Il Liceo incontra… ISAAC NEWTON

Liceo Scientifico Tito Lucrezio Caro
Progetto: “Il pensiero e realtà”(*)
a.s. 2014/2015
Il Liceo incontra… ISAAC NEWTON
Siamo lieti di incontrare nella sala conferenze dell’Università di Cambridge il rinomato fisico Isaac
Newton. Ansiosi di intervistarlo, dopo ore di attesa abbiamo finalmente l’opportunità di esaudire il
nostro desiderio. E’ un grandissimo onore per noi rubare qualche minuto a questo illustre
personaggio.
D1: Signor Isaac Newton, Lei è stato il primo ad esporre l'ipotesi che la luce sia composta da
particelle e che quindi abbia una natura corpuscolare, mentre gli studi sull’interferenza e la
diffrazione ci dicono il contrario. Ancora oggi ci sono diverse ipotesi che non riescono a farci
comprendere a pieno quale sia la vera natura della luce. Può spiegarci perché ha ritenuto la teoria
corpuscolare maggiormente plausibile rispetto a quella ondulatoria ?
R1:Non sarebbe possibile spiegare la riflessione della luce se la immaginassimo come un onda!
Nonostante la brevità della prima risposta, forse infastidito dal nostro mettere in dubbio le sue
teorie, ci ha dato successivamente risposte più che esaurienti e dettagliate.
(*) docenti proff. S. Ascione, M. Di Benedetto
D2:Come attestato in vari documenti, signor Newton , lei persegue un progetto scientifico che è
basato esclusivamente su metodiche definite, certe e matematiche. Il metodo da lei può essere
considerato come espressione della concreta sinergia tra due processi metodologici: l'induzione e la
deduzione. Con quali fisici, a lei contemporanei o precedenti si trovò in sintonia?
R2:Tra i vari fisici a me contemporanei o antecedenti, direi che mi trovo in perfetta sintonia con il
metodo utilizzato dal gran fisico Galileo Galilei.
Le osservazioni e gli sperimenti mi portarono in un primo momento a sistematizzare l'enunciazione
delle tre leggi della dinamica , anche se le prime due erano già state osservate e descritte da Galilei.
Con una breve spiegazione dei principi, diremo che : il primo principio detto principio di inerzia,
afferma che se in un corpo non agiscono forze, allora quel corpo conserverà il suo stato di quiete o
si muoverà di moto rettilineo uniforme;
Il secondo principio detto principio di proporzionalità, afferma che un corpo a cui viene applicata
una forza si muoverà attraverso un'accelerazione inversamente proporzionale alla massa dello stesso
corpo;
Il terzo principio detto principio di azione e reazione, afferma che ad ogni azione corrisponde una
reazione uguale, per modulo e direzione, e contraria per verso.
La sistematizzazione di queste leggi, infine, mi portò anche a una delle mie più grandi scoperte: la
legge di gravitazione universale.
Dopo una lunga pausa, avendo chiamato un maggiordomo presente nella sala, con molta cortesia ha
fatto portare del tè caldo. Perfino sorseggiare una tazza di tè e degustare qualche biscotto è stato un
privilegio per noi.
D3:Signor Isaac Newton, in base ai concetti enunciati da lei nei tre principi della dinamica, quali
furono le conseguenze che riscontrarono maggior stupore in lei?
R3: Partendo dagli assiomi da lei prima nominati, ho sviluppato un'astronomia fondata sulla
matematica che spiega e descrive il moto degli astri attraverso le forze di inerzia, centrifuga,
centripeta e di gravità. L'intuizione più grande fu sicuramente quella di comprendere che la forza
che regola la gravità sul nostro pianeta è una proprietà della materia: essa si attrae in funzione della
massa, e ciò vale per il più piccolo granello di sabbia come per il più grosso dei pianeti. È questa la
forza che regola il moto dell'universo, che fa si che la Luna ruoti intorno alla Terra e che tutti i
pianeti ruotino intorno al Sole.
D4:Signor Newton, le sembrerà assurdo. Ma al giorno d’oggi si fanno studi di ogni tipo:
compiendo un'analisi di tutti i suoi scritti, si è rilevato che di circa 3.600.000 parole solo 1.000.000
furono dedicate alla scienza, mentre circa 1.400.000 furono dedicate a soggetti religiosi. Che
rapporto ha con la fede? Perché si è formato un legame così forte? Di solito si pensa che chi crede
nelle scienze si distacca dalla Chiesa. Ci può spiegare come è possibile dedicarsi alla ricerca e alla
scienza quando si ammette l'esistenza di Dio, creatore del mondo?
R4:Ai miei tempi religione e scienza facevano parte dell'unica grande famiglia del sapere. La
religione all'epoca dominava sulla scienza e non ammetteva la "messa in discussione" dei dogmi
presenti nella Bibbia. Per questo motivo la maggior parte di scienziati o fisici del mio tempo erano
molto vicini alla fede. Prendendo come esempio il mio caro amico Galilei, lui ha pagato per essersi
messo contro la parola di Dio
D5: Ci può spiegare come ha introdotto il concetto di forza che ha dato origine al cambiamento
dello stato di moto dei corpi, e in che modo è riuscito a formalizzare il concetto di forza, arrivando
dunque all'espressione del secondo principio della dinamica?
(*) docenti proff. S. Ascione, M. Di Benedetto
R5:Un oggetto quando è in quiete è sottoposto ad un insieme di forze che hanno una risultante
vettoriale nulla. Ma lo stesso accade se questo oggetto si muove di moto rettilineo uniforme. Una
risultante diversa dal vettore nullo produce sul corpo un'accelerazione che vettorialmente segue
questa risultante per direzione e verso e la cui intensità sia inversamente proporzionale a ciò che
chiamiamo massa inerziale del corpo.
D6:Professor Newton ci è stato tramandato che lei stando sotto un albero vide cadere una mela,
come è arrivato ad accomunare la forza responsabile della caduta della mela con la forza con cui il
pianeta Terra e tutti gli altri pianeti orbitano intorno al sole e la luna intorno alla nostra Terra?
R6:Ho confrontato la caduta di un sasso o di una mela sulla superficie terrestre con il moto della
luna, che si può benissimo pensare come un moto di un lancio di un sasso da una considerevole
altezza con una tale velocità da non cadere mai a terra. La caduta della mela dall'albero è verticale,
perché essa è attratta dalla Terra a causa della forza di gravità. Se noi lanciassimo la mela, o come
ho detto pocanzi un sasso orizzontalmente, la traiettoria del sasso non sarebbe più verticale ma
parabolica fino a toccare la terra stessa; aumentando la velocità il grave non toccherebbe mai il
suolo orbitando sempre intorno al nostro pianeta.
Fieri della nostra intervista ringraziamo vivamente il professore per il tempo che ci ha dedicato,
speranzosi nel poterlo incontrare nuovamente.
Gli studenti:
Andrea Franco
Federico Polverino
Luca Marcarelli
Stefano Verde
Sabrina Saltalamacchia
(*) docenti proff. S. Ascione, M. Di Benedetto