e l’ obliterazione degli alveoli, causando anche una riduzione dell’ osso mandibolare. S. Minozzi Università di Pisa 9 16/06/2014 MA SCHI Frequenze PERDITE IN VITA - s u alveolo La placca batterica ed il tartaro FEMMINE 15TOTALI TARTARO: mi nerali zzazi one della placca batteri ca che si deposi ta sulla superfi ci e dei denti , coadi uvata dalla presenza della sali va. 10 I denti maggi ormente i nteressati dal deposi to sono quelli pi ù vi ci ni ai dotti sali vari (superfi cie li nguale dei denti anteri ori e superfi ci e buccale dei molari ). Il tartaro può deposi tarsi si a sulla corona del dente, si a sulla radi ce, quando questa è esposta a causa di di sturbi peri odontali . 5 0 O. Curato Is ol a Sacra L. Feroniae Quadrella Frequenze PERDITE IN VITA - s u i ndi viduo maschi 80 60 femmine tot 40 20 0 O. Curato Is ol a Sacra L. Feroni ae Quadrella S. Minozzi Università di Pisa S. Minozzi Università di Pisa La placca batterica ed il tartaro Presenza di tartaro => fenomeni che promuovono la formazi one della placca batteri ca: • pH della sali va (i l pH alcali no favori sce i l deposi to e la mi nerali zzazi one della placca). • consumo di protei ne, • bassa i gi ene orale, • l’ avanzare dell’ età • l’ eredi tari età. Il tartaro si conserva abbastanza bene nei resti anti chi , anche se deve essere prestata attenzi one durante la puli zi a perchè può essere faci lmente ri mosso S. Minozzi Università di Pisa 10